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Il vicolo dei sandalai
Nella casa di Papirio, capo della temuta polizia segreta della Roma di Marco Aurelio, si festeggiano i saturnali: secondo l'antica consuetudine, per una notte l'ordine sociale è sovvertito e i padroni obbediscono ai loro schiavi. Mentre nella nobile dimora impazza la festa, la schiava Ruth muore dopo avere messo al mondo il bimbo concepito con Marcello, figlio del padrone di casa. È l'inizio di una storia incredibile, che prosegue nella torrida estate di alcuni anni più tardi, quando una legione rientra vittoriosa in città dall'Oriente portando con sé la peste. Alla ricerca di un capro espiatorio, gli agenti di Papirio incalzano la comunità cristiana del Vicolo dei Sandalai, proprio mentre Marcello s'innamora di Cecilia, adepta della nuova religione. Nis Petersen intesse una trama corale, dove l'esuberanza della scrittura dissimula una malinconica saggezza dietro l'umorismo paradossale e il gusto per l'anacronismo dei dialoghi e delle situazioni. Scritta nel 1931, questa satira della modernità in veste di romanzo storico riscosse subito successo in patria. -
Il segreto di Santa Vittoria
Italia centrale, estate del 1943. Mentre gli Alleati risalgono lentamente la Penisola, l'esercito tedesco occupa il paese di Santa Vittoria con l'ordine di sequestrare la sua unica ricchezza: un milione di bottiglie di pregiato vino rosso. Per gli abitanti, gente tranquilla fino a quel momento riuscita a tenersi in disparte dalle correnti della Storia, la scelta che si pone è radicale. Obbedire e consegnare alla Wehrmacht il futuro del paese, oltre che la propria dignità? Oppure rifiutarsi e rischiare la vita? Per la prima volta uniti, guidati dal vinaio-sindaco Bombolini, i cittadini decidono di proteggere le bottiglie e giocare fino all'ultimo la pericolosa partita con i tedeschi. Per questa avventura di uomini comuni in situazioni straordinarie pubblicata nel 1966 e presto portata al cinema, con Anthony Quinn protagonista e la regia di Stanley Kramer - Crichton si era ispirato a un fatto accaduto nel comune piemontese di Santa Vittoria d'Alba durante l'occupazione nazista. La forza del suo libro è proprio nel magico equilibrio tra realismo e fantasia, tra l'Italia storica e quella ideale, tra il dramma e la commedia. -
Charles de Foucauld. Esploratore mistico
La vita di Charles de Foucauld, nato a Strasburgo nel 1858, fu guidata dall'irrequietezza: quella del giovane alla ricerca del piacere, poi del viaggiatore assetato di conoscenza e infine del convertito che non cessa d'interrogare la propria fede e di metterla alla prova nel mondo. Michel Carrouges - poeta e studioso del surrealismo, un'altra figura di cristiano inquieto - ne scrive la biografia scegliendo lo stile piano della pura evidenza dei fatti: una radicale testimonianza d'amore in forma di romanzo d'avventura. L'ateo Charles combatte in Algeria e compie importanti spedizioni geografiche in Marocco, ma un'inquietudine più profonda lo porta a intraprendere un lungo cammino di conversione, dal pellegrinaggio in Terra Santa fino al definitivo ritorno in Africa. Qui il ""fratello universale"""" studia la lingua e la cultura tuareg, fonda un eremo e si oppone alle violenze dei predoni, che lo uccideranno di fronte alla sua casa nel 1916. Nell'incontro di misticismo e azione, la voce di fratello Charles, beatificato nel 2005, è diventata più forte. Milioni di fedeli testimoniano oggi quanto sia vasta l'eredità di questa vita estrema e di questa morte solitaria."" -
Jean Cocteau secondo Jean Cocteau
A 50 anni dalla scomparsa il testamento artistico e umano di Jean Cocteau nell'ultima intervista rilasciata a William Fifield. Realizzata nel 1962, un anno prima della morte del poeta, questa lunga intervista ha il valore e l'intensità di un testamento, esistenziale quanto creativo. Di Jean Cocteau restituisce l'ideale artistico, il gusto per l'immagine spiazzante e la forma stessa del processo mentale, che si svolge, inimitabile e illuminante, nella vivacità della conversazione. Insieme con lo scrittore William Fifield, intervistatore di straordinario talento, Cocteau ripercorre le strade di una carriera proteiforme, guidata dalla fede nella libertà e nella sacralità dell'arte. Tra aneddoti e ricordi, si riflette allora sulla pratica della scrittura, del cinema, del teatro e del disegno, si analizza il rapporto con il pubblico (""che va diretto, e non seguito""""), si evocano la profondità delle amicizie, l'intensità degli amori, la distanza, a volte sofferta, dalla politica. Cocteau è poeta anche nel dialogare, e l'intervista vive delle oscillazioni emotive che la modulano, dall'ironia alla commozione fino all'inscindibile intreccio di affetto e giudizio critico nei confronti di grandi come Picasso, Nizinskij o Proust. Su tutto emerge una mistica dell'arte, forza superiore di cui gli artisti, quelli veri, sono la devota manodopera."" -
