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Un eroe borghese
L'Italia degli anni settanta è l'Italia della loggia P2, della strategia della tensione, del terrorismo rosso e nero, l'Italia in cui la nascente società civile scopre che la democrazia non è un bene acquisito una volta per sempre. Giorgio Ambrosoli è un avvocato milanese, conservatore, cattolico, in gioventù monarchico. Muore nella notte di una Milano deserta, ucciso da un sicario venuto dall'America, l'11 luglio 1979. Nel settembre 1974 la Banca d'Italia aveva nominato Ambrosoli commissario liquidatore dello scricchiolante impero bancario di Michele Sindona. Basta poco ad Ambrosoli per scoprire, allibito, il castello di trucchi contabili, operazioni speculative, autofinanziamenti truffaldini su cui si è retto l'inganno della sindoniana Banca Privata Italiana. Sfatando le previsioni di chi lo vorrebbe influenzabile, sensibile agli equilibri politici, il ""moderato"""" Ambrosoli si rivela invece un osso durissimo, fedele alla propria integrità morale nonostante le pressioni dall'alto, i tentativi di corruzione che sfociano in minacce, la solitudine in cui gradualmente sprofonda. Fino all'omicidio, ordinato da Sindona. La storia di Giorgio Ambrosoli - che Corrado Stajano ricostruisce in un'inchiesta incalzante, fulminea nelle sue giustapposizioni impreviste di fatti e scene, sempre attenta alla verità del particolare - è un frammento illuminante, tragicamente emblematico, della storia politica italiana."" -
Liz Taylor. Un'autobiografia
Seducente ed eterea, volubile e ostinata. Fragile, fragile. Liz Taylor è stata l'ultima vera diva di Hollywood, di cui ha incarnato tutte le intemperanze e le ossessioni, le luci fulgide dei proiettori e gli impietosi angoli d'ombra dei retroscena: bambina prodigio, poi icona in ascesa, infine mito immortale nei panni di Cleopatra - iperbole di esotismo e bellezza che ha fatto sognare il pubblico degli anni sessanta. Lei, la gatta sul tetto che scotta, la bisbetica domata e l'insaziabile Venere in visone. Lei, piccola donna ma grandissima. È fragile, fragile. Motore, azione: un film dopo l'altro, senza riposo. Vivere decine di vite in una sola, questo le è chiesto; amare ogni uomo e nessuno, nascere e morire continuamente nell'istante di una pellicola, fino a non distinguere più ciò che è reale da ciò che è solo rappresentazione, scenografia, messinscena. Di nuovo: motore, azione; nella vita come nel cinema, un bacio - era vero o seguiva il copione? -, un addio, un altro, le lacrime che rigano la cipria prima che le luci si affievoliscano e il set torni deserto, lasciandola in preda alle sue emozioni, esasperatamente piena, disperatamente vuota. Liz Taylor è una penetrazione delicata e violenta nel cosmo interiore senza più un centro, buio, lucente, di una delle personalità più affascinanti del nostro tempo, e una riscrittura poetica dei riti di passaggio che ne hanno segnato l'esistenza - dell'attrice e della donna, inscindibili, sempre. -
Wagner. Tannhäuser, Lohengrin, il Vascello fantasma
Parigi, 1840. Quando si incontrano per la prima volta nelle stanze dell'editore Maurice Schlesinger, Liszt è il pianista più acclamato d'Europa, conteso da tutti i salotti e dalle corti, mentre Wagner è un giovane compositore ancora sconosciuto, costretto a guadagnarsi da vivere con le trascrizioni per pianoforte. È il primo passo di una delle più feconde, celebri e complesse amicizie della storia della musica. Negli otto anni successivi, Wagner compone Il Vascello fantasma, Tannhäuser e Lohengrin, e già all'inizio degli anni cinquanta Liszt, compresane la portata rivoluzionaria, si butta anima e corpo in quella che lui