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Per la storia del collezionismo italiano. Fonti e documenti. Ediz. illustrata
L'autrice intende illustrare quel fenomeno complesso e sfuggente che è il collezionismo, indagandone per la prima volta in maniera sistematica e lungo un vasto arco di tempo, compreso fra il Trecento e il Settecento, le molteplici interazioni con la cultura, il gusto e le ideologie del tempo. Il volume si compone di due parti: un saggio introduttivo e un'ampia antologia di testimonianze letterarie e artistiche divise per temi e argomenti significanti. Fra questi: il gusto dei Medici nel Quattrocento, le botteghe degli artisti, la corrispondenza d'Isabella d'Este, gli studioli, Roma e il recupero dell'antico, gli Uffizi e le collezioni fiorentine del Cinquecento, musei ideali e gallerie poetiche, gallerie e quadrerie nobiliari, dalla collezione al museo pubblico. Un ricco corredo iconografico documenta visivamente i vari temi. Il volume oltre ad offrire premesse teoriche e metodologiche alla museologia si rivolge a storici dell'arte e della cultura ma è fruibile anche da un più vasto pubblico. -
Il giardino che vorrei
"'Il giardino che vorrei' mi sarebbe piaciuto leggerlo all'inizio, quando ho avuto a mia disposizione un podere: ero piena d'amore e d'entusiasmo, ma le mie idee erano quanto mai vaghe. Adesso sarei pronta a ricominciare da capo, non fosse che - nel frattempo - mi sono affezionata al mio, seppure imperfetto, giardino"""". Così Pia Pera racconta cosa l'ha spinta a scrivere queste pagine: accompagnare chi intraprende l'avventura con la terra considerando nove scenari possibili: acqua, sole, ombra, mare, pianura, collina, montagna, città e orto. A ciascuna evocazione di queste nove """"scene primarie"""" segue un """"dietro le quinte"""" dove si suggerisce come realizzare i nostri desideri botanici: che piante scegliere, come ospitarle al meglio. Sono i consigli e i punti di vista di una scrittrice che trafficando all'aria aperta ha trovato serenità e saggezza, desiderio e appagamento, spiritualità e concretezza. E l'ispirazione più potente per la sua straordinaria e sensuale produzione letteraria." -
Scegli la tua vita!
In un periodo storico in cui la politica è il dominio degli avventurieri, l'economia è il regno dei tecnocrati, il mondo del lavoro è una lunga parentesi tra la disoccupazione e la rottamazione; in cui, in definitiva, alle persone comuni rimane solo la scelta fra rassegnarsi e lamentarsi, occorre imprimere una svolta alla propria esistenza, scegliere ciò che si vuole essere, agire senza attendere l'intervento dello Stato, delle banche, dei padroni, delle famiglie e di tutti coloro che pretendono di sapere quale sia il nostro bene e quello della società. Smettere di essere, nella definizione dell'autore di questo libro, dei ""rassegnati reclamanti"""", persone che non scelgono la loro vita e per questa loro condizione di servitù invocano un risarcimento. Jacques Attali, oltre a ripercorrere le esperienze, in questo senso, di tanti personaggi noti (da Abramo a Kurt Cobain, da Maometto a Steve Jobs) e di molti personaggi meno noti (gli imprenditori e i militanti politici che si oppongono all'""""i rresistibile ascesa del Male""""), ci indica un cammino semplice, diviso in cinque tappe, per acquisire ciò che è già alla nostra portata, malgrado appaia irraggiungibile: """"diventare sé stessi""""."" -
La scienza fa bene (se conosci le istruzioni)
La scienza è metodo, la società è opinione: nel solco di questa differenza sono nate le più grandi speranze e le più grandi paure. La ricerca scientifica è dietro tutti i grandi cambiamenti globali degli ultimi decenni, dalle tecnologie digitali ai grandi progressi della medicina, ma la società non sa quasi nulla dei suoi protocolli e della sua deontologia, e questo continua a permettere a personaggi senza scrupoli di proporre soluzioni miracolose, che si rivelano immancabilmente false. Questo libro, combinando le visioni di un ricercatore delle ""scienze dure"""" e di un giornalista-filosofo, esamina per così dire dall'interno questa frattura tra scienza e società; ne mette in luce i presupposti a partire da alcuni casi molto concreti (il """"metodo"""" Stamina, ad