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I Vangeli
Intorno al 329 d.C. Giovenco, sacerdote spagnolo, vissuto alla corte di Costantino, traduce i quattro Vangeli in esametri. La narrazione, esauriente e fedele ai suoi testi di riferimento, ripercorre la vita di Gesù, dalla nascita a Betlemme fino alla resurrezione e alle apparizioni agli apostoli. Proponendosi con tale poema di raggiungere la difficile sintesi tra la cultura classica e quella cristiana, Giovenco crea un nuovo genere letterario, quello dell'epica biblica, che gli fa ottenere fama e apprezzamento in tutta l'epoca medievale. -
Preparazione evangelica. Vol. 3
Preparazione evangelica può essere considerata un vero e proprio monumento dell'intera cultura occidentale: si tratta di uno scritto che, pur appartenendo al genere letterario dell'apologetica, si colloca nella storia della cultura e della filologia, in quanto uno dei più straordinari florilegi di autori dell'antichità classica mai pervenuti. Non c'è scrittore, poeta, storico o filosofo, di cui Eusebio non citi almeno una volta un passo o un verso. Sotto questo profilo l'opera ha il pregio innegabile di aver contribuito a meglio comprendere autori i cui testi ci sono pervenuti e a farci conoscere testi di autori altrimenti sconosciuti. Il presente tomo completa la pubblicazione del testo. -
Spiegazione dei misteri
Scritto intorno al 364 e il 366 d.C. la Spiegazione dei misteri di Ilario di Poitiers è un breve saggio di esegesi spirituale che nelle intenzioni dell'autore deve essere di guida nella lettura e nella spiegazione della Bibbia. L'autore parte dal presupposto che l'Antico Testamento è una preparazione alla nuova alleanza e le sue figure sono pienamente comprensibili solo alla luce degli avvenimenti del Nuovo Testamento. Il compito dell'esegeta pertanto è di togliere tale velo e spiegarne il senso e la portata. Destinatari del testo sono i chierici, cioè un uditorio colto cui il vescovo insegna le regole che devono guidarli nel ministero della predicazione. -
Epitaffi epigrammi
Una piccola Spoon River cristiana del IV secolo lascia intravedere la rete di amicizie familiari e personali di Gregorio. Ampia e variegata la produzione di Gregorio di Nazianzo, segno della ricca cultura e della fine educazione letteraria di un autore capace di ""inventare"""" la poesia cristiana in lingua greca. Il presente volume raccoglie i suoi epitaffi e gli epigrammi. La madre Nonna, il fratello Cesario, l'amico Basilio, la sorella Gorgonia. Sono alcuni dei destinatari dei 129 Epitaffi: brevi componimenti funerari che raccontano di vite spezzate di giovani oppure esistenze che si spengono in una lunghissima vecchiaia. Di argomento vario sono invece gli Epigrammi che vanno dai temi più intimi e personali alla più ampia e aspra critica di costume e sociale: quelli in cui prende di mira il modo di vita degli agapeti o si scaglia contro i violatori di tombe."" -
Vita latina di Santa Melania
La biografia della nobile romana, personalità di spicco, monaca e asceta della tradizione patristica venerata come santa sia in Oriente che in Occidente. La Vita di Melania di Geronzio ripercorre la storia di Melania, giovane romana, vissuta nella prima metà del V secolo, di estrazione nobiliare e di origine senatoria. Dopo la morte precoce dei figli, d'accordo con il marito Piniano, abbraccia gli ideali di castità e di povertà, vende tutte le sue proprietà contro il parere della sua famiglia di origine - e abbandona una condizione agiata per le difficoltà e le ristrettezze di una vita ascetica fondata sugli ideali evangelici. Moltissimi beneficiarono del suo aiuto caritatevole in tutto l'impero: poveri, malati, prigionieri schiavi. Ciò le valse la grande fama di santità. A seguito del Sacco di Roma nel 410, lascia l'Italia per Tagaste in Africa, dove stringe una salda amicizia con Agostino, quindi per Gerusalemme dove fonda un monastero femminile e uno maschile. -
