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L'albero delle farfalle
Una madre e un figlio si trovano ad affrontare una giornata destinata a cambiare le loro esistenze. Costanza, la madre, ex insegnante in pensione sui generis, gravemente malata e in attesa di una diagnosi decisiva e Riccardo, il figlio, un medico di famiglia disinteressato alla carriera, che sogna di realizzare un giardino esotico nell'entroterra toscano. Il loro rapporto fatto di attenzioni e gentilezze reciproche è quanto di più distante dal cliché sull'incomunicabilità tra genitori e figli. Ed è proprio questo legame così speciale — descritto con tenera esattezza ma senza patetismi — a far ingaggiare a Riccardo una guerra privata contro la malattia di Costanza. Ma in guerra ogni gesto diventa definitivo e ogni scelta è pronta a rivelarsi fatale per entrambi. Quali sono le scelte che determinano una svolta nelle nostre vite ? Fino a che punto un individuo può opporsi a ciò che non riesce ad accettare ? Queste sono le domande che si agitano tra le pagine de L'albero delle farfalle. -
Il sonno del mondo
«Navigo nel mare e non lo sento,/ raccolgo carpe, golene, sirene,/ ma non mi immergo/ come nei suoi abissi le balene.» -
L'accecatore
In un paese imprecisato tra boschi e montagne, viene ritrovato un ciclista con gli occhi strappati. Presto l'episodio, inizialmente isolato, si replica una seconda, una terza volta. Sembra che il colpevole sia un uccello rapace. L'evento condiziona la vita degli abitanti, costretti a uscire con occhiali, ombrelli e caschi per difendersi dagli attacchi del feroce volatile. Man mano la paura dell'angelo accecatore contagia altri luoghi, fino a trasformarsi in un terrore globale a cui seguono alcuni strani e cupi accadimenti che sembrano presagire un' imminente catastrofe. Vincenzo Pardini racconta questa storia con le parole e la voce di un cronista locale, un personaggio tra i più riusciti della produzione dell'autore. L'uomo inquieto, ma determinato, non si arrende alla narrazione ufficiale di chi riduce ogni male all'accecatore, ma indaga nelle sfumature e nelle ragioni nascoste fino a una verità che nessuno sembra (o vuole) vedere. -
Carni
Quindici quadri (o ""scene"""" a loro modo drammatiche) si succedono come altrettanti canti di un poemetto dall'andamento insieme narrativo ed aforistico, sostenuto dall'aspra, convinta visione del mondo che è del suo autore. Nonostante la difformità dei protagonisti di ogni pannello, infatti, Carni è un libro reso compatto dalla """"verità"""" che lo origina, lo attraversa, lo impone come necessario all'attenzione del suo lettore. Come negli altri testi di Daniele Gorret, la sfida al dominante """"buonsenso"""" che da sempre oppone """"umano"""" e """"non umano"""", """"animato"""" ed """"inanimato"""", si fa, qui, radicale, con tonalità a tratti provocatorie, a tratti strazianti. Dai bagnanti di una spiaggia tirrenica alle ospiti in una casa di riposo, dal vitello tentato dalla fuga di fronte al macello alle piante di un bosco che stanno subendo l'abbattimento, dai poveri libri esposti in un mercatino dell'usato alla coppia protagonista di una notte amorosa, dal """"déjeuner sur l'herbe"""" di una famiglia italiana anni cinquanta all'affresco di un Golgota in una cappella di montagna, situazioni e personaggi tra loro diversissimi condividono la condizione (abissale) di essere insieme sul pianeta Terra. La """"carne"""" del titolo si illumina allora come metafora vivente per tutto ciò che ex-siste, costretto a fare - per un tratto più o meno breve di tempo - esperienza della propria vita, del piacere e della sofferenza, della morte. Convinto che - segretamente - tutto senta, il poeta è anche, per ciò stesso, certo che tutto sia fratello a tutto; chi non voglia distogliere lo sguardo dagli aspetti del mondo apparentemente più lontani dal nostro, avvertirà una possente parentela, che è poi quella sperimentata dai grandi mistici di ogni tempo e di ogni tradizione. Superate troppo facili sicurezze e contrapposizioni, il Verbum giovanneo si farà carne del mondo tutto, nel senso più viscerale, più radicale, più esposto; e sarà compito della Poesia proclamarlo, ora con l'urlo, ora sottovoce."" -
