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Dante. Raggio divino
Il viaggio è una metafisica della crisi nel tempo in cui i simboli si leggono come archetipi e segni di una profonda spiritualità. Dante Alighieri è uno scendere nella Luce dopo l'innalzamento nella Notte. Il mosaico onirico è un Raggio Divino. Trasforma gli dei in santità. La salvezza è un Cantico dei Cantici. Ma l'incipit resta segnato dal velo e dallo specchio di Beatrice. Gli occhi, lo sguardo, le pause, l'urlo del silenzio sono il vero attraversare la disperazione, l'agonia pianeggiante e il rallegrar il cielo stellato con il chiarore che filtra oltre la foresta. Tutto il resto è contorno. Dante oltre o Dante altro. Non il consueto. Segna la crisi della metafisica occidentale recuperando gli Orienti della divinità dei raggi danzanti. In Pierfranco Bruni Dante non è teologia. -
Europa e felicità. Prima, durante e dopo Brexit
Il lavoro affonda le radici in alcune riflessioni fatte prima, durante e dopo la lunga e complessa gestazione della ""Brexit"""" che ha portato, dopo più di quattro anni di negoziati e, talvolta, di tragiche votazioni del Parlamento britannico, alla rinuncia del Regno Unito di far parte dell'Unione europea. Dal 1951 - data della istituzione della (prima) Comunità europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA) - è il primo e unico caso (e, si auspica, l'ultimo) nella storia dell'integrazione europea, il cui progetto conserva intatta la sua validità. L'homo europaeus è oggigiorno felice? Gli europei continentali, cittadini degli Stati membri e quindi dell'Unione europea, le istituzioni e i governi hanno l'obiettivo prioritario di raggiungere una """"comune"""" felicità? E se la risposta è positiva, di quale felicità? La """"buona politica"""" aiuta a raggiungere più facilmente questa ideale dimensione? A queste e ad altre domande il libro offre risposte efficaci, accompagnando il lettore attraverso uno stimolante viaggio nella storia, nella legislazione e, soprattutto, in un'accurata disamina dei problemi che affliggono l'Unione europea."" -
Nuovi studi pirandelliani. Vol. 9
In questa ""Presentazione"""" l'agrigentina Mirella Salvaggio dimostra che la Poetessa di Lesbo (""""Saffo"""" è nome d'arte), erroneamente ritenuta autrice di poesie liriche (cantate sulla lira), è l'omerica attrice """"Ignota"""" (l'""""Io"""" non biografico, non rappresentativo e paradigmatico) del teatro greco all'aperto (Teatro d'Arte): l'Opera-Giornata Trinacria (piramide-montagna = Olimpo-Calvario) dell'invisibile Drammaturgo-Sole Castore-Socrate (Crise-Cristo Anér) che cerca se stesso nell'armonia- anima aria aperta (tragedia) albaurora-rosa (pasqua)."" -
Sul davanzale delle parole
"La bicicletta di mio padre"""" nel 2011, i """"Cinque fratelli"""" nel 2016 ed ora, alle soglie del primo ventennio del nuovo Millennio, """"Sul davanzale delle parole"""": tre titoli così diversi, legati da un tema centrale, quello del ricordo che si fa memoria, nel racconto autobiografico scritto attraverso le sensazioni, le emozioni, le divagazioni dell'anima. L'autore, Pierfranco Bruni, romanziere, poeta e saggista pronuncia le parole come se stesse """"sul loro davanzale non cercando di catturarle perché arrivano da sole come vento, pioggia improvvisa, diluvio di immagini.""""" -
Un posto nel mondo. Donne e migranti e pratiche di scrittura
L'intreccio tra la migrazione in Italia e la pratica della scrittura letteraria in lingua italiana accomuna le donne le cui storie, raccolte in lunghe interviste biografiche, sono presentate e analizzate in questo volume. La migrazione può configurarsi come esperienza di sradicamento e di solitudine, anche in ragione delle forme di esclusione attive nella società d'approdo. Ma la pratica della scrittura, nella nuova lingua, può essere strumento attraverso il quale costruire nuove appartenenze e sentire di poter avere, ancora, «un posto nel mondo», come afferma una delle donne intervistate. Le biografie raccolte mettono in crisi l'immaginario egemonico sulle ""donne migranti"""", popolato da stereotipi in cui si intersecano assunti razzisti, sessisti ed eurocentrici. L'esperienza della scrittura in migrazione viene interpretata e discussa come una pratica di soggettivazione, una pratica cioè attraverso la quale le donne migranti cessano di essere soggetti narrati e si rendono soggetti narranti, potendo così contribuire a ri-nominare e ri-significare i processi di costruzione e reificazione dell'alterità. Prefazione di Paolo Jedlowski."" -