stesso chiama ""propaganda wagneriana"""": il culmine è raggiunto a Weimar nel febbraio-marzo 1853 con un ciclo - il primo di questo genere - in cui Liszt dirige di persona le tre opere. Accanto a una messe di articoli e interventi che celebrano il genio assoluto di Wagner, Liszt concepisce anche un libro, dove è manifesta la volontà di non separare il compositore dal librettista - punto essenziale del nuovo sistema drammatico - e di mettere in primo piano i mezzi utilizzati da Wagner per fondere musica e dramma. Sono, queste di Liszt, pagine appassionate e profonde che rivelano una ricerca personale e musicale inesausta, sostenuta da innumerevoli riferimenti alla filosofia, alla Bibbia, alle mitologie greco-latina e germano-scandinava, alla letteratura e alle arti figurative, e da un lessico ricco e raro."" -
Album. Inediti, lettere e altri scritti
"Album"""" è l'opera che racchiude e unifica tutto il corso della vita e del pensiero di Roland Barthes. """"Album"""" è una raccolta di documenti e scritti inediti: su Paul Valéry, Gustave Flaubert, la retorica, il superamento dello storicismo, l'effervescenza formalista, lo strutturalismo, la critica letteraria. Dai testi giovanili che mai hanno visto la luce della stampa, composti quando Roland Barthes è un adolescente costretto in sanatorio, agli abbozzi dell'ultima opera, che non fa in tempo a compiere prima di essere, d'improvviso, raggiunto dalla morte. Album è un epistolario che contiene molti epistolari: gli intensi scambi con Michel Foucault, Claude Levi-Strauss, Jacques Lacan, Jacques Derrida, Louis Althusser, Maurice Blanchot, Jean Starobinski, Julia Kristeva. Georges Perec e gli altri grandi contemporanei, filosofi e artisti, con i quali Roland Barthes ha rapporti affettivi e avventure intellettuali; le lettere che raccontano il lavoro febbrile e spesso disperato durante la gestazione delle sue opere; la corrispondenza che testimonia la contesa tra gli editori Gallimard e Seuil per pubblicarle. Più di tutto, """"Album"""" - il volume che celebra il centenario della nascita di Roland Barthes - è un arazzo di sorprese, attese, lutti, entusiasmi, incontri, tradimenti, ostinazioni, oblii, alleanze, delusioni, paure, sforzi, gioie, tempo perduto e ritrovato. Edizione stabilita e presentata da Éric Marty. Con collaborazione di Claude Coste per """"Su sette frasi di Bouvard e Pécuchet""""." -
Il demone meridiano
Un demone si aggira da sempre per i regni incantati e deserti della letteratura. La sterminata legione dei personaggi più memorabili è inquietata, manipolata, combattuta da un fumo demonico: i fantasmi di Dante, di Shakespeare, di Hugo ne subiscono l'influsso, si piegano alla sua forza distorsiva, tentano esorcismi, soccombono. Il demone è la letteratura stessa. Ed è questo demone, la letteratura stessa, che affronta Andrea Morstabilini nel suo romanzo d'esordio. È una assai strana storia, di terrore e stupefazione, che si snoda nella vertigine di una lingua nutritasi delle più alte e perturbanti letterature, riedificate attraverso colpi di scena e visioni medianiche. La vicenda consiste nella scomparsa misteriosa delle mummie conservate sotto teca nel museo dedicato a Paolo Gorini, celebre scienziato ottocentesco operante in Lodi, che approntò una collezione anatomica di corpi sottoposti a processo conservativo, secondo segrete formule alchemiche. Da questa sparizione si scatena un vortice di accadimenti, una detection soprannaturale, le evocazioni spiritiche allestite con grimori da parte di due adolescenti, un viaggio al di là dell'aldilà, un sinodo di cadaveri che accusa l'imbalsamatore, un anziano sulfureo che introduce a uno stupefacente cimitero in vetro. -
