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L' industria del Regno di Napoli (1859-1860)
L'industria del Regno di Napoli, qui proposto nella seconda edizione rivista dall'autore, si è affermato come un imprescindibile classico nella storiografia relativa alla questione dell'industria del mezzogiorno preunitario e del suo destino. L'attuale situazione subalterna e arretrata del Mezzogiorno viene finalmente esaminata alla luce di un 'analisi non solo qualitativa ma anche di precisi dati quantitativi che ne garantiscono l'attendibilità, per una più completa valutazione dì quel «dualismo» economico Nord-Sud che si è sempre più aggravato dal 1861 ad oggi. Introduzione di Gennaro De Crescenzo. Con una nota di Fabio Mangone. -
Pausilypon e dintorni. Storie, leggende, personaggi e curiosità. Ediz. ampliata
A quasi vent'anni dalla prima, questa nuova edizione rivista e notevolmente arricchita di contenuto e immagini, è una attenta raccolta di quanto è stato tramandato sul Pausilypon, la villa imperiale che ha dato nome all'intero promontorio, che chiude da nord il golfo di Napoli. Del suo costruttore, l'iracondo Vedio Pollione, e di coloro che l'abitarono, da Ottaviano Augusto sino ai nostri giorni, l'autore traccia i profili e narra aneddoti, con riferimento ai fatti, misfatti e leggende che hanno interessato il territorio, coinvolto dal bradisisma flegreo, con particolare attenzione al patrimonio archeologico, al mare, alla fauna ed all'allora. Assieme a questi leggendari personaggi ha voluto ricordare quelli che in tempi più recenti hanno fatto ricerche archeologiche in questi luoghi: da monsignor Camillo di Pietro, artefice dei primi scavi, a Kobert T. Günther, che meglio di ogni altri ha testimoniato dei resti del Pausilypon. Senza trascurare coloro che vi hanno abitato: Norman Douglas, Guglielmo Bechi, Paul Langheim, Gianni Agnelli, Paul Getty, Ninì Grappone, e altri ancora. -
Cucina teorico-pratica
In fine: ""Quattro settimane secondo le stagioni della vera cucina casareccia in dialetto napoletano""""."" -
Il miracolo di san Gennaro della liquefazione del sangue. Nelle testimonianze dei viaggiatori stranieri del '700 e dell'Ottocento
Volume su carta patinata con 24 tavole in nero e a colori di antiche stampe e importanti dipinti. -
Spanish Naples. Ten walks in the midst of streets, buildings, monuments and churches
Dieci passeggiate tra strade palazzi monumenti e chiese: Palazzo Reale - Piazza Dante; Pizzofalcone Monteoliveto - Port'Alba; Port'Alba - Capodimonte; Montesanto - Piazza Carlo III; Chiaia - Mergellina; Teatro San Carlo - Vigliena; Santa Lucia - Palazzo Donn'Anna; Porta Nolana - San Giovanni a Carbonara: Vomero - Corso Vittorio Emanuele e Santi spagnoli patroni di Napoli Re e Viceré. -
Nápoles española. En diez paseos entre calles, palacios monumentos e iglesias
Dieci passeggiate tra strade palazzi monumenti e chiese: Palazzo Reale - Piazza Dante; Pizzofalcone Monteoliveto - Port'Alba; Port'Alba - Capodimonte; Montesanto - Piazza Carlo III; Chiaia - Mergellina; Teatro San Carlo - Vigliena; Santa Lucia - Palazzo Donn'Anna; Porta Nolana - San Giovanni a Carbonara: Vomero - Corso Vittorio Emanuele e Santi spagnoli patroni di Napoli Re e Viceré. -
Le strade di Napoli. Saggio di toponomastica storica
«Nella pur ampia produzione erudita e letteraria di Gino Doria, ""Le strade di Napoli"""" resta un imprescindibile caposaldo, se non forse il lavoro più importante; del pari, nel novero della pur vasta bibliografia sulla città di Napoli rimane un tassello insostituibile, padroneggiando un ambito di studi che nessuno dopo di lui ha percorso così in profondità. Apparentemente, con la sua organizzazione per voci, in sequenza rigorosamente ma non banalmente alfabetica, configura un testo di consultazione, un colto prontuario da interrogare di volta in volta. In realtà, e già lo lascia intendere il sottotitolo """"Saggio di toponomastica storica"""", nel suo insieme e non soltanto nella sua sagace Introduzione rappresenta un avvincente e rapsodico racconto intorno a Napoli e alla sua storia, in grado di oscillare tra l'antico e il moderno: un testo godibilissimo appieno dotato di quello speciale carattere che - come ha notato Guido Piovene - caratterizza gli scritti di Gino Doria """"nei quali, come in Anatole France, la sua cultura di bibliofilo si umanizza nell'umorismo"""". A distanza tre quarti di secolo da quando, in piena guerra, Doria pubblica per i tipi di Ricciardi la prima edizione"""", e quasi mezzo da quando nel 1971, pochi anni prima che sopraggiungesse la morte, ne cura un'edizione rivista e aggiornata, """"Le strade di Napoli"""" resta non soltanto un volume utile, ma anche godibilissimo. Al giorno d'oggi però assume però una singolare ambivalenza: per un verso configura una preziosa testimonianza di un glorioso, ma ormai trascorso, mondo intellettuale napoletano e di una maniera nobile ancorché superata di studiare la città; per l'altro invece presenta caratteri di stringente attualità. Già nell'impostazione della sequenza, il raffinato bibliofilo ha preferito mettere in sequenza alfabetica i nomi cosi come venivano scritti nelle targhe stradali. In massima parte la scelta si è risolta nella riviviscenza di un criterio tanto antico e nobile quanto già desueto all'epoca: ovvero quello dell'ordine alfabetico a partire dal nome, o talora dal titolo, come nelle antiche pandette.[...]» (Dalla Prefazione di Fabio Mangone)"" -
Il presepe napoletano. La collezione Accardi. Ediz. illustrata
Vittorio Accardi fu il primo, in una famiglia colta ed educata all'arte, a dedicarsi al collezionismo presepiale. Lo fece con tale rispetto e amore, che la sua collezione può essere inserita tra le ultime degne di nota create nella seconda metà del '900. Ci riuscì entrando da neofita in quella cerchia di connoisseurs che hanno contribuito nel XX secolo, alla ripresa dell'interesse per questa speciale forma d'arte e alla sua evoluzione. Erano suoi amici i fratelli Catello, Raffaello Causa, Tommaso Leonetti, Gennaro Borrelli, Antonio Perrone, Alfonso Laino. Nomi importanti per gli appassionati di presepe, che evocano un mondo lontano, fatto di conoscenza e profonda competenza. L'amicizia con uno dei fratelli Catello, Eugenio, gli darà la spinta per iniziare a costruire il suo presepe. Un legame quasi filiale, quello instaurato col, commendatore, di grande reciproca ammirazione. Dai ricordi del figlio Luigi, emergono i dettagli di quel periodo: Gli anni 1950 sono quelli della mia infanzia e i miei ricordi dei rapporti con mio padre in quell'epoca sono indissolubilmente legati al mondo dei pastori, degli antiquari, dei collezionisti e degli artisti. Alle sue passioni artistiche exollezionistiche erano tipicamente dedicate le domeniche e lui mi portava con sé nei suoi giri per negozi, botteghe, studi di pittori o scultori molti dei quali erano a loro volta collezionisti. Si commentavano opere in fieri o già compiute, acquisti fatti da loro stessi o da terzi, vendite di pezzi importanti, preparazioni di mostre. Certamente c'erano anche contrattazioni e acquisti, ma nella mia memoria, dopo vari decenni, questi hanno lasciato il posto alla sensazione di club, che è l'unica rimasta in me [...]. In questo ambiente, il collezionista Vittorio si forma e si educa, cercando di capire e carpire le nozioni non scritte, bensì tramandate da chi nei pastori c'era nato. Inizia ad appuntare in un album dedicato alla sua raccolta, suggerimenti, impressioni, spunti per migliorare il presepe. E poi registra meticolosamente per ogni singolo pezzo scambi, doni e acquisti, con riferimenti puntuali alle date e al prezzo. Racconta di collezioni smembrate e ci introduce in un mondo, oramai scomparso, fatto di noti appassionati, venditori, antiquari, artisti e saponari, e di pezzi da inseguire per completare questa o quella scena. -
Capri. Tra ricordi di viaggio e vedute dal XVII al XIX secolo. Ediz. limitata
Volume di grande formato (cm 35 x 25); circa 200 pagine, corredate di oltre 150 splendide illustrazioni a colori di rare stampe, dipinti ed acquerelli. Pregiata edizione di soli 899 esemplari numerati, su bella carta pesante, legatura artigianale ""alla bodoniana"""", realizzata a mano, con elegante astuccio"" -
Sorbetti granite gelati. Antica arte del Regno delle due Sicilie
