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Ecologia esistenza lavoro
Dopo aver lavorato sui temi dell'ecologia e della natura, il gruppo di ricerca di Officine Filosofiche ha rivolto la sua attenzione alla questione, oggi così attuale, del lavoro, ponendosi una serie di interrogativi: come si prospetta il problema del lavoro, di cui è stata dichiarata la ""fine"""", e che comunque, con l'avvento della rivoluzione informatica, si è così completamente trasformato, se lo consideriamo da un punto di vista """"ecologico""""? Che ne è oggi del rapporto sociale, della collettività, della """"cooperazione"""" sulla base della nuova veste che ha assunto il lavoro? Qual è il profilo di una nuova soggettività lavoratrice che emerge dall'eredità di alcuni filoni portanti del pensiero novecentesco, dall'operaismo all'antropologia filosofica, da Walter Benjamin a Enrico Forni e Ferruccio Masini? Che posizione dobbiamo prendere rispetto all'idea di limite, così importante dal punto di vista ecologico? Cosa può significare applicare il paradigma ecologico di Gregory Bateson alla sociologia, sia in senso teorico che pratico, e come devono essere giudicate, da questo punto di vista, le tendenze attuali nel campo delle politiche di Welfare?"" -
Il re della Repubblica. Cronaca costituzionale della presidenza di Giorgio Napolitano
Il doppio mandato di Napolitano è ricostruito prendendo in esame, oltre ai più rilevanti dati di cronaca politica, gli atti formali del capo dello Stato, di cui si misura la conformità alle prescrizioni costituzionali e si segnalano i profili di continuità o di innovazione rispetto alle prassi dei predecessori. Dall'analisi emerge che in tema di politica estera, controllo sull'esercizio della funzione legislativa, nomina del Governo e risoluzione delle crisi, potere di grazia, rapporti con il CSM e con la magistratura, la lunga Presidenza di Napolitano ha rafforzato la tendenza - manifestatasi nel nostro ordinamento almeno da un ventennio - alla crescita di ruolo politico del Quirinale, tanto da rendere labilissimo il confine che separa i poteri di influenza e consiglio (la moral suasion) dalla funzione di direzione politica attiva. E mentre pare eccessivo concludere che si è già compiuto il transito della democrazia italiana verso sistema semipresidenziale, è dubbio che l'enlargement of powers quirinalizio si riassorba naturalmente con il venire meno delle condizioni politiche eccezionali che hanno caratterizzato il mandato di Napolitano. -
Il mirtillo rosso
Sconfiggere il proprio destino è un desiderio di molti ma è un'impresa che riesce a pochi, soprattutto se la partita con la vita viene giocata nell'ombra, a carte coperte, potendo vedere solo una faccia della medaglia. Sebastiano Porta nasce nell'antico borgo de La Martella, a pochi chilometri da Matera, ed è da questo territorio antico, nobile ma primitivo, che inizia la sua lotta per diventare il vero padrone di un'esistenza (la sua) che sembra cadere sempre nelle mani di qualcun altro. Sull'onda della miseria, il padre, minatore emigrante, trasferisce la famiglia in Belgio ed è qui che Sebastiano patisce il supplizio di una famiglia che degenera nello sfacelo. Rabbioso, perduto e solo, incontra un malvivente gentile e finisce per entrare nel traffico di droga. Il desiderio di costruirsi una nuova vita lo spinge a tornare in Italia, a studiare, a progettare un ritorno alla terra nativa, forse nel miraggio di una rivincita. Ma è proprio qui che il destino cala i suoi assi nella manica: una donna da amare, il ritorno al crimine, uno stravagante investigatore e un misterioso delitto spingono Sebastiano Porta con le spalle al muro. Sarà fatta giustizia oppure, come suggerisce il nome del protagonista, il suo destino resterà sospeso fra condanna e patimento? -
Taccuino di un costituzionalista
