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La critica come critica della vita. La letteratura e il resto
La critica letteraria può essere anche critica della vita? È questo l'interrogativo, lanciato da Massimo Onofri, che anima la discussione ospitata nel volume. Nel saggio di apertura Onofri teorizza un'idea di critica letteraria come critica della cultura, della società e, in una parola, della vita, a partire da una ragione laica, aperta e spregiudicata, autorevole ma sempre in difetto di conoscenza. Un'idea per la quale di conseguenza il critico letterario si distingue da uno studioso e da un recensore per essere un critico della vita attraverso la letteratura e un critico della letteratura attraverso la vita. Alcune tra le più autorevoli voci contemporanee fanno qui il punto sullo stato dell'arte della critica letteraria, partendo dalle sue radici antropologiche e filosofiche per riflettere sui concetti di impegno e democrazia, di giudizio di valore e di canone, di vita e di senso comune cui la critica militante è costitutivamente e imprescindibilmente legata, laddove questa resta, nonostante tutto, l'unica forma di resistenza a un totalitarismo, quello della teoria, che ha provato a cancellare, nel nome del metodo e della scienza, i diritti del lettore in carne e ossa; e al contempo l'unica possibilità dell'uomo e del cittadino per uscire dal suo stato di minorità. -
Del matrimonio considerato come un'arte
"Quali possibilità c'erano che Julia e Philippe, le cui storie rivelano singolarità incommensurabili, si incontrassero a Parigi nel 1966? Che si amassero prima, durante e dopo il Maggio '68? Che restassero sposati dal 1967? Poche possibilità: il calcolo delle probabilità avrebbe bisogno di una serie astronomica di cifre dopo lo zero..."""". Eppure, tutto ciò è successo. Due """"stranieri"""" nel corpo e nell'anima hanno deciso di restare saldamente in un luogo che essi stessi hanno scelto di disegnare come il loro matrimonio dal momento in cui ciascuno ha sentito che il """"vivere con l'altro"""" gli era inevitabile. Prende avvio da qui un dialogo serrato sull'amore, che assume la forma di un vero e proprio lessico della vita matrimoniale. Julia Kristeva, psicanalista e scrittrice, e Philippe Sollers, scrittore e filosofo, due personalità di spicco della cultura del nostro tempo, si interrogano sull'arte di costruire un matrimonio che duri e che resista agli urti della società globalizzata, ma anche sulle ragioni per cui hanno scelto di armonizzare le loro diversità all'apparenza inconciliabili in un """"luogo vivente come un organismo, le cui parti perdono un po' di se stesse in nome della libertà dell'altro""""." -
Avrei fatto la fine di Turing
La nuova raccolta di versi di Franco Buffoni è intitolata al matematico Alan Turing, morto suicida dopo essere stato sottoposto a castrazione chimica per ""curare"""" la sua omosessualità. Allo stesso tempo, il libro è dedicato alla memoria dei genitori del poeta, bravissime persone che tuttavia non avrebbero mai potuto accettare un esplicito coming-out da parte del figlio adolescente. Per questo Buffoni, mentre riserva versi intensi, di un lirismo assoluto, al padre e alla madre, ricorda la terribile sorte toccata a Giovanni Sanfratello, compagno di Aldo Braibanti, rapito dai familiari nel 1964 e internato dapprima in una clinica privata per malattie nervose, quindi in manicomio, dove venne sottoposto a elettroshock e coma insulinici, fino alla riduzione allo stato vegetativo. Buffoni denuncia, con le sue parole, le strutture di pensiero della religione cattolica - in particolare il """"binarismo sessuale"""" e l'""""eterosessismo"""" - che costituiscono il sottofondo del sapere medico-psichiatrico-psicologico in Italia e delle prassi cliniche che ne derivano. In questo """"intratestuale libro unitario"""", il tema profondo consiste quindi nell'analisi della genitorialità, ma anche nel suo opposto."" -
Democrazia. Storia di un'idea tra mito e realtà
