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Nietzsche e l'astronomia del XIX secolo
"Imparate a leggermi bene"""", aveva ammonito Nietzsche. E imparare a leggerlo bene, a scoprire il significato recondito delle sue metafore astrali, il senso nascosto dietro alle sue poetiche immagini celesti è proprio lo scopo di questo libro. L'analisi storico-astronomica del contesto scientifico-culturale ottocentesco, la fedele ricostruzione delle letture di Nietzsche e l'indagine ermeneutica della sua abbondante metaforica celeste accompagnano il lettore alla scoperta del costituirsi del suo filosofare, a quella zona di pensiero che, procedendo dai risultati sperimentali della scienza dell'epoca, giunge, con esiti del tutto innovativi, a un campo diverso da quello d'origine: la riflessione filosofica. L'affinità tra Nietzsche e il contesto astronomico ottocentesco viene qui colta in una molteplicità di aspetti. La visione antiantropocentrica e a-finalistica, l'immagine della luce come metafora di una verità nuova e la proclamazione dell'inesistenza di un punto di vista assoluto vengono esplorate nelle loro analogie con le verità del pensiero scientifico moderno, dall'eliocentrismo copernicano alla propagazione della luce a velocità finita, per giungere infine al movimento dell'intero sistema solare. Da tale indagine la riflessione nietzschiana ne esce arricchita: sul piano storico acquista una maggiore profondità, su quello filosofico una nuova, crescente complessità." -
Il tesoro dell'umana salvezza e perfezione. Opera teologico-spirituale del XVI secolo
La salvezza e la perfezione rappresentano le mete cui deve tendere l'esistenza di ogni cristiano: qui è racchiuso il significato dell'opera ""Il thesoro dell'humana salute, et perfettione"""" (Venezia 1579), un testo di carattere teologico-spirituale scritto da padre Pagani (1526-1589), frate francescano minore del XVI secolo di origine veneziana, fondatore delle Suore Dimesse Figlie di Maria Immacolata. Il volume contiene le linee guida del suo insegnamento ed è destinato alla formazione di laici e presbiteri affinché possano cogliere il messaggio divino nella quotidianità, coniugando la fede in Dio e le opere. L'orazione, la devozione, la povertà, l'umiltà, la pazienza, la purezza e la carità sono i passi necessari al raggiungimento di questo """"tesoro"""", che è Cristo stesso crocifisso per amore, l'unico modello cui conformare il proprio agire. Padre Pagani si rivolge ai suoi destinatari con un cuore innamorato delle verità cristiane, e la sua passione traspare nel linguaggio dell'opera trascritta qui in lingua corrente, preservando tuttavia intatto il sapore originale. Una concreta esortazione a compiere il cammino verso la salvezza, partendo dalla conoscenza di Dio e di se stessi, passando attraverso la penitenza, l'acquisto delle virtù e l'esercizio della carità, per giungere infine alla perfezione cristiana, nel dominio della propria interiorità."" -
Il progetto costruito. Ediz. multilingue
La progettazione del Nuovo, la conservazione e il restauro dell'Antico, la rigenerazione e la trasformazione dell'Esistente rappresentano ambiti di didattica e ricerca della contemporaneità dal cui fecondo intreccio hanno preso vita i progetti raccolti nel presente volume. Nelle proposte elaborate l'approccio storico si sovrappone all'utilizzo delle nuove tecnologie, il rispetto delle preesistenze si combina con la moderna scienza dei materiali, l'eredità del passato vive accanto alle caleidoscopiche esigenze del mondo attuale. La multidisciplinarità - non disgiunta da responsabilità civile, rigore - viene a rappresentare un caposaldo irrinunciabile nella formazione dell'architetto, all'interno del Dipartimento Costruzione e Conservazione dello Iuav di Venezia. La ricerca pone così al centro del progetto una nuova idea di costruttività come necessità e finalità politica del progetto, specialmente oggi quando il ruolo dell'architetto tende a dissolversi all'interno della figura del ""creativo"""" e in una parcellizzante pluralità di """"specialismi"""" diversi. Variegati gli ambiti in cui si è dispiegata la creatività dei progettisti: da città ricche di storia come Vicenza e Venezia ad aree che necessitano di profondi interventi, come Porto Marghera e Martigues a Marsiglia; da costruzioni da modificare, come la villa-castello di Flambruzzo in Friuli, a scenari tutti da ipotizzare, come la terza torre di Garibaldi Repubblica a Milano e il grattacielo orizzontale a New York."" -