Se per descrivere l'opera di Enzo Cheli fosse lecito adottare una metafora, nessuna sarebbe migliore di quella del constant gardener: che ha seguito senza sosta le vicende della Costituzione, ha individuato i fattori che l'hanno aiutata ad attecchire, ha cercato ricette per irrobustirla. Che è rimasto consapevole dei difetti dai quali sin dall'origine era indebolita e delle minacce provenienti dall'ambiente nel quale era destinata a crescere. A differenza di altri, ha saputo esaminare con rara acutezza e con originalità tutti gli organi che sono stati protagonisti: dapprima il Governo, poi il Capo dello stato, il Parlamento nella fase della centralità, e infine il giudice costituzionale. In contrappunto costante con questi temi l'Autore ha tenuto il polso della società civile dedicandosi alla libertà più complessa e più ricca di implicazioni per il sistema democratico, la libertà di manifestazione del pensiero. Gli scritti che vengono ora pubblicati completano l'itinerario segnato dai volumi, svelando come in un taccuino di appunti quotidiani i percorsi tentati, le idee coltivate, le prospettive considerate desiderabili. -
Attualità e meraviglie de «La secchia rapita»
Nell'anno del 450º della nascita del poeta modenese Alessandro Tassoni (che coincide pure col 380º anno della sua morte), questo studio in due parti su ""La Secchia Rapita"""" e sulla figura del Conte di Culagna - personaggio tra i classici conosciuti universalmente - vuole essere un modo per reinvitare il pubblico a riaccostarsi al lavoro tassoniano più noto. L'autore di questo studio utilizza due formule che permettono di comprendere e gustare """"La Secchia Rapita"""": la prima consiste nell'indagare e mettere a fuoco i modelli reali sui quali Tassoni costruì la figura del Conte; la seconda scandaglia, presenta e chiarisce la figura del Culagna all'interno dell'eroicomico poema e analizza a 360º i personaggi e i luoghi citati dal Tassoni. Nel suo insieme un lavoro di scavo che consentirà ai lettori di più diversa estrazione di accostare l'immortale poema."" -
Scritture migranti (2013). Ediz. italiana, inglese, francese e tedesca. Vol. 7
L'opera si propone un lavoro critico sulle scritture generate dai processi migratori, esplorando le tematiche limitrofe dell'esilio, della diaspora, del viaggio, ed i complessi movimenti transculturali innescati dalla condizione postcoloniale; pertanto le trasformazioni della società italiana sono lette in relazione ai fenomeni della globalizzazione culturale negli altri paesi europei e negli altri continenti. Gli sguardi divaricati di quelle narrazioni, destabilizzano il punto di approdo e gli spazi delle origini, ne rendono la rappresentazione altamente dinamica, attraversata da impulsi di innovazione diffusa, tesa a ricucire lo scollamento fra territori, appartenenze, lingue, secondo le ambigue e mobili strategie della traduzione culturale che feconda gli spazi sterili della monocultura. L'impianto dell'opera richiama nella scansione delle rubriche l'acuità dei sensi, per attivare punti di osservazione mobili, che consentano di cogliere frammenti di transiti, incroci, trame e attraversamenti fra discorsi creativi diversamente atteggiati. I volumi precedenti (Clueb) hanno accolto inediti per l'Italia di E. Said, G. Anzaldúa, É. Glissant, K.Brathwaite, P. Gilroy. -
Gramsciana. Saggi su Antonio Gramsci
Dagli scritti qui raccolti esce un ritratto complessivo di Antonio Gramsci, del suo pensiero, e delle sue pratiche politiche, tra il periodo giovanile, la maturità, e gli anni del carcere. Si presta anche attenzione alla ""fortuna"""", e agli usi e abusi, fino alle polemiche più recenti. I temi sono: Antonio Gramsci, e il suo rapporto con la storia d'Italia; l'analisi del Risorgimento; il giornalismo; la Grande guerra; la Chiesa cattolica; la passione educativa; la concezione della cultura (""""Il fattore C"""", lo chiama l'autore); Machiavelli e il machiavellismo (e l'antimachiavellismo) nei testi gramsciani. L'autore evidenzia l'originalità della posizione di Gramsci tanto nella storia della cultura e della politica italiana, quanto nel panorama della teoria marxista e dello stesso mondo del comunismo internazionale. La spiegazione, in sintesi, del perché Gramsci sia forse il solo pensatore """"marxista"""" e comunista sopravvissuto al crollo del Muro; anzi del perché proprio la fine del """"socialismo reale"""", ne abbia rilanciato il nome su scala mondiale, fino a fare di lui l'autore italiano più studiato e tradotto nel mondo."" -
Don Chisciotte della Mancia
