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I Gonzaga e la rocca di Vescovato
La presenza dei Gonzaga a Vescovato, nel Cremonese, è documentata fin dal Trecento; tuttavia il ramo cadetto che prenderà il nome da questo feudo vi si insedierà solo nel Cinquecento e, in via definitiva, quasi all'alba del XVII secolo. Documenti archivistici, molti dei quali inediti e qui pubblicati per la prima volta, permettono di fare luce sulla presenza dei Gonzaga, ma anche sulle vicende architettoniche e costruttive della rocca, sede della loro signoria a Vescovato, oggi in gran parte irriconoscibile. -
Cesare Lazzarini (1931-2020). Le sere i fantasmi gli strani pensieri. Ediz. illustrata
Catalogo della mostra antologica (Mantova, Santa Maria della Vittoria 12 aprile - 18 maggio 2012) dedicata alla memoria dell'artista mantovano Cesare Lazzarini - pittore, scultore, incisore e orafo - autore di opere intense e dalla forte carica emotiva che aiutano a riflettere sul dramma dell'esistenza umana. -
Adelina
Il terremoto le ha fatto crollare la casa: ha perso tutto, i vestiti, il cellulare, il computer, i libri di scuola. Eppure Sole non si dispera, si reputa fortunata, in fondo. Quando conosce Riko, prima in chat e poi di persona, non si capacita di come possa essere tanto scontroso. Ma c'è un segreto nel cuore del ragazzo. Un libro di fiabe, una saggia vecchietta e una strana ospite della casa di riposo Ortensia accompagneranno Sole e Riko in un'avventura straordinaria alla scoperta di un'antica leggenda e del primo amore. -
Antonio Maria Viani architetto
La monografia ripercorre per la prima volta nella sua interezza l'attività di architetto di Antonio Maria Viani, cremonese di nascita, formatosi a Monaco di Baviera e attivo a Mantova dal 1592 al 1630, città dove fu, a partire dal 1595, ""prefetto"""" delle fabbriche ducali di casa Gonzaga. Il volume analizza circa novanta opere e si avvale di un ricco apparato fotografico."" -
«Sono delitti che non hanno nome». Il bombardamento della Villa dei Vetri oggi «Casa del Sole»
Il 23 dicembre 1944, antivigilia di Natale, due bombe cadevano su un'ala della villa dei Vetri, a San Silvestro (nei pressi di Mantova), che il vescovo monsignor Domenico Menna aveva aperto ai bambini dell'Istituto Lattanti e Slattati ""Ernesto Soncini"""", sfollati con le suore dalla sede cittadina. Dalle macerie venivano estratti i corpi di undici bambini e di una giovane suora. A distanza di 70 anni questo libro analizza il tragico episodio, cercando di capire come realmente andarono i fatti."" -
Casa Gonzaga nel quartiere di San Leonardo. Architettura e committenza a Mantova
Nel 1586 Raffaello Toscano, nel poemetto l'Edificazione di Mantova, magnifica il palazzo nell'odierna via Trento, noto a quel tempo con il nome di palazzo dell'Abate. L'antica residenza - oggi sede della Fondazione Mazzali - vanta numerosi motivi di interesse, tra cui una storia che affonda le sue radici nel Trecento e che nei secoli vedrà susseguirsi famiglie di primaria importanza per Mantova (Bonacolsi, Gonzaga, Cavriani) e la presenza di ricche decorazioni pittoriche, sia in facciata sia negli ambienti interni, il cui studio permette di aggiungere un nuovo tassello alle nostre conoscenze sulla città virgiliana. -
Radici. Poesie (2003-2013)
Il suo sguardo inizia a posarsi giovanissimo sul mondo e, nel medesimo istante, a misurarsi con il prodigio della poesia. Proprio da lì, dalla rivelazione sorprendente dello scrivere in versi, Alessandro Colella parte alla scoperta di quel mezzo espressivo che meglio risponde al bisogno di comunicare le sue inquietudini. Le sue urgenze esistenziali. Le attese trepidanti di un ragazzo nato a pochi passi dal mare. -
Aldo Andreani e Mantova. Un disegno per i palazzi comunali
Aldo Andreani fu, senza dubbio, tra i protagonisti dell'architettura mantovana del Novecento, godendo di un notevole successo anche al di fuori dei confini virgiliani. Architetto e scultore, ebbe il grande merito di rinnovare la cultura architettonica mantovana, liberandola da un certo provincialismo nel quale si stava arenando per aprirla alle suggestioni provenienti dall'Europa del tempo. All'interno del suo percorso professionale ed artistico, i lavori di restauro dei palazzi Comunali di Mantova ebbero per Andreani un ruolo chiave, occupando i decenni cruciali nella vita dell'uomo, che in questo cantiere perse il padre, e dell'architetto, che qui fu chiamato a cercare un nuovo rapporto con la storia e le origini della propria città. Il disegno di Aldo Andreani, databile al 1915, che qui si presenta come una preziosa reliquia, ci riporta indietro di quasi cent'anni e ci fa rivivere l'emozione che dovette provare la comunità mantovana quando presero avvio i lavori che conferirono alle piazze del centro storico l'immagine che ancora oggi tanto amiamo. -
