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Il fiume senza sponde. Trattato immaginario
Il fiume senza sponde nasce come libro su commissione: fu richiesto a Saer da un editore per una collana di saggi sui fiumi di tutto il mondo. Un incarico che, come dirà lo stesso autore, “aveva smosso in me infinite visioni e possibilità”.rnIl libro segue l'andamento delle stagioni australi: si apre in estate e si conclude in primavera.rnIl Río de la Plata, protagonista indiscusso di questo ""trattato immaginario”, fu scoperto per errore nel 1516 da Juan Díaz de Solís, il quale stava cercando in realtà un passaggio per le Indie a sud della provincia di Tierra Firme.rnSaer è originario di Serodino, una colonia italiana fondata nel 1886 in pieno boom dell’immigrazione, dove suo padre aveva un emporio.rnSecondo Saer, la toponomastica rappresenta “la prima costellazione verbale che si dispiega sulla superficie tormentata dell’universo”, così in questo libro sono raccontate le origini di molti nomi di luoghi pieni di fascino: “pampa”, “Patagonia”, “Buenos Aires”...rn«Saer compone un pezzo del puzzle argentino, utilizzando come filo rosso proprio la lingua, giocando su onomastica e toponomastica e mettendo a nudo le contraddizioni insite nella stessa etimologia di toponimi quali Argentina e Río de la Plata, parole che rievocano l'argento ambito ma mai trovato dai conquistadores» - Marco Ostoni, la LetturarnrnÈ il Río de la Plata il protagonista di questo """"Trattato immaginario"""", un gigantesco corso d'acqua formato dalla confluenza dei fiumi Uruguay e Paraná, la cui superficie è pari a quella dell'Olanda e sulle cui sponde oggi si affacciano due metropoli, Buenos Aires e Montevideo. Eppure, nel 1516, il Río de la Plata e le terre che lo circondavano erano desolate. Il suo scopritore, Juan Díaz de Solís, colpito dalla vastità e dalla dolcezza delle sue acque lo battezzò """"Mar Dulce"""". Alle sue spalle si apriva una sterminata pianura che gli indigeni chiamavano pampa, ma che tutti gli altri designarono con una parola molto meno prestigiosa: il deserto. Juan José Saer dedica al fiume più importante della sua Argentina il racconto - che ricorda Il Mediterraneo di Braudel e Danubio di Magris - della ricerca quasi impossibile dell'identità di quelle terre e delle persone che le abitano. Ripercorrendo la storia di un fiume, Saer ci narra la storia di una nazione, dalla fondazione di Buenos Aires alla dittatura, attraverso quattro capitoli che seguono il succedersi delle stagioni australi, celebrando così due figure: il Río de la Plata e la letteratura."" -
La morte e la primavera
5 curiosità su La morte e la primavera rn - La morte e la primavera è l'ultimo romanzo di Mercè Rodoreda. Una prima versione fu conclusa nel 1961, ma di fatto la scrittrice catalana ci lavorò durante tutto il corso della sua vita, limando e riscrivendo più volte molti dei passaggi.rn - Per anni Rodoreda si dedicò a disegnare le mappe del paese in cui è ambientato il libro, immaginando e delineando luoghi dai nomi evocativi, dalle grotte della Maraldina alle Montagne Viola.rn - Oltre a inventare topografie inedite, Rodoreda crea per il suo romanzo anche un intero universo di creature fantastiche, flora e fauna dai nomi suggestivi: fiori di fango, uccelli ficcanaso, predatori notturni...rn - Il libro è stato spesso interpretato come un'allegoria della vita in un regime totalitario, visione che rispecchia l'esperienza della scrittrice catalana, politicamente impegnata nell'attività antifascista e costretta all'esilio dopo la vittoria di Franco.rn - La morte e la primavera è considerato il romanzo più complesso e moderno di Mercè Rodoreda, un racconto distopico e visionario che ricorda le atmosfere di una fiaba oscura.rnIn un paese senza nome retto da leggi crudeli - uomini costretti a dimostrare il proprio coraggio nuotando nel fiume che scorre sotto il paese, persone seppellite negli alberi - un adolescente si ritrova all'improvviso orfano. Solo, dovrà imparare a destreggiarsi e a proteggersi dalla diffidenza dei suoi concittadini in un mondo claustrofobico che non comprende e non accetta. Finché un giorno anche in lui, come nelle montagne incontaminate che circondano il paese, non si risveglierà la ""primavera"""", ovvero l'amore. Interpretato spesso come un'allegoria della vita in un regime totalitario, """"La morte e la primavera"""" è un romanzo sul potere, l'esilio e la speranza che in una società conformista germoglia anche dal più piccolo gesto d'indipendenza."" -
