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Sedici porte
"L'antologia annuale di racconti del Cantiere di scrittura creativa """"Fahrenheit 365"""" compie tre anni. Stavolta gli scrittori si sono cimentati con il genere fantastico. Trentotto racconti selezionati dalla Casa Editrice per mostrare le tante sfumature di un filone letterario particolare: il mondo evocato deve essere realistico, verosimile e probabile, lasciare il lettore nel dubbio che... Nelle storie c'è sempre un richiamo alla Sardegna e al suo splendido capoluogo, è un omaggio del Cantiere alla terra che lo ospita. Anche la copertina è un omaggio a Cagliari, un particolare, scovato fra le vie del quartiere di Castello dalla fotografa Debora Fanti, che si sposa bene con la filosofia dell'antologia: aprite la porta e varcate la soglia dell'ignoto. Buona lettura."""" (Giorgio Binnella)" -
I racconti del giocattolaio
Racconti come immagini che evocano la poesia della vita in tutta la sua bellezza e semplicità. Storie senza morali, ma che insegnano tacitamente quanto è facile, a volte, essere felici anche nella difficoltà di esserci. Carmen Salis Roberto, giovane esploratore, allora con la scultura e le sue pietre, poi con i suoi burattini e ora costruttore di fiabe e racconti di cui tanto hanno bisogno i nostri bambini in questa epoca terribilmente ricca di guerre, egoismi e solitudine. Mauro Sarzi Torna in libreria in una nuova edizione, con alcune storie inedite, il primo, fortunato, libro di Roberto Brughitta. ""I racconti del giocattolaio"""" raccolgono otto storie che uniscono magicamente fantasia e sensibilità. Un libro ora arricchito dal dipinto """"Il Giocattolaio"""", opera dell'artista Mariano Chelo."" -
Le avventure della scopa Saggina
Saggina è una scopa di erica che vive in un parco della città di Lucca. Non ricorda niente del suo passato, ma sa di essere venuta al mondo per un motivo speciale e sta progettando di scappare per scoprirlo. Nel frattempo, vive le sue giornate a contatto con la natura e con gli altri attrezzi che, grazie alla magia di cui è dotata, ma della quale non è consapevole, sono anche loro in grado di muoversi e parlare tra loro. Un giorno, durante un terribile incendio, il custode Annibale si sente male e affida Saggina ad una ragazza di tredici anni che si chiama Sara. Dopo un primo momento di titubanza, in cui abbandona la scopa, Sarina decide di portarla nella fattoria didattica dove trascorrerà due mesi ad imparare l'agricoltura naturale e la vita comunitaria. Questo è l'inizio di una grande avventura per Saggina, durante la quale scoprirà di poter comunicare con gli altri animali e addirittura con alcune persone e di avere non solo un passato, ma anche una mamma e una missione nella vita. Età di lettura: da 7 anni. -
Vacanze ad Arbatax
Mirko Relli, un trentenne di Carbonia, viene ritrovato morto in una piscina di un resort di Arbatax, in Sardegna. Per caso si trovano lì in vacanza le inseparabili amiche Stella e Margherita con le loro famiglie. Se sarà Margherita a ritrovare il cadavere, le indagini saranno condotte dalla brillante psichiatra Stella Ferranti, come sempre coadiuvata dal giovane e scaltro investigatore privato Riccardo Conte. Vent’anni prima, una strage coinvolse la famiglia Dell’Acqua a Carbonia e subito emerge un collegamento fra i due crimini. Quale legame c’è fra questi omicidi avvenuti così lontani nel tempo? Cosa aveva scoperto Mirko Relli di tanto grave da dover essere ucciso? -
Le storie di Thomas. Il cane che ha imparato a scrivere
"Sono Thomas, un cane che... più cane non si può. Quando imparai a scrivere, prima con la macchina Olivetti Lettera 32 e poi con il computer, mi venne voglia di raccontare tutto ciò che la vita mi aveva fatto conoscere. Come iniziai? Con la prima letterina che inviai ai tre fratellini che erano venuti a trovarmi con i loro genitori. E da allora, col tempo, mi sono lanciato! A scrivere, intendo. Chiedo scusa per gli eventuali errori e sottolineo che in fin dei conti sono un cane e non un pretenzioso scrittore. Desidero però che i bambini e gli adulti che amano gli animali non si dimentichino troppo presto di me. Io sì che li ricorderò per sempre..."""" Età di lettura: da 8 anni." -