L'origine dell'universo e l'origine della religione
Il passaggio periodico delle comete, con le sue catastrofiche conseguenze, non ha soltanto inciso sull'aspetto fisico del pianeta, ma ha indirizzato la storia dell'umanità, segnandone i punti di svolta. Questa la tesi esposta dall'astrofisico Fred Hoyle nella celebre conferenza pronunciata alla Frick Collection di New York nel 1993. Limpido, ironico e incalzante, lo scienziato affronta ed estende il tema delle origini; lo fa con l'abilità narrativa del divulgatore ispirato e con il tono di sfida dello studioso attento a diffidare delle opinioni consolidate. Hoyle spiega come le esplosioni di bolidi a contatto con l'atmosfera e le piogge di meteo riti abbiano posto fine alla glaciazione, permettendo l'inizio della civiltà, e siano state all'origine di una scoperta fondamentale come la fusione dei metalli. Le comete hanno poi lasciato il segno sui miti omerici, gli eventi biblici e la forma delle piramidi; e hanno influito in maniera decisiva sulla caduta di Roma e sull'ascesa dei monoteismi. Si delineano così gli elementi per un possibile fondamento scientifico della Storia, e l'opportunità di non trovarci impreparati, tra un secolo, di fronte al prossimo impatto previsto. -
Incontri possibili. Empatia, telepatia, comunità, mistica
Allieve di Husserl, Edith Stein e Gerda Walther svilupparono più di ogni altro le riflessioni del ""maestro"""" sulla coscienza e i mezzi della conoscenza. Al centro del loro pensiero c'è l'essere umano, osservato nelle sue relazioni con il mondo e con Dio, e la volontà di armonizzare l'elaborazione filosofica con l'esperienza vissuta; un percorso teoretico che, attraverso il metodo fenomenologico, aspira a estrarre l'essenza universale dalla complessità delle singolarità umane. Edith e Gerda, per molti versi simili ma dalla vita così diversa, ebbero appena il tempo di conoscersi. In questo libro, seguendo il filo teso dalle curatrici Angela Ales Bello e Marina Pia Pellegrino, le due filosofe intessono un dialogo ideale su tematiche affini quando non condivise: l'empatia come fondamento di ogni incontro tra gli esseri umani, le condizioni psichico-spirituali per l'esistenza di una vera comunità, lo studio rigoroso dei fenomeni telepatici, il valore della differenza sessuale nell'ambito sociale e in quello della fede, l'analisi dello sforzo necessario per comunicare l'esperienza mistica. La psicologia, la storia, il diritto, la sociologia e la teologia sono allora gli strumenti in atto di un'indagine armonica, etica nella sua ragione profonda e portatrice di un messaggio di speranza."" -
Per la libertà dell'evangelo
"Per la libertà dell'evangelo"""", testo di una conferenza tenuta a Bonn il 22 luglio del 1933, testimonia la radicale opposizione di Karl Barth al movimento filonazista dei Deutsche Christen, che stava per prendere il controllo della comunità evangelica tedesca. Alle vigilia delle elezioni ecclesiastiche del 1933, il teologo vede nascere una chiesa di regime e affermarsi una fede nazionalista, antisemita e sottomessa al culto del Führer. Davanti a questa caricatura del Cristianesimo, afferma che l'""""esistenza teologica"""" del credente non deve più restare sospesa nel limbo """"tra i tempi"""", perché questo è il tempo della """"decisione politica"""" per Gesù Cristo, il tempo storico dell'impegno contro ogni forma d'intrusione dello Stato autoritario nella professione di fede. Reagendo all'emergenza e prendendo posizione, Karl Barth delinea quindi il progetto di una teologia come cristologia, che deve fondarsi sull'imitazione di Cristo e non può rimanere sorda al richiamo della coscienza. Essere nel presente è allora respingere radicalmente tutti gli attentati alla libertà dell'Evangelo, alla libera predicazione della Parola di Dio." -
