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Manuale di sopravvivenza dell'attore non protagonista
In queste pagine parla il ministro Magno, cinico politico del film record d'incassi ""Quo Vado?""""; parla Duccio, direttore della fotografia nella serie TV """"Boris""""; parla anche Alfiere, membro del gruppo che partecipò all'arresto del boss Provenzano in """"Squadra antimafia""""; e parla Ninni Cassarà, commissario che lavorò nel pool antimafia in """"Paolo Borsellino"""". Tutti loro parlano, e con loro molti altri, perché a scrivere questo libro è l'uomo che li ha portati sul piccolo e grande schermo, l'attore Ninni Bruschetta. Con disincantata e tagliente sincerità, l'artista messinese racconta le sue esperienze teatrali, televisive e cinematografiche mettendo a nudo la realtà del dietro le quinte e svelando i retroscena di quell'ambiente che vorrebbe farsi rappresentazione della vita vera. Il non protagonista viene così presentato come il professionista in grado di apprezzare il lavoro che fa, senza il peso di un ruolo a gravargli sulle spalle per tutta la carriera, l'uomo che torna se stesso a fine giornata, orgoglioso dei propri successi, ma senza essere troppo distratto dalla fama. Un resoconto schietto che oscilla fra l'impegno di un mestiere difficile e la vena comica dell'attore che, a diventare protagonista, non ce l'ha fatta. O forse sì."" -
Via dalla pazza folla
"Via dalla pazza folla"""" narra le appassionanti vicende di Gabriel Oak, un giovane la cui vita viene sconvolta dall'inatteso arrivo dell'affascinante Bathsheba, bellezza orgogliosa e nullatenente di cui s'innamora. Quando le chiede di sposarlo lei lo rifiuta, ma i loro destini tornano a incrociarsi: mentre lei eredita una fattoria dallo zio, lui perde tutti i suoi averi in una notte di tempesta. Si ritrova cosi costretto a lavorare per Bathsheba e a contendersi le sue attenzioni con altri due uomini. Se un romanzo può essere completamente intriso d'amore, ebbene questo lo è. Un amore per tutto, e non solo per le cose vive: per le melodie polifoniche del vento e per il linguaggio delle stelle, per le piante e per i colori, per il tempo che passa da un sorriso a una minaccia, per la fragilità della vita o per l'incanto di un gioco di luci. E, soprattutto, per la misteriosa algebra dei sentimenti umani. In questo scenario in cui tutto ha un'anima, o sembra proprio averla, si muovono i personaggi di un ambiente rurale, quello tanto amato da Hardy; e ci accorgiamo che proprio in quell'ambiente è forse possibile scoprire meglio il vero funzionamento, quello più riposto, della condizione umana. Perché è nella natura, dentro la natura e, appunto, via dalla pazza folla, che l'essere umano riesce a mettere a nudo la sua vera anima. I personaggi possono essere contadini o mercanti, ricchi agricoltori o servette, ubriaconi o bigotti, donnine impaurite o tipacci arroganti, amanti folli o fedeli innamorati, ma fra tutti emerge maestosa l'eroina del romanzo: donna sensibile, bella, intelligente, ma pur sempre donna, con tutte le contraddizioni della sua gelosia e dei suoi pudori, della vanità e dei capricci, degli scrupoli, della passione, e quindi infine del suo amore: è una donna di cui non si può fare a meno di innamorarsi candidamente, per non dimenticarla mai più." -
Fottuta campagna
A 31 anni Arianna decide che l'aria di città è diventata irrespirabile. L'insofferenza verso i ritmi urbani, lo smog, gli snob fissati con i prodotti bio e l'inquinamento acustico, è salita alle stelle e l'unica soluzione accettabile, per lei, è quella di mollare tutto e partire. Nella zona dell'Oltrepò pavese trova un vecchio fienile e, col cuore colmo di entusiasmo, si lancia in una nuova vita, totalmente diversa da quella di prima. A bordo di un enorme fuoristrada, insieme ai suoi gatti e al cane, che con lei saranno i protagonisti di molte vicende del libro, parte per la grande avventura. Ma nel brusco passaggio dall'esistenza di cittadina sempre in viaggio per lavoro a quella di misantropa che va a letto con