"Sebbene i Gelati non siano nati né a Napoli né a Palermo, capitali del Regno delle Due Sicilie, ben presto siciliani e napoletani ne divennero grandi estimatori, tanto da perfezionarne formule e procedimento in modo da semplificarne la lavorazione e ottenere un prodotto più raffinato. Identico fenomeno si è verificato per Pizza e Maccheroni, che non sono stati inventati nel Sud dell'Italia, ma sono universalmente considerati specialità tipiche di queste regioni, perché qui hanno avuto la loro massima valorizzazione con l'utilizzo di attrezzature, tecniche e ingredienti che li hanno trasformati in cibi prelibati, capaci di conquistare i cittadini di tutto il Mondo."""" (Dalla Prefazione)" -
Brigantaggio
Prefazione di Claudio Mazzarrese Fardella Mungivera. -
Storia della gastronomia sentimentale ad uso dei novelli sposi
La gastronomia è stata, fin dalla sua genesi, sempre legata all'amore. Quella farsa o quel melodramma, creato da Adamo ed Eva e il serpente nel paradiso terrestre si situa nel corso di un banchetto che, anche se costituito da una sola mola, non fu per questo mono simbolico o di scarsa qualità. Un piatto di lenticchie fu sufficiente a creare una dinastia, o i grappoli d'uva spremuti hanno dato il via a comportamenti che sono stati inaspettati colpi di coda della storia... -
Eduardo. Il «Giudice» del rione sanità
In questo nuovo libro Elio Palombi mostra come Eduardo abbia saputo, con grande perspicacia, affrontare problemi di viva attualità nel campo della giustizia penale, nell'intento di scardinare un'impalcatura sociale annientatrice dei diritti dell'individuo. Nel marasma generale in cui era amministrata la giustizia a quei tempi, Eduardo avvertiva il bisogno di scuotere le coscienze dei cittadini per farli uscire dal torpore che li attanagliava. Occorreva che qualcuno osasse levare la voce contro tanti pregiudizi lesivi della dignità dell'uomo. Nel ""Sindaco del rione Sanità"""" l'autore descrive situazioni reali, per poi affidarsi all'azione dí un personaggio simbolo, nell'intento di invocare una giustizia ispirata a principi di umanità e di solidarietà. L'opera viene definita da Eduardo """"Una commedia simbolica e non realistica, che parte da un personaggio vivo, vero che affonda le proprie radici nella realtà, ma poi si sgancia da essa, si divinizza, per dare una precisa indicazione alla giustizia""""."" -
La storia. Ricordi di un ragazzo del 1928
Già nel titolo si presentano le due componenti principali del lavoro di Scarciglia, il saggio storico e la memoria del passato. Il primo è pervaso di passione antifascista, il secondo velato di nostalgia nella rievocazione dell'età infantile fino all'uomo. Due momenti che continuamente s'intrecciano, per cui lo si legge con il piacere di un romanzo e l'interesse di un'opera di critica storica. Fa da sfondo il Vomero, dove nacque e vive: la collina da sempre cara ai suoi abitanti. L'esordio gli è dedicato, eppure subito l'amarezza per i luoghi stravolti dal tempo gli fa esclamare: ""Il Vomero della mia infanzia, con le sue ville e giardini, e il tanto verde intorno, quel Vomero che tanto amavo, non esiste più"""". E mentre ne descrive i posti, e il bravo bottegaio che gli donava le carrube, viene fuori, quasi offeso, che là in via Cimarosa """"tra l'altro c'era la sede del fascio"""". Lo sguardo di Scarciglia si approfonda sul tessuto sociale del suo quartiere, delinea le abitudini delle persone, i mezzi vitali piuttosto poveri, la chiusura mentale: """"Per lo più si conduceva una vita relativamente grama, diprivazioni e sacrifici, povera di veri slanci e interessi, fatta di piccole cose, in un clima di generale esaltazione, ma angusto e provinciale, per l'isolamento autarchico in cui viene tenuto il paese"""". E questa connotazione deve estendersi all'Italia tutta, costretta per vari decenni alla dittatura, che vide, in nome di ideali nazionalistici, imperialistici, colonialistici, regredire la cultura, che a Napoli trovò rifugio nello studio di Benedetto Croce e nei dissidenti, che andavano tessendo faticosamente la base antifascista, su cui poté erigersi il sanguinoso edificio della Resistenza."" -
I monzù. Storie e ricordi di cuochi del tempo che fu
