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Memoria, maschera e macchina nel teatro di Robert Lepage
"Memoria"""", """"maschera"""" e """"macchina"""" sono termini interscambiabili nel teatro di Robert Lepage, regista e interprete teatrale franco-canadese considerato tra i più grandi autori della scena contemporanea che usa i nuovi media; se la sua drammaturgia scava l'io del personaggio portando alla luce un vero e proprio arsenale di memorie personali e collettive, la macchina scenica video diventa il doppio del soggetto, specchio della sua interiorità più profonda. La perfetta corrispondenza tra trasformazione interiore del personaggio e trasformazione della scena determinano la caratteristica della macchina teatrale nel suo complesso che raffigura, come maschera, il limite tra visibile e invisibile. Il volume contiene interviste a Robert Lepage e allo scenografo Carl Fillion e un'antologia critica con saggi di, Massimo Bergamasco, Vincenzo Sansone, Erica Magris, Giancarla Carboni, Francesca Pasquinucci, Andrea Lanini, Ilaria Bellini, Sara Russo, Elisa Lombardi, Claudio Longhi." -
I Kwara'ae di Honiara. Migrazione e buona vita alle Isole Salomone
Da più di cinquant'anni i Kwara'ae lasciano Malaita, la loro isola di origine, per costruirsi una nuova vita a Honiara, capitale delle Isole Salomone. Quando raccontano della loro condizione, parlano di Malaita come di un luogo primitivo, isolato e senza speranza di sviluppo, e vedono invece Honiara come la moderna città di arrivo, dove tutto può succedere. Tuttavia, Malaita è anche un simbolo di unità, cooperazione e di forte identità. Honiara, al contrario, è il luogo dove regnano diversità, competizione, dove gli individui vivono separati, dove la vita è dura. Ciononostante, i Kwara'ae continuano a lasciare Malaita e a stabilirsi a Honiara. Perché? C'è chi sostiene che i migranti come loro non facciano che peggiorare la città. Questo libro racconta invece come i Kwara'ae di Honiara si impegnino ogni giorno per rendere Honiara un posto migliore dove vivere, superando le difficoltà della vita urbana e adattando creativamente i valori della loro cultura. Prefazione di David Graeber. -
Auschwitz dopo Auschwitz. Politica e poetica di fronte alla Shoah
Tra divieto e provocazione si muove il famoso verdetto di Theodor Wiesengrund Adorno del 1949 per il quale ""scrivere poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie"""". Il volume raccoglie testi di diversi studiosi che si sono confrontati (direttamente o indirettamente con la controversa sentenza adorniana, analizzandola in una prospettiva interdisciplinare attraverso le lenti di filosofi, scrittori, poeti, intellettuali, in un passo incrociato tra il poetico e il politico. Si possono quindi analizzare e confrontare le risposte al verdetto di Adorno da parte di autori come Jean Amery, Günther Anders, Hannah Arendt, Paul Celan, Günter Grass, Victor Klemperer e Primo Levi, misurando così anche la portata delta frase lapidaria nel tentativo di leggere Auschwitz dopo Auschwitz. A coronare il volume un breve scritto di Günther Anders, dal titolo Nach Auschwitz (""""Dopo"""" Auschwitz, ma anche """"Secondo"""" Auschwitz, 1982), che testimonia la sua tarda replica ad Adorno. Testi di: Raut Calzoni, Matteo Cavalieri, Francesco Ferrari, Micaela Latini, Stefano Marino, Fausto Pellecchia, Francesca Romana Recchia Luciani, Erasmo Silvio Storace, Alberto Tommasi."" -
Soggettivazioni antagoniste. Frantz Fanon e la critica postcoloniale
Riconoscimento, identità, migrazioni, razzismo, nazione, cittadinanza, confini: sono queste alcune delle parole-chiave che hanno segnato in profondità il pensiero moderno occidentale e che in questo volume sono passate in rassegna alla luce delle potenti riflessioni elaborate da Frantz Fanon. La rilettura del suo pensiero fa emergere significative convergenze con le tesi successivamente avanzate dagli autori dei postcolonial studies. Ma anche slittamenti che offrono strumenti critici indispensabili per condurre una radicale revisione dei presupposti universalizzanti di quelle stesse categorie della modernità. L'emersione di storie e di prospettive differenti sollecita l'urgenza di interrogarsi sulla necessità - in un'epoca in cui sembrano mancare alternative alla governamentalità neoliberale - di riattivare una dimensione battagliera e antagonistica dei processi di soggettivazione politica. -
