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Omicidi in città
Sono molto diversi tra loro gli omicidi narrati in questo volume, così come sono diversi vittime, colpevoli e sospetti, spesso lontani per origine, classe sociale, età, cultura. Comune è invece la scena, Torino, una città nelle cui vicende si riflette tanta storia del nostro complicato Paese. Dall'artigiano Francesco Gariglio, accoltellato in strada in una Torino ancora inquieta per il trasferimento a Firenze della capitale del Regno, a don Giacomo Bertolone, sfregiato al volto con l'acido nell'ottobre del 1896, a opera di una giovane apprendista modista. Da Vittoria Nicolotti, strangolata una notte d'agosto del 1930 nel letto del suo elegante appartamento borghese dall'amica Rosa Vercesi, all'avvocato Massimo Gianoli, trucidato nella sua abitazione insieme ad altri nove fra parenti e domestici nel piccolo paese di Villarbasse, alle porte di Torino, il 20 novembre 1945. Dal manager della Fiat Eleuterio Codecà, freddato una sera di primavera del 1952 a pochi passi dalla sua bella casa in collina, a Barbara Azzaroni e Matteo Caggegi, due giovani ""compagni combattenti"""" uccisi dalla polizia il 28 febbraio 1979 in una vecchia osteria e """"vendicati"""" dagli amici di Prima Linea con tre colpi di P38 sparati contro l'ignaro oste, Carmine Civitate. Da Paolo P., un giovane di sedici anni deceduto nel suo letto per overdose il pomeriggio del 9 luglio 1990, a Fatima Zohra, una ragazza marocchina di 22 anni accoltellata il 7 dicembre 2006 dal pretendente Khalil Nour Eddine, in una città ormai multietnica."" -
Due volte prigioniero. Un ritratto psicologico di Aldo Moro nei giorni del rapimento
Un equivoco attraversa l'intera vicenda del sequestro di Aldo Moro e genera una diversa disposizione nei confronti dell'uomo. Si è detto: Moro non voleva morire, e tale volontà sarebbe stata accompagnata, come osservò tra gli altri Sciascia, da una preoccupazione quasi ossessiva per la famiglia. Per l'autore di questo libro la prospettiva va rovesciata: Moro voleva vìvere. È una differenza radicale. Dove c'è paura, la famiglia diventa opportunità; dove c'è desiderio, la famiglia diventa motivo. Con una forza spirituale che disorientò gli ""amici"""" politici (che reagirono non ritrovando in lui """"l'uomo che conosciamo"""", come dei figli che aspirano a una relazione narcisistica con un padre ideale e perfetto e non tollerano la realtà della sua debolezza), Moro espresse nelle lettere dalla prigionia innanzitutto il sentimento genitoriale. La preoccupazione per la propria famiglia (la famiglia naturale, ma in certa misura anche quella allargata del partito), che Moro vuole salvare dal dolore di una tragica esperienza di lutto, esigeva la difesa della propria vita, perché lui ne era la guida responsabile. Se le lettere fossero state lette con matura intelligenza, i figli vi avrebbero trovato non la fragilità di un padre in difficoltà ma la strategia e i suggerimenti che un padre forte e coraggioso continuava a formulare, per il bene loro e della nazione. Prevalsero i timori, e mostrare forza a chi esibiva forza sembrò la risposta migliore. Ma la morte di Moro non dimostrò nulla e non giovò a nessuno."" -
Il sistema sceneggiatura. Scrivere e descrivere i film
