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Mente, relazione, benessere
La Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore è nata nel 1999, fondandosi su una lunga storia che ha inizio proprio con le esperienze pionieristiche in ambito psicologico di padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Ateneo. La Facoltà è presente nelle sedi di Milano e Brescia. In sintonia con la propria storia e impegnata a riattualizzarne i valori nel presente, la Facoltà fa propria una visione della psicologia radicata in una visione personalistica dell’uomo e attenta ai progressi della ricerca, che promuove con un approccio integrativo e con spirito critico. La Facoltà coltiva le prospettive applicative e di intervento che il sapere psicologico può sostenere in una pluralità di settori coniugando l’indagine scientifica con la formazione e la rilevanza culturale e sociale. -
Agricoltura, alimentazione, ambiente
La Facoltà di Agraria è stata fondata nel 1953 a Piacenza da padre Agostino Gemelli che, per contribuire a risolvere i problemi della fame nel mondo, riteneva prioritaria la formazione nel settore agro-alimentare. La missione della Facoltà, oggi come allora, è quella di garantire cibo sufficiente e sicuro per tutti. In questi settant'anni, a qualità e quantità si è aggiunta l'esigenza di produrre in modo sostenibile per permettere alle future generazioni di continuare ad abitare e a coltivare la terra. Il nuovo nome della Facoltà, Scienze agrarie, alimentari e ambientali, testimonia i tre grandi temi di ricerca che coincidono con la più grande sfida dell'umanità: estirpare l'ingiustizia della fame nel mondo, come più volte ribadito da papa Francesco. La Facoltà, per realizzare questi ambiziosi obiettivi utilizza laboratori di ricerca all'avanguardia, un'azienda agricola sperimentale zootecnica e laboratori tecnologici sofisticati, aperti a ricercatori e studenti. -
Cultura, formazione, educazione
L'occasione del centenario dell'Università Cattolica del Sacro Cuore è propizia per rivisitare i principi che hanno ispirato la nascita della Facoltà di Scienze della Formazione e che ancora ne alimentano il cammino. Le parole Cultura, Formazione, Educazione rappresentano in modo emblematico la Facoltà: ne identificano l'origine e al tempo stesso ne designano la meta; rappresentano la trama e l'ordito su cui prende forma il disegno della Facoltà. Si tratta di un intreccio fecondo che si alimenta di un sapere interdisciplinare, capace di cogliere la complessità del mondo odierno e allo stesso tempo di delineare originali prospettive di sviluppo per il futuro. Cultura, Formazione, Educazione sono le parole che potranno guidare questo processo mettendo al centro la persona, la sua dignità, i suoi diritti, le sue potenzialità e alimentando un'etica della cura, della reciprocità, dell'inclusione e della solidarietà. -
Polifonie, culture, creatività
La Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere dell'Università Cattolica del Sacro Cuore è nata nel 1990 ed è presente nelle sedi di Milano e di Brescia. Nei suoi corsi di studio mira a formare persone con solide competenze linguistiche e con la capacità di gestire la comunicazione professionale in contesti plurilingui. Sono insegnati l'arabo, il cinese, il francese, l'inglese, il russo, lo spagnolo e il tedesco; lo studente sceglie due di queste lingue, ne studia l'impianto cognitivo-culturale e ne apprende gli usi come strumenti di interazione e di comunicazione nei contesti professionali. A seconda del profilo di studio scelto, le lingue sono collegate ai saperi degli ambiti aziendali, alle relazioni internazionali, alle dinamiche della comunicazione (multi)mediale, alle tradizioni letterarie e culturali, all'insegnamento. -
Politiche, potere, popolo
La Facoltà di Scienze politiche e sociali ha assunto l'attuale denominazione nel 2012, a seguito dell'unione delle Facoltà di Scienze politiche e di Sociologia, ma è nel cuore del progetto dell'Ateneo fin dalle origini, nel 1921, quando furono avviati i corsi della Facoltà di Scienze sociali, accanto a quelli di Filosofia. La sua identità culturale pone al centro di tutte le attività didattiche, di ricerca e di terza missione i principi cardine di bene comune, dignità della persona, solidarietà e sussidiarietà. I suoi percorsi formativi sono caratterizzati da un'impostazione multidisciplinare e interdisciplinare, che è il loro punto di distinzione e di forza. Il metodo didattico che coniuga la formazione culturale e la preparazione professionale è finalizzato all'acquisizione di capacità di interpretare i fenomeni e di affrontare i problemi cogliendone le molteplici dimensioni, in grado di dare al laureato un profilo flessibile, internazionale e aperto allo sviluppo di sempre nuove competenze. -