Piccoli miracoli
«Rimetteremo il mondo a posto e continueremo a vivere. Voglio dire a vivere le nostre vite come dovrebbero essere vissute. Con la gola e con i polsi. Con la rabbia e il desiderio, la gioia e il dolore, e l'amore fino a che fa male, forse. Ma, per la miseria, ragazza. Vivi.»«Storie di donne che lottano per riprendersi la loro vita e che ci regalano personaggi indimenticabili come il primo bacio» – The New York Timesrn«Drammatica, scherzosa, talora ribelle ma sempre fedele a una rara semplicità, l'arte di Sandra Cisneros lascia il segno» – La StampaUn coro di voci femminili, storie o istantanee di vita. Le tre parti che compongono il libro riflettono la crescita da bambina a donna delle protagoniste, con una variazione di temi, ritmi e registri linguistici che mettono in luce le straordinarie capacità narrative di Sandra Cisneros. Immagini, colori e odori emergono dalle pagine con una forza narrativa senza uguali: la scrittura figurativa di Cisneros, la sua bravura nel dipingere veri e propri affreschi, dando loro non solo una dimensione visiva, ma anche olfattiva e sonora, appare in questa raccolta in tutta la sua potenza. Ingenuità e passionalità, ma anche disincanto e amarezza caratterizzano le protagoniste di questi racconti in una società in cui i ruoli dell'uomo e della donna sono cristallizzati in rapporti di subalternità. -
Carte false
Dall'autrice di Archivio dei bambini perduti, una peregrinazione letteraria – e un elogio della flânerie – che vi porterà a Venezia, alla ricerca della tomba nascosta di Brodskij; su un treno per Mumbai; a Città del Messico in bicicletta, sulle tracce dell'elusiva saudade lusitana e per le strade della Lisbona di Pessoa.rnrn«Un’affascinante combinazione di curiosità e intelligenza». - Cees NooteboomrnrnLa bicicletta non è nobile soltanto con il ritmo del corpo: è anche generosa con il pensiero. Se si è inclini alle divagazioni, la compagnia del manubrio è perfetta; quando le idee tendono a scivolare in linea retta, le ruote della bicicletta possono custodirle; se un pensiero affligge il ciclista e ostacola il naturale scorrere del suo ragionamento, basta cercare una discesa bella ripida e lasciare che la gravità e il vento creino la loro alchimia redentrice.rnrnBrevi capitoli dalle tematiche differenti, quasi una sorta di peregrinazione letteraria, passeggiate che esplorano spazi reali e immaginari, riflessioni che scavano su ciò che le parole nascondono offrendo uno sguardo nuovo, insolito e irriverente sulle cose. A piedi o in bicicletta, in America o in Europa, alla ricerca della tomba nascosta di Brodskij nel cimitero di San Michele a Venezia o inseguendo l'inclassificabile ed elusiva saudade lusitana nella caotica Città del Messico. -
Suite per Barbara Loden
Cerco il suo volto smarrito nello sguardo triste di Wanda, dietro a quel modo esitante e disperato che ha di stare davanti agli altri, cerco tutto ciò che appartiene anche a Barbara.rn«Un racconto straordinario in cui biografia, storia del cinema, memoir e fiction dialogano insieme». - The New Yorkerrn«Un libro geniale». - Valeria LuiselliDi Barbara Loden sappiamo poco: nata sei anni dopo Marylin Monroe nella provincia americana, si trasferisce giovanissima a New York dove lavora come modella, pin-up, ballerina, per poi recitare in due film di Elia Kazan, che sposerà nel 1969. Nel 1970 scrive, dirige e interpreta Wanda, film che l'anno stesso vince il premio Pasinetti al Festival di Venezia ed è considerato oggi una pellicola di culto. Come ha evidenziato Marguerite Duras, dietro alla figura della Wanda di celluloide si staglia nettamente quella della stessa Loden: ""In Wanda accade un miracolo. Normalmente, c'è una distanza tra rappresentazione e testo, soggetto e azione. Qui quella distanza è completamente annullata."""" Mescolando fiction, auto-fiction e biografia, Nathalie Léger si immerge nel mistero di Barbara e di Wanda. Così, in una ricerca sempre più spasmodica e incalzante - tra le cittadine minerarie della Pensylvania, nelle location del film - ci porta alla scoperta di una delle figure più affascinanti della cinematografia hollywoodiana, illustrandoci le debolezze, le rinunce e le lotte di una donna che soltanto nel cinema ha trovato la forza di gridare silenziosamente il suo malessere."" -
