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La storia speciale. Perché non possiamo fare a meno degli antichi romani
Secondo il Talmud, nella città di Roma vi sono 365 piazze, in ognuna delle quali vi sono 365 palazzi, e ognuno di essi ha 365 piani, di cui ognuno contiene di che nutrire il mondo intero. Andiamo allora alla scoperta di questa storia speciale, quella dei nostri antenati, gli antichi romani. Sui banchi di scuola, tutti abbiamo imparato a memoria i nomi dei 7 re di Roma. E li abbiamo immediatamente dimenticati. Tutti quanti abbiamo studiato a grandi linee la storia della lupa e dei due gemelli, Romolo e Remo; delle epiche battaglie contro Annibale, delle conquiste imperiali e delle invasioni barbariche. Ma ci siamo mai chiesti a cosa serve davvero conoscere la storia dei nostri antenati, gli antichi romani? Il libro vuole rispondere a questa domanda e lo fa rivendicando con orgoglio la connotazione di 'speciale' per la storia romana. Vedremo allora come Romolo fondò la Città Eterna accogliendo i migranti. Come Cesare sterminò più di 400.000 germani per scoraggiare i passaggi di frontiera. Come calpestare i tombini di Roma con la scritta SPQR equivalga a commettere un delitto di lesa maestà. Come il concetto di ius soli sia un'elaborazione dei giuristi medievali. E, infine, come siano state ipotizzate ben 210 cause diverse della caduta dell'impero. -
La rivolta della società. L'Italia dal 1989 a oggi
Quasi niente è più come prima: gli ultimirntrent’anni hanno trasformato il nostrornPaese. rnrnNegli ultimi trent’anni l’Italia e gli italiani sonornprofondamente cambiati. Assetti demografici, lavoro,rnwelfare, produzione, consumi, valori, stili di vita, forme dellarnpartecipazione, partiti, sistema politico: quasi niente è comernprima. Molte cose, poi, sono semplicemente scomparse, comernla lira, il servizio militare obbligatorio, i tubi catodici, i telefoni arnghiera, le cabine telefoniche, la Democrazia cristiana e il Partitorncomunista. Altre, invece, sono emerse dal nulla o atterraterncome entità aliene da galassie sconosciute: così, per fare solornqualche esempio, l’euro, i computer portatili, i cellulari,rninternet, i social network, gli smartphone, Forza Italia, ilrnMovimento 5 Stelle e, da ultimo, l’italianissima e post-padanarnLega di Matteo Salvini, affermatasi – alle europee del maggiorn2019 – come il primo partito italiano. Tutto è diventatornturbolento, accelerato, travolgente. Rimangono tenacirnpersistenze del passato, tra le quali una sempre risorgentern‘questione meridionale’, l’inclinazione al ‘trasformismo’ e unarnirresistibile pulsione alla corruzione, con tanto di ‘ministri dellarnmalavita’ e affari politico-mafiosi. E tuttavia non possonornesservi dubbi sul fatto che l’Italia sia oggi davvero assai diversarnda com’era nel 1989. Anche in ciò che sembra più antico.rnIl libro ricostruisce e racconta i mutamenti che hanno investitornla società e la politica italiana negli ultimi 30 anni: dal vero ernproprio choc migratorio sperimentato negli ultimi decenni alrnprogressivo declino economico, al mutamento di valori, fino aglirneffetti della rivoluzione digitale e alle profonde trasformazionirndel sistema politico. Intrappolato nell’urto prima striscianterne poi frontale tra le forze cieche e sempre più potenti dellarnglobalizzazione e la disordinata e soprattutto velleitaria ‘rivoltarndella società’ dai suoi effetti destabilizzanti, il Paese si èrnavvitato su se stesso. Una trappola senza grandi prospettive dirnfuga, quanto meno sul breve periodo. -
La spirale del sottosviluppo. Perché (così) l'Italia non ha futuro
