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Fátima magica. Le apparizioni di Fátima fra cristianesimo popolare e misticismo islamico
Uno studio che rintraccia elementi di gnosi sciita e mistica sufi nei racconti dei tre pastori che nel 1917, nella località portoghese di Cova da Iria, presso Fátima, ebbero le visioni mistiche di un Angelo prima e, successivamente, della Madonna. Al di là di quell'omonimia tra il luogo che è oggi una delle mete per eccellenza del culto mariano e Fátima, figlia di Maometto e moglie del primo Imam sciita, l'autore fa luce su quello che si direbbe uno dei casi più eclatanti di sincretismo religioso popolare tra due universi culturali spesso considerati contrapposti. Un volume che colma una lacuna su un argomento che vanta soltanto una bibliografia di tipo giornalistico superficiale, catechistico e non laico, o addirittura ufologico. -
L'imperativo categorico
“L’imperativo categorico” è il testo che segna una vera e propria svolta nel pensiero di Jean-Luc Nancy. L’opera risale all’inizio degli anni Ottanta del Novecento e raccoglie una serie di saggi che il filosofo francese scrisse per alcune conferenze. Oltre ai temi principali, quelli della legge e del giudizio, il libro affronta la spinosa questione del soggetto (dalla quale prende le mosse quel movimento del pensiero francese che oggi viene ricordato come poststrutturalismo), ma anche la funzione etico-politica della filosofia. “L’imperativo categorico” rimanda a qualcosa che riguarda l’assunzione di una responsabilità dinanzi al mondo perché, come dice l’autore, l’imperativo categorico significa che il concetto di un mondo è indissociabile da quello di un imperativo, e allo stesso tempo il concetto di un imperativo puro è indissociabile dal concetto di un mondo: “Ciò che deve essere è un mondo e nient’altro che un mondo deve, assolutamente, essere messo in opera”. -
Storia dell'indifferenza. Geometrie della distanza dai presocratici a Musil
"Le immagini del mondo investono e attraversano il soggetto da parte a parte. Ne attraversano lo sguardo, lo trascinano emotivamente. Lo coinvolgono, virtualmente in modo sempre più realistico, nel mondo. Se è così, come è possibile allontanarsi dal mondo quando il mondo ci trafigge con il suo sguardo? Come è possibile criticarlo, esserne indifferente?"""" Queste domande guidano un viaggio attraverso le pieghe del pensiero occidentale alla ricerca di quell'altrove, di quella fortezza in cui si rifugia l'indifferenza che volge le spalle al mondo. Ma da quello stesso altrove, prodotto dell'arte della distanza, la critica può osservare il mondo degli uomini, per giudicarlo, conoscerlo, svelarne l'essenza." -
Un vasto paesaggio deserto
Sette racconti che mettono al centro altrettanti personaggi maschili alle prese con la propria solitudine, fisica quanto esistenziale. Una solitudine vissuta come imposizione, ma anche gelosamente custodita quale irrinunciabile presupposto di libertà e nascosta dietro la maschera che cela i pensieri più intimi. ""Un vasto paesaggio deserto"""" si caratterizza per uno scenario iperrealista, che porta in luce i più piccoli particolari dell'ambientazione in cui si muovono i protagonisti. Il ritmo del narrato, inizialmente quasi languido, si sviluppa man mano in un crescendo erotico, per poi ricadere in un'impalpabile melanconia."" -
Le fiabe felici
Questo volume raccoglie due gruppi di fiabe (datati rispettivamente 1888 e 1891) che Wilde scrisse per i suoi figli, con l'obiettivo non solo di divertirli, ma soprattutto di educarli a valori universali quali l'amore, l'amicizia, la giustizia, il rispetto della diversità, la devozione e la compassione. In questi nove piccoli capolavori estremamente attuali, Wilde unisce la morale cristiana (cui si avvicinò nell'ultima parte della vita) al suo genio incline al paradosso e all'umorismo, polemico nei confronti della società del tempo, ironico e talvolta malinconico. Re, regine, incantesimi e profezie, piante e animali con caratteristiche umane, sirene, nani, pastori e mendicanti che scoprono di avere nobili origini, maghi e perfide streghe che influenzano il destino degli uomini ma nulla possono contro la forza del vero amore, sono elementi che Wilde riprende dal repertorio classico e reinterpreta in maniera originale, sotto la lente di uno sguardo disincantato sul mondo. Il risultato sono racconti che divertono e fanno riflettere, rivolgendosi sia ai bambini che agli adulti, sempre lontano dalla retorica. Perché, come dice Wilde, ""le fiabe non sono solo per i fanciulli, ma per persone dall'animo fanciullesco d'età compresa fra gli otto e gli ottant'anni"""". Età di lettura: da 8 anni."" -