Il rumore dell'anima. Scrivere di jazz, rock, blues
"Il rumore dell'anima"""" di Ashley Kahn, giornalista musicale e produttore di fama internazionale, raccoglie anni di ricordi: le registrazioni di John Lennon per la Big Seven, tra alcol, fumo di sigaro e sparatorie; il timbro elegante e ribelle di Nina Simone che si innalza nella lotta per i diritti civili; il viaggio in pullman del gruppo gospel sudafricano dei Ladysmith Black Mambazo nell'America del rock'n'roll e dei bar per yuppie; l'amicizia tra l'eroe dei neri Miles Davis e il bianco e occhialuto Bill Evans; i demoni interiori di Billie Holiday che l'hanno travolta in una morte precoce; l'amore conteso da George Harrison ed Eric Clapton; gli ultimi giorni di B.B. King; l'aura spirituale e cosmica di John Coltrane. Storie e leggende che l'autore ha raccontato in un quarantennio di giornalismo musicale: articoli scritti nel fervore giovanile, recensioni apparse sulle riviste più importanti del mondo, diari di viaggi coast to coast, interviste ai musicisti più influenti e note di copertina di album indimenticabili. Punte di diamante di una carriera straordinaria, devota fin da subito alla musica, e ora raccolte in un'opera dal respiro intimo e universale. Nel libro, Ashley Kahn si rilegge con appassionata autocritica e raccoglie il meglio della sua produzione in un florilegio aneddotico e introspettivo, realizzato con uno sguardo capace di penetrare nell'anima di uno dei periodi più fecondi per la musica, dal secondo dopoguerra fino ai nostri giorni. Testimone e protagonista di quegli anni di sperimentazioni, contaminazioni tra generi e rivoluzioni sociali, Kahn porta alla luce episodi di assoluto valore, trascendendo il singolo evento, illuminando con la sua scrittura narrativa la nascita e le rivoluzioni tecniche dei generi musicali - blues, rock e jazz - che hanno plasmato la scena musicale moderna, e indagando l'evoluzione dell'industria discografica a partire dalle prime storiche incisioni, quando piccoli commercianti improvvisavano sale di registrazione nei loro negozi di dischi e nel silenzio lanciavano le grandi stelle del futuro." -
Mappamondo
La storia dell'umanità per immagini, secondo uno dei più importanti disegnatori italiani.rnNel Mappamondo c’è tutto il mondo,rnil Big Bang, l’Apocalisse, e ogni cosa che sta in mezzo.rnCi sono tre uomini, sulla mappa del mondo:rnil primo ha una bomba, il secondo una spada,rnil terzo una tele grande così.rnTre uomini, tre uomini sulla mappa del mondo:rnl’americano, il cinese, l’africano non c’è.rnCamminano a frotte sulla mappa del mondo,rnin bilico, a pezzi, sommersi e insalvati.rnLe donne, i bambini, gli artisti, i soldati,rni santi, gli eretici, Hitler, Gesù.rnIl tempo di ieri, il tempo di oggirngiocano a biglie, chi perde sei tu.rnFrigge il cervello, affonda la nave.rnVolta la carta, si salvi chi può. -
La vita è un sogno. Voci, volti, speranze e battaglie degli italiani. Dal Settecento al XXI secolo
L'Italia delle grandi guerre, delle finestre serrate al passare delle ronde, dei soldati chiamati al fronte e delle mogli rimaste sole. L'Italia degli amori spezzati, dei figli scomparsi, della fame e della sete; quella delle famiglie con tanti fratelli e sorelle ma poco pane. L'Italia paese delle meraviglie, dei mestieri antichi, delle terre impareggiabili, dei racconti intorno al fuoco. L'Italia forgiata dalla fiamma dei miti popolari. L'Italia degli anni sessanta, tra lotte studentesche e bombe, scioperi e miracoli italiani, e quella degli anni novanta, con i computer in ogni casa, gli eccessi e le discoteche, le fantasie e le speranze di un millennio che finisce. L'Italia che sogna l'Italia