esempio, e la vera ricerca sulle staminali), per arrivare al nocciolo della questione: come comunicare un discorso di verità in un mondo sempre più mediatizzato e schiacciato sul presente (e sempre meno informato)? Come far capire che la scienza non elargisce all'istante elisir di lunga vita, ma è un lungo, arduo, accidentato sentiero? La risposta c'è già, e risiede nella scienza stessa: diffonderne e insegnarne i principi significherebbe opporre, a una cultura basata sull'emotività e sulla non verificabilità dei fatti, una cultura della conferma (o della smentita) sperimentale, in un progetto di rinnovamento culturale e civile."" -
Succo di nespola. 53 cocktakil filosofici per sciogliere i nostri piccoli e grandi dilemmi
Ve ne sarete accorti: il mondo è cambiato. Senza alcun preavviso. Gli uomini si depilano come modelle e le donne hanno schiene tatuate come i marinai. I cani vanno in giro con le scarpe, mentre il prof consulta lo smartphone con un paio di occhiali fluo. Sì, qualcosa è cambiato là fuori e a furia di stropicciarsi gli occhi si rischia lo strabismo (di Venere e pure di Marte). A chi rivolgersi dunque per chiedere spiegazioni? Allo chef a cinque stelle? Al tipo del meteo? All'industriale della scarpa? No di certo: alla grande filosofia occidentale, dalle origini a oggi. Zap Mangusta illustra con freschezza e ironia 53 dilemmi quotidiani che sono stati trattati ""con largo anticipo"""" da altrettanti pensatori, e ad ognuno di essi abbina la ricetta di un cocktail. Grazie alle curiose analogie tra miscele di pensieri e di ingredienti, ogni lettore potrà beneficiare di un duplice piacere: trovare un suggerimento utile per la sua vita e godersi un ottimo cocktail tonificante. Un apparente gioco di società per rispondere alle domande più care ai nostri cuori: chi siamo? come dobbiamo comportarci? che cosa dobbiamo bere?"" -
Un amore degli anni Venti
Questa storia non è mai stata raccontata. È la storia dell'amore tra una grande scrittrice e un giovane mago, ma è anche il racconto di una complessa trama di relazioni, intrighi, rancori, disegni politici, tradimenti intellettuali, tradizioni iniziatiche e pratiche magiche. Una trama che, attraverso le vicende di due amanti, ruota intorno al misterioso «Gruppo di Ur» e alle figure di Julius Evola e del matematico pitagorico Arturo Reghini, e si svolge nei luoghi e negli ambienti più diversi, tra salotti, caffè, palazzi nobiliari, stanze in affitto, biblioteche, commissariati di polizia, aule di tribunale e associazioni teosofiche. È la storia di Giulio Parise e Sibilla Aleramo e della Roma degli anni Venti, di un amore grande e strano che sfida le convenzioni e l'oblio, e di un drappello di uomini che, insieme a Giulio, crede fermamente in una antica e magica Sapienza pagana alle origini della civiltà italica e dell'intera cultura occidentale... ""Un amore degli anni Venti"""", frutto di lunghe ricerche, è allo stesso tempo narrazione, saggio storico e letterario, diario spirituale e ossessione personale. Attraverso una notevole messe di scritti inediti della Aleramo e degli altri protagonisti, conduce il lettore alla scoperta di una pagina dimenticata della nostra storia culturale e riesce a far rivivere un mondo sconosciuto e arcano."" -
Come le vene vivono del sangue. Vita imperdonabile di Antonia Pozzi
Molto è già stato detto su Antonia Pozzi, ragazza ""imperdonabile"""" che, nonostante la sua breve vita, ha lasciato più di trecento poesie, numerose lettere, pagine di diari e circa tremila fotografie, e la cui figura è oggetto di una straordinaria riscoperta tanto di pubblico quanto di critica. Eppure c'è sempre, quando si parla di lei, l'impressione di qualcosa di incompiuto. Come se la """"troppa vita"""" che le scorreva nel sangue non si sia mai voluta lasciare decifrare fino in fondo. Come se ci fosse sempre troppo da dire, e nello stesso tempo un'urgenza di silenzio avesse costantemente attraversato lei e le persone che le stavano accanto. Per raccontare questo personaggio complesso, profondo e a tratti enigmatico, che ha attraversato gli anni Trenta con intelligenza e passione, sofferenza e determinazione, Gaia De Pascale ha scelto la via del romanzo. Il libro dà la parola alla stessa Antonia, scavando nell'animo della protagonista e restituendo le persone, i luoghi e le atmosfere di un tempo cruciale sotto ogni punto di vista per la storia del nostro Paese. In bilico tra realtà e finzione, """"Come le vene vivono del sangue"""" usa il verosimile come unico mezzo possibile per accedere al fondo segreto dell'esistenza di Antonia Pozzi, e rende omaggio a una indimenticabile figura femminile che ha saputo attraversare con la stessa profondità tanto la vita quanto la morte."" -