Ecologia della bellezza. I gusti della natura
È possibile una scienza della bellezza? In altri termini, si può parlare, da scienziati, di una “bellezza assoluta” in natura o, se non altro, meno relativa possibile? Ad esempio, come si dovrebbe scegliere dove istituire un parco naturale? E in che senso la barriera corallina è più bella, se lo è, delle comuni praterie di Posidonia oceanica? La scrittura vivace e irriverente di uno studioso del mare ci accompagna attraverso queste domande affascinanti, infrangendo luoghi comuni e regalandoci lo stupore della scoperta. Perché la bellezza è dappertutto, anche se la sua rappresentazione (con l’arte) e la sua protezione (con i parchi) possono portarci a non vederla se non dove qualcuno ce la sta indicando. -
Fiabe russe
"Le fiabe russe di Medvedev, più primitive e primigenie rispetto a quelle di Afanasjev, prive di dimensioni magiche e soprannaturali, possiedono una straordinaria semplicità e immediatezza. Elementi tradizionali e segmenti di altri patrimoni favolistici si mischiano a originali ritmi narrativi e soprattutto all'intenzione di presentare la vicenda così com'è nella versione popolare, che non prevede moralismi di alcuna sorta: la fiaba riprende così la sua finalità precipua, quella di essere un racconto semplice e piacevole, naif e simbolico, infantile e saggio, ambiguo e complesso che non mira a redimerci e a purificarci, ma a procurarci un momento di piacere e di distensione, oltre che di conoscenza di altre culture, di altri popoli, di altre voci del mondo."""" (Dall’Introduzione di Daniele Giancane)" -
Andrà tutto bene
Un argomento terribile (il coronavirus, vocabolo che nel libro non viene mai nominato) raccontato attraverso dieci racconti brevi e densi. Scritti utilizzando appieno gli strumenti della fantasia e della poesia, i racconti toccano elementi concreti (gli obblighi di lontananza all'aperto, le regole di igiene e di controllo, la didattica a distanza) ed elementi più psicologici e culturali: la solitudine, la psicosi, il bisogno di prossimità e di ritorno a quell'esistenza per noi più consueta — ""normale"""" — sul cui destino, allo stato attuale, non è ancora possibile fare previsioni certe. Sullo sfondo, un inno al piacere e all'immanenza di questa cosa strana e meravigliosa — la vita, e con essa la libertà — che è parte integrante del nostro tratto più biologico e umano."" -
Scena di pesca in Algeria
In una narrazione ibrida, a metà strada fra il romanzo e il racconto breve, Magani restituisce il quadro multiforme di un'umanità accarezzata con sottile ironia nelle sue incongruenze e bizzarrie, nei suoi difetti e negli umori incostanti. A cucire insieme i pezzi, in una trama impalpabile che spesso riaffiora e altrettanto spesso si inabissa per lasciare spazio alle vicissitudini dei personaggi, è la lenza con cui Ahmed il pescatore, a dispetto di ogni difficoltà, tende la sua trappola al barbo. L'apparente e leggendaria immobilità di quest'uomo che aspetta la preda fa da contraltare a una minaccia costante e imprevedibile che rende vano l'affaccendarsi dei personaggi e il loro tentativo di mantenersi a galla. Il terremoto, che ha sfigurato il volto di Algeri, è la fatalità contro cui è inutile combattere e al tempo stesso è folle anche solo pensare di arrendersi. A ogni scossa, a ogni crollo, a ogni catastrofe risponde l'urgenza della vita, la tenace speranza di risollevarsi. Nelle pagine di ""Scena di pesca in Algeria"""" si condensa la vita di ciascuno, con le vittorie, le ineludibili sconfitte e le peripezie che fanno di ogni storia apparentemente banale e trascurabile un'incredibile avventura."" -
Da qua al Uaq. Ediz. italiana e araba
