Sfoglia il Catalogo ibs023
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8901-8920 di 10000 Articoli:
-
Giovanna prende il treno. Ediz. illustrata
Dove è diretto il treno di Giovanna e quali saranno i suoi compagni di scompartimento? La storia di questo avventuroso meta-viaggio si dispiega mano a mano che Kathrin la illustra, a partire dal disegno del tavolo di lavoro dell'autrice alle prese con la pagina bianca: un invito per i piccoli lettori a entrare nel mondo della creazione del libro. E così, pagina dopo pagina, si assiste non solo agli incontri e alle avventure di Giovanna in treno, ma al suo dialogo con la sua creatrice, alla quale la maialina ha numerose richieste da fare: dal vestitino, che pretende a strisce, al desiderio di incrociare un altro treno per vedere chi c'è dentro. Tra colpi di scena e tiri birboni - l'autrice la prende in giro disegnando un grande lupo cattivo e perfino un enorme mostro verde! - Giovanna sarà finalmente soddisfatta quando Kathrin le farà trovare i giusti compagni, con i quali arriverà a destinazione. Età di lettura: da 4 anni. -
Memorie per servire alla storia de' pittori, scultori e architetti milanesi
Il libro presenta la prima edizione critica, commentata e corredata da un ricco apparato di lettere e documenti inediti, del manoscritto delle Memorie per servire alla Storia de' Pittori, Scultori e Architetti milanesi, composto dall'erudito varesino Antonio Francesco Albuzzi (1738-1802) negli anni Settanta del Settecento. Si tratta del primo tentativo di ricostruire le vicende delle antiche scuole artistiche lombarde, e soprattutto di Milano, ancora sprovvista di una propria storiografia al contrario di altre maggiori città d'Italia, a partire dalla pubblicazione delle Vite di Vasari. Tale importante lavoro, voluto e sostenuto dall'illuminato governo di Maria Teresa d'Austria, ricadde su un personaggio altrimenti ignoto: l'ultimo rampollo di una famiglia di piccola nobiltà originaria della Valtravaglia, che un tempo abitava a Varese la Villa Albuzzi del Pero. Le Memorie di Albuzzi rappresentano un testo innovativo dal punto di vista metodologico, e ben rappresentano il combinarsi di erudizione antiquaria e aspirazioni universali dell'epoca. La periodizzazione prevista avrebbe dovuto raggiungere, a partire dal primo Trecento, le ultime generazioni di artisti attivi a Milano attorno alla metà del Settecento, viventi esclusi, ma i rivolgimenti politici e la mancanza di fondi costrinsero l'autore ad arrestarsi alla fine del Cinquecento. -
Pippoloteca??? La biblioteca delle meraviglie. Ediz. illustrata
Una storia ricca di ironia e saggezza sul luogo di scoperte per eccellenza, la biblioteca, e la magia dell'istruzione, che può trasformare un famelico mangiatore di pennuti in un vorace lettore. Età di lettura: da 4 anni. -
Michelangelo. Una vita
L'eccezionalità di Michelangelo (1475-1564) è già percepita dai suoi contemporanei: Ludovico Ariosto lo definisce, nell'""Orlando Furioso"""", """"Michel, più che mortale, Angel divino"""". Proprio per questo statuto particolare, intorno a Michelangelo si conserva una documentazione enormemente ampia, relativa alla sua lunghissima vita, pubblica e privata. Di lui restano centinaia di lettere, libri di conti, contratti, registrazioni di chi lo ha incontrato, poesie e così via. Sulla base di questo materiale è possibile seguire passo passo l'esistenza dell'artista, nelle sue accidentalità umane ma anche nei momenti di un'irripetibile avventura espressiva, di straordinaria tensione morale. Da qui l'idea di un ciclo di lezioni non costituito da una catena di conferenze sulle opere dell'artista ma da una sequenza di puntate che attraversino, sul filo della cronologia, la vita di Michelangelo grazie a una partitura di testi e di immagini, così da avvincere lo spettatore. Le lezioni saranno infatti accompagnate da letture di voci coeve (di Michelangelo e dei suoi contemporanei, amici e nemici). E si potrà seguire, talvolta giorno dopo giorno, il procedere, faticoso ed esaltante, dell'artista, nei suoi rapporti con i committenti (i grandi papi del Rinascimento, per esempio) o nelle sue vicende esistenziali più intime (come l'amore per Tommaso de' Cavalieri)."" -