Calendario della libertà
Gli scritti raccolti in questa antologia, molti dei quali tradotti per la prima volta in italiano, testimoniano l'evoluzione del pensiero politico di Albert Camus, il suo impegno di intellettuale libero in una fase cruciale della storia europea. Sono articoli, interventi pubblici, interviste e conferenze che abbracciano un ampio periodo della vita dello scrittore: dal 1939, nel pieno della sua formazione culturale e politica, fino al 1956, l'anno precedente il conferimento del premio Nobel per la letteratura. In un processo d'incessante dialogo tra realtà e coscienza, sfilano tutti i temi centrali della riflessione di Camus: la causa della Repubblica spagnola, la questione algerina, la critica all'imperialismo sovietico, il ruolo dell'intellettuale e l'idea di una ""società dei popoli"""" sovra-nazionale che salvaguardi gli individui dalla violenza degli Stati. Prende così forma il ritratto di un uomo messo di fronte a delle scelte difficili, in un contesto dilaniato prima dalla guerra e poi dalla contrapposizione delle ideologie e degli imperialismi. Nel mai eluso confronto con il proprio tempo e nel coraggio delle prese di posizione, il Camus politico, inscindibile dal filosofo e dal narratore, mostra oggi la sua quanto mai necessaria attualità."" -
Poliziotto
Quando ""il Maestro"""" e """"il Poliziotto"""" s'incontrano Nicola Longo è già celebre, Federico Fellini ne ha seguito le imprese sui giornali appassionandosi a una carriera fitta di operazioni sotto copertura, scontri a fuoco, ferimenti e casi risolti. Tra i due, messi in contatto da Tonino Guerra, nascono subito una reciproca fascinazione e la voglia di lavorare insieme. Il primo tentativo - un film tratto dal romanzo autobiografico di Nicola, """"La valle delle farfalle"""" - fallisce per contrasti con il produttore Renzo Rossellini. Il regista rilancia, sa che Nicola può essere la guida perfetta per decifrare il presente dei primi anni Ottanta: un eroe senza retorica, diviso tra l'orgoglio del proprio ruolo e una nascosta amarezza, con la consapevolezza del male e dei suoi indefiniti contorni. """"Poliziotto"""" raccoglie i sei racconti che i due produssero, con l'aiuto di Gianfranco Angelucci, chiusi nello studio di Fellini nell'estate del 1983. Longo racconta impassibile, la voce è fredda e impersonale, irresistibilmente ipnotica. Fellini ascolta e annota, nella sua mente le storie diventano l'affresco di un mondo assediato da una violenza cieca e pervasiva che tutto confonde. Sono episodi di lotta quotidiana, che attraversano i bassifondi della malavita, s'immergono nel vortice caotico del crimine e arrivano a sfiorare il fantasma dei poteri occulti. Questi racconti, sospesi in precario equilibrio tra descrizione della realtà e metafora visionaria, non diventaranno film..."" -
Dieci cani per un sogno
Il 28 aprile 1982 François Varigas parte da Frobisher Bay, nell'isola di Baffin, per una traversata del Grande Nord canadese, che si concluderà dopo un anno a Dawson City, al confine tra lo Yukon e l'Alaska. Porta con sé solo lo stretto indispensabile - una tenda e poche altre cose - e viaggia su una slitta trainata da una muta di cani da lui personalmente allevati e addestrati. Scritto con l'aiuto del giornalista Jean-François Chaigneau, ""Dieci cani per un sogno"""" è la rievocazione di quell'avventura memorabile: una corsa massacrante, lunga settemila chilometri, in mezzo ai ghiacci e alle tormente, sfidando il gelo, la fame e gli animali selvatici; e superando momenti terribili in cui la morte sembrava l'unica via di fuga da solitudine e disperazione. Alla fine, il temerario esploratore francese avrà stabilito una serie impressionante di primati: l'attraversamento completo dell'isola di Baffin, la traversata della regione artica in inverno, la prima spedizione in solitaria con un equipaggio di cani, il record di distanza coperta in un solo anno e la prima esplorazione tra foresta boreale e tundra artica. Varigas, grande lettore di Jack London, racconta la storia vera di un'impresa estrema e commovente, vissuta con l'unico ma inestimabile conforto dell'affetto dei suoi cani."" -
L'avventura dell'universo. Da Aristotele alla teoria dei quanti e oltre: una storia senza fine