L'epidemia di Covid-19 ha assestato un altro duro colpo al nostro paese. Bisogna affrontare con coraggio i problemi strutturali che affliggono l'Italia. Un pamphlet che mette in evidenza l'inadeguatezza del nostro mercato del lavoro, i ritardi del sistema formativo, il paradosso di un paese che ignora le decine di migliaia di ragazzi costretti a emigrare ogni anno e continua a non gestire (e forse a non comprendere) l'immigrazione. -
Combattere la postdemocrazia
A sedici anni dall’uscita di Postdemocrazia,rnColin Crouch torna a tracciare larnmutazione (e le derive) della democraziarnrappresentativa occidentale alla luce dei piùrnrecenti sviluppi politici e sociali.rnrnGià nel 2003 Colin Crouch delineava le debolezze e lerncaratteristiche della nostra democrazia rappresentativa: ilrncrescente disinteresse dei cittadini alla vita pubblica, larncompetizione elettorale che si trasforma in uno spettacolorncontrollato da esperti nelle tecniche di persuasione, il peso dellernlobbies all’interno dei parlamenti eletti. Questa nuova fase furndenominata da Crouch ‘postdemocrazia’.rnOggi, a sedici anni di distanza, è essenziale aggiornare e ridefinirernil quadro post-democratico alla luce dei più importanti eventirnpolitici, economici e sociali degli ultimi anni: la crisi economicarndel 2008 e, due anni dopo, la crisi dell’Unione Europea; larncrescita e l’affermazione dei partiti populisti e xenofobi di destra;rnl’utilizzo politico della rete e dei social network (che all’iniziornpromettevano l’allargamento del dibattito democratico mentrernoggi si rivelano strumento di controllo e persuasione di massa);rnma anche i movimenti ambientalisti e femministi cresciuti ernrafforzatisi negli ultimi anni.rnNell’ultima parte del libro, Crouch si concentra su alcunernproposte concrete in grado di salvaguardare la democraziarnrappresentativa e costruire un’alternativa a un futuro chernappare a tratti distopico. -
L' isola ribelle. Procida nelle tempeste della Controriforma
Uno dei maggiori studiosi italianirndell’Inquisizione ricostruisce la secolarernribellione di una piccola isola allernimposizioni della Chiesa. Una storiarninedita e suggestiva di resistenza.rnrnA Procida, la più piccola isola del golfo di Napoli, i ripetutirntentativi delle autorità ecclesiastiche di introdurre lernsevere regole dettate dal concilio di Trento – dai battesimirnamministrati il più presto possibile alla lotta alle convivenze, dalrncontrollo dell’adempimento del precetto pasquale allarnrepressione delle pratiche magiche – dovettero fare i conti conrnuna comunità ricca, vivace, aperta agli scambi ernorgogliosamente attaccata ai propri modi di vita.rnNelle aspre tensioni che scaturirono da questa situazione nonrnmancarono le forzature e anche dei veri e propri orrori: perrnalcuni anni, ad esempio, i neonati morti senza il sacramentornfinirono in pasto ai cani. Il quadro complessivo restò a lungornper la Chiesa di Roma fallimentare, e il libro lo documentarnampiamente in un arco temporale lungo due secoli. Allarnrinuncia all’Inquisizione, di fatto ‘abbandonata’ nell’isola giàrnverso la metà del Seicento, si cercò di supplire con i missionarirne i confessori, ma senza particolari risultati.rnLe vicende di Procida sono l’occasione per riflettere sulrncomplessivo esito dei tentativi di disciplinamento religiosornnell’Italia moderna. Ovunque, sia in altre piccole isole, siarnnelle aree rurali, sia nelle città, le resistenze sono solidamenterne vivacemente documentate e invitano a riflettere sullarnstraordinaria durata del ‘Medioevo’ religioso nel paese del papa. -
Per amore della patria. Patriottismo e nazionalismo nella storia
