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Più di là che di qua
Dopo una lunga assenza, un venerdì pomeriggio, Ottorino era tornato. L'Argisa, con la messa in piega appena fatta, se lo era ritrovato davanti, più vecchio di sessant'anni. Lo aveva conosciuto dalla macchia scura su un lato del naso e dagli occhi trasparenti come il vetro. Per un attimo la testa dell'Argisa aveva preso a pulsare, pareva le fosse passato sopra un reggimento di cavalleria e quando il dolore si attenuò, lo chiamò per nome: «Rino?». «Camelia?» aveva chiesto lui, pescando quel soprannome fra i ricordi, sorpreso di averlo subito ritrovato. Rino!» urlò lei lasciando cadere la borsa in terra. «Sei bella come allora». -
Ordalie. Memorie e memoriali per la pace e la convivenza
Il saggio, prodotto nel quadro della ricerca azione PRO.ME.T.E.O., indaga la triangolazione tra memorie, culture e pace. Nell’azione costruttiva per la pace, in particolare la “pace con giustizia”, il «culture-oriented peace-building», la rigenerazione della pace a sfondo culturale, costituisce una misura decisiva. -
Ischia nelle arti visive francesi dell'Ottocento. Ediz. illustrata
Nelle rappresentazioni settecentesche, l'isola d'Ischia è ritratta prevalentemente come profilo di un insieme compositivo, relegata a confine che delimita un più ampio scenario, talvolta costituito dall'evento storico su cui si concentra la narrazione artistica; altre volte l'isola diviene parte integrante della fisionomia del paesaggio di carattere archeo-ambientale. Nell'Ottocento, al seguito del Grand Tour - o indipendentemente da esso - l'isola fu ""riscoperta"""" e minuziosamente esplorata al suo interno da artisti e architetti provenienti dai vari paesi europei, e in particolare dalla Francia, le cui tracce costituiscono il motivo della presente ricerca. Ed è di valore artistico e storico la rappresentazione inedita della realtà ambientale dell'isola con i suoi abitanti, così come si presentava agli occhi dei pittori nell'attraversare territori impervi e di struggente bellezza. E a partire da Valenciennes e da Denis che l'isola, benché nota per le sue acque termali, viene vista ed esplorata nell'incanto dei luoghi e nell'intimità culturale dei suoi abitanti, nei quali ritrovare i naturali discendenti del mito classico, come affermava il critico Etienne-Jean Delécluze a proposito della pittura di Léopold Robert. Una dimensione inedita che pittori e scrittori racconteranno nel corso dell'Ottocento; Ischia diviene il centro dell'attenzione e quello degli artisti sarà un viaggio emozionale, un trasporto intenso e coinvolgente come riporterà Turpin De Crissé nel libro """"Souvenirs du golfe de Naples"""". Si deve agli artisti che si avvicendarono sull'isola, ai loro album, ai loro incantevoli disegni, se non è andata del tutto dispersa l'immagine del suo passato."" -
Piena di grazia
Candidato al Premio Strega 2019Grazia cresce in un imprecisato paese del Sud antico e rurale. Ignoranza e superstizione sono il suo mondo. Ha forza fisica e rabbia cieca a crescerle dentro e cui non sa dare un nome, ma che accetta come dato oggettivo: come la sua povertà, la sporcizia, l'assenza di prospettiva. Don Rafele, capostipite della famiglia di macellai più ricca del paese, che ha costruito la sua fortuna sui maiali, la chiede a servizio e per Grazia sembrerebbe iniziare una nuova vita: vivere sotto lo stesso tetto di Nuccio, il primogenito di Don Rafele di cui è segretamente infatuata, avere una nuova posizione sociale, guadagnare e mantenere la sua famiglia. In poco tempo scoprirà sulla sua pelle il prezzo dell'illusione: si può davvero scegliere, quando non si hanno parole per definire la realtà? Quando il concetto stesso di realtà è piegato dal pregiudizio, dalla paura del diverso, dai canoni non scritti di un mondo immobile e pre-logico? Ogni personaggio sembra combattere con questa domanda, ma la redenzione resta lontana e irraggiungibile. Per tutti. -
Le scarpe dei matti. Pratiche discorsive, normative e dispositivi psichiatrici in Italia (1904-2019)
