Sfoglia il Catalogo ibs016
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 7021-7040 di 10000 Articoli:
-
A Bordeaux c'è una grande piazza aperta
Una delle voci più importanti della narrativa nordica contemporanea. A Bordeaux c’è una grande piazza aperta è un romanzo d’amore, un romanzo sul desiderio di vicinanza e sessualità e sullo smarrimento che avviene quando l’altro non si lascia incontrare. rnrn«Un vero capolavoro, che mostra il controllo assoluto dell’autrice sulla scrittura. Hanne Ørstavik racconta i desideri carnali, il sentirsi traditi, in una prosa senza veli e sicura, alla quale è impossibile resistere. A tratti si è lì, nel corpo del narratore.» - Expressen - Norvegiarnrn«I libri di Hanne Ørstavik sono caratterizzati da grande rigore e precisione, ma i panorami su cui l’autrice concentra la sua indagine sono insondabili. Descrive tutte le tappe che portano al malessere del cuore, tutti i suoi viaggi senza meta. Ogni paragrafo trova una sua collocazione in un’architettura del dolore, che tuttavia è miracolosamente leggera [...]. L’arte della Ørstavik è legata al movimento, alla sua capacità di coniugare emozioni contrastanti e pensieri perturbanti. Come un abbraccio sensuale.» - Le Monde - Franciarnrn«La scrittura della Ørstavik è sempre molto concreta, sensuale e lirica, di qualsiasi cosa parli, ma soprattutto quando racconta del corpo, del sesso, del desiderio e dell’urlo dell’erotismo.» - Berlingske Tidende - DanimarcarnrnMI VUOI INCONTRARE rnCosì incomincia questo romanzo, il primo a essere tradotto in italiano di Hanne Ørstavik, una delle voci più importanti della narrativa nordica contemporanea. È possibile incontrarsi? Incontrare l’altro, incontrare sé stessi, essere vicini, essere vivi, insieme? Con una prosa concreta ma sensuale, lirica e allo stesso tempo austera ed essenziale, Ørstavik indaga nelle pieghe più profonde e oscure del desiderio, del corpo, della carne e dell’anima. Osserva con precisione appassionata ma implacabile i movimenti che ci fanno avvicinare agli altri e che ce ne allontanano, nel grande spazio aperto dell’esistenza.rnUn romanzo nuovo e luminoso, sull’amore, il desiderio, la nostalgia e il dolore. -
Oltre sé stessi. Scienza e arte della performance
Giorgio Nardone e Stefano Bartoli ci conducono in un viaggio nel cuore più autentico della natura umana: il superamento di sé, in un’insaziabile ricerca dell’ignoto e dell’inconcepibile.rnrn«Prendete un'idea. Pensate, sognate su di essa. Lasciate che il cervello, i muscoli, i nervi, ogni parte del vostro corpo sia piena di questa idea e isolatevi da tutto il resto. Questa è la strada per il successo» - Swami VivekanandarnrnChe cosa accomuna figure geniali come Leonardo da Vinci e Albert Einstein, Mozart e Steve Jobs? Che cosa significa spingersi oltre i limiti delle proprie discipline e ottenere risultati straordinari? Il talento è una dote innata o va coltivato con cura e perseveranza? Di questi temi si occupa la scienza della performance, in una sintesi originale di psicologia, neuroscienze e terapia breve strategica. Gli autori indagano a fondo le caratteristiche che consentono al performer non solo di raggiungere prestazioni notevoli, ma anche di proseguire nel difficile percorso di miglioramento e superamento dei propri limiti: resilienza e determinazione, flessibilità e adattabilità caratterizzano tutti gli artisti, scienziati, sportivi e manager che riescono a toccare vette sovrumane e impensabili. Studiare la performance significa anche esaminare il ruolo della trance performativa e il ricorso alle moderne tecniche ipnotiche, oppure individuare le modalità più corrette per valorizzare il talento, ed eventualmente «guarire» i blocchi e le «psicotrappole» che impediscono al talento di esprimersi pienamente. -
Il sogno del drago. Dodici settimane sul Cammino di Santiago da Torino a Finisterre