La democrazia - il potere, il governo, la sovranità suprema del popolo - ha sempre costituito, dalla Grecia antica in poi, un problema: circa il modo di intenderla, le sue possibilità di attuazione, i suoi lati positivi o negativi, il suo essere soprattutto un mito o anche una realtà. Dal Settecento in avanti non sono mai venute meno le aspre divisioni che hanno contrapposto i fautori della democrazia diretta ai sostenitori della democrazia rappresentativa. In queste pagine, uno dei maggiori storici della politica ci consegna un'opera con un duplice intento: da un lato ricostruire la storia del pensiero dei grandi filosofi politici classici - dall'età di Pericle a quella contemporanea - sul tema della democrazia e sui suoi dilemmi, dall'altro offrire una serie di riflessioni sui limiti e persino gli stravolgimenti che la sovranità popolare in quanto mito, potente ideologia, progetto astratto, ha conosciuto e non poteva non conoscere nelle sue molteplici attuazioni. A corollario di questo doppio livello di lettura, Salvadori mette a fuoco il processo di grave deterioramento che la democrazia liberale - proclamata trionfante dopo il crollo politico e morale del comunismo totalitario che aveva preteso di incarnare la ""vera"""" democrazia - ha subito a partire dall'offensiva vittoriosa del neoliberismo iniziata alla fine degli anni settanta del secolo scorso, la quale ha spostato in maniera crescente il centro del potere decisionale dai singoli Stati alle grandi oligarchie finanziarie e industriali sovranazionali."" -
Che cos'è il cinema
Il cinema, il segno più popolare della modernità, l'unico capace di parlare all'intero pianeta, è stato la forma perfetta dei corpi e dei desideri, il punto di fusione incandescente tra immagine e immaginazione: e ancora oggi per comunicare, raccontare, emozionare, sorprendere e provocare, in rete come sul più piccolo degli infiniti schermi di cui ci circondiamo, per creare mondi o registrare la realtà, è difficile trovare una lingua diversa da quella delle immagini e dei suoni dei film. In questo libro i volti più celebri dello star system internazionale, da Meryl Streep a Sean Connery e Al Pacino, da Valeria Golino a Toni Servillo, e i maestri della macchina da presa, da Lynch a Malick, Wenders e Tornatore, si raccontano, parlando di sé e del loro rapporto con il cinema. Queste conversazioni, nate dagli incontri della Festa del Cinema di Roma, conducono il lettore al centro della settima arte, attraverso le storie che hanno dato origine ai film della nostra vita. Alle parole dei protagonisti si affiancano le testimonianze di giornalisti, intellettuali, operatori culturali (Gianni Canova, Valerio Cappelli, Fulvia Caprara, Carlo Fuortes, Domenico Starnone) che raccontano quel ""piccolo teatro della parola"""" allestito con cura e dedizione da Mario Sesti che consente alle parole di entrare in intimità con chi le ascolta rinnovando l'incanto del cinema."" -
Il futuro si costruisce giorno per giorno. Riflessioni su spazio, società e progetto
Il lungo lavoro di Bernardo Secchi, nei progetti, negli scritti, nella costruzione di una discussione pubblica, può essere letto come un esercizio inflessibile sul modificarsi incessante delle pratiche e dei saperi di un'area disciplinare premuta dal mutamento della società, della struttura del potere, dei comportamenti individuali e collettivi, dei valori e degli immaginari che attraverso di essa si esprimono. ""L'urbanistica è attività eminentemente rivolta a un futuro possibile - scrive Secchi -, che cerca di costruire, attraverso il progetto, il miglioramento della vita degli abitanti di una città o di un territorio"""". Questo volume raccoglie venti saggi, alcuni dei quali inediti e molti pubblicati in altra lingua, scritti tra il 1999 e il 2014. È un libro che dialoga pertanto con altre raccolte di testi di Bernardo Secchi, disegnando la sua riflessione nella stagione più recente. Accanto ai saggi, i regesti completi degli scritti e delle opere, dal 1962 al 2014, permettono di rintracciare le relazioni con i luoghi, gli interlocutori e i contesti che Secchi ha costruito nel tempo, entro un percorso di studio e lavoro straordinariamente ricco e articolato che lo ha portato a progettare, insieme a Paola Vigano, in numerose città europee. Con scritti di Paola Viganò e Patrizia Gabellini."" -
Storia della Repubblica. L'Italia dalla Liberazione ad oggi