le galline, scoprirà che la vita tanto agognata nasconde in realtà aspetti non proprio esaltanti. Da qui il racconto esilarante di tutte le sfide che la condizione rustica pone: dalla descrizione dei vicini, in verità lontanissimi, al resoconto atterrito delle sagre di paese, dall'analisi del cibo spacciato per biologico nei supermercati alla scarsità di genere maschile appetibile nel raggio di chilometri, il libro è una spassosa panoramica sulla vita in campagna, distante anni luce dalle pastorellerie e dai quadretti bucolici della tradizione. Con grande ironia e situazioni paradossali, ""Fottuta campagna"""" evidenzia le difficoltà pratiche del mondo green, l'isolamento cui necessariamente costringe la vita agreste, le strazianti conseguenze della lontananza fisica dal consesso civile."" -
La caduta delle consonanti intervocaliche
La caduta delle consonanti intervocaliche, avvenuta tra il X e l'XI secolo nella regione dove sarebbe poi nato il Portogallo, è il fenomeno linguistico che ha cominciato a separare il portoghese dallo spagnolo. Un passaggio importante per Heliseu da Motta e Silva, professore brasiliano di filolgia romanza: la nascita della sua lingua, il fondamento del suo lavoro e, curiosamente, anche il motivo per cui ha conosciuto sua moglie. Ormai in pensione, Heliseu si sveglia il giorno in cui l'università si appresta a omaggiarlo e inizia a preparare mentalmente il discorso di ringraziamento. Alla sua età, s'impone un bilancio. Ed ecco allora venirgli in mente la possibilità di ripercorrere la propria carriera attraverso gli avvenimenti, anche quelli più intimi, di un'esistenza apparentemente perfetta: l'inizio negli anni Sessanta, quando il paese (come il resto del mondo) era tutto un fermento libertario; il matrimonio con Monica, il figlio maschio, lo stipendio fisso, il bell'appartamento, gli inizi della dittatura, l'infatuazione per una giovane dottoranda francese, la pubblicazione importante e, infine, il buen ritiro tranquillo e soddisfatto di chi ha avuto una vita piena. Ma è andata veramente così? Nell'organizzazione del ricordo, dei ricordi, nella scelta delle cose da dire e da tacere, si insinuano continuamente dubbi, altre possibilità di racconto, deviazioni nella narrazione. -
Vertigine. Le stelle di Noss Head. Vol. 1
All'alba dei diciotto anni, Hannah è semplicemente furiosa all'idea di lasciare Parigi per trascorrere un'altra vacanza estiva a Wick, la piccola cittadina a nord della Scozia dove vive la nonna. Per una ragazza della sua età, abituata alla frenesia della metropoli, non esiste posto più noioso. A risollevarle il morale, per fortuna, ci sono le vecchie amicizie ma anche le nuove conoscenze, fra cui il misterioso Leith, dalla bellezza statuaria e dal fascino irresistibile. Non importa se su di lui circolano strane voci: l'attrazione è immediata, reciproca e incontenibile. Per Hannah sembra che stia iniziando la storia d'amore che tutte le ragazze sognano, ma ogni fiaba che si rispetti ha il suo lato oscuro, e quella della giovane si sta per trasformare in un incubo. -
Figlie sagge
È il 23 aprile - data di nascita di Shakespeare - e le gemelle Dora e Nora, attrici e ballerine di seconda categoria, si apprestano a festeggiare i loro settantacinque anni. Suonano alla porta: su un cartoncino bianco arriva l'invito alla festa del padre, il celebre attore Melchior Hazard, che nello stesso giorno di anni ne compie cento, e che di riconoscerle non ne ha mai voluto sapere. C'è da decidere cosa indossare! Così si apre ""Figlie sagge"""", la storia di due donne libere ed eternamente giovani che, nate nel lato sbagliato della città, quello più misero, sono sempre state attratte dal bagliore del mondo dello spettacolo. Dall'infanzia anticonvenzionale, alla strampalata carriera, fino ai vibranti settant'anni, la vita delle due gemelle è un susseguirsi di episodi grotteschi: fra identità scambiate, fidanzati presi in prestito, spettacoli improvvisati e feste che culminano in incendi, quello di Dora e Nora è un mondo dove le regole non sono ammesse e la spregiudicatezza regna sovrana. Un mondo popolato di personaggi improbabili, con l'ingombrante presenza di una bizzarra famiglia allargata: una compagine di teatranti dalle alterne fortune, in cui le coppie di gemelli si moltiplicano in maniera inestricabile e spesso incestuosa. Un romanzo dalle mille sfaccettature: un libro intriso di grande letteratura, di amore per l'arte e di un senso dell'umorismo pungente, un'ardita provocazione contro il tabù sessuale e la distinzione fra legittimo e illegittimo."" -