I patriarchi di Venezia e l'architettura. La cattedrale di San Pietro di Castello nel Rinascimento
Nell'architettura del Quattro e Cinquecento il patriarcato veneziano si erge a protagonista, al pari delle committenze statali, patrizie, confraternali o cittadine, della trasformazione urbana della città di Venezia. Il suo ruolo, tanto determinante quanto sfuggente, a lungo rimasto escluso dagli studi, è qui definito con una particolare attenzione per il contesto, gli intrecci tra i diversi interlocutori urbani e il retroterra culturale. È nella monumentalizzazione del complesso patriarcale dell'isola di San Pietro di Castello che si coglie, in particolare, il compito affidato all'architettura nel tradurre in immagine urbana il senso di un'istituzione nata soltanto nel 1451 con Lorenzo Giustiniani. Tale complesso appare l'esito di una precisa strategia che i patriarchi del Rinascimento perpetuano, trasformando un insieme incoerente di edifici medievali in uno dei maggiori centri in città di elaborazione dell'architettura ""all'antica"""", nel tentativo di legittimare una memoria identitaria che compensi l'assenza di una tradizione consolidata. Attraverso il coinvolgimento di artisti come Vittore Carpaccio e di architetti come Mauro Codussi, Andrea Palladio, Giovanni Grappiglia e Baldassarre Longhena, la disciplina architettonica diviene uno strumento privilegiato nell'invenzione e nella risignificazione della imago urbis, che denuncia una comunanza di obiettivi con lo Stato veneziano e soprattutto con l'élite patrizia di cui gli stessi patriarchi facevano parte."" -
Mia madre femminista. Voci da una rivoluzione che continua
"Ma doveva proprio capitarmi una madre femminista?"""". A partire da questa provocazione, una madre decide di scrivere alla figlia una lettera per spiegare motivazioni, sentimenti e vicende che determinano il suo essere femminista. Si avvia così un dialogo, una scrittura in relazione che parte da sé e dalle esperienze di entrambe, aprendosi a esplorare i rapporti con altre e altri. Un percorso sorprendente che si snoda lungo i temi della parola, del corpo, dei luoghi e del lavoro. Alle due voci, come in una partitura musicale, si intrecciano fotografie e narrazioni di chi ha vissuto conflitti e fatiche, scoperte e gioie di ritrovarsi in una dimensione nuova. L'incontro con il femminismo rappresenta una continua trasformazione della propria vita e del mondo, come emerge da questo racconto polifonico con episodi inediti, che dalla metà degli anni Sessanta ci accompagna fino ad oggi." -
Linguaggi dell'esperienza femminile. Disturbi alimentari, donne e scrittura dall'Unità al miracolo economico
Anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata. Malattie psichiatriche o forme di ribellione ai modelli femminili tradizionali? Ben prima che nella seconda metà del Novecento si individuasse lo stretto legame tra queste patologie e il contesto sociale, la narrativa femminile italiana ha saputo cogliere il significato metaforico del cibo e del corpo proprio in concomitanza con la messa in discussione del ruolo della donna nella società. Francesca Calamita analizza le rappresentazioni dei disturbi alimentari e del rapporto anomalo con il cibo vissuto dai personaggi femminili dei romanzi di alcune scrittrici italiane come Neera (1848-1918), Sibilla Aleramo (1876-1960), Wanda Bontà (1902-1986), Paola Masino (1908-1989) e Natalia Ginzburg (1916-1991), decodificando il complesso linguaggio dell'alimentazione e del corpo e conducendo il lettore o la lettrice in un percorso che dalla fine dell'Ottocento - periodo in cui la medicina scopre il fenomeno dell'anoressia - si estende al secondo dopoguerra. Attraverso la lente di una poco battuta prospettiva di genere, l'autrice svela come dietro quegli atteggiamenti che comunemente venivano ricondotti alla nevrosi si celasse in realtà la rivendicazione di un ruolo diverso della donna nella famiglia, nella comunità, nel mondo. -
La guerra dopo la guerra. Sistemazione e tutela delle salme dei caduti dai cimiteri al fronte ai sacrari monumentali