Settant'anni di storia: un percorso intenso e tormentato, intriso di speranze e di delusioni, di traumi profondi e di mutamenti inavvertiti. Un percorso cui attingere più che mai, questo è il senso del libro, nei disorientamenti dell'oggi. Nel disagio per il nostro presente. Nell'incombere di scenari internazionali che alimentano le inquietudini del nuovo millennio. Quanto siamo cambiati nei settant'anni della Repubblica? Come sono venuti a confliggere, nel loro scorrere, modi diversi di essere italiani? Come si è passati dalla società sofferente e vitale del dopoguerra, capace di risollevarsi dalle macerie di un regime e dalle devastazioni di un conflitto mondiale (e protagonista poi di uno sviluppo straordinario), all'Italia spaesata di oggi? In un unico sguardo tutte le stagioni della nostra vicenda repubblicana, nel succedersi di scenari sociali e politici, culture, generazioni: il dopoguerra, intenso e tormentato; le trasformazioni, le speranze e le disillusioni del ""miracolo economico""""; le tensioni e gli umori degli anni settanta, non riducibili al dilagare di conflitti e terrorismi; la grande mutazione degli anni ottanta, vera origine dei processi successivi. Sino agli ultimi vent'anni: la bufera di Tangentopoli, il crollo del precedente """"sistema dei partiti"""" e la lunga stagione di Berlusconi, con corposi segni di un più generale declino civile; l'urgenza e al tempo stesso l'estrema difficoltà di invertire la deriva."" -
La nostra cruda logica. Testimonianze di soldati israeliani dai Territori occupati
Comprendere la logica interna di un conflitto, come quello arabo-israeliano, che ha attraversato il Novecento e che tuttora si perpetua con picchi di estrema recrudescenza, non è semplice, e spesso il pregiudizio o la mancanza di conoscenza condizionano la capacità di rovesciare il punto di vista e di mettersi dall'altra parte. Questo libro, che per la prima volta lascia parlare senza il filtro dell'istituzionalità i soldati dell'esercito israeliano, rappresenta un'occasione di riflessione. A raccontarsi sono ex combattenti che provano a ""rompere il silenzio"""", rivelando la natura straniante della loro esperienza: assistiamo così in queste pagine a un """"profondo esercizio di autoanalisi dei narratori, della loro umanità e di quella del loro mondo"""", scrive nella sua prefazione Alessandro Portelli. Un libro di storia orale, dunque, che ci conduce nei meccanismi più complessi di una logica essenzialmente di prevenzione di possibili attentati - tanto implacabile quanto ormai """"normale"""" per chi sente di fare il proprio dovere agendo nel rispetto di regole all'apparenza neutrali. La ripetitività e l'ordinarietà di certi comportamenti aprono invece a violazioni, altrove considerate inaccettabili, dei diritti elementari."" -
Peplum. Il cinema italiano alle prese col mondo antico
Fin dagli albori del cinema, l'antichità greco-romana ha sempre rappresentato una fonte inesauribile di storie e temi a cui attingere, un serbatoio di avventure, personaggi e peripezie che attendevano solo di essere rappresentati sul grande schermo. I primi film di questo genere, chiamato ""peplum"""" dalla critica francese (dal termine che indica la veste femminile in uso presso le donne greche fino al VI secolo a.C), escono negli anni dieci, ma il periodo di maggiore fioritura inizia nel secondo dopoguerra, per toccare l'apice tra la fine degli anni cinquanta e le ultime fasi del boom economico. Il peplum diventa così uno dei generi quantitativamente più rilevanti della produzione del cinema italiano. Per descrivere la fortuna ondivaga di queste produzioni viene spesso utilizzata la metafora del fiume carsico, ma il peplum si rivela essere un campo di tensioni che attraversano con intensità variabile l'intera storia del cinema, modulandosi in forma diversa a seconda delle epoche e delle necessità. Esso diviene di volta in volta veicolo di promozione culturale del mezzo cinematografico, luogo di mediazione tra le istanze della società dei consumi e le radici della cultura nazionale, oppure scenario metaforico in cui ambientare satire del costume contemporaneo. Utilizzando metodologie di ricerca differenti, dagli studi culturali all'analisi dei modi di produzione, dall'esame della dimensione intermediale a un approccio transnazionale, questo lavoro indaga il ruolo svolto dalla rappresentazione dell'antichità..."" -
