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Tutto in ordine e al suo posto
I luoghi sono d’Irlanda, splendida e aspra: il vento dell’Atlantico spazza le colline, ma dietro le dune, centinaia di allodole invisibili formano un ombrello di musica nella calura celeste. Qui le donne non si fanno illusioni. A volte si induriscono, oppresse da troppe fatiche. Ma sanno accoglierti davanti al fuoco, ridere fino alle lacrime e abbandonarsi pienamente alle cose, visibili e invisibili. Gli uomini invece coltivano spesso nella mente un’idea diversa della vita.rnrnIl tempo potrebbe essere oggi, domani, sempre. Piccole crepe si aprono nella realtà conosciuta, nel quieto vivere, nelle convenzioni erette come barriere. Il mistero filtra e dilaga; sono donne, illusionisti, vecchi pescatori, rabdomanti a custodirlo.rnrnCon la sua lingua meticolosa e nitida (resa da Daniele Benati con straordinaria intelligenza e passione) Friel non giudica, non spiega. Gli basta il lampo della barca sul lago che appare e scompare nella notte, una testa troppo chinata sul volante per agganciarci: il nostro cuore è lì e l’immaginazione vola. Dieci racconti, dieci capolavori: Friel è un maestro dell’arte narrativa. -
Un complicato atto d'amore
Il meraviglioso romanzo che ha portato Miriam Toews al successo internazionale, pubblicato da Adelphirnnel 2005 e ormai introvabile.rnrn""Vivendo in questo paese ho imparato che quel che conta sono lernstorie.”rnrn«Un complicato atto d'amore è pieno di dolori e tenerezze, una specie di Giovane Holden mennonita» - Laura Pezzino, Vanity Fairrnrn«È struggimento e incanto allo stato puro» - Marta Cervino, Marie Clairernrn«La sua lingua è brillantissima, comica e intelligente, piena di sorprese» - Elena Stancanelli, Robinson, La RepubblicarnrnCon la sua scrittura inconfondibile, piena di intelligenza e dolcezza, e di un personalissimo umorismornanche davanti alle situazioni più nere, Miriam Toews racconta la storia di Nomi, sedici anni,rnrimasta sola con il padre in una comunità mennonita ristretta e opprimente dove hai “soltantorntre possibilità: essere buonissima, essere cattivissima o essere bravissima nel fingerti buonissima”.rnLa madre e la sorella maggiore sono fuggite: “Certe persone se ne vanno e altre no e quelle che sernne vanno sono sempre più fiche di quelle che rimangono e io sono una di quelle che rimangonornperché tu sei una di quelle che se ne sono andate” scrive Nomi alla sorella “e c’è un vecchio sedutornin una casa vuota in giacca e cravatta che non ha più nessuno tranne me, grazie tante eh, grazie davvero”.rnNomi vuole troppo bene a suo padre per lasciarlo completamente solo, ma intanto sogna Lou Reed,rnNew York, la fuga.rnE soltanto un complicato atto d’amore potrà donarle la libertà."" -
Primo Levi
Settanta anni fa usciva a Torino presso un piccolo editore ""Se questo è un uomo"""". Era l'opera di uno sconosciuto aspirante scrittore, che raccontava agli italiani la vicenda dei campi di sterminio nazisti. In questi sette decenni questo libro si è trasformato in un classico della nostra letteratura. Com'è potuto accadere che questo volume, riprodotto su una carta povera del dopoguerra - era il 1947 - sia divenuto così importante? Lo racconta qui «Riga» ripubblicando le più importanti recensioni uscite dal 1947 al 1988, testi che ci aiutano anche a entrare nei libri di Primo Levi, testimone e scrittore poliedrico e complesso. Il volume si apre con un contributo narrativo inedito dello scrittore ebreo Aldo Zargani, seguono due testi dispersi e poco noti di Levi stesso, tredici interviste apparse su giornali o registrate dal 1963 al 1986 e sue brevi dichiarazioni su argomenti vari. La parte centrale riproduce la maggior parte dei saggi inclusi nel volume di «Riga» del 1997 a lui dedicato: una sorta di dizionario redatto da alcuni dei più importanti studiosi dello scrittore, cui si aggiunge un testo sul rapporto tra l'ebreo torinese e Israele e un racconto della sua ricezione in