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Splendido Sudtirolo dalle mille emozioni. 30 gite a piedi e in auto, a laghetti, borghi e cime dell'Alto Adige
Conoscete il Museo dell'Ape sull'altopiano del Renon / Ritten? Avete visitato Schlöss Prösels, lo splendido Castel Presule in valle Isarco? Sapete che a Schlöss Churburg c'è la più grande armeria privata d'Europa? E ancora: come appassionati di natura sarete conquistati dal canyon del Bletterbach, una gola in cui si può leggere la storia geologica delle Dolomiti, un'escursione che fa assaporare il gusto di un'avventura indimenticabile. Volete grandi panorami? Eccovi celebri vie ferrate, dalla Santner che porta alle Torri del Vaiolet alla Oskar Schüster che sale al Sassopiatto / Plattköfel, fino a quella sulle creste di Masarè ed a quella sulla Roda di Vael. Cercate i laghetti alpini? Scoprite il Gollersee oppure fate una puntata al grande lago di Kaltern / Caldaro. Volete immergervi nel territorio, nelle tradizioni che vengono da un affascinante passato? Ecco: dalla passeggiata Tappeiner a Merano / Meran fino agli affreschi venuti alla luce all'abbazia di Marienberg avrete solo l'imbarazzo della scelta. Infine, consentiteci un suggerimento inconsueto. Esiste anche la possibilità di vedere dall'alto l'intero Sudtirolo in miniatura: è offerta dal museo fermodellistico di MondoTreno, a Rabland / Rablà. E poi … molto altro ancora. Sempre con testi puntuali, fotografie ampiamente descrittive, cartine. -
L'ombra dell'apocalisse. La follia di pochi, una famiglia spezzata, come tante
1924. Un protagonista senza nome, perché non ci sono nomi dentro una guerra, ma solo vittime. Un giovane segnato per sempre nel corpo e nell'anima, come troppi altri che quel massacro non avrebbero mai voluto. Un'apocalisse che sopravvive dolorosamente nei ricordi, legati a scintille di umanità tanto più preziose in quanto scoccate nella più greve oscurità, ma non solo. Un antieroe, imbevuto di una cultura, forse un sogno, fiorente a cavallo del secolo così a Vienna come a Parigi, estranea alle contorsioni della politica e alla becera violenza dei nazionalismi. Una cultura che qualcuno definì antiquata, ma la storia si è incaricata di riconoscere in anticipo sui tempi. A quella, e all'amicizia, si aggrapperà per cercare di sfuggire al dolore e agli incubi, sopravvivere in un mondo sconvolto e ancora preda della stessa violenza e stupidità, che come un'ombra sembrano oscurare anche il futuro. -
Il bibliotecario. Un «topo di biblioteca» che si improvvisa investigatore. Ediz. integrale
Aldo, bibliotecario di Rocciacastello, è un quarantenne dalla vita routinaria, ordinata e fin troppo tranquilla. Si è invaghito di Marika, la figlia del commissario Giacomoni, ma lei lo considera ""SOLO un topo di biblioteca"""", uno che le avventure le vive esclusivamente nei libri. Come fare per stupirla? Zoe, ispettrice di polizia nella squadra del commissario Giacomoni, è una trentacinquenne dalla vita incasinata, disordinata e frenetica alla continua ricerca di un proprio equilibrio. Quando una giovane del posto viene uccisa alla Festa della Musica, questi due mondi opposti si intersecano per la prima volta. A seguire il caso è infatti Zoe. Aldo, da parte sua, nella copia di """"Delitto e castigo"""" che Lara, la vittima, aveva preso in prestito pochi giorni prima del suo omicidio, trova un foglietto, usato probabilmente come segnalibro, su cui la ragazza aveva scritto un misterioso indirizzo. Per il bibliotecario quella può essere una pista da seguire; per l'ispettrice, che sospetta di Sebastiano, il ragazzo di cui Lara era incinta e che è scappato dall'Italia in fretta e furia, no. Ma Aldo non demorde e si improvvisa investigatore per fare colpo su Marika. Tuttavia, il suo interferire nelle indagini, ritrovandosi spesso nei casini, fa infuriare Zoe. Ma nonostante l'incontro/scontro tra queste due visioni e vite all'opposto, tra Aldo e Zoe nasce col tempo una bizzarra amicizia, e mentre lui fa calare un po' di imprevedibilità nella sua vita abitudinaria, lei immette un po' di ordine nella sua vita incasinata. Marika invece cambierà idea su di lui? Il bibliotecario è un giallo coi toni della commedia, ambientato in una cittadina immaginaria del Trentino, con un protagonista goffo ma geniale, un """"topo di biblioteca"""" che si improvvisa investigatore per amore in """"un imprevedibile succedersi di eventi tragici dai sorprendenti risvolti umoristici"""" (dalla motivazione del Premio Papaleoni 2017)."" -
