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Poeti romagnoli d'oggi e Federico Fellini
Federico Fellini è un poeta d'immagini, di sogni, di parole rarefatte. Della Romagna, come Giovanni Pascoli, ha amato i propri ricordi, tanto più vivi quanto più lontani e rarefatti. Quaranta poeti romagnoli di oggi si sono lasciati riconquistare dalla magia e dalle atmosfere dei film di Fellini: le poesie e i testi che gli hanno dedicato compongono un trasognato viaggio, un atto d'amore nei confronti del regista e della terra che li accomuna. Hanno scritto in occasione del cinquantesimo anniversario della produzione del film La dolce vita, simbolo di un'epoca ed evocatore di un mondo del futuro, oggi del presente, che Fellini ha sentito e visto prima degli altri. -
Chi ha rapito mia zia
Una giovanissima narratrice dispiega il suo gusto di raccontare in una cascata di 13 racconti, nei quali mette alla prova il suo talento in generi diversi, dal racconto realistico al fantasy, dal giallo all'avventura. -
Il tempo e oltre
Nella metafora del tempo - il tempo come mistero e separatezza - il poeta esprime il dramma della estraneità e dell'egoismo, del ""grande nulla"""", che ci rende isole irrelate, come una monade. La salvezza sarà naturalmente nella fede, nell'amore, nella certezza - nonostante la chiusura monadica - della umanità in tutti la medesima; ma anche nella poesia: come sempre, quand'anche cadessero tutte le fedi, resta nel poeta la fede nella poesia, capace di esprimere la vita nella parola poeticamente ordinata."" -
Il mistero del cadavere scomparso
"Contava solo il buco buio in mezzo al prato molto verde che una pioggia ininterrotta aveva reso grasso e brillante. Il dannato scavo di terra rimossa, che sembrava essere un'ingiuria all'armonia circostante del giardino... una volgare trincea nuda di due metri di lunghezza per quasi altrettanto di larghezza, sopra la quale volteggiava il mulinello di alcune foglie morte"""". Una brillante storia """"gialla"""", tra ironia e tensione, secondo la migliore tradizione della scuola francese: una lettura coinvolgente, tramata intorno a un delitto la cui vittima mostra la singolare virtù di sparire continuamente, per chissà quali misteriose ragioni." -
Nel silenzio della notte
Si coglie nella poesia di Carmen Maranini Bernardi il tocco di ciò che sa parlare il linguaggio della delicatezza e dell'autenticità. Leggendo, si è condotti all'interno di atmosfere limpide e rarefatte insieme, soffi di leggerezza, tratti, gesti, volti, come una carezza del pensiero che non afferra le cose, ma le svela, per poi scomparire subitanea. Come un ventaglio che si apre per velare e svelare, e insieme tagliare con dolcezza il vento. Piccole stelle da scoprire, piccole verità, momenti, ricordi, piccoli frammenti, ma che sanno portare luce nella vita. Perché ciò che ci protegge dall'assedio del dolore è la capacità di tenere vivo il sentire lieve, quella giovinezza dell'anima che contrasta la pesantezza della necessità. -
La Silva. Il tempio di Mnemosine
Caterina Biondi rimette mano alle pagine della sua vita, in una rinnovata e più intensa interpellanza di sé, dei moti della sua anima, delle scoperte e delle conoscenze maturate nell'incontro con uomini e donne, con i luoghi dell'arte e della memoria storica e persino con le molte evenienze della vita quotidiana. E da ognuna di esse trae lezioni di vita, riflessioni sul senso dell'esistere, regole del buon vivere, tentando le vie che portano alla serenità e persino alla felicità. In questo spirito, Caterina convoca sulla pagina famigliari ed amici, uomini e donne con i quali ha condiviso i giorni, e poi luoghi e paesaggi incantevoli, a cominciare dalla Silva (che dà il titolo al libro), ampio orizzonte della Calabria, divenuta nel cuore della raccontatrice un luogo del mito, come la Romagna nativa. Insomma, un grande tempio innalzato alla memoria, non a caso convocata sotto il nome di Mnemosine, ""colei che ricorda"""", madre delle nove Muse."" -
Una strada un paese
Pietro Baravelli rappresenta con un alacre passo narrativo il passato e il presente del suo mondo, nella campagna di Pisignano. Lo fa in racconti ora fulminanti per la rapidità dell'esecuzione, ora distesi in più ampio arco, con una capacità di rievocazione colma di poesia e insieme del valore simbolico ed esistenziale delle vicende narrate e dei personaggi evocati. L'autore ha maturato la sua singolare capacità di raccontare nelle molte solitarie letture della sua vita e soprattutto nella intensità del sentimento, che qui traspare con una forza e una grazia che non potranno non toccare il lettore: nel quale per lungo tempo vivranno le commozioni che il narratore sa suscitare e l'umanità dei molti personaggi chiamati sulla pagina a rappresentare la vita. -
La lingua che ci accade
