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Otto uomini
In questa raccolta mai pubblicata in Italia Richard Wright ci insegna cosa significa essere uomini, e neri, nell'America e nel mondo di ieri - ma anche e soprattutto di oggi.rn«Piccoli apologhi commoventi di smarrimento, con personaggi sempre schiacciati da una società contraddittoria, ""un mondo diviso in due, uno bianco e uno nero, il primo separato dal secondo da milioni di chilometri di psicologia"""", dove ogni premonizione sembra un destino, ogni paura un desiderio. Ancora attuale» - Marco Rossari, D - Repubblicarn«Richard Wright mette in scena la profonda solitudine dell'uomo nero nell'America bianca, e il senso di minaccia che accompagna ogni suo istante» - Robinsonrn«Il traduttore Emanuele Giammarco ha adesso restituito a Wright tutta la potenza di questa lingua addolorata, arrabbiata, e perfino rassegnata: lo sguardo di un uomo nero sugli uomini neri che non vengono creduti, che vengono accusati ingiustamente, che non riescono nemmeno ad accettare di non essere trattati con razzismo, perché non sono abituati a ricevere rispetto, e quindi scivolano nello stesso pregiudizio che odiano e che li umilia di continuo» - il FogliornUn uomo non ancora uomo che per diventarlo decide di comprarsi una pistola. Un uomo che per sopravvivere si finge donna delle pulizie in una casa di bianchi. Un uomo che per scappare dalla polizia si nasconde per giorni nelle fogne cittadine. Un uomo enorme, un marinaio, che affittando sempre la stessa camera in un ostello di Copenhagen terrorizza per anni il suo ospite. Un uomo che ha visto un'esondazione, un altro che uccide la propria ombra..."" -
Guida alla notte per principianti
A Robison basta pochissimo, ancora meno che alla sua Gardenia, una trentaseienne che si accontenta di rimanere sobria e non andare troppo in rosso con la Mastercard. Le sue, sono storie che ci precipitano dentro un’America domestica eppure sconosciuta.rn«Ecco, è questo il segreto della scrittura di Robison, non tanto la banalità del male ma il male della banalità. Le nostre abitudini sono analizzate come fossero di per sé sintomatiche di disagio, come se il fatto stesso di possedere una routine ci rendesse creature passibili di un crollo. E il crollo - quando arriva - è altrettanto sommesso, deprivato di enfasi o smanie di redenzione» - Veronica Raimo, Tuttolibrirnrn«Sono tanti i personaggi che l'autrice statunitense ci propone, con un registro narrativo capace di restituire un effetto di realtà sconcertante. Il risultato sono pagine autentiche, dense di piccoli grandi dettagli da cogliere, tra parole da captare e atmosfere mutevoli, che offrono al lettore il privilegio di decifrare il brusio quotidiano e scavare sotto la superfice di un'America domestica e contemporanea» - ANSArnrn«Amata da scrittori come Richard Yates, David Leavitt e John Barth, Mary Robison è tra le poche scrittrici donna appartenente alla corrente del minimalismo americano» - il Giornalernrnrn«Le storie di Robison affrontano, nel dettaglio, i drammi domestici, le solitudini, le sventure nel quotidiano e quei sentimenti atipici che stanno fuori dal coro» - la LetturarnCi sono due ragazze che baciano i rispettivi ragazzi in una Honda Civic parcheggiata sotto alla notte stellata: sono madre e figlia, Harriet e Lindy, due che potrebbero venir scambiate per sorelle ma non lo sono. Non ci sono trucchi da quattro soldi nei racconti di Robison e anche il fraintendimento è senza inganno. Lindy, poi, si è comprata coi suoi risparmi un telescopio per scrutare i cieli, ma la sua autrice sembra più interessata a rivolgere l’obiettivo dentro le abitazioni, per meglio scrutare ciò che è celato dall’ultimo vero confine da varcare, quello della porta di casa.rnrnRossella Milone scrive nella postfazione a questo libro che Robison «ha sempre prestato orecchio al suono del mondo»: e così ci ritroviamo ad ascoltare le parole che faticano a sovrastare il chiasso mentre la moglie passa l’aspirapolvere e un marito si taglia i capelli in bagno. Una conversazione mobile e sfuggente innerva anche la casa di un coach arrivato finalmente alla stagione della svolta e sua moglie Sherry, una pittrice in cerca dei suoi spazi. Daphne, la figlia, sta per entrare al college dove allena il padre, ma la squadra familiare sembra mostrare le prime crepe e, man mano che orecchiamo, il solco si va allargando. -