Trento nuova. Le sue strade, le sue storie
Lo scopo di questo lavoro è quello di raccontare le strade della grande parte di Trento che è nata fuori delle mura. Si tratta di una ""guida non turistica"""" di quei nuovi rioni urbani che, dopo avere abbracciato le zone più vicine alla città storica, si sono distesi lungo il fondovalle. L'area di interesse della prima parte è quella verso sud tenendo come asse di separazione via Grazioli e via Verdi, così da illustrare vie e rioni presenti nel ventaglio meridionale della città avendo come limite l'area di Man. Nella seconda parte l'attenzione è rivolta al ventaglio nord arrivando, compreso Piedicastello, fino alla zona di Centochiavi. Perché raccontare queste strade? Perché dal punto di vista storico e urbanistico rappresentano la """"Trento nuova"""", quella che si è buttata fuori delle mura e che nel corso di un secolo e poco più, nel bene e nel male, ha riempito il fondovalle. È anche l'area in cui i tanti trentini vivono, lavorano o comunque dove transitano nello spostarsi dentro la città. Di quelle strade forse non hanno ancora conosciuto il come e il perché sono state tracciate, da quali edifici sono accompagnate, di quali storie si sono sostanziate. Il tentativo è proprio questo, offrire la """"guida non turistica"""" delle strade cittadine che percorriamo tutti i giorni aiutando a pensare che percorrere una strada è come attraversare una storia. È evidente che non si possono raccontare le vie, con quanto in esse è avvenuto, senza tenere in considerazione il contesto geografico e il come la città si è sviluppata..."" -
Racconti kenyoti. Ricordi e suggestioni di viaggio in Kenya
"Con grande sensibilità emotiva, Franca Valenti ci presenta la “sua Africa” che diventa immediatamente la “nostra” perché cogliamo un’emozione in più, preziosa per la nostra mente e per il nostro cuore, un tassello di vita vissuta che stimola la nostra sensibilità e la traghetta verso nuovi traguardi emotivi."""" (Daniela M. Di Giusto)" -
Forèst ...Allora sognavo d'andare lontano. Ediz. integrale
Forèst è il ritratto di un luogo e delle sue genti. Ambientato in un piccolo paese del Trentino, intreccia le storie di tre personaggi, in un confronto generazionale che coinvolge gli ultimi ottant’anni. La protagonista, una bambina degli anni ‘90 alle prime esperienze di vita, s’immerge curiosa nel passato dei suoi anziani parenti, scoprendone i valori che accompagneranno la sua formazione sino all’età adulta. Le sue prime volte, le piccole questioni che la smuovono sono un pretesto per conoscere le vicende dei veri eroi di questo romanzo: due anziani parenti che conosceremo attraverso le avventure epiche della loro giovinezza. La nonna, figura rassicurante ma anche misteriosa, custodisce una corrispondenza che svelerà alla nipote un insospettabile passato di collaboratrice della Resistenza. Il prozio anarchico e solare racconta il viaggio clandestino per raggiungere la Francia e la sua esperienza travagliata di migrante negli anni ‘50, fino al suo definitivo rientro in paese, dove diventa per parenti e conoscenti un saldo punto di riferimento. Attraverso la vita della protagonista si intersecano universi separati dal tempo, ma accomunati dall’appartenenza ad una solida cultura paesana e alpigiana. Cos’hanno in comune una partenza clandestina, una lettera d’addio datata giugno 1944 e una cassetta dei Nirvana che gira a vuoto? -
Le ricette di TizianaManiInPasta ...E non dimenticate di essere felici