Il mostro di Foucault. Limite, legge, eccedenza
Il mostro costituisce il limite di un determinato ordine del discorso e del potere, segnala il punto di crisi dei dispositivi nell'includere, gestire, controllare la differenza. Ma la differenza è mostruosa nella misura in cui pone il pensiero e il linguaggio di fronte ai propri limiti. Tale questione ha carattere riflessivo, riguarda la possibilità di pensare questa indeterminatezza, questo indefinibile a cui il mostro rinvia. La sfida del mostro concerne la stessa pratica filosofica quale pensiero in grado di pensare la differenza singolare e molteplice, senza che tale differenza venga misconosciuta e fraintesa, assoggettata e identificata all'interno di un dispositivo significante, che procede attraverso distinzioni, partizioni, determinazioni. La posta in gioco è alta. Riguarda la possibilità del pensiero di essere critico, pensiero della differenza, pensiero molteplice, in grado di sfuggire alla dialettica della identità e alla sovranità dell'uno. Qui è possibile cogliere il carattere mostruoso del pensiero di Foucault. Un pensiero dell'eccedenza, capace di inquietare e rendere instabile tanto i discorsi che stabiliscono il confine tra identità e differenza, quanto le pratiche di potere che si assumono il compito di governarla. -
Nuove cittadine, nuove cittadinanze? Donne migranti e pratiche di partecipazione
A partire da una ricerca etnografica sulle associazioni di donne migranti nella regione spagnola dell'Andalusia, il libro esplora i processi di trasformazione e di costruzione della cittadinanza ""dal basso"""" nel contesto dell'Europa del Sud. Le forme di partecipazione di queste """"nuove cittadine"""" vengono analizzate attraverso una prospettiva di genere e microsociologica, emergente e innovativa nel campo dei citizenship studies. Si colgono così le strategie attraverso cui le donne migranti attive nelle associazioni cercano di uscire dai ruoli subordinati imposti loro in ragione dell'appartenenza etnica, religiosa, di genere e di classe, per affermarsi come persone e come cittadine. L'analisi proposta in queste pagine restituisce un'idea complessa di cittadinanza. La cittadinanza in senso pieno non riguarda solo l'accesso ai diritti, ma anche le possibilità di scelta, di progetto e di azione che si aprono ai soggetti nei diversi ambiti della vita sociale: nella sfera lavorativa e professionale, intima e famigliare, sessuale, politica, e cosi via. In altre parole, si collega alla dimensione dell'autodeterminazione."" -
Cultura video. Le riviste specializzate in Italia (1970-1995)
Il volume mira a indagare la nascita della cultura video in Italia e a delineare una sua mappa concettuale attraverso i discorsi, le pratiche e le tecnologie diffusi tra gli anni Settanta e gli anni Novanta del Novecento, ossia durante l'affermazione del video analogico. Prendendo avvio dalla rielaborazione del concetto di cultura filmica, si osservano non le espressioni artistiche connesse al nastro magnetico, ma la sua diffusione,""dal basso"""" e """"di massa"""". In particolare, il librò si concentra sull'analisi delle riviste specializzate tra il 1970 e il 1995 (anno in cui la comparsa delle prime tecnologie digitali per il mercato consumer segnò un cambio di paradigma mediale): tali riviste, infatti, rappresentano un repertorio fondamentale per la mappatura del dibattito che regola la nascita e l'affermazione della cultura video all'interno della società italiana."" -
La cultura visuale nel ventunesimo secolo. Cinema, teatro e new media