Un'avventura a passo d'uomo, un atto d'amore verso il Cammino più frequentato d'Europarnrn«Camminando ruggisci e preghi, mediti e impari a conoscere, ripercorri orme vecchie di secoli e apri la strada per chi verrà dopo di te.»rnrnCamminare è un modo di respirare e di conoscere, uh ritmo con cui si sceglie di vivere, una trasformazione costante. È una via per incontrare gli altri superando confini, pregiudizi, inibizioni. Per Enrico Brizzi, scrittore, padre, viaggiatore, il cammino è una danza, una preghiera, una musica senza parole che segue il respiro antico del mondo. libera la mente dall'inessenziale e vince il drago che si nasconde in ognuno di noi. Con lo zaino carico di curiosità, di pazienza , di libertà, si pone sempre nuovi obiettivi, unico rimedio alla nostalgia che si prova quando si arriva alla meta. Così, dopo essere stato da Canterbury a Roma, dalla Vetta d'Italia a Capo Passero, da Roma a Gerusalemme, si incammina con i Buoni Cugini partendo dalla sua amata Torino alla volta di Santiago. E lungo il percorso - che valica le Alpi e i Pirenei correndo come un filo rosso attraverso storie e miti dell'Occidente, da Annibale a Carlo Magno, dal Cid Campeador a d'Artagnan, dai giacobini ai miliziani spagnoli - si interroga sulle radici del nostro Vecchio continente, cucendole insieme nel magico idioma dei viandanti. -
La via incantata. Nella natura, dove si basta a sé stessi
Nella wilderness, dalla Val Grande ai ghiacci articirnQuello stato di sgomento che sopraggiunge in noi quando ci affacciamo sull'ignoto, o ancora il senso di impotenza che ci assale quando ci sembra di esserci persi, o quando ci sentiamo costretti in un luogo nell'attesa che il maltempo si plachi. Situazioni che alterano le nostre percezioni, che ci fanno paura. Ma per le quali, appena risolte, proviamo già nostalgia. Tutto questo emergeva dalle storie in cui mi stavo imbattendo, e che erano collegate tra loro da imprevedibili nessi e coincidenzernPerché fuggiamo dalla civiltà per scegliere la solitudine, la semplicità di una vita nei boschi o fra le montagne? È a questa domanda che vuole dare risposta Marco Albino Ferrari mettendosi in ascolto del suo desiderio per i grandi spazi naturali, per un silenzio lontanissimo dal nostro tempo. L'avventura che vive e racconta in queste pagine cariche di emozione si svolge a pochi passi dalle nostre città, in Val Grande, fra Piemonte e lago Maggiore, luogo insidioso, ostile, popolato dai fantasmi di una società pastorale svanita fra rocce e tronchi. Sul Sentiero Bove - prima alta via storica d'Italia dedicata all'esploratore Giacomo Bove -, l'autore muove i suoi passi e la sua narrazione: un'escursione impegnativa e ormai quasi dimenticata in un teatro della ""potenza della natura che si riprende ogni cosa"""". Come Bove durante le sue esplorazioni, bloccato nello stesso biancore artico che aveva ossessionato Edgar Allan Poe, Ferrari nella natura selvaggia cerca l'ignoto, la paura di smarrirsi e la nostalgia di quel timore una volta recuperata la sicurezza. E ricostruendo la vicenda di Bove (morto suicida a 35 anni) l'autore incrocia figure inattese: Emilio Salgari, il comandante Nordenskiöld, Edmondo De Amicis, il naturalista Mario Pavan. Storie di isolamento, di una prigionia degli elementi che fanno riscoprire una libertà più profonda, perché """"sulla via incantata si basta a sé stessi""""."" -
Il magistero dei giardini e degli stagni
«La penna di Decoin gioca con la sensualità, insegue la poesia e sfodera una tavolozza di rituali e sentimenti di grande fascino» - Ellern«eleganza da vendere, un festival di sapori e odori, un impero della sensualità, una sorgente di poesia e un'epopea più esaltante e più vicina a noi di tanti altri racconti ambientati nell'attualità» - L'Expressrn«Una sorpresa affascinante, una lettura straordinariamente piacevole sia per lo spirito sia per i sensi» - Lirern«Questa piccola contadina innamorata e tenace entra di diritto nel caln delle grandi eroine del romanzo» - Le PointrnrnNell'impero giapponese del dodicesimo secolo, il remoto villaggio di Shimae non conterebbe nulla se non fosse per il pescatore Katsuro e le sue bellissime carpe ornamentali. Catturati, nutriti amorevolmente e accuditi, i pesci sono destinati a adornare le vasche del palazzo imperiale, dove Katsuro da sempre li consegna al sovrintendente del magistero dei giardini e degli stagni. Essere un pescatore provetto, però, non impedisce a Katsuro di morire annegato, e tocca quindi alla sua giovane vedova Miyuki intraprendere, sola, il lungo cammino verso la capitale, le spalle appesantite da un bilanciere che regge le ceste foderate d'argilla in cui nuotano i preziosi animali. Sotto il sole e le piogge battenti, lungo sentieri impervi e vie di pellegrini, passando per templi e case di tolleranza e incrociando monaci, guerrieri, mostri e maledizioni, la fragile ma indomita Miyuki affronta ogni pericolo cercando di tenere vivo, almeno per questo ultimo viaggio, l'amatissimo Katsuro. E noi la accompagniamo, rapiti da una scrittura capace di renderci parte di un universo in cui tutto, dall'amore alla morte, passando per la dignità, la paura e la meraviglia, parla il linguaggio vivo e palpitante dei sensi. -