«Quando Tiziana Mazzotta, alias TizianaManiInPasta, mi ha chiesto di presentare il suo primo libro ""Le Ricette Pugliesi e non solo di TizianaManiInPasta"""", confesso di aver provato un po' di timore, ma, anche, tanta curiosità. Le ricette, la cucina in generale, non sono il mio forte. Non amo cucinare, ma amo mangiare bene. Da giornalista, però, ho accettato subito, mi è sembrata una bella sfida. Tiziana mi ha conquistato subito con la sua spontaneità, la dolcezza e la semplicità. Parlando con lei, ho scoperto il suo mondo fatto di amore per la famiglia, per le tradizioni della sua terra, un mondo di valori che, a volte, sembrano non esistere più. È sempre impresso nella sua memoria, il ricordo della nonna Titina, da cui ha """"ereditato"""" la passione per la cucina. Tiziana si commuove se riceve dei complimenti e """"affronta"""" la popolarità che l'ha investita, con semplicità e allegria. Tiziana è popolarissima sui social, un vero fenomeno, ma è proprio con il suo primo libro, che, da virtuale, il rapporto con tutti quelli che la seguono, è diventato reale. Grazie a lei, ho scoperto che esistono, ancora, le tradizioni che vengono tramandate di generazione in generazione. Ed eccomi qua a scrivere la prefazione per il suo secondo libro che, sicuramente, sarà un altro successo. Ovviamente, la curiosità mi ha spinto a leggere alcune sue ricette e, magari, un giorno, cucinerò qualcosa per la mia famiglia, cercando di comunicare lo stesso amore. TizianaManiInPasta, sei veramente speciale.» (Anna Consales)"" -
L'odissea di Abramo. 1914-1918: fatica, paura e morte nel diario di Celli, soldato di Valsugana. Ediz. integrale
Il diario di guerra di un uomo trentino (tirolese italiano all'epoca) che ebbe la ventura di attraversare in armi l'intero conflitto e praticamente su tutti i fronti geografici su cui ebbe a scontrarsi l'Impero austro-ungarico: dalla Galizia, dove fu spedito due volte, alla Romania, dalla sua terra, sia sul lato lombardo che su quello veneto, che in territorio friulano e veneto. Una vicenda particolare quindi, una storia di guerra molto complessa: che portò Abramo Celli di Tezze, in Valsugana, ad essere ferito due volte, a veder morire sui campi di battaglia compaesani ed amici, ad assistere in territorio italiano conquistato ad uno scoppio immane. Simile a quello che durante la stessa Prima guerra mondiale sconquassò la sua Tezze, danneggiando anche la sua abitazione da cui moglie e figli, genitori, erano stati comunque precocemente sfollati. In una delle pagine più violente, indegne ed insensate della storia umana. -
La grande ruota
Piccoli e grandi lettori vivranno con Michele una magica avventura alla scoperta delle proprie emozioni. Londra, animali esotici, suonatori bulgari e nocciole caramellate: un racconto a dir poco vertiginoso. Età di lettura: da 6 anni. -
La Venere di Hayez
Trento, estate del 1830. Francesco Hayez, primo pittore d'Italia, è in città per eseguire il ritratto della ballerina Charlotte Chabert. Il committente dell'opera è il conte Girolamo Malfatti, ultimo esponente del suo antico casato, che su questo affare mantiene il più stretto riserbo. I conoscitori d'arte locali sono in subbuglio e tentano invano di saperne di più sul dipinto e sulla stessa modella. Il podestà Benedetto Giovanelli si dice convinto che l'avvenimento gioverà alla città, rianimando sulle rive dell'Adige il culto delle belle arti, ma c'è chi giura che non tarderà a scoppiare uno scandalo. Si mormora infatti che la bella Charlotte sia in realtà l'amante di Malfatti, e che per mantenerla egli stia dilapidando il cospicuo patrimonio familiare. Inevitabilmente, nella buona società cominciano a circolare le illazioni più piccanti. Il cavaliere Giovanni de Maffei, che pure frequenta il gruppo dei “conoscitori”, sembra essere l'unico a non appassionarsi del caso. Un tarlo s'insinua tuttavia nei suoi sogni di uomo sposato: un corpo nudo e un nome. -
Il richiamo del male. Accadono cose molto strane nella tranquilla cittadina di Confidence