La parola patria, con poche eccezioni, è stata pronunciatarncon ironia o con disprezzo. Oggi si avverte neglirnitaliani un desiderio nuovo di affermare la propriarnappartenenza a una patria comune.rnrn«Un bel libro, molto opportuno nelle attuali temperie delrnpanorama politico-culturale italiano» - Luciano Canfora, “Corriere della Sera”rn«Si può amare la patria senza essere nazionalisti? Si può,rnanzi si deve. A scoprire la patria in opposizione all’idea dirnnazione è uno storico italiano che viene dall’America.» - Marcello Veneziani, “Il Messaggero”rnrnNella letteratura accademica e nel linguaggio comunern‘patriottismo’ e ‘nazionalismo’ sono usati come sinonimi.rnEppure i due concetti possono e devono essere distinti. DarnCicerone a Rousseau, da san Tommaso a Fichte, da Herder arnCroce, sino a Habermas e Charles Taylor, storicamente ilrnlinguaggio del patriottismo è stato usato per combattere larntirannide, il dispotismo, l’oppressione e la corruzione; ilrnlinguaggio del nazionalismo per combattere la contaminazione,rnl’eterogeneità e l’impurità culturale (o etnica o religiosa) e perrnsoffocare il conflitto politico e sociale.rnSotto altri aspetti, mentre il nazionalismo è ‘esclusivo’, inrnquanto respinge e combatte le altre nazionirne civiltà, il patriottismo è ‘inclusivo’,rnperché riconosce alle altre patrie glirnstessi diritti e le stesse autonomie cherndesidera vengano rispettati perrnla propria.rnQuesta nuova edizione del libro offrernuna ulteriore riflessione sull’odiernarne rinnovata validità dell’importanterndistinzione tra patriottismo ernnazionalismo. -
Arrivano i barbari. Le guerre persiane tra poesia e memoria
Questo libro si incentrarnsulla narrazione e sulla celebrazione, inrnesaltanti scritture poetiche, delle epicherngesta della confederazione ellenica contrornla soverchiante armata di terra e di marernapprontata dal Gran Re Serse per asservirernle comunità greche che gli si opponevano.rnrn Nella memoria collettiva degli antichi, come nellarnmemoria riflessa dei moderni, le grandi vittorie ottenuterndai greci a Maratona, alle Termopili e a Salamina hanno assuntornun enorme valore simbolico. I 300 spartani che, seppur vinti,rnriescono a sconfiggere i vincitori. I nemici storici, Sparta ernAtene, che si alleano in nome di un bene superiore. Marnsoprattutto i barbari, i nemici della libertà e della civiltà, che sirninfrangono di fronte alla resistenza di una minoranza unita erndeterminata a difendere i propri diritti.rnLa narrazione e la celebrazione, in esaltanti scritture poetiche,rndelle epiche gesta della confederazione ellenica contro larnsoverchiante armata di terra e di mare approntata dal GranrnRe Serse hanno fornito una serie di topoi letterari che hannorninfluenzato e continuano a influenzare il nostro immaginario.rnTanto da costituire un patrimonio che riemerge costantementernogniqualvolta la storia lo richieda: da Lepanto a Nelson arnTrafalgar, dai testi incendiari del nostro Risorgimento fino allerncanzoni della Resistenza.rnUn libro appassionato e divertente, alla riscoperta dei mille filirnche ci legano al nostro passato più remoto. -
Prima lezione di archeologia medievale
Un libro rigorosamente documentato ernaggiornato che delinea i grandi temi e lernpossibilità di sviluppo dell’archeologiarnmedievale.rnrnIn questo libro conciso ed essenziale Andrea Augenti dàrnconto delle principali coordinate storiche e teoriche utili arnorientarsi all’interno della disciplina.rnIl primo capitolo introduce il lettore nel periodo che chiamiamornMedioevo, grazie a una discussione sulla periodizzazione erna una serie di mappe che illustrano la mutevole geopoliticarndi quell’epoca. Segue una sintetica storia delle origini e deglirnsviluppi dell’archeologia medievale, che introduce al cuore verorne proprio del volume: i densi capitoli dedicati all’archeologiarndelle città, delle campagne, dei monumenti, delle pratichernfunerarie, dell’artigianato e dei commerci. Chiudono il testornun capitolo dedicato al rapporto tra l’archeologia medievalerne la storia dell’arte e uno che illustra le nuove frontiere dellarndisciplina e i suoi possibili sviluppi futuri.rnIl libro si rivolge agli studenti universitari, ai docenti, aglirnstudiosi ma anche a chiunque voglia farsi un’idea di una dellerndiscipline emergenti nel campo dell’archeologia italiana,rngrazie a una scrittura lavorata appositamente per raggiungerernla massima comprensibilità e all’ampio apparato di note,rnbibliografia e illustrazioni. -
