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Teatralità e figurazione per la città. Scritti sul progetto e l'insegnamento dell'architettura
La ricerca dell'identità di una cultura e delle sue espressioni figurative nella struttura dell'insediamento è uno dei temi centrali di quell'importante filone di studi della cultura lombarda che va da Carlo Cattaneo e Camillo Boito fino a Giuseppe de Finetti; da Ernesto Nathan Rogers e Lucio Stellario d'Angiolini fino a Guido Canella, Antonio Acuto e, negli anni più recenti, Enrico Bordogna e Angelo Torricelli. Su questa peculiare tradizione lombarda spesso sottovalutata, ma sempre innovativa, si misurano - tratteggiando genealogie, temi e storie - gli scritti di Francesca Bonfante raccolti in questo volume. Il tema cruciale del rapporto tra architettura e trasformazione delle città si pone qui al centro di un metodo d'indagine costruito sull'approfondita conoscenza dei progetti, interpretati nel farsi dell'insediamento come fatto originale, storicamente determinato e profondamente legato alle matrici della cultura materiale. Allo stesso modo le relazioni fra architettura, funzione e figurazione vengono illuminate dalla voce viva dei maestri - restituiti nel concreto del loro pensiero progettuale e teorico - per mettere in evidenza alcune questioni cruciali dell'insegnamento del progetto. L'analisi degli assetti tipologici e morfologici delle città prese in esame restituisce, pur nella distanza di luogo e tempo, l'impressione di un'opera collettiva, prodotto di un coerente filone di pensiero attento al ruolo di un'architettura. -
Lo IUAV e la biennale di Venezia. Figure, scenari, strumenti
Nella stessa temperie di rinnovamento che tra Otto e Novecento impegna Venezia in un intenso progetto di modernizzazione, la città vede la creazione di una grande esposizione internazionale d'arte, la Biennale, e della Scuola superiore di architettura. Le due istituzioni poggiano su un comune sedime culturale e si dimostrano strettamente connesse fin dal 1925, anno di fondazione di quello che diventerà lo Iuav. Col tempo le occasioni di dialogo si intensificano, in uno scambio che vede docenti ricoprire incarichi di rilievo in Biennale e - viceversa - artisti, architetti e curatori prestare la loro esperienza all'università. Riflesso evidente di tale legame è la collezione dei progetti presentati ai concorsi di architettura, importante segmento della memoria della Biennale, oggi custodita all'interno dell'Archivio Progetti Iuav. Agli intrecci, emersi e sommersi, di questa storia in filigrana e agli interrogativi che ne vengono sollecitati sono dedicati i saggi di questo volume, che dopo anni di silenzio storiografico ripercorrono con sguardo trasversale il fruttuoso rapporto tra due delle maggiori istituzioni veneziane. -
La concretezza sperimentale. L'opera di Nani Valle
Fernanda Nani Valle, a trent'anni dalla morte, resta, per profilo scientifico e tratto umano, uno tra i docenti indimenticabili, più amati e stimati dello IUAV, uno tra gli architetti protagonisti in molti campi della disciplina progettuale, espressione di quella sinergia tutta italiana, in quei decenni, tra teoria e prassi, tra architettura e urbanistica. La recente donazione all'Archivio Progetti dell'Università Iuav di Venezia del fondo archivistico di Nani Valle e di Giorgio Bellavitis consente per la prima volta di delineare e ampiamente documentare questa protagonista del Novecento. Gli scritti qui presentati rivelano questa complessità, che si dipana dal precocissimo impegno nello studio udinese con il padre Provino e il fratello Gino, per intrecciare poi la ricerca con quella del marito Giorgio Bellavitis: nuovi edifici, restauri, allestimenti, sperimentazioni a fianco di altri protagonisti come Franco Basaglia. Ed è l'indagine che questa pubblicazione offre a far emergere, entro le trame di scelte e significative relazioni personali, il magistero culturale e l'impegno professionale di Nani Valle, celato nell'affabilità di una donna dialettica e aperta. -