La tarda estate
Narrato in prima persona, con i tratti vividi della scrittura cinematografica e le atmosfere malinconiche della stagione ormai al tramonto, ""La tarda estate"""" ci porta tra le strade di una cittadina brasiliana che si fa microcosmo di un'intera società.rnrn«Testo rarefatto, dolente, giocato sui fili del ricordo, o della sua impossibilità, come spesso accade nell'opera rufatiana. Essendo, di nuovo, un romanzo breve e controllato, il lettore italiano forse non scoprirà ancora di essere davanti al più grande autore brasiliano ma certo si sorprenderà per la profondità di uno sguardo che, in un'unico piano sequenza lungo sei giorni, ci mostra un Brasile che non ha nulla, ma davvero nulla a che vedere con quello mediatico» - Vanni Santoni, la LetturaUn autobus arriva all'autostazione di Cataguases, Brasile. È un martedì mattina di marzo, sul finire dell'estate australe. A bordo, un uomo che torna nella sua città dopo venti anni di assenza. Così inizia """"La tarda estate"""", un lungo piano sequenza, sei giorni nella vita di un uomo immerso in un presente irriconoscibile e alla ricerca di un passato lontano e sfuggevole. Cataguases, la sua città, è una terra straniera e Oséias è spaesato, i suoi ricordi sempre più sfocati, i volti che dovrebbero essergli familiari sono distanti: ognuno è un pianeta errante, ognuno è solo, invisibile agli altri. Nella sua peregrinazione, Oséias posa sulla città e sulle persone che incontra il suo sguardo da commesso viaggiatore, da impiegato della piccola borghesia con una vita passata in viaggio, in alberghi anonimi, nelle stazioni di provincia a immaginare le vite altrui. Narrato in prima persona, con i tratti vividi della scrittura cinematografica e le atmosfere malinconiche della stagione ormai al tramonto, """"La tarda estate"""" ci porta tra le strade di una cittadina brasiliana che si fa microcosmo di un'intera società."" -
Come la vita
«Allora qui le cose sono serie?» chiese José Daniel, allungandosi per accendere la macchina del caffè. «Perché mi sento come in un film, e nei film… No, aspetta, come in un romanzo, e come diceva Malraux, gli eroi appartengono alla letteratura».rn«Agitatore di talento, trafficante dello spirito, amico di anarchici e utopisti, Taibo II è lo Zapata della letteratura messicana. Uno scrittore del popolo, turbolento, barocco, che mischia Rabelais e Dumas con la salsa latina». rn– L’ExpressSanta Ana è una polverosa cittadina del nord del Messico nota per l'industria mineraria e per avere una delle poche giunte progressiste del Paese. Gli ultimi due capi della polizia sono stati uccisi e il nuovo sindaco non trova nessuno che voglia rischiare la vita per ricoprire l'incarico. Decide così di sparigliare le carte e nomina José Daniel Fierro, celebre scrittore di romanzi gialli e convinto democratico, nuovo capo della polizia. Spera, infatti, che la grande popolarità dello scrittore gli eviti di fare la fine dei suoi predecessori. Ma appena insediato Fierro si trova a dover risolvere un nuovo caso che sembra inspiegabile, quello di una giovane fotografa americana ritrovata morta dentro una chiesa. Con il distintivo dell'Uomo Ragno sul petto, una squadra di indimenticabili balordi al suo fianco e una lunga serie di cadaveri sul suo cammino Fierro dovrà confrontarsi con politici corrotti e latifondisti senza scrupoli ""dediti al messicanissimo mestiere di uccidere su commissione""""."" -
La figlia unica