Le buone abitudini. L'approccio culturale ai problemi dello sviluppo
Prosperità e buongoverno: chi non li vorrebbe? È giudizio condiviso che nel mondo siano merce rara. Ma c'è grande discussione a proposito dei fattori che li determinano e che servirebbero a replicarli. Da qualche anno ha preso sempre più forza la visione dello sviluppo economico come processo culturale: gli economisti hanno abbandonato certe loro granitiche convinzioni, includendo nella propria visione del mondo importanti fattori non economici (come l'efficienza della pubblica amministrazione, il ruolo delle istituzioni locali, la certezza del diritto). Le resistenze a un simile approccio continuano tuttavia a essere molto forti: non è un caso che le politiche di sviluppo finanzino quasi esclusivamente le infrastrutture o gli incentivi agli investimenti privati, mentre solo una quota irrisoria sia destinata alla formazione professionale e alla ricerca tecnologica; per non parlare della totale assenza di programmi finalizzati a lavorare sulla mentalità delle popolazioni coinvolte nei progetti di sviluppo. Questo libro cerca di fare luce su una questione così controversa, raccogliendo i saggi più importanti e autorevoli pubblicati negli ultimi vent'anni in tema di ""cultura & sviluppo"""" e facendoli interagire con le ricerche che l'autore conduce da tempo sulle """"buone abitudini"""", vale a dire sulle convinzioni, gli atteggiamenti e i valori ideali che sono risultati funzionali alla prosperità e al buongoverno a qualsiasi latitudine e longitudine siano stati applicati."" -
Cola Pesce e altre fiabe e leggende popolari siciliane. Ediz. integrale
Nel cuore azzurro del Mediterraneo c'è un'isola del tesoro, anzi, dei tesori: è infatti dalla Sicilia che ci arriva l'ultimo prezioso repertorio di fiabe e storie popolari che il grande maestro Giuseppe Pitrè ha sottratto all'oblio più di cento anni fa, trascrivendo parola per parola altre centosettantatré storie ascoltate dai popolani. Dopo il successo delle trecento fiabe sgorgate dal Pozzo delle meraviglie (2013), la Donzelli getta di nuovo in acqua la lenza per ripescare un altro forziere di trame incantate e dimenticate. Questa volta l'amo si cala negli abissi mediterranei, per portare in superficie storie e personaggi suggestivi come quel Cola Pesce di cui la raccolta offre al lettore ben diciassette diverse storie. Talvolta bambino e talvolta uomo, Cola è una creatura per metà umana e per metà marina, a cui un re o una regina divorati dalla curiosità chiederanno di scoprire cosa si celi nei fondali dell'isola e su cosa poggi l'intera Sicilia. Il filo del racconto si tende tra il mito classico e la leggenda popolare, che tramandandosi di bocca in bocca si arricchisce. Non a caso, la storia di Cola Pesce fu scelta da Calvino tra le più belle destinate alla sua raccolta di Fiabe italiane. -
Anatomie in fuga
"Cristina Annino aveva avuto un esordio felice, una giovinezza poetica decisamente illustre, di primo piano. Aveva infatti goduto della stima di grandi personaggi, di poeti e promotori di poesia di cui oggi sentiamo la mancanza. Parlo infatti di Franco Fortini, di Giovanni Giudici, di Antonio Porta, che con la loro autorevolezza ne avevano subito colto l'originalità, la freschezza energica, il talento, insomma. Erano stati i tempi del suo esordio in un collettivo Einaudi con introduzione di Walter Siti, della pubblicazione di uno dei suoi libri migliori, Madrid, apparso in una collana diretta da Michelangelo Coviello. Da allora sono passati più o meno trent'anni e Cristina Annino ha lodevolmente pensato più all'autenticità, sempre rincorsa, della propria esistenza personale che al successo letterario e alla presenza su una scena che ingiustamente - ma con il suo concorso involontario - la stava mettendo temporaneamente da parte. Eppure Cristina Annino non aveva certo smesso di scrivere, e questo libro, di certo il suo più importante, ne è la prova quanto mai persuasiva. Ed è un libro dalla genesi particolarissima, composto in un arco di tempo molto ampio, e frutto di un continuo tornare dell'autrice sui propri passi, ritoccando, correggendo, rimuovendo o aggiornando un corpo di testi che solo ora vedono la luce in una loro definitiva forma."""" (Dall'Introduzione di Maurizio Cucchi)" -