Le sfide della democrazia. La paura e la lusinga
Tredici interventi agili e autorevoli perrnorientarsi nella comprensione di questorntempo difficile.rn«Una riflessione che vuole mantenere viva la speranza nella democrazia che verrà» - La Gazzetta del Mezzogiorno«Tredici interventi in grado di fornire al lettore una bussola per orientarsi nella comprensione di questo tempo difficile» - Nuovo Quotidiano di PugliarnDodici autorevoli e agili interventi in grado di fornire alrnlettore una bussola per orientarsi nella comprensione dirnquesto tempo difficile. Se dopo la caduta del muro di Berlino cirnsi è cullati nella fugace illusione che la forma di governorndemocratica ‘del popolo, dal popolo, per il popolo’ fosserndestinata a un predominio universale, oggi nei suoi confronti sirnmanifestano attacchi, tensioni, logoramenti. Contro l’ideale dirnuna società aperta nuovi muri vengono promessi o innalzati dairnleader populisti per delimitare, soffiando su paure irrazionali, ilrnperimetro delle loro pulsioni sovraniste contrapposte alrn‘diverso’ e allo ‘straniero’. C’è chi propugna l’ibridazione dellarndemocrazia con un autoritarismo ‘soffice’, chi ne ipotizza ilrnsuperamento in nome di una presunta neutralità della tecnica,rnchi ne asseconda l’asservimento a potentati economici, chi larndiluisce con procedure insondabili. Ma la democrazia non harnpaura delle sfide.rnIn questo libro alcuni protagonisti del dibattito pubblico italianorn– accademici, magistrati, ricercatori, intellettuali – discutono dirndiritti, libertà, giustizia, corruzione, mafie ernterrorismo come sfide e opportunità perrnla democrazia. I loro contributi, scaturitirnda un ciclo di incontri tenuti presso ilrnLiceo Scientifico “Leonardo da Vinci”rndi Maglie (Lecce), costruiscono – conrnla forza critica di un’argomentazionernlibera e appassionata – un argine allernsemplificazioni esasperate degli appellirnpopulisti e contribuiscono così a tenerernviva la speranza nella democrazia chernverrà. -
L' amore che resta
Quando muore l’amore della vita resta solo l’eco dell’assenza. Ma all’amore della vita si deve qualcosa di più. Non la propria disperazione, ma il racconto della felicità che si è vissuta insieme.rnrn«Dovevo cercare di parlare di lei: non solo della sua perdita, ma di lei viva e palpitante, di ciò che abbiamo vissuto insieme, di tutto quello che mi ha dato e non solo di quello che mi ha tolto con la sua assenza. Dovevo, soprattutto, asciugarmi le lacrime e cercare di avvicinarmi a ciò che è stata lei in sé, avulsa dal sottoscritto, alla sua essenza interiore che sono appena riuscito a intravedere e che ho amato ciecamente. Ma dovevo anche raccontare la sofferenza, atroce e definitiva, patita negli ultimi mesi e sopportata con un coraggio superiore a quello che mostravo io con i miei gemiti esibizionisti. Uno dei primi giorni del nostro calvario, all’ospedale di Pontevedra, appena conosciuta la diagnosi il cui esito fatale ancora ignoravamo ma che già presagivamo capace di separarci, abbracciati sul tuo letto sfatto, mi dicesti: “Se tu non lo racconti, nessuno saprà che cosa siamo stati l’uno per l’altro”. Non sono sicuro di poterlo raccontare, amore mio, temo di non essere all’altezza di una tale sfida, ma capisco che sarebbe miserabile, da parte mia, non provarci nemmeno. Ecco dunque che cosa mi resta da fare.» Fernando Savater ha deciso di scrivere questo libro dopo la morte di sua moglie Sara. Pagine toccantie sincere che raccontano l’esperienza della malattia e della morte, che parlano a chi ha perso un affetto caro, ma che sono insieme un inno alla vita e all’amore. -
