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Food dal cucchiaio al mondo. Ediz. inglese
Nell'anno dell'EXPO di Milano, la mostra Food vuole approfondire i temi architettonici legati a immagazzinamento, distribuzione, consumo e smaltimento del cibo e delle materie prime, stimolando il confronto con le questioni primarie dello spazio e del tempo che abitiamo. Oltre 50 opere di diversi artisti e architetti che, in un percorso che si espande dalla dimensione del corpo umano fino a quella globale, dalla cucina alla casa, dalla città alla regione, al mondo, affrontano gli effetti globali politici, sociali, urbani, economici, che la produzione, la distribuzione, il consumo e lo smaltimento del cibo hanno sulle comunità e i territori. -
Vite vere compresa la mia
Dal 1977 al 1982 Beppe Viola scrive su ""Linus"""", la leggendaria rivista di fumetti, ma anche di cultura, satira e arte varia. Nella rubrica """"Vite vere"""" gioca da battitore libero attingendo alla sua vena di umorista e di scandagliatore di vite, compresa la sua. Sì, perché ai pezzi di colore sull'attualità di quello scorcio di anni tutt'altro che colorato, Viola alterna irresistibili sketch tratti dalla sua professione di giornalista sportivo fuori dal coro e da quel mondo favoloso e stravagante di una Milano """"che non è mai tardi"""". Le Vite vere, oltre che la sua, sono quelle di Oreste del Buono e dei colleghi di corso Sempione, di Rivera e di Pozzetto, dell'avvocato Agnelli e di Pannella, di scommettitori clandestini e di giocatori incontinenti, dell'Ernestino """"sempre impiantato in Galleria Vittorio Emanuele col suo bravo seggiolino, la sua bella valigetta vetrinesca, il suo cravattificio open, tipo Wimbledon quando c'è la bella stagione"""", della Malpensa, una tipa che """"balla senza appoggiare i piedi per terra, sembra che voli"""" o dei frequentatori dei giardinetti di viale Argonne che, come sanno tutti a Milano, stanno lì per """"tenere insieme la nebbia fino all'alba e anche più in là"""". Con un'introduzione di Stefano Bartezzaghi e una nota ai testi di Gino Cervi. Prefazione di Enzo Jannacci."" -
Manifesto del Terzo paesaggio
Gilles Clément, paesaggista, indica tutti i ""luoghi abbandonati dall'uomo"""": i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili: le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie; le erbacce al centro di un'aiuola spartitraffico. Sono spazi diversi per forma, dimensione e statuto, accomunati solo dall'assenza di ogni attività umana, ma che presi nel loro insieme sono fondamentali per la conservazione della diversità biologica. Questo piccolo libro ne mostra i meccanismi evolutivi, le connessioni reciproche, l'importanza per il futuro del pianeta."" -
Vite efferate di papi
Papa Formoso estratto dalla tomba e processato dal suo successore a nove mesi dalla morte, Gregorio Magno che sposa sua madre e resuscita l'imperatore Traiano, Silvestro che diventa amico del diavolo e scopre un palazzo d'oro sotto terra, Bonifacio VIII consumato dall'angoscia e dalla rabbia, la papessa Giovanna che partorisce per strada, Pio IX che gioca con un bambino ebreo rapito ai genitori. E poi ancora papi eretici, buonissimi o cattivissimi, esemplari nella codardia e nelle smisurate ambizioni, dotti in astrologia o ignoranti di latino. Da san Pietro al papa angelico, che salirà sul trono per annunciare la fine dei tempi, la storia millenaria dei rappresentanti di Dio in terra è una lunga serie di miracoli, miserie e trionfi osceni consumati sul palcoscenico della più incredibile corte del mondo, la curia romana. In questo libro, quasi una ""Legenda Ferrea,"""" le vite efferate dei papi vengono raccontate senza malevolenza o partigianeria, e accadono di nuovo sotto i nostri occhi, nella loro lucentezza smagliante di nero pece."" -
La giostra dei sentimenti. Ediz. italiana e francese