Psicopillole. Per un uso etico e strategico dei farmaci
L'obiettivo è rispondere ai seguenti interrogativi: È vero che i disturbi mentali sono malattie del cervello? Come funzionano gli psicofarmaci? Chi dovrebbe prenderne? Chi non dovrebbe assumerne? Psicoterapia e farmaci sono modalità di intervento contrapposte? Quale terapia è risultata più efficace nei differenti tipi di disturbi psicologici? rnLa vita umana è fatta di alti e bassi, di piaceri e dolori, e ""normalità"""" non è sinonimo di felicità costante. È quindi legittimo chiedersi se sia proprio necessario interpretare ogni sofferenza o difficoltà nei termini di un disturbo psicologico. I manuali diagnostici che classificano le patologie mentali hanno conosciuto, soprattutto a partire dalla sua ultima versione (il DSM-5), un tale ampliamento delle proprie categorie da comprendere quasi ogni genere di disagio. Il lutto per una morte può venire scambiato per depressione, l'agitazione di un bambino diventa sindrome da deficit di attenzione e, sebbene disturbi come l'insonnia non siano paragonabili alle psicosi, pare esserci una medicina per tutti. Così i trattamenti di tipo farmacologico conoscono sempre maggiore successo, per la gioia delle industrie farmaceutiche che investono nel marketing per aumentare le proprie vendite. Gli interessi economici non sono infatti di poco conto, se si considerano i numeri dei potenziali pazienti. Tutto ciò ha incentivato la tendenza odierna a prescrivere gli psicofarmaci con estrema facilità, anche da parte di medici non specializzati in psichiatria. Ma gli psicofarmaci non sempre servono, spesso sono anzi dannosi, in ogni caso bisogna conoscerli e somministrarli con cautela visti i considerevoli effetti collaterali. Potrebbe invece dimostrarsi più utile una psicoterapia, con ricorso ai farmaci solo quando indispensabili e dietro attento controllo medico specialistico. Nel campo della psiche è comunque sempre fondamentale adattare il trattamento al tipo di problema presentato -di carattere biologico oppure psicologico, relazionale, familiare, sociale - in modo da agire allo stesso livello, secondo l'antico principio che """"le cose simili sono curate dalle cose simili""""."" -
Decadenza. Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana
La nostra civiltà è alla fine? In un'opera ambiziosa e controversa, di immenso successo in Francia, il filosofo più popolare d'Europa ne racconta lo splendore e il declino. Un caso editoriale mondialernrn«La civiltà giudaico-cristiana ha duemila anni. Un'età onorevole per morire.» - Michel Onfray, in un'intervista a Le Figarornrn«Il libro choc di Michel Onfray... Una visione della storia che suscita già un vivo dibattito.» - Le Pointrnrn«Per Onfray, l'Occidente si avvia all'inesorabile rovina... Non resta che vivere la fine con eleganza.» - Le Soirrnrnrn""Conosciamo tutti le piramidi egizie, i templi greci, i fori romani, e tutti ammettiamo che le tracce di civiltà scomparse provano che le civiltà muoiono, e dunque che sono mortali! La nostra civiltà giudaico-cristiana, che ha duemila anni di vita, non sfugge a questa legge. Dal concetto di Gesù, annunciato nell'Antico Testamento e progressivamente nutrito d'immagini da secoli di arte cristiana, fino a Bin Laden, che dichiara guerra mortale al nostro Occidente spossato, provo qui a tracciare un affresco epico della nostra civiltà. Vi troviamo: monaci folli nel deserto, sanguinari imperatori cristiani, musulmani che costruiscono il loro «paradiso all'ombra delle spade», grandi inquisitori, streghe a cavallo delle scope, processi agli animali, indiani piumati a passeggio con Montaigne nelle strade di Bordeaux, la resurrezione di Lucrezio, un curato ateo che annuncia la morte di Dio, una rivoluzione giacobina che uccide due re, dittature di destra e poi di sinistra, campi di morte neri e rossi, un artista che vende i suoi escrementi, uno scrittore condannato a morte per aver scritto un romanzo, due ragazzi che rivendicando l'Islam sgozzano un prete durante la messa... e mille altre cose. 'Decadenza' è un libro né ottimista né pessimista, ma tragico, perché in questo momento non si tratta più né di ridere né di piangere, ma di comprendere."""" (Michel Onfray)"" -