La salute, tra scienza e politica. Scritti (1984-2011)
Medico e igienista di formazione, politico per convinzione, umanista per natura, Giovanni Berlinguer - una delle figure più cristalline nella storia politica dell'Italia repubblicana - si è sempre confrontato con tre dimensioni per lui inseparabili: la ricerca delle cause delle diseguaglianze in campo sanitario, realizzata con l'analisi puntuale e articolata delle realtà sociali, economiche e culturali; l'impegno politico per modificare in profondità tali realtà; il rispetto dei diritti fondamentali della persona e in particolare del diritto alla salute. La spinta a porre il tema della salute al centro dell'azione politica e sociale si rivela costantemente in questa raccolta di saggi nei quali, nell'arco di un trentennio, Berlinguer mostra come la salute non sia un elemento dato, un destino irrevocabile, bensì una condizione mutevole nella società e nelle varie epoche. C'è, nel tema, qualcosa di ancora più profondo: la salute finisce con l'essere lo specchio che permette di leggere il modo in cui una società si organizza. Uno dei risultati più innovativi raggiunti da Berlinguer consiste in un cambiamento di fondo dell'impostazione teorica: rispetto al valore primario della salute, si tratta di mettere in subordine la stessa questione della distribuzione delle risorse, perché se la salute è un diritto fondamentale della persona e, in quanto tale, è un bene comune inalienabile, essa deve essere libera da ogni dipendenza. Prefazione di Giorgio Napolitano. -
Economia e società. Diritto
Caso unico dell'enorme laboratorio aperto da Max Weber attorno al progetto di Economia e società, il volume sul Diritto è interamente condotto sui manoscritti originali che fanno parte del lascito dell'autore. La complessa costruzione sociologico-giuridica weberiana viene qui proposta in una veste del tutto inedita, che restituisce finalmente al lettore la disposizione dei testi pensata dallo stesso Weber per Economia e società. La trattazione del nesso tra le formazioni sociali e le istituzioni giuridiche si rivela come un'officina in cui alla vulcanica creatività di Weber si affianca il suo approccio metodologico rigoroso. Il volume si apre con il testo ""L'economia e gli ordinamenti"""", in cui l'autore definisce le categorie di costume, convenzione e diritto, mostrando la genesi dell'obbligazione giuridica dal tessuto delle comunità storiche; a esso, che funge quasi da introduzione, segue la celebre """"Sociologia del diritto"""", qui intitolata, con maggiore fedeltà alle intenzioni dell'autore, Le condizioni evolutive del diritto. In questo denso contributo teorico, l'origine storica del razionalismo formale occidentale viene ricostruita in una sintesi di singolare chiarezza, attenta alla genesi sociale, economica e politica degli istituti giuridici e ai conseguenti effetti del diritto nelle più diverse epoche. Testo critito della Max Weber-Gesamtausgabe. Edizione originale a cura di Werner Gephart e Siegfried Hermes."" -
Tutte le fiabe. Ediz. illustrata
Centinaia sono le versioni, rimaneggiate, riscritte o reinterpretate da penne illustri, delle storie messe per la prima volta nero su bianco nel 1697 da Charles Perrault. Fu all'epoca, infatti, che il celebre letterato francese decise di intraprendere un ambizioso progetto: trasformare alcune storie della tradizione orale in racconti letterari, con tanto di morale, da destinare ai salotti della Francia del Re Sole. L'intento dichiarato di Perrault era ""contaminare"""" la cultura e la letteratura del tempo mediante il recupero delle credenze pagane e dei motivi superstiziosi e magici del folklore. La forza intrinseca di quella sfida è dimostrata dal fatto che le sue storie hanno attraversato tre secoli migrando di bocca in bocca, di penna in penna - prima fra tutte quella dei fratelli Grimm. L'ironia della sorte ha voluto non solo che l'intento modernizzatore di Perrault abbia dato vita a dei """"classici"""" per antonomasia, ma anche che la popolarità di ciascuna delle sue storie abbia preso il sopravvento sull'autore, a tal punto da assumere una vita propria. Con la fiaba inedita """"I desideri strampalati"""". Età di lettura: da 6 anni."" -