Il Chisciotte è il capolavoro della Letteratura Spagnola e un grande classico universale, tradotto in quasi tutte le lingue del mondo. Le sue due Parti appaiono in Spagna fra il 1605 e il 1615 e il loro immediato ed eccezionale successo editoriale provoca vivaci reazioni fra i letterati dei circoli coevi e perfino la pubblicazione di un Chisciotte apocrifo nel 1614. Il libro narra le avventure di un piccolo nobile del '600 che, colto da follia per aver letto troppi romanzi cavallereschi, immagina di rivivere le imprese e le regole della cavalleria errante accanto al suo fedele scudiero Sancio Panza, che in realtà è un contadinotto della sua contrada. Opera piena di umorismo e comicità è al tempo stesso una summa della Letteratura Spagnola dell'epoca in quanto rivisita i principali generi letterari in voga. In italiano è stato tradotto più volte, fin dal '600, e ora, in occasione del IV Centenario della Seconda Parte (1615-2015), si offre al pubblico questa nuova traduzione affidata a una sessantina di ispanisti. -
La camminata malandrina. Ragazzi di strada nella Roma di Pasolini
La figurazione della camminata è assunta a indizio tematico sovraordinato dalle ricerche su Pasolini narratore dell'anello borgataro (soprattutto ma non solo in ""Ragazzi di vita"""" e """"Una vita violenta""""), nelle quali le certezze acquisite intorno alle storie romane vengono sparigliate, discusse e ridefinite. Una lettura congiuntiva dei due romanzi, richiama la raffigurazione """"narrabonda"""" di Roma, in un raffronto geocritico e interdisciplinare, visualizzando le direzioni centro-periferia o periferia-centro nella metropoli. Dalla centralità dell'indagine tematica, deriva la visione delle mosse dei personaggi, il loro situarsi sullo scacchiere dei rapporti di forza sul piano delle tattiche, mobili e antagonistiche, e delle strategie, che orientano comportamenti sociali, permanendo una traccia """"selvaggia"""", legata a cerimonie di passaggio, e al sostrato folklorico-magico friulano. Il lavoro attua una torsione significante sulla forma della camminata - modalità di attraversamento obliquo, delinquenziale, dello spazio disegnato dalla narrazione - e il vagabondaggio emerge con tratti premoderni dalla vasta significazione antropologica."" -
Discorsi sulla superficie. Estetica, arte, linguaggio della pelle
La pelle è il vestito corporeo del vivente, e in questo spazio al tempo stesso biologico e psichico l'estetica, l'arte, la poesia hanno scritto la storia naturale e culturale dell'essere umano. Dal mito di Marsia al martirio di San Bartolomeo, la privazione della pelle è innanzitutto la perdita dell'identità. La pelle, tuttavia, ancorché strappata spesso vive una esistenza autonoma, o addirittura ""ritorna"""" a ricoprire il corpo sotto un altro aspetto. E così, in un rovesciamento talora sorprendente, spogliarsi dell'epidermide è simbolicamente - preannuncio di risurrezione, garanzia di una nuova vita. Questo ritornare alla vita e nella vita qualche volta, più concretamente, corrisponde ai ritocchi della chirurgia estetica, alla quale il desiderio della bellezza a tutti i costi affida un potere persino demiurgico."" -
Cibo e diritto. Dalla dichiarazione universale alla Carta di Milano
Con l'inaugurazione di EXPO 2015 è stata aperta alla firma la Carta di Milano, che a ottobre 2015 sarà consegnata al Segretario generale dell'ONU. La Carta mira a ""garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i Popoli"""" e si fonda sul diritto al cibo. Il 2015 è un momento chiave per la lotta a fame e malnutrizione: l'Unione Europea lo ha battezzato """"Anno europeo per lo sviluppo"""" e dovranno essere ridefiniti dall'ONU gli obiettivi di sviluppo per il Pianeta. Il libro include contributi volti ad approfondire la portata della Carta di Milano e a ricostruire il quadro internazionale e europeo nel quale si inserisce, in particolare per quanto riguarda il diritto al cibo e la cooperazione allo sviluppo. In Appendice è riprodotto il testo della Carta e dei principali atti internazionali in materia."" -
Curiosità balsamiche. Personaggi e racconti nelle terre dell'aceto balsamico