L'amore non corrisposto, la discriminazione, l'abuso di potere e l'ingiustizia pervadono queste pagine componendo una narrazione che oscilla tra favola nera, fantasie infantili e allegorie di un mondo ottuso e privo di senso. La voce di Karaman si fa strada tra le crepe e si insinua, profonda e leggera al tempo stesso, nel cuore del lettore. Premessa di Pietro Floridia. -
Il Mediterraneo contemporaneo. Il XX secolo
La storia del Mediterraneo moderno e contemporaneo è piuttosto complessa, tributaria com'è del peso del passato, del capitalismo delle grandi potenze, dell'incremento demografico, degli squilibri economico-sociali, dei diffusi ritardi culturali. La seconda guerra mondiale ha smantellato gli antichi stati coloniali aprendo la porta all'indipendenza dei nuovi popoli; eppure, anche se sotto forme meno vistose e più subdole, la colonizzazione, il sottosviluppo e l'imperialismo sembrano perpetuare le antiche dipendenze. -
Sud come Europa. Carteggio (1954-1960)
I percorsi intellettuali di Vittorio Bodini e Leonardo Sciascia occupano un posto di primo piano nella storia della cultura (non solo meridionale) del Novecento. Quello che emerge dal loro carteggio è l'affascinante profilo di due scrittori curiosi e poliglotti, poeti e narratori di talento e dalle letture sterminate, con una tensione mai dismessa verso la mappatura di esperienze poetiche e letterarie che dalla provincia del Sud approdano in Europa e arrivano fino al mondo arabo-ispanico. Forse le pagine più rivelatrici dell'epistolario sono proprio quelle incentrate sull'attività di traduzione e promozione editoriale; in particolare sui progetti portati a compimento e su altri mai realizzati, come un'antologia della poesia spagnola contemporanea o una collana dedicata alle scritture antiche e moderne del Mediterraneo. Intanto, Sciascia e Bodini perfezionavano il rispettivo apprendistato letterario con la pubblicazione di opere fondamentali quali ""Le parrocchie di Regalpetra"""" (1956), """"Dopo la luna"""" (1956) e la traduzione del """"Chisciotte"""" di Cervantes (1957). Il carteggio comprende 77 pezzi distribuiti tra lettere, biglietti e cartoline postali; si apre con una lettera di Bodini dell'8 giugno 1954 e termina con una comunicazione di Sciascia datata 2 febbraio 1960. Pur con qualche lacuna e interruzione riscontrabili con l'avanzare degli anni, si può parlare di un rapporto epistolare fitto e intenso soprattutto per quanto attiene all'arco di tempo 1954-1957."" -
Transe guarigione mito. Antropologia e storia del tarantismo
Un nuovo misticismo contemporaneo fa capolino in questa raccolta di saggi che intreccia i significati legati al mito della ""tarantola"""" alla simbologia magnogreca e paleomediterranea. Uno sguardo storiografico e antropologico illumina il rituale sincretico del tarantismo decifrandone i lati oscuri attraverso nuovi documenti e recenti scoperte. Otto importanti studiosi italiani ripartono dalla grande lezione di Ernesto De Martino per scandagliare l'inquietante universo dell'animale mitico ripercorrendo il dibattito medioevale sui veleni, la magia naturale e la stregoneria, la medicina iatromeccanicistica alle soglie dell'illuminismo e le sue nuove configurazioni nell'epoca della postmodernità."" -
Silenzi
Una famiglia numerosa e piena di contraddizioni, in cui ognuno tiene nascoste le sue verità più scomode. Un alcolizzato, un consumatore di droghe leggere, un aspirante poeta, uno scienziato, ognuno con un suo modo di vedere il mondo, ma tutti abitanti di una stessa città, L'Avana, che si trasforma col passare degli anni, condizionando con le sue trasformazioni il destino di chi ci vive. Una bambina che diventa donna osserva e racconta. Non giudica ma impara dalle persone, le studia e scopre i silenzi che si nascondono dietro a ogni volto. -
Colera. Scienza, storia, costume, letteratura
Attestato già in alcuni scritti dell'antichità, il colera raggiunse l'Occidente e assunse la terribile fama di pandemia nell'Ottocento, con il progresso commerciale che determinò l'esodo della popolazione dalle campagne e dai borghi rurali verso le città: oggetto di una vera e propria invasione, queste ultime divennero l'ambiente privilegiato per l'insorgenza di malattie a diffusione oro-fecale, a cominciare proprio dal colera, che proliferava soprattutto nelle periferie sovraffollate, dove anche le più elementari norme igienico-sanitarie erano disattese. Raccogliendo una mole enorme di documenti, Piero Grima racconta i progressi e il disorientamento della scienza, la paura e il coraggio del popolo davanti al banco di prova di un morbo che lasciò dietro di sé una lunga scia di morte. Nella parte dedicata agli intrecci fra quest'epidemia e le arti, di grande interesse i casi delle misteriose morti di Leopardi e Cajkovskij, a lungo attribuite - forse erroneamente - al colera. -
