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L'oppio degli intellettuali
Classico del pensiero liberale contemporaneo, a cavallo tra il pamphlet e il saggio di sociologia culturale, questo libro rappresenta forse la più penetrante critica agli intellettuali occidentali di sinistra che sia mai stata scritta. Raymond Aron da un lato ricostruisce gli argomenti di cui una certa intellighenzia si è nutrita nella sua polemica contro la «democrazia capitalista» e ne mostra tutti i punti deboli; dall’altro analizza le cause di questo atteggiamento mediante un esame delle diverse figure di intellettuale e delle funzioni sociali da esse soddisfatte, offrendo una spiegazione delle ragioni che spingono uomini intelligenti ad adottare idee stupide. Nelle prime due parti del libro, l’autore prende di petto soprattutto i «miti» politici (sinistra, rivoluzione, proletariato) e quella forma di idolatria della storia attraverso cui i maîtres à penser «progressisti» (Jean-Paul Sartre, Albert Camus, Maurice Merleau-Ponty…) hanno giustificato il totalitarismo sovietico e i suoi crimini. L’ultima parte è dedicata a una riflessione, sempre di grande attualità, sul ruolo degli intellettuali e sul rapporto tra questi e la politica. -
Parole nella polvere
Da un piccolo cimitero del Connemara, di fronte all'Atlantico, si levano voci che dicono la loro su tutto e tutti: fatti personali, tragedie recenti (siamo all'epoca del nazismo e della seconda guerra mondiale), leggende popolari, guerra civile, rugby. Dialogano fra loro morti che non sono morti, e che anzi intervengono come se fossero ancora nel pieno delle loro vicende quotidiane. Sopra tutti risuona la voce di Caitríona, sanguigna vedova in perenne dissidio con nuora e consuocera, col prete, con la sorella, col mondo intero insomma. Parole nella polvere è un brulicante viluppo di storie radicate in un mondo intimamente orale, un'incessante conversazione che ripercorre le contraddittorie vicende di una comunità, tra accuse e controaccuse che parlano di proprietà della terra, di matrimoni più o meno d'amore, di debiti ed eredità. Ó Cadhain costruisce in questo modo un quadro grottesco dell'Irlanda di quegli anni, segnata dalla miseria della vita rurale e dalle tensioni politiche e sociali, oltre che dalla paura e dalla meschinità umane. -
Coco Chanel ed Elsa Schiaparelli. Due donne e il loro sogno
Sono vissute e hanno lavorato nella Francia della stessa epoca, hanno condiviso la tragica esperienza della seconda guerra mondiale e dell'occupazione, hanno dialogato con le più grandi personalità artistiche del loro tempo (Dali, Cocteau, Stravinskij e il Djagilev dei Ballets Russes, per non ricordarne che qualcuna) e infine - particolare non trascurabile - hanno entrambe rivoluzionato l'ambito in cui si è esercitato il loro genio: la moda. Eppure è difficile immaginare due personalità tanto diverse e lontane, l'una inventrice della «petite robe noire» (il tubino nero creato da Chanel nel 1926), l'altra del rosa shocking, per limitarsi a una facile, ma significativa contrapposizione. Del resto, questa «differenza» era già inscritta nelle loro origini: umili e povere quelle di Chanel, aristocratiche quelle della Schiaparelli. Forse non è un caso che la prima abbia scelto uno stile semplice e rigoroso, adatto a una donna che viaggia e che lavora, mentre la seconda abbia optato per soluzioni sempre originali e spesso molto fantasiose. Gertrud Lehnert tira i fili che compongono la trama della vicenda umana di queste due grandi creatrici, offrendoci, attraverso il racconto delle loro «vite parallele», il ritratto di un mondo e di un'epoca irripetibili. -
La rivolta degli angeli
Scritto a settantanni, dopo un'esistenza spesa nella ricerca di una risposta ai grandi interrogativi posti dalla religione, dall'intelligenza, dalla vita stessa, il romanzo appare come uno di quei libri lungamente meditati che l'autore è, a un certo momento, «costretto» a scrivere. È costruito su un doppio binario, da un lato la storia di un giovane borghese, Maurice, che ha assimilato dalla morale del suo secolo una sola verità: non impegnarsi, non esporsi mai, per poter godere un'esistenza il più possibile tranquilla; dall'altro la storia, favolosa e simbolica, di Arcade, l'angelo custode che, interrogata la scienza sulle eterne verità delle fedi e di Dio, si rivolta contro Geova suo padrone, sceglie la condizione umana con altri angeli ribelli, e prepara una nuova scalata al cielo. Attraverso le loro vicende France sviluppa una riflessione sulla condizione umana e, proprio alla vigilia del primo conflitto mondiale, pronuncia una chiara e totale condanna della violenza come mezzo per imporre la giustizia. Come spiega Lucifero quando rinuncia a intraprendere la lotta contro Yahweh che pur si preannuncia vittoriosa, se egli si sostituisse a Dio diventerebbe un tiranno e commetterebbe gli stessi soprusi. Per questo preferisce restare dalla parte di chi soffre. -
Ricchezza. Nuova ediz.
