Sfoglia il Catalogo ibs016
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 7561-7580 di 10000 Articoli:
-
La salute dalla farmacia del Signore. Erbe medicinali: consigli ed esperienze
Maria Treben si è conquistata un posto d'onore come una delle più importanti antesignane della scienza delle erbe medicinali. Maria Treben si è occupata per tutta la sua vita di erbe curative, cercando inoltre di trasmettere la sua grande esperienza al maggior numero possibile di persone. Con il trascorrere degli anni non è mai diminuita la popolarità di Maria Treben e delle sue opere, anzi, grazie a una maggiore attenzione alla medicina alternativa, i suoi libri vivono oggi una nuova e invariata attualità. Nella ""salute dalla farmacia del Signore"""", considerato il più importante dei suoi libri, sono descritte in maniera dettagliata ben 31 erbe mediche con le modalità di preparazione e il loro utilizzo come infusi, tinture e poltiglie per applicazioni, succhi e bagni."" -
Toni Ebner 1918-1981. Con la Heimat nel cuore
Il volume traccia la biografia di Toni Ebner (1918-1981), una delle figure chiave nella storia politica regionale, mettendone in luce anche la forte carica umana e imprenditoriale. Stretto collaboratore di Mons. Michael Gamper, Ebner fu tra i fondatori della Südtiroler Volkspartei, di cui fu primo segretario. Più volte deputato a Roma, fu inoltre direttore del Dolomiten e artefice della crescita e dello sviluppo della casa editrice Athesia. Sullo sfondo le vicende che caratterizzarono durante il Novecento le provincie di Trento e Bolzano. -
A piedi a Roma con tre lama. Per strada ho trovato la vita vera
Scoprire il senso della vita lungo il cammino: Tre uomini partono dall'Alto Adige in compagnia di tre lama per andare in pellegrinaggio attraverso le Alpi. Vogliono raggiungere Roma per incontrare il Papa. Per l'autore Thomas Mohr sarà un viaggio alla ricerca del senso della vita... una storia commovente sulla fede, sull'amicizia e sulla consapevolezza che arrendersi non è un'opzione. Tre uomini e tre lama in un lungo pellegrinaggio di 1.070 chilometri a piedi per incontrare il Papa: decisamente un'idea folle! E lo pensano anche loro stessi, soprattutto Thomas Mohr che dopo essersi ammalato di cancro non è neppure in buone condizioni fisiche. I tre amici non sono i classici pellegrini. Ma più strada percorrono, più il viaggio diventa spirituale e influisce profondamente su di loro, soprattutto su Thomas Mohr. Lungo il cammino inizia a rasserenarsi, a sentire nascere dentro di sé una forza nuova. Molte delle sue occupazioni della vita quotidiana iniziano improvvisamente a perdere di significato e Thomas sente sempre più forte il bisogno di trovare il senso della vita. Il cammino non è facile ma i nostri tre procedono nonostante tutte le avversità. Attraversano montagne coperte di una fitta coltre di neve e arrivano a percorrere ben 48 chilometri in una sola giornata. A volte trovano un alloggio solo a tarda sera. Ma lungo la strada, i tre amici e i loro lama incontrano molte persone gentili e generose, tante porte aperte e numerose offerte di cibo e bevande. E alla fine giungono a Roma, in piazza San Pietro, dove li attende l'incontro con Papa Francesco a cui regalano una papalina di lana d'alpaca... ""Quando con i nostri lama ci siamo ritrovati in piazza San Pietro ci siamo stretti forte la mano come amici che ce l'hanno fatta sotto tanti aspetti. In quel momento ci ha pervaso la consapevolezza di ciò che realmente ci ha regalato il cammino. Papa Francesco ci ha chiesto di pregare per lui. E credo di aver capito cosa intendesse dirci: 'Prendetevi cura dei vostri simili, prendetevi cura l'uno dell'altro!'""""."" -
Caterina Certezza