Notti al circo
Dopo le frizzanti gemelle Dora e Nora, protagoniste di Figlie sagge, un altro indimenticabile personaggio femminile: Fevvers, la donna-cigno, seducente trapezista vagabonda, paradigma di tutte le donne.«""Notti al circo è il suo capolavoro, e anche il più coinvolgente e accessibile dei suoi romanzi.» - Il sole 24 orernrn«Sogni, miti, fiabe, metamorfosi, inconscio ribelle, viaggi epici e una sensualissima celebrazione della sessualità nelle sue manifestazioni più gioiose e più oscure» - rnIan McEwanrnrn«Un’opera gloriosa» - Times Literary Supplementrnrn«Una delle migliori scrittrici del secolo» - rnThe Sunday Timesrnrn«Notti al circo incanta, è strepitoso» - rnLiterary Reviewrnrn«Incredibilmente divertente e tremendamente serio al tempo stesso. Un grande romanzo» - rnObserverrnrnrnrnÈ una notte londinese del 1899 e il tempo si è fermato. In un camerino dell’Alhambra Music Hall, «capolavoro di squallore squisitamente femminile», l’imberbe giornalista americano Jack Walser sta intervistando la star del momento: Fevvers, seducente trapezista vagabonda, un metro e ottantacinque per ottantotto chili, biondissima e dotata di un bel paio di ali. Una vera e propria leggenda. Scorrono fiumi di champagne e la diva racconta la sua vita rocambolesca: abbandonata in fasce sulla soglia di un bordello a Whitechapel e amorevolmente cresciuta dalla baffuta Lizzie, inizia presto a guadagnarsi da vivere prima come statua vivente di Cupido e poi come attrazione in un freak show. Ma Fevvers vuole volare alto. Il suo destino sono le luci della ribalta, e in poco tempo lei e il suo trapezio conquistano i palchi – e i cuori – di tutta Europa. Inizialmente scettico, Walser finisce per soccombere al fascino incontenibile della Venere cockney. Un po’ già innamorato e un po’ in cerca dello scoop della vita, decide di mollare tutto e si unisce al circo. Insieme alla scalcagnata compagnia circense – capitanata da un colonnello del Kentucky e la sua fidata Sybil, una scrofa intelligentissima in grado di fare lo spelling – in viaggio attraverso la Russia vivrà mille peripezie e incontrerà i personaggi più bizzarri, in un esilarante caleidoscopio in bilico fra realtà e fantasia. rnNel 1984, anno della pubblicazione, Notti al circo si è aggiudicato il prestigioso James Tait Black Memorial Prize, il più antico premio letterario inglese. Romanzo più celebre dell’autrice, è una sintesi perfetta della migliore Angela Carter: un concentrato di umorismo pungente, prosa brillante, erotismo, demolizione sistematica dei cliché e un’immaginazione traboccante."" -
Breve storia del futuro
La crisi finanziaria iniziata nel 2008 finirà con un ritorno dell'onnipotenza di Wall Street? I disordini finanziari potranno essere gestiti? I fondamentalisti islamici faranno marcia indietro? Il cuore dell'economia mondiale resterà negli Stati Uniti? Il degrado del clima sarà contrastato? Le nuove tecnologie renderanno possibili altre forme di dittatura? Ecco alcuni interrogativi che Attali si pone in questa nuova edizione di ""Breve storia del futuro"""", totalmente riscritta alla luce delle crisi finanziarie del 2007-2008 e dei nuovi scenari che hanno prodotto a livello mondiale. E, iniziando dall'analisi dell'attuale situazione geopolitica globale, delinea quelle che definisce le cinque """"ondate del futuro"""", la prima delle quali riguarda il decennio a venire (2015-2025). Sconvolgimenti demografici, terrorismo, cambiamenti climatici, esaurimento delle risorse, ascesa di nuove potenze