Il migliore dei mondi
«Emotività, Pensiero e Libero Arbitrio non appartenevano più ai singoli, o alla collettività, e neppure ad alcuna divinità; bensì ai soli uomini di vertice che ne custodivano accuratamente i segreti. Per lungo tempo questi soggetti assicurarono a ciascun cittadino relativi agi in cambio di un tacito compromesso sia sulle libertà individuali che sulle pretese d'individuazione soggettiva, di emancipazione collettiva, di dignità professionale. In concordia con queste regole di funzionamento passarono i secoli e tutte le vite in essi concepite, le sterilizzate utopie, gli innumerevoli ideali soppressi sul nascere. Ogni competenza professionale languiva nel senso d'inutilità tipico delle promesse preda di imbattibili rivali bionici. Ma si sa che, quand'anche tutto sembra andare nel migliore dei modi persino nel Migliore dei Mondi, la luce abbagliante di un imprevisto può sbiadire i più dettagliati bugiardini. Nascondendone le controindicazioni. E l'imprevisto difatti accadde... seguito da annessa controrivoluzione. Pacifica, ma inarrestabile. Volta a riportare il ""Migliore dei Mondi"""" verso un mondo davvero migliore.»"" -
Prossimo e remoto
«La poesia di Eleonora Rimolo è percorsa da una forza dirompente che si chiama Alterazione, scritto con la maiuscola per indicare la potenza arcaica di un archetipo» (Dalla Postfazione di Milo De Angelis) -
La guerra e la pace. Israele-Palestina. Cronache 1956-2003
Questo libro è la raccolta di articoli che Jean Daniel ha scritto a caldo, sull'onda dell'emozione, durante quasi cinquant'anni di conflitto israeliano-palestinese (1956-2003). Molti scritti riguardano la delicata ricerca di un equilibrio in un'area del mondo, il Medio Oriente, che è come una polveriera pronta a esplodere, un equilibrio che in molti vorrebbero poter chiamare pace. Ma questo libro è anche la cronaca implacabile di un uomo attento e sensibile alla storia che osserva il mondo e chi lo governa con una potente lente di ingrandimento e nulla gli sfugge, nemmeno le ragioni dell'altro. E mentre la storia segue il suo corso, Daniel elargisce saggezza e cita i grandi il cui pensiero ancora oggi potrebbe rappresentare un faro verso il quale un'umanità frastornata dagli eventi possa guardare come a un porto sicuro, uno fra tutti Mendès France. -
Zuleika Dobson. Una storia d'amore a Oxford
Unico romanzo di Max Beerbohm, è ambientato nell'Inghilterra di fine Ottocento. Zuleika, l'omonima protagonista, in visita al nonno che è direttore dell'Università di Judas a Oxford, viene ammessa per un breve soggiorno nel college maschile portando scompiglio tra i giovani aristocratici. Autentica femme fatale e prestigiatrice di professione, si ritrova coinvolta infatti in una serie di avventure amorose, finché, consapevole di potersi innamorare soltanto di un uomo sordo al suo fascino, mette gli occhi sul Duca di Dorset, vero e proprio dandy, l'unico che sembra non mostrare interesse nei suoi confronti. Il finale è sconcertante: quando il Duca, ormai perdutamente innamorato si vede rifiutato, le comunica la sua decisione di suicidarsi. Zuleika, niente affatto preoccupata, non lo fermerà, mentre gli studenti, smaniosi di imitare il suo bel gesto, lo seguiranno annegando durante la regata. -
Una volta qui era tutta campagna
Un treno parte dalla stazione di Roma Termini diretto a Torino Porta Nuova; contemporaneamente da Milano Centrale il Pendolino comincia la sua corsa verso Roma. In due scompartimenti (seconda classe e prima con supplemento e prenotazione obbligatoria) cominciano a snodarsi le più classiche e ""avvincenti"""" conversazioni: manager, vedove, pensionati, studenti (tutti noi, cioè) si lasciano andare a una inarrestabile cascata di luoghi comuni. Basta un """"Le stagioni non sorto più quelle di una volta"""" che si rotola a perdifiato fino a """"I gatti sono più indipendenti"""", per giungere alle vette sublimi di """"Venezia è splendida ma non so se ci vivrei"""". Fabio Fazio, con il candore perfido che gli italiani hanno imparato a conoscere e apprezzare, sa allestire un gioco irresistibile da cui scaturisce una sintesi efficace, feroce e affettuosa al tempo stesso, delle nostre abitudini. Questo libro, pubblicato nel 1994 e riproposto oggi in tutta la sua stringente attualità, vuole anche essere un vero e proprio appuntamento per tutti noi; come a dire... ovunque siamo, prima o poi, ci ritroveremo in un luogo comune."" -