Franco Purini, Laura Thermes. Abitare l'orizzonte. Eurosky, una torre Tomana, 2006-2012
Nel suo De re aedificatoria, Leon Battista Alberti afferma che l'architettura di una città debba accostarsi il più possibile al modello ideale, in cui ogni costruzione trova la forma e la posizione più convenienti possibile. I consigli dell'Alberti sono validi anche oggi, nonostante siano mutate sia la funzione sociale degli edifici sia il loro rapporto con il polifonico, disperso e insieme concentrato spazio metropolitano. Parallelamente, sono cambiate le direttive per l'edificazione: la crisi della politica, a servizio dell'economia di mercato, mina il delicato equilibrio istituzionale che permetteva la crescita controllata delle strutture urbane. In risposta al senso di inquietudine e impotenza dell'uomo del XXI secolo, le architetture recenti dichiarano violentemente la propria autonomia rispetto al contesto: non si fingono altro da sé, non imitano nulla, sono creazioni simboliche e autonome, proiezioni del potere performativo del pensiero visionario del costruttore che vince le resistenze dei materiali, dell'economia, della politica e della mentalità, in direzione di un risultato nuovo. La torre Eurosky, progettata dagli studi Purini Thermes e Transit e situata a Roma nei pressi dell'Eur, a cui questo numero di Anfione e Zeto è dedicato, si distingue dai sistemi costruttivi attuali perché supera il concetto di stile, uscendo da logiche identitarie/utilitarie per mettersi in relazione con i bisogni e le contraddizioni della città. -
Riflessi in uno specchio. Voci di donne da un paese in guerra
In uno stato africano dove la guerra civile contrappone un governo corrotto a un gruppo di ribelli nascosti nella foresta tropicale, quattro donne cercano di ripristinare un ordine nelle loro quotidianità, quattro donne forti, sorprese nel mezzo di decisioni che cambieranno per sempre la loro vita. Noemi, Catherine, Annemarie e Pascaline: le loro storie si intrecciano l'una con l'altra e segnano le tappe di un percorso che si allontana dall'effimera sicurezza delle città e delle sedi ONU per addentrarsi nella foresta, in un cuore di tenebra in cui l'unico dialogo è quello delle mitragliatrici. Il fil rouge che lega questi racconti è un vecchio specchio dalla cornice di legno, silenzioso testimone del coraggio e della forza di volontà delle donne che lo possiedono. In questo nuovo libro Maria Serena Alborghetti non ci racconta solo l'esperienza di chi lavora nelle missioni di pace per le organizzazioni internazionali, ma soprattutto descrive la difficoltà di vivere in un paese che si ama senza riserve ma che fa di tutto per allontanare, un paese pieno di energia e violenza, paura e bellezza, dove è impossibile stare e difficile andarsene, perché nasconde un segreto, una consapevolezza o forse una luminosità che riflette con più nitidezza qualcosa di noi stessi che per troppo tempo abbiamo scelto di ignorare. -
Padova al trotto
«L'aria del paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo» recita un proverbio arabo, e aria di paradiso si è respirata a Padova durante i secoli d'oro dell'ippica. La straordinaria presenza di un ippodromo ante litteram come il Prato della Valle ha garantito alla città una lunga tradizione nelle corse dei cavalli fin dagli inizi dell'Ottocento. Passione, grande dedizione ed esperienza hanno fatto poi il resto, trasformando Padova nella capitale internazionale del trotto. L'ippodromo finanziato da Vincenzo Stefano Breda è stato punto di riferimento per generazioni di proprietari, fantini, pubblico e per genealogie equine, lasciando un'importante eredità raccolta dalla famiglia dell'imprenditore Ivone Grassetto, che ha poi dato vita a ""Le Padovanelle"""". Scrivere questa particolare pagina di storia della città significa entrare nella memoria di una passione trasversale che coinvolge competenze, professionalità e socialità differenti. Ne esce uno spaccato di vita cittadina ricco di aneddoti e persone, che restituiscono l'immagine di una realtà variegata e attiva."" -
