Sfoglia il Catalogo ibs019
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4101-4120 di 10000 Articoli:
-
Rifletto e... non mi trovo
In queste pagine sono riportati, dopo minuziosa ricerca, studi, scritti e concetti di vari studiosi del passato e contemporanei riguardanti la Sociologia, la Filosofia, la Psicoanalisi e la Religione. È attraverso il pensiero di questi autori che ci nutriamo del sapere affinché rimanga nell'animo, pronti per affrontare nel modo migliore gli eventi che la vita ci sottopone. Sono stati presi in considerazione i comportamenti di natura deviante verso quegli organi che hanno peso sulla funzione della società. Inoltre viene analizzato il dramma dei ""Profughi"""" che in continuazione sbarcano come ombre nella nebbia e ogni giorno si compie il processo al destino. Un fotoreporter narra esperienze, tradizioni socio-culturali vissute con i popoli incontrati nel corso dei suoi molteplici viaggi intorno al mondo. Ricchezze, povertà, follie, componenti che non si possono ignorare, sono come il vento che si estende sino ai confini della terra. Interpretazioni di pensiero pongono interrogativi, quindi riflettiamo..."" -
Il carro delle Muse 2019
Sogni di donne potrebbe essere il sottotitolo di questa raccolta, sogni che diventano voce, scrittura, segno. Una sfida, certamente, anche nel mondo di oggi. Una lunga storia. Un tentativo di condurre le donne a manifestare le variegate sensibilità che le portano a manifestarsi, a mettersi a confronto, questa è stata la sfida. Molte hanno risposto inviando novelle, fiabe, poesie, grafica da diverse parti del mondo. Ne risulta la sesta edizione di una collana di libri che raccoglie le opere selezionate dal concorso. «Il Carro delle Muse» è nato nel 2012, da un'idea di Loredana Reppucci, scienziata e scrittrice lei stessa. Ma forse non è inutile ripetere chi furono le muse, da noi caricate su un carro che le porta e trasporta. Eccone i nomi: Clio che rende celebri, ispiratrice della storia, Euterpe, colei che rallegra, protegge la musica e la poesia cantata, Talia, la festiva, presiede la commedia, la poesia giocosa, l'idillio, Melpómene, colei che canta, musa della tragedia, Tersicore, che si diletta nella danza, Erato, che provoca desiderio, musa della lirica e della poesia d'amore, Polimnia, dai molti inni, musa della poesia civile e religiosa, Urania, la celeste, musa dell'astronomia, Calliope, dalla bella voce, musa della poesia epica. Ne risulta un'antologia, un libro che raccoglie i sogni di donne di innumerevoli paesi europei ed extraeuropei, donne che hanno avuto il coraggio di portare fuori di sé il proprio vissuto e consegnarlo ad altri con la gioia e la trepidazione di ""uscire allo scoperto"""". Unico vincolo, la lingua, l'italiano. Il concorso è diviso per età: Le Musette, dai sei ai quattordici anni e le Muse dai quattordici in poi. Anno dopo anno, ci rendiamo conto della maturità di chi scrive e della pluralità degli argomenti proposti. Lo leggiamo come il segno della realizzazione del sogno che ha """"messo in corsa"""" questo concorso e della """"maturità"""" delle concorrenti, in specie delle Musette."" -
La tavola ritonda. Ediz. critica
Fra i grandi miti cavallereschi che fiorirono in Francia durante il secolo XII per poi diffondersi rapidamente in tutta Europa, il pubblico italiano sembra aver prediletto quello di Tristano e Isotta, come testimoniano e numerose versioni della storia composte - soprattutto in Toscana e nel Veneto -a partire dal Duecento. La più originale e completa è certamente La Tavola Ritonda, che include la tragica storia d'amore in un vasto e animato affresco narrativo del mondo arturiano: alla storia di Tristano si intrecciano così quelle di Lancillotto e Ginevra. la ricerca del Santo Graal e numerose altre avventure. Il protagonista - malgrado la sua passione peccaminosa per Isotta - diventa qui un modello perfetto di valore e virtù, incarnazione esemplare di quel sogno cavalleresco e tardogotico nel quale la borghesia dei Comuni