Storie di Filo
«Il perché di questo mio lavoro, proprio non lo so. So soltanto che molte persone dicono che io non amo gli animali. Io li amo moltissimo, ma vorrei che vivessero il loro mondo a modo loro, non a modo nostro con abitini di marca, gabbiette a cinque stelle, ciotole extralarge, cucce in memory foam, falsi ossi, pappe preparate da chef stellati e così via. Vorrei che il mondo animale fosse come lo vedevo da bambina o come viene mostrato nei documentari naturalistici, in semplicità. Così come la vita dovrebbe essere per tutti. Non capisco perché oggi, al mondo animale, questo venga negato. Diamo la libertà di cui hanno diritto. Mi piacerebbe far riflettere chi mi leggerà, per dar loro la possibilità di amare nel modo giusto questi nostri spettacolari amici.» Età di lettura: da 6 anni. -
Silvano. Principe del Monreale
Silvano, quando ancora era un bambino, sognava di diventare il più forte corridore al mondo, tanto forte da poter vincere la maratona di New York. Quando nel giorno del suo settimo compleanno vide le immagini di quella gara alla tv, rimase letteralmente senza fiato, come davanti a un'apparizione. I sogni si sa non seguono regole, nascono così, senza preavviso, come scintille da un pugno di neve. Le vicende del protagonista si muovono sullo sfondo di un piccolo paese di provincia Sardara, richiamando storie presenti e passate, personaggi e luoghi che si snodano lungo il racconto, offrendo un percorso narrativo ricco di emozioni. Con Silvano conosciamo i suoi amici, Carlo, Ignazio e Eligio. Andrea e Abebe e la loro amicizia che arriva dal passato. L'amore tra Attilio e Angela che vince sul tempo e sul più atroce dei dolori, e di un amore acerbo, sbocciato d'improvviso tra due giovani cuori. Più di tutto ""Silvano. Principe del Monreale"""" è il racconto di un viaggio alla conquista di un sogno, un sogno lontano, tanto lontano da sembrare irraggiungibile. Delle volte però, partire più distanti, offre la rincorsa per spiccare dei voli ancor più alti."" -
E se avessi paura?
Dall'urgenza di indagare i meandri dello spirito, penetrarne i recessi e far emergere da essi la Luce, nasce la prima prova narrativa di Patrizia Floris. Un uomo e una donna intersecano il loro andare. L'impatto genera sorpresa e analisi profonda che condurrà entrambi, in parallelo, a costruire un percorso mentale e fisico diverso da quello atteso. La loro storia è paradigma calzante di questo nostro tempo che corre veloce e dietro al quale ci affanniamo, in cerca di appagamento costante, di bene assoluto che forse non c'è o che, semplicemente, risiede nelle piccole cose di tutti i giorni. L'unica regola è che non possono esistere regole all'andare di ciascuno. Proviamo a godere del viaggio e a fare tesoro del singolo dettaglio, delle esperienze, degli incontri che determineranno cambiamento, pienezza, gioia di vivere. Soltanto così tutto avrà avuto un senso, davvero. -
L' ingannevole cuore. Di un giovane vecchio
"Arrivato nel mezzo del cammin della mia vita, mi son ritrovato, come Dante, nella mia personalissima selva oscura. Il senso di fallimento, d'aver buttato alle ortiche cinquant'anni di vita, di non aver realizzato neanche mezza delle aspirazioni giovanili, stava iniziando a opprimermi, anche fisicamente. Avevo un costante dolore al petto. La mia autostima era ostacolata da alte montagne che dividevano l'ansia dalla luce. Inutile dirvi da quale parte delle montagne mi trovavo. Il senso di frustrazione mi teneva sveglio la notte e mi assonnava la mattina, quando dovevo alzarmi per andare a lavoro. Mia moglie, povera donna, non riusciva a venirne a capo, e stava, giustamente, iniziando a stancarsi""""." -
