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Viola & la tata. Il giardino incantato
Viola è una bimba di 4 anni, che ama ascoltare magiche favole raccontate dalla sua Tata perché la trasportano in mondi incantati. Un giorno scopre che in questi viaggi fantasiosi è nascosto il suo destino di bimba e di donna adulta. E lo scopre proprio nel giardino di casa sua. Cosa accadrà di tanto speciale? Cosa le sta riservando il futuro? Grazie alla sua Tata, Viola scoprirà attraverso meravigliosi incontri, cosa si nasconde di così speciale in quel giardino. Un racconto fantasy per bambini che li aiuterà ad apprezzare e ad amare tutti i giardini di casa. Ma non finisce qui! Età di lettura: da 4 anni. -
Io vedo solo un amico, non un colore
Temendo la realtà del razzismo e la mancanza reale di mescolanza culturale, Fernando attira l'attenzione dei suoi genitori verso gli atti discriminatori che possono essere vissuti da alcune persone appartenenti ad altri colori della pelle o ad altre culture. Diventa quindi amico di René, vittima del razzismo; amici per la vita per far capire che è la diversità che rende bello il mondo in cui viviamo, perché per lui è importante dire: ""Io vedo solo un amico, non un colore!"""" Questo per il futuro positivo dell'Italia e dei bambini. Questo libro non è solo una favola per bambini ma soprattutto uno strumento pedagogico che aiuti l'educazione dei bambini all'integrazione interrazziale e all'accettazione degli altri nelle loro differenze culturali, sociali, religiose: «Noi bambini, siamo il futuro della terra in generale e il futuro dell'Italia in particolare. Se capiamo adesso che non ci sono differenze reali tra umani, allora questo futuro è bello perché abbiamo capito che siamo come i colori che fanno l'arcobaleno, ed è solo tutti insieme che facciamo questa bella cosa nel cielo!»"" -
Carlo Afan de Rivera. La politica e la modernizzazione conservativa nel Regno delle Due Sicilie
Nel 1848 Carlo Afan de Rivera, longevo e scomodo direttore Generale di Ponti e Strade, Acque, Foreste e Caccia, diede alle stampe una monografia di grande rilievo storico e politico: ""De' mezzi più efficaci da procacciar lavoro agli operai facendo valere i vantaggi naturali"""". Fu un documento strategico con il quale egli concepì una modernizzazione del regno delle Due Sicilie basata su importanti opere pubbliche come bonifiche, strade, ponti, porti, in una moderna e razionale ottica sistemica. Ma fu anche il manifesto di un liberal-costituzionale che intendeva arginare la rivoluzione dei popoli in atto in buona parte d'Europa e rafforzare la monarchia, promuovendo interventi diretti dello Stato e dei privati per dare lavoro e sostegno agli operai. Un'opera che ci racconta i gravi disagi e le innovazioni di un paese stretto nella morsa del progetto unitario e del dilagante socialismo."" -
Porto di Salerno. Una storia lunga dieci secoli
Un antico e famoso motto popolare, che suonava così: ""Se Salem o avesse o puorto, Napule bello sarria muorto"""" (che tradotto: """"Se Salerno avesse il porto, Napoli bella sarebbe morta""""), testimonia l'innato interesse popolare per quello che sarà definito un punto nevralgico dello sviluppo economico provinciale e la smisurata fiducia nelle sue potenzialità. Realizzare il porto non è stata impresa agevole in quanto fattore limitazionale allo sviluppo dell'infrastruttura fu il ciclico fenomeno dell'insabbiamento, dovuto alle caratteristiche geomorfologiche del litorale salernitano, che rendeva impraticabili i fondali interni al lungo molo. Questo lavoro è frutto di una appassionata ricerca sulle origini marinare della città di Salerno che diventò non solo capitale di un potente principato, ma anche e soprattutto, all'apice della sua ascesa politica, porto di rilevanza internazionale del Mediterraneo. Prefazione di Pietro Spirito e interventi di Stefano De Luca, Giuseppe Iannacone, Antonia Autuori e Agostino Gallozzi."" -
I regni di Napoli e Sicilia nel XVI secolo. Dalla battaglia di Cerignola alla conquista del Portogallo