La mia lucida follia
Ironico, sornione, beffardo, curioso, ma anche coerente, disincantato, superbo: Luigi Migliorini sa bene che l'io non è un'entità granitica, scolpita nella roccia e immodificabile. Quella cosa mutevole e sfaccettata che chiamiamo personalità può essere colta solo per barlumi sulla superficie della nostra vita. Perché, come dice Hegel, ""non c'è niente di più profondo di ciò che appare in superficie"""". Ed è per questo che, senza dare regole o imporre visioni, il nostro eccentrico liberale, come un novello Montaigne, ci guida in una sorta di autobiografia per aneddoti scanzonata e incalzante, avendo sempre in mente la domanda: """"come vivere?"""". Non certo con la pretesa di dare una risposta, ma per indicare una possibilità o, meglio, un """"tono"""" su cui accordare la propria esistenza."" -
L' università di Padova dal 1866 al 1922
Seconda solo a quella di Bologna per antichità, l'università di Padova ha influito per quasi otto secoli sulla vita della città e della regione, delineando curricula, fornendo idee e storie, plasmando abitudini dei suoi cittadini. Il volume di Angela Maria Alberton ne illumina uno dei periodi cruciali: dall'ingresso del Veneto nel Regno d'Italia nel 1866 fino all'avvento del fascismo nel 1922, che per l'Ateneo è l'anno del 700°. Dentro quest'arco cronologico segnato da profondi mutamenti della società e delle istituzioni, la storia dell'Università si dispiega nella sua vita ordinaria di organismo culturale e professionale. Con uno stile agile e coinvolgente si racconta la nascita delle facoltà, la costruzione delle nuove sedi, la definizione dei primi regolamenti, la vita pratica degli studenti, il coinvolgimento attivo negli ideali risorgimentali, fino ai primi germi del fascismo. Ma l'università patavina è fatta anche di tante altre storie, più personali, di studenti e professori e donne laureate, che offrono un reale e intimo spaccato della vita a Padova in quegli anni. -
Paesaggi delle acque. Un percorso formativo
Lo sradicamento delle popolazioni, l'abbandono di vaste aree coltivate, la scomparsa di tradizioni lavorative tramandate di generazione in generazione hanno creato un evidente distacco tra chi vive in un determinato territorio e il territorio stesso: mai come oggi risulta chiara la necessità di ripensare alle pratiche di tutela e valorizzazione del paesaggio, in una discussione che deve con urgenza rielaborare il presente in previsione di un futuro sempre più vicino. Con uno sguardo multiplo e multidisciplinare, necessario a intervenire in situazioni complesse, questo volume offre gli strumenti per comprendere come salvaguardare il nostro territorio. L'inestimabile patrimonio ambientale che ci circonda non si è evoluto esclusivamente attraverso azioni naturali, ma contiene la testimonianza della frequentazione e dell'attenzione umana. Le ""diverse nature"""" del paesaggio d'acque, tipico non solo del Veneto, vengono qui descritte individuando quelle azioni necessarie ad attribuirgli un valore, per far crescere la sensibilizzazione e la responsabilità nei suoi confronti e per insegnare a salvaguardare un bene che è di tutti."" -
Invenzione della tradizione. L'esperienza dell'architettura. Ediz. multilingue
L'idea che la tradizione non sia una nozione statica ma un concetto che viene ""inventato"""" di volta in volta fu introdotta nel 1983 da Eric J. Hobsbawm e Terence Ranger nel volume The Invention of Tradition - ma già E.N. Rogers aveva posto la questione della tradizione nell'esperienza dell'architettura, esplorando il rapporto tra invenzione e memoria al di là delle contrapposizioni ideologiche fra tradizionalismo e internazionalismo architettonico. Non è un tema astratto: la prima implicazione connessa al concetto di """"invenzione"""" è che la nozione intrinsecamente statica della tradizione viene a cadere e con essa la netta distinzione fra tradizione e modernità. La seconda è che il concetto di """"identità"""" può essere rivisto non più come radicamento da ritrovare e difendere ma come costruzione da realizzare. Considerando che è nella forma che l'architettura trova il suo principale veicolo di espressione, il concetto di """"invenzione della tradizione"""" fa emergere il problema della costruzione del linguaggio dell'architettura come espressione di una cultura e come operazione di simbolizzazione di significati culturali. I saggi di questo volume vanno in quella direzione."" -