Rosso di sera
Scritto nel '63, ""Rosso di sera"""" è stato l'ultimo romanzo di Brunella Gasperini (i libri venuti dopo sono tutti autobiografici), e anche quello che ha amato di più. In """"Rosso"""" ci sono molti dei temi e dei personaggi ricorrenti nelle sue novelle e nei suoi romanzi: una città di provincia pettegola, un ragazzo scontroso e irrequieto incompreso dalla famiglia, una ragazza con un passato tragico e misterioso alle spalle. Ma ci sono anche elementi nuovi: la sana famiglia patriarcale dei romanzi precedenti qui diventa una ricca famiglia borghese di un perbenismo opprimente; il nonno battagliero e anticonformista, altro personaggio ricorrente, qui è un emarginato alcolizzato e anarchico, molto scomodo per il resto della famiglia; nella ribellione di Rosso e nei suoi ideali pacifisti c'è già un anticipo di Sessantotto."" -
Ugo Chavéz, il nuovo Bolìvar? Una biografia
I due autori raccontano la singolare epopea del presidente venezuelano, l'uomo che, dopo aver tentato di andare al potere nel '92 con un colpo di stato, viene legittimamente eletto nel 1998 con il 56% dei voti. La sua infanzia in una casa fatta di palma, in una famiglia molto povera, quando il paese conosce un periodo di stabilità democratica dopo decenni di dittatura e un incredibile boom economico dovuto allo sfruttamento delle risorse petrolifere (il Venezuela è il 3° produttore dell'Opec), e poi le tappe che hanno portato Chávez a diventare, in Venezuela e nel mondo, un leader potente, capace di tenere testa all'opposizione interna e all'ostilità di Washington che non vede di buon occhio colui che sta cercando, con un certo successo, di svincolare molti paesi dell'America Latina dagli accordi commerciali statunitensi (ALCA), per creare un'alternativa tutta sudamericana. Nelle pagine del libro si presenta il giovane cadetto di provincia, che si appassiona tanto al baseball quanto agli eroi rivoluzionari del XIX secolo, sopra tutti Simón Bolívar, di cui conosce a memoria i proclami e per il quale ha una specie di venerazione, e poi quella sua cospirazione vaga e romantica del tutto lontana dalle ideologie. È amico di Castro, cita Guevara, è sospettato di aiutare la guerriglia colombiana, ha buoni rapporti con Gheddafi, li ha avuti buoni con Saddam e simpatizza con Blair. Sfrutta con molta disinvoltura il mezzo televisivo, sa parlare al popolo. -
L' uomo del banco dei pegni
Sol Nazerman è un ebreo polacco che gestisce ad Harlem un banco dei pegni. Sopravvissuto allo sterminio della famiglia nei campi di concentramento nazisti, Sol è devastato dai ricordi e completamente chiuso in se stesso, come inaridito. Rifiuta ogni amicizia, e respinge senza esitazioni le timide manifestazioni di affetto dei pochi familiari rimastigli. Ciò lo rende un perfetto esecutore del suo compito, una sorta di usuraio nel più povero quartiere nero d'America. Sol taglieggia con freddezza tutti coloro che, spinti dalla necessità, si rivolgono a lui per impegnare qualcosa. Il banco è di proprietà di un certo Murillio, che se ne serve come copertura di un vasto giro d'affari poco puliti. Solo Jesus, il giovane commesso portoricano che affianca Sol, sembra poter scalfire quest'animo indurito dal dolore. Un rapporto complesso straordinariamente descritto da Wallant, uno dei migliori scrittori della sua generazione e uno dei primi ad avere il coraggio e il talento necessari per affrontare il tema dei sopravvissuti all'Olocausto. Quando il vecchio ebreo scopre la vera natura degli interessi di Murillio, le cose prendono una piega imprevista, una drammatica accelerazione che costringerà Sol a riaprire le porte del suo cuore straziato. -
Iddu. La cattura di Bernardo Provenzano