Quattro Veronese venuti da lontano. Le «Allegorie» ritrovate. Catalogo della mostra (Vicenza, 5 luglio-5 ottobre 2014)
Il Palladio Museum di Vicenza partecipa alle celebrazioni veronesiane previste da luglio in tutto il Veneto. In collaborazione con La Venaria Reale, presenta infatti due tele di Paolo Veronese (Verona, 1528 - Venezia, 1588) appartenute probabilmente a un palazzo pubblico veneziano e disperse già in epoca antica. L'eccezionale ritrovamento è dovuto al lavoro scientifico nelle università di Milano e di Padova dei docenti Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Vittoria Romani e della studentessa Cristina Moro. È stata quest'ultima, impegnata in una tesi guidata da Agosti sui beni artistici della Villa San Remigio a Verbania (Lago Maggiore), a interrogarsi su due dipinti genericamente definiti come ""veronesiani"""" patrimonio della dimora, con un valore venale stimato, solo l'anno scorso, di appena settemila euro. Si tratta invece di due splendidi originali di mano del maestro e non certo opere di bottega. Le due tele (di circa 200 per 110 centimetri) facevano parte di un ciclo noto finora soltanto tramite modeste copie e raffigurano due allegorie: """"La Scultura"""", una donna che guarda un putto che regge una statuetta e una stecca da scultore, e probabilmente """"La Geografia"""", un uomo in abiti orientali che stringe una sfera armillare ed ha ai suoi piedi un grande mappamondo."" -
Lula sul letto. Ediz. illustrata
Questa è la storia di Lula sul letto. Un letto altissimo, da cui Lula non vuole più scendere. Perchè Lula è arrabbiatissima con sua mamma e le sue due sorelle, quella grande e quella piccola: non vuole stare in una nuova casa, in una nuova città, in una nuova scuola... Vuole tornare nella vecchia città, nella vecchia scuola, e soprattutto nella vecchia casa, con papà, tutti insieme. Perciò non scenderà mai più dal suo letto torre. Ma questa è anche la storia di un gatto sul tetto, un gattino nero tutto solo in cima a un tetto altissimo e che miagola tantissimo: soltanto Lula lo vede e soltanto lei può salvarlo. Ma ce la farà da sola? Età di lettura: da 4 anni. -
Nonno, ti presento Charlie! Ediz. illustrata
"Caro nonno, abbiamo un cane. Si chiama Charlie. Quando vieni a conoscerlo?"""" """"Caro Henry, non ho mai fatto amicizia con un cane prima d'ora..."""" Il nonno dice che farà del suo meglio. Ma non promette niente. Età di lettura: da 5 anni." -
Una rivoluzione di cera. Francesco Orso e i «Cabinets de figures» in Francia
Il libro racconta la storia delle esposizioni di figure in cera a grandezza naturale nella Francia rivoluzionaria, all'origine dei moderni musei delle cere. Attraverso le biografie dei principali protagonisti viene esplorato un fenomeno che godette di grande popolarità per più di due secoli. L'autore si sofferma brevemente su Antoine Benoist, celebre ai tempi di Luigi XIV, per dedicarsi poi alla vita e alle opere di Philippe Curtius - padre della futura Madame Tussaud - che operò a Parigi negli anni della Rivoluzione vivendone alcuni momenti chiave in prima persona: erano suoi, ad esempio, i busti in cera del ministro Necker e del duca d'Orléans portati in trionfo dalla folla il 12 luglio 1789 negli scontri alle Tuileries che diedero il via ai moti rivoluzionari. Viene poi riportata alla luce la figura dello scultore piemontese Francesco Orso, attivo nella seconda metà del Settecento e unico tra i piemontesi a realizzare ritratti in cera policroma, di impressionante realismo. Trasferitosi a Parigi dal 1785 e mutato il nome in Orsy, aprirà un'esposizione di figure in cera che sarà anch'essa toccata degli eventi rivoluzionari. Il volume presenta infine il catalogo completo delle opere di Francesco Orso e una ricca appendice documentaria con numerosi inediti provenienti dagli archivi francesi e italiani. -