Una straordinaria vincita al gioco sconvolge la vita di un pittore mancato e, di lì a qualche anno, quella del figlio, a cui già arrideva un timido successo. La ricchezza è infatti per Schnitzler un miraggio inquietante, che svanisce non appena si è sul punto di afferrarlo e, insieme, un marchio indelebile che segna l'esistenza di chi vi aspira. Il racconto che qui presentiamo, dallo stile teso e febbrile, descrive una tragica ossessione, proiettando bagliori sinistri su un orizzonte di miseria e speranze. -
Amore nell'arte
Se in anni recenti la Scapigliatura è stata oggetto di una prudente rivalutazione, Igino Ugo Tarchetti attende ancora un adeguato risarcimento. A esso provvederanno di certo quei lettori che lo sapranno leggere fuori dagli schemi delle storie letterarie. Perché Tarchetti è autore di frontiera, capace di dispiacere in pari tempo a tutti i contendenti dell'agone critico. Intriso fino al midollo di cultura romantica non provinciale, ma già presago della temperie decadente ormai alle porte, lo scrittore dà forma in questi racconti a tre figure di musicisti diversamente segnati dal marchio di elezione del genio creativo. La loro arte - inestricabilmente connessa all'amore, che è soprattutto vagheggiamento di una bellezza disincarnata - li condurrà fatalmente alla follia e alla morte. E d'altra parte, sullo sfondo di queste pagine arditamente composte, si delinea un complesso di soggetti e motivi che ancora accrescono il nostro interesse: dalla polemica contro il melodramma alla lettura della musica come arte suprema, e più insidiosa, perché incorporea, alle riflessioni sulla memoria, fino alle scandalose tirate misogine, che della donna rinviano però, per rispecchiamento, un concetto di elevatissimo tenore. -
Stanley Kubrick. Shining
«Shining assomiglia in modo esemplare al labirinto che il protagonista Jack Torrance osserva agli inizi della sua follia, di cui si crede dominatore, ma da cui gli sarà impossibile uscire. Nel momento in cui tutto sembra finire e crediamo di esserne fuori, basta un’immagine a ricacciarci al suo centro, in quel groviglio di contraddizioni irrisolte che è l’Uomo, lo specchio opaco in cui ogni risposta, lungi dall’essere risolutiva, è parziale e sfuggente, elusa con la stessa cura con cui vengono edificate le domande.» - Giorgio Cremonini -
Pralève e altri racconti di montagna
«Pralève è un libro raro per il modo in cui registra ciò che si vede e si vive con una levità di sguardo e di notazione che io definisco: giapponese. Ed è un libro raro anche per il tema, la montagna, non solo come paesaggio ma soprattutto il posto della montagna nella società italiana.» – Italo Calvino Una narrazione delicata e intensa e una serie di racconti brevi formano un insieme vasto, profondo e variopinto. La vacanza in montagna si trasforma per l'autrice nell'occasione per fuggire – o ritornare, nel momento in cui ricorda e scrive – su un'isola lontana dal mondo, dove può osservare ogni cosa per tutto il tempo che merita e penetrare, descrivendola, fino alla radice delle cose. Così trasforma ogni gesto compiuto distrattamente nell'essenza del personaggio che lo compie, ogni parola detta e ogni parola taciuta nello specchio di un animo. Non c'è reale distanza nel suo osservare: l'autrice è sempre lì insieme alle persone che descrive, eppure il suo sguardo è così nitido da far sembrare quei luoghi reali e quei ricordi antichi e preziosi un mondo appena creato. Con le parole di un ammirato Pietro Citati: «Ora [l'autrice] lascia sulla carta tanti piccolissimi tocchi di una sapienza miracolosa: conosce tutti i luoghi, tutte le persone, tutte le ombre, tutti i misteri». -