Il cuore indurito del faraone
Il Libro sul cuore indurito del Faraone, risalente al V secolo d.C., è un trattato attribuito a Pelagio. Si tratta di uno scritto espressione di una dottrina maturata nel Cristianesimo delle origini, il pelagianesimo, secondo la quale la santità è nelle possibilità dell'uomo. L'autore individua pertanto alcuni brani dell'Antico e Nuovo Testamento che sembrano confermare tale visione contro l'idea contraria secondo la quale Dio sceglie chi salvare e chi no. Diversi sono egli esempi scelti e commentati. Tra questi il testo si sofferma in modo particolare sulla vicenda del Faraone - nella quale il cuore indurito del Faraone lo ha reso ostinato nel proposito di non lasciare andare il popolo di Israele - che ha dato il titolo all'intero trattato. L'ampia introduzione è un ottimo sussidio alla lettura e comprensione del testo. -
Panarion. Eresie 67-73
Un trattato fondamentale per conoscere la Storia della Chiesa e delle prime comunità cristiane. Panarion adversus omnes haereses è il capolavoro di Epifanio di Salamina (310/20-403) scritto contro tutte le eresie dell'epoca. L'autore si propone di confutare le eresie che attecchivano allora all'interno delle comunità cristiane e ne considera e combatte nel testo circa 80 eresie diverse. Ad ogni eresia associa l'immagine di un serpente velenoso per il quale suggerisce un siero, da cui il titolo dell'opera ""Panarion"""" ovvero """"cassetta dei medicinali"""" da utilizzare nella lotta """"contro il veleno dell'errore"""". Anche se è stato molto discusso dai posteri per la faziosità che talora l'attraversa, è un trattato prezioso per la quantità di notizie e documenti che riporta. Il presente tomo è il terzo volume del Panarion."" -
Panarion. Eresie 74-80
Un trattato fondamentale per conoscere la Storia della Chiesa e delle prime comunità cristiane. Panarion adversus omnes haereses è il capolavoro di Epifanio di Salamina (310/20-403) scritto contro tutte le eresie dell'epoca. L'autore si propone di confutare le eresie che attecchivano allora all'interno delle comunità cristiane e ne considera e combatte nel testo circa 80 eresie diverse. Ad ogni eresia associa l'immagine di un serpente velenoso per il quale suggerisce un siero, da cui il titolo dell'opera ""Panarion"""" ovvero """"cassetta dei medicinali"""" da utilizzare nella lotta """"contro il veleno dell'errore"""". Anche se è stato molto discusso dai posteri per la faziosità che talora l'attraversa, è un trattato prezioso per la quantità di notizie e documenti che riporta. Il presente volume è il terzo tomo della serie."" -
A Costanzo. Inni
Nell'infuocato clima provocato dalla eresia ariana nella metà del IV sec., Ilario di Poitiers è tra i più accaniti difensori dell'ortodossia. Nel 359 scrive il Liber II ad Constantium: una supplica all'imperatore, pregandolo di autorizzare un dibattito tra lui e Saturnino di Arles, che lo aveva ingiustamente accusato di tradimento della vera fede evangelica. Un documento importante per ricostruire la posizione dei vescovi della Gallia, e più particolarmente dell'Aquitania, di fronte alla professione di fede di Nicea. Ilario fu il primo autore nella cristianità latina a comporre inni come strumento di acculturazione dottrinale dei suoi fedeli. Di tali testi ne sono giunti a noi solo tre: Cristo Dio in cui Ilario esprime la sua fede nell'unico Dio; La resurrezione di Cristo, inno pasquale affidato a una voce femminile che incarna l'anima del neofita da poco rigenerata nella Veglia battesimale di Pasqua; Le tentazioni di Cristo che mette in contrapposizione il primo e il secondo Adamo, l'Adamo terrestre e caduco con l'Adamo celeste vittorioso sulla morte e su Satana. -
Le cronografie