America. Un'ultima sezione riguarda i testi del convegno Primo Levi antropologo ed etologo, tenutosi nel 2016 all'Università di Bergamo e all'Università Milano-Bicocca, in cui i testi di Levi vengono considerati sotto questa duplice prospettiva. I disegni e gli schizzi di Pietro Scarnera accompagnano il numero a partire dalla copertina, fornendone una lettura ulteriore per brevi tratti. Siamo convinti che l'importanza di questo scrittore, saggista, poeta, testimone, intellettuale, sia destinata ad aumentare; questo volume fornisce un fondamentale contributo alla scoperta e riscoperta di uno scrittore decisivo per la nostra epoca, consentendo di conoscere meglio la sua attività poliedrica e illuminando aspetti ancora in ombra della sua personalità letteraria e umana. Leggere Levi per capirlo meglio, ma anche per capire il suo e il nostro tempo: uno scrittore per il XXI secolo, e oltre."" -
Melodia della terra. Giamilja
Un piccolo villaggio della Kirgisia. Una ragazza splendida, Giamilja, capace di illuminare una giornata con il suo canto e il suo entusiasmo; ma anche ruvida, tenace, ribelle, capace di tenere a distanza gli uomini che la divorano con gli occhi. Suo marito Sadyk, che presta servizio militare al fronte, non l'ama come forse lei desidererebbe, nelle sue lettere le riserva pochissime attenzioni, sembra quasi averla dimenticata. Danijar invece, un uomo timido e un po' ombroso che dal fronte ha appena fatto ritorno a causa di una ferita, si innamora perdutamente di lei. Seit, il giovanissimo cognato di Giamilja, sente la forza irresistibile di quell'attrazione, ne viene calamitato. Anche in lui, man mano che il loro amore affiora e prende il volo, sboccia una passione incontenibile: il desiderio di trasporre sulla tela, di rendere tangibile e immortale la bellezza di quello slancio attraverso la pittura. -
Tutti romani tutti romanisti. Il romanzo di César Gómez
A Roma i derby fanno storia; chi c'è stato, giura che sono tra le partite più belle in assoluto. Quando Cesar Gómez ha firmato per passare dal Tenerife all'A.S. Roma, non lo sapeva ancora; soprattutto non poteva sapere che lui stesso sarebbe entrato in ""un sogno all'incontrario"""". Sei miliardi di ingaggio, quattro anni di contratto, una sola presenza significativa in campionato: il primo dei quattro derby consecutivi persi dalla Roma contro la Lazio nella stagione '97-'98. Nel terreno fertile dell'ironia romanesca, basta e avanza per entrare nel mito; Cesar Gómez è un'allucinazione, una meteora che si mescola con mille altri ricordi, polemiche, meraviglie, e di voce in voce si trasforma. Dice che un tifoso è andato a Trigoria per fargli l'autografo; che era brasiliano, che l'hanno preso per sbaglio, che giocava nella Lazio; che ha aperto un autosalone sulla Appia. Che non si può pensare a lui senza menzionare Servidei, il secondo difensore centrale in quel derby famigerato, perché """"la coppia cià sempre avuto il suo successo dal punto de vista comico"""". Cesar Gómez è stato l'uomo sbagliato al momento sbagliato, ma nel posto giusto, perché solo a Roma poteva diventare una leggenda. E sul filo di questa leggenda laterale, rimbalzano le bufale, le dichiarazioni d'amore per BrunoConti, per Petruzzi, per Totti che nel cuore è ancora sul campo della Romulea; il fastidio per i codici a barre, le scommesse ufficiali e il calcio-mercato; l'emozione dei momenti memorabili, della fedeltà indiscussa, della collettività rombante, della partecipazione. Un romanzo corale sulle tragedie, sui fenomeni, sul mito: sul calcio italiano."" -
Sei città
Lì, quando sei un bambino, che son le due del pomeriggio, che esci dal portone, dall’androne buio del condominio dove abitano i tuoi genitori, e apri il portone e entri nella luce, che è tempo – dalle due di pomeriggio fino a sera – e spazio – da via Montebello in qua, tutto il quartiere – lì, tutti i giorni la promessa è così grande che ti vien da piangere, a pensarci. - rnrnSei città è un albo illustrato di Tim Kostin e Paolo Nori. -