dei nostri giorni e, poi, l'Italia che noi sogniamo. ""La vita è un sogno"""" è un'opera corale che raccoglie le voci, i volti e l'anima del popolo italiano, e ne racconta i momenti indimenticabili, visti attraverso gli occhi di chi li ha vissuti in prima persona. Lettere, diari e memorie si intrecciano imprevedibilmente riscrivendo la più autentica e commovente storia d'Italia dal Settecento a oggi: dalle epidemie di colera alla claustrofobia delle trincee nella Prima guerra mondiale; dalla rinascita come società industriale all'inizio della rivoluzione informatica; dalla fatica dei contadini nei campi a maggese alla frenesia degli impiegati nelle grandi città; dai primi viaggi di fortuna in America al nuovo mondo in cui sono state abbattute le frontiere; dai balli sfrenati del dopoguerra al terrore delle stragi mafiose, all'emancipazione femminile, ai giochi dei bambini di un secolo fa e a quelli di oggi, agli amori travolgenti affidati a fogli di carta nascosti poi in un forziere, o all'impalpabilità elettrica di un messaggio su Internet. """"La vita è un sogno"""" è il libro dei sogni italiani, e le testimonianze intime e universali che lo compongono ricostruiscono una sorprendente cosmogonia dell'immaginario nazionale, riportandoci, con orgoglio e nostalgia, alle nostre radici. Per ricordare, ma soprattutto per decifrare insieme il futuro."" -
Smoke
Nessuno si azzardi a fumare. È vietato, nocivo, funesto, maleodorante e terribilmente scorretto; se i fumatori vogliono insistere nel loro vizio deprecabile se ne stiano alla larga, e si vergognino un po'. Eppure c'è stato un tempo in cui tutti fumavano, persino i bambini. Si fumava sui treni e al cinema; si fumava addirittura sui campi da tennis. A quel tempo, pipe, sigari e sigarette erano parentesi di quiete, condividerle con qualcuno significava raccontare viaggi, scambiarsi sogni e vedute sul mondo. E prima ancora, quando la natura era minacciosa e non minacciata, un lungo pennacchio di fumo indicava la presenza di un fuoco acceso, di un riparo dal freddo e dalla fame. John Berger, uno dei maggiori scrittori viventi, fumatore orgoglioso e incallito, incontra il mondo variopinto e caliginoso di Selguk Demirel. Insieme disegnano un racconto per parole e immagini che con tono divertito accarezza le atmosfere di Charles Dickens e Jack London; Smoke è questo, ma è anche un piccolo, ironico inno alla libertà che lancia un messaggio eversivo e utopico: fumatori di tutto il mondo, unitevi! -
Storia della letteratura greca
Opera enciclopedica e insuperabile sintesi umanistica del mondo antico, la ""Storia della letteratura greca"""" di Albin Lesky rimane, ancora oggi, una delle più affascinanti ed esaustive ricognizioni critiche, linguistiche e antropologiche della cultura letteraria greca. Dalle origini epiche, quando gli aedi ispirati dalle Muse cantavano di guerre e dèi, fino allo splendore dell'età imperiale, lo storico austriaco guida il lettore attraverso secoli di ineguagliabile bellezza, in cui si sono forgiati, nella fiamma aurea delle parole, lo spirito e l'anima della nostra civiltà: l'Iliade, l'Odissea e la questione omerica; l'epica arcaica di Esiodo; la nascita della tragedia e i capolavori di Eschilo, Sofocle ed Euripide; le commedie di Aristofane e Menandro; le storie di Tucidide; i dialoghi di Platone; gli epigrammi di Callimaco e Teocrito; le """"Vite parallele"""" di Plutarco. Albin Lesky, erede della grande tradizione filologica dell'Ottocento, muove le sue ricerche all'insegna di un afflato universale: superando i limiti dell'indagine meramente storiografica e strutturalista, afferma con vigore la centralità del testo, 1'importanza della