Proprio come il suo papà, che vive insieme a lei a Parigi, la piccola Caterina porta gli occhiali. E come la sua mamma, che vive a New York, vorrebbe tanto diventare una ballerina. Costretta a levarsi gli occhiali per danzare, Caterina scopre a un tratto il vantaggio di poter vivere in due mondi diversi: quello reale, che vede quando porta le lenti, e l'altro, quello ""morbido"""", fatto di sfumature e senza spigoli, in cui vive quando non le porta. Di fronte alle stranezze e ai misteri degli adulti, sarà lei a decidere di volta in volta come sfruttare questo potere che hanno solo i bambini con gli occhiali: guardare in faccia la realtà così com'è... oppure no. Età di lettura: da 9 anni."" -
Elogio della felicità possibile. Il principio natura e la saggezza della filosofia
Natura, saggezza e felicità: forse per ogni essere umano è difficile vivere senza interrogarsi, almeno una volta, sul loro effettivo rapporto. E sull'altra questione che questo rapporto inevitabilmente solleva: in che senso la saggezza può favorire la nostra felicità? Ricercare la saggezza non equivale a diventare più consapevoli del carico immenso di dolore, sofferenza e ingiustizia che grava sulle nostre vite e su quelle dei nostri simili? Saggezza della felicità possibile: questa è la prospettiva filosofica proposta da Orlando Franceschelli. Essa ci ricorda non solo che tra natura, saggezza e felicità esiste un rapporto indissolubile, come aveva suggerito già Epicuro, ma che questo rapporto possiamo coltivarlo soltanto a patto di essere, a un tempo, consapevoli dei limiti che la sofferenza e la morte pongono alle nostre gioie, e concretamente impegnati a valorizzare e godere tutta la felicità che, entro questi limiti, è possibile raggiungere. È in questo orizzonte etico-antropologico che anche la Regola Aurea - fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te - può essere riscritta come impegno a fare per la felicità di ogni essere senziente tutto ciò che si ritiene possibile e si vorrebbe fosse fatto per la fioritura della propria. -
I monumenti per difetto
Il 24 marzo 1944, 335 innocenti furono trucidati dai nazi-fascisti alle Fosse Ardeatine, in una delle pagine più buie della seconda guerra mondiale. Nel luglio di quell'anno fu bandito il primo concorso dell'Italia liberata per la costruzione di un mausoleo nel luogo dell'eccidio. Questo libro parte da lì: in occasione del settantesimo anniversario della strage, Adachiara Zevi riflette sui rapporti tra architettura e memoria, prendendo in esame alcuni casi esemplari di monumenti, musei e memoriali che si distinguono per qualità e originalità urbanistica, architettonica e artistica. Il Mausoleo delle Fosse Ardeatine è il primo monumento a non essere concepito come oggetto da contemplare ma come percorso ""da agire"""", per far rivivere il tragitto seguito dalle vittime; le forme non sono intese come stazioni di arrivo, ma come tappe intermedie di un circuito continuo. Da Roma ci spostiamo a Berlino, per raccontare il memoriale progettato da Peter Eisenman: una gigantesca griglia deformata e sbilenca che registra il passaggio dal monumento come percorso al monumento come brano di città. Se il """"contro-monumento"""", nella versione di Jochen Gerz, prevede già nella concezione la sua sparizione, spetta alle """"pietre d'inciampo"""" ideate da Gunter Demnig l'intuizione del """"memoriale diffuso"""" dedicato a tutti i deportati."" -
Il sogno delle stagioni
Chi decide se domani nevica? Perché passa il tempo? Perché c'è l'inverno? Pur di non cedere al sonno, i bambini - tutti i bambini - moltiplicano i loro perché e la mamma, spesso a corto di risposte, s'inventa una storia per placare tanta curiosità; è questa semplice miccia a innescare l'immaginazione di Arianna Papini che dà vita a un racconto fatto di parole sapide e sonore e di illustrazioni che avvolgono il nostro (di piccoli e grandi) bisogno inquieto di risposte. Imbarcandoci insieme al vecchio del mare e all'omino Landù, intraprendiamo un viaggio nei quattro angoli di mondo dove ogni stagione è per sempre - e appena sbarcati, ogni paese sembra il più bello del mondo, ma dopo un po' non basta più e torna la voglia di ripartire. Sarà il vecchio del mare a suggerire la soluzione: ""In un anno vivono dodici mesi, se ogni tre mesi ci sposteremo, ogni Paese per sempre sarà un Paese per un po' e non ci annoieremo mai più. I nostri viaggi li chiameremo stagioni e ci ricorderanno che il tempo trascorre, perché dopo avremo imparato una cosa in più"""". Età di lettura: da 5 anni."" -
