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Sulla seduzione
Marie Beaumarchais, Donna Elvira e Margherita sono i tre personaggi letterari protagonisti di Silhouettes. In quest'opera Kierkegaard indaga il lato oscuro della seduzione, non interessandosi però, come in altri scritti, alle figure dei seduttori, ma ai fantasmi che suscitano nelle sedotte. Che cosa accade a queste donne una volta che i loro amanti hanno lasciato la scena? Come vivono il loro inganno e abbandono? Tre monologhi immaginari, tre identità perdute nell'idea di un amore mai realizzato, nell'impossibilità dell'amore tradito, Silhouettes ci offre una coinvolgente serie di ritratti in cui Kierkegaard dà voce a tre eroine del passato che mai prima erano state ascoltate. -
Fichte e la compiuta peccaminosità. Filosofia della storia e critica del presente nei «Grundzüge»
Scopo del presente studio monografico è un'analisi storicofilosofica dei principali nuclei teorici della filososofia della storia sviluppata da Johann Gottlieb Fichte nelle sue lezioni tenute a Berlino dal 4 novembre 1804 al 17 marzo 1805 e pubblicate nel 1806 con il titolo di Tratti fondamentali dell'epoca presente (Grundzüge des gegenwärtigen Zeitalters). In un costante richiamo delle pregresse acquisizioni teoriche fichtiane, delle filosofie della storia anteriori e successive (kant, Schelling, Hegel) e delle più autorevoli voci della Fichte-Forschung, il saggio esamina in particolare le seguenti categorie concettuali: la divisione dei compiti tra storici e filosofi, il nesso tra filosofia della storia e dottrina della scienza, la relazione tra la libertà degli enti finiti e il ""piano del mondo"""" (Weltplan), la concreta periodizzazione della storia universale e la serrata critica del presente, connotato da Fichte come """"epoca della compiuta peccaminosità""""."" -
Sessistenza
Io = sesso. io s'esso, tu s'essi, noi sessistiamo. Tutta un'alchimia precede questo montaggio così complesso. alchimia, magia, chimica, processi o manovre o anche incontri fortuiti, combinazioni e ricombinazioni, mutazioni - poco importa. il sesso mostra di per sé fino a che punto esso si preceda indefinitamente (perché dove comincia - e dove finisce - la partizione dentro/fuori?) e allo stesso modo fino a che punto esso si succeda. esso si precede in un'indifferenziazione sessuale del sesso stesso e si succede in una pluralizzazione sessuale che ormai tende anche verso una dissociazione crescente delle funzioni generatrici e degli agenti sessuali. il giorno in cui è stato detto che uno sguardo di desiderio equivale già a commettere adulterio il sesso ha assunto apertamente l'ampiezza illimitata che conteneva. Accompagnato da un frontespizio di Miquel Marceló. -
La poesia è finita. Diamoci pace, A meno che...