Questo volume si offre come contributo alla ricerca dei visual studies e si pone l'obiettivo, riprendendo le parole di Mitchell, di ""squarciare il velo di familiarità e di autoevidenza che ammanta l'esperienza del vedere, e trasformarla in un problema da analizzare, in un mistero da svelare"""". E, in particolare, tale obiettivo lo si intende raggiungere mediante il coinvolgimento di studiosi appartenenti al settore di studi di cinema, teatro ed estetica. Gli autori che firmano i diversi saggi presenti in questo volume - Vito Zagarrio, Ruggero Eugeni, Roberto Tessari, Carla Bino, Salvatore Tedesco, Elio Ugenti, Denis Bratto, Michele Guerra, Andrea Rabbito, Simone Arcagni, Stefania Rimini, Dario Tomasello, Giulia Raciti, Francesco Parisi, Rino Schembri - indagano alcuni dei punti fondamentali riguardanti il problema della rappresentazione visiva, non solo attuale ma anche del passato, per evidenziare come il visuale sia un tema cruciale della nostra cultura e per promuovere quella necessaria critica e analisi della nostra condizione all'interno del fenomeno della svolta iconica. Il volume, curato da Andrea Rabbito, è corredato dalle opere artistiche di Giovanni Zoda."" -
Estetica dell'arte contemporanea
Questa raccolta di saggi cerca di mostrare la complessità concettuale dell'estetica e dell'arte contemporanea, a partire dai temi più dibattuti e controversi che l'arte degli ultimi trent'anni suggerisce. Il testo propone un percorso di riflessione che si articola a partire da singole coordinate estetologiche: gusto, bello, brutto, percezione, mimesi, forma, tecnica, media, immaginazione, tempo. Coordinate che vengono arricchite mettendo in evidenza la linea di continuità tra passato e presente, e le problematicità all'interno di una lunga e complessa storia del pensiero artistico filosofico. -
Nella terra di mezzo. Cinema e immigrazione in Italia (1990-2010)
Tre diverse generazioni di registi si confrontano, tra il 1990 e il 2010, con un tema fino ad allora privo di modelli narrativi di riferimento, ma sentito come adatto a riallacciare i fili della migliore tradizione cinematografica italianarnrnNe deriva una rappresentazione del fenomeno migratorio condizionata da fattori biografici oltre che culturali, attraverso la quale è possibile individuare alcuni elementi determinanti nell'evoluzione della società e del cinema stesso. Dallo specchio del confronto con l'""altro"""" straniero emerge un ritratto di quel particolare ventennio, che coincide con la trasformazione del paese da terra di emigranti a meta d'immigrazione, oltre che con il cambiamento radicale dei sistemi di produzione, trasmissione e fruizione della cosiddetta cultura di massa."" -
Maschilità, devianze, crimine
Fare il crimine per alcuni individui rappresenta una delle poche risorse di cui dispongono per fare anche la maschilitàrnrnMaschilità, devianze e crimine rappresenta una delle prime analisi italiane del rapporto tra maschilità e condotte devianti e criminali. Attraverso la problematizzazione del concetto di maschilità e del posizionamento teorico dei maschi all'interno del discorso socio-criminologico, il saggio mostra come il comportamento deviante e/o criminale ""maschile"""" non possa essere interpretato facendo riferimento a predisposizioni naturali, a caratteristiche innate o a meri condizionamenti ambientali. Riferendosi alle più recenti ricerche e prospettive critiche contemporanee, l'autore evidenzia, in modo agile ma rigoroso, che fare il crimine per alcuni individui rappresenta una delle poche risorse di cui dispongono per fare anche la maschilità."" -
Attenzione: la Svizzera. Una proposta di azione
La Svizzera è un Paese piccolo, ma la sua piccolezza non dev'essere una condanna a non pensare in grande. In questo pamphlet Max Frisch prende di mira la mentalità della ""piccola Svizzera"""": a partire dall'architettura, o meglio, dalla mancanza di coraggio dell'architettura, lo scrittore e architetto delinea l'approccio alla realtà di un Paese portato al compromesso, alla miniatura e più in generale alla piccolezza come forma mentale. E ciò significa essere incapaci di pensare nei termini dell'utopia, di progettare un futuro che vada oltre i compromessi della politica spicciola. Rileggere oggi """"Attenzione: la Svizzera"""" vuol dire anche ripensare l'Europa, ormai ridotta a una trama di nazioni livellate."" -