La follia del sorriso. Padre Pino Puglisi, il profeta della speranza
Padre Pino Puglisi ha lasciato una preziosa eredità, il suo sorriso, vissuto in un contesto culturale, sociale e morale ostile, soggiogato dall’arroganza del clan mafioso locale e dall’indifferenza delle istituzioni e della politica. Brancaccio è stato l’inferno dove Puglisi ha portato l’amore, soprattutto con i ragazzi e i giovani, con i più poveri, restituendo libertà e dignità umana. Ha vissuto un’esistenza sacerdotale fino alla fine, amore per Dio e amore per il prossimo, anche per il nemico, non lasciandosi turbare e togliere la pace interiore, compiendo gesti alternativi e positivi in un territorio abituato a costumi e mentalità avvelenati dalla violenza e dall’illegalità. La vita di Padre Puglisi è un dono, martire civile e per la fede, un seme di speranza, per la chiesa e per la società. Dal suo volto sfigurato dall’arroganza mafiosa, la sua risposta è stata nel dono del sorriso contro chi ha tentato di sfregiare l’ideale che è possibile credere nell’umanità. Egli è un testamento da vivere, apostolo di una chiesa estroversa, incoraggia a sognare e immaginare che al male si può resistere e la cattiveria non ha l’ultima parola. -
Lara
Erica Gallo ha 14 anni. Usa la penna con coraggio e costruisce storie. Che appartengono ai suoi anni, alle sue emozioni, ai sentimenti che fanno parte della sua adolescenza. Lara, la protagonista di questa storia, frequenta il quarto anno della scuola superiore e si dibatte tra gli amici, gli amori, le feste, gli abiti, le partenze e i ritorni. Una girandola di situazioni in cui amicizia e amore giocano un ruolo fondamentale come nella vita di ogni adolescente. Soprattutto l'amore che ha forme diverse e spesso non è immediatamente riconoscibile. Lara ci metterà un po' di tempo a capire questo strano sentimento chiamato amore e intanto ne vivrà le sue tante sfaccettature. Intanto la vita di Lara, Alice, Bea, Federico, Christian corre a ritmi rapidissimi e la narrazione segue questo passo veloce, puntellata dai dialoghi che prendono più spazio rispetto alla narrazione, disegnando una trama narrativa dialogica in cui lettore ricostruisce spesso il senso delle vicende. Un romanzo delicato. Una prima opera narrativa con tutte le sue piccole imperfezioni che hanno il senso della dolcezza, della ricerca, della vita. -
Calabria malata. Sanità, l'altra 'ndrangheta
I fatti presi in considerazione vanno dal 12 marzo 2015 al 18 aprile 2019. I comportamenti, invece, sono antichi. Attraverso l'analisi degli eventi e delle decisioni, non necessariamente illegittime, cerco di dimostrare che la Calabria non interessa a nessuno, se non quando si avvicinano le elezioni. La Calabria non è importante per Roma né, purtroppo, per i calabresi, che si sono arresi a quanto giudicano inevitabile e immutabile. Questa assuefazione collettiva è la droga venduta dall'altra 'ndrangheta, silenziosa, che si insinua nella vita quotidiana, in particolare della sanità pubblica, una miniera d'oro, per far proliferare i propri affari. Anche il nuovo si è subito adeguato. -
La Calabria sognata. Carlo De Cardona e Pasquale Rossi. Due tempi e dieci quadri