Bisogna pur mangiare. Nuove esperienze di cura e testimonianze inedite su anoressia, bulimia e obesità
È nella risposta adattiva all'inquietudine che bisogna collocare i costumi alimentari di questa società, che spesso assurgono a ruolo di sintomi veri e propri. Arrivati a questo punto, quale soluzione si può mettere in campo per attenuare la presa del sistema dialettico, psichico e sociale fondato sul bisogno/frustrazione tipico di una società che potrebbe essere definita tossicomanica? È possibile una rettifica di tale prospettiva dal lato del soggetto, pensando la possibilità di passare dal bisogno all'amore/desiderio? Oppure è sensato agire sull'Altro sociale tentando una modulazione della presa consumistica e di godimento a cui espone? L'esperienza di cura offerta da Leonardo Mendolicchio a Villa Miralago -residenza sanitaria per la cura dei disturbi alimentari situata in provincia di Varese - si colloca in un contesto terapeutico comunitario dove è ben chiaro che il sintomo alimentare è un mortifero, ma prezioso tentativo di sfuggire all'angoscia legata al bisogno, che mette il soggetto alla mercé di una dipendenza Mia-quale disperatamente tenta di sottrarsi. -
L' uomo che amava le isole
In ""L'uomo che amava le isole"""" un uomo sogna di possedere un'isola, di divenire il signore e il centro di un piccolo mondo separato che sia creazione e specchio della sua personalità. Ma né gli uomini, né la natura si lasciano facilmente trasformare in specchio di qualcuno. Quello che doveva essere un idillio si trasforma in un braccio di ferro sempre più disperato, e l'avventura iniziata con l'acquisto di un'isola si conclude con il trionfo della natura, mentre il protagonista è costretto a restringere sempre di più i confini del proprio mondo, fino a racchiudervi solo sé stesso."" -
Autobiografia
Rimarrebbe deluso chi pensasse di trovare in queste pagine un racconto puntuale intessuto di luoghi, fatti, incontri. Non manca - beninteso - nessuno di questi ingredienti, ma l'Autobiografia di Chesterton, uscita postuma nel 1936, è soprattutto la storia di un'intelligenza e di un'anima che cercano, non senza incertezze e contraddizioni, la propria strada. Sullo sfondo, evocato con tocchi magistrali, sta il difficile periodo di transizione tra XIX e XX secolo, con il crollo degli Imperi coloniali e il dramma della prima guerra mondiale. E dallo sfondo si affacciano le personalità del panorama politico e letterario con cui lo scrittore entra in contatto e su cui esercita la propria attitudine all'analisi per paradossi dell'uomo e della società, senza mai rinunciare alla sua impareggiabile vis polemica. La nota segreta del testo - quella che risuona inconfondibile dietro le vicende e le battaglie quotidiane -è però la ricerca di una verità più grande di quella proposta dalle filosofie e dalle dottrine che occupavano (e occupano ancora) la scena contemporanea, una verità capace di cogliere Fumano nella sua complessità e integralità. L'approdo sarà, come è noto, la Chiesa cattolica, «dove tutte le verità si danno appuntamento». -