Il rapporto con le parole: nascono dalla nostra bocca, le consideriamo nostre, come un prolungamento del corpo, e diamo loro un significato, considerandole piene di quel significato. Pensiamo a parole ""nostre"""" e """"piene"""", e non accettiamo che ogni parola, invece, ha dentro di sé un vuoto, un silenzio, un'estraneità, un incomprensibile. È questa la grande lezione della poesia."" -
Il boccagentile. Ricette della vita buona
Un libro di filosofia della cucina e del cibo scritto da uno dei più importanti filosofi italiani che, attraverso una serie di ricette, ci conduce alla ricerca del senso della vita buona. -
Paradiso I-XVII. Edizione critica alla luce del più antico codice di sicura fiorentinità
«Quando io apro la Commedia mi preoccupo di aver davanti un testo plausibile (testo critico) della Commedia, non un centone di refusi e un intruglio di orecchiate approssimazioni al testo»: sono memorabili parole di Carlo Emilio Gadda. La presente edizione di Paradiso I-XVII intende assolvere, se possibile, a tale esigenza, offrendo a chi legge il testo del più antico codice di sicura fiorentinità, di non più di un decennio successivo alla morte del Poeta e di circa un decennio più antico del fin troppo a lungo celebrato Trivulziano 1080. Premessa di Federico Sanguineti. -
Il vangelo secondo Bergman. Storia di un capolavoro mancato. Testo svedese a fronte. Ediz. bilingue
Nel 1974, la Rai chiese a Bergman di realizzare un film su Gesù. Il progetto non vide mai la luce perché i dirigenti Rai, dopo aver letto il soggetto di una ventina di pagine presentato da Bergman, lo rifiutarono perché ""troppo protestante"""". La realizzazione dell'opera venne così affidata a Zeffirelli. Per molto tempo non si seppe più nulla del soggetto di Bergman. Recentemente il testo integrale è stato ritrovato negli archivi Rai e viene presentato così da Bergman: """"Trattamento di un film per la televisione sulla morte e resurrezione di Gesù e sulle persone che presero parte a questi eventi"""". Si tratta di una rilettura originalissima della vicenda di Cristo, tutta incentrata sulle testimonianze delle figure che gli sono state vicino. Dall'intreccio di queste diverse voci il grande regista svedese costruisce una figura inedita di Cristo. Per la prima volta il testo viene presentato in Italia in forma integrale con testo originale a fronte."" -
Il teorema di Gödel. Un trattato sulla conoscenza
Dove acquisiamo maggior conoscenza? Nella conquista di limiti sempre nuovi, che di lì a poco saranno superati, o nella scoperta di un limite che la nostra mente non potrà mai superare? La risposta sta in un teorema matematico che ha saputo combinare la dimostrazione più estrema al più insolubile dei paradossi. Aprendo un ponte al pensiero religioso. ""Il Teorema di Gödel"""" è la storia di un antico paradosso che diventa una moderna dimostrazione matematica, trasferendo così nel pensiero contemporaneo la ricchezza, ma anche l'ambiguità, di quel quesito irrisolto. Il libro di Cotti Piccinelli affronta con libertà e rigore tale ambiguità, mostrando come importanti ambiti di conoscenza della nostra contemporaneità - il pensiero debole e l'intelligenza informatica - traggano origine proprio dal famoso teorema."" -
Un angelo di Natale. Testo tedesco a fronte
In questo breve, splendido racconto, i temi benjaminiani della povertà, della gloria, dell'angelo, dell'ora della storia, sono sintetizzati nell'attesa della notte di Natale vissuta da un bambino: ""Nessuna festività in più tarda età conosce quest'ora che vibra come una freccia nel cuore della giornata"""". Benjamin descrive, come in una fiaba, la sua meraviglia di bambino di fronte l'albero di Natale acquistato dalla madre, che presto, illuminato da candele, entra nella sua dimensione di gloria. È in questa cornice che appare, per sparire immediatamente, l'Angelo del Natale, una """"strana presenza nella stanza"""" appena percepita, una figura che richiama l'Angelo della storia e la dimensione messianica di Cristo nella forma di una filastrocca che affiora sulle labbra di Benjamin bambino: """"Il giorno della sua nascita / Torna il Cristo Bambino / Giù in basso in terra / In mezzo a noi uomini"""". Un testo che è al contempo una toccante fiaba di Natale e un riflessione fiabesca di uno dei più grandi filosofi del Novecento."" -