Un eroe dei nostri tempi
Un eroe dei nostri tempi è un capolavoro assoluto, da leggere e rileggere.rnLo riproponiamo nella splendida versione di Paolo Nori, con una copertina di El’ Lisickij che pone al lettore la domanda:rn“E tu?”rnrn“C’è un piacere sconfinato nel possesso di un’anima giovane, appena schiusasi alla vita. È come un fiorellino il cui aroma migliore si volatilizza all’incontro col primo raggio di sole; bisogna reciderlo in quel momento, e, dopo averlo odorato a sazietà, buttarlo; qualcuno forse lo raccoglierà.”rnrnrnrnrnPečorin è uno scienziato nella scienza della vita; è abilissimo a farsi amare, ma il suo cuore resta vuoto.rnrnNon prova un briciolo d’amore, per la principessa che ha sedotto per capriccio, anzi peggio, per umiliare un amico; e anche la splendida selvaggia che gli ha fatto assaporare qualche brivido lo lascia presto insoddisfatto.rnPersino Vera, l’unica che forse ha amato veramente, non è altro che un’ombra, per lui, il conforto di una scintilla.rnLa sua sete è insaziabile, vuole tutto e non gli basta mai; le sofferenze e le felicità degli altri contano solo in rapporto a lui.rnPrima lo vediamo da lontano, nel racconto di un viaggiatore incontrato per caso; si avvicina quando appare al narratore durante una tappa del viaggio. Pečorin ha un aspetto insieme fragile e forte, quella bellezza strana che piace alle donne. La sua biancheria è di una pulizia accecante, ma i suoi occhi non ridono quando ride lui.rnrnArriviamo poi a sentire la sua voce, la sua inquietudine, nelle pagine dei suoi diari.rnEppure resta sempre inafferrabile: una domanda senza risposta, una malattia senza cura, una provocazione bruciante.rnrnLa letteratura è piena di personaggi malvagi; perché allora proprio l’immoralità di Pečorin dà tanto fastidio? ci chiede Lermontov. Forse perché è un ritratto fedele dell’uomo contemporaneo? Perché c’è in lui più verità di quanto vorremmo?rnQuasi due secoli dopo, i ‘vizi’ di Pečorin sono più attuali che mai.rnL’immagine di El’ Lisickij, suggerita da Paolo Nori per la copertina, pone la domanda frontale: E tu? -
Repertorio dei matti della città di Lucera e della Capitanata
"Uno era contento che Foggia nel 2011 aveva vinto una specie di concorso tra le peggiori città d'Italia, un concorso per scegliere proprio la peggiore di tutte le città peggiori. 'Prima' diceva 'non credevo ai concorsi, credevo che i concorsi erano tutti truccati, che nelle giurie c'erano solo imbroglioni, ora sto meglio, ora mi è tornata la fiducia.'""""" -
Repertorio dei matti della città di Genova
Il ""Repertorio dei matti della città di Genova"""" è stato scritto da: Edoardo Cavazzuti, Emilia Cesiro, Michele De Negri, Olimpia Di Stefano, Limbania Fieschi, Federica Kessisoglu, Dimitri La Rosa, Clara Negro, Clara Oliveri, Luis Poluzzi, Loreana Sciutto, Marianna Soffiantino, Elisa Traverso, Marta Traverso."" -
Maiser
"E dicendo di quell'uno / di quanti altri avrai parlato?"""": si chiude così il romanzo in versi di Fabiano Alborghetti, che mette in scena la storia di un """"uomo normale"""" (così l'incipit), di una """"vasta famiglia"""", di una lunga porzione di secolo. Dall'uno agli altri, cioè dalla vicenda individuale alla storia collettiva, e un tempo si sarebbe potuto aggiungere dalla coscienza individuale a quella di classe, questo libro coraggioso prova a mettere al lavoro la poesia sul piano inclinato della narrazione sociale. Romanzo/poema in controtendenza, Maiser conduce allo spasimo la cifra di una scrittura già testimoniata dal precedente percorso del suo autore: da L'opposta riva (2006), con i suoi clandestini senza nome braccati dal destino, agli orrori quotidiani di Registro dei fragili (2009), Alborghetti ha sempre affondato i suoi strumenti poetici nella realtà più bruciante. Ora, un'identica ustione si prolunga nei decenni della storia italiana novecentesca, negli """"sguardi lupeschi"""" e disperati degli emigranti del Sud. Come sempre, """"dinanzi alla vita, anche quella più storta"""". (Fabio Pusterla)" -