Ottimismo (malgrado tutto). Capitalismo, impero e cambiamento sociale
La guida più aggiornata allo ""stato del mondo"""" secondo il maggiore intellettuale vivente. Un fortissimo monito a lottare ancora.rnrn«Possiamo essere pessimisti, darci per vinti e quindi lasciare che accada il peggio. Oppure possiamo essere ottimisti, cogliere le opportunità che certamente esistono e in questo modo cercare di fare del mondo un posto migliore. Non c'è altra scelta.»rnrnrnCome se la passa la nostra specie alla fine degli anni Dieci? Chomsky affida a questo libro, frutto più recente della sua riflessione, le proprie idee sui temi più scottanti dell'attualità globale: la crisi dei rifugiati, l'amministrazione Trump, il terrorismo islamico e la guerra all'ISIS, le crepe nell'Unione Europea, le prospettive di una pace giusta fra Israele e Palestina, la crisi climatica, la serissima minaccia nucleare. Il quadro tracciato dal «maggiore intellettuale vivente» non è certo roseo: il capitalismo neoliberale impera, trova sempre minore resistenza nei governi nazionali e negli organismi internazionali, e si fa sempre meno scrupoli. Che fare? Non si può certo star fermi. Occorre organizzare le lotte e portarle avanti con la massima decisione possibile; mantenere, nonostante tutto, lo slancio di un inscalfibile ottimismo della volontà. Per questo, il libro del novantenne Chomsky è un libro pieno di futuro: guai a non incoraggiare l'azione politica e a non approfondire le prospettive di un cambiamento radicale! Oggi più che mai ne va della sopravvivenza stessa di Homo sapiens."" -
Soggetti smarriti. La memoria, l'identità e chi diventiamo quando smettiamo di essere noi stessi
Cosa c'è alla base della nostra identità? Come cambia la personalità in relazione a perdite di memoria, cambiamenti fisici e soprattutto neuronali? Un viaggio nel cervello umano e nella metafisica della personalità.rnrnCosa resta di una persona, chi diventa, quando la sua mente svanisce? Resta se stessa quando non è più in grado di ricordare e di riconoscere, quando il suo carattere cambia radicalmente, operando una trasformazione che ci disorienta fino a spaventarci? I progressi della neurologia permettono di identificare e distinguere i danni cerebrali e in molti casi, se non di guarirli, di migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie. Il più delle volte, però, non si pongono quelle domande, la cui risposta viene lasciata a psicologi, psichiatri e persino filosofi. E invece, secondo l'autrice di questo libro, provare a rispondere può non solo essere di conforto alle famiglie dei pazienti, ma indicare nuove strade per comprendere e trattare le patologie stesse e addirittura dirci qualcosa di molto importante su tutti noi. Sulla scia di Oliver Sacks e di Henry Marsh, con la stessa passione per la scienza, la stessa sensibilità per la persona e una scrittura altrettanto avvincente, Jules Montague parla, certo, di demenze, lesioni cerebrali traumatiche, disturbi del sonno e amnesie dissociative, ma soprattutto parla di loro, dei pazienti, e delle loro storie, guidandoci ogni volta là dove si incontrano scienza, metafisica ed etica; e dove inaspettatamente, oltre la devastazione, è possibile intravedere la speranza. -
Terra casa lavoro. Discorsi ai movimenti popolari