Paradiso XVIII-XXXIII. Edizione critica alla luce del più antico codice di sicura fiorentinità
«Quando io apro la Commedia mi preoccupo di aver davanti un testo plausibile (testo critico) della Commedia, non un centone di refusi e un intruglio di orecchiate approssimazioni al testo»: sono memorabili parole di Carlo Emilio Gadda. La presente edizione di Paradiso XVIII-XXXIII intende assolvere, se possibile, a tale esigenza, offrendo a chi legge il testo del più antico codice di sicura fiorentinità, di non più di un decennio successivo alla morte del Poeta e di circa un decennio più antico del fin troppo a lungo celebrato Trivulziano 1080. -
Il mio ritratto letterario. Lettere a Stalin
Attorno agli anni Venti la situazione di Bulgakov era precipitata. I suoi racconti erano oggetto di sistematici attacchi da parte della critica, il romanzo La guardia bianca non venne neppure pubblicato interamente, mentre le riviste che pubblicavano i suoi racconti e le sue opere teatrali andavano via via chiudendo. Infine nel '29 due sue opere teatrali vennero messe al bando. Ormai disperato, e con difficoltà a mantenersi, Bulgakov si rivolge a diversi uomini di governo e infine si spinge a scrivere a Stalin, con una lettera in cui espone in modo inequivocabile e definitivo le proprie posizioni letterarie e politiche. A questa lettera Stalin risponderà con una famosa telefonata personale. Il volume, curato da Alessandro Mario Curletto, ricostruisce l'intera vicenda e pubblica le lettere scritte da Bulgakov e custodite nel fondo Bulgakov del reparto manoscritti della Biblioteca Lenin di Mosca. Si tratta di documenti di eccezionale importanza non solo per ricostruire le vicende letterarie e biografiche di uno dei massimi scrittori del Novecento, ma anche per avere un quadro della condizione degli scrittori in Russia sotto Stalin. -
La morte eroica nell'antica Grecia
«E quando si gioca a ""tutto o niente"""", c'è da stare sicuri che, un giorno o l'altro, si muore, perché nessun uomo è immortale, nemmeno Achille. Colui che vive la vita, e la sua persona, in questo modo che consiste nel porre tutto in gioco, tutto se stesso, al fine di mostrarsi, di dimostrarsi, di provare a se stesso che è veramente un uomo senza compromessi, senza codardia, allora questi è sicuro di morire giovane. E non è, questa morte, una morte come le altre. Come c'è un onore eroico che non è l'onore ordinario, c'è una morte eroica in battaglia che non è una morte ordinaria»."" -
Altitudo. Perché l'essere umano desidera elevarsi?
«L'ascesa comporta una particolare forma di staticità, perché avviene comunque attraverso il mantenimento in sé del proprio punto di partenza, della base da cui il movimento si è innalzato. Il salire in verticale può indicare allora, più che un elevarsi, un approfondimento di sé rispetto all'inizialità del proprio gesto. Nell'anelito verso l'altezza, nell'andare oltre se stessi, più che la paura della propria caduta, dovrebbe permanere in atto la trepidazione verso una profondità al di sotto di sé. Il concetto di altitudo infatti implica il riferimento sia all'altezza che alla profondità, il che spiegherebbe perché nella costante comparazione tra base e vertice si mantenga in atto qualcosa che potremmo indicare come un momento drammatico ». -
Le donne all'ombra dell'Encyclopédie. D'Alembert, Diderot, Helvétius e Rousseau: come complicarsi la vita familiare