Il giardino delle mosche
Tra il 1978 e il 1990, mentre in Unione Sovietica il potere si scopriva fragile e una certa visione del mondo si avviava al tramonto, Andrej Cikatilo, marito e padre di famiglia, comunista convinto e lavoratore, mutilava e uccideva nei modi più orrendi almeno cinquantasei persone. Le sue vittime bambini e ragazzi di entrambi i sessi, ma anche donne - avevano tutte una caratteristica comune: vivevano ai margini della società o non si sapevano adattare alle sue regole. Erano insomma simboli del fallimento dell'Idea comunista, sintomi dell'imminente crollo del Socialismo reale. Questo libro, sospeso tra romanzo e biografia, narra la storia di uno dei più feroci assassini del Novecento attraverso la visionaria, a tratti metafisica ricostruzione della confessione che egli rese in seguito all'arresto. E fa di più. Osa raccontare l'orrore e il fallimento in prima persona: Cikatilo, infatti, in questo libro dice ""io"""". È lui stesso a farci entrare nella propria vita e nella propria testa, a svelarci le sue pulsioni più segrete, le sue umiliazioni e ossessioni. """"Il giardino delle mosche"""" è un libro lirico e crudele allo stesso tempo: la storia di un'anima sbagliata, una meditazione sul potere e la sconfitta e, soprattutto, una discesa impietosa fino alle radici del Male."" -
Camminare. Dappertutto (anche in città)
Il mondo è silenziosamente percorso da camminatori. Individui che camminano per la loro felicità, oltre che per andare da un luogo all'altro. Sono sempre esistiti, anche se non tutti pienamente consci di esserlo; alcuni erano e sono anche poeti, scrittori, filosofi, artisti. Tomas Espedal è uno di loro. Per lui camminare, pensare, scrivere fanno parte di uno stesso ciclo vitale che si ripete incessante nel suo destino. Che si tratti di camminare per una città come Parigi, della dolce campagna norvegese o dei sapori forti della Turchia, il viaggio inizia con un imperioso richiamo interiore, e prosegue a fianco di amici vivi o scomparsi, della memoria di compagni illustri come Rousseau o Rimbaud o Satie, di amori finiti o ancora da iniziare; passo dopo passo, con l'aiuto di paesaggi mozzafiato ma anche e forse di più del buio, ci si sente più vicini a sé e alle proprie sensazioni; e poi a un certo punto ecco l'altro richiamo, la nostalgia di casa e, una volta tornati, la gioia di camminare sui propri passi di tutti i giorni. Camminare, alla fine, è un modo di segnare un inizio e una fine, di dare ritmo e senso all'esistenza, anche nei pochi passi da casa all'emporio del quartiere. Per Espedal, per ogni camminatore, il ciclo vitale è quello di un eterno ritorno - per poter, di nuovo, riempire lo zaino e partire. -
The walk
La mattina del 7 agosto del 1974, centomila newyorkesi si fermarono in strada per guardare estasiati un uomo che camminava su un filo che aveva teso clandestinamente fra le Torri gemelle del World Trade Center. Quel puntino che passeggiando e danzando nell'aria a 412 metri da terra attraversò otto volte il cielo fra i due edifici non ancora inaugurati era Philippe Petit, un ventiquattrenne funambolo francese. Questo libro è il racconto appassionante di un'impresa divenuta leggendaria: dalla progettazione meticolosa, con frustrazioni, problemi e infinite difficoltà, al reclutamento dei complici, fino alle perlustrazioni segrete nelle Torri ancora in costruzione. La prosa sorprendente di Petit, euforica e senz'altro funambolica, i suoi schizzi e le fotografie scattate dai suoi amici fanno di questo libro un filo prodigiosamente sospeso tra la terra e il cielo, da percorrere con leggerezza, ""disobbedendo alla gravità"""". Ora che le Torri non ci sono più, la traversata di quest'uomo indocile, geniale e romantico è diventata un simbolo. Il filo e la danza di Philippe Petit riempiono quel vuoto con un messaggio di speranza."" -