I tre principali discorsi di papa Francesco sull'ingiustizia sociale ed economica. Un documento fondamentale del nostro tempornrnQuesto nostro incontro risponde a un anelito molto concreto, qualcosa che qualsiasi padre, qualsiasi madre vuole per i propri figli; un anelito che dovrebbe essere alla portata di tutti, ma che oggi vediamo con tristezza sempre più lontano dalla maggioranza della gente: terra, casa, lavoro. È strano ma se parlo di questo per alcuni il papa è comunista. Non si comprende che l'amore per i poveri è al centro del Vangelo. Terra, casa, lavoro, quello per cui voi lottate, sono diritti sacri.rnrnrnI tre discorsi di papa Francesco qui raccolti sono un appello ai dannati della Terra del nuovo millennio. Pronunciati a Roma e in Sud America tra il 2014 e il 2016 davanti a una platea di rappresentanti dei movimenti sociali di tutto il mondo, essi costituiscono l'avvio di un ambizioso progetto elaborato in Vaticano e mirato a collegare le più disparate esperienze internazionali di lotta attorno al programma delle «tre T» («tierra, techo, trabajo», «terra, casa, lavoro»). C'è chi ha parlato di una nuova Rerum Novarum e chi ha storto il naso di fronte al pontefice «no global» che attacca senza mezzi termini il neoliberismo mondiale: ma per giudicare è importante leggere le fonti, e con questo libro si intende dunque portare all'attenzione dei lettori le parole pronunciate dal papa nella loro semplicità e radicalità. Completano il libro un'intervista a Juan Grabois, fra gli organizzatori degli incontri dei movimenti popolari, una dettagliata postfazione del curatore Alessandro Santagata, dedicata alla ricostruzione degli incontri e all'evoluzione del pensiero politico di Bergoglio, e un'introduzione di Gianni La Bella. -
Storia del camminare
Il saggio di una pensatrice libera e autorevole, scritto con il consueto stile arguto e sferzante, privo di pregiudizi e ricco di originali spunti di riflessione.rnrn""Un saggio raffinato che trascende discipline e generi, seguend un percorso attraverso filosofia, palenteologia, politica, religione e critica letteraria"""" - The New York Timesrnrn""""Quando ci concediamo ai luoghi, essi ci restituiscono a noi stessi e, più arriviamo a conoscerli, più vi seminiamo l'invisibile messe delle memorie e delle associazioni che saranno lì ad aspettarci quando vi ritorneremo, mentre luoghi nuovi ci offriranno pensieri nuovi e nuove opportunità. Esplorare il mondo è uno dei modi migliori per indagare la mente, e il camminare percorre entrambi i terreni""""rnrnDurante una marcia di protesta, in una località dal paesaggio incantevole o in una metropoli: andare a piedi può assumere significati molto diversi. In questa sua prima storia generale del camminare, Rebecca Solnit indaga la vasta gamma di possibilità racchiuse in questo atto primario e si concentra su alcuni personaggi che attraverso questo gesto hanno plasmato la nostra cultura, dai filosofi, ai poeti, agli alpinisti. Traccia i profili di alcuni tra i camminatori più significativi della storia e della narrativa, da Wordsworth a Kierkegaard, da Rousseau a Martin Luther King, alla ricerca della profonda relazione tra camminare e pensare, tracciandone l'evoluzione e spiegandone ogni sfumatura. Scopriamo così che camminare «ci permette di essere nel nostro corpo e nel mondo senza esserne sopraffatti» e «ci lascia liberi di pensare senza perderci totalmente nei pensieri», ci dispone, insomma, nello stato d'animo ideale per lasciare libera l'immaginazione. Il saggio di una pensatrice libera e autorevole, scritto con il consueto stile arguto e sferzante, privo di pregiudizi e ricco di originali spunti di riflessione."" -
La scelta vegetariana. Una breve storia tra Asia ed Europa
Da Pitagora agli orfici passando per l'India e la Cina di Mao, da Gandhi a Michelle Obama, le storie e le idee che hanno costruito questo percorso alimentare alternativo.rn«In centosettanta pagine avvincenti e convincenti, i due autori raccontano tutto quello che avreste voluto sapere su questa dieta che non è una dieta, ma un'obiezione di coscienza alimentare in nome dei diritti del vivente» - Marino Niola, Il VenerdìrnEssere vegetariani, per la specie uomo, è una scelta non un'inclinazione naturale. L'uomo è un onnivoro, non vegetariano per ""stomaco"""", come i ruminanti, per esempio. È per questo che è importante capire quando in una società, in una cultura, in una setta, in uno stato, in un gruppo si decide di prendere questa direzione, di allontanarsi dalla carne e di usare solo una parte del nostro apparato digestivo, di rinunciare ad alcuni nutrienti, di coltivare, selezionare, scegliere appunto il cibo."" -