In cammino verso l'essenziale. Un appello ai giovani
Il 1° febbraio 1954, durante uno degli inverni più freddi del dopoguerra, l'Abbé Pierre rivolge un appello radiofonico ai francesi di buona volontà, dando avvio a quella che fu definita l'«insurrezione della bontà» e alla sua battaglia contro l'emarginazione e la povertà nelle nostre città e nel mondo. Dopo cinquantanni l'Abbé Pierre, ormai novantenne, si rivolge alle giovani generazioni e le invita a una nuova rivoluzione, capace di assicurare all'umanità intera un'autentica prospettiva di futuro. Egli conosce i loro tormenti interiori e il loro desiderio di costruire qualcosa di duraturo e profondo, la loro difficoltà a ribellarsi a un modo omologato di vedere le cose e a trovare altre strade, i problemi concreti che assillano le famiglie, le ingiustizie che dividono il mondo e le società, e indica una rotta diversa. Ognuno di noi, con il suo lavoro e il suo impegno, può costruire un mondo migliore, semplicemente facendo bene ciò che deve. Ma è anche necessario che si instauri un ordine delle cose più equo, che preveda una reale condivisione delle risorse e delle ricchezze. Il futuro dell'Uomo e della Terra dipende in buona misura dalla volontà di costruire giorno dopo giorno una più equilibrata convivenza tra ricchi e poveri, tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo. Solo questo ci consentirà di controllare i grandi spostamenti di popolazioni che assillano e mettono in crisi le nostre società ricche e fiorenti e che, senza una decisa sterzata delle politiche economiche mondiali, non potranno che intensificarsi. -
Così parla il Dalai Lama. Nuova ediz.
Figura emblematica della causa del suo popolo e maestro spirituale tra i più ascoltati del nostro tempo, il Dalai Lama occupa un posto di assoluto prestigio nel nostro mondo turbolento, rumoroso, aggressivo. La sua figura è diventata familiare all'opinione pubblica internazionale soprattutto dopo che gli è stato conferito il Premio Nobel per la Pace nel 1989 ma la limpidezza del suo pensiero aveva già prima colpito al cuore persone di culture e fedi anche molto lontane. Immune dalla doppiezza del linguaggio politico di oggi e dalle ipocrisie del politicamente corretto, irremovibile nelle sue convinzioni, il Dalai Lama non si stanca di promuovere il dialogo tra i popoli e le culture. La sua visione della società è radicata in una profonda comprensione della natura umana e ha come obiettivo la piena realizzazione di ogni essere. Particolarmente attenta all'evoluzione della situazione in Tibet e presso la comunità tibetana in esilio, Claude B. Levenson intreccia da più di ven'tanni un dialogo serrato e ad ampio raggio con il Dalai Lama, incontrato in tante occasioni più o meno ufficiali a Dharamsala come a Bangalore, a Ulaanbaatar come a Roma, a Spalato come ad Assisi. Da questi incontri privilegiati scaturisce il ritratto di un maestro di saggezza la cui idea del mondo precorre i tempi e la cui acutezza si dimostra una volta di più un patrimonio prezioso per l'esistenza di tutti noi. -
Conversazioni con Simenon. Nuova ediz.