Maestro e pioniere. L'eredità storica di Mario Volpato (1915-2000) tra incognito e nuove frontiere
Mario Volpato è stato senza dubbio uno dei protagonisti del boom economico degli anni Cinquanta: anche grazie a lui l'Italia è uscita dalla condizione di paese a prevalenza agricolo per inserirsi tra le potenze industriali del mondo. Matematico brillante, Volpato ha fondato, tra le altre cose, la CERVED Spa (Centro Elettronico Reteconnesso Valutazione ed Elaborazione Dati - ancora oggi considerato la più grande banca dati online in Europa) e l'interporto di Padova, e si è fatto portavoce e interprete di una volontà di rinnovamento i cui effetti sono visibili ancora oggi. Oltre a ripercorrerne la sua carriera - dagli esordi fino alla nomina di presidente della Camera di Commercio di Padova - questo volume mette in luce quell'impegno lavorativo e sociale che contraddistingue tutte le avventure informatiche di Volpato. Creatività, curiosità intellettuale, capacità di superare gli ostacoli, forte responsabilità civile e accademica sono le qualità che emergono dalle testimonianze volte a tratteggiare la sua figura attraverso ricordi, aneddoti, memorie. Ne risulta il ritratto appassionato di un sorprendete ""Steve Jobs"""" alla veneta: un innovatore visionario con radici ben piantante nel territorio."" -
Klaus Theo Brenner. Stadtarchitektur-Città architettura. Ediz. bilingue
L'opera di Klaus Theo Brenner si colloca all'interno del panorama europeo contemporaneo per l'attualità della sua riflessione sulla trasformazione dei sistemi urbani e sul ruolo dell'architetto moderno. L'architettura della città va concepita con uno sguardo al futuro ma in continuità con il passato, attraverso l'ideazione di episodi urbani che si distanziano dalla storia per evoluzione e non per rottura. I progetti qui presentati, edifici e quartieri cittadini, sono frutto di una progressiva sedimentazione culturale: l'architetto è colui che crea il progetto e lo pone in relazione alla dimensione storica di una tradizione plurimillenaria e internazionale. La personale ricerca progettuale di Brenner emerge nel carattere intrinseco delle sue ideazioni, che acquistano di senso solo se collocate con l'esistente, in un continuum scenografico armonico e innovativo allo stesso tempo, che definisce il mutevole volto della città futura. -
Design e immaginario. Oggetti, immagini e visioni fra rappresentazione e progetto
Gli oggetti sono strutture immaginarie. Lo sono non soltanto perché producono significati simbolici e culturali, aprendo mondi impensati, ma anche perché l'immaginario è insito nella formulazione e nella progettazione di nuovi oggetti. Si potrebbe dire che l'immaginario è un produttore di oggetti, tanto quanto gli oggetti sono produttori di immaginario. E in questa circolarità il design ha fissato un punto storicamente essenziale facendo, di questa circolarità, la sua caratteristica peculiare, il suo connotato saliente: dar forma agli artefatti e, attraverso la forma, dar vita a immaginari. Grazie alle voci di autori di diverse discipline, il volume analizza il ruolo che gli oggetti hanno nella costruzione sociale dell'immaginario, con contributi provenienti da ambiti produttori di potenti immaginari, come il cinema, la letteratura, la fotografia, l'editoria, l'arte. Ma si interroga anche su come si forma l'immaginario nel mondo della progettazione, scandagliando le dinamiche che governano l'iter immaginativo. -
Palazzo Treves dei Bonfili e il suo giardino