I regni di Napoli e Sicilia sono al centro di cinque saggi destinati a far luce su aspetti chiave dell'intreccio tra Italia e Spagna nel Cinquecento. L'attenzione si focalizza sul genio del Gran Capitano e l'alterigia del Duca d'Alba e di Papa Paolo IV, sulla battaglia di Cerignola, fondamento dell'arte militare moderna, sugli assetti interni del regno di Sicilia sotto Carlo V, sulla flotta napoletana nei disegni egemonici di Filippo II e sull'occupazione del Portogallo col determinante apporto delle milizie italiane. Sono definiti profili e chiaroscuri. Se ne ricava il senso profondo di un protagonismo di Napoli e Sicilia nella Monarchia asburgica su cui la prosterità non si è mai adeguatamente soffermata. -
Fondamenti di medicina tradizionale cinese. Quaderno di appunti
L'autore parte dalla medicina tradizionale cinese, analitica e scompositiva, per arrivare alla sintesi dell'Occidente: la materia si converte in energia se va veloce come il doppio della luce e parallelamente lo spirito e la materia sono Ying e Yang: i saperi si fondono, gli opposti si completano. Le vicende di una storia antica della tradizione cinese si integrano con i dati scientifici attuali: il benessere e la salute vengono dopo aver mangiato bene, poi viene la vita di relazione, poi la consapevolezza. -
La Noce maga di Benevento estirpata da S. Barbato
«Sott'a l'acqua, sott' 'o viento, sott'a la noce 'e Beneviento» è una delle varianti dello scongiuro che le streghe avrebbero intonato nel mettersi a cavalcioni della scopa che le avrebbe condotte al sabba, nome che - secondo una ardita etimologia - deriverebbe dal fiume Sabato, nei pressi di Benevento, dove veniva celebrarto intorno a un noce. La storia, a differenza della leggenda, parla della sopravvivenza nella Benevento ducale del VII secolo, di un culto longobardo della vipera (per la precisione dell'anfisbena, serpente a due teste riprodotto anche a mo' di simbolo in alcune vedute della città). Tale culto fu definitivamente sradicato da san Barbato, che si incaricò di abbattere l'albero sotto cui si radunavano i Longobardi ancora pagani, riuscendo a convertirli alla vera fede. La vicenda ispirò al protomedico beneventano Nicola Piperno senior un trattato scientifico (Della superstidiosa Noce di Benevento) e a suo figlio Nocolò il presente dramma ""La Noce maga di Benevento"""", pubblicato postumo nel 1682, che venne rappresentato a Benevento (1665) che a Roma (1666)."" -
L' eruzione vesuviana del 1872
Tra aprile e maggio 1872 il Vesuvio dà vita a una delle più importanti e spettacolari eruzioni del XIX secolo. Di quell'evento sono testimoni d'eccellenza due importanti napoletani: Francesco Mastriani e Luigi Palmieri, un famoso scrittore e un geniale scienziato. Ciascuno scriverà una cronaca di quegli eventi ma dal proprio punto di vista e con le proprie finalità. In questo volume i due scritti sono riuniti e messi a confronto per la prima volta, accompagnati da un saggio introduttivo che ricostruisce l'importanza delle due opere nel contesto storico-scientifico del tempo. -
Michele 'o Pazzo lazzaro e giacobino. Perché è fallita la Rivoluzione napoletana del 1799
La storia di Michele Marino, un capo lazzaro passato al giacobinismo e di solito trascurato dalla storiografia, viene restituita in questo libro alla memoria della Rivoluzione napoletana, e con lui viene individuato il ruolo delle classi popolari nell'esperienza repubblicana, aprendo la possibilità di una lettura del tutto inedita dell'intera tragedia del Novantanove. -
Sul Bolognino di Lucca 1717-1790-1835
Mosso da una semplice curiosità iniziale riguardo le emissioni del 1835, l'autore ha cercato di definire con un metodo scientifico i vari aspetti stilistici e morfologici di tutte le emissioni dal 1717 in poi. Ne è risultato un primo tentativo di analisi figurativa e statistica su un nominale chiave della monetazione lucchese del '700: il Bolognino. -
La Real Fabbrica d'armi di Torre Annunziata. L'impatto delle manifatture belliche nel Regno di Napoli e d'Europa nell'età moderna
Le armi da fuoco furono fautrici di una vera e propria rivoluzione che sconvolse l'Europa dell'Età moderna e la sua società. Tale svolta non solo mutò il modo di concepire ed intraprendere la guerra ma fu determinante nel processo di formazione e consolidamento degli Stati-nazione. Nessun paese del vecchio continente rimase insensibile all'opportunità di ritagliarsi un ruolo di rilievo all'interno del mutato scenario, figlio del rinnovamento apportato dalle bocche da fuoco e dai vantaggi, non solo economici, da queste derivanti. Non fecero eccezione gli Stati preunitari italiani né tantomeno il Regno di Napoli che raccolse prontamente questa importante sfida. Grande fu la fioritura e la laboriosità di manifatture, statali e non, che alimentarono l'apparato bellico napoletano. Tra le più importanti e ragguardevoli spiccò la Real Fabbrica d'Armi di Torre Annunziata la quale visse la sua ""età dell'oro"""" tra la fine del Settecento e la prima metà dell'Ottocento. La sua genesi, la capacità produttiva e l'impatto sulla città, che tuttora ne ospita la struttura, rappresentano i temi dai quali questo studio trae origine e fondamento."" -