Il pastore di stambecchi. Storia di una vita fuori traccia
Finalista al Premio Mario Rigoni Stern per la Letteratura Multilingue delle Alpi 2019Nella sua valle, sa il carattere di ogni canalone, di ogni balza di roccia. Riconosce le volpi, i camosci, le vipere, i gipeti. Può chiamare per nome ogni valanga. La montagna per Luigi Oreiller non è una sfida, né una prestazione. È la sua casa di terra e di cielo, un orizzonte a cui appartenere.rn«Louis Oreiller parla con la voce della montagna e ascoltarlo riempie di meraviglia, ancora più che di nostalgia.» - Paolo Cognettirn""La montagna mi ha visto nascere, mi ha nutrito, insegnato, curato. Così sono diventato il signore delle cenge rocciose, la sentinella dei valichi secondari e l'esperto delle morene nascoste: ho regnato su quel reame di sassi non perché era mio - ma perché gli appartenevo. La montagna mi ha concesso di starle insieme e io sono diventato il suo custode rispettoso, un pastore di stambecchi in tutte le stagioni.""""rnLuigi nasce nella povertà e cresce con la guerra. Valdostano ma “anche” italiano, trascorre i suoi 84 anni a Rhêmes Notre Dame, venti comignoli rubati alla slavina al fondo di una valle stretta e dal fascino selvatico, su un versante Parco del Gran Paradiso sull’altro riserva di caccia.rnDa ragazzo, armato dalla fame, è cacciatore, contrabbandiere, manovale. Quando diventa guardiaparco e poi guardiacaccia, cambia sguardo. Dietro le lenti del cannocchiale, nelle lunghe solitarie giornate di appostamento ai bracconieri, diventa il signore delle cenge, segue il volo delle aquile e sperimenta un qualcosa di molto simile all’amore. Stagione dopo stagione, trasforma gli alberi in sculture, “scava” tassi e marmotte, parla con i cani, le mucche, le galline. A volte anche con gli uomini. Quello di Oreiller è un mondo ormai perduto, travolto da una modernità senza pazienza, da un fiume di gente che torna ma non resta. Eppure, nei suoi occhi, nelle sue mani nodose e forti, tutto ha ancora memoria e lui ha memoria di tutto. Le sue parole, consegnate a chi, come Irene Borgna, le sa ascoltare, conducono lontano, fuori traccia, tra valichi nascosti. E segnano il tempo, come gli anelli di un tronco, come i cerchi sulle corna di un vecchio stambecco."" -
Lenin oggi. Ricordare, ripetere, rielaborare
«Il filosofo più pericoloso d’Occidente» - New RepublicrnrnA un secolo dalla rivoluzione d’ottobre, Slavoj Žižek ci parla di Lenin e soprattutto lo fa parlare attraverso i suoi scritti. Colui che è stato definito il filosofo più pericoloso dei nostri giorni si confronta con il più celebre rivoluzionario dello scorso secolo, proponendoci di rileggerlo: il ricordo, la ripetizione e la rielaborazione del pensiero di Lenin forniscono ancora oggi importanti suggerimenti per la critica e la lotta al capitalismo.rnPer questo Žižek ha selezionato alcuni testi scritti dal leader bolscevico non alla presa del potere, avvenuta nell 1917, ma negli ultimi anni di vita: Lenin doveva far coesistere gli obiettivi rivoluzionari con il governo di un paese la cui popolazione era stremata dalla guerra e dalla fame, nonché distribuita su un territorio enorme, e confrontarsi con i limiti pratici delle teorie comuniste, traendo però dal rischio del fallimento sempre nuove spinte per l’immaginazione di percorsi di rivoluzione. Oggi, dunque – sostiene Žižek – l’importanza fondamentale di Lenin risiede proprio nella sua volontà di confrontarsi lucidamente con la realtà, anche quando si rivela scomoda per i nostri ideali, senza ricette prefissate, unendo spirito pragmatico e immaginazione. È proprio di fronte a uno stallo come quello in cui la sinistra internazionale e la politica globale si trovano oggi – questa è la grande lezione di Lenin – che i rivoluzionari cercano nuove vie. -
Le trappole dell'intelligenza. Perché le persone intelligenti fanno errori stupidi