La sceneggiatura è la premessa essenziale della costruzione delle immagini e dei suoni che costituiranno il film; analogamente il discorso sulla sceneggiatura è la premessa essenziale del lavoro critico sul film. Una sceneggiatura approssimativa genererà dunque, con buona probabilità, un film malfermo; un'analisi approssimativa della sceneggiatura genererà, ancora più probabilmente, una recensione malferma. Per neutralizzare questi rischi, occorre concepire la sceneggiatura come un sistema, cioè come un intero formato da parti essenzialmente connesse fra loro. Tenendo fermo tale principio, questo saggio propone un modello concettuale in grado di spiegare il funzionamento narrativo di qualsiasi film, da ""L'arroseur arrosé"""" dei Lumière a """"Tutti pazzi per Mary"""" dei Farrelly, da """"Biancaneve e i sette nani"""" di Walt Disney a """"Goodbye South, Goodbye"""" di Hou Hsiao-hsien. Non solo: nell'elaborare schemi applicabili a qualsiasi film, """"Il sistema sceneggiatura"""" si rivolge a un qualsiasi potenziale lettore, sia questo sceneggiatore, critico cinematografico, cinéphile, insegnante o studente. Nel suo tentativo di coniugare teoria e pedagogia aggiornando la Poetica di Aristotele all'era delle immagini in movimento, """"Il sistema sceneggiatura"""" ambisce a essere al tempo stesso un manuale per imparare a scrivere i film e un trattato per imparare a capirli."" -
Incontri lontani. La ricerca delle intelligenze extraterrestri
L'idea che l'uomo non sia solo nell'universo è antica, anzi si perde nelle nebbie della mitologia. Oggi però l'uomo ha faticosamente preso coscienza dello spazio siderale che lo circonda e le domande sull'esistenza di altri esseri intelligenti non sollevano più (soltanto) questioni di tipo antropologico, religioso o filosofico, ma pongono innanzitutto questioni di tipo scientifico. Se c'è un sostanziale accordo tra gli scienziati sulla presenza di forme di vita fuori della Terra, molto più problematico è l'interrogativo se esistano altri esseri intelligenti, visto che per alcuni l'intelligenza è il normale sbocco della vita, mentre per altri è un'anomalia transitoria verificatasi sul nostro pianeta. Per il momento non abbiamo trovato alcuna prova che la vita, come noi la conosciamo, esista altrove, ma è anche vero che sulla Terra la vita ha attecchito ovunque, e il nostro pianeta, il nostro sistema solare, la nostra galassia sono semplici parti dell'universo e non c'è motivo di ritenerli in qualche modo eccezionali. Questa è una contraddizione difficile da spiegare e, per la scienza, una delle sfide più importanti del nuovo millennio. Ora infatti, per la prima volta nella sua storia, dopo infinite ipotesi e suggestive teorie, l'uomo ha a disposizione i mezzi tecnologici per tentare di trovare una soluzione e giungere alla verità. -
La luna e il dito. Viaggio di un fisico tra scienza e fede
Sempre più spesso scienza e religione vengono presentati come due universi contrapposti. Il primo sarebbe il luogo privilegiato della ricerca disinteressata, il terreno d'elezione del libero pensiero, mentre il secondo sarebbe caratterizzato da principi immutabili e dogmi indiscutibili, a cui si è chiamati ad aderire con fiducia cieca e assoluta. Un'analisi appena accurata di entrambi i ""campi"""" dimostra però che la realtà è un'altra: anche la religione contempla ricerca e discussione, anche la scienza conosce dogmi e pregiudizi. Perché è proprio dell'uomo, di qualunque uomo, interrogarsi, dubitare e anche chiudersi in tetragone certezze. È senz'altro più corretto e utile considerare scienza e religione come due distinti campi del sapere, la cui """"diversità"""" può rivelarsi molto fruttuosa, se viene intesa non come l'occasione di uno scontro con un vincitore e un vinto, ma come la ragione di un confronto tra due linguaggi ugualmente importanti e credibili. Angelo Tartaglia, scienziato e credente, analizza in questo volume alcuni fra i temi più importanti per chiunque voglia seriamente impegnarsi lungo la via del sapere e spiega perché non ci si possa arrestare di fronte alla pluralità delle risposte: sulla verità (la verità della fede, la verità matematica, la verità della fisica), così come sulla vita e sull'uomo (creazionismo ed evoluzionismo)."" -