San Maurizio al Monastero Maggiore
San Maurizio: il tempio della pittura rinascimentale nel cuore di Milano, tra il Castello Sforzesco e Santa Maria delle Grazie. Una chiesa, annessa a un grande monastero benedettino femminile, la cui storia si segue dall'edificazione, a ridosso delle mura dell'imperatore Massimiano e del circo romano, fino alla ricostruzione al principio del XVI secolo e alla soppressione del cenobio nel 1798. Dalle decorazioni del primo Cinquecento, nell'orbita dei maggiori artisti del momento come il Bergognone, Zenale e il Bramantino, alla saga dei Luini: Bernardino e la sua bottega a cui si devono la grande parete divisoria e la visionaria cappella Besozzi, dove forse si nasconde il criptoritratto della contessa di Challant, la sventurata fedifraga che fa uccidere uno dei suoi amanti e per questo è decapitata sul rivellino del Castello. Dopo Bernardino è la volta dei suoi figli: Giovanni Pietro e Aurelio Luini soprattutto, a cui spettano la cappella Bergamini (in memoria della moglie del figlio di Cecilia Gallerani, l'amante di Ludovico il Moro, la Dama con l'ermellino immortalata da Leonardo) e non pochi altri significativi interventi tra cappelle, controfacciata delle monache e pontile. Pontile che confina con uno degli organi meglio conservati della città, affacciato direttamente sul coro monastico e ancora adesso in uso per rassegne e concerti. Ma c'è anche una magnifica tela di Antonio Campi montata per volere di Carlo Borromeo. -
«Un mestiere semplice». Ricordi di un librario antiquario. Per i novant'anni di Gianni Antonini
Libraio antiquario tra i più importanti del Novecento, Carlo Alberto Chiesa (1926-1998) è stato per molti anni un punto di riferimento non solo per bibliofili e collezionisti, ma anche per gli storici del libro e i filologi più illustri. Fu infatti Giuseppe Billanovich, che teneva la cattedra di filologia medievale e umanistica all'Università Cattolica di Milano, a invitare Chiesa - all'inizio degli anni Novanta - a parlare della sua vita di libraio: incontri intellettuali, acquisizioni di edizioni rare, aneddoti memorabili emergono vividi in questo racconto, che qui si pubblica per la prima volta. -
Le postille di padre Resta alle vite del Baglione
Il volume raccoglie le annotazioni apposte da Sebastiano Resta (1635-1714), vulcanico conoscitore e collezionista di disegni, a tre diverse copie delle Vite degli artisti di Giovanni Baglione (1642), libro fondamentale per la conoscenza dell'arte romana dei suoi tempi poiché pieno di informazioni di prima mano. Baglione era infatti un pittore che molto lavorò nella Roma di primo Seicento e conobbe tutti i protagonisti di quell'epoca d'oro, basti ricordare Caravaggio. Le vivaci e fitte postille di Resta, milanese di origine ma lungamente attivo a Roma nella congregazione dei padri dell'Oratorio della Chiesa Nuova, sono una miniera di indicazioni sulla storia della pittura italiana dal tardo Cinquecento al Seicento e contengono innumerevoli notizie sulla circolazione di disegni di maestri antichi e contemporanei. La comprensione di queste sue note di lettura è agevolata dall'apparato di commento e dai tre saggi dei curatori. -
Umbria napoleonica. Storia, arte e cultura nel dipartimento del Trasimeno (1809-1814)
La consapevolezza della dimensione europea delle problematiche nazionali non manca di riflettersi sugli studi dedicati al periodo napoleonico e, più in generale, alla complessa temperie dei primi anni dell'Ottocento, laddove l'interesse continua a investire sì le singole vicende nazionali, ma queste vengono inquadrate nel contesto di un modello, come dire, ""europeo"""", pur se di matrice imperiale: un modello che dalla Francia doveva essere esteso per unificare, volenti o nolenti, i paesi del vecchio continente. Questo libro si propone di ampliare le prospettive di conoscenza sul Dipartimento del Trasimeno nel periodo che va dal 1809 al 1814. Si è tentato così di offrire un quadro interdisciplinare della regione in relazione alle dinamiche innescate localmente dalla dominazione francese, ma anche e soprattutto dell'Umbria napoleonica come work in progress, spesso imprevedibile per gli stessi protagonisti """"periferici"""" di quegli anni convulsi."" -