Noi, esseri ecologici
«Uno dei pensatori più originali e provocatori sui temirnambientali» - Giuliano Aluffi, la Repubblicarn«Timothy Morton è il profeta filosofico dell’antropocene,rnl’era in cui è l’uomo e solo l’uomo a modificare clima,rnterritorio e ambiente.» - The GuardianrnrnL'oceano che si acidifica! Il riscaldamento climatico! Le specie che si estinguono! Hai appena fatto in modo di non essere mai ecologico. Ti sei fatto schiacciare dall'afflusso dei dati, sei caduto nella trappola dell'orrore dell'estinzione e del riscaldamento globale. Hai davanti a te solo lo spettro della decisione finale, disperata, a pugni e denti stretti. Senti che devi essere o fare qualcosa di totalmente diverso. Ecco scavato il baratro: da questo momento in poi non farai che mostrare a te stesso e agli altri quanto è largo e profondo questo baratro. Essere ecologici comporta un cambiamento imponente, ma di segno differente da quello seguito fin qui: se hai una vaga idea che ci sia un dentro di te e un fuori di te, sei sulla buona strada. Non affogare nella paura della minaccia esterna, non c'è nulla di esterno, noi siamo parte della natura, noi siamo ecologici. -
Gli eroi bevono vino. Il mondo antico in un bicchiere
«La cultura antica attraverso il vino. Un libro che diverte ernche insegna molte cose!» - Eva Cantarellarn«Alla moderna società dell’informazione e dellarnconnessione in rete, in un solitario mondo virtuale,rnsarebbe opportuno ricordare il valore del simposio, delrnconvito quale momento di civiltà. E delle varie forme dirnsimposio nel mondo antico – presso i romani convito –rntratta simpaticamente Laura Pepe.» - Tullio Gregory, Il Sole 24 OrernrnrnPuò sembrare curioso, ma attorno al vino ruota una gran parte dell'identità di Greci e Romani: miti, regole di galateo, codici di comportamento, visioni etiche e filosofiche, religione e molto altro ancora. Con il vino gli eroi di Omero pregano, danno ospitalità e siglano accordi; nella Grecia classica il vino è l'imprescindibile fulcro attorno al quale ruota il simposio, quella 'bevuta collettiva' in cui si rafforzano i vincoli d'amicizia, si intrecciano discorsi, si corteggiano ragazzi e cortigiane; nelle città greche e poi a Roma la prima coppa di vino è l'emblema di un vero e proprio rito di passaggio verso l'età adulta. Senza contare che il vino è il dono di un dio. Bisogna saperlo bere: mescolarlo con acqua, condividerlo con gli altri, centellinarlo e mai tracannarlo, consapevoli che è lo strumento con cui misurare di volta in volta la propria capacità di controllo. Con la lievità di un brindisi, questo libro ci offre una visione originale e vivida della straordinaria cultura di cui siamo figli. -
All'inferno e ritorno. Europa 1914-1949
L'Europa tra il 1914 e il 1945 precipitò in un abisso di barbarie: combatté due guerre mondiali, minacciò le fondamenta stesse della sua civiltà e parve testardamente incamminata sulla via dell'autodistruzione. Ian Kershaw, uno degli storici più autorevoli del nostro tempo, ci racconta quello che fu un vero e proprio viaggio di andata e ritorno dall'inferno. rnrn«Se cercate un resoconto autorevole e attendibile dellarnstraordinaria lotta per la supremazia che è avvenuta inrnEuropa, questo è il libro che fa per voi.» - rnThe Guardianrnrn«All’inferno e ritorno mette i brividi… Dovrebbe esserernuna lettura obbligatoria per ogni uomo di governo, in ognirnluogo dove gli euroscettici elaborano le loro tesi.» - rnThe New York Times Book ReviewrnrnEstate del 1914: gran parte dell'Europa precipita in un conflitto sconvolgente. La gravità del disastro terrorizza i sopravvissuti, nessuno può credere che la civiltà modello per il resto del mondo sia sprofondata nella brutalità più