Il sapere profittevole. Sulla storia economica della cultura
L'autore disegna il possibile tracciato di una 'storia economica della cultura': c'è bisogno - egli sottolinea - di un sapere profittevole, ovvero di un'attitudine conoscitiva che disponga all'ascolto reciproco cultura ed economia, affinché si riapra il dialogo interrotto e l'una possa tornare a trarre vantaggio dall'altra. Del resto, la nostra storia culturale ha potuto svilupparsi grazie alla permanenza di una dinamica che offre linfa vitale alla stessa economia: la tensione tra la paura e la speranza del nuovo, le cui tracce vengono riconosciute in alcune storie esemplari qui riproposte. È questa 'fune', sospesa tra paura e speranza, la cifra dell'Occidente moderno, la chiave di lettura del suo complesso e ricco panorama. -
Riflessività e coscienza simbolica
In questo volume sono raccolti diversi studi, ormai dispersi e quasi introvabili, dedicati da Roberto Nebuloni ad Adorno, Horkheimer, Marcuse, Schütz e, successivamente, a Lagneau, Madinier, Nabert, Thévenaz: diverse tradizioni di pensiero - la francofortese, la fenomenologica e infine la Filosofia riflessiva - che Nebuloni attraversa ricostruendone con scrupolo i passaggi più significativi, certamente decisivi per il pensiero filosofico del Novecento. Ma Nebuloni si volge ai propri autori anche con un forte interesse teoretico, sollecitandone fra l'altro l'impensato e aprendo così prospettive nuove, spesso disattese dalla critica. Per questa via, oltre che una corretta ricostruzione dei diversi contesti speculativi, gli scritti di Roberto Nebuloni finiscono per offrirci anche una duplice proposta di pensiero: da un lato la prospettiva che torna a prefigurare un pensiero dell'assoluto, ma in termini discreti e con il rigore di una riflessione trascendentale, dall'altra la riflessione che si raccoglie sulla potenza del linguaggio simbolico inteso come il luogo privilegiato in cui viene infine a parola l'indicibile presenza del sacro. -
Le forme del morire. La gestualità nelle scene di morte dell'«Eneide»
L'eroe virgiliano affronta vita e morte con pari tensione agonistica e - si direbbe - 'estetica'. La gestualità che accompagna la fine del guerriero nell'Eneide concorre a fare della morte di questo non il semplice atto conclusivo del vivere, bensì il suo culmine, il momento drammatico e sublime in cui il senso dell'esistenza trova espressione esemplare e, nel contempo, negazione irrevocabile. -
A servizio dello sviluppo. L'azione economico-sociale delle congregazioni religiose in Italia tra Otto e Novecento
Questo volume si colloca entro una prospettiva di lavoro organica e impegnativa. Le congregazioni religiose, soprattutto in alcune aree del nostro Paese, hanno avuto una rilevanza economica e sociale che merita di essere ripercorsa e analizzata per quanto riguarda i suoi effetti sulla storia dello sviluppo locale. Tale fenomeno deve essere studiato non solo sotto il profilo della fecondità spirituale, propria delle congregazioni religiose, ma anche rispetto al contributo offerto alle esigenze di lavoro e di vita di molte comunità locali. -
Il professionista e il sistema dei controlli. Ruoli e competenze dell'economista d'impresa
Ruoli e responsabilità del professionista d'impresa sono tornati a essere oggetto di dibattito e riflessione da parte di studiosi e operatori, in un momento in cui lo sviluppo del sistema economico è chiamato a confrontarsi con i principi di carattere etico. Diventa, per questo, quanto mai necessario individuare le reali competenze dell'economista d'impresa e, in particolare, del dottore commercialista. Grazie agli studi condotti in ambito accademico e alle esperienze maturate, Franco Dalla Sega traccia un profilo globale dell'economista d'impresa, con l'obiettivo di rivalutarne doti, abilità e reputazione. -
Français de spécialité. Économie, droit, sciences politiques