Che ci fa un cervo imponente a spasso per una tranquilla cittadina americana? E perché si avvicina alle persone e alle loro case, fissandole con uno sguardo intenso, penetrante, affatto intimorito? Una forza ancestrale si va risvegliando, a turbare la placida quotidianità della città di Confidence. Un oscuro potere in grado di manipolare gli esseri viventi, muovendoli a compiere azioni malvagie, talvolta fatali, si va realizzando. Ogni apparizione del cervo misterioso è infatti preludio di avvenimenti indecifrabili, presagio di un male più grande. Animali che impazziscono improvvisamente, donne che scompaiono, persone perbene che stravolgono la propria identità per trasformarsi in pericolosi assassini. La situazione degenera, la polizia si affanna da un capo all'altro della città, in cerca di una spiegazione e soprattutto di un colpevole. In mezzo a tutto questo c'è Mike, un timido giovane dall'esistenza solitaria con un dono speciale che lo contraddistingue. Guidato da forze benefiche si ritroverà, suo malgrado, ad affrontare con coraggio un destino che non avrebbe mai lontanamente immaginato. Ma in fondo non tutto si può capire. Non tutto si può spiegare. Lo scontro tra il bene e il male resiste sin dalla notte dei tempi, convivendo nell'animo umano in un'antitesi talvolta lacerante. Occorre imparare a fronteggiare le contrapposizioni tra forze buone e forze malvagie, senza scardinare il confine della loro convivenza, perché il richiamo del male è sempre in agguato, pronto a risorgere, non appena riesca a trovare qualcuno che lo raccoglie. -
La tana del lupo
"Le pagine scorrono come acqua sorgiva, fresca, nuova. Si rincorrono le parole rotolando come ruscelli in mezzo ai boschi, alla ricerca di un punto di partenza per una nuova vita. Pensieri e sentimenti, paure e riflessioni, corsi e ricorsi della vita, mentre il mondo soffre delle nostre manipolazioni. La mia penna disegna e scrive un percorso di rispetto indirizzato alla natura tutta: persone e animali, ambienti e idee. Posso fare ben poco da sola per la difesa del territorio, per l'educazione alla tutela dell'ambiente naturale, se non dare esempi di convivenza pacifica e produrre piccoli progetti per una vita migliore prima che sia tardi, per passare ai nostri figli il testimone della tutela assoluta del meraviglioso pianeta che ci è stato regalato integro."""" (l'autrice)" -
Forte Belvedere Gschwent. Guida all'architettura, alla tecnica e alla storia della Fortezza Austro-Ungarica di Lavarone
Forte Belvedere Gschwent, la fortezza austro-ungarica di Lavarone, è oggi una delle testimonianze più significative della Prima guerra mondiale sul territorio italiano. Realizzato dal Genio militare asburgico nel triennio 1909-12, il Forte ebbe il compito di arrestare l'avanzata delle truppe italiane dirette verso Trento in un settore del fronte particolarmente delicato. Su questo altipiano, infatti, si scatenò una delle più cruente battaglie della guerra e Forte Belvedere, sebbene sottoposto ai pesanti attacchi dell'artiglieria nemica, seppe resistere e svolse pienamente la sua funzione anche sotto i micidiali bombardamenti dei mortai da 305 mm. Questa pubblicazione si propone di spiegare la storia e gli aspetti tecnici di Forte Belvedere, per far comprendere le particolarità di una delle rare fortezze di moderna concezione ad essere giunte integre fino ai giorni nostri. Il volume riporta anche le vicende del primo anno di guerra attraverso le cronache giornaliere del comandante del Forte ed è corredato da disegni esplicativi e da una ricca documentazione fotografica. -
I fiori più belli del Trentino-Alto Adige
Le passeggiate e le escursioni in Trentino-Alto Adige ci regalano non solo paesaggi e panorami spettacolari ma anche occasioni per incontri ravvicinati con fiori e fioriture che sono parte integrante di tale ""spettacolo"""". Questo libro è dedicato a loro, ai fiori più """"vanitosi"""" delle nostre montagne, quei fiori che sembrano fare di tutto per attirare l'attenzione. Del resto, questo è esattamente il loro scopo."" -