Sabrina & Corina
Finalista del National Book Award 2019. Vincitore di un American Book Award 2020. Vincitore dell'Addison M. Metcalf Award 2021 dell'American Academy of Arts and Letters.«Una delle cose preziose di questo libro (esordio dell’autrice), è proprio il suo andare ad ampliare il canone tradizionale della letteratura del West, facendo luce sulle vite delle persone indigene e latine dell’ovest americano. L’altra è la sua bellezza e qualità a livello di opera letteraria: è la voce potente e poetica di una nuova, grande scrittrice.» - Francesca Pellas, Rivista Studio«Lunga vita alla Racconti edizioni, che da anni scova, cura e pubblica racconti preziosi, e anche divertenti come questi di Kali Fajardo-Anstine, che ha vinto l’American Book Award per le sue storie del West americano, dove la modernità fuma sigarette sopra un vecchio cimitero indiano. Dove le madri un giorno escono di casa e non tornano per un po’, poi un giorno eccole a cucinare di nuovo braciole di maiale e a sciogliersi i capelli muovendo i fianchi.» - il Foglio«Questi undici racconti, solo mostrandoci alcuni momenti di una persona, riescono a farci entrare pienamente nella sua vita e l’importanza emozionale, più che culturale, del retaggio chicano la si percepisce nel giro di poche immagini.» – Francesca Dell'Orso per Maremosso«Sabrina era la ragazza più bella della famiglia. Ora che è morta, strangolata da uno dei suoi amanti, tocca alla cugina Corina truccarla per l’ultima volta. Corina ripercorre così la loro amicizia di bambine, le scelte che negli anni le hanno separate, e un destino che sembra essere scritto nel sangue delle donne Cordova, tutte raccolte in casa della nonna a organizzare l’ennesimo funerale.»Le protagoniste di Fajardo-Anstine, donne magnetiche, lontanissime dai miti bianchi del West, incrinano i modelli femminili di moglie, madre, figlia imposti da un patriarcato opprimente quanto ormai svuotato, e vi oppongono una sorellanza che trae origine dal sangue, da riti familiari e antichi rimedi tramandati di generazione in generazione, e un genere di amore che prescinde dai ruoli ma si rivela più sincero, che non è àncora di salvezza ma sostegno, che aiuta a tenersi a galla in una Denver in bilico tra il passato dei nativi e la nuova gentrificazione. -
Novena
Dopo aver colmato il mondo con Ovunque sulla terra gli uomini, Marco Marrucci gioca qui di sottrazione, ideando nove atti di una pirotecnica fenomenologia dell’impresenza in cui è lui stesso a cadere nell’eterna illusione (e nel compito) del buon raccontista: declinare l’invisibilePerché i racconti di Novena possano recitare la loro cadenzata preghiera il lettore di questa raccolta sarà costretto ad ascoltare sempre, bisbigliata e talvolta sinistra, una seconda voce sotto traccia. Perché possa guardare al centro esatto di queste storie dovrà fissare lo sguardo dritto nel punto cieco che le parole, spesso a malincuore o controvoglia, sembrano indicare. Perché riesca a comprendere le allucinazioni che inesorabilmente attirano i suoi personaggi nel baratro gli toccherà cercare fra gli scricchiolii, i brividi, le ombre, i sospiri, addirittura fra le righe e oltre i confini della pagina. Che siano persone care e irraggiungibili, presenze fantasmatiche e inquietanti, animali mitologici o domestici; che siano oggetti minacciosi, luoghi inarrivabili, riti magici o azioni miserevoli; che siano paure indefinite, solitudini desertiche, obblighi disperati, amori platonici: ognuno di questi nove episodi sembra destinato a dover volteggiare attorno a un vuoto, a modellarsi a partire da un che di impalpabile, a prendere forma precisamente intorno a un’assenza. -
Neroconfetto