Stanley Kubrick. Full Metal Jacket
"Full Metal Jacket"""" è un film sulla modernità, sociale e cinematografica. Kubrick inventa il classico sperimentale, dove l'aurea precisione dei tempi d'oro si trasforma in una minacciosa potenza di catastrofe, dove il sentimento prevalente è quello dell'angoscia e della paura, dove il perfetto nasce dall'incontro assurdo tra un brutale meccanismo di preparazione e un risultato senza risposte. Come ogni classico, anche """"Full Metal Jacket"""" chiede di essere visto e rivisto, contiene sequenze diventate di culto, non smette mai di rilanciare significati nascosti. Ma come ogni film moderno, possiede un vasto numero di oppositori, mantiene tratti oscuri, lascia sofferenti gli spettatori, offre quel senso di """"impurità"""" che il cinema della Hollywood classica non avrebbe consentito, almeno non con tale evidenza." -
John Henry Newman. Una biografia spirituale
Convertito della tempra di Paolo e di Agostino, autorevole apologeta della fede, prosatore efficacissimo, ormai prossimo alla beatificazione, questo sacerdote anglicano divenuto cattolico nel 1845 e cardinale nel 1879, sorprende per la modernità delle sue analisi. Molte delle difficoltà che la Chiesa si trova oggi ad affrontare sono puntualmente anticipate nei suoi scritti. Di lui Roderick Strange ricostruisce in queste pagine la biografia spirituale. Non manca il racconto circostanziato della vita di un uomo coraggioso, sempre in cerca di risposte alle domande suggeritegli dalla fede, capace di compiere scelte difficili e di preferire l'onestà e la coerenza alla facile inerzia, di chi si adagia sulle certezze rassicuranti del proprio tempo. Tuttavia l'attenzione dell'autore è specialmente rivolta alla ricostruzione di un percorso intellettuale e interiore che ha portato Newman ad affrontare alcuni temi fondamentali, precorrendo questioni che soltanto il Concilio Vaticano II metterà del tutto in luce. -
Antidoti. Contro i veleni della cultura contemporanea
"Non so più da quanti anni intrattengo con i miei lettori internauti un fitto scambio epistolare. Funziona così: uno si iscrive debitamente al mio sito e automaticamente riceve sul suo schermo i brevi articoli che vergo appositamente per la discussione via Rete. Ognuno può, se vuole, rispondere e commentare, nonché dialogare sia con me che con altri lettori. Gli argomenti sono i più vari, anche se sempre improntati alla lotta senza quartiere (ironia e sarcasmo sono le armi migliori) contro il pensiero unico politicamente corretto, cioè il conformismo dei nostri tempi. Non a caso articoli in questione si chiamano """"Antidoti"""": uno alla settimana, mediamente e in dosi omeopatiche, impediscono al cervello di friggere e di trasformare il suo proprietario in automa, gli Antidoti presenti in questo volume sono un 'fior da fiore', una scelta tra quelli la cui lezione è ancora valida, e sono stati pensati per diverse categorie di lettori: a) quelli che si sono appena iscritti e non sanno di che cosa si parlava prima del loro avvento; b) quelli che amano la carta e non frequentano il computer (sono molti di più di quanto si pensi); c) quelli che frequentano il computer ma amano del pari la carta; d) quelli che conoscono uno che non frequenta il computer ma abbisogna di Antidoti; e) quelli che stanno polemizzando con uno che spara opinioni senza avere alcuna nozione (quest'ultimo appartiene a una categoria umana in crescita esponenziale)... """" (R. Cammilleri)" -
Zibaldone