Libro poetico-politico della Società poetica, arte della lingua materna di Ravenna. -
Vito Montanari l'avvocato. Intatto il suo splendore
Nel suo cuore generoso c'era oltre all'amore per i poveri, per i quali spesso si privava del cibo e del vestiario, l'amore per i giovani, tra i quali era costantemente presente. Gioiva quando essi gioivano e si affermavano nella vita; soffriva con loro quando il dolore bussava alla loro porta; li richiamava con delicatezza ai valori cristiani dell'esistenza. -
Romagna 1270-1320. I tempi di Giudo da Montefeltro e Maghinardo Pagani da Susinana
La Romagna degli ultimi trent'anni del Duecento è una terra impoverita e violenta, caratterizzata da forti tensioni e da lotte furibonde fra guelfi e ghibellini. Terra di confine, stretta tra le mire egemoniche della guelfa Bologna e le pretese del Papato, la Romandiola diviene, insieme con la Toscana, l'epicentro dello scontro, come dimostrano le due battaglie più famose: San Procolo (1275), che ferma le mire bolognesi, e la battaglia di Forlì del 1282 (il sanguinoso mucchio evocato da Dante nel canto XXVII dell'Inferno), che blocca momentaneamente le pretese del Papato e dei suoi alleati, gli Angioini. Fra i numerosi personaggi che attraversano la storia della ""perfida"""" Romagna di quest'epoca turbolenta, campeggiano Guido da Montefeltro, il grande campione ghibellino, e Maghinardo Pagani da Susinana, il leoncel dal nido bianco, signore di Imola e Faenza. È il tempo in cui si creano le condizioni politiche e sociali per la formazione delle Signorie romagnole, qui evocato da Sergio Spada in pagine suggestive."" -
La città vecchia. Immagini di solitudine nei caruggi di Genova
Testi e immagini sulla Genova di Fabrizio De André. -
Ricette d'amore e di bellezza di Caterina Sforza. Signora di Imola e Forlì
Elio Caruso - autore di libri fortunati sulla storia e la cultura della Romagna - propone un excursus su uno dei libri più intriganti della storia romagnola, gli ""Esperimenti"""" di Caterina Sforza, raccolta di """"segreti"""" destinati alla cura della pelle, del viso e delle mani, all'acconciatura dei capelli, alla pulizia dei denti, all'ornamento del corpo: insomma un libro di erboristeria e cosmesi del quale qui si propongono ricette scelte. L'autore accompagna gli Experimenti con una galleria di opere d'arte, capaci di stringere suggestivi legami con i testi dell'affascinante Signora di Romagna."" -
Liceo della comunicazione «immacolata» 1999-2009. Dieci anni di storia...
Il volume ripercorre la storia della scuola, i fatti e le motivazioni che hanno portato alla scelta del nuovo percorso liceale articolato in più indirizzi. Presenta le esperienze, le attività e i progetti più significativi realizzati nei dieci anni di vita scolastica. Si rivolge agli ex alunni che li hanno vissuti in prima persona; agli alunni attuali per renderli partecipi e consapevoli dell'impegnativo lavoro educativo posto in essere per aiutarli nella loro crescita; alle famiglie che hanno avuto fiducia in questo progetto; agli insegnanti e al mondo della scuola per offrire la testimonianza di una passione educativa che ha consentito di sviluppare proposte nuove e stimolanti. Alla base c'è l'idea di una scuola che non limita il suo compito alla sola istruzione ma intende trasmettere il proprio appassionato amore per la verità, aiutando l'alunno a sviluppare un personale senso critico, un'autonoma capacità di discernere il vero dal falso, il giusto dall'ingiusto, ciò che eleva la persona da ciò che la strumentalizza. -
Resta sulla fascia
Scrive l'autore: ""Uno può nascere col talento e saper giocare prima ancora di camminare, però, non capisce bene come """"funziona"""", è solo istinto. Falcao ha sempre sostenuto che a guidarlo in campo erano al cinquanta e cinquanta istinto e ragione. Quanti grandi calciatori, una volta appese le scarpe al chiodo, si rivelano scarsi competenti? Perché una cosa è saper giocare e un'altra è capire. Una cosa è capire, un'altra ancora saper spiegare. Le esperienze nel calcio le ho fatte praticamente tutte: il calciatore in tutti i ruoli per trentacinque anni; l'allenatore di bambini e ragazzi per cinque; l'arbitro per dodici anni. Il calcio l'ho giocato, l'ho capito e lo so spiegare. Siccome da sette anni mi sono scoperto scrittore, spiego quello che ho imparato. Oh, mica una cosa noiosa! Ho cercato di fare in modo che sia comprensibile anche alle donne, che è tutto dire...""""."" -
Via del canto e dei rosai