Sino a poco più di un secolo fa Padova era una città straordinariamente ricca di aree verdi. Edifici pubblici e privati, conventi e palazzi dominicali di grandi e piccole dimensioni erano tutti dotati di magnifici giardini, mentre vaste aree erano ancora destinate alla coltivazione. Nel corso dell'Ottocento molte di queste residenze vengono riammodernate secondo le nuove esigenze abitative, e così i parchi e i giardini. Da qui nascono il palazzo e il giardino Treves dei Bonfili a Ponte Corvo, proprietà di una famiglia di ricchi mercanti e banchieri ebrei trapiantati da Venezia a Padova. Si può dunque scrivere di un palazzo che non esiste più? Sì, perché ne rimane il magnifico giardino a suggerirci la bellezza dell'edificio progettato da Giuseppe Jappelli e perché possiamo entrare nella storia dei suoi committenti. La ricorrenza del nome di questi munifici mecenati nelle cronache dell'epoca e la fitta rete di relazioni e connessioni che sistematicamente riconducono alla loro influenza in contesti diversi offrono un vivace spaccato di storia cittadina ottocentesca. -
Peccato originale. Alla ricerca dell'umanità perduta
In bilico sugli ""orli della vita"""", l'uomo contemporaneo ha sempre di fronte a sé la consapevolezza del male, il peccato originale che continuamente apre all'invisibile, fa """"vaporare i fantasmi"""" (Pirandello). Ma è proprio da tale condizione precaria che si innalzano lo sciame dei pensieri dove albergano le possibilità di salvezza: il sogno, la poesia, la visione. Questo lavoro di Giuliana Fabris - saggio e narrazione allo stesso tempo - si muove tra l'universalità del male e la concretezza del dolore, con la certezza che affrontare il peccato originale significhi porsi la domanda, il perché dell'esistenza, cui ognuno deve rispondere individualmente. Non abbiamo che le parole per ordinare il mondo e provare a capirlo, per questo motivo """"Peccato originale"""" cerca di trovare un varco a partire dalle parole degli altri: dalla ragazza costretta a vendersi per strada che si """"sentiva un animale"""", al """"cosa mi avete fatto"""" della principessina Lise di Tolstoj, assieme al """"non torna conto far così male ad una povera creatura"""" della Lucia manzoniana, fino all'help me di Regan, la ragazzina posseduta dell'Esorcista."" -
Ore immense. L'arte, la mia vita
Solo lo sguardo di chi ha vissuto veramente può soffermarsi sui frammenti della vita trascorsa e illuminarne luoghi, volti ed esperienze così da ordinarli e dar loro un senso, una nuova vita. Dalla pittura alle recenti opere di carta, passando per la ricerca fotografica, Riccarda Pagnozzato, artista veneziana di fama internazionale, attraversa il secondo Novecento con una caparbia originalità, riuscendo a frequentare il mondo dell'arte sia dai suoi centri - la Biennale di Venezia - sia dai suoi margini, discosta, nella posizione privilegiata di chi osserva con curiosità, e osservando schiva le facili mode, rimanendo se stessa. È in questa coerenza che si trova il senso di un'autobiografia in cui il racconto della vita e dell'origine di una vocazione sono intrecciate a persone e avvenimenti che ne hanno plasmato la personalità. Quello che è chiaro da queste pagine non è tanto la celebrazione di un'opera, quanto l'evocazione di un percorso, di uno sguardo, ma soprattutto di una ""compagnia"""", perché per Riccarda Pagnozzato, parafrasando Alfieri, il parlare, e molto più lo scrivere di se stessi, nasce senza alcun dubbio dal molto amore per gli altri."" -
Ugo Ojetti critica, azione, ideologia. Dalle Biennali d'arte antica al Premio Cremona
Ugo Ojetti (Roma 1871 - Firenze 1946) fu collezionista e opinionista sagace, ma fu, soprattutto, un raffinato censore del sistema delle arti italiano e, ancor più, un manager delle esposizioni, sorta di curatore ante litteram, teso fra passione antiquaria e ricerca di nuove qualità espressive, possibilmente connotate da un alto potenziale identitario ed economico. L'amore per i canoni visivi del nostro passato - avvertiti come necessaria consolazione al presente - lo spinse a promuoverne largamente il recupero, in una perenne ricerca di alleanze intellettuali, politiche e finanziarie. Opzione rischiosa, che lo portò - fra vittorie e delusioni - a incrociare i nodi più oscuri della programmazione culturale fascista. Questo volume indaga l'intensità del personaggio sotto il segno del fare. Segue il filo rosso della sua esperienza, affiancando scritti pubblici e carte private, così da individuare non soltanto il legame ch'egli seppe attivare fra indirizzo critico e attività organizzativa, ma anche la sua appassionata battaglia per avvicinare ""la bellezza"""" a un pubblico esteso."" -