assoluta. Solo vent'anni dopo la fine della Grande Guerra, nel 1939, gli europei iniziano un secondo conflitto, persino peggiore del primo. Nonostante le crude cifre non possano restituire la gravità dei tormenti inflitti alla popolazione, la conta dei morti - oltre quaranta milioni soltanto in Europa, quattro volte di più della prima guerra mondiale - ci fa percepire con concretezza questo orrore. Ian Kershaw ricostruisce una nuova, monumentale storia dell'Europa contemporanea: un periodo straordinariamente movimentato e tragico che ha visto il continente sfiorare l'autodistruzione e, solo quattro anni dopo aver toccato il fondo nel 1945, gettare le basi per una stupefacente risurrezione. -
L' arte in sei emozioni
Desiderio, delirio, tormento, stupore, dubbio,rnallegria: emozioni antiche quanto l’umanità,rnche nei secoli gli artisti hanno raccontato inrnmodi sempre diversi.rnUn viaggio affascinante tra capolavorirndell’arte universale e dentro noi stessi.rnrnLa storia dell’arte può essere raccontata da tanti puntirndi vista: attraverso le tecniche, i movimenti, lerncommittenze, i linguaggi o gli stili. Questo libro scegliernun’altra strada. Ci invita a compiere un viaggio nel tempo,rndall’antichità a oggi, per scoprire come gli artisti hannornrappresentato le emozioni, quelle che si annidano nei nostrirnstati d’animo più ineffabili e affascinanti.rnLo storico dell’arte Costantino D’Orazio ci guida trarncapolavori famosi e opere meno note per accompagnarcirnalla scoperta del desiderio, del delirio, del tormento,rndello stupore, del dubbio e dell’allegria. Sentimenti chernl’umanità ha avvertito e considerato in maniera semprerndiversa nel corso dei secoli. Dai reperti dell’antica Grecia airncapolavori del Rinascimento, dalle invenzioni del Baroccornalle rivoluzioni del Romanticismo, fino alle provocazionirndel Novecento, l’arte ha attinto alle emozioni delle donne erndegli uomini creando simboli e personaggi per raccontarle.rnEros per il desiderio, Prometeo per il tormento, Medusa perrnil delirio, Maddalena per lo stupore, Polimnia per il dubbiorne i putti per l’allegria, sono solo alcune delle figure chernsvelano il tumulto di emozioni contenuto in queste paginernriccamente illustrate. -
Il nemico indomabile. Roma contro i Germani
Un impero all’apice della sua potenza ernvotato a una espansione senza limitirncontro popoli liberi e indomabili: la lottarntra Roma e i Germani è un confrontorndrammatico, una sfida epica per larnsopravvivenza.rnUmberto Roberto racconta la storia di unarnquestione antica che segna una frattura nelrncuore dell’Europa attraverso i secoli.rnrnTutto ha inizio con la conquista romana, alla fine delrnprimo secolo avanti Cristo. L’assoggettamento dellernpopolazioni indigene, lo sfruttamento delle risorse, larncostruzione di insediamenti nelle remote regioni del Nord. Ma irnGermani non si arresero alla sottomissione. Un’improvvisarninsurrezione capeggiata da Arminio sbaraglia i Romani nellarnforesta di Teutoburgo, costringendoli a una precipitosa fugarnoltre il Reno. La vendetta romana, a opera di Germanico, ebbernuna dimensione epica: agguati, tradimenti, flotte lanciate airnlimiti del mondo conosciuto, fino alla completa vittoriarncelebrata in un trionfo sui barbari in catene. Poi, inaspettata,rngiunge la decisione di Tiberio. Il principe abbandona i Germanirnal loro destino e riporta il confine sulle riverndel Reno.rnQueste vicende hanno dato vita a unrnmito potente: quello dei Germani ribellirne indomabili, tenaci custodi della lorornlibertà, capaci di umiliare uno deglirnimperi più potenti della storia, ostili arnuna piena integrazione nella civiltà latina.rnUn mito che evoca una frattura nel cuorerndell’Europa, un dissidio che attraversarntutta la nostra storia fino a oggi. -
Alimentazione e arte della cucina. L'esperienza del Trentino