Il genere umano non ha mai smesso di indagare i misteri dello spazio cosmico e del tempo, dividendosi tra lo stupore e la sete di conoscenza, cercando di definire il proprio posto nell'universo. La storia di questa indagine, epica e costellata di personaggi straordinari, è anche la storia del pensiero scientifico e del suo accidentato percorso, tracciato nella lotta secolare contro i pregiudizi della politica e delle religioni. Pubblicato per la prima volta nel 1988, ""L'avventura dell'universo"""" è ora un classico della divulgazione scientifica, un'introduzione essenziale alle scoperte della fisica, della cosmologia e dell'astronomia, attraverso gli uomini e gli eventi che le hanno rese possibili. A guidarci sono le parole di Timothy Ferris, non un semplice divulgatore, ma uno scrittore che sa unire all'esattezza scientifica dell'esposizione la seduzione di uno stile avvincente e, a tratti, poetico. L'autore illustra le sfere cristalline di Aristotele, la rivoluzione di Copernico e Galileo, le teorie moderne del Big Bang e delle supersimmetrie, e intreccia i paradossi e i progressi della ricerca scientifica alle evoluzioni della cultura, dell'arte e della Storia. Una materia vastissima per un libro straordinario e appassionante, come le domande che, per quanto possano estendersi le nostre conoscenze, continueremo a porci di fronte ai misteri del cosmo."" -
Neuropolitica. Il potere, la controcultura e l'America conforme
Timothy Leary è stato uno psicologo di fama mondiale, un professore espulso da Harvard, un paladino dell'evoluzione cerebrale, un celebre guru delle droghe, un filosofo da spettacolo e un prigioniero dell'Amministrazione Nixon. È stato persino definito ""l'uomo più pericoloso del pianeta"""". Ha scritto la prima versione di questo libro mentre era in prigione, a volte in celle di massima sicurezza (""""Devo confessare che in quel periodo ero alienato, un po' matto e soggetto a occasionali scatti d'ira. Pertanto se i blues da prigione sono un classico, la prima versione di questo libro era color ultravioletto""""). Il libro presenta alcune delle idee del """"dottor Leary"""", le sue riflessioni sul passato e le sue speranze per il futuro."" -
Autodafé dello spirito
"Autodafé dello spirito"""" è la testimonianza dell'impegno civile e politico di Joseph Roth durante gli anni dell'esilio, dal 1933 al 1939. È il grido d'allarme di un'intellettuale che non vuole cedere alla follia criminale che lo circonda, ma vede chiaramente il baratro verso il quale la Germani nazista sta trascinando l'Europa. Attraverso questi articoli, alcuni dei quali tradotti per la prima volta in italiano, possiamo ricostruire le urgenze e gli sviluppi del pensiero dello scrittore: il suo scivolare dall'iniziale socialismo verso posizioni monarchiche (ma sempre in chiave antifascista), la rivendicazione dell'erranza ebraica (contrapposta al sionismo e alla ricerca di una patria geografica), la difesa dei valori umanistici della cultura europea. Mentre descrive i roghi di libri, l'abbrutimento della propaganda e le colpevoli esitazioni delle democrazie, la scrittura di Roth oscilla tra il sarcasmo, la disperazione e improvvisi slanci di speranza, ma la sua visione rimane lucida fino alla fine. Fino all'ultimo articolo, pubblicato il giorno prima del ricovero in ospedale, dove l'ombra dei campi di concentramento invade il simulacro svuotato di senso della cultura tedesca: """"La quercia di Goethe a Buchenwald""""." -
Vent'anni e una notte. 1993-2013. La parabola della destra italiana raccontata dai suoi protagonisti
La prima immagine risale al 1993: Silvio Berlusconi - prossimo alla discesa in politica - dichiara che se fosse stato a Roma avrebbe votato un giovane Gianfranco Fini come sindaco della Capitale. L'ultima scena è quella della notte del 20 gennaio 2013, quando Berlusconi in vista delle politiche scrive la parola ""fine"""" sull'avventura di Alleanza nazionale, cancellando dalle liste gran parte di coloro che avevano fatto la storia della Destra. Prima ancora c'era stato il """"Che fai, mi cacci?"""" urlato da Fini a Berlusconi in un'affollata e drammatica direzione del Pdl nell'aprile 2010. 