Lo 'Nfierno. L'Inferno di Dante in lingua napoletana
Per commemorare Dante in occasione del settecentesimo annuversario della sua morte e per togliere dall'oblio Domenico Jaccarino viene ora riproposta Lo 'Nfierno, opera pubblicata nel 1870 e più volte riedita nel corso dell'Ottocento. Sulla traduzione dello Jaccarino, Francesco Mastriani scriveva ne «La Domenica, Cronaca della settimana», n. 38 anno II, del 27 luglio 1867: «Sentiamo il debito di tributare una parola di elogio al sig. Domenico Jaccarino, per la difficile traduzione in dialetto napolitano, ed in versi, che egli sta pubblicando dello Inferno del Dante nel suo giornale Partenope. Quando si pensi alla difficoltà di ridurre nel linguaggio del nostro volgo Napolitano gli altissimi concetti del gran poeta italiano non si può far a meno di riconoscere nel sig. Jaccarino un merito non comune in questa sorta di lavori che chiedono un profondo studio del nostro dialetto e una piena intelligenza del testo.» -
Francesco II e la Sicilia. La guerra del 1860 nei documenti della monarchia borbonica
Nell'estate del 1860 la rivoluzione nazionale italiana sbarcò in Sicilia. Già bella primavera, i liberali e gli unitari isolani avevano dato il via, con il moto della Gancia, a una sequenza ininterrotta di rivolte e insurrezioni che misero in discussione, come era già stato nel 1820 e nel 1848, la legittimità della monarchia borbonica. Gli apparati dello Stato si mobilitarono, provando a contrastare la rivoluzione attraverso tutti i mezzi, gli uomini e le risorse disponibili. Per i borbonici, fu la guerra per l'indipendenza, in conflitto da cui sarebbe dipesa la sopravvivenza delle Due Sicilie e che oppose Francesco II, l'alterego, gli ufficiali, i militari e gli amministratori borbonici agli storici detrattori della monarchia. -
Ll'Ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo Mandracchio
«L'antologia che qui si propone ai lettori di Orazio e ai cultori di storia napoletana è tratta da un'opera ormai quasi dimenticata e pressoché introvabile, che Gabriele Quattromani pubblicò a Napoli nel 1870 col titolo lunghissimo ""Ll'Ode de Q. Arazio Fracco-Travestute da vasciajole de lo Mandracchio co quacch'auta stroppolella fujeticcia pe fa venì lo suonno"""". Un volume composito, dunque, nel quale i """"travestimenti"""" di Orazio, sono accompagnati da composizioni di vario genere ed ispirazione. Anche se molte di queste ultime, apparse in precedenza su famose riviste letterarie napoletane del tempo quali l'Omnibus e l'Omnibus pittoresco, sono tutt'altro che """"fujeticce"""" come vorrebbe far credere il suo autore, la gloria del volume è effettivamente rappresentata dalle versioni in napoletano delle odi del Venosino, e dal preziosissimo apparato lessicale che la correda.»"" -
Dante essoterico. Squarciando il «velame de li versi strani». In appendice: Benedetto XV, «In praeclara summorum»
Squarciando il ""velame de li versi strani"""" contro le leggende del Dante esoterico, cataro, eretico, islamico, Fedele d'Amore, il Dante essoterico della Divina Commedia perfettamente ortodossa."" -
Soldati campani nella guerra civile spagnola
Il libro interamente dedicato ai soldati campani che presero parte alle operazioni militari di Spagna, tra il 1936 e il 1939, con l'esercito di Franco. La pubblicazione si apre con un'analisi complessiva della guerra civile di Spagna affidata allo storico spagnolo Dimas Vaquero Peláez (Universidad de Zaragoza) e prosegue con un approfondimento sul ruolo dei cappellani militari campani firmato da Salvatore De Chiara, responsabile del Civico museo di storia militare di Aversa. Si raccolgono poi le testimonianze di Rocco Granata, discendente del combattente Marcellino Roma di San Marcellino (CE), e di Carmine Cozzolino, nipote dell'aviatore pluridecorato Federico Cozzolino di Scafati (SA) di cui sono accluse le preziose lettere alla madre. Il testo si chiude infine con l'Albo di decorati al valor militare redatto da Gaetano Surdi, presidente dell'Unione Nazionale Sottufficiali Italiani - Sezione di Capua. -