Il culto delle immagini. L'arte bizantina dal cristianesimo delle origini all'iconoclastia
Nessun altro storico aveva tentato di riportare con tanta urgenza il discorso sulle icone all’ambito della pitturarnrn""Per ricostruire questo pezzo di storia Kitzinger ha dovuto estrarre il massimo da ogni frammento superstite, ridiscutere date e attribuzioni, impiantare una nuova fisionomia dell'arte bizantina. Ed ecco la conclusione inaspettata e davvero folgorante: la pittura alta vigilia dell'iconoclastia non è innocente dinanzi alla reazione che ha tentato di sopprimerla. È anzi la maturità stilistica del tema dell'icona, è il suo isolamento rispetto a tutte le altre esperienze estetiche con cui l'uomo bizantino si confronta, che porta allo """"scandalo"""" dell'icona contro cui reagiscono gli iconoclasti. Direi che qui è trasparente, anche se non dichiarata, la riflessione sull'arte del nostro secolo e il riconoscimento alle opere d'arte di una loro capacità provocatoria. Nessun altro storico aveva tentato di riportare con tanta urgenza il discorso sulle icone all'ambito della pittura"""". Dalla presentazione di Carlo Bertelli."" -
Contro la gerarchia e il dominio. Potere, economia e debito nelle società senza stato
Analizzando la gestione del potere, dell'economia e del concetto di debito nelle ""società primitive"""", Staid ci propone una visione alternativa delle società senza StatornUn libro attuale, che propone una diversa prospettiva sul meccanismo di indebitamento, sulla concezione del lavoro e sul concetto di surplus e povertà. Le """"società primitive"""" sottoproduttive e contro lo Stato-nazione potrebbero essere, in definitiva, una proposta per ripensare l'organizzazione anche delle attuali società occidentali. Premessa di Matteo Meschiari."" -
Segni, sogni, suoni. Quarant'anni di videoclip da David Bowie a Lady Gaga
«A quasi quarant'anni dalla nascita dei videoclip, il libro ne esamina storia, linguaccio e mutamenti, raccontando allo stesso tempo uno degli strumenti attraverso i quali si è andato costruendo parte dell'immaginario giovanile dei nostri anni» - Robinson, La RepubblicaDopo oltre trentacinque anni dalla nascita di MTV - la prima emittente mondiale dedicata alla musica da vedere - il linguaggio del videoclip è totalmente mutato, amplificando sempre di più le interferenze con gli altri media e gli intrecci con il contesto delle arti visive. Nuovi autori, inoltre, si sono affacciati sulla scena internazionale, ottenendo numerosi riconoscimenti. Strutturato in cinque capitoli, il libro - evitando di limitarsi a un'ottica anglocentrica e allargandosi, attraverso numerosi esempi, ai music video di molti altri paesi - esplora l'universo di questa innovativa forma audiovisiva, da un punto di vista storico (partendo dagli antecedenti del videoclip), isolando alcune tematiche, tendenze e categorie (il clip coreografico, quello narrativo e quello sperimentale), e approfondendo l'immaginario di alcuni registi e musicisti in particolare, senza tralasciare, nell'ultimo capitolo, un focus sulla storia della videomusica italiana. -
Sardi, italiani? Europei. Tredici conversazioni sulla Sardegna e le sue identità
Casti contribuisce, in dialogo con tredici scrittori, intellettuali e artisti sardi, a una riflessione collettiva su cosa significhi essere, oggi, sardi, italiani, europeirnrnAntropologia pop? Può darsi. Tentativo di auto-etno-analisi? Anche. Trattatello cultural-esistenziale sotto forma dialogica? Perché no. Ciò che è certo è che queste conversazioni, registrate e trascritte tra il 2014 e il 2017, vanno nella direzione opposta alla lamentela, alla recriminazione sterile, al rimpianto. Dall'indipendenza dell'Isola al problema della lingua e della cultura sarda, dalla questione generazionale alle utopie e le distopie possibili nel proprio luogo, Casti contribuisce, in dialogo con tredici scrittori, intellettuali e artisti sardi, a una riflessione collettiva su cosa significhi essere, oggi, sardi, italiani, europei. -