La nave
Grottanegra è il paese di tutte le fiabe che si rispettino, da quelle dei fratelli Grimm a quelle del grande Gianni Rodari. È un luogo triste dove non c'è sole anche se il nostro astro primario, come scrive Mariano, tramonta ogni giorno davanti al mare, ma ogni giorno uguale all'altro, senza emozionare chi abita nel paese. Poi c'è la Nave, il titolo del racconto, che potrebbe essere il mostro, la balena di Pinocchio. Solo che in questo caso quando vi si entra, si apre e rende tutti diversi da prima, felici. Ridona ottimismo, positività, gioia di vivere. Mariano Chelo ci regala una favola pulita, del tutto e per fortuna anacronistica rispetto allo scrivere di oggi così volutamente intricato tra il noir e la violenza seriale. -
Neurobiologia della finzione. Dal Paleolitico al globale
Questo opera propone un'ambiziosa esplorazione tout court sulla narrazione, un viaggio euristico che conduce attraverso plurimi campi disciplinari, dalla narratologia fino alle scienze cognitive, passando dalla neurobiologia e dalla psicologia evolutiva, comportamentale e clinica, per approdare alla linguistica cognitiva; dagli studi sull'educazione e l'apprendimento agli studi antropologici e cognitivi, dalle ricerche sulle reti neurali e sull'Intelligenza artificiale fino all'esplorazione condotta dalle scienze mediche, compresa la Narrative Medicine. L'intento è di partire dalle lontane origine del linguaggio narrativo, seguendone la portata evoluzionistica fino a penetrare la forma per antonomasia dello storytelling magico ancestrale, la fiaba come vero e proprio relitto narrativo, fossile guida di antiche istanze della mente umana. Il percorso prosegue inseguendo il potere di reiterazione degli universali narrativi in un autore che si affaccia alle soglie della modernità con fiaba romantica: Hans Christian Andersen. In ultimo, lo sguardo si rivolge inevitabilmente alla cultura transmediale della contemporaneità e alle infiltrazioni mitiche e fiabesche che la caratterizzano. -
Femina academica. Donne leader nell'università che cambia
Le profonde trasformazioni dell'Higher Education hanno ridisegnato le disuguaglianze di genere. L'università ""solida"""", fondata su un discorso burocratico-professionale, che ancora sopravvive in alcuni contesti nazionali, ha contribuito alla formazione di un individuo neutro-maschile al quale il pensiero femminista ha, da tempo, rivolto le proprie critiche. Oggi che le istituzioni universitarie hanno perso il loro monopolio e sono sempre più sottoposte alle pressioni del mercato, l'affermarsi di politiche managerialiste nella gran parte dei sistemi dell'HE ha alimentato il mito del merito e della competizione, costruendo """"immaginari di mercato"""" anche nel campo dell'education. I numeri non sembrano però confermare tale tesi. Il volume interpreta le trasformazioni dei ruoli di leadership intermedia in due contesti universitari che, per certi versi, ne rappresentano un tentativo di """"movimento verso il nuovo"""" e """"il futuro"""": l'Italia e il Regno Unito."" -
Fare sociologia
Le scienze sociali americane degli anni Sessanta del secolo scorso hanno rappresentato un momento straordinario di fermento intellettuale, da cui sono venute fuori a getto continuo una serie di proposte innovative, anzi rivoluzionarie, e la riflessione di Harvey Sacks è maturata in quell'eccezionale contesto. La vasta mole delle trascrizioni delle sue lezioni appaiono ancora oggi di una densità straordinaria, nonché ricche di spunti geniali, in special modo per chi non abbia perso il piacere di riflettere su cosa e come dovrebbero essere le scienze sociali e di rispondere alle sfide che l'esistenza stessa di tali discipline pone ai rispettivi praticanti. Ed è a questa profondità analitica che è dedicata questa raccolta di saggi, il cui scopo non è quello di illustrare i principali sviluppi della sua riflessione, ma di presentare e discutere gli aspetti fondativi della sua riflessione. -