Tubercolosi. Scienza, storia, costume, letteratura
Il viaggio di Piero Grima nella storia delle grandi epidemie che hanno funestato l'umanità prosegue arrivando nell'Ottocento, il secolo della tubercolosi. Nota anche come ""mal sottile"""" o """"mal di petto"""", questa malattia subentrò gradualmente al colera e imperversò fino a buona parte del Novecento, provocando milioni di decessi, spesso fra persone nel fiore degli anni. La tubercolosi non è propriamente una malattia dell'età moderna: se ne trovano infatti tracce su scheletri del Neolitico e su mummie egizie, nonostante la portata epidemica del morbo si manifesterà solo a partire dall'Ottocento, legata ai guasti dell'urbanesimo."" -
Serbia hardcore
Brillanti e beffarde, colte e irriverenti, queste short stories in presa diretta raccontano di Belgrado e della Serbia in una travagliata fase di transizione della loro storia, andando a comporre una sorta di romanzo in frantumi di una comunità lacerata, che vive in bilico tra un ""passato che non è mai passato"""" e dal quale si ereditano conflitti, tragedie e derive nazionalistiche, e un futuro appeso all'incertezza e allo scetticismo, ancora legato all'ombra di una colpa collettiva. Con una scrittura nutrita da uno sguardo disilluso e amaramente ironico, in """"Serbia hardcore"""" Velickovic denuncia da un lato un regime che soffoca critica e dissenso, dall'altro un Occidente che mentre si proclama libero e democratico getta bombe """"intelligenti"""" nel cortile di casa dei suoi vicini."" -
Il tesoro della Grancia e altre storie lucane
Una raccolta di favole e leggende legate a doppio filo alla tenace gente della Basilicata. Leggende popolari frutto di pura invenzione o intrecciate alla storia vera, a cominciare dalle apparizioni dei briganti, compongono l'universo narrativo in cui Donato Altomare – da grande curioso di genti, paesi e racconti – conduce il lettore con l'entusiasmo e la viva passione di un ragazzino. Da Matera a Potenza, passando per Maratea, una mappa di storie che attraversa undici paesi della Basilicata e apre a un mondo di magia e tradizioni. -
Vaiolo. Scienza, storia, costume, letteratura
L'Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha dichiarato eradicato nel 1980, ma il vaiolo resta un rebus scientifico che ancora oggi diversi team di ricercatori nel mondo stanno tentando di sciogliere: è giallo sull'età della malattia, sulle sue origini e soprattutto sulla sua evoluzione. Comparso sporadicamente già nell'antica Grecia e nell'Egitto dei faraoni, il ""morbo che lascia il segno"""" - così era definito per via delle terribili cicatrici che lasciava sul volto delle sue vittime - scoppierà nella sua forma epidemica in Europa a partire dal Cinquecento, per poi diffondersi in altre parti del mondo, veicolato dagli esploratori che navigavano verso nuove terre. Dopo un excursus storico e una sezione dedicata agli aspetti clinici della malattia, l'autore offre una carrellata ricca di aneddoti, fra le biografie di intellettuali, letterati e artisti che furono colpiti dal vaiolo o lo raccontarono nelle loro opere."" -
Barocco del Sud
Il volume, che inaugura una collana dedicata interamente all'opera di Vittorio Bodini, comprende racconti e prose composti nell'arco di un quindicennio, dal 1948 al 1963. La maggior parte di essi però risale agli anni 1950-52, allorché lo scrittore, ritornato a Lecce dopo la fondamentale esperienza in Spagna, mette la propria terra al centro dei suoi interessi, ""riscoprendola"""" attraverso uno scavo nella storia e nell'arte, nel costume e nelle tradizioni, con un notevole impegno letterario e civile. Da questi scritti scaturisce un'immagine non convenzionale del Sud che, pur nella sua concretezza, diventa a volte metafora di una più generale condizione umana, proprio come nella principale raccolta di Bodini, """"La luna dei Borboni"""".""