Wabi-sabi. Altri pensieri
Questo libro è il complemento di ""Wabi-Sabi per artisti, designer, poeti e filosofi"""", uscito per la prima volta negli Stati Uniti nel 1994: era la prima volta che questo concetto filosofico appariva nel mondo occidentale. Da allora, il wabi-sabi è diventato un paradigma che ha incontrato grande consenso, non solo a livello teorico - si tratta di un vero e proprio sistema estetico, una visione del mondo - incarnandosi in molti manufatti, oggetti di design, architetture, stoffe, mode, acconciature. In queste pagine l'autore prova a indagare le sue antiche origini - da ricercare nella cerimonia del tè e in un'antologia di poesia giapponese, """"Raccolta di diecimila foglie"""", - per coglierne appieno il significato profondo e filosofico: un rasserenante e necessario elogio dell'imperfezione e della sobrietà."" -
La ragione dei fiori. Storia cultura e biologia di una creazione sublime
Da epoche immemori, i fiori garantiscono la sopravvivenza materiale e spirituale degli uomini. I loro frutti e i loro semi permettono ancora oggi la produzione di cibo, spezie, vestiti e farmaci per gran parte della popolazione terrestre. Stephen Buchmann, associando lo sguardo clinico dello scienziato della natura a un bagaglio di conoscenze che abbraccia storia, letteratura, economia e cultura popolare, mette a nudo le segrete alchimie della vita dei fiori e indaga il ruolo cruciale che hanno ricoperto nell'evoluzione della nostra specie, ispirando miti, religioni, arte e architettura, poesia e scienza, in ogni tempo e a ogni latitudine. Se l'irrazionalità che governa l'industria floricola, il ricorso a tecniche di coltivazione che danno esemplari senza profumo e nocivi per l'uomo, la creazione in laboratorio di varietà insolite e accattivanti, come le rose blu e le petunie nere, sta conducendo oggi alla progressiva scomparsa delle specie che crescono spontaneamente in natura o nei nostri giardini, tuttavia ""non tutto è perduto"""", assicura Buchmann: """"Fiori e uomini dipendono gli uni dagli altri e solo insieme possono assicurarsi la sopravvivenza"""". """"La ragione dei fiori"""", con l'ausilio di immagini, ci presenta queste magnificenze colorate sotto una luce inaspettata, svelando l'incantesimo che gettano su di noi mentre spargono la loro bellezza nel mondo."" -
Sulle mappe. Il mondo come lo disegniamo. Ediz. illustrata
Le mappe, è indiscutibile, non sono solo indispensabili ma hanno gran fascino. Ci permettono di orientarci, e questo non è poco, ma ci restituiscono anche una visione del mondo, la visione di chi le ha ideate. Infatti non sono il mondo , bensì una sua rappresentazione, quindi possono solo descrivere, in modo semplificato, lo spazio. Per capire fino in fondo la loro utilità, bisogna fare lo sforzo di immaginarsi cosa doveva essere viaggiare a progettare un viaggio quando non esistevano: dell'estensione del mondo e della sua forma non vi era alcuna idea, ogni passo era fatto verso l'ignoto. E i luoghi raggiunti non avevano un nome. Questo libro, corredato di un ricco apparato iconografico, ricostruisce la storia delle mappe: quando sono nate e perché, come si sono evolute, come sono state disegnate. Dai Greci fino a Google Maps passando per il navigatore satellitare, un libro pieno di storie che vi lasceranno incantati: esploratori, disegnatori, viaggiatori, cartografi, monaci, mercanti, inventori e filosofi che hanno creato una rappresentazione del mondo perché noi potessimo amarlo e conoscerlo, per poi desiderare di percorrerlo. O anche solo immaginarlo dalla poltrona del nostro salotto. Prefazione di Dava Sobel. -
L' illusione della memoria
È sulla memoria che si basa la nostra identità. Ma come funziona realmente? E possiamo fare davvero affidamento su di essa? Possiamo fidarci?«Il nostro passato è una rappresentazione fittizia, e l'unica cosa di cui possiamo essere veramente certi e ciò che sta accadendo adesso.»La memoria non è immobile, non è statica. Si modifica in continuazione. La puoi modificare tu, ma anche gli altri, un po' come una pagina di Wikipedia. Tutti sanno cosa sia la memoria, ma pochi sanno come funziona veramente. È come possedere una macchina: anche se la sai guidare, non sempre sai che cosa succede esattamente nel vano motore. Abbiamo bisogno della memoria, contiamo su di essa: abbiamo bisogno di una rappresentazione accurata del nostro passato. Abbiamo bisogno di mantenere una traccia dei giorni importanti della nostra vita, delle conversazioni emozionanti e delle informazioni più importanti. -