L'esordio di una nuova voce del weird italiano.«Giulia Sara Miori ha una scrittura spedita, limpida, sostenuta da dialoghi sempre precisi e straniati al punto giusto. I suoi racconti si chiudono così all'improvviso da rendere le sue conclusioni come delle tagliole.» - Giulio Mozzi, autore di Le ripetizioni«Neroconfetto regala al lettore un'esperienza nuova e avvincente. C’è una logica compositiva autoriale, un montaggio, una idea e un fine in questi racconti weird.» - Demetrio Paolin«Nel mondo di Neroconfetto realtà e immaginazione, letizia e tragedia, amore e ossessione hanno il confine incerto, labilissimo. Giulia Sara Miori maneggia la materia perturbante con grande abilità e con una lingua che alterna la crudezza del controllo al ritmo di una cupa ninnananna.» - Giorgia Tribuiani, autrice di Blu«C’è un’incrinatura nel mondo plasmato dai racconti di Neroconfetto, una lacerazione della normalità all'inizio minima che, pagina dopo pagina, si dilata fino a trasformarsi in voragine.» - Valentina Durante, autrice di EnneDal racconto La giacca: «In un negozietto vintage scovi una giacca che ti fa sentire bellissima, e quando la indossi finalmente attiri gli sguardi che hai sempre voluto, quelli che la tua migliore amica ha sempre ricevuto senza alcuno sforzo. Quando hai la giacca indosso, le persone si contendono la tua compagnia, e gli uomini non nascondono l’attrazione, ma quello che sembrava un sogno che si avvera diventa presto una prigione, un incubo da cui vorresti solo risvegliarti.»In Neroconfetto le cose non sono mai come sembrano. L’orrore è nascosto in ciò che immaginiamo più innocente: una bambina e le sue bambole, un abito che ci fa sentire più belle, un gatto di porcellana su una mensola; gli amori delle giovani protagoniste di questi racconti sono ossessioni, dei loro desideri esplode la forza distruttiva. La voce perturbante di Giulia Sara Miori ci guida nel territorio dello strano e del macabro, e ci mostra il lato nascosto di ogni ideale di bellezza e perfezione. -
Epifanie
Un gigante del Novecento illustrato dal finalista al Premio Campiello Vittorio Giacopini. Con tre saggi di Giacopini, Terrinoni, Avolio.Impreziosita da oltre cento illustrazioni e dal tratto caustico di Vittorio Giacopini questa nuova e inedita edizione delle Epifanie raccoglie nella loro totalità tutte e quaranta le prose che ci rimangono del primo Joyce ""dublinese"""", scritte fra il 1900 e il 1904. Scenette, visioni, sogni, allucinazioni, momenti significativi della quotidianità fissati dall'«occhio spirituale» dello scrittore, finalmente aperto alla vertigine del mondo e alla sua quidditas, alle metafore visive e a una prospettiva originale sulle cose.«Nel ripubblicare questi testi, accompagnati dalle illustrazioni e dalle parole di Vittorio Giacopini (un gesto artistico che si adatta perfettamente al loro spirito originario, dando forma a un dialogo a distanza che è l'unico senso dell'arte viva, che non spiega ma dispiega) e dalla lettura eretica di Enrico Terrinoni l'invito al lettore è di recuperarne l'originaria forza irradiante e l'apertura significante, di lasciare che la parola evochi e che la letteratura, come scrive Joyce, si faccia carne» – Carlo Avolio, nell'Introduzione «Visioni di Joyce» contenuto in Epifanie«Ekfrasi concise e taglienti, si presentano come vere e proprie visualizzazioni di segreti decifrati. Per questo si prestano in maniera naturale all'illustrazione – e il tratto caustico, ironico, di Vittorio Giacopini ce lo dimostra chiaramente» – Enrico Terrinoni, nel saggio «Dello scrivere epifanico», contenuto in EpifanieCome accade per ogni grande artista da giovane, c'è stato un tempo in cui James era già, e non ancora, il grande Joyce. In cui la visione «chiara» di un ragazzo con velleità letterarie cominciava per la prima volta a registrare il mondo con l'idea di metterlo per iscritto, in cui le strade di Dublino potevano rappresentare ai suoi occhi buoni una scenografia memorabile, eppure anche effimera, prossima allo svanire, all'oblio, alla dissoluzione del tempo e della vista. Anni di apprendistato in cui un dublinese arrabbiato e insoddisfatto tratteggiava i suoi primi canovacci alla ricerca di un metodo e di un'estetica nuovi, sebbene sospeso e sbigottito davanti all'oggetto puro del narrare. Stephen Dedalus definirà queste prime composizioni possibili, questi momenti di radiosa ispirazione giovanile, «epifanie». Improvvise manifestazioni spirituali nella trivialità di un discorso o di un gesto o in uno stato della mente degno di essere ricordato."" -
Appunti da un bordello turco. Nuova ediz.