Questo libro parla del motivo per cui soggetti intelligenti si comportano da idioti e a volte sono ancora più inclini a sbagliare dell'individuo medio. Parla anche delle strategie che tutti noi possiamo utilizzare per evitare di commettere gli stessi errori, ovvero delle lezioni che ci possono aiutare a pensare in maniera più saggia e razionale in questo mondo di post-verità.«Uno sguardo lucido sull'intelletto e le sue lacune» – Publishers Weekly«Un libro sorprendente, provocatorio e incredibilmente utile» – The Sunday TimesTutti credono che ""intelligenza"""" sia sinonimo di pensiero razionale, ma ormai è chiaro che un QI elevato e l'istruzione non bastano per difenderci dagli errori cognitivi. Sui giornali si legge sempre più spesso di esperti super qualificati che non sono riusciti a fare previsioni corrette e leader mondiali che hanno preso decisioni sbagliate: le menti geniali possono essere molto irrazionali. Cultura e competenza amplificano i nostri errori rendendoci ciechi ai nostri pregiudizi. È questa la 'trappola dell'intelligenza' di cui parla questo saggio, un problema in cui sono incorsi anche gli individui più brillanti e le organizzazioni più preparate, partendo da Thomas Edison fino alla NASA, la Nokia, l'FBI e la nazionale di calcio inglese. In questo istruttivo resoconto sulle ricerche più aggiornate riguardo all'intelligenza, e attingendo dalle intuizioni di Socrate, Benjamin Franklin e di alcune delle industrie di maggior successo al mondo, il giornalista scientifico David Robson ci mostra come costruire un kit di strumenti cognitivi per aiutarci a massimizzare il nostro pieno potenziale: è ora di imparare un nuovo modo di pensare."" -
La terra che calpestiamo
Un romanzo sulla ricerca del senso della vita dove il rapporto con la terra è l’unico modo per tornare alle origini e discernere il vero dal falsornrn«Originalità, un lessico estremamente ricco e un realismo che nasce dal mito. Un romanzo che esplora la relazione dell'uomo con le sue origini, la ricerca del significato della vita e la capacità degli esseri umani di superare le difficoltà.» - La Vanguardiarn«Carrasco torna a dimostrare che il romanzo letterario è possibile, che c'è un futuro per chi si dedica al linguaggio, alla qualità della pagina, al lavoro ben fatto, in questo mondo di urgenze e improvvisazioni.» - El Mundorn""L'ho visto svestirsi a ogni gesto, spogliarsi di quanto lo tratteneva fino a dissolversi, mescolato alla terra, alla sua terra. E io accanto a lui, un giorno dopo l'altro, convinta in principio di essere ostaggio del suo silenzio, quando in realtà non si trattava di questo. [...] Sono consapevole di essermi lasciata imbrogliare per costruire la mia vita sul fango. Eppure, anche se non potrò mai fare ciò che ha fatto lui, tornare all'unica vera origine, scelgo questo luogo come mio luogo e rivendico il diritto alla polvere, ai vermi e alla putrescenza.rnrnAll’inizio del Novecento, si immagina che l’Europa sia dominata dall’impero più grande, potente e brutale che si sia mai visto, di cui non si conosce il nome né l’origine. Anche la Spagna viene annessa ai suoi territori e, dopo la conquista, ai militari che hanno guidato l’occupazione viene dato come premio il permesso di trasferirsi in un piccolo villaggio idilliaco in Estremadura. Eva Holman, moglie di un colonnello in pensione, vive serena con il marito in uno dei terreni espropriati, finché un giorno si presenta da lei un vecchio, sporco e sfinito, che senza dire una parola si stabilisce nell’orto, sotto un fico, e sembra deciso a restarci per sempre, come se quel luogo gli appartenesse. Con la sua presenza insistente, e con la storia terribile che emerge dalle sue poche parole, l’uomo cambia con violenza la visione del mondo di Eva. Una scrittura nitida ed essenziale come una poesia, un racconto aspro che non ha paura di frequentare i luoghi oscuri dell’umanità."" -
Una stagione incerta
In questo romanzo lucido e vibrante sull'amore, la passione e la compassione, Elda Lanza provoca, emoziona, commuove, tratteggiando un personaggio femminile fragile e forte, sfaccettato e contraddittorio sino nella più nascosta intimità.rnrn""Da quando aveva nuovamente incontrato Nanni, Edgarda si rendeva conto di vivere un'età che non era mai esistita prima di loro. Quelli che erano stati vecchi prima di loro, erano vecchi in un altro modo alla loro età. La loro vecchiaia era stata capace di sentimenti. Di energia. Di emozioni. Di sogni. Di progetti. Come si poteva definire vecchiaia quella stagione incerta che avevano vissuto?"""" -