Un pomeriggio d’inverno, tra i seminterrati dell’ex manicomio civile di Aversa, come epifania, si danno allo sguardo centinaia di scarpe accatastate, impolverate, rotte, rosicate dai topi, spesso spaiate. Cumuli di scarpe senza lacci, pezzi di storie smarrite, testimonianza di sentieri interrotti e cammini traditi, abbandonati in quell’Altrove, ‘le reali case dei matti’, spazio di potere, di esclusione, di dolore.rnDa quell’incontro, si è attraversato oltre un secolo di storia italiana, indagando le pratiche discorsive, le normative, le tecniche che hanno definito il discorso psichiatrico in Italia: dalle previsioni d’internamento contenute nella legge del 1904 al superamento dei manicomi determinato dalla 180 del 1978, passando attraverso le esperienze di psichiatria critica e l’utopia della realtà basagliana e fino all’attuale organizzazione dei Servizi territoriali per la salute mentale. Queste pagine si interrogano su un futuro che è sempre già alle nostre spalle, storicizzando le questioni che oggi sono poste, a fronte dello smantellamento del welfare, dal TSO, dalla contenzione meccanica e farmacologica, dalle Rems, dalle nuove forme di manicomializzazione, dalla psichiatrizzazione manualistica della vita quotidiana, dalle ri-categorizzazioni securitarie dei ‘soggetti pericolosi’.rnNon ci sono risposte, solo il tentativo di riflettere su problematiche che intersecano i destini biografici di milioni di persone, le loro sofferenze e solitudini ma anche le istituzioni, i saperi, i dispositivi coinvolti nella loro gestione; convinti che sia possibile curare, cioè prendersi cura della sofferenza psichica ma consapevoli che esiste un fascino sempre meno discreto del manicomio.rnScrive Assunta Signorelli nel prezioso saggio che apre questo libro: “ Se, invece di progettare e costruire cronicari sempre più grandi, eufemisticamente chiamati residenze con aggettivi più diversi e fantasiosi, ci si soffermasse sulla necessità per la persona malata di mantenere un legame con il proprio passato, la propria esperienza sociale e relazionale, di vivere la malattia come un passaggio, certamente doloroso, della propria vita […], non solo le forme e i luoghi del trattamento sarebbero a dimensione umana, ma la cronicità stessa scomparirebbe, trasformandosi l’esperienza di malattia e la sua evoluzione, in una forma dell’esistere, visto che la normalità, intesa nel senso nobile del termine, altro non è se non un continuo oscillare fra salute e malattia, entrambe strettamente collegate all’ambiente socioculturale nel quale la persona vive”. -
Non si chiede il nome alle fate
Questa è una fiaba moderna. È la storia di un amore perduto nel passato, di sogni che si realizzano e altri mai realizzati, cose ritrovate, premonizioni, coincidenze e circostanze incredibili mescolate al reale della Torino di oggi. L'eroe che vive di nostalgia è il vecchio Villon, ma la regista della trama, colei che si manifesta nei momenti cruciali, è una misteriosa ragazzina. Nella Parigi del 1943, Villon è un ufficiale dell'esercito tedesco in convalescenza. La sera del 12 novembre vede per la prima volta ""la donna che avrebbe reso la sua esistenza una lunga nostalgia"""". È Thea, la bellissima figlia di un generale delle SS. Oggi Villon è a Torino. C'è Tommaso, un ragazzino ribelle che gli si affeziona; c'è Diogene Morozzi, un supplente di scienze alcolizzato, ma educatore amato dai suoi studenti. Durante un'uscita scolastica, tutta La classe va al """"Teatro dell'amore perduto"""" per vedere la collezione di marionette di Villon. Tommaso comincia a sudare e si sente soffocare. La marionetta più bella si trova al centro della sala. È lei, Thea, l'amore perduto di Villon. Qui i personaggi si confronteranno nella luce soffusa della sala, tra marionette e costumi di scena, mentre all'esterno esplode una sommossa. Con la compagnia che vuol mettere in scena La tempesta di Shakespeare, i protagonisti lasceranno il teatro per dare un finale alla storia. In un continuo incrociarsi di rievocazioni, i piani temporali del racconto si alternano tra ricordo e presente, come tra il sogno e la veglia, in un mirabile flusso narrativo e stilistico."" -