e declino dello stile di vita occidentale: ecco i temi analizzati nelle prime quattro """"ondate"""" a partire dalla caduta dell'Impero Americano (""""prima ondata"""") fino alla formazione di un mondo policentrico (""""seconda ondata""""), sul quale dominerà un """"iperimpero"""" (""""terza ondata"""") percorso da un """"iperconflitto"""" (""""quarta ondata"""") dalle conseguenze inimmaginabili. L'umanità sembra andare verso il proprio annientamento, ma non è questa la conclusione a cui giunge Attali. Se una nuova categoria di uomini, gli """"iperumani"""", ovvero «individui particolarmente sensibili a questa storia del futuro», riuscirà a dar vita a una nuova classe creativa, portatrice di innovazioni sociali, tecnologiche e artistiche, si potrà costituire una """"iperdemocrazia"""" a livello planetario (""""quinta ondata"""") in cui la povertà sarà eliminata, la libertà tutelata dai suoi nemici, l'altruismo assunto come valore essenziale. Allora nuovi modi di vivere germoglieranno e le generazioni future erediteranno un mondo e un ambiente migliori."" -
Armadale
Armadale è un nome, ma il romanzo non è la storia del personaggio che lo porta. È piuttosto la storia del nome stesso, anzi del mistero che vi si cela. Perché sono quattro gli Allan Armadale coinvolti nella vicenda, due padri e i rispettivi figli: opera del destino o del caso? Quando l'anziano Allan Armadale, in punto di morte, affida a una lettera una confessione terribile, non immagina nemmeno lontanamente le ripercussioni che ne seguiranno: il segreto che rivela coinvolge la misteriosa Lydia Gwilt, tentatrice dai capelli rosso fuoco, bigama, dipendente dal laudano e avvelenatrice di mariti. I suoi maliziosi intrighi carburano la trama di questo dramma appassionante: una storia di identità confuse, maledizioni ereditate, rivalità amorose, spionaggio, denaro... e assassinio. Il personaggio di Lydia Gwilt orripilò i critici dell'epoca, al punto che un recensore la descrisse come ""una delle donne maligne più recidive di sempre, i cui espedienti e le cui brame hanno infangato la narrativa"""". Resta fra le più enigmatiche e affascinanti donne del diciannovesimo secolo. Considerato tra i capolavori di Collins, Armadale, romanzo a tinte forti e pieno di suggestioni, conferma il talento dell'autore nel tessere un intreccio in maniera impeccabile."" -
Una famiglia decaduta
Uno dei vertici dell'opera narrativa di Leskov, ""Una famiglia decaduta"""" racconta la storia dell'affascinante principessa Varvara Nikanorovna, costantemente in lotta contro ogni forma di ingiustizia. È la nipote Vera a ricostruire l'ascesa della nonna, che dalla piccola nobiltà di provincia entra a far parte di una delle famiglie aristocratiche più in vista di San Pietroburgo. La cronaca inizia nell'anno 1812, quando il marito della principessa resta ucciso nella guerra contro Napoleone, e termina nel 1825, con la rivolta dei decabristi. Vedova a meno di trent'anni, ma ancora giovane e bella, Varvara non è interessata a risposarsi: lei ha amato, e amerà sempre, un unico uomo nella sua vita. Si dedica invece, con grande impegno, ai suoi figli, ai quali vorrebbe impartire un'educazione genuinamente cristiana, e al benessere dei suoi contadini. La principessa agisce con una bontà fuori dal comune, che però le procura un danno dopo l'altro, specie quando dalla campagna si trasferisce a San Pietroburgo - la cui corruzione è descritta con un realismo """"comico"""" impressionante - e si trova a frequentare i salotti dei nobili. Una fitta cronaca di eventi e personaggi che si muovono in un'atmosfera sospesa tra tragedia e commedia, dove dramma e felicità appaiono come i due volti di uno stesso sogno: la vita."" -
Ritrovarsi a Parigi