toscani inseguì la propria immagine ideale. Ma lo spirito borghese del suo anonimo autore, un pisano della prima metà del Trecento, si rivela soprattutto nella libertà che egli mostra nei confronti della materia tradizionale, nel suo sguardo di osservatore lucido e talora ironico, nella fluidità e scorrevolezza del suo stile narrativo, che sembrano già annunciare l'ispirazione di un Boiardo o di un Ariosto. Suo appena dissimulato portavoce è Dinadano, il cavaliere che smitizza con le sue spassose battute, in nome di una prudenza e di un buon senso che non vanno esenti da una certa dose di codardia, i grandi ideali amorosi e guerreschi dei suoi compagni: ogni mattina, quando si sveglia - confessa un giorno a Isotta - prega Iddio di non incontrare un cavaliere troppo valoroso, perchgli sono già capitare troppe brutte avventure... -
Quando ridiventerò bambino
Il ""vecchio dottore"""", come veniva chiamato dai suoi bambini, si presenta in veste di narratore. Questo """"romanzo"""" è la memoria della fanciullezza, le sue pagine ci riportano a quel mondo lontano e perduto del nostro essere piccoli. Un insegnante ritorna bambino, per magia, conservando le conoscenze dell'adulto, ma ben presto si accorge che la vita a quell'età è tutto tranne che facile. Le sensazioni che ci trasmette Korczak sono assolute, immediate e profonde, tanto da scuotere i nostri più profondi sentimenti."" -
I versi della morte. Testo francese a fronte. Ediz. critica
Al dirompente e splendido dispiegarsi della civiltà cortese si accompagna nel XII secolo un revival delle tematiche ascetiche, del comptentus mundi, dell'immaginifica e macabra cultura dell'inferno e del Purgatorio. I Vers de la mort del monaco cistercense Hélinant de Froidmont, scritti nel 1194-97, si collocano con estrema originalità nel solco di questa tradizione. Hélinant non insiste sui temi della dissoluzione del corpo o sul sadismo infernale, ma fa leva sul ""personaggio"""" Morte e sulla sua onnipotenza, alternando toni lirici ed espressioni proverbiali, affettuosa colloquialità e ironia grottesca. La Morte diventa un sovrano assoluto, un cavaliere assetato di duelli, un furfante che bara al gioco, un cacciatore feroce, un avvocato incontentabile, un barbiere per tutte le gole - in un rutilare di immagini e metafore, in uno stile martellante, visionario, allucinato, che fanno di questo testo forse il capolavoro della poesia religiosa dell'epoca."" -
Trubert. Testo francese a fronte. Ediz. critica
Muovendo con allegra irruenza contro i luoghi, contro i personaggi della cultura cortese, rappresentati ormai come marionette presuntuose e grottesche, il romanzo «comico» Trubert (1240-1260ca.) chiude con un passato illustre e apre clamorosamente nuove vie, quelle che percorrerà qualche secolo dopo la narrativa picaresca europea. Il protagonista, un villano senza istruzione e senza mezzi, ricco della sua sola astuzia, si muove tra la campagna e la corte con mille travestimenti - ora è un carpentiere, ora un medico, ora un cavaliere, ora una fanciulla... - e le vittime privilegiate della sua invenzione burlesca sono proprio a corte, nei panni del duca e della duchessa di Borgogna. Questa epopea deliberatamente triviale, così simile alle storie di Renart, insiste sui registri dell'osceno, dello scatologico, della crudeltà. Con un abile collage di motivi attinti alla tradizione folclorica, Douin de Lavesne ha saputo costruire un'opera ingegnosa e inquietante, animata da una sorta di gaio e anarchico amoralismo, divertendosi a raccogliere intorno al nome di Trubert - «Quello che per avventura inganna» - una piccola e colorata collezione di fiabe furbesche. -
Conoscenza e morte secondo la dottrina indù (Katha Upanishad)
Gli scritti riuniti sotto il nome di Upanishad costituiscono l'ultima parte del Veda e sono destinati a distruggere l'ignoranza fornendo i mezzi per accostarsi alla conoscenza del Brahman, il Principio Supremo. La Katha Upanishad ha la forma di un dialogo tra Yama, o la Morte, e Nachiketas, ""colui che non ha ancora la conoscenza"""". Nachiketas ottiene tre doni dalla Morte, ma è solo l'ultimo, la conoscenza del Sé, che lo interessa veramente."" -