Ontani a Bali. Ediz. illustrata
Luigi Ontani è considerato uno dei primi grandi artisti italiani viventi. Pittore e scultore, lavora da decenni sui temi del mito, della maschera, del simbolo in forme diverse. Uno degli aspetti più leggendari, ma meno documentati della sua attività è il lavoro che svolge a Bali dove risiede per alcuni mesi all'anno. Nel marzo 2014 lo scrittore Emanuele Trevi e la fotografa Giovanna Silva hanno vissuto qualche settimana con lui assistendo all'allestimento di un Ogoh Ogoh, un carro allegorico che si prepara per il giorno di Nyepi, il giorno del silenzio. Destino dell'Ogoh Ogoh è poi di essere bruciato. Attorno a questa breve parabola lo scrittore ha intessuto le sue riflessioni sul tema del mito, ha osservato con partecipazione a un momento in cui storia, leggenda e contemporaneità sono diventati poco distinguibili e ne ha tratto un racconto. Silva ha invece documentato, con tecniche fotografiche diverse, la traiettoria dell'Ogoh Ogoh partecipando a un rito che finora era pressoché sconosciuto. -
Marienbad Elettrico-Bastian Schneider. Ediz. italiana
Enrique Vila-Matas, uno dei più grandi scrittori europei contemporanei, nel 2015 accetta di passare quasi sei mesi in compagnia di Dominique Gonzalez-Foerster, artista francese impegnata in quel periodo nel complesso allestimento di una mostra personale al Centre Pompidou di Parigi. Per Vila-Matas, dopo Kassel non invita alla logica, è un ritorno sulla scena dell'arte contemporanea. A metà tra diario e riflessione, tra saggio e narrazione, Marienbad elettrico è soprattutto un viaggio alla scoperta dei meccanismi della creatività. Il testo che segue, Bastian Schneider, è una conferenza/performance tenuta nel 2016 a Lisbona: un nuovo passo creativo all'interno di una collaborazione artistica che dura da oltre vent'anni tra Vila-Matas e l'artista francese. In questa occasione diventa sempre più esplicito il modo di fare letteratura dello scrittore spagnolo: il legame tra un testo e i precedenti, il rimando alla tradizione letteraria. Anche in quest'occasione Vila-Matas si conferma un acrobata della parola. -
Lucifer over London. Guida alla città adottiva
È l'unica cosa fissa, Lucifero sopra Londra. Tutto il resto è continua transizione, transazione, traduzione. In nove racconti cinematici, architettonici e fotografici, scritti in un inglese dalle inflessioni cinesi e arabe, russe e italiane, Lucifero assume connotazioni diverse: neoliberismo o impero, Fante di Quadri o cocktail, Greta Garbo o un altro angelo, il condominio Loveless o il Meridiano zero. Quel che gli sta sotto è Londra, vista dagli stranieri delle ultime migrazioni, delle prossime deportazioni, forzate o volontarie, quelli che compongono la Londra di oggi quanto la contraddicono. Perché Londra è transito e tremore, Londra è un numero di realtà contigue, alcune che si toccano, molte che si negano, è la lingua apolide e la città afasica, è la madre di tutte le lingue. Londra, la quinta città italiana, forse non esiste ma è dove vivremo questo nostro secolo. -
Né altra né questa. La sfida al labirinto. Ediz. italiana e inglese
Il catalogo ufficiale del Padiglione Italia alla 58ª Biennale di Venezia rispecchia il tema del labirinto scelto dal curatore Milovan Farronato per la mostra di Enrico David, Chiara Fumai e Liliana Moro. ""Venezia è un labirinto che nei secoli ha affascinato e ispirato l'immaginazione di tanti creativi, tra cui Jorge Luis Borges e Italo Calvino, i due più grandi labirintologi contemporanei a detta del matematico Pierre Rosenstieh"""" (MF). Il libro presenta, nella traduzione inglese, il saggio di Italo Calvino La sfida al Labirinto (N.5 di «Menabò», Einaudi, Torino 1962). L'analisi del labirinto è arricchita da un saggio narrativo di Emanuele Trevi che ripercorre l'idea storica del Labirinto, dagli antecedenti letterari ai giorni nostri, mentre una serie di saggi brevi raccolti sotto la regia di Farronato dà vita a una architettura polifonica costruita sulle parole chiave che hanno guidato il curatore e gli artisti nello sviluppo del progetto espositivo. Infine il saggio fotografico a cura di Giovanna Silva espande la visione del dedalo in termini metaforici presentando luoghi labirintici come il Cretto di Burri, il Labirinto Borges, gli archivi di Pompei."" -