Dopo la morte della madre, Pierre Fauré lascia Parigi per trascorrere il mese d'agosto in Provenza da François, un vecchio amico ritrovato per caso. L'incontro con la foresta, i suoi sentieri, la sua luce, la sua immutabilità e il suo silenzio fa intuire a Pierre - un uomo semplice, contabile di una piccola impresa - l'esistenza di un regno insospettato dove il tempo, lo spazio e le sensazioni sembrano essersi immobilizzati in bilico fra sogno e realtà. Ma c'è un altro incontro ad attenderlo: è Marie, che un giorno appare sulla soglia della stanza che lo ospita, un ""povero animale malato"""" che François ha trovato sul ciglio della strada nell'estate del 1940 e ha salvato dall'internamento in manicomio. È lei a innescare in Pierre un moto di rivolta per l'inutilità della propria vita. Contro il parere di tutti decide di portarla con sé a Parigi, dove per mesi si ostina a cercare di far uscire la giovane donna dal limbo dell'inconsapevolezza e dell'oblio nel quale è sprofondata. Solo un miracolo potrebbe salvarla. E così accade: grazie alla dedizione e alla pazienza di Pierre, Marie riuscirà a ritrovare la sua umanità, la sua memoria, il suo passato. E a uscire dall'oblio saranno in due: Pierre scoprirà il senso della vita e deciderà di ricominciare, salvato dal suo stesso miracolo."" -
La corsa di Billy
Pubblicato per la prima volta nel 1974, La corsa di Billy è stato il primo romanzo gay a diventare subito un libro di culto, ottenendo un grandissimo successo internazionale.rnrn«La più famosa storia d’amore gay mai narrata» - rnThe New York Timesrnrn«Commovente e monumentale. In confronto Il giovane Holden e Il signore delle mosche sembrano Mary Poppins» - rnThe New York Times rnrn«Un romanzo rivoluzionario e sconvolgente» - rnSan Francisco Chroniclernrn«Ti tiene inchiodato al libro dall’inizio alla fine» - rnLos Angeles Times rnrn«Un libro che dovrebbero leggere tutti coloro che hanno una coscienza politica: un’esperienza illuminante» - rnThe Village Voice rnrnA metà degli anni Settanta, l’allenatore Harlan Brown viene cacciato dalla prestigiosa Penn State University per sospetta omosessualità. Perde tutto – famiglia, lavoro, amici –, e trova rifugio dal suo passato e da se stesso in un piccolo college di New York, dove cerca di mascherare il proprio conflitto sessuale con un’esistenza il più spartana e conformista possibile. Si è fatto una promessa che ha intenzione di mantenere: non innamorarsi mai più di un uomo. Ma la sua vita viene nuovamente sconvolta quando tre giovani atleti si presentano nel suo ufficio: l’esuberante Vince Matti, il timido Jacques LaFont e il ventiduenne Billy Sive, un potenziale grande talento per i diecimila metri. Vittime a loro volta di discriminazione sessuale, non vogliono rinunciare ai propri sogni. L’uomo è profondamente diviso: se accetterà di allenarli, alimenterà i pettegolezzi su di lui, ma i tre hanno stoffa e questa potrebbe essere la sua ultima occasione di puntare in alto. Alla fine, poste condizioni ferree, accetta di prenderli sotto la sua ala. Harlan è subito affascinato dal talento di Billy e capisce che il ragazzo ha le qualità per partecipare alle Olimpiadi di Montréal del ’76. Quando, molto presto, la sua ammirazione si trasforma in una sensazione che non provava da anni, deve fare la scelta più difficile della sua vita: combattere i propri sentimenti o uscire allo scoperto e sfidare l’ultraconservatore establishment sportivo, rischiando di far sfumare per sempre il sogno olimpico dei tre ragazzi. Amore, passione e lotta politica si fondono così in un crescendo di tensione, fino all’esplosivo finale, giocato sullo spettacolare palcoscenico olimpico. -
Io sono Kurt
Andrea Brighi, detto Kurt, in viaggio verso la Svizzera per un trasporto illegale di valuta, devia improvvisamente per Trieste in seguito all'incontro fortuito (e forse immaginario) con Stefano Zanchi, alias Diavolo Biondo, suo ex amico nonché datore di lavoro a Radio Punto Nord, più di vent'anni prima. Tornano a galla così i ricordi di un tempo in cui i due uomini passavano le giornate insieme, scambiandosi emozioni, spesso forti e all'insegna della trasgressione, progetti per il futuro, ragazze. Tra tutte, Anna, un amore mai completamente dimenticato, di cui ora riaffiorano i dettagli, le parole e il rimpianto per una storia finita troppo presto. Nella misteriosa e decadente pensione Ghega dove alloggia il protagonista, il passato tornerà a disturbare la quotidianità di Kurt, ex dj in fuga, fornendogli una chiave di lettura inedita per ripensare agli avvenimenti della giovinezza, sulla colonna sonora della musica dagli anni Novanta a oggi. Annoiato e quasi disilluso, l'uomo sarà capace di riscoprire se stesso dopo una vera e propria discesa agli inferi, tra personaggi bizzarri e spesso pericolosi, ragazze seducenti e strani figuri, in una storia trascinante di sesso, ricatti e debiti non priva di nostalgia per un periodo ormai lontano. -