Maurice Blanchot
Narratore, critico letterario, pensatore, Maurice Blanchot viene ormai considerato un esponente di primo piano della cultura novecentesca. Le sue opere sono tradotte e studiate in molti paesi, benché in Italia restino ancora inedite o poco note. Ciò vale specialmente per i romanzi e racconti - che sono insoliti e ricchi di fascino -, ma in parte anche per la produzione saggistica. Sono stati soprattutto i filosofi (Lévinas, Deleuze, Foucault, Derrida, Nancy) ad attirare l'attenzione sull'originalità e importanza dei libri blanchotiani, contribuendo a farli conoscere. Blanchot non ha mai voluto essere una figura pubblica, pur non estraniandosi dalle vicende politiche del suo tempo. Negli anni giovanili è stato collaboratore di giornali di destra, per poi spostarsi, dopo il secondo conflitto mondiale, sul fronte opposto, prendendo posizione contro la guerra in Algeria e, più tardi, a favore del movimento studentesco nel maggio 1968. Come critico letterario ha dato un contributo determinante alla comprensione di autori come Mallarmé, Lautréamont, Rilke, Kafka, Bataille, Char, Beckett, ma la sua competenza e la sua sicurezza di giudizio gli hanno consentito anche di rileggere diversamente autori classici, nonché di cogliere e valorizzare tutto ciò che di nuovo appariva in quegli anni. Blanchot ha esercitato un influsso notevole pur rifiutando ogni forma di presenzialismo e di visibilità mediática, convinto che la persona dell'autore dovesse cancellarsi a favore della scrittura stessa. Da qui il suo rifiuto di mostrare proprie foto, di concedere interviste, di parlare alla radio o in televisione. Tutto ciò ha fatto di lui, come ha osservato un suo autorevole estimatore, Roland Barthes, la figura-simbolo di un certo ""Eroismo letterario"""", espressione da intendersi come """"l'attaccamento intrattabile a una Pratica, cioè la rivendicazione, contro il mondo, di un'autonomia, di una solitudine"""". Questo numero di «Riga» presenta molti testi di Blanchot inediti in italiano (brani di opere narrative, scritti saggistici, lettere). Comprende inoltre omaggi di scrittori e importanti contributi di filosofi e critici (Lévinas, Klossowski, Bataille, Starobinski, Laporte, Derrida, Nancy, Stiegler, Bident, Didi-Huberman). Ulteriori analisi di aspetti specifici dell'opera sono state redatte da studiosi italiani appositamente per questo volume, che si conclude con gli interventi visivi di due artisti, Joàb Louro e Pietro Fortuna."" -
L' angolo del mondo
La storia di un amore difficile, piena di umorismo, aneddoti, emozioni; limiti e meraviglierndi Cuba raccontati senza retorica, e con profondo, lucidissimo amore.rn“Un’acuta, avvincente miscela di politica e sentimentornche si spinge in una nuova direzione” - rnKirkus ReviewsrnrnMarian ha trentasette anni, è intelligente e appassionata, eppure la sua vita non decolla; comerninsegnante all’università dell’Avana non brilla, e gli incontri occasionali con l’ex marito, scappatorna Panama con un’altra, sentimentalmente non possono bastare. Coglie al volo, così, larnproposta di scrivere una prefazione per il libro di un esordiente molto lanciato. Non sa ancorarnche sta aprendo la porta e il cuore a un vero terremoto passionale. La storia d’amore conrnDaniel, scrittore giovane e inaffidabile, la scuoterà nell’intimo, anche con dolore, mettendolarndi fronte a scelte estreme, ma la renderà infine più forte, più indipendente, sempre piùrnconsapevole del legame indissolubile con Cuba e con le sue radici. -
Il cane di Giacometti