Scritto con una semplicità solo apparente, La figlia unica è la storia di tre donne e dei legami d’amore e d’amicizia che intessono mentre si confrontano con le differenti forme che la famiglia può assumere al giorno d’oggi.«La figlia unica di Guadalupe Nettel è un romanzo che mette in scena tre maniere di essere donna al di là dei tabù sociali e tre diversi rapporti con la maternità: rifiutata, desiderata, subita» - Raffaella De Santis, RobinsonPoi ho pensato che l’amore si rivela spesso illogico, incomprensibile. Molti di noi fanno così quando si innamorano di una persona molto malata; di una persona che vive lontano; di una persona impegnata in una storia precedente, nella quale non c’è posto per noi. Chi non si è tuffato in un amore abissale pur sapendo che non avrebbe avuto futuro, aggrappato a una speranza fragile come un filo d’erba?Laura e Alina si sono conosciute a Parigi quando avevano vent'anni. Ora sono tornate in Messico. Laura ha affittato un piccolo appartamento e sta finendo la tesi di dottorato mentre Alina ha incontrato Aurelio ed è rimasta incinta. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando un'ecografia rivela che la bambina ha una malformazione e probabilmente non sopravvivrà al parto. Inizia così per Alina e Aurelio un doloroso e inatteso processo di accettazione. Non sanno ancora che quella bambina riserva loro delle sorprese. È Laura a narrarci i dilemmi della coppia, mentre anche lei riflette sulle incomprensibili logiche dell'amore e sulle strategie che inventiamo per superare le delusioni. E infine c'è Doris, vicina di casa di Laura, madre sola di un figlio adorabile ma impossibile da gestire. -
La città
Con un immaginario spesso accostato al Castello di Kafka, Mario Levrero crea un universo perennemente in bilico tra sogno e realtà in cui il protagonista, alla ricerca di una via di fuga o di una spiegazione che gli sfugge sempre di mano, è tratto in inganno da un susseguirsi di falsi indizi, situazioni surreali e personaggi enigmatici.«È un romanzo dove il desiderio feroce resta tale perché non consumato, o perché consumato ma non con l'oggetto del desiderio» - Romana Petri, La Lettura«Mario Levrero è la grande scoperta della letteratura latinoamericana dei nostri tempi» – Clarín«Mentre i suoi contemporanei continuavano a pubblicare versioni di routine del grande romanzo latinoamericano, Levrero stava costruendo una nuova letteratura; un'opera che vedeva con scetticismo le vie del boom e si opponeva a ogni pressione normalizzante. Non voleva fondare o confermare o confutare le mitologie: voleva scrivere, da solo» – Alejandro ZambraOrmai non volevo che nessuno mi spiegasse niente, mai più. A che servono le spiegazioni, se non fanno che confondere le cose, e creare nuovi e molteplici interrogativi? Da quando ero uscito da quella casa − no; anzi, da quando ero arrivato, o forse da molto tempo prima − non avevo fatto altro che vagare smarrito in un mare immenso, che racchiudeva tutto.Quando l'anonimo protagonista varca per la prima volta la soglia di quella casa nota subito che è disabitata da anni. Mentre sistema le sue cose e si prepara a passare la notte si accorge che non ha da mangiare. Decide quindi di uscire diretto a un negozietto che ricorda vicino. Dopo aver camminato un bel po', capisce di essersi perso e, sorpreso da un acquazzone, non ha altra scelta se non fare l'autostop. Sotto la pioggia battente viene caricato da un camion dove, oltre al guidatore, siede una misteriosa donna. Al risveglio, il giorno successivo, si ritrova in compagnia della donna in una cittadina che non conosce, dove vige uno strano e inappellabile regolamento, e da dove sembra impossibile andarsene. La città, primo romanzo della trilogia involontaria di Mario Levrero, viene spesso accostato al Castello di Kafka per l'atmosfera onirica in cui il protagonista, alla costante ricerca di una spiegazione che gli sfugge sempre di mano, rimane intrappolato in un susseguirsi di falsi indizi, situazioni surreali e personaggi enigmatici. -
Fondi di caffè
Claudio ripercorre a ritroso la sua vita e rievoca aneddoti, persone e avvenimenti che l'hanno segnata. Con questo esercizio del ricordo, frammentario come la memoria, lo sguardo di Benedetti si sofferma sui momenti chiave dell'esperienza umana dalla prima infanzia fino all'età adulta. Il dolore per la scomparsa della madre, la scoperta dell'amore e del desiderio, la costruzione di una coscienza sociale, la gioia e l'accettazione del dolore. Tutti episodi che, come fondi di caffè, si sono sedimentati e hanno formato le fondamenta della sua e della nostra esistenza. -
Le morte