Diciannove racconti attraversati da un senso dell'umorismo corrosivo e da un'ineguagliabile capacità di rivelare la contraddizione.Un libro sul mondo e sui suoi margini più estremi: fra Turchia, Romania, Stati Uniti; in diroccate palazzine sovietiche, fra strade sconquassate e inquinate dallo smog, o in mezzo a una natura ostile che sembra volersi riprendere quello spazio che gli esseri umani, violandola, le hanno negato. Un mondo di cinici solitari attrezzati a far fronte alle brutture della società, di sradicati che hanno scordato i rudimenti per stare al mondo e di esploratori alla ricerca di un angolo dove essere finalmente soli, immersi come sono in un perverso gioco dell'oca in cui devono sempre ricominciare da zero i loro percorsi. Filosofi inconsapevoli, ragionano sul male come dei Dostoevskij umiliati e offesi e come Camus dei bassifondi prendono coscienza dell'Assurdo. -
Orientamento
Primo e unico libro di Daniel Orozco, Orientamento è un ritratto grottesco dell'America contemporanea, un paese in cui il rapporto con il cibo, il denaro, persino con la morte, è giunto al massimo della distorsione possibile – in cui la ricerca di un vero contatto umano è una vaga speranza impossibile da raggiungere come da accantonare.«I racconti di Orozco scorrono così, sorprendenti, toccanti, spiazzanti. Ti chiedi come andranno a finire. E ogni volta rimani sorpreso perché come Carver, e talvolta persino meglio di Carver, le storie si troncano all'improvviso, oppure si dilatano per anni in poche righe. Come le nostre vite che hanno necessità di qualcuno che le scriva per dare loro un senso. O semplicemente per sottrarle alle imboscate di una provvidenza troppo capricciosa per essere divina.» – Tuttolibri«Impiegati interinali, operai comunali, magazzinieri allo stoccaggio e poliziotti di pattuglia, sono questi gli atterriti personaggi chiamati a popolare le narrazioni di Daniel Orozco; lavoratori – ma non solo – per la maggior parte anonimi, quasi tutti privi di autonomia così come di diritti alla persona, attraversano le parole dell’autore senza mai risultarne coinvolti, ma piuttosto apparendone rapiti quasi fossero, essi stessi, protagonisti esterni delle proprie vicissitudini.» – ilLibraio.itÈ il tuo primo giorno di lavoro. Ti hanno assegnato una postazione, una serie di manuali, una casella di posta, degli orari, dei colleghi. Ce n'è uno che spia nel bagno delle donne, ma non devi farci caso. Un altro che ruba dal frigo, per dimenticare un lutto. Sono tutti come te: compreso il serial killer di cui non devi preoccuparti. A 150 anni da Bartleby, Orientamento ritraduce la tradizione realista americana ossigenandone da capo le ferite. Scrivanie, sale relax, macchinette del caffè, ma anche spogliatoi, mense, supermercati: è la realtà che conosciamo e che ci circonda, che fa da scenario alle nostre routine, offrendo respiro e battito alle nostre vite. La stessa in cui le persone smettono di parlarsi, in cui i nostri disturbi vengono soffocati dal cibo, repressi sotto una divisa o dentro un fisico modellato da ore e ore di corsa. Quella in cui l'unico momento di autentica lucidità e comunione ci è concesso davanti a una donna in caduta libera, messi di fronte a una pistola, negli attimi senza tempo che precedono un'esplosione, in quelli dilatati che scandiscono un terremoto. Con uno stile inimitabile che sembra piegare l'asciuttezza carveriana alle esigenze kafkiane di Barthelme, che non ha paura di abbracciare e rivoltare i gerghi tecnici, che strizza l'occhio a Fantozzi per carica ironica senza mai perdere il desiderio di serpeggiare in aria come un fuoco d'artificio, Daniel Orozco ci offre, stilizzandolo al millimetro, uno dei mondi più verosimili che potrete mai leggere – porgendoci l'unica chiave per orientarsi da umani in questa realtà di calcolatori: perdersi, aprirsi, lasciarsi andare, tollerando quanto più possibile lo strano e l'inevitabile. -