In quale modo la società italiana ha celebrato e celebra tuttora il culto dei Caduti della Grande Guerra? La presente indagine, compiuta da due studiosi con competenze simili ed esperienze diverse, intende ricostruire le vicende del Commissariato per le Onoranze ai Caduti in Guerra, con particolare riferimento ai morti del Primo Conflitto mondiale, dalla sua istituzione ad oggi. Lo sguardo adottato è duplice e riflette la molteplicità dei saperi e degli approcci che contraddistinguono la ricerca. Da un lato viene presa in esame la storia giuridica e amministrativa, dalle prime leggi per la salvaguardia delle sepolture promulgate già durante la guerra - quando il Commissariato ancora non esisteva - a quelle attuali, atte a tutelarne il patrimonio come bene culturale del Paese. Dall'altro lato viene tracciato un percorso incentrato sui risvolti emotivi, che mette in evidenza come il culto dei Caduti, nel corso degli anni, sia andato incontro a una serie di mutamenti nella sensibilità collettiva. Un volume che, prendendo le mosse da una tematica molto dibattuta, stimola la comunità scientifica ad affrontare una questione finora poco indagata, ma soprattutto tratteggia una pagina della nostra storia che merita di essere riletta. -
Vivere la città. Ediz. multilingue
In quale modo la cultura del progetto affronta la rigenerazione dei centri storici? Quali sono le dinamiche e i problemi della città contemporanea, sempre più multietnica, globalizzata, omologata? Quali gli strumenti e le modalità di intervento? Quali gli esiti delle azioni intraprese? Dieci interventi realizzati, riguardanti un vasto orizzonte geografico che spazia dall'Italia (Firenze, Palmanova, Parma, Siracusa), all'Europa (Emscher Park, Lisbona, Saint-Denis, Toledo), all'America Latina (L'Avana e Quito), rappresentano altrettanti esempi di come il progetto possa apportare un valore aggiunto per accrescere la qualità dei luoghi, secondo i principi di vivibilità, sostenibilità, innovazione. La città è scenario privilegiato dell'azione architettonica e urbanistica, un'azione capace di (ri)pensare e (ri)fondare i termini della convivenza comune, valorizzando il paesaggio e le attività economiche, promuovendo la cultura e la socialità. Dalla riflessione critica su queste buone pratiche e sui loro esiti scaturisce un'idea di città bella e possibile, democratica e vitale: la ""città che vorremmo"""", così come viene quotidianamente risignificata da coloro che la abitano, la frequentano, la vivono. Il volume ospita numerosi contributi tra i quali si segnalano quelli di Franco Mancuso, Nicola Russi, Stefano Storchi, Fabrizio Toppetti e Mauro Volpiano."" -
La cura come relazione con il mondo. Sapienza delle donne, costruzione o costrizione?
Una nuova dimensione dell'esistenza: in questo orizzonte si dispiega oggi l'attività di cura, che un luogo comune - tutto da ripensare alla luce dei cambiamenti sociali e relazionali in atto - ha per lungo tempo assegnato alla donna. Civile atto di humanitas, imperativo categorico destinato a guidare l'azione umana nel mondo, essa è chiamata a riscrivere le connessioni familiari, gli assetti della società, le relazioni culturali, i rapporti politici. Emergono nuovi percorsi, non più di costrizione, ma di costruzione, in una molteplicità di ambiti, in un continuo e rinnovato darsi all'altro, ma, al tempo stesso, anche nella cura di sé, punto di partenza essenziale per conoscersi, progettarsi, riprogettarsi. Un viaggio all'interno della cura, esplorata nella sua dimensione storica, filosofica e socio-antropologica, per dire ciò che è stata e che potrebbe essere se donne e uomini ne facessero una pratica quotidiana di vita, un esercizio di responsabilità, un orizzonte politico, ponendola al centro di ogni relazione pubblica e privata. -
La questione maschile. Archetipi, transizioni, metamorfosi
I cambiamenti socio-culturali intervenuti nel mondo contemporaneo hanno reso difficile definire l'identità maschile che appare sfuggente e mutevole. Di fronte a figure che ci paiono sospese tra forza e debolezza, tra risolutezza e spirito rinunciatario, tra maturità e disimpegno, quali sono i tratti che possiamo oggi riconoscere? Si rende anzitutto necessaria una cancellazione degli stereotipi e dei pregiudizi che, per lungo tempo, hanno accompagnato la mascolinità, il cui modello tradizionale, connotato da sopraffazione, violenza, competizione e dominazione sessuale, va completamente riformulato, nel superamento di machismo e dongiovannismo e nell'apertura ad altre forme di espressione del sé, l'omosessualità e la bisessualità. Soprattutto, è opportuno adottare uno sguardo che sappia abbracciare le molteplici realizzazioni del maschile, in tutte le sfumature: il rapporto con il materno, la genitorialità, il lavoro - talvolta in mansioni tradizionalmente riservate alle donne -, le relazioni con il gruppo dei pari, la cura del proprio corpo. I saggi qui presentati, addentrandosi in una tematica affascinante quanto poco frequentata, si propongono di colmare un vuoto, affrontando la questione dell'identità di genere in una prospettiva nuova, nell'idea che ripensare il maschile equivalga a contrapporre il senso solidale e fraterno dell'umanità all'illusoria onnipotenza della violenza e della prevaricazione. -