"Da principio scelto come segno di miseria e solitudine, il cane mi pare disegnato adesso come spettro armonico, la linea della schiena che risponde alla linea delle zampe, spettro che sa essere l'esaltazione suprema della solitudine"""": così Alberto Giacometti diceva a Jean Genet, visitatore del suo atelier, nei primi anni Cinquanta. E l'oscillazione tra solitudine, miseria e armonia, tra luce, stella, tremore e senso d'abbandono, è forse davvero la cifra del nuovo libro di Stefano Raimondi, secondo tassello della sua trilogia dell'abbandono. Esplorare l'abbandono, il senso d'abbandono, dentro le parole e dentro l'orizzonte urbano (due dimensioni che in Raimondi da sempre si intrecciano, già a partire dal libro giovanile La città dell'orto, del 2002), ricercarne le costellazioni di immagini, le risonanze interiori, la voragine di un tombino che si spalanca e il viaggio che tuttavia si apre, in una luce incerta: ecco l'orizzonte di quest'opera, che abbandona, e forse supera, il parallelismo ustionante tra vicenda affettiva e devastazione bellica, così forte nel primo tempo della trilogia, Per restare fedeli (2013). Perché adesso """"guardare da qui commuove e parlare non è più parlare. Il vero ci porta via."""" (Fabio Pusterla)" -
Nonnitudine
Dopo il clamoroso successo di Se ti abbraccio non aver paura, con la sua dolcezza incantatrice Fulvio Ervas racconta un nuovo viaggio: il viaggio molto avanti e molto indietro nel tempo che intraprende un uomo che diventa nonno.rnrnCapì che era arrivato in un luogo fatto di tempo, stava sul colmo di una collina da dove si vede la vita scemare e germogliare nuovamente.rnPensò che fosse un luogo privilegiato.rnQuella sera stessa aveva scritto: “Il bimbo è arrivato. Sono un nonno felice”rnrnrnDalle camminate in fila indiana lungo il Piave, quando mancava il pane, al nonno investito in bicicletta dall’auto del console americano, il passato lo sommerge a ondate, in una nuova luce di radice futura; il presente è la nuova, lucente meraviglia dell’istante. Il futuro si fa di colpo più vicino, e richiama una fortissima responsabilità verso il pianeta che ci ospita, e che dovremmo lasciare migliore di come l’abbiam trovato.rnQuesta strana malattia benefica, che cambia di colpo la realtà, decide di chiamarla nonnitudine; e sa che non colpisce solo lui.rnUn gruppo di neononni si incontra al bar, corre lungo l’argine, inventa storie.rnCome la favola che lui scrive per il nipotino lontano: in una comunità sotterranea, i bambini che leggono generano energia. Le parole escono dai camini, il vento le porta lontano, ma c’è ancora qualcuno, là fuori, dopo il grande temporale che ha sconvolto la terra? Chi avrà il coraggio di avventurarsi fuori? E quale sarà la risorsa potente che ci salverà? -
Finché c'è prosecco c'è speranza. Diario del film. Ediz. illustrata
Diario fotografico del film di Antonio Padovan ""Finché c'è prosecco c'è speranza"""" tratto dall'omonimo romanzo di Fulvio Ervas."" -
Battaglia a Magopoli
Un romanzo per ragazzi sulla forza invincibile della libertà.rnrn“Dissi che a Magopoli tutti pensavano di essere maghi, ma non era vero nulla, me lo avevano detto i miei nonni. Era un imbroglio ma la gente ci credeva e tutti stavano impazzendo, a forza di fare finta di essere maghi. Dissi che era colpa degli specchi: che non erano veri specchi e rimandavano un’immagine falsa alle persone che li guardavano, facendogli credere di essere quello che non erano.”rnrnrnBasta maghi e maghetti, Agostino non li sopporta più.rnChe tristezza vedere genitori e compagni di scuola stravolti dallo sforzo di essere magici, sempre lì a guardarsi in strani specchi.rnVuol reagire, fare qualcosa. rnRitrova i suoi amici Igor e Lu.rnInsieme, affrontano gli zombi del fango, simpatizzano con gli scienziati in esilio. Attraversano la Zona brulla, devastata dalle scorie di Magopoli, infestata dalle zecche mutanti.rnScoprono di avere una missione: distruggere la Madre di tutti gli specchi.rnQuando essere magici diventa un obbligo opprimente, il vero incanto è camminare insieme. -
Fare pochissimo