Niente principe ranocchio
"Ma, diversamente dalla fiaba, quel ranocchio non si offrì di raccogliere la palla d'oro. Non si mise a mangiare fichi e bacche insieme a Lei. Non diventò un uomo grazie al suo bacio. Lei si sporse di nuovo sullo stagno. Vide che il ranocchio dormiva beato, e forse dormiva da un pezzo"""". Età di lettura: da 10 anni." -
Come mai il leopardo ha le macchie e altre sei «Storie proprio così»
Perché la balena, che è tanto grande, mangia solo pesci piccoli? E perché il cammello ha la gobba? È da domande spontanee come queste, destinate a sfuggire dalla bocca di ogni bambino curioso, che nascono le ""Storie proprio così"""" di Rudyard Kipling. A mo' di fiaba, e con un tono semiserio, Kipling prova a dare una risposta a quelle semplici domande, inventando fantasiosi miti delle origini e mescolando la pura finzione a un linguaggio pseudo-scientifico, con l'intento di coinvolgere il piccolo lettore nella spiegazione di alcuni tratti che ai suoi occhi destano un irrefrenabile senso di meraviglia. Pubblicate nel 1902, le """"Storie proprio così"""" erano state concepite da Kipling per la sua prima figlia, Josephine. Nate dall'incontro fra le culture più diverse che Kipling aveva conosciuto nella sua vita nomade - tra l'India e l'Africa, tra l'Europa e il Nord America -, queste storie entrarono sin da subito nel canone delle letture per ragazzi, con decine di edizioni in tutte le lingue. Sulle orme di Kipling, che aveva corredato la sua prima edizione con una serie di incisioni su legno, May Angeli sceglie la stessa tecnica e impreziosisce le sue illustrazioni grazie a un uso magistrale del colore. Ne sortisce un caleidoscopio che cattura l'occhio non meno dell'immaginazione, un libro da leggere a voce alta per vedere l'effetto che fa... Età di lettura: da 8 anni."" -
Il territorio, bene comune degli italiani. Proprietà collettiva, proprietà privata e interesse pubblico
Passione civile e competenza giuridica si fondono in questo contributo alla riflessione sui beni comuni. Con rigore e lucidità, non perdendo mai di vista l'obiettivo di dare al suo lavoro massima concretezza, il giurista Paolo Maddalena pone il problema nel quadro sconcertante dell'attuale crisi, mettendo in luce come crisi ambientale e crisi finanziaria abbiano una causa comune: la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. Come già diceva Roosevelt in una relazione al Congresso degli Stati Uniti nel 1938: ""la libertà di una democrazia non è salda se il popolo tollera la crescita di un potere privato al punto che esso diventa più forte dello stesso Stato democratico"""". Di qui l'importanza di distinguere la proprietà comune o collettiva, che ha il suo fondamento nella """"sovranità"""", dalla proprietà privata, che ha il suo fondamento nella """"legge"""", ristabilendo un equilibrio che negli ultimi decenni di storia italiana è stato tutto sbilanciato a favore della proprietà privata. L'autore rileva con forza la precedenza storica della proprietà collettiva del territorio sulla proprietà privata e la prevalenza giuridica della prima sulla seconda, sancita dalla stessa Costituzione."" -
Scritti su Marx. La dialettica, lo Stato, la società civile
"I miei incontri con Marx sono avvenuti in momenti cruciali della mia vita. Antifascismo militante (Padova 1941-42); problemi della ricostruzione (45-50); crisi universitaria (1968...). Ne sono sempre rimasto affascinato, ma non mai convinto..."""". È Bobbio stesso a sintetizzare, in una pagina magistrale scritta nel 1969,i termini in cui si configura il suo corpo a corpo teorico col pensiero di Marx, lungo più di cinquant'anni di riflessione. Affascinato dalla lettura marxiana della storia """"dal punto di vista degli oppressi"""", Bobbio è stato al tempo stesso strenuo avversario del messianismo rivoluzionario che la caratterizzava. Marx è vivo, ma questo non vuol dire che sia valido: non si può prescindere dalla critica di Marx al sistema capitalistico se si vuole comprendere appieno la contemporaneità; il fallimento dei socialismi reali non equivale a una sentenza di morte per il pensiero di Marx. Non ci si può esimere dunque, dal fare i conti con quello che a tutti gli effetti deve essere considerato, al pari di Hobbes o di Hegel, un """"classico"""", rifuggendo però ogni sacralizzazione o la tentazione, divenuta talora quasi un imperativo, di commentare """"Marx con Marx"""" o con alcuni scrittori autorizzati." -