Esercizi cinesi per la salute delle persone anziane
"Esercizi cinesi per la salute delle persone anziane"""" è un piccolo libro che affronta in maniera semplice, ma al tempo stesso accurata e professionale, la tematica dell'esercizio fisico appropriato per il mantenimento del benessere fisico delle persone anziane. Si tratta di esercizi basati sulla visione orientale, cinese, dell'uomo e del suo interagire con l'ambiente che lo circonda. In Occidente non viene fatta una distinzione precisa tra le forme di esercizio fisico che servono per la salute, la ginnastica e lo sport. In Cina, invece, fin dall'Antichità, attraverso particolari esercizi fisici, i muscoli intervengono nel mantenimento della salute." -
Tai Ji Quan
Sun Lutang è stato un celebere Maestro di arti marziali cinesi, ed ebbe il dono di eccellere in ben tre di esse, tutte appartenenti agli stili interni: lo Xing yi quan, il Taiji quan e il Baguazhang, dalla sintesi dei quali creò uno stile proprio, lo stile Sun. Fu anche il primo Maestro cinese a pubblicare testi sugli stili interni durante l'epoca d'oro delle arti marziali cinesi, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Molti concetti base del Taiji quan oggi maggiormente diffuso hanno provenienza diretta proprio da quest'opera, che è, inoltre, il primo testo mai pubblicato sull'arte del Taiji quan. -
Karate Do. La mia vita, la mia via
Gli argomenti trattati nei capitoli del libro sono la sintesi estrema della completa esperienza umana, di vita, professionale, di atleta e di insegnate prima e Maestro poi, di Seyed Jamaleddin Nekoofar. Attraverso una analisi dei molti aspetti del Karate Do, quali per esempio i vari stadi dei Kata (l'esecuzione delle Forme) e del Kumite (i combattimenti liberi), sull'energia e il suo miglior uso nel Karate, sull'insegnamento, sui riti, sul pensiero strategico, sull'intuizione creativa nel Karate Do, e molti altri aspetti fondamentali, l'Autore riesce, con un linguaggio veramente accattivante e diretto, a ""toccare"""" argomenti di profonda riflessione sviscerandoli con una apparente semplicità, frutto della sua grande conoscenza dell'arte marziale, che gli ha permesso di """"setacciarli"""", digerirli e scriverli con la più grande freschezza di linguaggio possibile, lontano da arcaismi linguistici o """"esoterici"""". È un libro rivolto a tutti i praticanti di Karate, di arti marziali, e a chi ritiene di approfondire questi argomenti senza il """"peso"""" del manuale tecnico iperspecialistico."" -
Come amare il bambino
È il testo centrale e più importante della produzione di Korczak, con il quale volle rendere alla figura del bambino la giusta dimensione che ad essa compete: non un oggetto da biasimare o coccolare, ma un essere umano in crescita. Korczak riesce a penetrare il mondo infantile con una capacità di osservazione e una delicatezza infinite, insegnando all'adulto a rispettarlo e a comprenderlo a partire dai suoi punti di riferimento piuttosto che dai nostri. -
L' era del vuoto. Saggi sull'individualismo contemporaneo
L'analisi che Lipovetsky compie della società contemporanea si dipana tra i molteplici aspetti di una mutazione sociologica che ha come direttrice principale un processo globale di personalizzazione. Dunque nuove finalità e nuove legittimità sociali: valori edonistici, culto della persona, disarticolazione della disciplina civile ma anche rispetto delle differenze, libera espressione, autonomia democratica. -
La storia dei colori
È questa la prima traduzione italiana del capolavoro di Goethe sul colore, materia alla quale egli dedicò una parte significativa della propria vita. In quest'opera Goethe scandaglia scientificamente la storia e i presupposti metafisici dell'arte attraverso l'esame di ben 350 personalità che hanno contribuito alla strutturazione di una teoria dell'arte e del colore. L'excursus temporale, da Socrate e Aristotele, da Plotino a Galilei fino a Newton, è dei più avvincenti e singolari; è una storia del colore e dell'arte vista quale vicenda dell'umanità e del pensiero. -