La tela di fondo su cui si rappresenta la gamma dei sentimenti sembra mostrare che i territori dell'arte e quelli della letteratura implichino uno spazio di energie in continua tensione, sottoposto ad una trasformazione imprevedibile e ad un continuo scontro tra sentimenti e negazione dei sentimenti. I sentimenti, nella loro audace presenza, paiono diventati degli affidabili segnatempo, riconoscibili nella scrittura, anche attraverso le continue oscillazioni che si riscontrano nel posizionamento della materia artistica e letteraria, questa materia particolare, incompressibile, che sembra estendere la propria influenza nel campo dell'arte, restituendo all'arte la sua dimensione umana e agli uomini una più ampia e profonda sensibilità. I sentimenti, nella loro forma trascritta in arte, appaiono oramai per quel che sono: un'energia sotterranea che produce autenticità creativa e rende credibile la finzione e la giustifica, ne fa uno strumento di immedesimazione e, quindi, di una possibile liberazione. -
My horrible wonderful clients
Michele De Lucchi ha sempre tenuto conferenze cercando di incuriosire il pubblico con racconti sui suoi clienti e aneddoti sulla sua vita professionale. Solo nel corso della conferenza gli ascoltatori capivano che i clienti non erano i tradizionali committenti, quanto i temi, i valori e gli ideali del mondo contemporaneo, interlocutori simbolici che quotidianamente orientano l'architetto. Questo volume getta finalmente luce sui ""meravigliosi e orribili"""" protagonisti nascosti del lavoro di De Lucchi e lo fa in modo insolito: si tratta in realtà di una vera e propria autobiografia che si dipana grazie a una successione di immagini scelte per lo più in ordine cronologico. Si va dalle scorribande giovanili di De Lucchi nell'alveo dell'architettura radicale, alle sue esperienze nel design milanese degli anni Ottanta fino all'affermazione del proprio studio professionale, impegnato equamente in progetti di architettura, allestimento museale e design. Fra le immagini più note del suo lavoro compaiono qui anche aspetti più intimi, come i modelli ispiratori, i disegni fatti con matite temperate col coltellino e gli oggetti e le lampade di Produzione Privata."" -
Testualità e metafora
Negli ultimi trent'anni la ricerca linguistica ha dedicato un'attenzione particolare alla metafora, affiancando e influenzando i tradizionali studi di retorica e ""nuova retorica"""". L'analisi di questo intricato fenomeno tocca aspetti insieme verbali e concettuali, dal livello lessicale e sintattico fino a quello semantico, pragmatico e comunicativo. Essa si muove tipicamente tra i poli dell'analogia e della distintività, da un lato mettendo in luce la capacità dei meccanismi metaforici di collegare sistematicamente domini concettuali, dall'altro rilevando la produttività di senso che scaturisce dallo scarto, dal contrasto tra unità linguistiche in opposizione. Gli articoli che presentiamo in questo volume raccolgono i risultati del lavoro svolto da un gruppo di ricercatori interessati alla linguistica testuale e ad un ambito degli studi sulla metafora che ha avuto, finora, un'attenzione ridotta: l'uso di metafore come strumenti testuali. Il punto di partenza è rappresentato dalla convinzione che l'uso di metafore sia legato alle strutture e alle strategie testuali e, in questo senso, l'esame puntuale di singoli testi si rivela illuminante; esso permette di scoprire e descrivere percorsi metaforici, soprattutto ponendosi nella prospettiva del ricevente, che si trova a individuare i momenti e i modi dell'interpretazione metaforica nella ricezione del testo..."" -
L' oro e le ombre
Dipingere significa porsi innanzitutto in un rapporto con l'oro come dimensione invisibile del visibile e diventa dunque, lo si voglia o no, se non un atto religioso, certamente un atto filosofico. Volume pubblicato in occasione della mostra: ""Monica Ferrando, L'oro e le ombre"""", a cura di Clio Pizzingrilli, Forte Malatestiano - Ascoli Piceno, 27.06.2015-13.09.2015."" -