1993-2013: in questi due decenni si consuma la parabola dei vincitori della svolta di Fiuggi. """"Duellanti senza regno"""", come dimostrano il fallimento di Futuro e libertà e la diaspora della Destra italiana. Di chi sono le responsabilità? Quali gli errori di una generazione nata nella redazione del """"Secolo d'Italia"""" e che ora, dopo aver assunto incarichi di governo e assaporato la gestione del potere, sembra essere tornata ai margini della politica? Attraverso un critico e dettagliato dialogo, Mauro Mazza e Adolfo Urso ripercorrono la vicenda politica e umana della Destra italiana, rivelando i segreti, i retroscena, gli scontri, i successi e i litigi mai apparsi sulla stampa, che hanno compromesso il futuro politico di una classe dirigente. È un'analisi sulla storia degli ultimi vent'anni, con la parabola di Gianfranco Fini, l'uomo che ha portato An al governo ma che ha perso la battaglia finale contro Berlusconi."" -
Il principe delle volpi
Nell'Italia del Sedicesimo secolo, vitale nelle arti ma devastata dalle guerre, il nobile Andrea Orsini è capitano al servizio di Cesare Borgia. Coraggioso e abile, Andrea cela quali sono le sue reali origini, un segreto che potrebbe portarlo alla rovina. Incaricato di conquistare con l'inganno Città del Monte, incontra il signore del luogo, Marco Antonio Varano, e la giovane moglie Camilla, della quale si innamora. Da questo momento, ogni sua scelta può essere un trionfo o una catastrofe, e ogni azione può far crollare il fragile castello di amori, ambizioni e interessi che lo circonda. Scandita dal ritmo trascinante degli eventi e costellata di colpi di scena, l'avventura di Andrea Orsini è un'immersione totale nel Rinascimento, in perfetto equilibrio tra le ragioni della ricostruzione storica e quelle di un senso del meraviglioso. Pubblicato nel 1947 fu portato sullo schermo due anni dopo da Henry King, con Tyrone Power nella parte del protagonista e Orson Welles in quella di Cesare Borgia. -
La dignità del lavoro
La dignità del lavoro testimonia la coerenza e l’attualità della riflessione di Federico Caffè, un pensiero critico che ha in larga parte anticipato gli sviluppi della crisi che stiamo attraversando e presagito i ritardi della sinistra e del sindacato. Il libro raccoglie, con un saggio introduttivo di Antonio Lettieri, tutti gli articoli di Caffè usciti dal 1977 al 1986 su una rivista della Cgil, «Lettere della Sinistra». Paolo Pombeni introduce invece l’importante collaborazione con «Cronache sociali», la rivista di Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira, alla fine degli anni Quaranta. In appendice vengono presentati altri scritti, interventi, documenti inediti, un’intervista radiofonica con Ezio Tarantelli, un articolo di La Pira e il ricordo dei rapporti tra Caffè e Meuccio Ruini, Ministro della ricostruzione nel Governo Parri e padre costituente. Un saggio di Claudio Gnesutta, riprendendo il filo del discorso di Lettieri, pone infine l’accento sull’attualità di Caffè alla luce della crisi italiana e internazionale. Con questo volume si completa il progetto, iniziato nel precedente Contro gli incappucciati della finanza (Castelvecchi 2013), per il recupero di quelle che, accanto agli articoli per «il Manifesto», sono le collaborazioni più intense e continuative dell’economista con la stampa periodica. Facendo emergere la sua figura di consigliere del cittadino, anziché di «principe» – come una volta si volle definire –, questo libro conferma la continuità della «non politica dell’occupazione» che Federico Caffè denunciò, con ammirevole chiarezza, nel corso della sua attività di docente, studioso, pubblicista. -
Le mie nove vite
Nata a Berlino, deportata ad Auschwitz e poi ""ebrea errante"""" tra la Palestina, gli Stati Uniti e infine l'Italia: Carla Cohn ha attraversato il mondo e il Novecento, ha dovuto passare il confine estremo del dolore e della perdita di sé, ed è riuscita a raccontarlo. Nove vite, """"come il gatto dei proverbi"""", che diventano nove capitoli di un'esistenza messa a confronto con l'orrore della Storia, quello più grande e indicibile, e poi con i tanti piccoli orrori quotidiani prodotti dall'ignoranza, dall'indifferenza, dalla mancanza di comprensione. I suoi non sono semplicemente i ricordi di una sopravvissuta strappata alla camera a gas per un fortuito scambio di persona - ma la storia di un'identità ricostruita, con fatica, dolore e coraggio, nel corso degli anni. Psicoterapeuta infantile, Carla Cohn tesse la cronaca del proprio percorso di autoanalisi e della lotta senza fine contro la rimozione della memoria e del senso di colpa che abita i """"salvati"""" della Shoah. Il lavoro su di sé - quel modo di ripercorrere il passato che Carla chiama retrospettoscopio - diventa, inevitabilmente, continua rilettura della Storia e sguardo senza veli sulle mutazioni dell'Occidente, le sue ripetute ingiustizie e le sempre risorgenti ombre del razzismo e di ogni forma di esclusione."" -