Presepi nel Tirolo storico. Storia delle rappresentazioni natalizie e quaresimali in Trentino, Sudtirolo e Tirolo
Oggi ogni paese e ogni chiesa del Trentino, dell'Alto Adige e del Tirolo allestisce il proprio presepe, utilizzando i più svariati materiali fino a servirsi di persone vere e proprie. È una tradizione ricca, che si rinnova anno dopo anno, che affascina il mondo degli adulti e quello dei fanciulli. La costruzione dello stesso è un atto “famigliare”, comunitario, teso a creare relazioni e consolidare rapporti. Forse per tutto questo il presepe – quello natalizio ma anche quello dei presepi quaresimali, che s'incontrano in Sudtirolo e nel Tirolo – è a tutt'oggi uno degli elementi religiosi e sacrali più importanti dell'anno liturgico e dell'anno famigliare. Il libro vuole raccontare ciò che si è dimenticato, il ruolo, il simbolo, le metafore di ogni personaggio, di ogni scena, di ogni gesto che forma il presepe. Ripercorrendo la storia del presepe natalizio e di quello quaresimale nel Tirolo storico si delinea anche una storia dell'arte poco studiata e poco approfondita, una storia dell'arte popolare e colta che si mescola continuamente, attraversando stili come quello bizantino presente nello stipite della Porta d'Aricarda nel Santuario di San Romedio e quello barocco dei gesuiti della Chiesa di Gesù a Innsbruck, passando per i presepi neoclassici presenti nelle sale dell'Hofburg di Bressanone per arrivare all'arte popolare tirolese dell'Ottocento e del Novecento con lo Storicismo e il Naturalismo. Nella metà del XVIII secolo le riforme anticlericali dell'illuminismo vietarono anche nel Tirolo l'allestimento dei presepi in chiese, monasteri e residenze principesche, dando l'avvio però alla grande stagione dell'arte presepiale privata. -
Hard boiled Bozen. Storia di una vendetta violenta
Nella tranquilla città di Bolzano, un giorno all'improvviso, spariscono due donne: una madre con la sua bella e giovane figlia, giunte da Mantova nel capoluogo bolzanino per ragioni decisamente curiose. Un accadimento misterioso, apparentemente inspiegabile che darà il là ad una serie di inquietanti eventi. Le tracce sono poche, in un crescendo di situazioni losche ed inquietanti – omicidi, inseguimenti, incidenti – a cui il sovrintendente Gino Barrani dovrà dare una correlazione e trovare un senso. Per farlo si avvale dell'aiuto del Kultural, un dotto professore dai curiosi interessi in cui il poliziotto si imbatte casualmente. Oltre ad appassionarsi di filosofia, il letterato si intende anche di cinema horror, voyerismo e pratiche sessuali sadomaso. Coinvolgendo un paio di amici fidati, l'uomo si impegnerà a svolgere delle ricerche parallelamente all'attività della polizia, con un approccio diverso, seguendo piste inusuali e meno ortodosse, ispirate dalla sua conoscenza di rituali sessuali violenti e morbosi. Il percorso però non è esente da rischi, nemmeno per i più coraggiosi ed accorti. -
Destini incrociati. Una storia di coraggio e solidarietà, in Trentino, dopo l'8 settembre 1943. Ediz. integrale
Perché pochi giorni dopo l'8 settembre 1943 arrivarono in Valle di Primiero decine di prigionieri inglesi, alcuni fermandosi, modificando il destino di coloro che diedero loro accoglienza, molti passando oltre, cercando di arrivare in territorio veneto? Arrivarono da soli o li condusse qualcuno? Quanti erano? Quanti riuscirono a sfuggire ai nazisti? Conosciamo i loro nomi? Chi furono i primierotti che li aiutarono, pagando un pesante scotto per tale gesto di umana solidarietà? Quanto accaduto non si sarebbe mai potuto svelare nella sua reale dinamica se Elena Albertini, dopo la morte del padre Remo – Presidente della Provincia autonoma di Trento, Presidente del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige e Assessore Regionale all'Industria negli anni Cinquanta e Sessanta –, non avesse trovato nell'archivio personale, cinque fogli ingialliti sui quali era raccontato cosa accadde nel campo prigionieri di guerra di Bellamonte quando, nella confusione seguita all'Armistizio, suo padre prese la solitaria iniziativa di salvare gli inglesi dalla furia nazista. Una storia di coraggio e accoglienza. -
