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Mappa femminile della città di Milano
Ogni mappa di città racconta una storia. Questa, a cui Lorenza Minoli lavora da oltre 10 anni, riunisce, collega, riscopre edifici, case, figure, attività, scuole, iniziative politiche e sociali, scritte nel tessuto della città, parte fondamentale della sua storia. Itinerari praticabili, facciate di palazzi, storie di contesti di lavoro, formazione, familiari, culturali. E poi immagini - meravigliosa la mappa delle innumerevoli figure femminili illustrate nel Duomo dedicato a Maria Bambina - e vicende di quelle figure storiche che dall'antichità al nostro millennio hanno fatto la storia della città e del Paese, e che qui riunite contribuiscono a restituire un ritratto verosimile di città, comprensivo di quel femminile che non è più possibile cancellare dalle geografie culturali contemporanee. Introduzione di Lorenza Minoli. -
Altri respiri. Marco Furlani e storie di alpinismo trentino. Ediz. ampliata
Marco Furlani, accademico del CAAI e guida alpina, inizia ad arrampicare giovanissimo, ma un grave incidente agli albori della sua carriera mette in dubbio il suo futuro alpinistico. Lui non si ferma e dopo un recupero miracoloso riprende la via dei monti. I suoi miti sono Cesare Maestri e il grande rocciatore Marino Stenico, dal quale apprende i rudimenti della tecnica. Con compagni diversi arrampica in Paganella e poi nelle Dolomiti, dapprima su vie facili, poi via via sempre più difficili, come la via delle Guide al Crozzon di Brenta a 16 anni, le vie Cassin e Comici alle Tre Cime di Lavaredo a 17 anni. Ha una visione romantica dell'alpinismo, ancorata al concetto di alpinismo classico, status che gli ha permesso di vivere in totale libertà senza farsi condizionare da stress e prestazioni. Nel 1979 è uno dei primi italiani a recarsi in Yosemite, santuario del cambiamento, sperimentando quelle che saranno le nuove tendenze tecniche e filosofiche che tanto influenzeranno l'alpinismo nel vecchio continente. Tutto quello che apprende in quei luoghi lo metterà in pratica nelle Dolomiti e in Valle del Sarca. Per gli amanti dei numeri, infatti, nell'arco di 40 anni di attività ripete circa 2500 vie, conta un centinaio di prime ripetizioni, 20 prime invernali. Ma la disciplina che più lo affascina è l'esplorazione e l'apertura di vie nuove, di cui se ne contano oltre cinquanta. -
L'ossessione dell'Eiger
La parete nord dell'Eiger è il sogno di tutti gli alpinisti. Molti vi persero la vita. È accaduto anche a John Harlin, uno degli alpinisti americani di punta che avevano portato tecniche e filosofie innovative sulle Alpi. John morì nell'inverno del 1966 precipitando da quella parete durante il tentativo di aprire una nuova via direttissima, che in seguito venne completata e battezzata col suo nome. Harlin lasciò una giovane vedova, due figli bambini e un trauma che sembrava impossibile superare. John junior promise a sua madre che non sarebbe mai diventato un alpinista, ma la passione che aveva assorbito dal padre fin dalla più tenera età lo tenne costantemente in contatto con la montagna. Sapeva che non avrebbe avuto pace finché non avesse scalato la montagna che era costata la vita a suo padre. E così fu. Questo libro racconta la storia di John Harlin e della sua famiglia narrata in prima persona dal figlio Junior, e racconta di come come lui, nel 2005, finalmente riuscì a porre fine alla sua ossessione, vincendo non solo la famigerata parete ma soprattutto i suoi stessi fantasmi. -
Noi siamo qui. Dritte per vivere sul pianeta Terra. Ediz. a colori
Beh, ciao. Benvenuto su questo pianeta. Potresti essere un po' disorientato all'inizio, ma sei appena arrivato, dopotutto. La tua testa sarà già piena di domande, quindi partiamo con una veloce esplorazione del nostro pianeta e di come ci viviamo sopra. Età di lettura: da 3 anni. -
Kokutai no Hongi. L'essenza del Giappone
A lungo dimenticato e messo al bando negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale, il Kokutai no Hongi è ancora oggi un documento di grande interesse storico e culturale. Pubblicato per la prima volta nel 1937 dal Ministero dell'Educazione del Giappone imperiale, venne redatto da una commissione governativa di accademici e di esperti, con l'arduo compito di compendiare l'eterea idea di kokutai, l'essenza ultima della nazione. In anni caratterizzati da inquietudini e grandi aspirazioni, che sfoceranno nella tragica guerra del Pacifico, il testo cercò di mettere ordine in un panorama politico e intellettuale frammentato, in un costante dialogo tra la tradizione e la modernità, e tra l'Arcipelago e il mondo esterno. Rileggere oggi il Kokutai no Hongi, tradotto per la prima volta in lingua italiana e con un ampio commento critico, rappresenta quindi un'occasione unica per scoprire gli anni più controversi della storia nipponica, nelle stesse parole dei suoi teorizzatori. -