Introduzione a «Minima moralia» di Theodor W. Adorno
"Leggere le cinquanta pagine introduttive è chiedersi come un giovane da poco uscito d'università abbia potuto scrivere pagine di tanta assoluta intelligenza e lucidità storica; e come simile risultato si sia dato in una situazione politica e intellettuale di chiusura, di dimissione e irrigidimento"""": così nel 1977 Franco Fortini ebbe a scrivere dell'Introduzione di Renato Solmi a """"Minima moralia"""", il capolavoro di Adorno pubblicato da Einaudi nel 1954 e tradotto dallo stesso Solmi. Operazione originalissima, l'Introduzione è tale alla lettera ma nel senso più ampio e inclusivo: in largo anticipo rispetto ad altre culture, non solo colloca il pensiero adorniano all'interno del dibattito novecentesco, ma ne discute categorie e movenze filosofiche specifiche (nel solco di """"Dialettica dell'illuminismo"""") mettendole alla prova nella concreta cornice storica del tempo: saggio vero e proprio, quindi, che per questa ragione oggi si può leggere cogliendo l'autonomia e lo stile intellettuale con cui l'allievo seppe trattare il maestro, insieme delineando un lessico della """"modernizzazione"""" che continua a proporci domande e rammentarci speranze, illusioni e inadempienze del nostro passato e del nostro presente." -
Caricature architettoniche. Satira e critica del progetto moderno
Dalla metà dell'Ottocento a oggi la grafica satirica ha prodotto una quantità sterminata di caricature, vignette, illustrazioni umoristiche e cartoons animati che mostrano il profondo impatto dell'architettura sulla società contemporanea. Le grandi trasformazioni urbanistiche (dalla Parigi del barone Haussmann ai grattacieli di Manhattan), le grandi architetture pubbliche (dal Crystal Palace del primo Expo al Museo Guggenheim di Bilbao), la rivoluzione dei modelli abitativi e la personalità degli architetti (da Le Corbusier a Renzo Piano) hanno infatti stimolato la matita di numerosi artisti, capaci di sintetizzare in poche linee i caratteri più rappresentativi di questi fenomeni. Tra questi troviamo Honoré Daumier, George Crulkshank, Thomas Theodor Heine, William Heath Robinson, Louis Hellman, Alan Dunn, Mino Maccari, Leo Longanesi, Saul Steinberg, George Molnar e tanti altri. Basandosi su una lunga ricerca archivistica e bibliografica condotta in diversi paesi, il volume mette insieme questo materiale iconografico nel tentativo di comporre una storia dell'architettura ""alternativa"""". Infatti, se con la diffusione dei mass media gli architetti sono stati in grado di sfruttare le logiche della comunicazione pubblicitaria creando manifesti, riviste e slogan adatti a promuovere le proprie tesi, il mondo della grafica satirica offre una prospettiva diversa, spesso antitetica, parodiando così la propaganda ufficiale."" -
Il corpo e l'opera. Volontà di godimento e sublimazione
Di che cosa abbiamo paura? Del nostro corpo, rispondeva Lacan. E non perché il nostro corpo abbia dei bisogni fisiologici - come la fame, la sete, il sonno -, richieda continue cure per mantenersi sano o ci dia sofferenza e preoccupazione perché si ammala. Il nostro corpo ci fa paura perché è estraneo. Un corpo estraneo. Perché è animato da una esigenza in cui non ci riconosciamo, che non riusciamo a ricondurre alle buone ragioni del senso, che supera la nostra capacità di controllo, ci trascende e ci fa male. Questa esigenza è la causa della nostra angoscia. Freud l'ha chiamata pulsione, Lacan godimento. L'autore opera qui una revisione psicoanalitica di questa volontà estranea che è alla base della nostra paura. Come affrontare questa paura è l'altra questione trattata nel libro, dove si riesamina il concetto cruciale, ma finora poco elaborato nella psicoanalisi, di sublimazione, indicandolo come un possibile perno di una ""nuova alleanza"""" con questa strana volontà che abita il nostro corpo. La sublimazione, completamente ripensata a partire dall'insegnamento di Lacan, viene proposta come un modo vivibile di dire di sì alla pulsione/godimento senza esserne sottomessi, senza pagare con la propria carne, ma con il corpo dell'opera. Presentazione di Antonio di Ciaccia."" -