La fiamma dei tuoi occhi
I racconti di un «fuorilegge della letteratura» americana.«Purdy disegna apparenti acquerelli che all'improvviso prendono vita e si incendiano, facendoci sprofondare in una regione inconscia, violenta e primordiale, nascosta sotto il velo dei giorni e della società. ""La gente compera libri non per il piacere connesso alla stimolazione dell'immaginario attraverso la lettura"""", raccontava in un'intervista, """"si aspettano di trovarci emozioni forti e immediate.""""» – Tuttolibri«Purdy incatena il lettore al racconto che, per quanto inquietante e perturbante possa essere, si fa leggere e assaporare come un veleno delizioso.» – Satisfiction.eu«I personaggi di Purdy amano disperatamente e incontrollatamente l’oggetto del loro amore, così come Otello ama sinceramente Desdemona, ma sono dei mostri, le loro più accalorate motivazioni o giustificazioni per quel sentimento che tutto vince sono mostruose e proprio per questo inappellabili, e accettate con fatalismo anche da chi non può che provarne ribrezzo.» – Giordano Tedoldi, Il TascabileDal racconto La fiamma dei tuoi occhi:«Soldier e Beaut sembrano fatti uno per l’altro: Soldier ha trovato un ragazzo su cui riversare tutto il suo amore, Beaut qualcuno che si prenda cura di lui e lo culli nelle notti di New York. Ma un giorno Soldier non rientra a casa, e Beaut è costretto a trovare un nuovo compagno, un pugile con cui però non è lo stesso. Quando infine Soldier torna, nell’inverno più freddo che si ricordi, la verità che si trova davanti non è quella che sembra in apparenza.»Nei racconti di La fiamma dei tuoi occhi, tra i più cupi e visionari della sua produzione, James Purdy mette a nudo con la sua prosa asciutta e tagliente la fragilità, i desideri inappagati che diventano ossessioni, il dolore senza consolazione di certe esistenze ai margini, di uomini che amano e vivono da orfani, sempre costretti a confrontarsi con il lato più grottesco della vita."" -
Il segno della tempesta
Lea Schneider ha un dono, o forse una maledizione. Riesce a percepire con impressionante chiarezza le emozioni altrui. È sempre stato un fardello complicato da gestire, in grado di trasformare la sua adolescenza in un inferno. Anni dopo, le sue capacità tornano a manifestarsi con forza. In preda a strani sogni premonitori, Lea decide di fuggire verso la regione più selvaggia della Florida, dove è stata concepita vent'anni prima. Ciò che non sa è che quel viaggio - come il suo dono - fa parte di un disegno più grande. Chi è Sven, il ragazzo senza un passato e dotato di capacità ben più potenti delle sue? Nuove forze scoprono le carte di una partita antica, di cui i due giovani sono il fulcro. -
Akiko
Il patto maledetto tra un’ingenua regina e un diavolo millenario darà alla luce una bambina. La piccola, aiutata dal Kami (spirito) del Vento, sarà adottata da famiglie semplici, e mostrerà un dono portatore di morte e distruzione ogni qual volta si trovi in pericolo. Degli assassini inviati a ucciderla, conquistati dal suo fascino diabolico, faranno di lei l’erede del Ryūjinja, un monastero di spie e ladri. Qui la ragazza sarà chiamata Akiko e svilupperà la capacità di vedere le Ōra, anime degli esseri viventi, e imparerà a usare la catena chiodata Sashimasu. Akiko verrà mandata in un’isola lontana per uccidere un principe, ma nulla andrà com’era programmato. Da quel momento, la giovane si muoverà attraverso antichi miti, alla ricerca di un artefatto per riportare l’equilibrio, in un combattimento epico che deciderà le sorti del mondo. -