Rossi Pasquale da viale della Repubblica a via Pasquale Rebecchi. Nato a Cosenza nel 1867, studiò nel liceo locale, laureandosi in Medicina a Napoli. Promotore del movimento socialista cosentino, nel 1891 fu processato e incarcerato a Napoli. A Cosenza fu consigliere comunale e assessore. Presidente della sezione di scienze politiche e sociali dell'Accademia Cosentina, pubblicò tra l'altro: ""I perseguitati"""" (1894), """"L'animo della folla. Appunti di psicologia collettiva"""" (1898), """"La mente di G. Mazzini e la psico-fisiologia"""" (1899), """"I suggestionatori e la folla"""" (1902), """"Le 'rumanze' e il folklore in Calabria"""" (1903), """"Psicologia collettiva sociale"""" (1905). Morì nel 1905. De Cardona don Carlo da via Nicola Serra a via Antonio Zupi. Nato a Morano nel 1871, si laureò in teologia e filosofia a Roma. Sacerdote, fondò nel 1898 a Cosenza il settimanale «La voce cattolica». Aderente al Movimento democratico cristiano di Murri, fondò a Cosenza la Banca cattolica, la lega del lavoro, la Cassa Rurale, il giornale «Il lavoro» (1905). Consigliere comunale e provinciale di Cosenza, vi fondò nel 1915, con Luigi Nicoletti, il Partito Popolare. Antifascista, nel 1935 andò esule a Todi..."" -
Nuovi studi pirandelliani. Presentazione de «Il fu Mattia Pascal» del siciliano Luigi Pirandello lo sconosciuto Premio Nobel del 1934
«Mirella Salvaggio (nata a Agrigento-Porto Empedocle il 18 febbraio del 1951 e residente a Borghetto S. Spirito) è la pirandellista che ha risolto ""la questione pirandelliana"""": il teatro greco (il mistero eleusino da vedere con la mente-occhio) che parte da Omero e arriva a Pirandello passando per Shakespeare. La poetessa Salvaggio, non avendo partecipato, a suo tempo, ai Convegni Pirandelliani (dove la invitavano Alfredo Barbina, Giorgio Bárberi Squarotti, Alfonso Pozzi, Giuseppe Iannuzzo, Settimio Biondi e Pierfranco Bruni), presenta, ora, il suo """"Il fu Mattia Pascal"""", a cui ha dedicato tre libri editi dalla Casa Editrice Pellegrini. In quest'opuscolo pirandelliano l'Agrigentina dimostra di conoscere profondamente """"le leggende"""" della Vecchia Girgenti e """"la poesia ermetica (tragica)"""" del Vecchio Luigi Pirandello. A Mirella che ha rivoluzionato gli Studi Pirandelliani auguriamo buon proseguimento di lavoro.» (Egle Chironi)"" -
Perché ti amo
Il passato, brutto o buono che sia, condiziona sempre le nostre azioni. Questo vale soprattutto per la violenza, che produce effetti devastanti nel momento in cui una persona la subisce e condiziona inevitabilmente il suo presente e il suo futuro. Parlare di questi argomenti è importante. Il libro racconta infatti un'esperienza di violenza domestica e mostra le profonde ferite che ne conseguono. Dunque queste pagine vogliono dar voce al dolore, spesso taciuto o nascosto, di tutte le donne che vivono situazioni simili, nel tentativo di sollecitare una presa di coscienza diffusa intorno al fenomeno, e di alimentare pratiche concrete orientate alla prevenzione. Per l'autrice il passaggio attraverso la violenza e la sua faticosa rielaborazione hanno rappresentato anche l'occasione per scoprire una dimensione di impegno militante, per cui di recente ha promosso la fondazione dell'Associazione Camerunese di Lotta contro le Violenze sulle Donne (ACLVF). -
Nero di seppia. Dai taccuini di un giornalista seduto in riva al mare
C'è un uomo che ha il mare dentro e nelle pagine cammina, osserva, guarda, pensa, scrive. E quel mare, che è avvolgente quanto inquietante, feroce quanto rassicurante, ha una forza espressiva totale quasi fosse umano. O, forse, divino. Il mare ha cromatismi che variano, odori che avvolgono, ""sprizzii"""" che toccano, silenzi che parlano. E quell'uomo vi è immerso tutto. Seduto in riva al mare. E quell'uomo riempie i suoi taccuini di nero di seppia e i fogli si bagnano di storie e narrazioni che sanno d'infanzia, di adolescenza e di una vita che cresce. E sanno di quel piccolo mondo antico che è sedi ne memoria dell'uomo che scrive e che, d'un tratto, appartengono a tanti. Forse a tutti. Ci sono fichi, clementine, uva, pescato, profumi e sapori che hanno palpiti e ticchettii d'anima. E quel nero di seppia lentamente si fa osservazione del mondo e racconta altre storie perché quell'uomo, l'uomo del mare, diventa giornalista e le sue pagine si fanno mondo e storie di umanità, spesso dolorosa e dolente. Ma anche ironica, eroica, immaginifica, progressiva, scottante. Perché un giornalista dipinge nei suoi taccuini il mondo tutto con le sfaccettature più diverse e complesse. Come il mare. Dove torna e ritorna sempre. Seduto in riva al mare. E lì, l'uomo del mare, si fa mare."" -