L'alimentazione e l'arte della cucina sono da sempre materia del pensiero umano: gli alimenti e la loro ars combinatoria richiamano aspetti alchemici, sapevi tradizionali, innovazioni che rendono ogni piatto un misterioso prodigio. L'Italia e, in particolare, il Trentino possiedono un inestimabile patrimonio alimentare, materiale e immateriale, che si è evoluto nei secoli e ne ha contraddistinto la cultura. Leggendo questo libro è possibile assaporare i banchetti di epoca rinascimentale ed esplorare, in una nuova e coerente rilettura, la cucina barocca attraverso la sua narrazione pittorica, le mode alimentari del XVIII e XIX secolo e i ricettari delle famiglie borghesi. Non mancano infine pagine dedicate alla scienza dell'orticoltura e della viticoltura, sottoposta ad antichi e nuovi cambiamenti climatici, e alle prospettive dell'alimentazione del futuro. -
Missione economia. Una guida per cambiare il capitalismo
Smettiamo di chiederci quanti soldi abbiamo e cosa possiamo farne e iniziamo invece a domandarci di cosa abbiamo bisogno per soddisfare le nostre esigenze. Èquesta la rivoluzione. Èquesta la strada maestra per rispondere ai grandi problemi del nostro tempo, dal riscaldamento globale alle pandemie, dallo sviluppo sostenibile alla lotta alle disuguaglianze.rnrnrnrn«Mariana Mazzucato ci offre qualcosa che riesce a essere al contempo raro e universale: una nuova trascinante visione su come creare un futuro desiderabile» - The New York Timesrnrn«Se volete un futuro migliore, un futuro in cui ci sia benessere condiviso universalmente, servizi pubblici eccellenti e una soluzione per la crisi climatica, dovete leggere questo libro» - The GuardianrnrnrnVi ricordate cosa accadde il 12 settembre 1962? John F. Kennedy annunciava al mondo che gli Stati Uniti si prefiggevano un obiettivo straordinario: arrivare sulla Luna. La storia ci dice il resto: la missione Apollo 11 venne realizzata e l'allunaggio avvenne sette anni dopo. Per raggiungere questo traguardo fu necessario mettere in campo nuove forme di collaborazione tra il settore pubblico (la Nasa) e quello privato, insieme a investimenti di portata straordinaria. Cosa accadrebbe, si domanda Mariana Mazzucato, se la stessa audacia fosse impiegata per affrontare i più gravi e complessi problemi del nostro tempo, dai cambiamenti climatici alle epidemie, dal digital divide alle disuguaglianze crescenti? Sono problemi enormi, impermeabili a soluzioni semplici, che possiamo risolvere solo affrontandoli in maniera radicalmente nuova. Nel concreto questo significa creare nuove forme di partnership tra pubblico e privato; significa ripensare al modo in cui sono strutturati i bilanci statali per orientarli più esplicitamente al lungo periodo; significa investire coraggiosamente su larga scala e utilizzare l'innovazione, fino a ora impiegata solo per generare profitti privati, a fini sociali. Significa, soprattutto, mobilitare le nostre risorse - materiali, intellettuali, finanziarie - in modo audace, prefiggendoci missioni capaci di ispirare e stimolare l'immaginazione. Siamo riusciti a fare tutto questo per arrivare sulla Luna. Oggi possiamo farlo, di nuovo, per raggiungere un obiettivo ancora più ambizioso: migliorare la vita di tutti. -
Voltaire contro Shakespeare