Hebel. L'amico di casa
Heidegger sceglie Hebel. Questa scelta si fonda precisamente sulla radicalità con cui dialetto e terra natìa si appartengono reciprocamente - e con cui le cose che la lingua materna nomina prendono esistenza da quella stessa parola. Il dialetto è la lingua originaria che permette all'uomo di esistere, di essere nel mondo, di nominare il mondo e lì abitare. Per questo, nel dialetto si radica l'essenza del linguaggio poiché il dialetto contribuisce a portare ""il linguaggio al linguaggio"""": """"Il dialetto non è solo la lingua della madre, ma al tempo stesso è anzitutto la madre della lingua"""". Il dialetto permette all'uomo di (ri-)appropriarsi della sua terra, del posto in cui vive, della regione che parla quel dialetto; esso è ciò che permette all'uomo di non essere """"privo di mondo"""" ma di appartenere alla propria Heimat - e agli enti che esso nomina."" -
Ciò che si muove ai margini. Identità e riscrittura della storia nazionale in Toni Morrison, Gloria Anzaldúa e Bharati Mukherjee
Il libro prende in esame, attraverso l'analisi di alcune tra le opere più significative di Toni Morrison, Gloria Anzaldúa e Bharati Mukherjee, quel processo di rilettura del passato e di ridefinizione della identità nazionale avviato dai movimenti per i diritti civili che infiammarono gli Stati Uniti nel corso degli anni Sessanta. Queste scrittrici avvertirono la necessità di una proposta di cambiamento che, passando attraverso una presa di coscienza individuale e collettiva, ridisegnasse i rapporti tra l'America bianca e le minoranze e, al contempo, riscrivesse la storia nazionale, riempiendo i vuoti, offrendo un nuovo sguardo e facendo emergere parole e persone dal silenzio e dalla invisibilità. Attraverso l'uso sinergico di memoria e immaginazione, le opere di Morrison, Anzaldúa e Mukherjee riannodano il filo tra passato e presente e propongono una visione del futuro che riguarda l'intera nazione. -
Anni di piombo, penne di latta. (1963-1980. Gli scrittori dentro gli anni complicati)
L'idea da cui nasce questo libro è che il ""quindicennio lungo"""" 1963-1980 sia stato il tratto decisivo di una crisi sistemica del mondo intellettuale italiano. Se nell'immediato Dopoguerra si era giunti alla canonizzazione del modello di intellettuale partecipe alla costruzione di una società migliore, già dalla fine degli anni Cinquanta, e in modo decisivo durante i Sessanta, tale aspirazione entrò in crisi. Gli anni Settanta registrarono un disorientamento nella facoltà degli scrittori di farsi interpreti della realtà. In questo contesto, emersero impreparazione, senso di spiazzamento, a volte imbarazzante mancanza di coraggio. Se al massimo grado di tensione la nostra intellighènzia cercò di partorire il proprio articolato """"io so"""", il mondo rispose con un ben più sonoro """"non ci interessa"""". Il fatto che l'ultima spiaggia di tale pretesa fu quella dei giornali non fece che sottolineare il rumore della ritirata degli scrittori. Gli anni Ottanta avrebbero visto così la luce a partire dal superamento di statuti intellettuali che non avevano retto il colpo di una società divenuta troppo estesa e troppo di tutti per continuare ad aspettare la parola di uno solo."" -
Il caravaggismo nelle collezioni di Perugia