Lo schiavista
"So che detto da un nero è difficile da credere, ma non ho mai rubato niente. Non ho mai evaso le tasse, non ho mai barato a carte. Non sono mai entrato al cinema a scrocco, non ho mai mancato di ridare indietro il resto in eccesso a un cassiere di supermercato"""". Questo l'inizio della storia di Bonbon. Nato a Dickens - ghetto alla periferia di Los Angeles - il nostro protagonista è rassegnato al destino infame di un nero della lower-middle-class. Cresciuto da un padre single, controverso sociologo, ha trascorso l'infanzia prestandosi come soggetto per una serie di improbabili esperimenti sulla razza: studi pionieristici di portata epocale, che certamente, prima o poi, avrebbero risolto i problemi economici della famiglia. Ma quando il padre viene ucciso dalla polizia in una sparatoria, l'unico suo lascito è il conto del funerale low cost. E le umiliazioni per Bonbon non sono finite: la gentrificazione dilaga, e Dickens, fonte di grande imbarazzo per la California, viene letteralmente cancellata dalle carte geografiche. È troppo: dopo aver arruolato il più famoso residente della città - Hominy Jenkins, celebre protagonista della serie Simpatiche canaglie ormai caduto in disgrazia -, Bonbon dà inizio all'ennesimo esperimento lanciandosi nella più oltraggiosa delle azioni concepibili: ripristinare la schiavitù e la segregazione razziale nel ghetto. Idea grazie alla quale finisce davanti alla Corte Suprema." -
Johann Holtrop. Ascesa e declino
Ispirato alla storia vera del manager Thomas Middelhoff, Johann Holtrop racconta l'ascesa e la caduta dell'onnipotente amministratore delegato della Assperg spa, impero multimediale che dalla profonda provincia di una Germania appena unificata protende i suoi tentacoli nel mondo con un solo imperativo aziendale: crescere. Corteggiato dalla stampa, temuto dalla politica e venerato dal patriarca Berthold Assperg, il genio del marketing Johann Holtrop domina il mercato internazionale. Da Francoforte a Hong Kong a New York, al vertice di un'azienda con venti miliardi di fatturato annuo, negozia fusioni editoriali, progetta annessioni televisive, impone contratti pubblicitari e frequenta con disincanto i ricevimenti del Potere. Lo accompagna una suprema fiducia nella propria capacità di capire gli uomini, lusingarli, manipolarli oppure (qualora sgraditi) eliminarli dal suo percorso inarrestabile fatto di disprezzo della burocrazia, automitologia visionaria e abuso di anfetamine. Ma Holtrop non si accorge che con l'arrivo del nuovo millennio le regole stanno cambiando. I geni del marketing stanno lasciando il posto ai geni della finanza e, quando un insieme di elementi di per sé irrilevanti annuncerà l'inizio della fine, ci sarà il branco, sempre pronto ad azzannare chi cade, ad attenderlo al varco. Con la sua lingua ricercata e possente, Johann Holtrop racconta la parabola di un uomo che non coglie i segni del terremoto imminente e che - al termine di una vicenda dietro la quale vediamo il laconico sorriso della Storia - dovrà riconoscersi per ciò che non sospettava di essere: un furfante. Ma racconta anche l'abisso dei nostri anni dalla prospettiva inedita dell'alta società tedesca: quell'impero che attraversa sottopelle l'intera economia mondiale ma ha i suoi gangli vitali molto vicino a noi, nel motore trainante e cuore finanziario della giovane Unione Europea. -
Le acque torbide di Javel