«La corona del principe» di Ciro Spontone per Rodolfo Gonzaga di Castiglione delle Stiviere
Nel 1590 Ciro Spontone - scrittore politico di origine bolognese al servizio di Vincenzo Gonzaga (incoronato duca di Mantova nel 1587) - pubblicò un libro intitolato ""La corona del Principe"""", nel quale le """"gioie che nella corona incastrate sono"""" altro non sono che una rappresentazione simbolica delle virtù che si addicono a un ottimo principe. Forse Spontone fu suggestionato dalla cerimonia di incoronazione del duca Vincenzo e dalla sua corona, della quale ci resta memoria nell'iconografia ufficiale gonzaghesca."" -
La città sullo sfondo. Suggestioni tra letteratura, architettura e teatro. Immagini e immaginari urbani dal Rinascimento al XXI secolo
Questo quaderno raccoglie e presenta i risultati della sessione ""La città sullo sfondo"""", svoltasi all'interno del VI convegno dell'Associazione Italiana di Storia Urbana Visibile e invisibile: Percepire la città tra descrizioni e omissioni (Catania, 12-14 settembre 2013). Nella storia delle arti vi sono molteplici casi in cui la città non è l'oggetto primario della descrizione ma compare """"sullo sfondo"""" a contesto di lettere, brani poetici, narrazioni, racconti. L'obiettivo di questo primo e sintetico contributo è quello di provare a rompere il ghiaccio con un argomento di una notevole complessità critica, provando a cogliere, attraverso una prima esplorazione in tematiche assai eterogenee tra loro, come in diversi aspetti delle arti visive ed in alcuni generi letterari - seguendo ovviamente modalità differenti - il tessuto urbano emerga da questo sfondo per giocare spesso un ruolo da comprimario, e non da comparsa."" -
Leonardo in «chiaroscuro». Tra Savonarola e Machiavelli ca. 1494-1504
Il volume intende offrire un saggio comparativo tra la personalità di Leonardo da Vinci e quelle di due suoi celebri contemporanei, sulla base anche di una verosimile ricostruzione delle rispettive occasioni di incontro. La convocazione dell'artista a Firenze su istanza di Girolamo Savonarola, nell'estate del 1495, per prendere parte a una commissione composta da altri prestigiosi architetti, chiamata a pronunciarsi sulla edificazione della Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Vecchio, sembra aver determinato in Leonardo una prolifica esercitazione sul genere letterario della ""profezia"""" e sulla figurazione """"apocalittica"""" di diluvi e altre catastrofi naturali. Il successivo interscambio intellettuale con Niccolò Machiavelli, conosciuto già al seguito del Valentino in Romagna (1502) e ritrovato a Firenze all'avvento della Repubblica capeggiata dal Gonfaloniere Soderini (1503-04), si misura su tematiche in parte sovrapponibili..."" -
Campane
Di origini antichissime e perse nel mito, da tempi immemorabili le campane accompagnano la vita degli uomini scandendone il tempo. Soprattutto a partire dal Medioevo, ed in seguito alla diffusione in tutta Europa del Cristianesimo, campane più o meno grandi finirono in cima a torri civiche o all'interno dei campanili di grandi cattedrali, ma anche di piccole pievi di campagna, finendo spesso per diventare il segno identitario forte e tangibile per le nostre comunità. Il cuore del libro è costituito da un ""canzoniere"""" composto da una cinquantina di brani provenienti dalle più svariate tradizioni musicali (italiane ed internazionali) e, soprattutto, da una raccolta di quasi quattrocento poesie."" -
La corona del principe. Iconologia e simbologia per Vincenzo I Gonzaga
Forse non c'è migliore rappresentazione della magnificenza di cui Vincenzo I Gonzaga volle fare la cifra della sua vita e con la quale in ogni occasione qualificò la sua persona sulla scena del mondo, che fosse per presentarsi agli altri principi europei, per deliziare i suoi sudditi di ogni ceto e condizione sociale o impressionare gli uni e gli altri, della cerimonia della sua incoronazione. Essa ci mostra l'erede del duca Guglielmo nel giorno del suo venticinquesimo compleanno (22 settembre 1587), mentre si appresta a ricevere le insegne del comando e il giuramento di fedeltà dalla città e a dare in cambio i segni del suo impegno a governare per il bene comune, la tranquillità e la prosperità dello stato, come ogni Principe degno di questo nome doveva dichiararsi pronto a fare. Fuori dalla cattedrale di San Pietro, dove si sarebbe celebrato il rito, era stato allestito un palco grandioso. Anche la chiesa era stata addobbata, con arazzi e tappezzerie preziosissime. Non mancava poi la musica, con la solenne messa cantata composta da Jacques de Vert. -