Il vocabolo ""Munzù"""" che deriva dal francese Monsieur, era la denominazione che spettava solo ai grandi cuochi. Era come un titolo onorifico, tanto ambito che - così come narra Salvatore di Giacomo - un celebre cuoco lo preferì ad una lauta ricompensa che Ferdinando II di Borbone gli aveva offerto. Di questi artisti dei fornelli, l'autore ha ricostruito la storia, ed attraverso ricordi, citazioni, testimonianze ed aneddoti ha fatto rivivere il clima brillante e raffinato del mondo elegante, nel secolo scorso, nella bella epoque e negli anni liberty. È una lettura che riporta gli anziani alla loro giovinezza e fa sognare ai più giovani la vita mondana e sociale di un tempo ormai lontano."" -
Capri. Tra ricordi di viaggio e vedute dal XVII al XIX secolo. Ediz. a colori
"La letteratura sull'isola di Capri è inesauribile. Numerosissimi, infatti, sono i saggi, le testimonianze e gli articoli pubblicati fino a oggi su Capri antica e moderna, scritti fin dalla metà dell'Ottocento da autorevoli studiosi e da giornalisti, da eruditi o romantici viaggiatori e da artisti, talvolta anche da mediocri dilettanti della scrittura, per analizzare o descrivere le sue bellezze naturali, la sua storia, la sua morfologia o le sue architetture, il patrimonio archeologico o gli usi e i costumi tradizionali; in particolare, assai nutrito è il numero dei contributi apparsi negli ultimi decenni in libri e riviste, e riguardanti i diversi personaggi che negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo soggiornarono nell'Isola, per qualche tempo o per tutta la vita, e gli artisti che instancabilmente ne ripresero vedute e scene di vita popolare. Un ennesimo libro dedicato a Capri, pertanto, potrebbe oggi apparire ripetitivo ed inutile; tuttavia, dopo lunghe e impegnative ricerche, l'autore di questo volume ritiene che il campo non sia stato ancora del tutto dissodato: infatti, certamente più volte sono stati ricordati, tradotti e analizzati, in libri, almanacchi e periodici, i ricordi del soggiorno a Capri di un Jean Jacques Bouchard o di Addison, di un Turpin de Crissé, di Dumas o di Maxime Du Camp, ma mai finora era stata proposta un'ampia raccolta cronologica dei frammenti più significativi degli scritti odeporici su Capri prodotti tra il Seicento e l'Ottocento, accompagnati anche da brevi cenni sui loro autori, capace, pur se certamente incompleta, di fornire un quadro complessivo della produzione periegetica sull'Isola""""." -
L' insurrezione lucana del 1860, fra storia e storiografia
Il libro ripercorre, brevemente, il periodo che va dall'alba della nuova Italia del 1799 ai moti carbonari del 1821-22, dall'Europa dei popoli del 1848 alla Spedizione dei Mille del 1860, soffermandosi in particolar modo sul contributo dato dai lucani all'Unità d'Italia. A Corleto Perticara è dedicato il post scriptum che contiene preziose informazioni sulla etimologia del nome del paese che dette avvio alla insurrezione lucana del 1860. -
Gli eccidi di Viggiano del 1806
Nell'albo illustrato sono riportate fedelmente le vicende storiche che coinvolsero il paese di Viggiano (Potenza) nel periodo fra il 1799 e il 1810, soffermandosi in particolare sugli eccidi consumati il 17 e il 22 agosto 1806. La ricostruzione dei fatti, effettuata sulla base di una documentata ricerca storica, permette di ricostruire i momenti più significativi della nascita del brigantaggio che poi esploderà in maniera più feroce dopo l'unità d'Italia. -
Ho fatto sempre il mio dovere
Il libro ""Ho fatto soltanto il mio dovere"""" di Domenico Infante, Colonnello dei Carabinieri in pensione, descrive gli episodi accaduti nei territori in cui ha prestato servizio. Il volume offre uno spaccato della società italiana degli ultimi quarant'anni del Novecento. È la testimonianza di un operatore che, di quel periodo, ha vissuto non solo il clima di benessere provocato dal """"boom economico"""" degli anni Sessanta-Settanta, ma anche i suoi limiti e le sue contraddizioni. Si pensi alla contestazione studentesca del 1968, ai sequestri di persona, alla stagione del terrorismo, alle diverse forme di fenomeni mafiosi presenti sui territori, per arrivare al periodo della ricostruzione, dopo il terremoto del 1980, che interessò la Basilicata proprio mentre l'autore era al Comando del Nucleo di Polizia Giudiziaria presso la Corte d'Appello di Potenza."" -
Cavalli
Età di lettura: da 7 anni.