L' amico ebreo
"Chi salva una vita, salva il mondo intero"""". Questa massima del Talmud si presta perfettamente a descrivere la vicenda miracolosa svoltasi dal 1942 al 1945, a Carignano, paese in provincia di Torino, che Gian Piero Bona rivela in questo romanzo autobiografico. La famiglia Bona accoglie in casa propria Sergej, ebreo quindicenne di origine russa, coetaneo e compagno di conservatorio di Gian Piero, proteggendolo dai rastrellamenti che già colpiscono parenti e amici. Sergej viene fatto figurare come un lontano parente, stratagemma che lo pone al riparo dalle insistenti attenzioni del comandante locale delle SS, Richtel, personaggio grottesco e imprevedibile che dopo l'8 settembre ha deciso di installarsi proprio nella villa dei Bona. Il contatto quotidiano con l'aguzzino e il pericolo cui sono costantemente esposti gli abitanti della villa favoriscono l'instaurarsi di un profondo senso di comunanza tra Sergej e Gian Piero, ulteriormente rinsaldato dalla passione per la musica e la poesia, dall'implacabile crudeltà degli occupanti tedeschi, e soprattutto dagli orrori - già in parte noti - della Shoah. Ma l'intervento di forze misteriose sembra avere ragione della terribile minaccia che grava sul destino del giovane latitante e della coraggiosa famiglia che lo ospita..." -
Nero. Storia di un colore
Per secoli, nella storia dell'Occidente, il nero è stato considerato un colore come qualsiasi altro. All'inizio dell'epoca moderna, grazie all'invenzione della stampa e alla diffusione dell'incisione e della riforma protestante, si è addirittura guadagnato uno statuto particolare, accanto al suo antipode, il bianco. Qualche decennio più tardi, però, la scoperta dello spettro cromatico da parte di Newton ha introdotto una nuova gerarchia dei colori, dalla quale erano esclusi sia l'uno sia l'altro. Giunti infine al XX secolo, grazie all'arte prima, al costume e infine alla scienza, il nero ha riconquistato finalmente il suo status originario. A questa lunga e affascinante storia del nero nelle società europee è dedicato questo libro di Michel Pastoureau. Esso mette l'accento sia sulle pratiche sociali legate al colore (linguaggio, tintura, abbigliamento, emblemi), sia sui suoi aspetti propriamente artistici. Un'attenzione particolare viene accordata alla simbologia ambivalente del nero, che può essere considerato in modo positivo (fertilità, umiltà, dignità, autorità) o negativo (tristezza, lutto, peccato, inferno, morte). E poiché non è possibile parlare di un colore isolandolo dagli altri, questa storia culturale del nero è anche, in parte, quella del bianco, del grigio, del marrone, del viola e anche del blu. -
Filosofia del viaggio
Nell'era di Internet, delle comunicazioni rapide, del turismo low cost, della più veloce tecnologia audio e video, quando il mondo, tutto il mondo, sembra a una manciata di minuti da noi, pronto a essere guardato, toccato e mangiato; in mezzo alla folla, armata di fotocamere per catturare nient'altro che uno scatto di cartoline già viste, calzata con scarpe comode per camminare lì dove non può non aver camminato, e pesante di souvenir riportati a casa come trofei, giunge, inaspettata, una domanda. Esiste ancora il viaggio? E che cos'è il viaggio, chi è il viaggiatore? Ci ricordiamo da dove viene la voglia di aprire un atlante, l'eccitazione di puntare il dito su una qualunque regione del globo, la voce straniera che ci ingiunge di andare? Michel Onfray è qui con questo piccolo libro per aiutarci ad aprire nuovamente gli occhi e guardare alla scoperta, per mostrarci come sia possibile, senza aver programmato il come e il perché, chiudere uno zaino, girare la chiave nella toppa e voltare le spalle alla porta di casa per lasciare spazio ai sensi ritrovati che, soli, liberi da guide e manuali, ci condurranno a scoprire i colori dell'altrove e gli odori dell'ignoto. -