Le pubblicazioni sull'aceto balsamico sono numerose. Solo poche, però, scendono dal carro imperiale dei tecnicismi d'acetaia per spiegare a tutti, anche al più estraneo, cosa voglia dire custodire e provare affetto per una tradizione ricca di storia, e di storie. Ho voluto incontrare personalmente, vedere al lavoro e ascoltare i racconti di coloro che sanno quanto sia importante essere i depositari di una ricetta secolare. Anche i racconti di queste persone contribuiscono alla realizzazione del pregiatissimo condimento, unico e irripetibile anche se di una stessa acetaia. Quantunque sia eccellente il prodotto e titolato il produttore, un balsamico risulta sempre diverso dall'altro. I più antichi custodi dell'aceto si raccontano nelle pagine di questo libro, svelando alcuni dei segreti tramandati per secoli, di generazione in generazione, fra botticelle e profumi balsamici. -
Pragmatica giuridica. Vol. 20
Questo studio parla di pragmatica, lo studio del linguaggio dal punto di vista degli utenti e dei contesti alla luce di ciò a cui il linguaggio serve, ciò che si fa con il linguaggio. Sostiene la pragmatica sia necessaria per capire come funziona il linguaggio giuridico e che per compiere uno studio pragmatico soddisfacente del diritto occorre discutere due tesi molto generali. Una prima tesi è che la pragmatica (giuridica) non sia solo lo studio dei contesti particolari, peraltro utilissimo. Oltre a tale micro-pragmatica occorre occuparsi anche di cosa ciascun linguaggio serve a fare nel suo complesso. È proprio questa macro-pragmatica che ci permette di distinguere tipi di linguaggio, di dare un senso alla distinzione tra linguaggio della scienza, ordinario, tecnico, linguaggi artificiali. Sono linguaggi diversi perché servono a scopi diversi e si pongono in modo diverso verso i loro utenti. Questo spiega anche differenze semantiche e sintattiche che altrimenti rimangono misteriose, prima di tutte come mai alcuni linguaggi sono ""difficili"""". La seconda tesi è che sul piano macropragmatico il linguaggio giuridico non è né linguaggio ordinario (da cui pure trae """"in prestito"""" quasi tutti i suoi elementi semiotici) né un linguaggio tecnico come quello delle scienze (al cui rigore pure aspira)."" -
Stato, scienza e società in Hans Kelsen. Su alcune antinomie della dottrina pura del diritto
Purezza e scientificità sono due aspetti che Hans Kelsen ha sempre rivendicato come caratteristici della propria ricerca. Tuttavia, fin dalle sue prime prove, non è difficile riconoscere l'intentio politica che sta alla base di quella rivendicazione. Essa appare, infatti, il correlato di una concezione politica di orientamento democratico, espressione a sua volta di una Weltanschauung radicalmente immanentistica. Sotto questo profilo, la critica ad ogni sostanzialismo in ambito giuridico e quella ad ogni commistione fra teologia, politica e diritto risultano fra loro strutturalmente connesse. Per altro verso, proprio il confronto con le restanti scienze umane, teso ad affermare definitivamente l'autonomia di quella giuridica, finisce col porre paradossalmente in rilievo gli elementi comuni e, con ciò, a mettere radicalmente in forse il carattere puro della Reine Rechtslehre. Sulla base di questa convinzione, la presente ricerca si propone di indagare il territorio di confine fra la Reine Rechtslehre e le altre scienze umane - incessantemente percorso da Kelsen durante l'intera sua parabola scientifica. -
Formalismo e negozi formali
La ricerca analizza la valenza assunta dalla forma nei negozi giuridici patrimoniali, partendo dal diritto romano arcaico, per giungere, attraverso l'età medievale e moderna, al diritto contemporaneo. Gli esiti dello studio rivelano come il formalismo sia un atteggiamento vivo e in perpetuo divenire nell'evoluzione degli ordinamenti giuridici delle varie epoche storiche, i quali risultano connotati da un grado di formalismo più o meno marcato a seconda del differente contesto sociale ed economico. -
I consulti medici di Paolo Ruffini. Il carteggio Pasquali-Ruffini
Il contenuto dell'Archivio di Paolo Ruffini consta di diversi materiali: note biografiche, appunti di interi corsi di lezioni universitarie di medicina e di matematica, manoscritti di opere matematiche, documenti relativi a rapporti con Università e Stati e con la Società Italiana delle Scienze e un ampio epistolario. La consistente mole di lettere che compone questa parte dell'Archivio è senza dubbio la più interessante per quanti si interessano alla storia della Scienza e, più in generale, alla storia della Società dell'epoca in cui Ruffini visse. Destano particolare curiosità le numerose lettere ricevute e inviate relative ai rapporti epistolari intrattenuti con