Blu. Storia di un colore. Ediz. a colori
Tutta la storia dei colori può essere soltanto una storia sociale. È la società che fa il colore, che gli attribuisce una definizione e un significato, che costruisce i suoi codici e i suoi valori.rnrnE' difficile valutare il ruolo del blu nella Bibbia e presso i popoli della Bibbia. Un ruolo probabilmente meno importante di quello del rosso, del bianco e del nero. C'è un termine ebraico che ha sollevato controversie appassionanti e chiarisce bene il pericolo insito nel voler tradurre con vocaboli moderni e relativi ai colori ciò che nei testi antichi riguarda soltanto la materia e la qualità. Si tratta della parola ebraica 'tekhélet', che torna a più riprese nella Bibbia. Tradurre 'tekhélet' con blu, o voler associare questa sostanza al colore blu è filologicamente problematico e storicamente anacronistico. -
Il cambiamento strategico. Come far cambiare alle persone il loro sentire e il loro agire
Niente è nell'intelletto che non sia passato prima nei sensi, diceva Tommaso d'Aquino. Eppure in ambito psicologico e terapeutico continua a dominare l'idea che le vie privilegiate per aiutare le persone a cambiare passino attraverso apprendimenti che devono avvenire innanzitutto a livello cognitivo e razionale, relegando la sfera delle percezioni e delle emozioni in un ruolo secondario. In realtà, in natura, i cambiamenti più repentini, sia negativi che positivi, non avvengono sulla scia di uno sforzo cognitivo, ma come effetto di quella che Franz Alexander ha definito ""esperienza emozionale correttiva"""". E proprio in virtù di queste esperienze emozionali concrete che la persona, spesso intrappolata da tempo all'interno di un problema, sperimenta per la prima volta la capacità di cambiare, si tratti di risolvere una patologia invalidante, migliorare la propria performance o introdurre cambiamenti nella propria vita relazionale e lavorativa. Questo libro, frutto di anni di ricerca clinica, fa il punto sulle principali nuove tecniche e scoperte e mostra come il terapeuta esperto possa guidare il paziente verso l'emozione correttiva, l'unica chiave per aprire il cancello che porta sulla nuova via, la via del cambiamento."" -
Galera ed esilio. Storia di un comunista
Un'autobiografia intellettuale e sentimentale senza precedenti. Il racconto di una vita, di un pensiero, di una generazione, di una stagione di lotte non ancora conclusa.rn«C'era il mio desiderio di mantenere una verità che altrimenti sarebbe stata dispersa, e una lettura del destino politico della mia generazione altrimenti falsificata. C'era stato un senso forte di quella storia che dovevamo difendere - tanta fatica ci avevamo messo a costruirla. Tanta potenza quella nostra passione aveva prodotto e poteva ancora produrre. Oggi, vorrei provare a raccontare.»rnrnrnLa lunga detenzione senza processo, fra carceri speciali, pestaggi e minacce di morte; il processo ai militanti autonomi del 7 aprile, con decine di capi d'imputazione retti dalle sole parole dei pentiti, che si riveleranno nella quasi totalità insussistenti; l'elezione a deputato, e la frequentazione di un Parlamento incapace di pensare alla soluzione politica degli ""anni di piombo"""", fino alla fuga in Francia. E lì, rifugiato sans papier, l'inizio di una nuova vita, fra precarietà economica e giudiziaria: la costruzione della comunità di esuli che non rinuncia a voler comprendere il mondo per poterlo, un giorno, rovesciare, i grandi mutamenti globali - dall'ondata di liberismo e restaurazione capitalistica alla caduta dei regimi dell'Est, dall'affermazione di un nuovo ordine economico e politico alle nuove ondate di migrazioni, fino alla crisi della """"prima Repubblica"""", frutto avvelenato degli anni della repressione e del compromesso. Ma anche, le grandi inchieste e ricerche - dalla """"Università di Rebibbia"""" a Paris VIII, che colgono la formazione del nuovo soggetto cognitivo all'interno dell'economia globale; e la vita di un uomo, le crisi, gli amori che finiscono e ricominciano, la nascita di una nuova figlia, e i grandi libri di fine secolo, fino alla progettazione del ritorno volontario in Italia. Il secondo volume della storia di Toni Negri, filosofo e sovversivo, ma soprattutto umano, troppo umano.""