Società, potere e influenza
Questo libro cerca di ridisegnare la questione dei margini di libertà dell'azione sociale - individuale e collettiva - rispetto ai vincoli del potere, del sistema sociale e del linguaggio. In altre parole, si tratta del rapporto tra identità, creatività e conflitto da una parte e possibilità del cambiamento dall'altra. Il volume nasce da un seminario alquanto esteso ideato dal curatore come occasione di confronto tra studiosi di diversa formazione, al fine di mettere in discussione alcuni nodi problematici che solo la dimensione interdisciplinare può sperare di sciogliere. Nella ricchezza multidisciplinare, che programmaticamente caratterizza l'idea stessa del volume, è possibile rintracciare concetti tipici della sociologia dei processi culturali e comunicativi ed utili a chi intenda affrontare questo tema anche con mirate ricerche empiriche. -
Lavoro e privilegio nella Città Eterna. Condizioni di vita e potere d'acquisto a Roma nel Settecento
Molte cose restavano da conoscere sul Settecento romano: studiando le carriere e le retribuzioni dei lavoratori, le diverse tipologie di impiego - nell'edilizia, nell'amministrazione, nell'assistenza, nelle professioni, nella logistica, etc. - e, sul fronte dell'approvvigionamento alimentare, l'analisi del mercato e della distribuzione del grano, Renata Sabene colma un gran numero di queste lacune. L'autrice ha realizzato una ricerca complessa, risultato di un lungo e paziente lavoro di raccolta, depurazione e sistematizzazione dei dati che le consentono di rappresentare la società romana del Settecento con i suoi ritmi e le sue regole, di effettuare un'operazione di deflazione di lunga durata e di tracciare un fedele spaccato sulle dinamiche di mercato e delle forze in esso interagenti, in un contesto, quale quello della Roma settecentesca, in cui la conservazione del consenso e della pace sociale restavano uno degli obiettivi più importanti dell'azione dei Papi. -
Dimensioni visuali della pratica sociologica
Il lavoro del sociologo non può prescindere dall'uso dello sguardo, dall'osservazione di ciò che accade e dal tentativo di provare a ""restituire"""" in qualche modo quella parte di realtà sociale cui si sta interessando. Se già il vedere ha un rilevante valore sociologico, spesso messo da parte o non sufficientemente analizzato, la stretta interconnessione di visuale e linguistico compone l'attività sociologica stessa, un'attività pratica che nel suo intento descrittivo-interpretativo si avvale di determinate categorie e compie scelte che possono essere anche viste come piccoli esercizi di potere, che costituiscono ciò che descrivono mentre lo descrivono. Se l'iconic o pictorial turn ci spingesse, invece, a prendere le distanze dal rilievo che assume la dimensione linguistica, rivendicando l'autonomia di quella visuale e discutendo l'idea stessa di descrizione, si tratterebbe allora di mettere meglio a fuoco i compiti della sociologia. Questo volume dà spazio a diverse prospettive e approfondisce alcuni aspetti epistemico-metodologici della ricerca visuale, proponendo tecniche di integrazione tra scrittura accademica e dimensione visuale nella diffusione dei risultati di ricerca."" -
L' albero. Vita e morte di un immortale