Occhi che guardano. Oncorosa: laboratorio di scrittura terapeutica
L'Associazione di Volontariato per Malati Oncologici ONCOrosa si propone di intervenire spontaneamente, senza scopi di lucro ed esclusivamente per solidarietà sociale nel settore delle malattie tumorali. Punto di riferimento di tale intervento è l'Unità Operativa di Oncologia Medica della Azienda Ospedaliera di Cosenza. Il programma dell'Associazione mira ad un'attività di sostegno in senso lato verso i malati di tumore e verso i loro familiari. Un sostegno che vuole essere non solo di natura pratica e tecnica, ma anche affettiva e psicologica, cercando di offrire al paziente e alla sua famiglia un punto di riferimento utile e valido per vivere meglio il ""durante"""" e il """"dopo"""" della patologia tumorale."" -
L' armonia dei miei sensi
Senza Musica non si vive. Io non ci riesco. Il suono è dentro di noi. Bisogna solo tirarlo fuori, esternarlo, esprimerlo, comunicarlo. È un momento di solidarietà, di concentrazione di forze e di crescita umana senza limiti e senza età. Parlando di Musica avverto una specie di confessione dell'anima che si snoda libera tra vicende intessute di tensioni e relax. Sento una coralità che mi pervade, mi protegge e mi consola. La Musica non è sogno evanescente, né durevole sensazione di felicità, piuttosto un credo che si coltiva, si perfeziona e si ama anche in termini di ascolto non solo per me che non ho studiato Musica. Nel riverbero del suono l'istanza dell'ascolto, dinamica e sempre nuova, ci trasporta in un altrove, quell'altrove che non termina in un porto ma sconfina in approdi continui verso una bellezza pullulante di sensazioni e di accattivanti diversità. -
Sertorio a quattromani. Ovvero se le parole sono pietre, perché le pietre non dovrebbero parlare?
«""La strada"""" è spesso stata nell'immaginario collettivo sinonimo di avventura, viaggio, conoscenza di sé, con l'inevitabile rischio dell'autodissoluzione e dello sperpero. Un'esperienza di formazione che può riuscire o fallire o, infine, fallire tragicamente. Via Sertorio Quattromani, la strada di Cosenza sulla cui denominazione i due autori hanno scelto di costruire il Witz del titolo, è invece tutt'altra cosa. Non è forse neanche una strada, ma uno snodo, un punto di passaggio, una porta spazio-temporale che mette in comunicazione due mondi, due città e soprattutto due tempi.0187 (dalla Prefazione di Raffaele Perrelli)"" -
Antonio Gramsci (1891-1937). L'eroismo della ragione
Il saggio, oltre alle notizie sulla famiglia di origine calabro-albanese, ripercorre la biografia intellettuale di Gramsci; ne ricerca la formazione culturale giovanile, rinvenendola in autori come Giovan Battista Vico, Novalis, Francesco De Sanctis, Antonio Labriola, negli esponenti del neoidealismo italiano, Benedetto Croce e Giovanni Gentile, nella Voce di Giuseppe Prezzolini e nell'Unità di Gaetano Salvemini. Di derivazione neoidealista è sicuramente la concezione gramsciana dell'uomo considerato nella sua attività spirituale come creatore della storia. Ma l'idealismo è riportato e applicato all'anima popolare come strumento di formazione di una nuova cultura, del rinnovamento intellettuale e morale della società e di una nuova concezione, laica e scientifica, della vita e del mondo. In tale prospettiva, Gramsci concepisce il suo progetto di rinnovamento radicale, in opposizione e superamento della cultura borghese, impersonata dal pensiero e dall'opera di B. Croce, del quale pure aveva subìto l'influenza tanto da definirsi ""crociano"""" in un periodo della sua vita. Dal saggio emerge anche la distinzione tra i """"due Gramsci"""": il primo, esclusivamente e solo uomo di partito, militante politico, i cui scritti, datati, sono oggi inattuali; il secondo, quello delle Lettere e dei Quaderni del carcere, è l'intellettuale, l'uomo di cultura, le cui riflessioni e pensieri, non legati direttamente alle urgenze partitiche, sono quelle di un """"classico"""", che parla ancora alla contemporaneità."" -
Smatrimoniati