Il linguaggio segreto di Dante e dei «Fedeli d'amore»
Luigi Valli individua, in quest'opera monumentale, un codice esoterico comune alle produzioni ""letterarie"""" di poeti come Dante, Cavalcanti, Guinizelli, Francesco da Barberino. Attraverso la decodificazione di un """"gergo"""" iniziatico di cui pochi moderni avevano riconosciuto l'esistenza, egli dimostra che le diverse figure femminili cantate dai poeti del """"dolce stil novo"""" corrispondono a un'unica Dama simbolica che rappresenta l'""""Intelligenza trascendente"""". Formidabile è la quantità di materiale poetico presentato. Un testo fondamentale per comprendere Dante e la sua Divina Commedia."" -
Il tempio indù
L'autrice, fra i massimi esperti d'arte dell'India antica a livello mondiale, ricostruisce in questo volume le linee direttrici dell'architettura del tempio indù, sia dal punto di vista formale sia da quello concettuale. Stella Kramrisch esamina questa specifica tipologia di tempio dalle fondamenta al pinnacolo, e spiega, alla luce della dottrina contenuta nei testi sacri, il significato di ogni singolo elemento costitutivo. Il testo è corredato da un gran numero di fotografie che ne illustrano visivamente i concetti. -
Il riso degli amanti
"Il riso degli amanti"""" è, in primo luogo, il racconto dello Sconosciuto, la favola dell'impossibile, il poema di un'esplorazione spirituale che è l'appello a incamminarsi verso un miraggio che è nutrimento per l'anima." -
La filosofia cinese e dell'Asia orientale
Leggendo questo libro ci si trova felicemente tuffati dentro un nuovo, fascinoso oceano nel quale riusciamo agevolmente a nuotare, seguendo onde e correnti che, pur se del tutto nuove, non sentiamo come sconosciute, estranee, temibili. La lettura scorrevole e l'immediatezza nel procedere del discorso contribuiscono in maniera determinante a catturare immediatamente il lettore in questo nuovo, strabiliante viaggio. Addentrandoci in questa lettura, bisogna prendere innanzitutto confidenza con categorie e con parole-chiave che costruiscono l'ossatura portante di tutto il volume, come tao, ch'i, hsing, li... che si rincorrono lungo tutto il procedere del testo in un continuo richiamo di significati distinti e pure correlati, a seconda delle differenti interpretazioni che i diversi autori nel corso dei secoli ne hanno fornito. È di grande interesse il vedere come, proprio attraverso queste parole-chiave, le idee fondamentali della riflessione filosofica abbiano viaggiato nel tempo e nello spazio costruendo una solida rete di comunicazione tra le diverse aree geografiche: la necessaria contestualizzazione storica, politica e sociale di tutta questa vastissima regione viene qui tratteggiata volta per volta nella sua essenzialità degli accadimenti che abbracciano un arco di tempo tanto ampio. Questo costante gioco di rispecchiamenti e di rifrazioni nel seguire il corso del dibattito nei diversi piani, filosofico, religioso, ideologico, politico in tutta la vastissima area che per comodità denominiamo come Asia orientale, contribuisce in maniera determinante a costruire anche nel lettore non specialista una visione d'insieme che finalmente riesce ad abbracciare i diversi elementi che compongono un quadro così variegato, sfuggendo alla banalità dello stereotipo generalizzante. La lettura diventa così un lento avvicinamento attraverso la nitidezza del linguaggio e la graduale, armoniosa progressione dei concetti, e più si legge più si viene coinvolti in una sorta di viaggio iniziatico attraverso le parole che volta per volta ci svelano nuovi sensi e nuove profondità. Questo volume costituisce uno strumento prezioso per aiutarci a decifrare la complessità del presente globalizzato e non sentire più tanto altre quelle culture che un tempo erano, non solo geograficamente lontane, ma che oggi ci sono ormai davanti in tutta la loro ricchezza e multiformità. -