Quel diavolo di John Barleycorn. Memorie di un bevitore
"Ricordo che, subito dopo la pubblicazione del mio primo libro, fui invitato al Bohemian Club di San Francisco. Ci sedemmo su comode poltrone di pelle e ordinammo da bere. Non avevo mai udito un simile elenco di nomi di liquori e di cocktail a base di scotch. Conoscevo solamente le bevande dei poveri, delle città di marinai e di frontiera - birra scadente e whisky ancora più scadente. Nell'imbarazzo della scelta, ordinai un bicchiere di vino rosso, il che fece quasi svenire il cameriere - vino rosso dopo cena"""". Questo è solo uno degli aneddoti ironici che punteggiano quella che, a sua stessa insaputa, rimane come la vera e propria autobiografia di Jack London. Era il 1913, ed egli era all'apice del suo successo come autore di romanzi d'avventura, quand'ecco che, noncurante del rischio di scalfire tanta popolarità e soprattutto la sua immagine di narratore di grandi illusioni vitalistiche, London decide di gettare la maschera e svelare la sua seconda natura, quella """"involontaria"""" di bevitore incallito. L'intento è dichiarato: puntare l'indice contro le regole della socialità che inducono gli uomini a bere per dimostrarsi tali, sin da piccoli. Non poteva sapere che di lì a tre anni la sua vita sarebbe prematuramente volta al termine e che quelle pagine sarebbero rimaste come la testimonianza della sua intera esistenza. Accanto alla lucida e coraggiosa denuncia che lo anima, a catturare oggi il lettore è il racconto vibrante di una vita vera, vissuta all'insegna dell'avventura e della sfida con la natura." -
Stranieri a noi stessi. L'Europa, l'altro, l'identità
Chi è lo straniero? E soprattutto, cosa significa essere straniero? Si tratta di interrogativi sempre più attuali: la paura, la diffidenza, infatti, sembrano attraversare e scuotere l'Europa, in questo nostro tempo in cui le appartenenze geografiche e identitarie sono sempre più soggette all'incontro con ""l'altro"""", che spesso si trasforma in scontro. Julia Kristeva affronta tali domande alla loro radice più profonda. Questo volume è dedicato a chi vive la propria esistenza da straniero, ma anche a tutti coloro che degli stranieri non ne possono più, e infine a chi non può evitare di sentirsi straniero anche a casa propria. È dedicato al dolore, persino all'irritazione che spesso il confronto con l'altro porta con sé. In un percorso che dalle origini arriva sino alla contemporaneità, Julia Kristeva, che da bulgara naturalizzata francese ha vissuto sulla propria pelle l'esperienza di una tale """"estraneità"""", passa in rassegna le principali posizioni assunte dalla cultura occidentale nei confronti dello straniero: i Greci, gli ebrei, san Paolo, Erasmo, Montesquieu, Diderot, Kant, fino a Camus e Nabokov. Nuova edizione accresciuta con un introduzione dell'autrice del 2014."" -
Viaggio in Toscana