numerosi medici e con pazienti, con le istituzioni pubbliche in materia di Sanità, lettere che rivelano quanto intensa sia stata la sua attività come medico il cui parere godeva di ampia fiducia. Da questi documenti si ricava un quadro assai eloquente dello stato della Sanità dell'epoca e dei presìdi che erano a disposizione per alleviare le sofferenze della popolazione; accanto a ciò emerge che la preparazione del ""nostro medico"""" era alquanto aggiornata in base ai più autorevoli trattati di Medicina del tempo e le sue prescrizioni, delle quali l'Archivio ne conserva una notevole quantità, erano dedotte dalla più accreditata farmacopea del primo Ottocento."" -
Emergenza ecologica. Alienazione lavoro
In una serie di densi saggi, ""Emergenza ecologica, alienazione, lavoro"""" approfondisce il tema del rapporto fra il tardo capitalismo neoliberale in cui viviamo, l'emergenza ecologica e il pensiero critico, da molteplici punti di vista: la storia dello sviluppo capitalistico; il primato del modello temporale proprio dell'Occidente, matrice della distruzione di ogni limite natural-spaziale; la questione dell'impresa alla luce della lezione di Foucault; la nuova economia dei freelance nelle prospettive comunitarie di Gorz; le riflessioni di Benjamin; l'attualità del concetto di natura di Merleau-Ponty e del problema della soggettività; la questione del legame fra lavoro, corpo e mano, sulle tracce degli studi di Sennett sull'artigianato. Una seconda parte del volume è aperta da un'intervista, curata da Prisca Amoroso, a Ted Toadvine."" -
Ripensare l'età dei diritti
L'età dei diritti è l'esito della rivoluzione copernicana che ha messo al centro della riflessione politica l'individuo, il quale non è più considerato come la parte del tutto rappresentato dalla società e dallo stato. Da un punto di vista storico, l'età dei diritti designa il periodo che va dalla fine della Seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Essa intende marcare una radicale rottura rispetto ai totalitarismi ed alle atrocità che hanno caratterizzato il periodo antecedente ed è espressione della fiducia dell'umanità nella possibilità di un reale progresso morale universale, che presuppone la condivisione di alcuni valori, il rispetto degli individui e dei loro diritti, il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie. La fiducia e la scommessa in un futuro migliore sono, senza dubbio, la cifra dell'età dei diritti. L'esigenza di ripensare l'età dei diritti potrebbe apparire paradossale in un momento in cui il linguaggio dei diritti si è imposto come la lingua franca del discorso pubblico globale. Eppure c'è un senso in cui non è esagerato decretare addirittura la fine dell'età dei diritti. -
Ai confini della lingua d'oc. (Nord-Est occitano e lingua valdese)
Il volume raccoglie ricerche linguistiche su due aree complesse e poco frequentate del dominio d'oc, che rappresentano una sorta di Occitania ""periferica"""" per collocazione geografica e storico-culturale. Oggetto delle ricerche è la lingua delle opere religioso-morali del ms. Paris, BnF, fr. 1747 (volgarizzamento del Liber scintillarum e altri testi associati) e della letteratura valdese (in particolare del Bestiario nella redazione del ms. Cambridge, University Library, Dd XV 29): l'indagine costituisce un contributo alla definizione e all'interpretazione delle scriptae medievali romanze."" -
Montesquieu e Voltaire in Italia. Due studi
Montesquieu viaggiò in Italia tra il 1728 e il 1729 e conobbe bene la nostra letteratura, che per lui era quasi una cosa sola con la latina: arrivato alla fine dell'Esprit des lois, citò, quasi in forma di ringraziamento, una solenne clausola virgiliana (""Italiam, Italiam"""": il grido dei compagni di Enea all'approdo dal lungo viaggio). Voltaire in Italia non venne mai ma amò la nostra lingua e la nostra letteratura, pur aborrendo papisti e inquisitori (""""veramente l'Italia è mia patria"""", scrisse a un corrispondente parmigiano, per altro sacerdote). I due studi raccolti in questo volume - dotti quanto eleganti - guardano all'illuminismo francese attraverso il prisma italiano, mostrando legami e diffidenze, emulazioni e resistenze tipiche di un'Italia che, come tutta Europa, ragionava in francese ma immaginava con la lingua di Ariosto e di Metastasio.""