Nel quinto volume della sua saga dedicata al Settecento francese, l'autore porta alla ribalta il ruolo delle donne legate a quattro dei suoi grandi protagonisti. Una delle rivelazioni più sensazionali e inedite è la scoperta del probabile padre di D'Alembert, definito da Voltaire ""uno sverginatore di pulzelle"""", che va """"riempiendo di cornuti le campagne fiamminghe e genera bastardi ovunque"""", mentre la madre snaturata che lo abbandona appena nato, Mme de Tencin, non esiterà a infilarsi nel letto dei personaggi di più alto rango e aiuterà Mme de Pompadour a entrare in quello di Luigi XV. Un'altra protagonista del volume è Thérèse Levasseur, la lavandaia che Rousseau si prende per compagna, ma che trascurata sessualmente non esiterà a dare sfogo alle sue insopprimibili brame erotiche con un giovane inglese, al quale concede di essere """"un amante vigoroso, ma quello che vi manca è l'arte. Provvederò io a darvi la prima lezione"""", con tutto quello che di pruriginoso segue, prima di passare a far di nuovo becco Jean-Jacques addirittura con un frate. A rendere infernale la vita familiare di Diderot provvede invece la bisbetica moglie Nanette, per la quale """"inveire era diventata un'abitudine"""", cosa che indurrà il direttore dell'Encyclopédie a definirla """"un mostro"""" e a maledire senza scampo l'istituzione del matrimonio. Di una pasta ben diversa è la bella moglie del filosofo Helvétius, che da precoce vedova saprà resistere gagliardamente agli assalti dell'attempato, ma sempre molto arzillo, Benjamin Franklin, che anche dalla lontana America continuerà ad """"amarla più che mai"""". Nel volume non manca nemmeno, tra le altre numerose e clamorose rivelazioni, quella di un articolo scritto poco prima di morire da Voltaire, nel quale viene ridicolizzato uno dei principali artefici della rivoluzione francese, Jean-Paul Marat, definito """"un Arlecchino che fa capriole per divertire la platea"""", un'affermazione che, se non fosse morto per tempo, sotto il Terrore gli sarebbe costata il collo."" -
Filosofi all'inferno. Il lato oscuro della saggezza
Vorreste vedere tutti i filosofi bruciare all'Inferno? Non c'è problema, ci sono già. Come racconta questa ""commedia alternativa"""" che vede il nostro caro Dante e la sua guida Virgilio testimoni di un viaggio a tratti esilarante nei meandri dell'Inferno, tra i peccati e i relativi contrappassi dei filosofi di tutti i tempi. Dagli antichi costretti a giocare una partita di calcio infinita in cui Platone non passa mai la palla, a quell'imbroglione di Pascal costretto a stare nella pece per aver scommesso sull'esistenza di Dio, fino a quell'iracondo di Schopenhauer, odiatore di vecchiette, la cui pena più grande è forse quella di doversi sorbire in eterno le lamentele del suo compagno di cerchio Leopardi. """"Filosofi all'Inferno"""" è una carrellata di caricature tra realtà, leggenda e invenzione letteraria, irriverente e politicamente scorretta, che mostra il lato umano, e quindi fragile, di quei filosofi che siamo abituati a immaginare troppo saggi per avere i nostri stessi difetti. Ma, attraverso l'occhio di Dante, uomo medievale, è anche una velata critica dei nostri tempi, non poi così evoluti come facciamo finta di credere."" -
Like. Filosofia della vita social
«Facebook è nato per migliorare il mondo, ma qualcuno l'ha usato per peggiorarlo. Allora eccomi qui; con un piccolo manuale di vita social, in cui offro un ritratto realistico del mondo di Facebook: a tratti desolante, talvolta divertente, spesso anche commovente. Perché l'umanità, per fortuna, è varia e ti sa sorprendere, sempre e comunque. 'Like. Filosofia della vita social' è un'esperienza vissuta e al contempo meditata: un viaggio di dieci anni nel mondo di Facebook in cui mi sono mossa come una sorta di esploratrice che volesse studiare, mentre vi prendeva parte, gli usi e i costumi di una nuova popolazione, qttella virtuale. In definitiva, mutuando il metodo dell'osservazione partecipante dall'antropologo Bronislaw Malinowski, ho analizzato prendendo parte alle attività del gruppo sociale». -
Trattatello di prosodica. Che cos'è, com'è e chi è la nostra voce?