Machiavelli paragona la Fortuna a un fiume rovinoso, che quando s'adira allaga i piani, rovina gli alberi e gli edifici. Agli uomini, ai politici, ""quando sono tempi quieti"""", non resta che costruire canali e alzare argini, tanto più in territori travolti dalla crisi globale e divenuti campagne """"senza alcun riparo"""". Enrico Rossi, alla guida della Regione Toscana dal 2010, ha cercato di reggere l'urto interpretando la politica come """"arte del rimedio"""". Come presidio fisico nei luoghi della crisi, che spesso sono anche territori esposti al dissesto idrogeologico, a emergenze ambientali secolari e alla carenza di infrastrutture. Da questa interazione con i territori sono nate risposte originali e coraggiose: la tutela del paesaggio, la battaglia per la dignità dei pendolari e del trasporto pubblico, un innovativo welfare per i giovani e un inedito piano di contrasto alla povertà delle famiglie. Senza rinunciare alla sfida dello sviluppo, alla politica industriale ed energetica, e al sostegno intelligente alle imprese (credito, internazionalizzazione e forte spinta alla ricerca). Tutto questo ha rimodellato il governo del territorio in una capillare ricostruzione di reti di sicurezza, protezione e innovazione. Tant'è che oggi la Toscana è la regione che meglio ha retto alla crisi."" -
Un Paese e altri scritti giovanili (1911-1918)
Questo volume nasce da un ritrovamento e dalla scoperta di una fraterna amicizia: è infatti tra le carte conservate nel Fondo Lico, l'archivio di un compagno di liceo del giovane Alvaro a Catanzaro, che è stato rinvenuto ""Un paese"""". Tentativo di romanzo, la primissima prova narrativa del grande scrittore sino ad ora inedita. Consegnato all'amico Domenico Lico nel 1940 dallo stesso Alvaro, ma scritto a Livorno nel 1916, tra un'operazione chirurgica e l'altra, a seguito delle ferite riportate in combattimento nella Grande guerra, """"Un paese"""" si rivela un'anticipazione di tante tematiche e atmosfere alvariane: prima su tutte, l'attenta, quasi etnografica e diaristica descrizione dell'ambiente sociale e umano del suo paese d'origine, con riferimenti all'universo popolare e alle culture alimentari, con la narrazione di vicende che ricordano la storia d'amore tra il padre e la madre, inizialmente contrastata dal nonno materno. Si tratta di un nucleo narrativo importante, che lo stesso Alvaro descriverà più tardi come una prima prova del suo capolavoro, """"Gente in Aspromonte"""". Oltre a """"Un paese"""", il volume contiene una selezione dei testi più interessanti emersi dal Fondo Lico, che si è rivelato un tesoro di materiali preziosi, tutti scritti tra il 1911 e il 1916."" -
Cittadinanza. Geografie, filosofie, iconografie, economie
"In quanto architetto - scrive Mario Botta - resto convinto che la città europea sia ancora oggi una delle forme più evolute, intelligenti flessibili e accoglienti dell'organizzazione dello spazio di vita dell'uomo. La sua struttura, dovuta alle stratificazioni storiche che si sono succedute nel tempo, definisce un territorio di memoria che si propone a tutt'oggi come possibile esempio per uno sviluppo tanto civile quanto sostenibile dei nostri universi abitativi"""". Così una delle maggiori figure dell'architettura contemporanea racconta il centro tematico di questo volume che, in effetti, si propone l'obiettivo programmatico di sottoporre la questione della città e del progetto urbano alle interpretazioni incrociate di un vero e proprio dibattito interdisciplinare. Gli autori, grandi intellettuali dei nostri tempi, s'interrogano sull'eredità della città europea e mediterranea, analizzata sia nelle dinamiche storiche dei sistemi di cittadinanza che l'hanno forgiata, sia nelle sfide cui la costringono i processi di globalizzazione che hanno investito il mondo odierno e che stanno sempre più urbanizzando i nostri territori. Il risultato è un quadro di analisi storiche e riflessioni teoriche che intersecano geografia umana, filosofia politica e morale, storia delle idee e dell'urbanistica, sociologia ed economia. Il filo conduttore consiste in una lettura della città e del territorio alla luce della complessità dei fenomeni storici e sociali implicati nella questione urbana..." -
Lettere americane 1927-1949