Storia di un combattente 1943-1945. La guerra civile in Italia attraverso il racconto di un protagonista
Sembra la trama di un romanzo bellico o il copione di un film neorealista ambientato nella Seconda guerra mondiale, invece è la storia vera e documentata di un giovane soldato modenese, Ugo Giugnarelli (1923-1996), che dopo l'8 settembre militò nella Xª Flottiglia MAS e in altre divisioni volontarie della Repubblica Sociale Italiana, combattendo in Slovenia, ad Anzio-Nettuno, in Piemonte ed in Emilia-Romagna. Originariamente redatto nel 1970 attraverso una serie di audiointerviste, il Diario di Giugnarelli fornisce un'interessante e inedita testimonianza sulla guerra civile che insanguinò l'Italia tra il 1943 e il 1945. Il testo, ora per la prima volta pubblicato, è preceduto da un saggio introduttivo di Maurizio Erto che ricostruisce le ultime vicende del fascismo repubblicano e l'intera carriera militare del protagonista, compresa la successiva esperienza nella Legione straniera francese e il ritorno nella vita civile trascorsa a Pozzuoli, in provincia di Napoli. Oltre a numerose immagini e documenti d'epoca, completano il volume un'appendice di fotografie e la testimonianza dei figli di Giugnarelli. -
Contrabbandieri e corsari napoletani nella rivoluzione di Corsica (1757-1768)
Dal 1729 al 1768 la Corsica è stata attraversa da una serie pressoché continua di sollevazioni contro il dominio genovese. In un contesto insulare lo sforzo bellico dei sollevati è dipeso dai rifornimenti ottenuti attraverso il contrabbando marittimo, grazie da una variegata costellazione di attori internazionali. Nell'ultima fase del conflitto, quella più marcatamente rivoluzionaria - quella in cui la sollevazione contro Genova è diventata generale, ed è stata vittoriosa - la caratterizzazione del contrabbando marittimo è cambiata: la variegata costellazione di attori ha lasciato il posto ad un unico protagonista, la marineria napoletana. Non solo, nel momento in cui la sollevazione è diventata rivoluzione, il conflitto, fino a quel momento combattuto esclusivamente in terra, si è esteso al mare, nella forma dell'azione corsara contro i bastimenti mercantili genovesi. E anche qui, nella nuova dimensione marittima del conflitto, la marineria napoletana è stata protagonista, con non pochi contrabbandieri che si sono messi al servizio della causa rivoluzionaria come corsari. -
Caserta 1945. La Costituzione e la Repubblica. La relazione dell'avvocato Giovanni Franzese ai giovani della Democrazia Cristiana
Determinare una svolta radicale nella storia d'Italia, dopo venti anni di dittatura che avevano evidenziato le gravi responsabilità della Casa regnante prima nel frenare la crescita democratica del Paese e poi nell'agevolare l'ascesa al potere del Fascismo, costituì il terreno di confronto fra i partiti che avevano contribuito alla Resistenza contro i nazifascisti. Queste forze, sia pure con diverse prospettive, si impegnarono a restituirono al popolo il potere costituente con cui riformare lo Stato su un patto politico non più imposto dall'alto, ma affidato ai rappresentanti della nazione. -
Avvenimenti di Napoli del 15 maggio del 1848. Cause, giornata in se stessa, conseguenze
«Al disinganno dei traviati Concittadini l'autore, amico della Patria, questi ragguagli consagra». Il 15 maggio del 1848 è nell'immaginario comune una giornata assurta quasi a mito: da un lato gli scrittori filorivoluzionari ne hanno fatto un punto di volta del tentativo di ""modernizzazione"""", dall'altro anche gli autori """"reazionari"""" o """"conservatori"""" ne hanno subito il fascino. Di grande importanza è dunque il resoconto analitico dell'allora capitano dei Cacciatori della Guardia conte Gennaro Marnili, che descrive gli eventi napoletani di quella giornata attraverso un freddo resoconto militare: dall'alba al tramonto ogni singolo scontro viene descritto quasi chirurgicamente, con la massima obbiettività possibile. Prima e dopo la distaccata narrazione, però, l'autore ne indaga le cause e cerca di delincarne le conseguenze.""