letterarietà, il fulgore dell'intuizione poetica, e affronta le grandi questioni culturali - il rapporto tra oralità e scrittura, le origini della filosofia, i legami con la cultura orientale -prendendo avvio dalle singole opere, leggendole, commentandole, restituendole alla purezza della loro luce originaria. La """"Storia della letteratura greca"""" - che il Saggiatore ripropone in una nuova edizione riveduta, con introduzione di Diego Lanza e prefazione di Federico Condello - è un classico per chiunque desideri approfondire la materia e, per la qualità e la raffinatezza della sua scrittura e l'immaginario dei suoi microcosmi topici, un'opera letteraria di autorevole spessore. Affrontando le diverse, e talvolta contrastanti, metodologie di studio e interpretazione dei classici, questo libro elude ogni risposta definitiva e chiede di tenere aperte le grandi questioni millenarie, di lasciarle irrisolte, di rimanere ancora all'ombra degli arcani, con la convinzione che la vera conoscenza ha sempre bisogno di tornare sui propri passi, per rivalutarsi e non accontentarsi mai di fugaci e illusorie certezze."" -
La vita emotiva dei gatti. Un viaggio nel cuore del felino
Il gatto è un dio. Come un dio, prova un senso di inconfondibile distacco nei confronti dell'uomo, che osserva in un silenzio misterioso. Il gatto è una creatura della notte. Con demoni e spiriti condivide malizie e seduzione, e una crudeltà giocosa che lascia insieme affascinati e turbati. Il gatto è il più antico abitante del nostro immaginario. Altero, solitario, opportunista. Nonostante millenni di convivenza, nessuno di noi può dire di conoscerlo davvero. Ma non Jeffrey Moussaieff Masson, che al comportamento dei gatti e alle loro emozioni dedica questo piccolo libro insostituibile, ricostruendo il complesso universo della vita felina. Osservando da vicino i suoi cinque gatti, Masson individua nove emozioni antichissime - narcisismo, appagamento, attaccamento, gelosia, paura, rabbia, curiosità, giocosità e amore -, di cui racconta le molteplici manifestazioni con la felicità di un moderno Konrad Lorenz. Come nel caso dell'etologo austriaco, il luogo ideale per provare a comprendere il gatto e i suoi segreti è la casa, dove anche ciascuno di noi, alzando gli occhi dalla pagina, potrà riconoscere le imprevedibili relazioni che legano i gatti ai loro simili, il diverso trattamento che riservano a bambini e adulti, il forte rapporto con il territorio, la distanza che li separa dai loro antenati selvatici. Da questo racconto - non privo del mistero e dell'avventurosità che da sempre sono sinonimi di gatto - prende forma la mappa completa della Vita emotiva dei gatti. -
Il miracolo della letteratura: Ogni cosa è da lei illuminata-I nomadi-Lettere d'amore-La gioia maiuscola di essere scrittori. Lettere a italiani
Il cofanetto comprende opere di: Thomas Mann, Emily Dickinson, John Steinbeck, Annemarie Schwarzenbach. -
Non finché vivo. Poesie inedite 1942-1996. Testo inglese a fronte
Per cinquant'anni - da quando era un ragazzo fino a pochi giorni prima di morire, nell'aprile del 1997 - Alien Ginsberg non ha mai smesso di scrivere. La sua opera è un unico, ininterrotto flusso d'inchiostro che scorre in opere come Urlo, Kaddish e La caduta dell'America, riversandosi con la stessa forza anche in una produzione intensa e fino a oggi introvabile, affidata a riviste, fogli di protesta, reading improvvisati e lettere ad amici come Jack Kerouac e Gary Snyder. Poesie scritte di giorno e di notte, a casa, a bordo di un aereo, in Cina o in Colorado, a Parigi o a Lima: Non finché vivo raccoglie per la prima volta questi testi, inediti in Italia, componendo un'impetuosa