Il primo tentativo di interpretare la storia universale secondo una visione cristiana. Ad opera dello scrittore vissuto tra la fine del II e la prima metà del III secolo, il volume, mette a disposizione del pubblico questa cronaca datata all'anno 221 d.C. giunta in modo frammentario. L'opera, che si sviluppava con un continuo sincronismo tra storia del popolo ebraico e storia degli altri popoli del Mediterraneo africano, costruisce un nuovo paradigma di storia universale cristiana. I suoi presupposti fondamentali sono: la precisa indicazione dell'inizio della storia; l'impostazione cristocentrica degli eventi; l'uso della translatio imperii per la storia politica dei grandi imperi; l'intuizione del ruolo provvidenziale di Roma; l'affermazione dell'unità del genere umano; la trasmissione del sapere e della civiltà da Oriente verso Occidente. -
La preghiera del Signore
Omelie sulla Preghiera e in particolare sul Padre Nostro. Le omelie di Gregorio di Nissa sulla preghiera del Signore si possono far risalire agli anni 379-380. Con quest'opera egli si inserisce in una importante tradizione patristica di commento al passo di Matteo 6, 9-13 dove è riportato il Padre nostro. Prima di lui, infatti, altri Padri della Chiesa, Tertulliano e Cipriano tra i latini e Cirillo di Gerusalemme e Origene tra i greci, si erano confrontati con l'interpretazione di questo brano evangelico. Testo esegetico, anche se è evidente la natura omiletica di queste composizioni, l'opera è divisa in cinque omelie che passano in rassegna le sette petizioni in cui si articola l'orazione del Signore. Emerge in esse la lettura morale che Gregorio di Nissa fa del Padre nostro. La preghiera, dice il Nisseno, è un ""bene"""" perché essa ci pone alle presenza di Dio. Tuttavia questa """"familiarità"""" con Dio non può essere intesa come qualcosa di astratto ma deve avere una ricaduta concreta nella vita dell'uomo e le virtù che la modellano devono contenere un riflesso di quella giustizia, santità e bontà che riconosciamo a Dio quando lo chiamiamo """"Padre nostro""""."" -
La Trinità
Il primo trattato di argomento teologico scritto in latino a Roma. La Trinità di Novaziano, presbitero romano della prima metà del III secolo, espone la ""regola della verità"""" per definire quale debba essere la giusta fede nelle tre Persone divine e cerca di prendere le distanze da alcune dottrine eretiche allora in circolazione. La maggior parte del trattato si concentra sul Figlio, vero Dio e vero uomo, e chiarisce il suo rapporto con il Padre, ricorrendo costantemente alle Scritture. Pur proponendo in alcuni punti interpretazioni non del tutto ortodosse ciò, tuttavia, non sminuisce il valore di questo primo trattato di argomento teologico scritto in latino a Roma. L'ultima traduzione italiana de La Trinità di Novaziano è stata curata da Vincenzo Loi per la serie Corona Patrum e risale al 1975. Tre anni prima era stata pubblicata da G. F. Diercks una nuova edizione critica pienamente soddisfacente(Corpus Christianorum. Serie Latina). La presente traduzione è la prima in lingua italiana a basarsi interamente sul testo di Diercks e, nel commento, tiene conto di numerosi contributi recenti."" -
Confutazione di tutte le eresie
La ""Confutazione di tutte le eresie"""" è una delle opere più problematiche della letteratura patristica. Costituita da dieci libri, è stata ricomposta nel secolo XIX, quando si sono uniti i manoscritti conosciuti in precedenza con uno ritrovato sul Monte Athos. Ben presto venne meno l'attribuzione a Origene in favore dell'ipotesi Ippolito, alla quale, in seguito demolita, non segue a tutt'oggi alcuna proposta alternativa. Dopo un'ampia antologia filosofica segue una parte in cui si fa cenno alle dottrine magiche, astrologiche, astronomiche, numero-logiche greche, poi si passa a descrivere le eresie gnostiche. La sezione si conclude con la dottrina di Noeto, per poi passare a una feroce polemica contro papa Callisto, cui segue la descrizione degli Elchasaiti e delle diverse sette giudaiche. II X libro si conclude con una dimostrazione della verità."" -