Dopo Iota unum, aggiornata Summa metafisica cattolica, e Stat Veritas, analisi e commento in 55 chiose della Lettera apostolica di Giovanni Paolo II Tertio Millennio Adveniente del 1994, prosegue con Zibaldone la pubblicazione dell'Opera omnia di Romano Amerio. Composto da più di 700 pensieri di varia lunghezza, argomento e origine, lo Zibaldone raccoglie la produzione occasionale del grande teologo svizzero, che si è venuta formando nel corso di una vita e di una riflessione durata più di mezzo secolo, dagli anni '30 agli anni '90. Questo libro contiene aforismi, brevi racconti, squarci di vita quotidiana, apologhi e dialoghetti morali, citazioni di classici, note filologiche sull'etimologia delle parole, riflessioni nate da occasioni quotidiane o da fatti storici. Considerato modestamente da Amerio ""soltanto un centone di cose disparate, incoerenti e improvvise"""", costituisce in realtà una sorta di autobiografia intellettuale dell'autore. Il lettore può visitare così il laboratorio speculativo quotidiano nel quale il grande studioso cattolico si confronta con le tematiche più diverse, dalla storia alla letteratura, dalla filosofia alla cronaca, dal costume alla vita della Chiesa. In questi pensieri profondi e mai scontati, nati come esercizio privato e scritti con stile limpido, Amerio si rivela un osservatore acuto, originale, ironico e spesso sorridente della nostra modernità."" -
Irrazionalità. Perché la nostra mente ci inganna e come possiamo evitarlo
In questo libro Stuart Sutherland ci rivela gli errori, di cui siamo quasi sempre inconsapevoli, che ci impediscono di pensare correttamente. Essi sono in genere determinati da un uso distorto della ragione e dal prevalere di pulsioni ed emozioni. Pregiudizi, paure, spirito gregario, mancanza di senso critico ci inducono a ignorare i dati oggettivi, o a interpretarli in modo sbagliato, e di conseguenza a prendere decisioni illogiche e controproducenti. Per dimostrare quanto l'irrazionalità domini le azioni umane, l'autore racconta con humour tipicamente anglosassone aneddoti tratti dalla vita quotidiana e professionale, analizza con rigore scientifico i risultati di test psicologici, si riferisce ad alcuni cruciali avvenimenti storici come, ad esempio, la seconda guerra mondiale o quella del Vietnam. Ma ci indica anche la strada per imparare (o reimparare) a usare bene il nostro cervello, non fidandoci dell'intuizione - una qualità troppo spesso sopravvalutata - e invece ricorrendo alla matematica, alla statistica e al calcolo delle probabilità. Erede del razionalismo e dell'empirismo inglese, Sutherland, pur con molti dubbi, coltiva ancora la fiducia aristotelica nell'agire razionale dell'uomo. -
La vera storia di Audrey Hepburn
Uno sguardo da cerbiatta, una silhouette slanciata e un'eleganza naturale hanno fatto di Audrey Hepburn un'icona di stile del XX secolo. La frangetta, i foulard, i tailleur firmati da Hubert de Givenchy sono diventati un modello per le donne di mezzo mondo. Ma dietro questa immagine ""patinata"""" e di maniera si nasconde in realtà una personalità complessa e affascinante, un carattere forte, determinato e generoso. Vincitrice di un Oscar con il suo primo film da protagonista, """"Vacanze romane"""", nel corso di una folgorante carriera la Hepburn ha recitato accanto ai più grandi attori dell'epoca e ha contribuito a fare di molte pellicole dei classici senza tempo. Tuttavia ha abbandonato Hollywood molto presto per consacrarsi ai figli e alla vita familiare. Memore di un'infanzia segnata dalle privazioni e dall'orrore della seconda guerra mondiale, ha infatti sempre dato la precedenza alle persone, agli affetti e all'amicizia. Dopo i figli, il suo grande amore sono stati i tanti bambini incontrati nel corso delle missioni come ambasciatrice dell'UNICEF, nei luoghi dove vivere è una lotta quotidiana contro la fame, le malattie e la guerra. Fu proprio durante un viaggio che cominciò ad avvertire i primi sintomi del cancro. Completamente concentrata sulle cose da fare e sui bisogni gravi e urgenti da soddisfare, rimandò accertamenti e cure, compromettendo forse l'esito della sua ultima battaglia."" -