I figli della tempesta
Avere diciassette anni è complicato, se sei nato all'ombra di un'ingombrante profezia e la tua famiglia si aspetta che riveli capacità straordinarie. Questo pensa Nathaniel Gordon, quando guarda allo specchio i suoi strani occhi spaiati, che gli ricordano ogni giorno una scomoda eredità: discendente dei norreni, nato per mettere fine a una minaccia proveniente da un altro piano d'esistenza, Nate è sempre più convinto che qualcuno si sia sbagliato sul suo conto. Ma quando Winter, un violento e misterioso ragazzo albino, irrompe nella sua vita e la stravolge, non c'è più tempo per i dubbi. Tra fughe precipitose, scontri mortali e decisioni laceranti, Nathaniel dovrà combattere una guerra più grande di lui e sopravvivere in un mondo che non è il suo. Chi è l'inarrestabile gigante dal cuore di ghiaccio pronto a tutto per allagare di sangue la nostra dimensione terrena, e qual è la verità sul conto di Winter? Per saperlo, dovrà abbracciare il destino e scoprire cosa è riservato ai figli della tempesta... -
Soli contro tutto. Seconda edizione di un romanzo non autorizzato
È una Roma vera, nascosta e commovente: la Roma meticcia. Il rapper di ""Assalti Frontali"""", viene risucchiato dentro una scuola elementare dal nome orientale: Iqbal Masih. Siamo nella periferia romana e intorno a questa scuola si incrociano due mondi, quello formato da bambini, maestre e genitori che organizzano la resistenza contro il decreto Gelmini e quello di un campo rom non autorizzato che spunta una mattina di settembre proprio lì vicino. C'è solo una strada, via Casilina, che separa le due realtà: di qua la scuola, occupata e piena di striscioni per attirare attenzione, di là i rom romeni, nascosti e accucciati dentro un canalone per sopravvivere agli sgomberi..."" -
Conquista il tuo quartiere e conquisterai il mondo. La mia vita con il rap
«Militant A degli Assalti Frontali è uno dei pionieri dell'hip hop italiano, e in questo libro racconta una parte della sua storia, quella legata ai viaggi, all'educazione, alla ""predicazione"""" del verbo rap. Un diario e un romanzo appasionante e vero» - Robinson, La RepubblicaTorna il pioniere del rap italiano e leader del gruppo musicale Assalti Frontali con un libro che si può leggere alternativamente come un romanzo, un diario di viaggio, un manuale per imparare l'arte di rappare. Militant A narra così la sua specialità degli ultimi tempi: il laboratorio rap. La sfida è quella di creare un gruppo, gestire l'energia collettiva e tirare fuori da ciascuno la poesia che non ti aspetti. L'azione si svolge come un filo unico nelle scuole e nei quartieri di Roma e d'Italia, in Libano al confine con la Siria, nei campeggi di vacanza in riva al mare, nel lago della Snia ribattezzato il Lago che combatte, in un piccolo paese diventato grande per la sua lotta: Casale Monferrato. Attraverso i racconti delle persone e le rime che ne pennellano i ritratti, si crea un'atmosfera comune che ha l'obiettivo di favorire la libera espressione e la capacità di fronteggiare situazioni di stress, di accrescere l'autostima e avvicinare centinaia di ragazzi alla musica, alla poesia, alla memoria, ai diritti umani, alla vita, per creare una comunità che racconti di sé nel contesto in cui vive e che lanci messaggi al mondo altrimenti sconosciuti. Questo libro è rivolto non solo alle migliaia di fan che continuano ad affollare i concerti di Militant A, ma anche ai molti docenti impegnati nell'insegnamento delle tecniche poetiche e musicali presso gli studenti delle scuole elementari, medie e nei licei."" -