Panarion. Eresie 42-60
Un trattato per conoscere la Storia della Chiesa e delle prime comunità cristiane. Panarion adversus omnes haereses è il capolavoro di Epifanio di Salamina (310/20-403) scritto contro tutte le eresie dell'epoca. L'Autore si propone di confutare le eresie che attecchivano allora all'interno delle comunità cristiane e ne considera e combatte nel testo circa 80 eresie diverse. Ad ogni eresia associa l'immagine di un serpente velenoso per il quale suggerisce un siero, da cui il titolo dell'opera ""Panarion"""" ovvero """"cassetta dei medicinali"""" da utilizzare nella lotta """"contro il veleno dell'errore"""". Anche se è stato molto discusso dai posteri per la faziosità che talora l'attraversa, è un trattato prezioso per la quantità di notizie e documenti che riporta."" -
Su Atanasio
Il ""De Athanasio"""" di Lucifero di Cagliari (morto nel 370 ca.), di cui qui si presenta una traduzione in lingua moderna, è uno dei cinque pamphlet che l'agguerrito vescovo rivolge con virulenza contro l'imperatore Costanzo, ben noto per il suo sostegno alla dottrina ariana. Motivo dell'attacco è il fatto che, in occasione del concilio di Milano (355), Atanasio, grande paladino dell'ortodossia nicena, fu condannato nonostante fosse absens, inauditus e innocens. Una profluvie di citazioni bibliche, alcune molto lunghe ed esondanti; stringenti argomentazioni e minacce di dannazione eterna, qua e là inframmezzate da tentativi di correzione nella speranza di un ravvedimento; uno stile scabro come la natura della sua terra; tutto ciò fa di questa opera un riferimento imprescindibile per comprendere importanti elementi della controversia ariana del IV secolo."" -
Confutazione di alcune dottrine aristoteliche
La Confutazione di alcune dottrine aristoteliche è opera in lingua greca falsamente attribuita dalla tradizione manoscritta all'apologista Giustino, la cui redazione può probabilmente essere datata tra il IV e il V secolo. L'opera si inserisce nella tradizione del pensiero cristiano antico che, a partire dalla convinzione che L'attività creatrice di Dio si collochi ab initio temporis, individua in Aristotele, sostenitore della dottrina dell'eternità del cosmo e del tempo, uno dei bersagli privilegiati della sua polemica. In questo contesto l'atteggiamento dell'anonimo autore della Confutatio appare tuttavia singolare: per difendere la creazione dal nulla egli si confronta in modo diretto - caso quasi unico all'interno della Patristica - con il testo aristotelico della Fisica e del trattato De caelo, confutandone le dottrine con argomentazioni di carattere esclusivamente filosofico ed evitando il richiamo al testo biblico quale strumento probatorio. -
Le coabitazioni
Il volume riunisce due opuscoli appartenenti al corpus asceticum di Giovanni Crisostomo. Essi trattano e contrastano un fenomeno presente nei primi secoli del cristianesimo, vale a dire la coabitazione di monaci o asceti con donne vergini. In un'epoca in cui non era ancora diffuso un monachesimo cenobitico regolare e organizzato, poteva accadere che uomini e donne decidessero di dedicare la propria vita a Dio in preghiera, ascesi e castità, vivendo insieme per beneficiare di assistenza reciproca e soccorso vicendevole. Tuttavia, per i sospetti di immoralità cui poteva dar adito e per lo scandalo che poteva procurare, tale fenomeno nel cristianesimo antico fu spesso considerato con grande sfavore. Con i due opuscoli - il primo indirizzato agli asceti, il secondo alle vergini - il Crisostomo si inserisce in una polemica già viva e ben nota ai suoi tempi, trattata da autori ecclesiastici e recepita da molti concili, consegnandoci i testi più organici e specifici che sull'argomento ci abbia lasciato il cristianesimo antico. -
Commentario all'ecclesiaste