Romanistan
"Romanistan"""" è il diario di viaggio di Luca Vitone che percorre a ritroso il tragitto di emigrazione del popolo Rom dall'India nord-occidentale verso l'Europa con lo scopo di mettere in luce l'unità culturale di un popolo che vive in una situazione di frammentarietà. Il viaggio inizia a Bologna, dove è conservato un documento del 18 luglio 1422, la prima testimonianza ufficiale della presenza del popolo Rom in Italia. Vitone si muove all'indietro sul percorso fatto da Rom, Sinti e Kalé: attraversa Friuli, Slovenia e Croazia, scende attraverso la Serbia, Bosnia-Erzegovina e Bulgaria, entra in Turchia e raggiunge lo stretto del Bosforo, prosegue in Asia e continua verso est attraversando la Cappadocia, passa vicino l'Ararat, visita l'Armenia, scende in Iran in direzione del Golfo Persico, viaggia l'altopiano del Belucistan, oltrepassa l'Indo per raggiungere il Rajasthan. Un percorso avventuroso tra civiltà diverse, spesso reso difficoltoso da incontri imprevisti e soste inaspettate. Il materiale raccolto durante il viaggio (testimonianze, materiali visivi e documentaristici) e confluito nel libro è anche alla base di una produzione video e di una serie fotografica che saranno esposti al Centro Pecci di Prato a partire dal prossimo novembre" -
Transcript 04 44' 14'' Lithuania and the collapse of USSR. Ediz. inglese e lituana
L'11 marzo 1990 la Lituania è la prima delle tre repubbliche baltiche a dichiarare la propria indipendenza, dando l'avvio a un processo che portò al collasso dell'Unione Sovietica. Il regista e artista lituano Jonas Mekas, recentemente scomparso, tra il 1989 e il 1991 ha ripreso con la sua videocamera Sony i telegiornali e gli approfondimenti TV che andavano in onda negli Stati Uniti, dove l'artista ha vissuto gran parte della sua vita, registrando il punto di vista americano sul crollo della rivale URSS. Il libro ""Lithuania and the Collapse of the USSR"""" raccoglie la trascrizione integrale del video, della durata di quasi 5 ore che, in modo lineare e cronologico, mette in evidenza i fatti, le persone, le opinioni espresse in quei giorni cruciali. Mekas ha sempre descritto questo suo lavoro come un dramma della Grecia classica in cui i destini delle nazioni sono cambiati dall'imponderabile: la volontà di un solo uomo, una piccola nazione determinata a riconquistare la libertà, sostenuta dagli dèi nella sua lotta contro il potere, è il principio della fine dell'Impero Sovietico."" -
Carlo Levi a San Costantino Albanese. Archivi della Basilicata. Ediz. italiana e inglese. Vol. 2
1975: Cinque fotografie che ritraggono Carlo Levi in visita a San Costantino Albanese mentre sta dipingendo il suo ultimo quadro, un dipinto su muro, che oggi è ancora in quella stanza. Levi, che morirà meno di un mese dopo, torna in Basilicata, il luogo del suo esilio, del ""Cristo si è fermato a Eboli"""", per questo lascito finale: un quadro che è un dono al territorio e alla comunità Arbereshe, la minoranza di lingua albanese che vive lì. In accompagnamento ai documenti fotografici un saggio di Massimiliano Tommaso Rezza sul ritratto, il soggetto e la rappresentazione fotografica come documento privato e che nasce da una presenza fisica. L'etnomusicologo Nicola Scaldaferri, colui che ha conservato le fotografie fino a oggi, ha invece intervistato uno dei due personaggi ritratti nell'ultimo quadro dipinto da Levi. Il soggetto viene quindi rappresentato in tre forme: pittorica, fotografica e tramite la scrittura."" -
Falce e martello-The hammer and the sickle. Ediz. illustrata