Francis Lacassin, intellettuale, giornalista, editor, dal 1969 ha incontrato Simenon in più occasioni, divenendone uno degli interlocutori più rispettati. In queste conversazioni il grande scrittore parla della sua infanzia, della madre, degli inizi come giornalista, di quando è diventato scrittore con i suoi mille pseudonimi, dei suoi capolavori e delle opere meno conosciute, della sua prodigiosa tecnica di scrittura, di Maigret, di libri. Ma rivela anche le sue opinioni politiche, le sue convinzioni più intime su Dio e la morte, e le idee, sorprendenti, sui ""poteri segreti"""" dell'uomo che la scienza non spiega."" -
I celti. Dal mito alla storia
I celti sono da tempo al centro di un interesse vivace e molto esteso. Infatti appassionano non soltanto chi desidera conoscere il nostro passato più lontano, ma anche chi vede nella loro civiltà una radice essenziale di quella europea, o è attratto dalla loro arcana spiritualità. Ma chi furono nella realtà? Le origini, l'area di diffusione, i tratti caratteristici di queste popolazioni che hanno occupato l'Europa dalle Alpi al Mare del Nord e dalla Slovacchia all'Atlantico nel primo millennio a.C, sono oggetto di dibattito sin dall'Antichità. I progressi della ricerca archeologica e degli studi hanno tuttavia permesso di raccogliere ed elaborare un'imponente quantità di informazioni che ci consente di ricostruire nel dettaglio molti aspetti della loro storia. Attraverso un fitto dialogo tra fonti scritte e dati raccolti sul terreno, sfatando vecchi cliché e anche recenti fantasticherie, l'autore disegna dei celti un ritratto a tutto tondo, ce ne fa ammirare le capacità tecniche (nella costruzione di edifici, nella lavorazione dei metalli, nello sviluppo di sistemi agricoli innovativi) e le abilità artistiche (i gioielli, gli apparati decorativi), ci aiuta a ricostruirne le pratiche sociali e religiose. I loro insediamenti, i luoghi di culto e le sepolture ci parlano della loro vita, dei loro rituali, delle loro relazioni, non senza riservarci qualche sorpresa, come la posizione di rilievo occupata dalle donne all'interno delle comunità. I celti possono così uscire definitivamente dalla sfera del mito per ottenere il posto che spetta loro nella «galleria» dei nostri antenati. -
Quarantena al Grand Hotel
Un'improvvisa pestilenza scoppia nell'esclusivo Gran Hotel di un'isola tropicale. Decine di ospiti vengono bloccati da una scomoda quarantena. Miliardari e accattoni, enigmatiche vedove e focosi missionari, adultere e gigolò, sono costretti a convivere gomito a gomito. L'atmosfera non è affatto tranquilla. Storie d'amore s'intrecciano con oscuri traffici. Il cadavere di un illustre luminare della scienza viene rinvenuto macabramente pugnalato. Una formula chimica, che fa gola a molti, è al centro di un intrigo internazionale. Dietro le quiete apparenze molti clienti nascondono un torbido passato. Gli strani eventi si moltiplicano e cresce anche il numero dei morti... Jen? Rejt?, autore nella Budapest anni '30 di romanzi d'avventura, si diverte a giocare insieme al lettore. Con grande leggerezza e generosa ironia imbastisce la trama di un movimentato giallo che non mancherà di stupire con un finale a sorpresa. -
Le veglie di Neri
Le vicende narrate ne Le veglie di Neri, prima raccolta di novelle di Renato Fucini, traggono la loro origine dall'esperienza venatoria dell'autore. È nel corso delle sue battute di caccia - «di un cacciatore che va cogliendo con le starne di palude anche le storie degli uomini che quei luoghi abitano» - che lo scrittore incontra i propri personaggi, che poi tratteggia con la vivezza della pittura dei macchiaioli a lui contemporanei. Come nota Giovanni Tesio nella prefazione, i racconti di Fucini sono «bozzetti che accarezzano una fisionomia, una storia, e che anche quando toccano la tragedia (perché la tragedia c'è), finiscono per avvolgerla in un'aura sospensiva, allusiva, sempre sentimentale». Una lettura «raccomandabile», non solo perché offre un ritratto vivo della Toscana rurale di fine '800, ma anche perché «Le veglie di Neri - racconto dopo racconto - sono come un vino onesto: limpido di presenza, rubino di colore, forte di struttura, rotondo di corpo, e venato di sentori locali, indigeni, buono per accompagnare carni di selvaggina e adatto a rievocare un mondo che non c'è più, insieme con un autore che - pur allacciato alle sue disillusioni - ci convoca a riconoscere nella sua scrittura un valore di vita, uno spiraglio di luce, un frammento di decoro, di umana e letteraria dignità». -
Zaino in spalla. Nuova ediz.