Ispirato a un episodio di cronaca nera tra i più sconvolgenti della storia messicana - la vicenda delle sorelle Baladro, maïtresse e serial killer - Le morte è una commedia nera scritta con il tono laconico di un rapporto di polizia che ci immerge nel mondo oscuro della prostituzione in un paese dove la giustizia è al collasso.rnrn«È giusto riscoprire questo notevole, inquietante scrittore, a partire da questo romanzo che spiazza, turba, disturba, ferisce e infine va a segno» - Giancarlo De Cataldo, RobinsonrnScortata da tre uomini una donna arriva in un villaggio per regolare i conti con un vecchio amante che si è rifugiato lì. Dopo un paio di tentativi andati a vuoto, lo rintraccia in una panetteria; immediatamente sopraggiungono gli spari e l'incendio del locale. Le indagini iniziano subito e portano alla luce una macabra storia di parecchi anni prima, quando le sorelle Baladro, Serafina, l'attentatrice, e Arcángela erano le ricche proprietarie di alcune case d'appuntamento nello stato di Plan de Abajo. Quando gli affari però avevano iniziato ad andare male, anche il clima tra le prostitute e le tenutarie si era deteriorato fino a un tragico epilogo. -
L' occasione
Una storia dall'andamento circolare, un triangolo amoroso della cui esistenza non siamo mai certi.«Un romanzo che permette finalmente di riscoprire Juan José Saer, tra gli autori latinoamericani più difficili da catalogare. Emarginato e quindi unico» - Luciano Funetta, Robinsonrn«L'occasione dello scrittore argentino Juan José Saer, pubblicato nel 1988, è un affresco dell'inconoscibile, della fatica di trascinarsi dietro un passato che da troppo tempo ha cominciato a perdere pezzi.» - Romana Petri, la LetturarnBianco, un occultista dalle origini misteriose, abbandona precipitosamente Parigi dopo aver subito una vergognosa umiliazione pubblica. Perseguitato da quella che lui chiama ""la cospirazione dei positivisti"""", lascia l'Europa e fa rotta verso l'Argentina, rifugiandosi in una remota località della pampa. In quel lontano paese, conosce un rispettato e facoltoso medico, il dottor Garay López, e incontra una giovane donna, Gina, che sposerà poco dopo. Ma un giorno, di ritorno a casa dal rancho che ha scelto come luogo di ritiro, sorprende Gina e López in salotto che discutono e nota, o gli sembra di cogliere nello sguardo di sua moglie un'espressione di piacere, e nel sorriso del suo amico un qualcosa di malevolo. Bianco sprofonda così in un delirio di dubbi e gelosia, amplificato da una natura violenta e sconfinata che non pone limiti alla sua follia. Le passioni febbrili di questi tre personaggi ci trascinano in una storia dall'andamento circolare e in un triangolo amoroso della cui esistenza non siamo mai certi."" -
L' abito bianco
Léger racconta la storia dell'artista Pippa Bacca e della performance che la vede partire in autostop da Milano con indosso un abito da sposa, diretta a Gerusalemme, passando attraverso i paesi martoriati dalla guerra. Léger ripercorre le tappe di questo viaggio, riflette sul suo valore simbolico e sul suo tragico epilogo, e, pagina dopo pagina, in un gioco di rimandi e di specchi, un'altra storia si insinua: è la storia personale e intima di un'ingiustizia che riaffiora dopo molti anni e chiede a gran voce di essere riparata attraverso la scrittura. Ma può la scrittura – e in generale l'arte – porre rimedio alle ingiustizie?rnrn«Tra romanzo e saggio d’arte, la scrittrice francese Nathalie Léger nel suo ultimo libro collega la vita di Pippa Bacca, l’artista milanese uccisa in Turchia a 34 anni, a quella di sua madre» – RobinsonrnL'otto marzo 2008 l'artista Pippa Bacca inizia un viaggio dal grande valore simbolico, il cui scopo era portare un messaggio di pace attraversando in autostop paesi e regioni martoriati dalla guerra. Con indosso un abito da sposa, parte da Milano diretta a Gerusalemme. La performance viene documentata con foto e brevi video, fino al suo tragico epilogo, in Turchia, quando l'artista viene violentata e uccisa da un camionista che le aveva dato un passaggio poco prima. Nathalie Léger decide di raccontare questa storia e, mentre porta avanti la sua ricerca, riflette sui rischi che le donne incontrano nella vita e nell'arte e su quello che le sembra essere il messaggio centrale della performance di Bacca, ovvero il desiderio di porre rimedio all'insondabile natura della violenza e della guerra attraverso l'immagine simbolica della femminilità. Grazie a questo esame dell'ultima opera di Bacca e delle reazioni spesso polarizzate dell'opinione pubblica quando si confronta con il ruolo della donna nell'arte, Léger indaga in modo delicato e toccante anche il suo rapporto conflittuale con la madre e la capacità e i limiti della scrittura quando questa vuole dare voce alle ingiustizie. -