Un autobus con dei passeggeri che a guardarli sembra che dicano tutti ""Anche da lontano, si vede, che non mi vuoi più bene"""", una collega che quando la chiamano al telefono lei dice «Obitorio, buongiorno», una moglie con cui non si è sposati che è grama come le verze bagnate, una barista che quando le chiedi un toast ti chiede se te lo deve scaldare, una figlia che sa a memoria una canzone di Orietta Berti, un prete russo che sta cercando di avviare il processo di beatificazione di Stalin, un avvocato che imita Gianni Agnelli e telefona ai suoi clienti alle sei e quaranta del mattino, un insegnante di religione cattolica che, quando si va a confessare, il primo peccato che dice è: «Insegno la religione cattolica», una collega appassionata di trapani che ha un dogo argentino che si chiama Satana, un protagonista convinto che la vita è orribile e meravigliosa: tutte queste cose, e qualche altra ancora, forse fanno un libro che, se uno ha un po' di pazienza, forse riesce a leggerlo dall'inizio alla fine."" -
Testo a fronte. Vol. 56
"Testo a fronte"""" è una pubblicazione semestrale di teoria e pratica della traduzione letteraria diretta da Franco Buffoni, Allen Mandelbaum, Emilio Mattioli. La rivista, che propone articoli, riflessioni, brevi saggi di traduzione, recensioni e segnalazioni, affianca ai grandi nomi sia in ambito saggistico sia in ambito creativo, i nomi di giovani studiosi e poeti." -
Breviario del rivoluzionario da giovane
Da Antifascismo militante a Ciclostile,rnda Figlia dei fiori a Verbo comunista:rnl’apprendistato sentimentalerndi un ragazzo volenteroso e un po’ confusornnei memorabili anni Settanta.rnrn“C’è un lato A della vita, noioso ma sazio, in cui paga la mamma, e c’è un lato B della vita, pazzamente splendido ma a stomaco vuoto, in cui paghiamo noi. rnNella sazietà tutto ciò che è materiale è indifferente, nella ricerca della sazietà tutto ciò che è materiale è prezioso.”rnrnNel 1973 Milano è sottosopra. Dominano nuovi stili di vita, codici, riferimenti; in pochi anni è cambiato tutto, e presto tutto tornerà a cambiare, ma l’impronta che resterà nei costumi, nel linguaggio, nei rapporti di lavoro, di studio, tra i sessi è indelebile.rnNella sua ispirazione più felice, Bruno Osimo racconta la vita quotidiana in quel fermento quasi leggendario, con gli occhi di un apprendista rivoluzionario: un timido outsider che si arma di buona volontà (e, all’occorrenza, di spranga) per integrarsi nel mondo del suo tempo.rnDa “Ti voglio bene ma non ti amo” a “Katanga”, da “De Gregori” a “Cineforum”, un romanzo umoristico, a tratti apertamente critico e a tratti dolcemente evocativo, su tic, storture, emozioni e glorie degli anni Settanta. -
Il grande giorno
Dal maestro del noir più amato da Alfred Hitchcock, quattordici storie dal meccanismornperfetto e senza una parola di troppo.rnrnHan detto di lui che avrebbe potuto scrivere I miserabili in due paragrafi, perché l’arte della sintesirnè una sua grande virtù.rnHitchcock lo amava per questo, e per l’eleganza con cui ti avvince subito e ti spiazza sempre.rnGli bastano pochi tratti per far vivere un personaggio; due frasi per catapultarti nella storia.rnAssassini per caso, killer professionisti, studentesse, cuochi, scrittrici, alcolizzati, cassiere, detective,rnereditiere, maggiordomi e gigolò ci attirano in case confortevoli, nella cella di un carcere, in una tenutarndi campagna, al tavolo di un locale o in vicoli bui, dove c’è stata una vittima, ci sarà presto, ornmagari non ci sarà.rnBen non sa usare la pistola e chi gliela mette in mano se ne pentirà; fare jogging lungo la scoglierarnè salutare solo se tua moglie ti vuol bene. Mentire sul suo piatto preferito può salvare la vita a unrncondannato a morte, e il sesso con un altro non è la forma più pericolosa di infedeltà.rnE se la cassiera uccisa durante una rapina tornasse al mondo con l’unico scopo di redimere il suornassassino? E se il cugino dato per morto, unico erede del castello, ti rubasse le sigarette dal cassettornper farti capire che tanto morto non è?rnNei racconti di Jack Ritchie non ci sono eroi, e il male è sempre relativo: prontezza di spirito, intuito,rnfreddezza e una buona dose di cinismo sono armi vincenti nel gioco delle parti di una possibilernrealtà.