I Campi Flegrei. L'architettura per i paesaggi archeologici-The Phlegrean fields. Architecture for archaeological landscape
Nei Campi Flegrei il mito vitale di paesaggi archeologici da conservare e valorizzare si scontra con diffusi processi di marginalizzazione e omologazione, abbandoni e interruzioni. La reinvenzione di nuovi sistemi relazionali è il primo obiettivo di una sperimentazione sulle forme di un progetto contemporaneo che ha sofferto negli ultimi anni di una eccessiva divaricazione tra i temi della conservazione dell'antico e quelli della produzione architettonica ex novo. In questo contesto geografico, in cui il paesaggio si intreccia con la discontinuità dei frammenti archeologici e delle trame urbane, la riconnessione del patrimonio naturale, paesaggistico, archeologico, culturale e termale riformula il ruolo dell'archeologia quale elemento di infrastruttura del territorio, in grado di tenere insieme strati e siti oggi diversamente configurati. Su questa base si è sviluppata un'indagine critica su materiali che hanno acquisito senso dentro paesaggi eterogenei: Cuma, Pozzuoli e poi, dentro Pozzuoli, il Rione Terra e con esso il suo complicato entroterra urbano. -
I libri del pipistrello bianco. Ricostruzione linguistica, filologica e culturale di un manoscritto rituale Naxi
"Ancora qualche anno ed i manoscritti Na-khi diventeranno indecifrabili"""". Così scriveva, nel 1952, il botanico J. F. Rock, che visse per quasi un quarto di secolo tra i Naxi, in Cina. La ricchissima tradizione culturale di questa etnia, che popolava e popola le ultime propaggini dell'altopiano himalayano, stava infatti già allora attraversando un delicato momento storico, che metteva in discussione la trasmissione della sua eredità. Tuttavia, in questo libro Cristiana Turini può oggi offrirci lo studio con testo originale in caratteri pittografici e versione italiana commentata di un importante manoscritto rituale, utilizzato durante la """"Cerimonia di Purificazione"""". Nel corso della realizzazione di questa ricerca, inoltre, l'autrice ha potuto restituire ai Naxi un tassello della loro identità tradizionale, riportando il manoscritto dell'opera qui presentata - originariamente donato da Rock al Museo Pigorini di Roma - nel contesto culturale d'origine e lì realizzandone l'interpretazione, con la preziosa, imprescindibile collaborazione di quella che è stata definita l'ultima generazione di grandi operatori del sacro. Questo libro vuole anche essere uno strumento per leggere l'attuale, difficile confronto dei Naxi con la modernità, un confronto che, se evidenzia la fragilità della loro cultura, non può non dimostrarne anche la forza, testimoniata dalla tenace conservazione, seppur esclusivamente a fini religiosi, dell'unica forma di scrittura pittografica ancora in uso al mondo." -
MAXXI architettura. Catalogo delle collezioni
A cinque anni dall'apertura del Museo nazionale delle arti del XXI secolo e a quasi quindici anni dall'avvio delle sue collezioni da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il MAXXI Architettura vuole restituire la natura e il senso di quanto fatto nel tempo attraverso questo catalogo. Il volume documenta tutti gli autori e le opere in collezione, frutto di concorsi, committenze e altri progetti culturali prodotti dal MAXXI Architettura dal 2001 al 2015. È al tempo stesso un agile strumento di riferimento per studiosi e ricercatori, ma anche una sintesi densa e significativa della produzione architettonica contemporanea per il pubblico del Museo di Architettura. La natura eterogenea dei documenti d'archivio, delle opere, dei progetti raccolti in questi anni è lo specchio fedele di un'attività su più fronti - dalla conservazione all'esposizione, dalla ricerca alla comunicazione, dalla produzione alla documentazione - condotta con un unico fine: realizzare il primo museo italiano di architettura. -