Yiddish. Ascesa e caduta di una nazione
Gli ebrei sono vissuti nell'Europa centrale e orientale per almeno mille anni. In questo lasso di tempo hanno creato una civiltà - con una lingua, una letteratura, leggi e istituzioni proprie - che ha offerto un grande contributo alla storia dell'Occidente. Oggi, però, questa presenza millenaria è ricordata dai più solo per i tragici eventi della seconda guerra mondiale, in quello che fu di fatto l'ultimo scorcio di vita del popolo yiddish. Da qui nasce il valore del lavoro di ricostruzione e divulgazione compiuto da Paul Kriwaczek. Seguendo il suo racconto riscopriamo l'esistenza di una nazione yiddish un tempo prospera e fortunata, anche se periodicamente vittima di attacchi e vessazioni - una nazione che per molti secoli fu vivaio di zecchieri, diplomatici, medici e ingegneri, oltre che insegnanti di musica, poeti e filosofi, presenti e attivi presso le corti reali e i governi d'Europa. Il fruttuoso intreccio fra la cultura ebraica e la storia europea è analizzato in profondità, ma soprattutto vengono esaminate le vicende interne del mondo yiddish: l'organizzazione delle comunità nell'Europa centro-orientale, le figure dell'ebraismo nel Medioevo e nel Rinascimento, il difficile ma proficuo rapporto con la modernità, lo spettro dell'assimilazione legata a una progressiva laicizzazione della società, e infine la diaspora in Inghilterra e negli Stati Uniti all'inizio del XX secolo. -
I dieci comandamenti
"Possiamo dire che, più che leggi, i dieci comandamenti sono l'espressione della vita intima di Dio, sono il modus essendi della Trinità, sono il modo di relazionarsi tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Vivere i dieci comandamenti significa partecipare alla vita intima di Dio stesso. Non sono una corda al collo, un insieme di obblighi, ma l'espressione massima della libertà umana. Infatti il culmine della libertà è ubbidire al tu, alla vita intima di Dio, al suo modo di rapportarsi con la realtà, seguire l'impronta evidente della sua presenza nell'universo."""" Aldo Trento" -
La verità del Papa. Perché lo attaccano, perché va ascoltato
Da quando è scoppiato il cosiddetto ""scandalo pedofilia"""", quasi non passa giorno senza che la Chiesa cattolica e il Papa siano sottoposti a critiche feroci e attacchi impietosi, molto spesso attraverso ricostruzioni dei fatti lacunose e tendenziose. L'attacco, inedito per ostinazione e capillarità, ha un obiettivo preciso: Benedetto XVI. Il suo insegnamento sulla ragione umana, la sua critica di un'economia priva di etica, il suo coraggio nel denunciare i mali della Chiesa stessa (con la recente affermazione secondo cui la persecuzione viene anche dall'interno), la sua avversione per il """"politicamente corretto"""" ne fanno automaticamente un nemico agli occhi di molti, e non solo al di fuori della cattolicità e del mondo ecclesiale. Senza nascondere la gravità dei crimini e dei peccati commessi da alcuni figli della Chiesa, occorre ristabilire la verità."" -
Vivi. Storie di uomini e donne più forti della malattia