Si tratta di un'antologia destinata agli studenti di francese delle Facoltà di Economia e Commercio, Scienze Bancarie, Giurisprudenza e Scienze Politiche, interessati alla lingua delle loro diverse specializzazioni, o, come oggi si ama dire, al francese micro-linguistico dei rispettivi settori di interesse e di studio. Il manuale è costituito da 8 grandi unità tematiche, ognuna delle quali è composta da una dozzina di letture commentate dai punti di vista testuale e lessicale, e la cui comprensione profonda è guidata da un'ampia serie di domande mirate al senso. I brani sono scelti nella letteratura specialistica, nei giornali specchio dell'attualità e in fogli informativi di diversa natura. -
La prospettiva dell'appartenenza nel servizio sociale
Con questo libro Hans S. Falck - Professore Emerito della School of Social Work e del Medical College della Virginia Commonwealth University di Richmond (USA), oltre che Fellow della Royal Society of Health di Londra - ha inteso delineare una nuova teoria del servizio sociale, che si fonda su presupposti formali e scientifici in contrasto con la tradizione dell'individualismo americano. Egli considera in modo nuovo, attraverso la prospettiva dell'appartenenza, alcuni parametri fondamentali del lavoro degli assistenti sociali. Il curatore dell'edizione italiana, Francesco Villa, che ha già pubblicato in questa collana Dimensioni del servizio sociale, ha colto nella teoria di Falck una chiara suggestione a favore di un'interpretazione personalistico-relazionale del processo di aiuto: si tratta, infatti, di considerare l'uomo come persona, nella prospettiva dell'appartenenza, anziché come semplice individuo in balìa della società e, nel caso specifico, degli operatori dei servizi sociali. Secondo Falck la gestione dell'appartenenza e il miglioramento della sua qualità, a partire dai principi di connessione costante e di accessibilità condizionata, implicano e in un certo senso determinano il riconoscimento e la valorizzazione della natura personale di ogni essere umano, compresa quella dell'assistente sociale e dell'utente dei servizi. Da ciò nasce una relazionalità che non è relativismo, proprio perché il relativismo tradisce il dato dell'appartenenza. -
L' esigenza di riposizionamento del servizio cinematografico in Europa. Evidenza empirica e ruolo della comunicazione
Lo sviluppo dell'industria europea dei programmi cinematografici e televisivi ha assunto un ruolo centrale nell'ambito della politica audiovisiva dell'Unione Europea, sia perché l'industria dei programmi rappresenta un evidente elemento strategico nell'evoluzione del settore audiovisivo, sia perché i programmi, in quanto vettori privilegiati di cultura e testimonianze vive delle tradizioni e dell'identità di ciascun Paese, conservano la loro specificità in mezzo a tutti i nuovi tipi di prodotti audiovisivi che si vanno moltiplicando. Considerata così la rilevanza del tema, il lavoro parte dall'ipotesi di base che i termini del trinomio film europeo-sala cinematografica europea-pubblico europeo, in una prospettiva di rilancio della produzione in chiave di mercato, non possano che essere considerati congiuntamente. In particolare, l'attenzione viene posta, in primo luogo, sulla necessità di riposizionamento dell'offerta cinematografica, a cui si giunge attraverso la rilettura delle problematiche di gestione della sala in un'ottica volta alla valorizzazione comunicativa della sua offerta e, in secondo luogo, sull'analisi del pubblico europeo, al fine di individuare sia gli aspetti del servizio ritenuti più importanti, sia le connotazioni valoriali attribuite all'offerta cinematografica stessa. -
Ginevra
L'esordio di Giorgio Montefoschi denso di amore, morte, e tempo.rn«Sì, è il mio primo romanzo, l'ho scritto che avevo poco più di vent'anni: non di getto. Adesso lei mi chiede che impressione ho avuto nel rileggerlo dopo una infinità di tempo, perché glielo confermo: non lo rileggevo da una infinità di tempo. Allora. Se devo essere proprio sincero, le dico che, oltre alla tenerezza, ho provato stupore per il coraggio con il quale mi sono esposto. Guardi: ci sono tre giovani uomini e una ragazza molto seducente che vivono in una villa, immersa in un parco alla periferia di una città. Progettano itinerari, guardano film e documentari, raccolgono memorie, soprattutto aspettano un personaggio, si chiama Godot, che vive a Ginevra e deve tornare a salvarli. E questa è la cornice. Ma dentro, davvero, ci ho messo tutto: l'amore, la morte, il tempo, mi chiedo come ho fatto.» (Giorgio Montefoschi) -
Il museo africano