autobiografia letteraria, un'intera vita in versi intesa come «Acuta percezione della mia presenza nel grande / Essere armonioso». Lo sguardo talmudico e beat, buddhista e whitma- niano di Ginsberg si posa con vorace inquietudine sulle violenze della polizia e l'oppressione politica; si allarga sulle vastità dell'America in toni epici e visionari; ripiega nei ricordi struggenti dell'infanzia in New Jersey; resta ipnotizzato dalla fiamma della candela che lo accompagna nella veglia mentre il padre, appena morto, trascorre la prima notte nella sua «nuova eternità». Il suo profondo senso dell'amicizia nutre poesie come quelle in memoria di Cari Solomon, il dedicatario di Urlo; la sua lingua proteiforme, ironica e allucinata precipita nell'angoscia dei paesaggi metropolitani o si fa rapire dalla sensualità di corpi che insieme si muovono, «invisibilmente sognando». A vent'anni dalla morte di Alien Ginsberg, il Saggiatore propone per la prima volta ai lettori italiani una raccolta indispensabile, testimonianza unica di uno dei maggiori poeti del Novecento, capace di vivere il proprio tempo e di trascenderlo in versi in cui la realtà finisce per deflagrare nell'incanto della materia, guidato dalla consapevolezza che «La luna nella goccia di rugiada è quella vera / La luna in cielo è illusione». -
Fine del mondo liquido. Superare la modernità e vivere nell'interregno
Lo stato di crisi delle società occidentali sembra ormai irreversibile: nello spaesamento e nell'insicurezza del caos globale, Zygmunt Bauman è stato un faro insostituibile. Questo libro è il frutto di un decennale, intenso dialogo tra Bauman e Carlo Bordoni: un comune percorso intellettuale da cui è emersa l'esigenza di superare il concetto più noto del grande sociologo polacco, quello di «modernità liquida». La categoria della modernità liquida è ormai troppo vaga ed elusiva. Non basta più a interpretare la nostra epoca, in cui vengono meno le sicurezze economiche del sistema produzione-lavoro-consumo-consumismo, ma anche le tradizionali idee di massa, comunità, uguaglianza, classe e, soprattutto, progresso. Spazio e tempo si contraggono grazie alla rapidità delle comunicazioni, all'immediatezza delle informazioni, all'omologazione dei comportamenti umani, non più racchiusi entro i confini invalicabili degli Stati-nazione. Il disordine è avvertito in ogni parte del mondo, contemporaneamente. Per la prima volta non c'è un posto migliore in cui rifugiarsi: non c'è alternativa a un sistema globale che sta crollando. L'incertezza del futuro è dunque il tratto più caratteristico della nostra condizione, che si esprima sotto forma di resistenza, paura, egoismo o semplice senso di precarietà e impotenza. Da questo prolungato e sfaccettato stato di crisi - la fine della modernità, ma anche della modernità liquida - sorgerà una società radicalmente nuova, ancora sconosciuta. Nel frattempo, siamo sospesi in quello che Bordoni, sulla scorta di Gramsci, definisce «interregno»: il vecchio muore, ma il nuovo non riesce a nascere. A questa incertezza, però, corrisponde anche la possibilità di fare le scelte giuste: dopo l'interregno non ci aspetta una società già predefinita e connotata, ma solo quella, inedita, che avremo saputo costruire qui e ora, con le nostre umane forze. -
Grande secolo d'oro e di dolore