Mafia. Vita di un uomo di mondo. L'autobiografia senza precedenti del più famoso pentito di mafia
La straordinaria vicenda di un uomo che ha fatto ricca e poi ripudiato Cosa NostraAngelo Siino, «pentito» eccellente e collaboratore di giustizia, dopo aver svelato nelle aule dei tribunali i volti e i meccanismi del potere mafioso, racconta qui la sua vita attraverso la penna del suo storico avvocato, Alfredo Galasso. L'uomo conosciuto come il ministro dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra, colui che per anni ha gestito da parte mafiosa l'affidamento di molti appalti, ci racconta in prima persona delle sue frequentazioni con i boss Provenzano, Riina, Brusca, Bontate, Ciancimino, e di come questi abbiano arbitrariamente gestito - o manipolato - tutti i gangli del potere alla loro portata. Ma il quadro offerto da Siino si allarga poi a comprendere i lati oscuri della trattativa Stato-mafia e l'espansione degli interessi di Cosa Nostra nel Nord Italia, o quella che è stata piuttosto la discesa degli affaristi settentrionali nei meandri delle dinamiche mafiose. Dietro alla storia di un'organizzazione criminale ci sono storie di uomini che scelgono di farne parte: Siino ci guida anche nella quotidianità di Cosa Nostra, tra grandi manciate all'aperto e lunghi viaggi in macchina per portare a termine missioni segrete, fino a quei fortuiti incontri di paese che con poche parole paiono orchestrare i destini una nazione. La testimonianza di Siino ci mostra dunque tanto il lato straordinario quanto quello per così dire ordinario del potere mafioso, rivelandocene forse l'aspetto più spaventoso: la normalità percepita di un male che affligge sempre più tutta l'Italia. -
Lettera ai contadini sulla povertà e la pace
È tutto lavoro, e niente è lavoro nel senso sociale del termine.«Un saggio scritto nel '38, capace di intuire la crisi del comunismo e i difetti del capitalismo. Assolutamente geniale anche perché mette in crisi l'eccesso di tecnica che sembra dominare l'uomo moderno. E se aveva ragione allora che Internet non c'era, figuriamoci adesso che viviamo nell'era della società globale» – Oliviero ToscaniNon si può sapere qual è il vero lavoro del contadino: se è arare, seminare, falciare, oppure se è nello stesso tempo mangiare e bere alimenti freschi, fare figli e respirare liberamente, poiché tutte queste cose sono intimamente unite, e quando egli fa una cosa completa l'altra.In questo vibrante e poetico scritto, troviamo nella sua forma più limpida e completa il pensiero morale che sottende a tutta l'opera di Giono: la superiorità della natura sulla tecnologia, la salvezza dell'uomo attraverso un lavoro naturale, la celebrazione dell'individualismo spinto fino all'anarchia. Scritto alla vigilia del secondo conflitto mondiale, questo accorato appello costituisce un tentativo disperato di opporre le armi della semplicità, del buon senso e della poesia a un mondo che stava evidentemente prendendo la direzione opposta: quella del profitto e della guerra. L'appello, com'è ed era ovvio, non fu ascoltato. Rilette a più di mezzo secolo di distanza, le parole che Giono indirizza ai suoi ""amici"""" fanno pensare a una grande occasione perduta, nell'ultimo momento in cui forse era ancora possibile non compiere la svolta che avrebbe cancellato per sempre il modo di vivere, la cultura e la saggezza dei contadini. Mai come oggi questo scritto di Giono si presenta attuale e urgente, se è vero che non è mai troppo tardi, e che nella mente e nelle mani dell'uomo non esiste solo il potere di distruggere, ma anche quello di crearsi la felicità."" -
La cucina nazionale italiana
Fatto l'Italia, si sono col tempo fatti gli italiani, anche se questo è avvenuto per la cucina da pochi anni. Oggi le varie tradizioni regionali si sono adattate ai tempi e si sono fuse in un unico, ricco patrimonio condiviso che è giusto definire cucina nazionale. Partendo da questa realtà, i due autori raccontano lo storia delle nostre ricette e ne danno una proposta attuale, alla luce delle esigenze contemporanee degli italiani, sempre ghiotta e soprattutto sempre rispettosa della loro anima. Questo libro è un repertorio, completo ed esauriente, delle ricette di oggi degli italiani.