Norberto Bobbio: un «illuminista pessimista». Con un inedito su «Filosofia del diritto e scienza del diritto in Italia»
Nel generale clima di bilanci politici e culturali del primo decennio di vita della Repubblica, si sente forte la necessità di una nuova figura di intellettuale laico, che prenda le distanze da quello di stampo storicista. Per dare voce a questa esigenza, agli inizi degli anni Cinquanta il filosofo Nicola Abbagnano promuove a Torino la nascita del ""movimento neoilluministico"""", ugualmente critico verso idealismo e marxismo. A dare fondamento etico-politico al movimento sarà uno dei suoi protagonisti, Norberto Bobbio, con il saggio Politica e cultura del 1955. Per Bobbio, l'intellettuale è la """"coscienza critica delle forme di esercizio del potere"""" e il suo ruolo è quello di stabilire un rapporto prolifico con la società. In questo volume appassionato Mario Quaranta analizza diversi aspetti del pensiero di Norberto Bobbio, a partire dall'influenza degli scritti di Carlo Cattaneo, da lui ritenuto il maggiore rappresentante della nostra tradizione illuminista, fino al rapporto con il filosofo analitico Ferruccio Rossi-Landi con cui ha intrattenuto a lungo un serrato dialogo su problemi politici, culturali, filosofici di grande attualità e importanza. Postfazione di Dino Cofrancesco."" -
Fare ricerca in design. Forum nazionale dei dottorati di ricerca in design
Il volume offre un panorama sulla ricerca più avanzata nel design e sulle sue possibili applicazioni nei campi dell'innovazione, dell'ambiente, del benessere e della cultura, argomenti al centro del dibattito contemporaneo. Frutto del lavoro di una rete di giovani ricercatori, il volume illustra il costante impegno del design nei confronti delle sfide di oggi, che spaziano dai materiali innovativi, ai prodotti digitali e robotici, agli strumenti per la salute, ai servizi per il territorio e per i beni culturali, alla memoria in archivi e musei, al ruolo cruciale del progetto di comunicazione, alla moda e ai suoi immaginari, fino a problematiche sociali come le questioni di genere e la società multietnica. I saggi, che riportano i risultati del secondo degli incontri nazionali che si svolgono a Venezia tra i dottorati italiani di Design, hanno il pregio di restituire questo paesaggio complesso anche a un pubblico più ampio, non sempre consapevole che la convergenza fra design e ricerca può offrire importanti risposte alle trasformazioni economiche, tecnologiche, culturali e sociali della contemporaneità. -
Ancora una volta «piccolo principe». L'essenziale diventa «visibile» agli occhi
Ancora un volo per quell'ometto dal mantello e dai capelli color del grano: il piccolo principe festeggia settant'anni di vita da supereroe del mercato editoriale. Diventato un fenomeno virale, il protagonista di questo classico della letteratura ormai pervade ogni canale mediatico e prosegue il suo cammino planetario nelle traduzioni più strabilianti. Una miriade di principini, con vesti diverse, migrano da un mezzo al'altro: ecco come una storia può percorrere lunghi viaggi, arrivare così a farsi leggere, ascoltare, vedere, toccare e vivere, saltellando attraverso media diversi. In queste pagine l'autrice ci consegna una documentata riflessione, una sorta di guida per potersi orientare tra i diversi codici narrativi del medesimo racconto e personaggio, secondo un approccio ""crossmediale"""" che, oggi, interessa in particolare una letteratura per l'infanzia e l'adolescenza sempre più contaminata, non soltanto nei generi.""