Roma brucia. Quarant'anni di musica capitale
Il primo libro di sempre dedicato al panorama rock (e dintorni) romano del passato e del presente: oltre duecentornartisti trattati, centinaia di recensioni di dischi e concerti, interviste, fotografie.rnrnDalla seconda metà degli anni ’70 il punk ha cambiato il volto del rock, creando una linea di demarcazione trarn“prima” e “dopo”: nuovi stili, nuovi atteggiamenti e nuovi modi di proporsi al pubblico e sul mercato si sono affermati ovunquernnel mondo con effetti tutt’oggi evidenti. In questo quadro anche Roma si è ritagliata un suo spazio, dando vita a centinaiarndi realtà significative che a volte hanno conquistato le luci dei riflettori e in altri casi sono rimaste più di culto: dal punkrndei Bloody Riot al folk-rock de Il Muro del Canto, passando per il combat-rock della Banda Bassotti, il rap degli AssaltirnFrontali, la nuova canzone d’autore di Max Gazzè, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Tiromancino e Riccardo Sinigallia,rnl’indie de I Cani, fino a band affermatesi pure all’estero come Zu e Giuda, la Capitale non ha mai mancato di offrire musicarnpersonale e di grande interesse.rnNei suoi oltre quattro decenni di attività giornalistica, Federico Guglielmi è stato testimone oculare e puntuale cronista dirnquanto accadeva nell'ambito della nuova musica nazionale, con migliaia di recensioni e centinaia tra approfondimenti erninterviste. Un'ampia selezione di quanto da lui scritto a proposito delle tante scene che si sono avvicendate e sovrapposterna Roma è stato ora raccolto in questo libro prezioso per la quantità e la varietà del materiale, ma soprattutto perché costituitornda testimonianze in massima parte contemporanee agli eventi e non ricostruite con il senno di poi. -
Africani marocchini terroni. Gli Underage, il punk hardcore italiano e il circuito delle autoproduzioni negli anni Ottanta
Con centinaia di illustrazioni, per la prima volta un libro racconta l’esplosione del punk in Italia dalla prospettiva del Sud del Belpaese.Questo libro è la storia parallela di una musica, il punk, e del suo incontro con le (dis)avventure di un gruppo di ragazzi, che agli inizi degli anni ‘80 irrompe sulla scena italiana e si affaccia dalla finestra napoletanarncon la voglia di cambiare il mondo, cercare di azzerare tutto quello che non va, di lottare per ideali di pace tra concerti infuocati in città e volantinaggio selvaggio, di viaggiare e confrontarsi con altre realtà italiane, dirnribellarsi, di registrare un disco ed essere parte attiva dello ZX, locale unico nel suo genere a Napoli e fulcro vitale di certa musica.rnQueste pagine sono anche il racconto di persone reali, figure che hanno fatto la storia di certo underground italiano e di un ambiente dove le amicizie vere, gli scambi epistolari, i primi dischi e i raduni storici diventaronornun tutt’uno.rnGli Underage rappresentarono l’inizio di un movimento musicale nella Napoli dei primissimi anni ‘80, una città letteralmente a secco di stimoli nuovi. Lanciarono un seme che sarebbe cresciuto con la nascita di altre bandrne l’apertura di due centri sociali sul finire del decennio, l’Officina 99 e il Tien’a Ment. -
Shock antistatico. Il post-punk italiano 1979-1985