Ribaltare la prospettiva e offrire al lettore un punto di vista spiazzante. È la forza di S-matrimoniati, in bilico tra racconto e pièce teatrale, in cui il ruolo di protagonista e voce narrante è affidato sorprendentemente al ""matrimonio"""", sempre più rotto e vilipeso, che racconta le famiglie """"smatrimoniate"""" dal di dentro delle pareti domestiche e pone il lettore in una condizione di osservazione attraverso il metodo dello straniamento. Se apparentemente il """"matrimonio"""", che racconta, si dispera, si arrovella, sbuffa, annaspa, sembra giocare un ruolo divertente con le sue narrazioni tra il serio, il faceto, il semiserio, l'ironico, il divertito, il paradossale, l'esagerato, il lacrimevole, a leggerlo in controluce ne viene fuori un ritratto complicato e complesso della nostra società liquida in cui al matrimonio viene ormai affidato un ruolo marginale dai coniugi che dimenticano promesse e progetti di vita e sacrificano tutto, i figli in primis, sull'altare della leggerezza e della superficialità. Prefazione di Pietro De Leo."" -
Il figlio del mare
L'alba sullo Ionio calabrese sorprende Bianca in spiaggia. La ragazzina si è addormentata vergine per risvegliarsi, violata, in uno scenario surreale. È stata un'onda a deporle in grembo la perla di una nuova vita? Quel figlio della marea sarà per tutti Jo, pronunciato all'americana da chi non conosce il vero nome del bambino, lo stesso del mare che sembra averlo generato. Sarà un viaggio di ritorno in Calabria, a trent'anni di distanza da quel mattino, a svelare i segreti di una vita trascorsa lontano, nell'oblio. Un viaggio nella memoria, che attraversa l'Italia e il dolore di un bambino divenuto adulto troppo in fretta. Un tuffo nel passato, tra le braccia di una terra che sa essere madre e matrigna; dove la vita resiste, chiama nuova vita e combatte, tenace come le ginestre piegate dal grecale. La terra delle origini narrata come archetipo di se stessa, ""luogo non-luogo"""", spazio geografico e immaginifico. Una storia declinata secondo l'impalcatura della tragedia greca, dove la prosa dei capitoli intreccia la lirica degli interventi corali."" -
Confessioni di un gran maestro
Ettore Loizzo è stato Gran Maestro aggiunto del GOI, durante la seconda Gran Maestranza di Armando Corona. ""Un massone a tutto tondo"""", lo definisce Stefano Bisi, attuale Gran Maestro della più importante e numerosa Comunione massonica italiana, presentando il libro-intervista che Loizzo ha scritto con il giornalista Francesco Kostner. Una testimonianza che mette in luce """"le mille sfaccettature di un pensiero per tanti aspetti più attuale e fresco che mai"""": il lascito di un massone che ha scritto """"una delle pagine belle della storia del Grande Oriente d'Italia"""". L'esperienza di Loizzo è intrisa di amore per l'Istituzione in cui ha militato sessantasei anni, ma anche di coraggio e determinazione. Qualità che dimostrò in molte circostanze, in modo particolare agli inizi degli anni '90, dopo le dimissioni del Gran Maestro Giuliano Di Bernardo e l'inchiesta del procuratore di Palmi Agostino Cordova, guidando il GOI fuori dalla tempesta che l'aveva travolto. Un libro ricco di aneddoti e rivelazioni dal quale traspare lo spessore culturale di un indiscusso protagonista della Massoneria italiana."" -
Senza ombre di cerimonie. Sull'ospitalità nei «Diari di viaggio in Calabria» di Edward Lear
Di Edward Lear si ricordano soprattutto i Limericks, uno dei capisaldi della letteratura umoristica. Ma egli è noto anche per i deliziosi Journals of a landscape painter in southern Calabria, stesi nel 1847 durante un avventuroso viaggio a piedi nelle province più meridionali dell'Italia e poi pubblicati nel 1852. Partendo da episodi evocati nell'opera, Raffaele Gaetano ricostruisce con preziosa nitidezza l'esperienza di Lear in Calabria ospite di dimore signorili e locande fatiscenti. Emerge un'umanità ora solare e accogliente ora recalcitrante e irta di pregiudizi. Un divertissement culinario di Caterina Ceraudo ispirato alle pietanze consumate da Lear impreziosisce il libro, senz'altro uno dei più originali mai dedicati al grande paesaggista e poeta inglese. Postfazione di Ottavio Cavalcanti.