Gli eremiti del deserto
Questo libro racconta le vite, in parte leggendarie, di eremiti e santi anacoreti vissuti tra II in e il IV secolo d.C, nei deserti di Egitto, Palestina e Siria. Stavano in grotte o piccole capanne di foglie di palma, ma soprattutto fra le rovine dei templi pagani; bastava una polla d'acqua, una pianta di datteri, o un po' di pane, di erba o di lenticchie. In media vivevano fino a 100 anni (Antonio fino a 105, Paolo a 113). E lì arrivavano le tentazioni demoniache, che erano fantasiose apparizioni, inconsistenti: applausi, vagiti, fracasso di carri su un acciottolato, oro, voci di femmine, animali, suoni di cornamusa, che dovevano distrarre il monaco, come un teatrino allucinatorio o una sorta di TV demoniaca, piena delle sciocchezze del mondo. Simeone, per non avere disturbi, stava in cima a una colonna di 18 metri, e da lì guariva paralitici e storpi. Altri stavano in una tomba, in una gabbia, in una cassa, oppure esposti alle intemperie, in una sorta di gara ginnica di resistenza. Furono storie molto diffuse in Oriente e Occidente, ancora leggibili con stupore (e forse una piccola dose d'invidia). -
Il giovane Dilthey. La genesi della critica storica della ragione
Questo volume ricostruisce le fasi iniziali dell'itinerario intellettuale di Wilhelm Dilthey (1833-1911). Emerge in primo luogo la continuità d'ispirazione e di metodo tra i primi interessi teologici, letterari ed artistici e gli scritti culminati nel monumentale ""Leben Schleiermachers"""", il capolavoro che conclude la fase del pensiero giovanile diltheyano. In secondo luogo compaiono le radici del programma d'indagine del mondo umano e della realtà politica e sociale, svolto nelle opere della maturità e base per la fondazione delle scienze dello spirito. I principali nodi teorici qui esplorati alla luce di una vasta messe di fonti spesso inedite, tratte dall'epistolario, dai diari giovanili, dalla pubblicistica del tempo, che illuminano le esperienze formative del giovane Dilthey sono: la scoperta della coscienza storica, la storicizzazione della teologia, l'elaborazione di una Geistesgeschichte metodicamente connotata che anticipa l'idea di una critica """"storica"""" della ragione, il conferimento, infine, all'ermeneutica del ruolo di disciplina scientifica autonoma. Le testimonianze documentarie s'intrecciano con quelle delle personalità che nella seconda metà dell'Ottocento s'imponevano sulla scena delle grandi università di Heidelberg e di Berlino nel campo degli studi teologici, storici e filosofici, caratterizzando l'avvincente milieu della ricca vita culturale tedesca della quale il futuro autore della """"Einleitung in die Geisteswissenschaften"""" diverrà la figura dominante."" -
Studi su Max Weber (1980-2002)
Le questioni affrontate nei saggi raccolti in questo volume definiscono il vasto raggio degli interessi teorici di Max Weber e la fitta rete di influenze e rapporti della sua opera con quella di eminenti filosofi quali Rickert, Scheler, Lukács, Heidegger, Gadamer e Ricoeur. Il fulcro comune alle tematiche trattate può considerarsi il processo di razionalizzazione quale caratteristica identitaria, secondo Weber, della cultura occidentale e forza motrice della modernità. Esso trova il suo radicamento nell'antichità, ovvero nel passaggio dalla religiosità magica alla religiosità etica con cui si è avviato il processo