Padova nel piatto. Viaggio in 100 locali della città e provincia per il turista a km zero
Un ristorante non è mai solo la somma dei piatti che propone: dalle materie prime agli impiattamenti, dal servizio all'arredamento, tutto contribuisce a elaborare una storia, un'atmosfera, ma, soprattutto, un'idea di cucina. È per raccontare queste idee che nasce Padova nel piatto. In un'offerta enogastronomica che sembra cambiare di giorno in giorno, per orientarsi tra i locali della città e della provincia ecco una mappa atipica e trasversale che traccia alcuni dei percorsi possibili nella cultura materiale di cui il nostro territorio è ricco. Dalla cucina locale all'etnico, dal fascino della tradizione a quello della creatività, dai piatti d'élite alle soluzioni low cost: questa guida invita a un viaggio attraverso sapori, culture, segreti di un'arte antica e al contempo sempre nuova, che gratifica il palato e il cuore. Perché far da mangiare bene fa bene anche allo spirito. -
Il dono nelle donazioni. Una prospettiva bioetica
Nel 1443 il Beato Angelico dipinge la ""Guarigione del Diacono Giustiniano"""". Il soggetto è un bizzarro miracolo raccontato dalla Legenda Aurea: i fantasmi dei santi Cosma e Damiano, due medici siriani morti nel III secolo dopo Cristo, curano un diacono romano, colpito da non meglio precisate ulcere a una gamba; la terapia consiste nella sostituzione dell'arto malato con quello di un etiope morto da poco. È la prima volta che l'idea del trapianto, seppur in forma mitica, fa capolino nella cultura occidentale. Il trapianto di organi, tessuti e cellule rappresenta oggi una soluzione efficace per una vasta serie di patologie, dalle insufficienze organiche alle malattie ematologiche. Si tratta però di una pratica medica impossibile da realizzare senza un donatore, una persona che offra una parte di sé a beneficio di qualcun altro. È proprio l'inevitabile necessità del dono a rendere questo specifico campo della medicina così interessante da un punto di vista bioetico: ne sorgono questioni legate al modo in cui concepiamo noi stessi, il nostro corpo, il morire, l'idea di sacrificio connessa con le donazioni da vivente. Uno spettro di questioni straordinariamente variegato, che qui, per la prima volta, si affronta con un approccio multidisciplinare, valutandone gli aspetti medico-scientifici, storici, giuridici, etico-morali e filosofici."" -
Come un fiore fatato. Lettere di Paola Drigo a Bernard Berenson
"Stare un poco con voi è diventato quasi una necessità della mia vita"""". Con queste parole la scrittrice Paola Drigo (1876-1938) riconosce il valore della corrispondenza che sta tenendo con lo storico e critico d'arte Bernard Berenson (1865-1959), definito da Montale """"il maggior faro"""" della città di Firenze. Uno scambio epistolare avviato negli anni della maturità, inizialmente accompagnato da imbarazzo e diffidenza, che si trasformerà poi in un rapporto più intimo e cordiale, durato tre anni e mezzo, fino alla sua morte. L'amicizia tra i due intellettuali nasce del tutto inaspettatamente, """"come un fiore fatato"""", ma è destinata a rafforzarsi nel tempo. Le centotré lettere qui raccolte gettano luce sul ricco e vivace universo interiore e letterario di Paola Drigo. La scrittrice racconta in modi spesso ironici la sua vita quotidiana, il mondo della provincia veneta, parla dei suoi viaggi, delle sue passioni letterarie, del romanzo Maria Zef che sta completando. La comunicazione epistolare con Berenson diventa per lei una consuetudine irrinunciabile, che l'accompagna nel lento succedersi dei giorni: """"Io voglio scrivervi, perché non farlo mi dispiacerebbe troppo""""." -
Un' idea collettiva di città? Da Venezia a Porto Marghera. Ediz. multilingue