«Sentivo dentro di me con urgenza, in quegli anni, il bisogno di partire, del viaggio senza meta per andare ovunque, e insieme il disperato bisogno del ritorno.»rn""Insomma, pensavo ai luoghi, allo stare, al tempo, al movimento. Ma con una immensa nostalgia: sì, con una immensa nostalgia di tutto – questo si può capire, essendo molto giovane. Dunque, immaginai e vidi quattro giovani che attraversavano un’America sconfinata, meravigliosa, luminosa e buia come sull’orlo di una catastrofe. Immaginai e vidi un villaggio di montagna vicino al confine austriaco nel quale uno dei quattro viaggiatori si sarebbe rifugiato per sempre. Immaginai amori languidi e furibondi, e li scrissi. Pensai – e lo scrissi – che viaggiando, tornando stando ‘dall’altra parte’, mai i miei personaggi avrebbero smesso di pensare a quello che avevano perduto.”rnGiorgio Montefoschi"" -
Uffizio delle tenebre
Con una scrittura raffinata, questo romanzo segue i due personaggi in una spirale di rinunce e sentimenti, di manipolazioni e tenacia: una storia che avvolge e affascina come le spire di un serpente.rnLa storia di una vita e di due anime strettamente intrecciate fra loro: quella di una madre nevrotica e possessiva e di un figlio che le sacrifica la propria esistenza. Un rapporto tormentato, fatto di ricatti, rimorsi, slanci di ribellione, ambizioni frustrate e di un amore smisurato e difficile da accettare. -
Gli occhi dei pavoni
Questo libro, definito da Luigi Baldacci “un grande romanzo simbolista”, ha vinto nel 1979 il Premio Mondello per la miglior opera prima, rivelando il talento narrativo di Fausta Garavini.La storia di un incontro e di un legame, quello tra la protagonista e Pierre, un archeologo che diventa per lei una guida in un mondo di storie e simboli che tracciano la rotta di un viaggio dentro sé stessa. Uniti da un legame fortissimo e misterioso che trascende l’amicizia o l’amore, i due protagonisti sono come i due pavoni del mosaico della sala di Re Ruggero al Palazzo dei Normanni a Palermo che Pierre sceglie come loro simbolo: “uniti e pur divisi dalla coppa”, il segno di una comunione che annulla senza ridurre la distanza tra loro. -
I promessi sposini
L’amore tribolato tra il pappagallo Treica e ilrnrinoceronte volante Maurilio, gay dichiarati.rnNelle terre governate dal temibile GrandernCognato, discjokey con la passione per gli ellepìrndei dittatori celebri. Con questi che vorrebberninfatti utilizzare il corno del coleottero come puntina per il suo giradischi, da qui eccolornpronto a ordirne il rapimento.rnUna favola patafisica, come già I fiori blurndi Raymond Queneau, popolata da personaggirnstrampalati eppure esemplari del tempornstorico che ci riguarda tutti. Il BrigadierernInsanguinato, Maicol Gecson, Gion Elton,rnla Suora Lampeggiante, il gattino Faretto, glirnamici della “bella gente” capitanati da MalenarnTogliatti, i furetti albini cui spetta il compitorndi trasformarsi in tappeto per la cerimoniarnnuziale, Don Citarda, il granduca di Ficarazzi,rntutti lì in ordine di precipizio fino all’irruzionerndel pistolero Warren Oates. La fantasia contrornogni ottusa autorità. -
Giro di vento
Due uomini e due donne, amici milanesi di vecchia data, vanno in Italia centrale con un agente immobiliare per vedere un gruppo di case di campagna che vorrebbero comprare. Ma sulle boscose colline umbre li attende qualcosa di totalmente inaspettato. A ogni capitolo il punto di vista si sposta, in un crescendo di dubbi e illuminazioni. -
Desiderio
"Il vero protagonista del libro è il desiderio allo stato puro, irragionevole e cieco, senza età e senza amore. Desiderio tra un uomo e una donna che saranno amanti sempre e comunque, anche nelle vite in cui si reincarneranno. Matteo e Livia sono due personaggi che rimangono nell'anima, con un languore, una scia di dolorosa malinconia, come la Micol di Bassani, come certi amanti di Moravia. Come capita con i classici, che diventano esperienze nella vita del lettore. Livia è un sogno sfuggente che appare e scompare, seduttiva come seduttivo è Matteo nella sua fedeltà assoluta e cieca al desiderio di Livia, per cui è pronto a mettere tutto in discussione, anche la stessa Livia che non è all'altezza della sua passione. Nei tre tempi del romanzo risalta la permanenza del desiderio contro l'impermanenza della vita 'ufficiale': non che quest'ultima sia falsa e l'altra vera. Ma la vita ufficiale cambia e passa, il desiderio, immutato, rimane identico a sé..."""" (E. S.)"