"Non viaggio sola... giganti e nani, giullari e donne cannone, filiformi efebi e silvani aggrondati sono le mie scolte. Stracciati e straccioni, ci occultiamo scaltramente, dai venti invidiosi insidiati, forieri del rancore cialtrone che il popolo nomade, soffiando sulle braci, ravviva. Con occhi di umida nebbia, con mani di agile argilla, con labbra sporcate dall'ombra e dal sole, irrisi e irridenti, redenti dai febbrili germogli che dal catino del cuore verdeggiano di nascituro splendore, giochiamo la partita del mondo"""". Così Rosarita scrive all'apertura del libro, mobile nella vibrazione dei temi, lucido e appassionato nell'operazione d'arte che si realizza nel cerchio di una poesia consapevole della magia della parola." -
La nonna racconta
Dell'esperienza d'arte espressa in questo libro suggestivo nel dipanarsi dei racconti e sorprendente nella magia delle immagini così scrive l'autrice: ""Mi sono divertita a concretizzare i personaggi fantastici delle mie favole con la tecnica del fotomontaggio, assemblando le immagini fotografiche come in un collage. Ogni ruolo principale è stato assegnato alle mie nipotine Monica e Martina, le quali hanno vissuto la finzione dei personaggi come una divertente realtà da cui trarre gli insegnamenti che volevo trasmettere"""". Questo incrocio tra la perizia produttrice delle immagini, la disposizione favolistica attenta alla voce di piccoli ascoltatori, l'intenzione parenetica, tuttavia calata intimamente nel racconto, senza sovrastrutture moralistiche, tutto questo rende la raccolta una preziosa e affascinante."" -
Ma adesso io. Tra libertà e verità
Il volume comprende le opere vincitrici della 11ª edizione del Concorso nazionale di scrittura femminile. ""Ma adesso io... di Faenza. Sezione poesia: Cristina Ferretti, """"Per te e per il vento""""; Sara Spignoli, """"Partenza""""; Diana Rosandic, """"Non sfiorare l'odio"""". Sezione narrativa: Gigliola Alvisi, """"Qui corrono tutti""""; Nicoletta Ciani, """"L'attesa"""". Sezione Memorialistica: Fabiola Pellini, """"Profumo di fragole""""; Ardea Benini, """"Vita sospesa"""". Sezione Blog: Roberta Garbin, """"Guai a lasciare la porta aperta, rischio di non chiudere occhio dall'ansia""""; Elisabetta Rossi, """"Tutto mi stordisce ancora"""". Scrive Cristina Tampieri nella presentazione: """"Uno degli aspetti più rilevanti ed originali di questo libro-concorso riguarda la partecipazione di un gran numero di donne, di tutte le età, con attività, professioni e condizioni sociali molto diverse, tra l'altro residenti in tutte le regioni italiane e, più significativamente da questa edizione, anche all'estero. Vuol dire che questo concorso continua a centrare uno dei suoi obiettivi più veri, quello di intercettare ed incontrare il profondo e reale bisogno delle donne italiane ed europee di esprimersi e comunicarsi""""."" -
Gli eredi della solitudine. Viaggio nei masi di montagna del Tirolo del sud
Pubblicato nel 1973 in prima edizione, e successivamente ristampato in 5 ulteriori edizioni fino al 1982, questo volume propone un'inchiesta giornalistica e fotografica condotta nei masi delle valli più isolate e impervie dell'Alto Adige. È stato forse il primo libro a dare un volto e a descrivere le condizioni di vita e di lavoro di quella particolare frangia umana - i contadini delle montagne altoatesine - che fino a trent'anni or sono appariva una ""sopravvivenza medievale"""". Un libro amaro e scomodo corredato dalle fotografie di Flavio Faganello, che a loro volta riescono a cogliere le persone nei loro gesti di speranza, di rassegnazione, di dolore."" -
L' Istria moderna (1500-1797). Una regione confine
Per comprendere la storia dell'Istria bisogna conoscere le sue lingue e le sue culture presenti e passate. Molte risposte alla travagliata storia contemporanea di questa regione che oggi fa da frontiera tra Italia, Slovenia e Croazia, vanno cercate nei secoli XVI-XVIII, quando la penisola istriana si divideva in domini della Repubblica di Venezia e in quelli degli Asburgo, quando a tale dualismo politico si sovrapponevano altri dualismi istituzionali, sociali, etnici e culturali con inevitabili confronti e contrapposizioni fra sudditi veneti e asburgici, fra comuni e feudi, fra popolazioni latine e slave, il tutto sullo sfondo di una forte immigrazione di coloni provenienti dalla Dalmazia e dai Balcani occidentali. Un contesto dai molteplici confini, una storia di reciproci adattamenti, di convivenze e di persistenti distinzioni. Una storia regionale la cui lettura assume sempre più significati transnazionali, trasversali alle realtà nazionali che in essa si riflettono. -
Verona. La città, il territorio. Ediz. italiana e inglese
Dal lago di Garda, dove il giallo arancio degli agrumi si mescola con il verde brillante degli olivi, con gli azzurri dell'acqua e con il bianco candido del Baldo, ai marmi della Verona romana, all'intreccio dei tufi e dei calcari della basilica di San Zeno e del Duomo, per finire con il cotto delle chiese medievali e dei muraglioni lungo il fiume, lo sguardo di Tommaso Cevese è guidato dall'attenzione costante alla luce e ai colori dei cieli di Verona e del suo territorio.