Nel 1880 Émile Zola e cinque suoi giovani amici - Guy de Maupassant, Paul Alexis, Henry Céard, Leon Hennique e Joris-Karl Huysmans - decisero di scrivere un racconto ciascuno, e di pubblicarli in un volume con il titolo Les Soirees de Médan. Scopo di questi testi era di comporre un'opera che fosse esemplare del naturalismo. Il racconto di Huysmans - Zaino in spalla - è un piccolo gioiello della letteratura francese del XIX secolo: in esso la feroce satira antimilitarista è condotta con tanta felicità narrativa e con tale senso dell'umorismo da mantenere inalterata, a distanza di oltre un secolo, la sua forza allegramente dissacratoria. -
Mattinate in Messico. Nuova ediz.
"Lawrence giunge in Nuovo Messico nel settembre del 1922. Prima ancora di arrivarvi, lo scrittore ha già eletto il continente americano a terreno ideale per la propria ricerca delle radici profonde di una consapevolezza ormai scomparsa per sempre dall'Europa e in particolare dall'Inghilterra, luogo dell'inautenticità e della vita sottomessa alla tecnica. Attraverso i tratti arcaici della cultura americana aborigena Lawrence si propone di riscoprire il contatto vitale con tutto ciò che l'Occidente industrializzato ha rimosso e reso inaccessibile. La mancata corrispondenza tra l'immagine ideale dell'indiano di Lawrence e l'indiano reale, ormai ridotto a intrattenimento per i turisti, è chiara fin dai primi mesi trascorsi nel Nuovo Messico, e la discesa verso il Messico vero e proprio è anche il tentativo di ritrovare l'indiano autentico della propria fantasia. I risultati della ricerca di Lawrence e la sistematizzazione di questi temi nel suo universo simbolico sono da ricercarsi nelle opere narrative del periodo, dove lo scrittore sviluppa in modo complesso le proprie convinzioni sul mito, sul Messico e sull'Occidente. Ma la risposta più vitale e immediata alla realtà americana si trova forse proprio nelle Mattinate in Messico, che verranno pubblicate a Londra nel 1927."""" (Dalla Nota di Sergio Daneluzzi)" -
Racconti fantastici
In anni recenti la Scapigliatura è stata finalmente fatta oggetto di una prudente rivalutazione critica, e con essa Tarchetti, che ne è stato uno dei rappresentanti più significativi. Come rileva Giovanni Tesio nella sua nota, l'opera dello scrittore piemontese è caratterizzata «in poesia come in prosa, da un individualismo esasperato e nello stesso tempo dall'assimilazione di esperienze culturali plurime, non sempre decantate e fuse, ma sempre tuttavia attraversate da una spinta necessitante, da un'autentica vocazione espressiva». I “Racconti fantastici” (1869) che qui riproponiamo, si collocano all'interno di un genere codificato all'estero da narratori noti come Hoffmann, Poe e Nerval, e Tarchetti ne dà la sua versione, «con originalità di accenti e allucinante tensione. Sensazioni, percezioni, intuizioni, mondi segreti e misteriosi, stati grotteschi e morbosi, angosce e incubi, in cui si agitano - letterariamente disposti - i moti di quell'""inconscio"""" che sta ormai per esplorare scientificamente Freud». 41 centro di essi personalità fatali ed «esseri destinati a esercitare un'influenza sinistra sugli uomini e sulle cose che li circondano»; delitti su cui non sembra possibile fare luce; avvenimenti pieni di mistero e di terrore, di meraviglia e allucinazione; vicende sigillate all'interno di un'atmosfera così inesplicabile da escludere ogni certezza sulla loro vera natura: fatti o visioni?""