Economia e società. La città
"La città"""" è uno dei nuclei più compatti e originali sviluppati da Max Weber in vista della costruzione complessiva di """"Economia e società"""". In questo testo l'attenzione ai dettagli storici, politici ed economici si staglia sullo sfondo di un imponente piano di lavoro teorico, in cui il percorso multidisciplinare sotteso al filo dell'esposizione weberiana si propone come una ricostruzione, al tempo stesso storica e ideale, delle tappe attraverso cui si è venuto formando quell'unicum della storia del mondo rappresentato dalla civiltà occidentale moderna. L'analisi degli sviluppi della storia umana, e il tentativo di individuare la linea specifica che ha dato origine alle vicende dell'Occidente moderno raggiungono nella riflessione sul modello urbano uno dei punti più alti, e costituiscono un esempio perfetto dell'ampiezza e dello spessore dello sguardo comparativo di Weber, capace di padroneggiare le diverse epoche storiche, dalla Grecia a Roma, dal medioevo alle civiltà orientali, fino alla nascita del capitalismo moderno. Trattato incompiuto, il testo del grande pensatore tedesco non rinuncia a quella profondità ermeneutica espressa nelle decisive intuizioni che hanno influenzato la successiva ricerca specialistica: il rapporto tra mercato e fortezza signorile, la tensione militare della polis democratica greca, la costituzione di una consapevolezza politica nella borghesia del medioevo italiano." -
Economia e società. Comunità
La trattazione sulle Comunità riunisce i testi che, con ogni probabilità, costituiscono il nucleo più antico dell'ambizioso progetto di Economia e società. In questi scritti Max Weber fornisce un'esaustiva rassegna delle molteplici forme di aggregazione e associazione, mettendone in luce di volta in volta il rapporto con lo sviluppo dell'economia e con le modalità più razionali dell'agire sociale. Attraverso una rigorosa analisi che spazia dalla comunità domestica ai ceti guerrieri, dalle comunità etniche - in cui si discute criticamente il concetto di ""razza"""" -, alla nazione, legata alle tonalità emotive del """"prestigio della potenza"""", Weber approda alla disamina della costituzione delle comunità politiche, dove emergono le prime, illuminanti definizioni del cruciale concetto di """"potere"""" e del monopolio statale della violenza legittima. Caso limite dell'agire comunitario si rivela invece la """"comunità di mercato"""", governata da dinamiche razionali rispetto allo scopo, che è il presupposto della successiva, ferma distinzione tra le classi, i ceti e i partiti. I testi weberiani sono accompagnati da un manoscritto inedito, dal titolo Associazione domestica, clan e vicinato, presentato qui in forma autonoma, che risale addirittura al 1906 e che costituisce il punto di partenza per un'ampia analisi della comunità domestica, in dialogo con i maggiori teorici delle origini delle società umane, da Lewis Henry Morgan a Friedrich Engels, fino a Johann Jakob Bachofen."" -
Economia e società. Comunità religiose
Con il volume dedicato alle Comunità religiose prosegue la nuova traduzione italiana del capolavoro incompiuto di Max Weber, condotta per la prima volta sulla base dell’edizione critica tedesca. Il terzo tassello di questa importante operazione restituisce alla lunga analisi che Weber dedica a questo tema tutto il suo spessore, ricomponendone l’originaria unità e facendo emergere il valore di questa imponente ricostruzione storico-sociologica. Con la consueta maestria nel muoversi nel tempo e nello spazio, proponendo illuminanti confronti tra le religioni più disparate, Max Weber ne ripercorre i concetti più importanti (dalla teodicea alle dottrine della redenzione, dalla condotta di vita etica alle concezioni dell’aldilà) in rapporto ai ceti e alle classi sociali che di volta in volta se ne fanno portatori e veicoli. Intellettuali e artigiani, sacerdoti e maghi, proletari e contadini danno voce nel corso della storia a esigenze e aspettative religiose che Weber riesce a sussumere sotto diversi tipi ideali. Dialogando con i più grandi storici e scienziati delle religioni del suo tempo, il maestro della sociologia contemporanea fornisce chiavi di lettura originali e innovative del modo in cui le diverse religioni e culture si sono rapportate al “mondo”. Weber riversa tutto il suo acume in un quadro comparativo e unitario di analogie e differenze. Ne emerge un affresco di sorprendente attualità: dal confronto tra le civiltà e le religioni, Weber muove per seguire il filo rosso di uno dei suoi temi per eccellenza, ovvero l’analisi delle ragioni per cui “solo in Occidente” si è data la costellazione religione-capitalismo. -