La voce parla i nostri pensieri e detta la nostra lingua. Toni e intonazioni fondano, costituiscono e costruiscono il discorso così come lo sappiamo dire. Anche in quel discorso e nella voce che lo dice alberga la nostra identità. Si tratta di un'identità certo linguistica, ma anche geografica e sociale, psichica e culturale - ove si profilano conoscenze e credenze che fanno parte di un costume, quindi di un canone. E si tratta anzitutto di un'identità profonda e non piuttosto superficiale, come si sarebbe inclini a credere. A volte il tono dice più della parola. L'intonazione più del discorso. Ma dove poggia la nostra voce? Con quale accento parliamo? Chi ha stabilito una volta per tutte il nostro timbro vocale? Tutto si circoscrive nella nostra natura o è l'effetto della cultura alla quale apparteniamo? Come possiamo modificare, anche in modo appena percettibile, i nostri sistemi espositivi agendo sulle tonalità consce e inconsce della voce? Il ""Trattatello di prosòdica"""" di Mario Gennari non produce soltanto domande, ma presenta pure delle risposte per quanto riguarda la prosodia: ossia il timbro dell'eloquio composto di toni e accenti, intonazioni e cadenze, inflessioni e ascendenze."" -
Lo stato futuro
Uomo dall'erudizione multiforme, versato nei più diversi campi del sapere e delle arti, Pavel Florenskij (nato a Evlach nel 1882, deceduto a Lodejnoe Pole - Leningrado nel 1937) è oggi ricordato anzitutto per la sua speculazione teologica, in quanto autore di La colonna e il fondamento della verità, e per i suoi scritti di estetica, tra cui spicca L'iconostasi. Florenskij, che pur nelle tempestose vicissitudini rivoluzionarie e poi sotto il regime sovietico mai aveva voluto rinunciare al sacerdozio né tantomeno interrompere gli studi scientifici e umanistici, mantenne sempre un dignitoso riserbo intorno alle questioni politiche. Sarà però la politica a irrompere nella vita del pensatore russo, deportato nel lager ""Solovetskij"""" e fucilato a Lodejnoe Pole. Proprio e soltanto allora, costretto all'isolamento, Florenskij rompe il suo silenzio politico e stende un testo intitolato Una presumibile struttura statale nel futuro. Il manoscritto, requisito e danneggiato dal KGB, sarà edito in Russia solo nel 1991. Si tratta di un lavoro rapido e intenso, capace di far convergere tematiche etiche, estetiche, economiche, culturali e pedagogiche verso il polo attrattivo di un possibile Stato futuro. Illuminante pare il confronto con un ulteriore testo florenskijano, Sull'obiettivo e sul significato del progresso, anch'esso finora inedito in Italia e qui accluso. A orientare il lettore, approntando insieme un apparato esegetico e una esauriente critica politico-filosofica, provvedono in primo luogo l'Introduzione e il Glossario della curatrice, Kristina Mamayusupova, quindi il Saggio parallelo a firma di Edoardo Valter Tizzi e Claudio Borello, infine la Postfazione di Francesco Simoncini."" -
L' arte di bere caffè. Testo latino a fronte. Ediz. multilingue
«Questo nuovo tipo di bevanda, il caffè, diffuso in tutta Europa e ora anche nella città di Roma, ha spaventato alcuni cittadini assolutamente ignari delle sue qualità e dei buoni effetti. Perciò io assai volentieri ho deciso con questo breve discorso di presentarti per tua tranquillità, lettore benevolo, questa bevanda, perché tu te ne possa servire liberamente.» L'opera di Antonio Fausto Naironi, pubblicata a Roma nel 1671, costituisce il primo trattato interamente dedicato a questo argomento. L'autore, nato a Roma ma di origini libanesi, ricostruisce la storia del caffè, prima che il suo consumo si diffondesse in Europa attraverso Venezia, fornendo suggestivi spunti sulle abitudini e le consuetudini di popoli lontani. Oltre alle sue virtù terapeutiche, viene messo in luce anche il risvolto sociale che accompagna da sempre il rito del caffè. -
Filosofia del ritorno al bosco
Questo è un libro che ha sognato di essere scritto sulla corteccia di un albero col becco di un picchio nero, e restare ferita aperta in cui abitano funghi, si arrampicano licheni. Questo è un libro che ha provato a fare silenzio nella scrittura, perché chi legge potesse ascoltare la voce del bosco e dei suoi abitanti; reali o fantastici. Questo è un libro per perdersi, godendo dello smarrimento, e anzi trovando in esso gli ultimi scampoli possibili di una salvezza primigenia. Questo è un percorso irto di ostacoli per chi deve imparare a smarrire il mondo per ritrovare se stesso.