Falce e martello: tre dei modi con cui un artista può contribuire alla lotta di classe di Enzo Mari è il piccolo catalogo che accompagnava la mostra alla Galleria Milano nel 1973. Oggi la mostra è riproposta, con lo stesso allestimento, nella stessa storica galleria milanese; il reprint anastatico del catalogo è arricchito da fotografie e documenti provenienti dagli archivi della Galleria e dall?Archivio Mari, oltre che dai saggi di Bianca Trevisan, che ricostruisce il percorso progettuale dell'artista e designer milanese, e di Riccardo Venturi che racconta il dibattito storico, artistico e politico in cui si inserisce un progetto che venne accompagnato da un film e che fece molto discutere in quegli anni. Un frammento degli incandescenti anni Settanta e una riflessione su falce e martello, il simbolo più iconico del Novecento. -
Togliatti. La fabbrica della Fiat. Ediz. illustrata
«Cinquant'anni fa s'inaugurava nella città di Togliatti lo stabilimento realizzato dalla Fiat per la produzione delle Zhiguli. C'erano voluti quattro anni di lavoro e lo sforzo di migliaia di operai e tecnici italiani e sovietici. Claudio Giunta e Giovanna Silvia raccontano la storia nel volume Togliatti» - Il Sole 24 Orern«Una storia recuperata negli archivi del Novecento che, grazie alla bravura narrativa di Claudio Giunta, parla di quei tempi che sembrano sempre freddi e nebbiosi, quasi in bianco e nero, e della Togliatti di oggi, un posto delabré, ""dove niente è memorabile se quello che si cerca è la bellezza""""» - Touring magazinernrnrn21 agosto 1964: muore Palmiro Togliatti. 28 agosto 1964: la città di Stavropol-sul-Volga, mille chilometri a sud-est di Mosca, viene ribattezzata ?Togliatti?. 22 aprile 1970: nel giorno del centesimo compleanno di Lenin, dall'AutoVAZ di Togliatti esce la prima automobile Zhigulì; nel 1976 gli esemplari prodotti saranno tre milioni: il grande balzo in avanti della motorizzazione sovietica. In mezzo, tra il 1966 e il 1970, c'è un'epopea italiana: perché a costruire il gigantesco impianto produttivo di Togliatti - una fabbrica grande il doppio di Mirafiori, in una città nata insieme alla fabbrica, tra inimmaginabili difficoltà e fatiche - furono tecnici e operai della Fiat, la Fiat di Vittorio Valletta e di Gianni Agnelli. Cinquant'anni dopo, Claudio Giunta e Giovanna Silva hanno viaggiato fra Torino e Togliatti per raccontare quella storia raccogliendo memorie familiari, ora comiche ora drammatiche, e ascoltando le voci - italiane e russe - di coloro che, giovani allora, parteciparono all'impresa."" -
Editoriale
"Museo per l'Immaginazione Preventiva - Editoriale"""" è la mostra-manifesto che ha riaperto il MACRO e introdotto il lavoro curatoriale del nuovo direttore artistico Luca Lo Pinto. Attraverso le opere esposte, chiamate ad anticipare i temi che si sviluppano in un programma triennale, la mostra ha aperto una riflessione più ampia sull'identità dell'istituzione museale contemporanea, invitando il visitatore a lasciarsi guidare dagli interrogativi e dalle visioni degli artisti. Il volume Editoriale raccoglie le voci di dieci tra i più importanti scrittori contemporanei italiani - Emanuele Trevi, Valerio Magrelli, Veronica Raimo, Ivan Carozzi, Nadia Terranova, Igiaba Scego, Alessandro Lolli, Elena Stancanelli, Francesco Pacifico, Chiara Valerio - che hanno tradotto la loro visita alla mostra in narrazione e immaginato ulteriori dialoghi con le opere esposte. Il libro, volutamente privo di immagini, restituisce la mostra esclusivamente attraverso la parola." -
Le altre me