Dicembre è insolitamente mite a Parigi, ma Hortense Demessy non riesce ad assaporarne la dolcezza: Paul, il suo compagno, ex senzatetto e ora operaio metalmeccanico, è scomparso all'improvviso dall'appartamento in rue de la Saïda lasciandola incinta e senza un soldo. Disperata, la donna chiede a Nestor Burma, investigatore privato e noto tombeur de femmes, di ritrovarlo, in nome dell'amicizia che li ha legati in passato. Per Burma la scomparsa di Demessy diventa subito una questione di principio, che lo porterà a vagare per l'intero quartiere, tra lo stabilimento Citroën, il Bai Nègre di rue Blumet, il café di rue Payen e il pont Mirabeau finché non troverà la chiave di questa intricata vicenda in uno squallido bar-pensione gestito da arabi con pochi scrupoli e molte cose da nascondere. Attorno alla misteriosa scomparsa di Paul ruotano tre donne: Zorga-Tinea, la sensitiva di origine maghrebina che esercita nei pressi del Vel'd'Hiv, Wanda, l'enigmatica e bellissima bionda di place de Breteuil, e Jeanne, ventenne dall'atteggiamento spregiudicato che scandalizza l'anima delle case popolari. Ognuna di loro cela un arcano e tutte e tre sono legate da un prezioso oggetto e un inebriante profumo che si confonderà con l'olezzo dei cadaveri e l'odore dei soldi. Tra atmosfere grottesche e inquietanti coincidenze che rivelano ricatti meschini e torbide dinamiche sociali si scatenerà una partita mortale che farà luce sul disagio degli ultimi e irromperà negli equilibri della tranquilla borghesia francese. -
Il segreto di Lady Audley
Capolavoro di Mary Elizabeth Braddon, ""Il segreto di Lady Audley"""" uscì a puntate tra il 1861 e il 1862 sulle pagine delle riviste letterarie del tempo, riscuotendo un successo di pubblico che la consacrò come nuova stella del sensation novel e rivale di Wilkie Collins. Al talento nel tenere avvinto il lettore univa una sensibilità tutta femminile e una coscienza sociale attraverso cui sono filtrate le vicende dei suoi scritti. Sir Michael Audley, vedovo da anni, sposa la giovane e bellissima Lucy Graham, un'istitutrice dall'oscuro passato i cui capricci scatenano la gelosia di Alicia, la figlia di primo letto poco più che adolescente. Un giorno Robert Audley, lo sfaccendato nipote, avvocato a tempo perso, porta con sé in visita George Talboys, un caro amico appena tornato dall'Australia e prostrato da una recente vedovanza - o almeno così sembra -, che d'un tratto scompare misteriosamente. Facendo i conti con le menzogne, l'inganno, e anche un tentato omicidio nei suoi confronti, sarà proprio Robert, le cui doti di tenacia e intelligenza erano state finora celate da un carattere indolente, a intraprendere un'indagine dai risvolti inattesi che condurrà allo scioccante e imprevedibile colpo di scena finale."" -
Il volto ritrovato
Un intreccio di temi, motivi ricorrenti, vere ossessioni che si ripresentano nel romanzo successivo, Anima. Con una prosa travolgente, che non lascia scampo, Mouawad si spinge fin nei più remoti recessi dell’inconscio e ne ritorna con una scrittura tanto travolgente quanto inquietante.rnrn«Un autore tra i più originali del nostro tempo» - rnMelania Mazzucco, «la Repubblica»rnrnUn commando dà fuoco a un autobus, le lamiere si arroventano, la pelle dei passeggeri cola via e una donna dal volto velato e dagli arti di legno, nata da quelle fiamme, divora la testa di un ragazzino. Testimone di questa scena è Wahab, un bambino libanese che ha appena compiuto sette anni, e che di lì a poco abbandona il suo paese. Si trasferisce in «un paese lontano e piovoso», dove la vita trascorre normalmente fino al suo quattordicesimo compleanno, un giorno molto importante per lui: Wahab improvvisamente non riconosce più i volti della sorella e della madre, per lui sono due estranee. Il tempo si inceppa, entra in una linea d’ombra nella quale tutto si disgrega e si sfalda, come i corpi che da piccolo ha visto sciogliersi nell’attentato terroristico in Libano. Wahab teme d’essere impazzito e decide di scappare di casa. È l’inizio di un viaggio, di formazione e onirico insieme, durante il quale incontrerà un mendicante che gli donerà la parola “pervinca”, scoprirà che l’unica cosa che può sconfiggere una paura infantile è un’altra paura infantile e, infine, giungerà in un atelier dove, diciannovenne, attraverso la pittura cercherà di riappropriarsi del volto della madre.rnL’universo di Mouawad è già tutto in questo suo primo romanzo: il trauma della guerra, la ricerca dolorosa dell’identità, la lotta contro i fantasmi dell’infanzia, la necessità di dire l’indicibile, la sublimazione nell’arte, la parola salvifica… -