Tra tetti di ardesia ricoperti di muschio, nei panorami silvestri della Garfagnana e della Media Valle del Serchio, sorgeva un tempo l'antica casata dei Longobardi, animalesca e irridente stirpe discesa forse da Liutprando e dagli dèi germanici dell'ebbrezza e della guerra, e scomparsa nel 1983, con la morte dell'ultima erede, Leonide Francesca Lusetti. Un piccolo borgo di case, capanne e sorgenti dove si potevano scorgere contadine e giovenche orinare sul ciglio della strada, spiriti di paesani trapassati vagare sulle alture innevate, al tramonto, accennando un saluto ai vivi col capo, e alterchi poetici inscenati nella pubblica piazza dai colpi in rima di un poeta nano. D'estate, nelle locande, uomini con barbe anacoretiche e braccia abrase dalla terra e dal sole sgranavano le ossa dei muli in cerca di midolla tenere o auspici; sempre pronti al coltello, all'agguato, al vino, alle reboanti prove d'amore. Segnate di sangue e sfortuna, le vicende di Leonide e della sua famiglia attraversano come una fantasmagoria tutto il Novecento. Generazione dopo generazione, sentono la terra tremare sotto le bombe e la voce di Hitler saettare, tremenda, nei cieli d'Europa. Dividono il pane nelle osterie con i partigiani e fuggono dai bastoni degli squadristi. Vedono nascere la Repubblica italiana, mentre nelle città appaiono le prime automobili sportive e le televisioni, e il cemento si estende come una marea arrivando a minacciare i loro territori. Eppure, la Storia sembra solo un'eco che giunge di lontano mescolandosi ai muggiti che riempiono la Valle, mentre uno dopo l'altro i Longobardi abbandonano la casa: feriti a morte dagli spettri e dal gelo, fuggiti in Sudamerica o schiacciati da un treno, divorati dall'alcol o consumati dalle epidemie. In ""Grande secolo d'oro e di dolore"""" Vincenzo Pardini narra l'epopea di una famiglia condotta all'estinzione, e la storia rapsodica di un'Italia aurea e dolente, celebrata, spesso ingiuriata, da chi l'ha vissuta nella penombra di terre remote. Una scrittura che coglie, nei suoi accenti e ritmi primitivi, nei suoi riverberi pascoliani e sonnambulismi onirici, la voce autentica degli ultimi discendenti di una stirpe mitica. Perché, come amava ripetere Leonide, soltanto chi sa raccontare storie non muore mai."" -
Rimbaud. Le vocali, la parola notturna
«L'enigma del sonetto delle Vocali si propone nelle forme ostentate di un eccesso di visibilità, che comporta una sorta di accecamento, un po' come succede nella Lettera rubata del racconto di Poe. Nel nostro caso, la ""lettera rubata"""" non riguarda una lettera da corrispondenza ma proprio la lettera dell'alfabeto di un determinato, specifico idioma.»"" -
Come vivremo su Marte
La nostra prossima casa la affitteremo in un altro pianeta del sistema solare. Trascorreremo le vacanze estive sulla Luna e nelle sere d'agosto ci ritroveremo a brindare a un cocktail party in qualche catena alberghiera su Marte. Tutto intorno a noi vedremo l'infinito, il firmamento, ascolteremo la musica abissale dei buchi neri, contempleremo quella sfera sublime e ridicola che è la Terra. Dopo millenni passati ad alloggiare sulla superficie terrestre - a camminarci, a inalarne gli odori e a solcarne il cielo e i mari - l'uomo sta per cambiare dimora. Probabilmente non avverrà domani, ma è certo che in un futuro non troppo remoto questo sogno sarà alla nostra portata. Eppure, nello spazio sembra mancare tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere: l'acqua, la gravità, l'aria. Mancano tutte le nostre irrinunciabili comodità, come profumate toilette, cibi esotici, la possibilità di fare romantiche camminate o di contemplare la variopinta bellezza dei fiori. Come reagirebbero il nostro corpo e la nostra psiche a tutte queste privazioni? Cosa succederebbe se durante il viaggio ci trovassimo a vomitare nel nostro casco da astronauti? Se fossimo costretti per settimane a non curare la nostra igiene? Se nei lunghi viaggi a bordo delle navicelle ci fosse precluso di fare l'amore? Per dare una risposta