Fede e potere. Il capitolo 13 della Lettera ai Romani
Fede e potere presenta la prima versione del commento al capitolo 13 della Lettera ai Romani, ed è un testo cardine e fondativo nello sviluppo del pensiero di Karl Barth, che nasce dalla sua esperienza di pastore a Safenwil. A Safenwil, Barth dà vita a una ""chiesa locale"""", partecipando anche alle lotte politiche e sindacali del villaggio mentre, nelle sue prediche, la parola biblica s'intreccia con le tematiche sociali. In quegli anni molto vicino al socialismo e attivo nel movimento operaio, il teologo prende però progressivamente le distanze dalla tentazione di un Cristianesimo sociale, visto come interpretazione riduttiva del messaggio di Cristo, ma ribadisce la libertà della fede e, insieme, la necessità della formazione politica della coscienza, unita al dovere, per il credente, di lottare per la salvezza generale dell'umanità. Per Barth, il cristiano non appartiene allo Stato perché appartiene a uno """"Stato superiore"""" e la sua libertà si fonda sull'indipendenza da qualsiasi ideologia o forma di governo, che può essere tollerata, ma non venerata o considerata di per sé un valore. La forza rivoluzionaria di queste parole di Karl Barth è un seme che darà numerosi frutti nel pensiero politico e religioso fino ai nostri giorni."" -
Riscrivere la Genesi. Alla ricerca della formula matematica della creazione
Cosa hanno in comune la creazione del mondo narrata nella Genesi e le teorie più recenti sulle fluttuazioni del vuoto quantico? Cosa lega la filosofia di Platone e le particelle elementari? C'è un rapporto tra la cabala ebraica medievale e le costanti universali della fisica e la loro importanza per l'esistenza degli astri? Nella storia della civiltà non vi è cultura che non abbia cercato di spiegarsi com'è stato creato lo spazio in cui abita. Mito, religione, filosofia, scienza: l'intelletto umano, in tutte le sue manifestazioni, ha sempre fornito delle risposte a questa domanda. La formula matematica della creazione raccoglie le sette concezioni più importanti sull'origine dell'universo e le mette a confronto con altrettanti aspetti della cosmologia contemporanea. Così, la gnosi di Alessandria d'Egitto o le teorie di Newton, Darwin, Einstein e Galilei vanno a braccetto con l'energia oscura, le supercorde, le simmetrie rotte o le dimensioni cosmiche della vita. -
Pace e giustizia sociale
Nel secondo dopoguerra, Karl Barth precisa la sua riflessione sull'impegno politico dei cristiani, e ribadisce la necessità di preservare la purezza del messaggio evangelico da ogni contaminazione con qualsiasi forma di causa politica che, per sua natura, non può che essere provvisoria. Di fronte al teologo, dopo il crollo della Germania, c'è il mondo della Guerra Fredda, diviso in due e sotto la costante minaccia dell'estinzione. I testi raccolti in questo libro, composti tra la fine del secondo conflitto mondiale e il 1959, pongono l'analisi demistificante della politica internazionale a confronto con l'agire concreto del credente, che deve rispondere, sempre e prima di ogni altra cosa, alla propria fede. In due scritti del 1945 ""I tedeschi e noi"""" e """"Come potranno guarire i tedeschi?"""" Barth si sofferma sulla necessità per i cristiani di essere i primi a perdonare i vinti per farsi costruttori di un futuro migliore. """"La Chiesa tra Est e Ovest"""" (1949) mette in guardia i fedeli dal farsi paladini nella crociata contro l'Est sovietico, invitandoli a cercare invece una terza via di conciliazione che coniughi libertà e giustizia sociale. Nel 1958 Barth scrive la lettera """"A un pastore della Repubblica democratica tedesca"""", dove torna sulla necessità di riconoscere l'esistenza del totalitarismo nel mondo, sia nella forma poliziesca dei Paesi del socialismo reale, sia nella forma economico-finanziaria dei Paesi dell'Occidente capitalistico.""