Gli abusi della memoria
Dalla fine del Novecento a oggi, gli europei appaiono ossessionati dal culto della memoria. Ci si sforza perché non venga mai meno il ricordo. Ma che senso ha il suo uso senza uno spirito critico e una rielaborazione che ci consenta di individuare le sempre nuove forme di razzismo, di xenofobia e di esclusione? Risponde il grande storico, antropologo e saggista Todorov in questo scritto provocatorio, che è soprattutto testimonianza morale. Il ricordo è una mera celebrazione, solo un conteggio e una spartizione delle vittime, oppure l'autentica comprensione e l'impegno per non commettere altri errori? -
Sovranità o barbarie. Il ritorno della questione nazionale
Uno spettro s'aggira per l'Europa: lo spettro del sovranismo. Tanto l'establishment quanto la sinistra non perdono occasione di ricordarci come il sovranismo rappresenti la principale minaccia per la democrazia e per la pacifica convivenza tra i popoli europei. Ma è veramente così? E cosa si intende davvero per ""sovranismo""""? In questo libro, Thomas Fazi e William Mitchell sgombrano il campo da molti miti a riguardo, mostrando come la domanda diffusa di maggiore sovranità altro non sia che una risposta naturale al pluridecennale processo di desovranizzazione, depoliticizzazione e de-democratizzazione impostosi in Europa attraverso l'integrazione economica e monetaria e affrontando di petto il tasto più dolente della perdita di orientamento delle sinistre mainstream, vale a dire la rimozione della consapevolezza che lo Stato-nazione rimane la sola cornice in cui le masse possano sperare di migliorare le proprie condizioni e allargare gli spazi di democrazia."" -
Paesaggi migratori. Cultura e identità nell'epoca postcoloniale
Con Paesaggi migratori, Chambers si propone proprio questo: aprire nuove prospettive e nuovi percorsi e instaurare un rapporto uno dei testi più incisivi degli studi postcolonialirnrnLe migrazioni contemporanee hanno spezzato il tempo della modernità. Quando l'Altro non è più tenuto a distanza, ma appare costantemente nella forma concreta degli altri e delle altre; quando l'incontro tra culture, storie, religioni e lingue diverse emerge al centro della nostra vita quotidiana, la ""ragione"""" occidentale deve ripensare i propri punti di riferimento, le proprie fondamenta. Con Paesaggi migratori, Chambers si propone proprio questo: aprire nuove prospettive e nuovi percorsi e instaurare un rapporto uno dei testi più incisivi degli studi postcoloniali."" -
Mi piace! La ricerca del consenso ai tempi di Facebook
Ha avuto ragione Warhol: abbiamo avuto tutti i nostri quindici minuti di celebrità rnrnFacebook è divenuto il terreno su cui giocare la partita della nostra credibilità sociale, della fondatezza delle nostre opinioni, dei nostri gusti, della nostra esistenza. Su quel palcoscenico ognuno è disposto a cedere qualcosa di sé, della propria intimità o del proprio estro creativo o intellettuale, affinché l'applauso del pubblico risuoni fragoroso. La ricerca del consenso è parte costitutiva di quell'io social che è la derivazione virtuale dell'io sacro moderno, che da Durkheim a Goffman è servito a spiegare l'ordine sociale e l'intersoggettività. La sacralità dell'io resta l'unico collante rituale, il residuo liturgico di un lungo processo di laicizzazione delle nostre visioni del mondo. Ma il culto dell'individuo su Facebook si esaurisce nella spettacolarizzazione oppure la non compresenza fisica introduce nuovi rituali interazionali? Il volume, attraverso la microsociologia di Erving Goffman, analizza proprio le strategie di rappresentazione che ogni utente deve effettuare per tenere alte le luci della ribalta e per essere credibile nei panni di se stesso.