L' ultimo degli Eltysev
Tradotto in dieci paesi e finalista ai più importanti premi letterari nazionali, il romanzo ha riscontrato un grande successo di pubblico e critica. Il suo giovane autore rientra oggi nel novero delle voci più significative della letteratura russa contemporanea.rnrn«La provincia della provincia, l’esilio dell’esilio – per il romanzo duro e singolare di uno dei nuovi rappresentanti del realismo russo» - Le Mondernrn«L’ultimo degli Eltyšev è Robinson Crusoe capovolto: il deterioramento palpabile dello spirito umano che si disperde a ogni livello della vita, il fallimento di individualismo e iniziativa, la capitolazione dell’uomo di fronte alla natura… Cattura l’umore di un’epoca» - rnLev DanilkinrnrnGli Eltyšev sono una famiglia come tante, nella Russia di oggi: Nikolaj è un agente di polizia che si occupa della sorveglianza in un luogo di detenzione per alcolizzati e disturbatori della quiete pubblica, sua moglie Valentina lavora da trent’anni nella biblioteca cittadina. Hanno due figli ventenni: il maggiore è uno scansafatiche e il minore è in carcere da quando, in una rissa, ha ridotto un altro ragazzo a un vegetale. Ma poteva andare peggio, in fondo. Non vivono nel lusso, certo, ma la loro è una vita onesta e normale: un appartamento assegnato dal comune, un televisore e perfino un’auto, il simbolo del benessere per eccellenza. Tutto precipita, però, quando Nikolaj perde il lavoro a causa di una grave negligenza. La famiglia è costretta a trasferirsi in campagna, nella catapecchia di una vecchia zia. Le conseguenze sono devastanti: è l’inizio di una discesa agli inferi, un susseguirsi di fallimenti e disgrazie, scanditi da alcol, apatia e violenza, che porteranno alla lenta e inesorabile disgregazione della famiglia. Perché i legami affettivi e le buone intenzioni nulla possono di fronte alla miseria. La provincia russa di oggi è un altro mondo, in un altro tempo, e Roman Senčin, che la conosce bene, ce ne racconta il lato oscuro. -
Cieli celesti
Con ""Cieli celesti"""" Claudio Damiani ha scritto un libro in cui il suo pensiero filosofico si apre all'orizzonte della scienza. La chiarezza espressiva e la forma contemplativa dei versi, però, sono le stesse dei libri precedenti, quelle apprese dalla lezione dei latini e di Petrarca. Così come il ritmo continua a essere dialogante: il suo rivolgersi agli uomini, agli animali, alla natura, all'intera creazione come fossero tutti parte di una """"comunità"""" che poi significa capire quanto ogni cosa è indispensabile all'altra e che proprio questo è il """"miracolo"""" di cui facciamo quotidianamente esperienza. Nel tempo della nostra vita, all'interno di un universo tanto vasto e tanto misterioso da sovrastarci e spesso spaventarci, Damiani percepisce un disegno - la rivelazione di un'intelligenza universale che illumina la mente - come una linea che scorre inesorabile lungo i secoli e i millenni. Di quella linea, l'essere umano, l'individuo, non è solamente un punto tra gli infiniti altri, ma è un nucleo di energia, un """"quanto di tempo"""", scrive il poeta servendosi dei termini della fisica: è la possibilità che il disegno - un disegno che Dio, o qualcuno a cui abbiamo attribuito questo nome, ha pensato - si compia. Come l'anello infinitamente piccolo di una catena infinitamente grande, la sua stessa esistenza determina il passato, il presente e il futuro dell'universo. Allora, il tempo dell'uomo non è mai veramente finito, e pure la morte è parte del disegno.""