L'11 aprile 2006, in una masseria alle porte di Corleone veniva catturato il boss Bernardo Provenzano, latitante da quarantatre anni, il capo indiscusso di Cosa Nostra. Le immagini del suo arresto hanno fatto il giro del mondo, i Tg hanno raccontato della sua prostata e della passione per la cicoria, ma cosa sappiamo veramente di questo esile vecchietto, ex contadino con neanche la seconda elementare che ha tenuto in scacco lo Stato per quasi mezzo secolo? Come ha potuto rimanere così a lungo primula rossa? Quali coperture e connivenze lo hanno protetto? Dove si nascondeva? E, soprattutto, come e chi è riuscito a stanarlo? Sono gli interrogativi a cui si propongono di rispondere Mazzocchi e Bellavia, seguendo il racconto di Renato Cortese, il capo della Squadra creata otto anni fa con l'obiettivo di mettere in trappola l'ultimo padrino. Una storia vera, corredata in Appendice dai rapporti originali, storia di veri servitori dello Stato che hanno sacrificato vita privata e affetti per essere sempre disponibili a turni massacranti e trasferte improvvise. Storia poliziesca, fatta di tanti rischi corsi nel piazzare telecamere e cimici nei posti più impensati, di pedinamenti avventurosi in un territorio in cui dietro ogni pastore può celarsi una vedetta della mafia. Storia di attese e delusioni, ma principalmente di un'indagine che ha ricostruito il mosaico di fiancheggiatori e quella ""via dei pizzini"""" attraverso la quale """"Iddu"""" continuava a governare Cosa Nostra."" -
Cuba, la rivoluzione: mito o realtà? Memorie di un fantasma socialista
Un libro di memorie. Una serie di capitoli brevi, scritti nell'arco di un'intera vita e raccolti in questo volume seguendo un ordine il più possibile cronologico. Dall'infanzia, durissima, nei campi di canna da zucchero dominata dai soprusi dei ricchi possidenti e dalla violenza delle truppe spagnole, agli studi seguiti con accanimento non solo per sfuggire a una vita grama, ma soprattutto per essere in grado di combattere le ingiustizie sociali sofferte dalla propria gente. E poi l'esperienza rivoluzionaria, dalla fine degli anni '30 alla metà degli anni '60, contrassegnata da incarichi di rilievo con Castro e Guevara, fino alla vittoria e alla successiva delusione dell'ideale infranto. -
L' eterno giovedì
Siamo negli anni Sessanta del secondo millennio. Dopo una lunga separazione, Riccardo rintraccia suo padre Vincenzo allo scopo di ricostruire la storia della sua famiglia. Gregorio, Alvarez, Vincenzo, Riccardo, il ricordo come lungo flusso di memoria che si risveglia e affronta, nel racconto di cui l'ultimo destinatario è Mattia, i passi dolorosi di una vita straordinaria in tempi straordinari. Tempi confusi e oscuri in cui ciascun figlio si trova a ripetere l'esperienza del padre in un sistema che si evolve senza cambiare e concepisce il mondo sempre allo stesso modo: diviso tra gli uomini che fanno la storia e quelli che la scrivono. Sullo sfondo, il resoconto ""giorno-per-giorno"""" di uno sciopero condotto da inaspettate manifestanti che lottano per conquistare un ruolo da protagoniste di vite che sono le loro e di cui non intendono affidare la stesura a nessuno."" -
Le anatre selvatiche volano al contrario. Racconti e scritti vari
Sono le sei del pomeriggio, più o meno, tic più tac meno, e l'attenzione del sole sta riducendosi rapidamente in ampiezza. Il sole ne ha visto abbastanza di voi per una giornata, e sta accarezzando altre opportunità. Anche le nubi modificano le loro priorità, raccogliendo forze, assumendo atteggiamenti. Per quando annotta potreste trovarvi sotto la pioggia. Forse pioggia gelata. Forse neve. Noi, ovviamente, non siamo al corrente della vostra ubicazione, né della stagione di competenza. Quello che invece sappiamo è che avete fra le mani il libro più recente del romanziere Tom Robbins e pur non essendo richiesta una speciale forza d'animo, non sarà male regolare un tantino il vostro termostato mentale. Nulla di drastico. Basta invertire le gomme. Però, mentre un gin tonic leggero potrebbe fare al caso con E. M. Forster o Virginia Woolf; mentre un bicchierozzo di bourbon potrebbe aiutarvi a inghiottire Faulkner, Robbins richiede un accompagnamento più esotico. Finalmente siete pronti. Appoggiate i piedi in alto (dovremmo sempre leggere a piedi sollevati) e afferrate il libro, saggiandone fra le mani il peso, la ""novità"""", la """"libritudine"""". Solo per un istante chiudete gli occhi, sorseggiate la vostra bevanda e lasciatevi andare a domandarvi cosa avrà combinato stavolta Robbins. Su che falò - di zingari? guerriglieri? sciamani? - avrà arrostito le sue idee, le sue immagini? Se non vi inoltrerete più a fondo in questa modesta quanto insolita raccolta, che altro potete fare stasera, da soli con voi stessi?"" -