Un piede in paradiso
Sullo sfondo di una comunità condannata a sparire seguiamo, attraverso cinque differenti voci, una narrazione tellurica che ci racconta una storia di amore e verità sommerse.rn«Un libro in cui l'ambientazione può ricordare un po' Larry McMurtry, ma con un tono da tragedia shakespeariana che mescola la brutalità di un mondo vicino alla terra con la malinconia di vite destinate a restare incompiute» - Cristina Taglietti, la LetturarnrnA Oconee, piccola contea agricola degli Appalachi, Holland Winchester, la testa calda del paese, è svanito nel nulla. Sua madre è sicura che sia morto perché, il giorno della scomparsa, ha sentito degli spari provenire dalla fattoria vicina. Anche lo sceriffo Will Alexander è certo che Holland sia stato ucciso, tuttavia non riesce a trovare né il corpo né un testimone. Ma in quella torrida estate degli anni Cinquanta c'è qualcos'altro che agita la vita della comunità: la Carolina Power, una compagnia elettrica, sta acquistando tutti i terreni della valle per costruire una diga. E così una terra che è già stata strappata ai Cherokee dai colonizzatori sta per essere nuovamente sottratta ai suoi abitanti. -
Quaderno dei fari
Quaderno dei fari è in parte un memoir e in parte un saggio letterario che conduce il lettore in un affascinante volo sopra un mare in tempesta per farlo atterrare in un luogo di pace.«Jazmina Barrera ha intessuto una storia che è allo stesso tempo informativa e poetica, piena di particolari bizzarri e suggestioni che risuonano come motivi musicali» – Antonio Muñoz MolinaQuando visito i fari, quando leggo o scrivo di fari, mi allontano da me stessa. [...] Mi allontano nello spazio e vado in luoghi remoti. Mi allontano anche nel tempo, verso un passato che so di idealizzare, in cui la solitudine era più semplice. Mi discosto anche dai gusti del mio tempo perché oggi i fari sembrano figure romantiche e sublimi, due parole passate di moda.In questo testo intelligente e curioso Jazmina Barrera intavola un dialogo con le innumerevoli pagine che i grandi autori hanno dedicato ai fari – da Omero a Walter Scott passando per Stevenson, Lawrence Durrell e, naturalmente, Virginia Woolf – accompagnandoci in un periplo che dalle coste del New England, e dai fari cari a Edward Hopper, giunge fino alle scogliere della Cornovaglia passando per la Francia e la Spagna: un viaggio personale e ricchissimo che si intreccia a una riflessione profonda sui temi della scrittura, della letteratura e del collezionismo. Scritto con l'entusiasmo del naturalista, Quaderno dei fari è in parte un memoir e in parte un saggio letterario che conduce il lettore in un affascinante volo sopra un mare in tempesta per farlo atterrare in un luogo di pace: un'opera umana che custodisce la luce e ci guida in modo disinteressato. -
La casa di Mango Street
In questo libro considerato ormai un classico, Sandra Cisneros ci regala pagine in cui emozioni, pensieri e desideri di un'adolescente si susseguono in una serie di toccanti e straordinarie immagini che si intrecciano alla vita del quartiere e a quella dei suoi indimenticabili personaggi.«Sandra Cisneros non è solo una scrittrice di talento, ma una scrittrice assolutamente essenziale» – The New York Times«Un classico... Un libro piccolo che occupa un grande spazio sullo scaffale della letteratura americana» – Julia AlvarezQuando sono troppo triste e troppo gracile per continuare a resistere, quando sono solo una cosetta insignificante contro tutti questi mattoni, è allora che guardo gli alberi. Quando in questa strada non c'è nient'altro da guardare. Quattro che sono cresciuti nonostante il cemento. Quattro che crescono e non dimenticano mai di crescere ancora. Quattro la cui unica ragione di esistere è quella di esistere e continuare a esistere.Esperanza vive a Mango Street, in un barrio di chicanos, a Chicago. Ma non è questa la casa che ha sempre sognato, né la vita che desidera per sé. È attraverso la sua voce e il suo sguardo, ora ingenuo e giocoso, ora maturo e sensibile che ci viene raccontata la sua storia. In questo libro considerato ormai un classico, Sandra Cisneros ci regala pagine che coniugano l'intensità della poesia con la forza espressiva della sua prosa, in cui emozioni, pensieri e desideri di un'adolescente si susseguono in una serie di toccanti e straordinarie immagini che si intrecciano alla vita del quartiere e a quella dei suoi indimenticabili personaggi, con episodi esilaranti e riflessioni amare. -