Giovani, belli, innamorati, benestanti: per tutti, Marta e Luca sono la coppia modello, la biologa e l’avvocato. Finché, un giorno, uno dei due oltrepassa il limite, coinvolgendo l’altro in un’overdose di sesso e di perversioni che non lascia scampo: scambismo, gang bang, giochi pericolosi, night club in cui tutto è permesso. Un segreto, il loro, pesante come un macigno, che li condurrà alla perdizione. Ma chi è veramente Luca? E Marta riuscirà a trovare la vera se stessa e a rinunciare alle “altre”, quando Luca se ne andrà di casa senza un’apparente ragione? Il destino sembra accanirsi contro di lei: perderà sia il lavoro, sia l’amata nonna. Un dolore immenso in cerca di risposte, che spingerà la protagonista a consultare le più grandi veggenti e “santere” di Cuba durante un viaggio all’Avana, dove vive la sorella. Un percorso spirituale che continuerà anche dopo, una volta tornata in patria, tra Milano e Collesalvetti, dove abita il famoso sensitivo Solange, che si rivelerà decisivo per il futuro di Marta. E così, fra locali alla moda, amici nuovi e ritrovati, tarocchi e piccanti rivelazioni, tutto sarà rimesso in discussione... -
Le 7 teste del drago. Favola alchemica per bambini grandi e grandi bambini liberamente ispirata ai misteri di Mitra
Le sette teste del drago è una favola per bambini che può essere letta a qualsiasi età, perché parla direttamente all’anima: infatti le sette prove che Lucilio e Stella, i due protagonisti della storia, devono affrontare – tra corvi parlanti, pietre che cantano, streghe malvagie e maghi trasformisti – sono quelle che attendono ogni essere umano nel corso della sua esistenza. In questo caleidoscopio di filastrocche, incantesimi, giardini incantati, fiale che contengono acque della vita e della morte, draghi e aiutanti magici, una sola cosa alla fine è chiara: ogni vittoria di Lucilio e di Stella è una nostra vittoria sul Male. La favola comincia nel modo più classico, con l’infrazione di un divieto: «C’era una volta una casa in mezzo a un bosco dove vivevano un fratellino e una sorellina che si chiamavano Lucilio e Stella.rnDurante l’assenza dei genitori i bambini avevano il permesso di giocare dove volevano, tuttavia era stato loro severamente proibito di avvicinarsi a una piccola porta verde nel muro di confine con il giardino vicino...». Le sette prove sono liberamente ispirate ai sette gradi iniziatici del culto del dio Mitra, un culto di origini persiane diffuso nell’impero romano prima del III secolo avanti Cristo. In appendice un breve saggio sul culto mitraico.rnEtà di lettura: da 10 anni. -
La primavera della Repubblica. Roma 1849: la città e il mondo
Pur affrontando un tema tra i più esplorati dalla storiografia degli ultimi anni, questa agile sintesi presenta la storia della Repubblica romana del 1849 sotto una prospettiva che, senza escludere l’intento narrativo, mette a fuoco alcuni aspetti trascurati in passato. Il punto di partenza dell’autore è infatti una domanda: perché la Repubblica a Roma, ossia come è potuto avvenire che una istituzione come quella repubblicana abbia trovato, sia pur brevemente, un terreno propizio in una città che due millenni di papato avevano reso apparentemente estranea alle idee della democrazia rappresentativa? rnIn una analisi che coniuga il rigore della ricerca storica con la scorrevolezza della scrittura, la risposta a questa domanda viene cercata nel rapporto tenace tra la città (la storia, i luoghi, la memoria) e il carattere dei suoi abitanti, nel rapporto altrettanto significativo tra Roma e la proiezione della sua immagine antica e moderna all'esterno. Senza trascurare la politica e le sue effimere fortune, la spiegazione che l’autore ci offre affonda le radici, più che nell’ideologia nazionale, nello spirito di una popolazione meno passiva di come si è soliti rappresentarla. -
Anatomia della gaffe
Chi di noi non ha mai commesso una gaffe? Chi non ne è mai stato vittima? Non c’è contesto mondano o circostanza che possano metterci al riparo dall’esplodere di una gaffe. In un salotto, tra pochi intimi, a tavola, a letto, in televisione: non c’è più nulla che possa fare da argine al virus della gaffe. rnGeneralmente, raccontando le gaffes altrui le trattiamo come barzellette, ma quando ci andiamo di mezzo noi le consideriamo una sciagura per la nostra reputazione. Questo libro indaga i meccanismi connessi alla gaffe attraverso esempi ripresi sia dall’aneddotica personale che da quella altrui, ma anche spaziando da Wilde a Dostoevskij, da Camus a Proust, da Wittgenstein a Shakespeare. Tante volte si ride, tante altre ci si interroga.