Corte Rovere. Ricordi di un bambino del Novecento
"Prendendo la strada che da Guidizzolo porta a Medole, passata la ciminiera della fornace e subito prima dell'incrocio per Rebecco, sulla sinistra c'è un bellissimo viale di platani: è impossibile confonderlo perché è l'unico in quella zona. È il viale che porta a corte Rovere""""." -
Il dono di Bastoncino. Una favola per imparare a rispettare gli alberi e la natura
Il Bosco che Corre, un luogo magico e incantato dove gli alberi sanno camminare, è minacciato; ma Bastoncino riuscirà a salvare il bosco e i suoi amici. Età di lettura: da 3 anni. -
Un disegno ritrovato per Sant'Andrea a Mantova e una proposta per Pompeo Pedemonte
Questo libro rende noto un disegno della fine del Cinquecento che mostra una proposta progettuale per la basilica di Sant'Andrea a Mantova. I motivi di interesse sono molti, a partire dal fatto che si tratta di un progetto probabilmente ideato da Pompeo Pedemonte - realizzato in un momento chiave della complicata e ancora in gran parte oscura storia costruttiva della fabbrica ideata da Leon Battista Alberti. In questo foglio troviamo un vestibolo affacciato su piazza delle Erbe (mai realizzato) e una proposta per la cupola (molto diversa dall'attuale di Filippo Juvarra) che, forse, potrebbe essere una rielaborazione di quella prevista fin dal Quattrocento. -
La variante del cretino. Aforismi per sorridere delle piccolezze umane
Sandro Bertoni con questa raccolta di aforismi mette insieme un ordinato archivio, con il criterio dell'esperienza. Un diario tenuto aggiornato con il passare degli anni, al quale lui ha confidato le cadute più fragorose. Le cadute di un uomo dalla poetica scanzonata, sospinto dal suo piglio dolcemente comico, un uomo con l'assoluta necessità di continuare a guardare il mondo, sebbene questo comporti lo scontro con quanto di più ridicolo e grottesco vi è in esso, senza mai smettere però di cercare ciò che di incantevole e magnifico vi è ancora - ci deve essere, viva Dio! - nell'Umanità. -
La villa di Montanara tra Cinque e Seicento
Questo agile volume affronta, per la prima volta in modo sistematico, le vicende storiche e artistiche della villa di Montanara (presso Curtatone di Mantova). Il complesso, forse di origine gonzaghesca, ebbe un primo momento di splendore alla fine del Cinquecento - quando divenne di proprietà del medico di corte Marcello Donati - seguito da una profonda ristrutturazione alla fine del XVII secolo realizzata, con tutta probabilità, sotto la supervisione dell'artista fiammingo Frans Geffels. Giulio Girondi, architetto e dottore di ricerca, è nato a Mantova nel 1983. Ha approfondito la figura di Frans Geffels grazie a una borsa di post dottorato della Fondazione Fratelli Confalonieri di Milano (2015) e ha all'attivo diverse pubblicazioni riguardanti vari aspetti della storia dell'architettura con una prevalenza di tematiche mantovane. -
Sulle tracce di Giulio Romano a Mantova. Opere e testimonianze dell'artista che ha trasformato la città dei Gonzaga nella seconda Roma
Il nuovo libro di Riccardo Braglia vuole essere un'introduzione al lavoro di Giulio Romano a Mantova: una guida utile per i ""non addetti ai lavori"""" che vogliono imparare a scoprire e a conoscere una delle personalità di maggiore spicco dell'età gonzaghesca, la cui eredità è ancora ben visibile in città, così come nel contado. Con un tono colloquiale, ma un lessico sempre preciso, l'autore riesce a trasmettere l'immagine di un artista vivo e vitale, entusiasmando il lettore grazie anche ad aneddoti e curiosità."" -
Lettera per le mie scarpe
Questo libro nasce da un'esperienza di laboratorio tra gli ospiti del Centro Diurno del Dipartimento di Salute Mentale di Mantova e lo scrittore Davide Bregola. Le storie emerse durante gli incontri sono confluite in un ""romanzo corale"""" che vorrebbe riportare alla luce le capacità espressive a volte nascoste nelle persone.""