La zona industriale di Porto Marghera e l'isola di Venezia si riflettono una nell'altra da quasi un secolo su un fronte laguna disegnato da elementi appartenenti a epoche e funzioni distanti e contrapposte. Isola, silhouette e scala sono i temi con i quali cinquanta studenti si sono confrontati a partire da una propria esperienza vissuta della città di Venezia, con lo scopo di ridefinire l'identità di un'isola artificiale della laguna, non senza riflettere sulla realtà urbana e sociale della città: una reinterpretazione dello spazio urbano, riletto secondo esigenze e contesti storico-sociali contemporanei, nel tentativo di risolvere tensioni e incompatibilità che caratterizzano due realtà fino ad oggi opposte, ma appartenenti al medesimo sistema lagunare. Ne sono nate sedici matrici che si assemblano creando differenti declinazioni dello stesso progetto, della stessa isola, espressione della ricerca di un'idea collettiva per la città di Venezia, trasformata qui, finalmente, in una città contemporanea. -
Il diritto di Venezia
Fulgido esempio di stato che seppe mantenere la sua indipendenza per molti secoli, la Repubblica veneta rappresenta un caso eccezionale nel panorama storico e politico europeo. Il diritto veneziano, assieme a quello romano, ha fortemente ispirato l'assetto della cultura occidentale, annoverando al suo interno principi che sono divenuti patrimonio dell'umanità. Eppure, nel suo essere un sistema giuridico autonomo, l'ordinamento della Serenissima è stato spesso ignorato dagli studi storici, finendo per essere condannato un oblio del tutto ingiustificato. In queste pagine si ripercorrono le tappe più significative dell'evoluzione del diritto veneziano nel tempo. Il percorso prende avvio dalle turbolenze istituzionali dei primi secoli di Venezia, prosegue con la nascita della Serenissima, nel Duecento, quando avviene il passaggio dal Ducato alla Repubblica, si sofferma sul Cinquecento, ""secolo d'oro"""", in cui emergono le grandi personalità del doge Andrea Gritti e di Paolo Sarpi, giungendo infine al tremendo zorno del 12 maggio 1797, quando Venezia scompare dalla storia. Un viaggio nell'ordinamento di una città sorta in modo avventuroso, tenacemente legata al suo territorio, prosperata fino a diventare una delle principali potenze sulla scena mondiale; una città i cui ordinamenti hanno aperto la strada al cammino del diritto e della civiltà."" -
La caduta. Venezia e il Veneto al «tremendo zorno»
La caduta della Repubblica di Venezia rappresenta un tema drammatico, doloroso, intriso di contraddizioni storiografiche. Il 12 maggio 1797 - il tremendo zorno del dodeze - la Serenissima, a seguito di una frettolosa votazione in Maggior Consiglio, decise di scomparire dalla Storia. Eppure, per quanto strano possa apparire, il tremendo zorno non fu un evento traumatico, bensì una semplice presa d'atto, esito di una trasformazione che si era lentamente ma inevitabilmente consumata nel tempo. Una crisi iniziata nel Seicento, con i fatti dell'Interdetto; proseguita con le vicende legate alla figura del ""genio malefico"""" Francesco Morosini, con la guerra di Candia, l'avventura della Morea, la conseguente crisi erariale e la vendita delle cariche burocratiche; culminata infine nel riformismo inane, nel logorio della politica e nelle invasioni, prelusive della fine, che contraddistinsero il Settecento. Un secolo, questo, caratterizzato da due fenomeni storici, la Rivoluzione Francese e la fine della Serenissima, ovvero quella che potremmo chiamare rivoluzione veneziana. Quest'ultima rappresenta la scomparsa di uno degli Stati più importanti d'Europa, con un ordinamento complesso e articolato e un rapporto originale con il proprio territorio; è la conclusione di un millenario sistema di governo, imploso senza alcuna causa intervenuta dall'esterno; è il dissolversi di uno stato territoriale consolidato da quattro secoli di assoluta stabilità."" -
I limiti dell'architettura ai limiti dell'architettura
Le esplorazioni intorno al tema del limite si misurano talora con una dimensione tutta interna al corpo urbano, talaltra con il carattere sospeso di siti compresi tra la compattezza del tessuto edilizio consolidato dei nuclei storici e le disordinate estensioni periferiche, altre volte ancora con la condizione di aree del tutto esterne alle città. In tali differenti situazioni, i progetti, lo studio delle diverse fasi della loro elaborazione, l'analisi delle procedure che li hanno resi possibili, assumono il ruolo strumentale di campi di indagine utili a comprendere i limiti dell'architettura e i suoi margini di azione nel reale. Allo stesso tempo, essi aprono una riflessione sulle relazioni fra immaginario e immaginazione, sui paradigmi del desiderio e del desiderabile, sulla pertinenza delle tecniche e delle argomentazioni che possono consentire di riprendere una discussione, al di là dell'inventario dei casi, ""scientifica"""", intendendo con ciò i riferimenti a """"una comunità che cerca"""" e alle sue convenzioni."" -