a tutti questi quesiti le agenzie spaziali hanno allestito sulla Terra innovativi e bizzarri ambienti per simulare le situazioni più estreme: prove dure e allo stesso tempo stravaganti alle quali deve sottoporsi chiunque desideri avventurarsi nell'universo. Mary Roach descrive in modo arguto, divertente e irriverente tutti i compromessi che dovremmo accettare per lasciare il nostro pianeta e andare a vivere su Marte, raccontando aneddoti e incidenti - spesso tragicomici - capitati agli astronauti mentre si trovavano a fluttuare nel cosmo. ""Come vivremo su Marte"""" non è solo una guida per la sopravvivenza nello spazio, ma un'esplorazione di ciò che significa essere umani, con i nostri limiti, le nostre fragilità biologiche e culturali. A quanta normalità sapremo rinunciare? Per quanto tempo? E come ci trasformerà questa nuova vita?"" -
Il cavaliere, la donna, il prete. Il matrimonio nella Francia feudale
Adulterio, bigamia, incesto: queste le accuse mosse a Filippo, il primo sovrano dei franchi occidentali a essersi meritato la scomunica. Nell'anno del signore 1092 Filippo, già sposato con Berta d'Olanda, rapì Bertrada di Montfort, la quinta moglie del suo parente Folco il Rissoso, conte d'Angiò; il 15 maggio fu celebrato il matrimonio. Papa Urbano condannò l'unione scomunicando Filippo, che tuttavia, benché in ansia per la sorte della sua anima, perseverò nel peccato fino a farsi scomunicare altre due volte. Fino all'xi secolo le nozze di re e cavalieri erano state questione di patrimoni, di affari. Ma quando la Chiesa decise di accrescere il proprio potere temporale non potè più rimanervi estranea: impose una nuova morale matrimoniale, servendosi anche dell'arma della scomunica - come nel caso di Filippo 1, condannato per colpe che poco tempo prima non erano tali. Gradualmente, quella che fino ad allora era stata una cerimonia profana, da risolvere in contratti e grandi bagordi, diventò un sacramento. Tra il cavaliere e la donna si insinuò, nel giorno dello sposalizio, il prete benedicente. “Il cavaliere, la donna, il prete”, che il Saggiatore rende nuovamente al lettore, è stata la prima opera sulla sessualità e sul matrimonio nel Medioevo. Tra cortei nuziali e amori ancillari, matrimoni regali e altrettanto nobili divorzi si fa strada la maestria di Georges Duby, grande studioso del Medioevo e massimo rappresentante della storiografia sociale dell'École des Annales: unendo un'indagine storica rigorosa alla piacevolezza della narrazione, ci racconta la genesi di mentalità e comportamenti che ancora oggi dominano la nostra società. -
Aut aut. Vol. 373
"Aut aut"""" è una rivista bimestrale di filosofia fondata da Enzo Paci nel 1951. Attraverso la pubblicazione di materiali, saggi e interventi fornisce un quadro aggiornato del dibattito filosofico e culturale di oggi. La rivista si rivolge in modo speciale agli studenti e agli studiosi di cose filosofiche, ma anche a coloro che si occupano di problemi connessi con la psicologia, e a tutti gli operatori del mondo culturale, letterario, artistico e politico, che hanno a cuore una riflessione sulle loro pratiche." -
Aut aut. Vol. 375: Agonismo e gioco.
"Aut aut"""" è una rivista bimestrale di filosofia fondata da Enzo Paci nel 1951. Attraverso la pubblicazione di materiali, saggi e interventi fornisce un quadro aggiornato del dibattito filosofico e culturale di oggi. La rivista si rivolge in modo speciale agli studenti e agli studiosi di cose filosofiche, ma anche a coloro che si occupano di problemi connessi con la psicologia, e a tutti gli operatori del mondo culturale, letterario, artistico e politico, che hanno a cuore una riflessione sulle loro pratiche."