C'è stato un momento, all'inizio degli anni Ottanta, in cui l'Italia musicale si è trovata magicamente in sintonia con quanto stava avvenendo nel resto del mondo. Da un lato l'estremizzazione del punk rock originario stava producendo la mutazione hardcore, musica velocissima, cruda, con testi di protesta e un'attitudine riottosa e senza compromessi, dall'altro c'era una scena comunemente definita post-punk o new wave. Definizioni quasi generiche che indicavano l'evoluzione dai tre accordi di base verso suoni inediti e sperimentali: alle chitarre si aggiungevano sempre più comunemente tastiere, sintetizzatori, fiati, archi, che aggiungevano arrangiamenti complessi e inediti. Tutta Italia fu interessata da quest'onda inedita, la cui particolarità era proprio quella di non avere confini ben definiti, un tratto che favoriva quindi i musicisti e gli artisti più coraggiosi. Prendendo spunto dal suono fresco ed entusiasmante di Joy Division, Pop Grop, PiL, Bauhaus e Human League, centinaia di band uscirono orgogliosamente dalle sale prova, formando una scena nazionale ricca di talento. Troppo facile ricordare solamente Diaframma, Litfiba, Denovo, Pankow, Jo Squillo Eletrix e Gaznevada, dietro a cui si muovevano nomi meno conosciuti, ma altrettanto interessanti e degni di (ri)scoperta. ""Shock antistatico"""" racconta cosa è successo in quel quinquennio - o poco più - che ha lasciato in eredità band e dischi indimenticabili, puntualmente collezionati (e ristampati) ancora oggi. Decine di storie che vanno a comporre un quadro d'insieme, con interviste inedite a molti dei protagonisti e discografia selezionata."" -
Il malvagico. La saga di Iiisodàar. Vol. 1
In un Mondo Parallelo dove tutto ciò che credevi impossibile, diventa possibile, vive Adam, un ragazzo inconsapevole della propria natura.Sa di essere diverso dagli altri, ma non immagina quanto, non sospetta che la sua diversità va ben oltre l'aspetto fisico, imponente e sgraziato.Adam, infatti, è un Malvagico, un mezzosangue generato nella violenza. Una violenza che sta risvegliando la Bestia sopita dentro di lui.Proprio per questo il Gran Consiglio dei Guardiani ha decretato l'estinzione della sua razza. Adam è l'ultimo e molti lo cercano, chi per ucciderlo, chi per impossessarsi del suo potere e chi invece per aiutarlo.Inizia così il suo lungo cammino verso la salvezza, la fuga dal Mondo Parallelo, un'avventura mozzafiato che condurrà all'inevitabile scontro tra Bene e Male, ma anche a un legame profondo tra Adam ed Ev, una ragazza proveniente dalla nostra dimensione. Un legame che porterà il ragazzo a una nuova consapevolezza e a combattere contro la propria natura malvagia. Età di lettura: da 12 anni. -
Il patto
Cosa fa uno studente del sud fuori sede a Bologna chiuso nel suo appartamento a mezzanotte del 15 agosto, terrorizzato e solo? Chi è veramente la ragazza che ha incontrato in un locale mai visto del centro storico, conosciuta tramite Internet? E cosa c'è dietro l'invasione delle nuove tecnologie e di strumenti come Internet nella nostra vita? Che legame c'è, infine, con la situazione attuale di crisi delle istituzioni, di degrado dei valori e di decadimento della morale? E chi lo aveva previsto? La spasmodica ricerca, tra misteri e strane coincidenze, di un ragazzo per salvare la propria vita in una Bologna misteriosa e allucinata. -
Sandy Grayson. Vol. 2
Siamo nella prima metà dell'ottocento, nel Nord America, lo scenario si apre su una delle molteplici cittadine della frontiera americana, colma di pionieri, avventurieri e faccendieri di ogni sorta; ed in mezzo a questi troviamo Sandy, una graziosa ragazza non ancora trentenne che tira a campare come meglio può. La frontiera americana si rivela quindi un mondo ricco di personaggi coloriti ed inverosimili e, seppur con evidenti differenze, l'atmosfera che si respira è un chiaro ed affettuoso omaggio a Zagor.