Vale la pena vivere così? È dignitoso? Massimiliano ha trascorso dieci anni della sua esistenza in coma. Alcuni medici lo hanno definito un ""tronco morto"""", un vegetale senza alcuna possibilità di recupero. La sua famiglia lo ha tolto dalla lungodegenza, lo ha portato a casa, accudito come un neonato, inserito in un programma di riabilitazione. Una follia, hanno sentenziato in molti. Ma un giorno d'inverno si è risvegliato, ha sconfessato tutta la letteratura medica di riferimento, è tornato a testimoniare la sua presenza. «Io sono contento così. Mi dispiace per tutti quei ragazzi che non hanno la fortuna di avere una famiglia come la mia."""" Giulia non doveva neppure nascere, perché affetta da una gravissima malformazione celebrale. I suoi genitori hanno creduto in lei. Oggi partecipa alle gare di sci per disabili. Bruno e Claudio sono stati colpiti dalla SLA (sclerosi laterale amiotrofica), non si muovono, non parlano. La loro salvezza, un respiratore artificiale. Entrambi amano, ascoltano la musica, vivono, vogliono vivere. Oscar ha ventun'anni, è in coma vegetativo da quindici. Sanda, la badante rumena che lo assiste, trascorre con lui l'intera giornata. Lo accarezza, gli racconta la vita e intanto sussurra: """"Non è certo colpa sua. Possiamo forse ammazzarlo?"""". E ancora le storie di Daniela, Egle, Giovanni. Malattie rare, patologie sconosciute, famiglie smarrite. Chi vuole vivere non fa notizia, non riempie le pagine dei giornali o le dirette televisive."" -
Only you. Diamo un'occasione all'amore
Tutto il mondo parla di sesso. Questo libro parla di castità. Ed è rivolto soprattutto ai giovani. Non a chi vuole seguire la corrente, ma a chi è pronto a compiere una scelta non conformista. All'inizio si sentirà solo. Dovrà sopportare qualche battuta stupida, o magari sarà escluso da certe cricche. Ma ben presto godrà di una vera libertà. Troverà amici nuovi e migliori, nuovi interessi, una nuova autocoscienza. Una fonte di gioia interiore comincerà a zampillare dolcemente. In lui sarà visibile una bellezza che nessuna beauty farm, nessun intervento di chirurgia estetica, nessun fitness club può offrire. La purezza brillerà come una stella sulla sua fronte. Questa è la strada per diventare qualcuno capace di vivere una vita speciale. -
Michelangelo Antonioni. L'avventura
Al Festival di Cannes del 1960, di fronte a ""L'avventura"""", pubblico e addetti ai lavori si schierano su due fronti opposti: da un lato, gli spettatori commentano i momenti nevralgici della proiezione con fischi e risate; dall'altro, i critici gridano al capolavoro. Oggi, a cinquant'anni di distanza, l'episodio appare come uno scontro tra vecchio e nuovo cinema. Incrinando i meccanismi del racconto tradizionale in rapporto sia al materiale tematico (la condizione umana nell'epoca post-industriale), che agli strumenti narrativi (l'irrisolto intreccio giallo), alla composizione dell'inquadratura (la preminenza del paesaggio), alle tecniche di montaggio (i falsi raccordi e la continuità di ripresa). """"L'avventura"""" consacra internazionalmente Michelangelo Antonioni, lancia Monica Vitti come attrice drammatica e indica la strada della modernità al miglior cinema coevo. Incrociando la poderosa letteratura critica con materiale largamente inedito (soggetto, sceneggiatura, documenti di produzione ecc.). Federico Vitella propone in queste pagine una rigorosa e approfondita isi dell'opera nella sua precisa collocazione storica e culturale."" -
L'ultimo sultano. Come l'impero ottomano morì a Sanremo