Nella loro evoluzione gli alberi hanno sviluppato cellule staminali molti potenti che non sono nate per morire, ma possiedono la prodigiosa facoltà di moltiplicarsi perennemente generando sempre nuovi tessuti. Hanno imparato a contrastare e condizionare le variazioni dell'ecosistema ed elaborato un apparato di biopercezione in grado di attirare gli organismi utili e respingere quelli dannosi. Essi non parlano ma riescono a comunicare con noi attraverso le loro strutture che mantengono per sempre le tracce della loro esistenza. Capirne i segni dà la possibilità di instaurare un dialogo continuo immaginando di domandare agli alberi quali siano i loro problemi per trovare le giuste soluzioni. La comprensione di tutte queste prerogative, poco note e non sfruttate, permette di migliorarne le condizioni, valorizzandoli in modo adeguato alle loro insostituibili funzioni e conservarli per un tempo illimitato. -
Diritti umani e teoria critica. Per un'idea di universalismo pluralista
I diritti umani sono oggi la lingua franca delle relazioni internazionali e delle politiche di cooperazione tra gli Stati. Essi restano, tuttavia, strumenti fragili, spesso manipolati per scopi di parte. Come possiamo riconciliare l'universalismo dei diritti umani con la particolarità delle concezioni del bene? In questo libro viene difesa l'idea dell'universalismo pluralista quale sfondo di giustificazione della validità dei diritti umani. Al centro della discussione è il tentativo di riformulare alcuni tra gli aspetti più problematici della riflessione habermasiana sulle condizioni di validità dell'agire comunicativo. Frutto di una ricerca ormai decennale, l'autore ci presenta il frutto della rielaborazione di un lavoro inizialmente apparso per conto dell'editore Springer Verlag, e qui integrato da nuovi capitoli e sezioni inedite. -
Il fattore C. L'uomo al centro dell'universo
Cos'è la realtà? Di cosa è fatto ciò che ci circonda? È tutto, davvero, come sembra? Quando Einstein salì sul palcoscenico della fisica movimentò l'intera trama del cosmo, riducendo lo spazio e il tempo a mere prospettive dell'osservatore, cornici di uno scenario labile e ingannevole. La scienza quantistica che ne seguì si spinse addirittura oltre, svelando nelle dimensioni invisibili dell'infinitamente piccolo un regno tanto surreale quanto ambiguo, dove non esiste nulla di preconfezionato ma solo un profluvio di possibilità da trasformare nei tangibili mattoni del nostro ""macromondo"""" attraverso la misurazione, cioè una manifestazione di coscienza. E così, l'uomo si è ritrovato al centro dell'universo o, almeno, del proprio, cucito sulle percezioni dei propri sensi, codificate e assemblate diligentemente dal cervello. Dunque, non solo non sappiamo cosa ci sia là fuori ma, addirittura, se esista, un là fuori, se non nella forma di un flusso continuo d'informazione che s'incarna in quel caleidoscopio di forme e immagini che abbiamo imparato a riconoscere e censire. Ma tali stimoli, nel suscitare nell'organismo miriadi di stati emotivi, generano anche valanghe di molecole, padrone del suo stato di salute o malattia. Eccola, dunque, la filiera che ci conduce al cosmo: il sottile intreccio tra scienza e coscienza, il canale d'accesso per una nuova e rivoluzionaria visione del nostro ruolo nel creato."" -
Sorsi letterari. Vino naturale come utopia
Il vino è presente nella storia dell'umanità da 11.000 anni. Succo dell'""erba della vita"""", simbolo del patto tra Dio e popolo eletto, preziosa merce di scambio nel mondo greco e indice di potere tra i Romani. La bevanda, che nasce dal misterioso processo della fermentazione dell'uva e che scalda viscere e cuore, ha sempre rappresentato un elemento culturale potente. Ma è soltanto oggi, nel terzo millennio, che con il movimento dei vini naturali, il vino o meglio un certo tipo di vino detto """"naturale"""", è diventato icona di una contestazione planetaria, di una forma di resistenza etica ed ecologista, economica e culturale. Il vino naturale, infatti, """"non è un concetto astratto bensì un insieme di pratiche, di fatti, di parole e di sentimenti che si esplicano e si scontrano con la realtà."""" È per questo, che secondo Lorella Reale, produttrice di vino e scrittrice, il vino naturale ha bisogno di un linguaggio nuovo.""