La bicicletta rossa
Valentino Stolfi, con la sua inseparabile bicicletta rossa è il filo, mai così appropriato, rosso, di questa storia. Ma non si può parlare di Valentino senza la sua inseparabile moglie Gina, bionda dagli occhi azzurri, dal carattere dolce ma forte nell’ideale come quello del marito, la compagna della sua vita nella gioia e nel dolore. rnUna narrazione che si svolge nell’arco di sessant’anni nel mini rione di Trento della Busa. La bicicletta l’aveva dipinta lui di rosso in pieno fascismo. Valentino è un personaggio reale, lo posso testimoniare, perché era un collega di mio padre alla tipografia Saturnia. Me lo ricordo al suo tavolo di lavoro, avvolto in un acre profumo di piombo, d’inchiostri e in mezzo ai sordi rumori ripetitivi delle stampanti. Sembrava un chirurgo, tanto era veloce e preciso con la pinzetta, a estrarre dal contenitore e riporre i caratteri di piombo delle lettere alfabetiche nella composizione della pagina da stampare. Una persona buona come il pane. Ma non provocatelo sulla politica, perché lui è un sognatore di fede comunista, rossa come il colore della sua bicicletta che non ha mai voluto cancellare. Personaggi reali sono anche il Doro Detassis, il Quinto Battistatta combattente delle Brigate Internazionali in Spagna e i due giovani martiri, Rodolfo Belante ed Enrico Zancanella, picchiati a morte dalle squadracce fasciste. Mentre sono liberamente immaginati quelli di Vasco e Dalia. Nei sedici, brevi ma intensi, episodi-capitoli del libro, le persone sono magistralmente pennellate dall’autore come ritratti espressionisti dai caratteri indimenticabili. -
Le Canarie. «Salvo poi tornarci ogni volta...». Note di viaggio
"Sono stata più volte alle Canarie ed ogni volta mi prefiggevo di non tornare, in base al principio che il mondo è troppo grande da visitare, ma puntualmente vi era un'attrazione - non attrazione un po' subdola e sfuggente.""""" -
Sorrydendo con Frangi. Vol. 3
Ettore Frangipane (Frangi) ha disegnato per ottant'anni. E anche più. Dopo i lontanissimi esordi, la cui eco si è limitata all'ambito familiare, la sua attività si è allargata, inondando infaticabilmente redazioni ed editori. Quante le sue vignette negli anni? Sicuramente migliaia. Forse decine di migliaia. Ma lui non se n'è mai detto soddisfatto. Sostiene che gli è mancato l'acuto, lamenta di non aver saputo raggiungere l'eccellenza di un Jacovitti, il disegnatore che in assoluto predilige. Ma si stupisce anche del fatto che tanti disegnatori di dubbie capacità siano riusciti e riescano tuttora a piazzare i loro disegni su testate prestigiose. Insufficienza colpevole, la sua, di tratto o contenuti? Forse Frangi è stato danneggiato dalla perifericità di Bolzano. Forse dalla sua incostanza nel produrre. Sta di fatto che adesso ha deciso di abbandonare le vignette, per dedicarsi ad altro. È nato così, come un ultimo suo saluto a chi lo ha seguito nei decenni, questa raccolta che nel titolo ricorda altri due volumi precedenti, pubblicati da un altro editore (“Catinaccio”, di Waldimaro Fiorentino, Bolzano): “Sorrydendo con Frangi” (2002 e 2005). Non c'è due senza tre, ed ecco così uscire ora “Sorrydendo con Frangi (3)”. È un lungo sorriso che prende l'avvio dal primo disegno di Frangi ispirato ad un uomo che starnutisce, tracciato quando aveva appena quattro anni. Un'immagine ironica e anticonvenzionale, che già nel 1939 faceva presagire le sue doti ispirative, imbevute di ironia. Poi una lunga sequela di disegni, che illustrano la sua evoluzione stilistica: da figure un po' rigide, un po' legnose, all'accentuarsi del movimento. Da testi un po' ovvii, a battute più articolate. Dall'essenzialità del bianco-nero (dovuta alle scarse risorse tecniche del passato), alla completezza del colore. Nelle pagine di questo volume c'è tutta la parabola ascendente di Frangi. C'è una vita vissuta all'insegno del sorriso. Ma anche la malinconia di un addio.