Questo dettagliato Commento all'Ecclesiaste, attribuito per lungo tempo a San Gregorio Agrigentino, nella recente edizione critica del 2007 è presentato come dello PseudoGregorio di Agrigento. Negli anni immediatamente successivi, la ricerca filologica ha permesso di identificare come suo autore Metrofane (912 ca.), metropolita di Smirne, già noto come uno degli avversari di Fozio. Nonostante l'evo bizantino inoltrato, Metrofane continua la tradizione esegetica dell'Ecclesiaste che risale a Origene e interpreta il testo sapienziale come «libro della fisica», ovvero libro della conoscenza della natura, per la cui meditazione l'uomo può liberamente determinarsi per il suo bene. Nel commento ai primi versetti dell'Ecclesiaste, Metrofane scrive che questo libro sapienziale tratta «dell'ordine e dello stato di quasi tutti gli enti e fenomeni della natura e inoltre anche della bontà o della malvagità della facoltà volitiva degli uomini». Il Commento deve dunque essere valutato come un logos unitario, dove le singole sentenze dell'Ecclesiaste non soltanto sono commentate dettagliatamente attraverso equivalenze sintattiche, ma sono anche inserite nella trama di un disegno d'insieme circa la fisica. Il testo dell'Ecclesiaste diviene, in tal modo, un discorso epidittico sulla fisica cristiana, un discorso che però a volte s'invola in considerazioni più prettamente teologiche o - come preferisce l'autore - «mistiche». -
Raccolta antiariana parigina
Gli anni Cinquanta del IV secolo costituiscono la fase culminante e decisiva della controversia ariana ed è il momento nel quale assistiamo all'entrata in scena di Ilario di Poitiers, che ben presto diventerà in Occidente ciò che Atanasio da più di vent'anni era in Oriente. La ""Raccolta antiariana parigina"""" — per la prima volta tradotta integralmente in italiano — contiene documenti relativi alla controversia ariana (dal 343 al 366 ca), ritrovati da p. Pithou nel 1590, in un codice del XV secolo di cui non disponiamo più. Si tratta di una collezione di documenti tra i più controversi e discussi, sia per quanto riguarda l'attribuzione dei frammenti, sia per la loro collocazione storica. Nel suo complesso il dossier, molto importante per la storia delle Chiese nel IV secolo, offre il quadro di un'epoca turbata per la dottrina della fede, ma getta luce anche su alcuni tratti distintivi della personalità di Ilario: l'intuizione veloce delle situazioni, l'amore per la documentazione rigorosa, la fedeltà e il rispetto assoluto dell'ortodossia, la posizione evidentemente filo-atanasiana. Introduzione di Luigi Longobardo."" -
Omelia sulla resurrezione
Severo (465 circa-538), patriarca di Antiochia dal 512 al 518, può essere considerato uno dei principali teologi di lingua greca vissuti tra V e il VI secolo. Nel 536 le dottrine di Severo furono dichiarate eretiche dal Sinodo di Costantinopoli, e l'imperatore Giustiniano stabilì che nessuno potesse né possedere né ricopiare le opere di Severo. Questa condanna portò alla perdita pressoché totale degli scritti di Severo in lingua originale. L'Omelia sulla Risurrezione (Omelia 77) riveste un'importanza fondamentale all'interno della produzione del patriarca antiocheno, poiché si tratta dell'unica omelia di Severo a essersi conservata interamente in greco, a fronte di centoventiquattro omelie, oltre a molte lettere ed opere teologiche e polemiche, conservate solo in traduzione siriaca. Sul modello delle Quaestiones ad Marinum di Eusebio di Cesarea, Severo cerca di risolvere alcune apparenti incongruenze contenute nel racconto evangelico della Risurrezione di Gesù (il momento in cui le donne andarono al sepolcro; la questione delle ""quattro Marie"""") e discute di altre questioni ad esse correlate (i """"fratelli di Gesù""""; il luogo dell'Ascensione). Vengono qui presentati il primo profilo in lingua italiana sulla vita, la cristologia e le opere di Severo, e l'Omelia 77 in prima traduzione italiana.""