Economia e società. Dominio
La versione più ampia di questo classico della sociologia politica e giuridica viene presentata dopo un’accurata revisione filologica, con un commento storico dettagliato, che la inserisce nel dibattito in atto all’epoca della redazione del testo, segnalando fonti e interlocutori di Weber, espliciti e impliciti.rnrnrn«In fin dei conti il concetto di ""dominio"""" non è univoco. È incredibilmente dilatabile. Ogni relazione umana, anche del tutto individuale, contiene elementi di dominio, forse reciproco (questa è addirittura la regola, ad esempio, nel matrimonio)». Così scriveva Max Weber a Robert Michels, alla fine del 1910. Questo monumentale volume, i cui scritti risalgono agli anni precedenti la Grande guerra, è la risposta alla sfida di una classificazione per tipi e per forme strutturali di quel concetto incredibilmente «dilatabile». Nelle sue illuminanti esposizioni, quest'opera contiene la più antica stesura della «sociologia del dominio» inclusa nel lascito weberiano, in una disposizione dei testi che una volta per tutte emenda le numerose scelte arbitrarie apportate dai primi curatori. La versione più ampia di questo classico della sociologia politica e giuridica viene presentata dopo un'accurata revisione filologica, con un commento storico dettagliato, che la inserisce nel dibattito in atto all'epoca della redazione del testo, segnalando fonti e interlocutori di Weber, espliciti e impliciti. Troviamo qui enunciate le tipologie fondamentali del dominio: dalle civiltà antiche agli Stati moderni, dalle culture tribali alle comunità monastiche, dal feudalesimo ai principati patrimoniali, il fenomeno del dominio, centrale in ogni aggregazione sociale e comunitaria, è indagato da Weber con la sua padronanza dei diversi ambiti della storia universale e con la sua maestria nel connettere regioni tematiche e situazioni storiche allo stesso «tipo ideale». Un'ampia analisi è dedicata al «dominio carismatico»: con un'intuizione destinata a durare, il concetto di carisma viene mutuato dalla storia della Chiesa e utilizzato per l'analisi dei rapporti tra capi e seguaci in politica. A queste decisive ricerche si aggiunge un lungo testo dal titolo «Stato e ierocrazia», che affronta i rapporti tra il potere politico e quello religioso, cui è affiancata l'edizione critica di una parte del manoscritto originale. Il volume contiene infine il breve scritto su «I tre tipi puri di dominio legittimo», ritrovato nel lascito: una fulminante sintesi della dottrina weberiana."" -
La sicurezza e la sua ombra. Terrorismo, panico, costruzione della minaccia
Si discute se la sicurezza sia o meno un diritto. Di certo è un bisogno primario, per la persona e per la collettività. Il problema è che la sua soddisfazione comporta vari paradossi. Il principale è che, anche quando è complessivamente garantita (come accade nelle società occidentali contemporanee), la sicurezza è inesorabilmente accompagnata da un'ombra: l'insicurezza. Attualmente sono molti coloro che, sulla scena politica e su quella mediatica, lavorano ad allargare l'ombra e a renderla ancora più minacciosa. Nello stesso tempo non è realistico pensare che dietro l'ombra non vi sia - mai e in nessun caso - alcun corpo. Chi vive in una città occidentale, infatti, non può escludere la possibilità di rimanere vittima di un reato, almeno in linea teorica, e questo costituisce una fonte di preoccupazione e di stress con cui bisogna confrontarsi. Soprattutto in un momento come quello presente, in cui il terrorismo islamico, con una potenza di fuoco crescente (nella quasi totalità dei casi simbolica ma non per questo meno dirompente), persegue il suo obiettivo strategico: creare il panico presso il maggior numero possibile di persone allo scopo di educare all'odio tra le rispettive civiltà.