Nel quadro della mostra sui ""Tesori della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia"""" (Perugia, 21 marzo-20 novembre 2016), la Sala del Consiglio di Palazzo Lippi Alessandri ospita una selezione di opere che, in maniera diretta o indiretta, si rifanno alla lezione di Caravaggio. Perno della sezione è """"La fuga del giovane nudo"""", il grande dipinto di Giusto Fiammingo già nella collezione Giustiniani di Roma. Accanto a questa tela vengono esposti i due magnifici Valentin de Boulogne della Galleria Nazionale dell'Umbria; una tela raffigurante """"I cinque sensi"""" e due quadri del cosiddetto Maestro di Baranello, un raro pittore di cultura caravaggesca, della Fondazione Orintia Carletti Bonucci; un notevole San Giovanni conservato dalla Fondazione Marini Clarelli Santi; l'intrigante """"Cuciniera"""" attribuita allo Pseudo-Salini, recentemente entrata nel patrimonio della Fondazione (Collezione Alessandro Marabottini). L'esposizione include tre dipinti provenienti dal collezionismo privato: uno attribuito a Paolo Guidotti, di forza espressiva e incisività realistica, uno attribuito a Jan Janssens e uno, di grande intensità, raffigurante """"Dedalo e Icaro"""", ritenuto di Orazio Riminaldi."" -
Il panno di canapa e altri racconti
Rina Gatti (1923-2005), la «scrittrice della memoria», è stata testimone originale ed eccentrica della civiltà contadina e ha prestato la sua pagina nitida al racconto delle vite dei sommersi e degli umili. Questa raccolta di inediti, sospesi tra ricordo, autobiografia e finzione, restituisce ai lettori il talento di una delle voci più autentiche, e più trascurate, del nostro panorama letterario. -
Il cane del santo
Sul piccolo borgo di Riozzo, il vento pare sollevare un'immensa nuvola di polvere. Sul villaggio, in realtà, si sono abbattuti contemporaneamente ben tre accadimenti infausti: la chiesa di Santa Maria della Sorgente è crollata sotto il gravame degli anni, i due borghigiani più avvenenti del luogo vi sono rimasti sepolti, e la fonte miracolosa del Riozzello, meta di pellegrinaggio e fonte di ricchezza per la popolazione, si è completamente prosciugata. Rimosse le macerie, dei corpi del bel don Gianni e dell'affascinante Lia, la prostituta più richiesta dell'intero circondario, non si trova alcuna traccia. Si dice che lui le abbia toccato il cuore, e in conseguenza di ciò entrambi sono ascesi al paradiso... Allora, per risollevare le sorti dello sfortunato abitato, i nobili possidenti del paese, i cugini e rivali Pietro e Paolo, decidono, ciascuno per propria convenienza, di ricostruire il sacro tempio e di ripristinare la prodigiosa polla. Il destino, tuttavia, sembra voler osteggiare i loro lodevoli propositi... -
I giganti di Marignano
La battaglia che si svolse nelle campagne tra il fiume Lambro e il canale Vettabbia, alle porte di Melegnano, il 13 e 14 settembre 1515 fu detta, ""Dei Giganti"""", per la ferocia del combattimento, per la strage di soldati e per la nobiltà che vi partecipò. Raffaele Inganni, sacerdote di Zivido, luogo ove trovarono sepoltura le migliaia di vittime della cruenta disfida, ripercorre, in questo scritto del 1889, le tappe salienti che condussero Francesco I ad attaccare le truppe svizzere che controllavano la città di Milano e descrive, nei particolari, lo svolgersi delle giornate campali. Nel luogo della vittoria francese, sorse, per volontà del re di Francia, una cappella commemorativa che lo stesso autore, riportò alla luce con degli scavi archeologici. In occasione del cinquecentenario della storica battaglia, Gemini Grafica ripropone questo testo non più ripubblicato dal 1889."" -
Tre novelle lombarde
Le protagoniste dei racconti di Alberto Cantoni sono cinque donne. Margherita, povera contadina, resiste alla proposta di matrimonio di Lorenzo, un ricco fittavolo, per difendere il suo amore giovanile per Bastianino. Le tre madamine (Carolina, Beatrice e Filomena) sono umili sartine attratte dal bel mondo milanese e vittime delle sue insidie. Margherita, del ceto borghese, vorrebbe liberarsi dal giogo prepotente dello sposo ma le convenzioni del tempo le impediscono di realizzare il suo progetto.