La liberazione dall'errore
Questo libro fu scritto da al-Ghazâlî nel periodo del suo secondo insegnamento a Nishapur, fra il 1106 e il 1109. In esso l'autore narra delle sue crisi religiose: di carattere più intellettuale la prima poiché, rifiutando di sottomettersi al conformismo dei dotti, si mise alla ricerca delle prove della fede allo scopo di acquisire la certezza di essere nel vero; di carattere morale la seconda, che lo indusse ad abbandonare una vita ricca di soddisfazioni e di agi, per accettare anni di solitudine e ritiro spirituale onde scoprire se i mezzi idonei per arrivare al possesso pieno della Verità erano quelli seguiti dai Sufi. Così, dopo un'intensa ricerca, giunse infine a dichiarare che erano i Sufi a seguire la via di Dio. L'importanza di quest'opera non è solo nelle pagine che descrivono il tormento spirituale di al-Ghazâlî: è anche nel suo essere una trattazione spirituale con intenti didattici e apologetici. Le critiche che egli muove ai dotti amanti del lusso e corrotti miravano a un risanamento morale di quanti venivano meno ai loro doveri. -
La spada del destino. I samurai nel cinema giapponese dalle origini a oggi
I samurai sono parte del nostro immaginario. A forgiarne l'immagine hanno contribuito soprattutto una manciata di film, a partire dal classico di Kurosawa ""I sette samurai"""" (1954). I film storici sono stati il paradigma dominante del cinema giapponese dagli anni Venti fino alla fine degli anni Sessanta del Novecento. In seguito il loro ascendente è calato, fino quasi a eclissarsi, per tornare alla ribalta solo sul finire degli anni Novanta. Questi film sono stati e rimangono una fucina di innovazioni tecniche e narrative, oltre che un'inesauribile fonte di storie e personaggi memorabili. Per comprendere le sfumature del complesso sistema simbolico di rappresentazione della classe dei guerrieri del Giappone feudale è necessario avventurarsi oltre i pochi film noti in Occidente. Il libro non guarda solo ad autori conosciuti come Kurosawa Akira e Mizoguchi Kenji, ma anche alle opere di registi innovativi come Ito Daisuke, Yamanaka Sadao, Kobayashi Masaki, Gosha Hideo e tanti altri. L'analisi fa emergere come l'ambientazione storica sia spesso una metafora dei problemi e delle istanze del periodo in cui sono stati girati i film. Il volume presenta oltre cento anni di cinema storico giapponese, dai funambolici film muti d'avventura degli anni Dieci fino alle vibranti riflessioni filosofiche del nuovo millennio. Si tratta di un repertorio di storie e pratiche di messa in scena dirompente, che passa dalle commedie scanzonate alle tragedie più cupe, da battaglie epiche a duelli leggendari, fino a storie d'amore contrastate e cronache di ribellioni spesso finite nel sangue. Un viaggio appassionante e sorprendente alla scoperta dello straordinario archivio visivo e culturale dei film storici giapponesi."" -
Storie d'Ise
Mille anni fa una persona (o più d'una) mise insieme una compilazione divagante di versi d'amore e d'altro (molti scritti da Ariwara no Narihira, altri da altri poeti): li raccolse in brevi capitoletti, inserendoli in cornici narrative. L'opera letteraria, del genere utamonogatari (romanzo poetico), che venne portata a termine comprende 209 componimenti, raccolti in 125 capitoli che narrano, in uno stile limpido e lineare, le avventure amorose del poeta galante Ariwara no Narihira. Li proponiamo tradotti senza commenti, senza note, senza referenze. Non è fedele ingabbiare in dotti commentari i fiori di pesco a primavera e le foglie d'acero in autunno. Sarebbe un crimine la traduzione che pietrificasse questa vita di mille anni fa, in cui scorre ancor oggi il suo filo di sangue nelle vene. Le ""Storie d'Ise"""" appartengono al grande periodo Heian, di quel Giappone patria della suprema eleganza dell'era di Murasaki Shikibu e di Sei Shonagon, e insieme a loro, con questi versi, siedono in quell'empireo di bellezza e perfezione.""