Sistema nervoso
Sistema nervoso è una riflessione sui temi del corpo, della memoria e della forza ineludibile dei legami familiari.«""Sistema nervoso"""" trasforma la biografia medica in metafora suprema, la malattia in lingua del corpo, il dolore diventa la """"coscienza di essere vivi"""" e il sistema sanitario la quintessenza dalla normatività» – El País«La prosa di Lina Meruane ha una grande forza letteraria: sorge dai colpi di martello della coscienza, ma anche dall'inafferrabile e dal dolore» – Roberto BolañoUn paese del presente e un paese del passato si alternano in questo audace romanzo, uniti dal filo del ricordo e dalla voce della protagonista, astrofisica che insegna all'università mentre cerca di portare a termine una tesi sempre più simile a un minaccioso buco nero. In bilico sull'orizzonte degli eventi, ben presto capisce che non riuscirà a finirla se continua a insegnare: un congedo per malattia le permetterebbe di dedicare più tempo al suo lavoro e finire il dottorato. Pochi giorni dopo aver confessato questa strana idea al suo compagno, un antropologo forense, inizia a sentire un misterioso formicolio al braccio. La prosa di Lina Meruane intreccia abilmente due universi pieni di fascino: quello corporeo e quello cosmico, in un continuo gioco di rimandi tra microcosmo e macrocosmo, sistema nervoso e sistema solare, atomi e neuroni. E così facendo intesse l'inedita biografia medica di una famiglia, dissezionandone le dinamiche: quali sottili trame di gelosie, risentimento e amore viscerale ne sostengono la struttura?«Lo stetoscopio. Quello che penzola dal collo della Madre come una languida cravatta e sporge dalla tasca di suo Padre, lombrico di gomma, testa di alluminio, e scivola freddo sul suo ricordo, sulla sua schiena, sul suo seno piatto, certificando che dentro di Lei c'è un organo vuoto, sonoro come un tamburo, circondato dalla silenziosa cavità dei polmoni. Ma la neurologa non ha lo stetoscopio, né addosso né nascosto. Da quant'è, pensa, osservandola, che nessuno la ausculta.Soltanto Lui, di tanto in tanto, posa l'orecchio sul suo cuore.»"" -
Un amore
Candidato al Premio Strega Europeo 2022Sara Mesa ci mette di fronte ai limiti della moralità in un'opera ambiziosa, vertiginosa e audace in cui, come in una tragedia greca, le pulsioni più insospettabili dei suoi protagonisti emergono gradualmente mentre, allo stesso tempo, la comunità costruisce il suo capro espiatorio.«Non ci sono eccessi o mancanze, ogni parola è necessaria a indagare gli errori di una educazione sentimentale romantica, il senso di colpa per un atto volontario, l'empatia delle vittime per i propri aguzzini. Si finisce per esplorare non solo l'intimità oscura e disturbata di un personaggio femminile sfumato, ma anche il peso della comunità sull'individuo: i sussurri che si trasformano in maldicenze, i pregiudizi che diventano condanna, le certezze che vengono erose: e se la Escapa non fosse un luogo tra i tanti, ma il luogo? La società che abbiamo inconsapevolmente costruito e che si sta rivelando una prigione?» – Stefania Parmeggiani, RobinsonNat, una giovane traduttrice, si è appena trasferita a La Escapa, un paesino della Spagna rurale. Il padrone della casa che ha preso in affitto si rivela subito un tipo violento e i conflitti che nascono tra di loro a causa dell'abitazione – un edificio fatiscente e pieno di infiltrazioni – si trasformeranno in una vera ossessione. Gli altri abitanti della zona l'accolgono con apparente normalità, ma sullo sfondo rimane un alone di incomprensione e reciproca estraneità. La Escapa, con l'onnipresente monte Glauco, acquisisce a poco a poco una personalità propria, opprimente e confusa, che costringerà Nat a confrontarsi non solo con i suoi vicini, ma anche con sé stessa e i propri fallimenti. Pieno di silenzi ed equivoci, di pregiudizi e incomprensioni, di tabù e trasgressioni, Un amore affronta, in modo sottile ma costante, la questione del linguaggio non come forma di comunicazione ma di esclusione e differenza. Sara Mesa ci mette di fronte ai limiti della moralità in un'opera ambiziosa, vertiginosa e audace in cui, come in una tragedia greca, le pulsioni più insospettabili dei suoi protagonisti emergono gradualmente mentre, allo stesso tempo, la comunità costruisce il suo capro espiatorio. -