Il 20 maggio 1923, in treno e sotto scorta, l'ultimo sultano-califfo dell'Impero ottomano arriva a Sanremo e si installa, per quella che crede la parentesi di un breve esilio, nella villa già abitata da Alfred Nobel. Maometto VI coltiva la speranza di tornare in patria da vincitore e attende il crollo di Mustafa Kemal, il generale che lo ha detronizzato e ha fondato una nuova Turchia. Per tre anni l'esule lavora alla realizzazione del suo obiettivo. La sua corte è popolata da spie, mogli infedeli, eunuchi ubriaconi, feroci circassi con il demone della roulette, parenti spericolati e un medico depresso che un giorno viene trovato con un proiettile nella testa. Suicidio o omicidio? A chi toccherà la prossima volta? Cosa sta succedendo all'ombra del grande parco contiguo a quello dove vive il piccolo Italo Calvino? La magistratura italiana inizia caute indagini e i carabinieri intensificano la sorveglianza della villa. Riccardo Mandelli ricostruisce in questo libro una storia in cui si intrecciano le trame britanniche per assicurarsi il petrolio iracheno e abolire l'istituzione panislamica del califfato, le velleità coloniali del fascismo, la strenua lotta di Ataturk per creare uno stato laico. Attraverso la storia di Maometto VI Vahdeddin e l'agonia del grande impero che da secoli incombeva sull'Europa appaiono in una luce sorprendente le contraddizioni che ancora oggi lacerano il Medio Oriente voluto dalle potenze occidentali dopo la prima guerra mondiale. -
Ciò che non va nel mondo
"Che cosa non va nel mondo?"""" si domanda Chesterton, aprendo questo libro scritto nel 1910, ma attuale. I problemi sono tanti: si va dalla solitudine dell'uomo e dalla sua alienazione indotta sia dal capitalismo sia dal socialismo (il primo la giustifica considerandola il prezzo da pagare per assicurare la produzione; il secondo pretende di ridefinire ciò che è umano nel tentativo di dare vita all'homo novus) al rifiuto delle leggi divine, sostituite da arroganti e a volte patetiche leggi sociologiche; dal femminismo, criticato perché reclama il diritto di applicare alla donna categorie maschili ottenendo come risultato non la sua emancipazione ma il suo snaturamento, ai sistemi educativi che, escludendo i genitori, tendono sempre più a irreggimentare i bambini trasformandoli in proprietà dello Stato. Ma secondo l'autore, ciò che realmente non va nel mondo è che si tende a cambiare l'uomo per adattarlo alla società piuttosto che adattare la società alle esigenze dell'uomo (errore in cui perseverano sia i conservatori sia i progressisti). Le uniche vie di uscita sono il ritorno alla famiglia tradizionale, il solo ambito in cui sia possibile un'esistenza libera e felice, e l'adozione di un sistema economico (il distributismo, di cui Chesterton fu un grande sostenitore) in cui la proprietà dei mezzi di produzione possa essere ripartita nel modo più ampio possibile fra la popolazione." -
Interrogare la fede. Le domande di chi crede oggi
L'esperienza della fede si alimenta e trae il suo fondamento da una rottura, da una crisi. Lo testimonia ognuna delle figure prese in esame in questo volume: da Ungaretti a Teresa di Lisieux, da Carlo Carretto a Ivan Illich, da Tarkovskij a Bobbio, a Kavafis. Perché il dolore? Perché il male? Esiste un senso per quello che sto vivendo? La fede si sperimenta a un passo dal mistero del nulla che sembra stringere molte delle storie di questi personaggi, così simili alle nostre, quando si tratta di fare i conti con le grandi domande che, come tante croci, si affollano lungo i sentieri dell'esistenza. Ecco il motivo per il quale è necessario interrogare la fede, e a questo ci introducono i tanti vissuti spirituali descritti nel libro: cogliere il discrimine tra essere e niente sul quale sono poste le nostre vite e, a un passo dalla resa, scoprire dentro di sé quella ragione in più che ci fa credere e scegliere di abbandonarci a Dio. Come se la vita, ogni vita, dovesse attraversare la sua notte, e in questo confronto con il buiopotesse fare esperienza di un Dio che viene a donarsi con più chiarezza proprio nel contrasto con l'oscurità, con l'incertezza e con l'assoluta inevidenza.