Giovanni Astengo urbanista. Piani progetti opere
Giovanni Astengo (1915-1990) è uno dei padri riconosciuti dell'urbanistica italiana. Progettista di esemplari piani redatti in Italia nel dopoguerra, fondatore del primo Corso di laurea in Urbanistica italiano, ideatore e realizzatore di importanti iniziative per la tutela e lo sviluppo dei centri storici, redattore e direttore per oltre vent'anni della rivista ""Urbanistica"""". Astengo ha dedicato grandi energie allo studio e alla proposta di fondamentali testi legislativi in materia urbanistica e ha svolto un'intensa azione politica e amministrativa, prima al Comune di Torino, poi come consigliere e assessore alla Regione Piemonte. Nei primi decenni della sua attività si è inoltre misurato con la progettazione architettonica, cimentandosi sperimentalmente in più contesti e su differenti temi e realizzando interessanti edifici legati all'edilizia sociale. Il presente volume ha il compito di consegnare - non solo alla memoria ma anche al vivo interesse degli studiosi e di quanti vogliano comprendere l'urbanistica della seconda metà del Novecento in Italia e in Europa - il profilo di Giovanni Astengo documentando, descrivendo, interpretando le diverse componenti del suo magistero, e offrendo, al tempo stesso, ampi materiali per discutere dei temi che la scena italiana presenta, ancora oggi, del tutto irrisolti."" -
Amleto Sartori scultore
Amleto Sartori è universalmente noto per la creazione di maschere teatrali richieste e create appositamente per i più grandi interpreti della Commedia dell'Arte nel Novecento; è invece meno nota al pubblico la sua straordinaria attività di scultore, decoratore plastico e grafico, che condusse dal 1948 in poi. Ricostruirne la vicenda artistica tra gli anni 1935 e 1962 è l'obiettivo di questo volume a lui dedicato e vòlto a riscoprire un vero protagonista della storia della scultura a Padova. Il naturalismo classico di matrice quattro-cinquecentesca è riletto e interpretato da Sartori in chiave espressiva per connotare i suoi personaggi di una tensione emotiva che fa vibrare la materia, sia essa bronzo, legno o marmo. Il volume offre l'opportunità di riscoprire un artista e il clima in cui operava in due fasi assai cruciali: il periodo tra le due guerre e la rinascita del dopoguerra, periodi che hanno determinato la natura delle opere di Sartori per la forte drammatizzazione storica che si riflette nel suo fare artistico. I vivaci anni del dopoguerra lo vedono in prima linea per il rinnovamento delle arti a Padova: partecipa alle mostre della Congrega del Coccodrillo e alla rinata Biennale d'Arte Triveneta. Tuttavia egli conservò sempre l'anima di un solitario, di un poeta quale egli fu intensamente, riottoso ad allinearsi agli ideali dei manifesti programmatici di correnti artistiche o partitiche, pur condividendone in parte i valori. -
Il Polesine veneziano. Pagine di vita
Il Polesine potrebbe essere definito un regno dominato da un re bizzarro, prepotente e dispotico: l'Adige. Per metà terra e per metà acqua, approdato per ultimo sotto le ali del leone marciano, per secoli è stato un territorio desolato, di confine, ai margini della civiltà, in equilibrio precario tra l'uno e l'altro Stato, estraneo alle grandi contese territoriali. La ricerca intende ripercorrere alcuni episodi della sua storia, dalla fine del Medioevo al tremendo zorno del dodeze, in cui protagonista attiva degli eventi è la gente. Queste ""pagine di vita"""" raccontano la presenza delle grandi abbazie, prima fra tutte quella della Vangadizza, principale monumento nonché faro culturale dell'intero Polesine, i conflitti politici ad essa legati, le imponenti opere di bonifica condotte dalle principali casate veneziane con il coinvolgimento diretto degli abitanti del posto, il fenomeno delle cernide, milizie popolari finalizzate alla difesa del territorio. Una finestra aperta su scenari poco conosciuti, su fatti di storia e al tempo stesso fatti di vita, veri e propri artefici della """"polesinità"""" di oggi.""