Le stelle si spengono all'alba
Un romanzo appassionante con un finale commovente, che ci racconta del coraggio di un ragazzo che ritrova suo padre e di una cultura, quella degli autoctoni del Nord America, che vede nella natura una forza in grado di curarci.«Un capolavoro, un'opera d'arte che esplora i rapporti umani in maniera così superba che il personale diventa eterno» – National Post«Un grande romanzo, suggestivo, che prima ferisce e poi ci guarisce» – ActuaLittéQuando il sedicenne Franklin Starlight giunge al capezzale di suo padre Eldon, trova un uomo segnato dall'alcolismo. Sentendo che la sua fine è vicina, Eldon ha chiamato il figlio – che non vede da anni – perché lo aiuti a esaudire un ultimo desiderio, quello di essere sepolto come un guerriero Ojibwe. Franklin all'inizio esita, perché quell'uomo che ha davanti per lui è uno sconosciuto, ma poi decide di assecondarlo e così padre e figlio iniziano un difficile viaggio attraverso le bellissime e selvagge foreste del Canada per giungere al luogo adatto alla sepoltura. Avanzano a piedi e a cavallo e mentre si avvicinano alla meta ripercorrono le loro difficili vite e riscoprono la comune eredità delle origini indiane. Durante questo percorso iniziatico Eldon svelerà a Franklin un mondo che non aveva mai visto e una storia che nessuno gli aveva mai raccontato. Le stelle si spengono all'alba è un romanzo appassionante con un finale commovente, che ci racconta del coraggio di un ragazzo che ritrova suo padre e di una cultura, quella degli autoctoni del Nord America, che vede nella natura una forza in grado di curarci. -
Ammazzate il leone
Una trama strampalata, una satira spietata e delle scene epiche degne del miglior Tarantino: sono questi gli ingredienti di Ammazzate il leone, un testo che è diventato la parodia per eccellenza della novela del dictador ma che, riletto oggi, ci dimostra come humor e disincanto sono, se maneggiati come fa Ibargüengoitia, strumenti efficacissimi per descrivere una società.«Ibargüengoitia ha usato l'humor e la risata come tribunale supremo dell'intelligenza» – Juan Villoro«Caratteristica di Ibargüengoitia è la capacità di mostrare al lettore un Messico pieno di ironia, cosa rara nella letteratura e nella vita quotidiana» – El País«Un autore in anticipo sui tempi e capace di costruire macchine narrative invariabilmente perfette» – Francesca Lazzarato, Il ManifestoQuesto paese ha bisogno di progresso. Per progredire c'è bisogno di stabilità. La stabilità la possiamo raggiungere se voi vi tenete le vostre proprietà e io la presidenza. Tutti insieme, tutti contenti, e avanti così.Arepa, un'isola immaginaria dei Caraibi, 1926. Il presidente della repubblica, il maresciallo Belaunzarán, sta per concludere il suo quarto e ultimo mandato, così come impone la Costituzione da lui stesso promulgata. Ma il vecchio leone non vuole farsi da parte. Così prima fa assassinare il candidato dell'opposizione e poi propone una modifica alla Carta mobilitando i suoi sostenitori del partito progressista per essere rieletto. I ricchi borghesi del partito moderato non ci stanno e per sconfiggerlo richiamano sull'isola Pepe Cussirat, un giovane e ricco dongiovanni, e lo candidano contro Belaunzarán. Nel frattempo si succedono gli intrighi per uccidere il dittatore. Una trama strampalata, una satira spietata e delle scene epiche degne del miglior Tarantino: sono questi gli ingredienti di Ammazzate il leone, un testo che è diventato la parodia per eccellenza della novela del dictador ma che, riletto oggi, ci dimostra come humor e disincanto sono, se maneggiati come fa Ibargüengoitia, strumenti efficacissimi per descrivere una società.