Sessi e genealogie
Essere una donna non può fermarsi al nascere con un corpo femminile. Questa identità naturale richiede una cultura appropriata. Il passaggio dall'identità naturale a quella civile e culturale deve essere sostenuto da una legislazione adatta. I rapporti con la madre non devono essere sottoposti all'ordine paterno: ciascuna genealogia comporta valori specifici da rispettare. La relazione con la parola, il gesto e persino i colori variano secondo il sesso della persona. Un certo modo di rivolgersi alla divinità e di riferirsi al divino è anche proprio della donna. Il compimento di una soggettività femminile necessita, quindi, di mediazioni culturali adeguate. ""Sessi e genealogie"""" ne sviluppa i principali aspetti e spiega come se ne assume le responsabilità senza accontentarsi di critiche e rivendicazioni nei confronti della nostra tradizione."" -
Così parlò Warren Buffett: lezioni per investire in Italia
Self-made man, Warren Buffett è diventato il secondo uomo più ricco dopo Bill Gates facendo quello che fanno tutti, e cioè investendo in borsa senza particolari ""colpi di fortuna"""", ma seguendo una filosofia e un metodo lineari, trasparenti, senza ricorrere all'insider trading. Alla venerabile età di settantasette anni, Buffett continua con pochissimi collaboratori a occuparsi della sua holding, la Berksbire Hatbaway, nella quale è concentrato tutto il suo ex patrimonio (dato che ne ha donato la maggior parte alla Fondazione di Bill e Melinda Gates) e quello dei suoi 300.000 azionisti. Ogni anno l'assemblea dei soci si tiene a Omaha, Nebraska -luogo improbabile per ospitare la sede del conglomerato più capace di creare valore negli USA - e migliaia di investitori (veri e propri fan) partecipano alla rituale lettura della lettera agli azionisti, piena di analisi intelligenti, valutazioni sull'etica del business, ammaestramenti per ben investire e battute salaci sui comportamenti degli amministratori delle aziende quotate. L'analisi di decenni di lettere agli azionisti ha permesso a Gianfilippo Cuneo di distillare e spiegare la filosofia di Warren Buffett, nonché di interpretarla nel contesto americano e in quello italiano: la conclusione di Cuneo è che se Buffett fosse nato in Italia non avrebbe mai investito in borsa, ma con il suo fiuto e il suo metodo avrebbe però potuto comprare tante aziende private o allearsi con gli imprenditori vincenti per far crescere il valore dell'azienda."" -
I thriller di Giorgio Faletti: Io uccido-Niente di vero tranne gli occhi-Fuori da un evidente destino
Raccolti in unico cofanetto i tre gialli di Giorgio Faletti. -
Maqeda
Palermo. Filippo, un ragazzo avventato e ambizioso, inizia la sua ""educazione sentimentale"""" alla mafia il giorno in cui si ritrova a fare da angelo custode a una tossicodipendente. Il dopo è un susseguirsi di ruoli. Diventa fotografo di cronaca nera, poi imprenditore senza scrupoli, poi braccio destro di uno zio ammanigliato con i boss. E finisce pure in carcere come complice di un omicidio. Non un omicidio qualunque, ma l'assassinio del vicequestore Ninni Cassarà, quel poliziotto eroico e testardo massacrato negli anni '80 dai corleonesi di Totò Riina in guerra con lo Stato. Ed è li, nei bracci dell'Ucciardone, che Filippo assapora prima il rispetto degli altri detenuti e poi il delirio di sentirsi finalmente parte di un olimpo potente e scellerato. Quello della mafia che comanda, che uccide, che atterrisce e che promette senza mai mantenere. Una tragedia degli inganni.""