Frutto di un pluriennale lavoro di ricerca in vari archivi americani e italiani, questa raccolta di lettere inedite, curata da Renato Camurri, copre un arco cronologico corrispondente al periodo dell'esilio americano di Gaetano Salvemini. Docente all'Università di Harvard dal 1934 al 1948, per la fama di cui godeva già prima di arrivare nel prestigioso ateneo di Cambridge e per l'impegno profuso attraverso la collaborazione a giornali, riviste italiane e americane e la pubblicazione di numerosi libri, Salvemini costituì un punto di riferimento fondamentale all'interno della comunità composta dagli intellettuali europei impegnati nella comune battaglia contro i totalitarismi e nel dibattito sulla crisi e il futuro della democrazia. Contrariamente, infatti, a una vecchia e superata immagine trasmessaci da alcuni biografi, il Salvemini che emerge da queste lettere non è l'eremita chiuso nel suo studio della Widener Library di Harvard. Il suo profilo è piuttosto quello di un intellettuale pienamente inserito nella vita accademica e scientifica americana, al centro di una vasta rete di relazioni sociali e culturali, un refugee capace di interpretare la traumatica esperienza dell'esilio come occasione per ritrovare una nuova vitalità umana e scientifica. -
Un mondo diviso. Testo inglese a fronte
"Dentro di me c'è un nocciolo come quello che cerca di riempire il mango. Dentro c'è l'essenza di un altro continente. Ho paura di perderlo - ma quanto sarebbe meglio se potessi prenderlo tra le braccia e scappare via tenendolo stretto!"""" (Moniza Alvi)" -
Storia quasi vera del milite ignoto. «Come e perché sono finito all'Alare della Patria»
Storico per mestiere, raccontatore per passione, Emilio Franzina cammina in queste pagine sul filo tra storia e letteratura e, attingendo a una miriade di documenti autentici della grande guerra, ricostruisce in modo immaginario la biografia del soldato morto nel 1918 e mai identificato. Mettendo insieme i pezzi di vita vissuta disseminati in una sconfinata mole di lettere, autobiografie e resoconti ufficiali raccolti in anni di ricerche, lo storico compone, come in un puzzle, la storia verosimile, o quasi vera, di un combattente che attraversa tutte le fasi dello sforzo bellico dell'Italia tra il 1915 e il 1918 e che dopo aver portato più volte a casa la pelle da valoroso e decorato soldato, muore da ignoto non in battaglia, ma durante una fuga, insieme a una ragazza, da una casa di piacere per scampare a un bombardamento nemico. Per una circostanza fortuita sarà la sua salma ad essere sepolta nell'Altare della Patria a emblema e memoria di tutti i caduti in guerra. Ed è proprio da questo luogo simbolo che il Milite ignoto comincia in queste pagine a narrare in prima persona, dopo cent'anni, la storia della sua vita - una vita emblematica poiché, grazie alle ricerche storiche e alle congetture narrative di Franzina, assomma circostanze, ambienti, episodi, conosciuti da una generazione di italiani finiti al fronte più o meno consapevolmente. -
Storia sociale dei tatuaggi
C'è stato un tempo in cui il tatuaggio non era diffuso né ammesso come una forma di modifica del proprio corpo. Secondo la Genesi, il primo tatuato della storia, più precisamente segnato, è Caino, la cui discendenza sarà maledetta. Tra i caratteri distintivi del tatuaggio c'è proprio quello di essere un marchio deprecabile, spesso associato a prostitute e reietti. Incisione sulla carne poco praticata in Occidente, il tatuaggio compare per la prima volta nel nostro mondo nei diari di James Cook, che usa il termine ""tattoo"""" di ritorno dal suo primo viaggio nei mari del Sud. È a partire dai mirabili resoconti dei viaggiatori del Settecento che si sedimenta una rappresentazione esotica di remote etnie, in cui i tatuaggi svolgono un ruolo fondamentale nel definire l'alterità di popoli sconosciuti. Proprio in virtù del suo alone maledetto, il tatuaggio raggiunge una notevole popolarità con la scena punk a metà degli anni settanta del secolo scorso, quando comincia a essere praticato e interpretato come una forma simbolica di ribellione. In un'epoca caratterizzata da una profonda crisi economica e da un alto tasso di disoccupazione giovanile, infatti, la teatralizzazione punk della precarietà avviene anche attraverso i tatuaggi, autoinflitti, in cui si ribadisce una condizione selvaggia e marginale.""