di disincanto del mondo. Al tramonto di qualsiasi forma di assolutizzazione e alla parallela relativizzazione della razionalità si riallaccia uno dei primi temi weberiani discussi nel volume: il politeismo dei valori. Accanto ad esso emergono la teoria dei tipi ideali e la riforma dell'ermeneutica. La costruzione idealtipica, centro nevralgico della metodologia di Weber, è la via da lui tentata di contemperare in un'ardua sintesi intuizione e logica, interpretazione e spiegazione causale. L'attribuzione di una base ermeneutica al metodo della ricerca sociale significa inoltre sottrarre il processo di comprensione e il ""Verstehen"""" al loro ancoraggio, di ispirazione diltheyana, """"nell'immedesimazione simpatetica dell'esperienza vissuta"""" rendendoli strumento di procedimenti conoscitivi non più basati su soggettivismo e individualismo."" -
L' architettura necessaria di Laura Gallucci
"Ho scoperto presto che spesso l'opacità era nei miei occhi tanto più quando cercavo di usare categorie """"neutre"""" e cosiddette oggettive nell'interpretare la società, oppure quando cercavo di annullare gli scarti negandoli o liquidandoli con semplicistiche soluzioni. Ho cercato allora, grazie alla mia militanza nel movimento delle donne, di individuare un punto di vista non più neutro ma legato alla mia """"differenza sessuale"""", che arricchisse la capacità di percezione e la creatività nel progettare"""". Gli scritti di Laura Gallucci e i suoi ironici disegni """"quotidiani"""" - fanno da filo conduttore al ritratto che di lei architetta tracciano le due autrici. La tendenza a incanalare verso il """"necessario"""" l'energia creativa e dare così maggiore risalto alle soluzioni suggerite dalla fantasia emerge chiaramente dalle opere illustrate nel volume." -
Utopia e teoria. Dalle neoavanguardie alla contemporaneità
Ripercorrendo la fiducia utopica nella tecnologia interpretata come motore di sviluppo della società, fino ai fotomontaggi delle sperimentazioni radicali fiorentine, questo volume propone le testimonianze di alcuni dei principali protagonisti della stagione della cosiddetta ""architettura disegnata"""" sviluppatasi fra gli anni '60 e 70, con continui confronti e riferimenti alla realtà attuale. Bruno Orlandoni, Cristiano Toraldo di Francia e Lapo Binazzi cercano quindi di fare il punto sulle analogie e sulle differenze tra la contemporaneità e quel preciso momento storico. Nel testo, una serie di contributi di carattere architettonico, storico e sociologico, esplorano le utopie, le antiutopie e le teorie della più recente architettura. Acquista così un nuovo significato retrospettivo il revival attuale del disegno architettonico vale a dire, per usare le parole di Giulio Carlo Argan, """"una serie di esercizi ginnastici dell'Immaginazione""""."" -
Che cos'è la filosofia?
Alla domanda ""che cos'è la filosofia"""" - una questione che si pone tardi e di cui si può parlare solo fra amici - Agamben, in questo libro che è in qualche modo una summa del suo pensiero, non risponde direttamente, ma attraverso cinque saggi, ciascuno dei quali presenta una sorta di emblema: la Voce, il Dicibile, l'Esigenza, il Proemio, la Musa. In ognuno dei testi, secondo un gesto che definisce il metodo di Agamben, l'indagine archeologica e quella teorica si intrecciano strettamente: alla paziente ricostruzione del modo in cui è stato inventato il concetto di lingua, fa riscontro il tentativo di restituire il pensiero al suo luogo nella voce; a una inedita interpretazione dell'idea platonica, corrisponde una lucida situazione del rapporto fra filosofia e scienza e della crisi decisiva che entrambe stanno attraversando nel nostro tempo. E, alla fine, la scrittura filosofica - un problema sul quale Agamben non ha mai cessato di riflettere - assume la forma di un proemio a un'opera che deve restare non scritta.""