La storia emblematica di Voltaire erndell’ingombrante eredità di Shakespeare,rndella contrapposizione tra culturarnaristocratica e cultura borghese, trarnciviltà classica e moderna, tra ideale delrngusto e libera, geniale, creatività.rnrnVoltaire è stato il primo intellettuale impegnato del nostrornmondo, il più letto, criticato, discusso ed emulato del suornsecolo. Grande ammiratore degli Inglesi, della loro libertà dirnpensiero e delle loro istituzioni, giovane esule, tra il 1724 e 1728,rnnei teatri di Londra scoprì Shakespeare, allora in Francia delrntutto sconosciuto, e lo utilizzò per rinnovare la tragediarnfrancese.rnSolo pochi decenni dopo però, intorno al 1760, la fama delrnpoeta inglese in Europa crebbe a dismisura, mettendo in crisirnla tragedia, il ruolo della Francia nel mondo e quindi lo stessornVoltaire, la cui cultura significava regole, norme, principi e,rnsoprattutto, buon gusto.rnShakespeare, invece, che trascendeva i limiti aristocratici,rnmetteva in scena non eroi ma uomini moderni, con unrnlinguaggio ora ricercato ora triviale, unendo tragico e comico,rnalto e basso.rnPur contro l’oscurantismo, Voltaire vide vacillare il suo mondo ernattaccò il poeta inglese, il cui sorprendente successo gli parve, arnun secolo e mezzo dalla morte, uno scandalo intollerabile.rnMa sapeva, dal punto di vista letterario e teatrale, di esserernormai uno sconfitto.rnIl libro ricostruisce il modo in cui la scoperta quasi improvvisarndell’eredità di William Shakespeare aprì in Europa uno scontrornculturale senza precedenti e sconvolse irreversibilmenternl’assetto della civiltà classica. È la storia della riscopertarndel poeta che, con il suo genio, pose fine alla tradizione delrnmondo neolatino e all’egemonia culturale francese, annunciò ilrnRomanticismo e aprì alla modernità -
La scoperta dell'ambiente. Una rivoluzione culturale
Come abbiamo scoperto l'importanza dell'ambiente e della salute del nostro pianeta? Un viaggio attraverso le tappe fondamentali che hanno portato alla nascita della coscienza ambientalista contemporanea. La nuova visione del mondo che ha assegnato all'ambiente un posto di rilievo si è affermata velocemente nel corso di questi ultimi sessant'anni. Ci sono stati alcuni momenti di particolare importanza che hanno fatto registrare un salto di qualità. Ciascuno di essi è fotografato da un libro che ha rappresentato un momento decisivo e ha impresso una svolta nella storia dell'ambientalismo, arricchendola con una nuova prospettiva o valorizzando un aspetto importante in precedenza ignoto o, più semplicemente, non ancora imposto all'attenzione dall'evolversi della realtà. Così, a partire dalle prime denunce dell'inquinamento alla presa di coscienza dei limiti della crescita economica e demografica, dallo sviluppo sostenibile fino alla consapevolezza del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici, viene tessuta la storia della nascita e dello sviluppo del movimento ambientalista a livello globale. -
Le radici del populismo. Disuguaglianze e consenso elettorale in Italia
Trasformare il disagio sociale in consenso politico è da sempre la cifra di ogni forma di demagogia: solo affrontando i problemi che sono all'origine della disuguaglianza, la nostra democrazia potrà vincere la sfida populista. Negli ultimi anni movimenti e partiti populisti hanno registrato, in Italia come in Europa, un costante aumento di consensi. Certo, pesano il risentimento contro le élites e le ansie provocate dall'insicurezza, l'immigrazione e la paura della perdita delle tradizionali identità 'culturali', ma sono le disuguaglianze il vero, potente, motore del loro successo: disparità economiche, sociali e culturali, sia tra i ceti che tra i territori, che hanno creato una 'classe dimenticata'. Analizzando il nostro paese da nord a sud e dai centri alle periferie, mettendo insieme risultati elettorali e peculiarità economiche e demografiche, Pier Giorgio Ardeni arriva a un'evidenza incontestabile: che il successo dei populismi trae linfa da divari di condizione a cui non è stata data risposta. I poveri contro i più ricchi, i ceti 'non protetti' contro quelli 'garantiti', le aree interne e periferiche contro quelle urbane. Scopriremo che se vogliamo salvaguardare la nostra democrazia non c'è altra strada che affrontare il problema alla radice: ridurre le disuguaglianze.