Diccionario breve de la Constitución italiana. Incluye suplemento sobre la cronología de las instituciones del Estado italiano
Prefazione di Roberto Romboli. -
C'era una volta una gatta e altre storie di animali rimasti nel cuore
Il cane è il miglior amico dell'uomo. Ma anche gatti, civette, cavalli, rondoni, passerotti e persino cavallette sono capaci di gesti d'amore e di fedeltà; tutto sta nel dare loro la possibilità di esprimersi. Lo dimostrano le storie raccolte in ""C'era una volta una gatta"""". Storie di grande semplicità, come quella di Puccio che resta accoccolato per sette giorni sulle gambe del suo padrone morente, o come quella di Fulvo, il cane che salva un cucciolo di volpe rimasto orfano. Oppure storie più particolari, come quella della civetta Gigia che chiede asilo a una signora in carrozzella e che prende il volo, mesi dopo, quando la signora ritorna a camminare sulle sue gambe. O, ancora, quella del gatto Federico che fa capire al suo padrone che sta per sposare la donna sbagliata. Chi pensa che gli animali ci siano vicini solo per mere ragioni utilitaristiche è perché non ha mai avuto la fortuna di sperimentare l'affetto sincero di un animale. Licia Colò invece questa fortuna l'ha avuta eccome. La sua vita è stata radicalmente cambiata dall'incontro con Pupina, come ha raccontato in """"Cuore di gatta"""" e """"L'ottava vita"""". Tante persone si sono commosse nel leggere una storia uguale a milioni di altre e proprio per questo perfettamente riconducibile alla diretta esperienza di tutti. Alcune di queste hanno preso carta e penna e hanno inviato la loro storia d'amore animale alla Colò, con l'intenzione di condividerla con gli altri lettori."" -
La tela del ragno. Tre delitti a teatro
Quando, nel 1928, Agatha Christie assistette alla prima rappresentazione di un testo teatrale tratto da un suo romanzo, ""L'assassinio di Roger Ackroyd"""", non apprezzò né il testo né l'interpretazione. Decise quindi di scrivere lei stessa una pièce con Hercule Poirot come protagonista. Il risultato fu """"Caffè nero"""" (1930), nel quale il celebre investigatore belga è alle prese con un tentativo di rubare una formula segreta trasformatosi in omicidio. In seguito la scrittrice tornò a scrivere per il teatro, a volte adattando trame di propri romanzi, altre volte componendo testi originali: come """"La tela del ragno"""" (1954), pensato per la brillante diva cinematografica Margaret Lockwood, con una divertente rivisitazione del vecchio cliché del passaggio segreto; o ancora come """"L'ospite inatteso"""" (1958), considerato una delle sue opere più riuscite grazie al dialogo teso ed efficace e all'intrigo lineare. Con operazione inversa rispetto a quanto era solita fare la Christie stessa, dai tre testi teatrali il critico letterario Charles Osborne profondo conoscitore dell'opera della Christie oltre che interprete di """"Caffè nero"""" in giovane età - ha tratto questi tre romanzi nei quali brilla tutta l'inventività narrativa e verbale della grande giallista."" -
Il fantasma della porta accanto. Piccoli brividi
Danny era letteralmente scomparso nell'ombra. Hannah guardò meglio, in attesa che i suoi occhi si abituassero all'oscurità. ""Ma dove è andato a finire?"""" si chiese. """"Sembra che si sia volatilizzato. Come un fantasma."""" Età di lettura: da 8 anni."" -
Favole. Testo greco a fronte
Narrazioni di grande semplicità, rapidissime e asciutte, le favole di Esopo hanno una morale spicciola, che riflette il buon senso popolare, legata alla necessità di sopravvivere, di risolvere i bisogni elementari dell'esistenza, insegnando la moderazione e la prudenza e trasmettendo messaggi di valore universale. Ne sono protagonisti uomini comuni, dèi, piante ma soprattutto animali, che riproducono atteggiamenti umani secondo una tipologia psicologica assai semplice e tradizionale ma sempre gustosissima.Introduzione di Antonio La Penna. -
Ho visto un uomo a pezzi
La prima prova letteraria di Ilaria Macchia è una costellazione di congegni narrativi esatti, che – legati tra loro da fili invisibili, spazi duttili che invitano a essere colmati con l'immaginazione – costruiscono il ritratto di una donna complessa: inquieta ma spaventatissima, pungente ma bellissima, come le meduse che danno il titolo all'ultimo racconto. rnrnrnSette piccole esplosioni, sette pezzi della vita di una donna, sette racconti. La protagonista di queste storie si chiama Irene. Di lei sappiamo che si sente sempre nuda di fronte agli sguardi della gente, che ha un corpo che sembra perfetto ma se ne vergogna, gambe splendide sulle quali spesso barcolla, e una tendenza a scappare – di casa, dall'amore, da tutti i legami – ma poi, sempre, a tornare. rnQuesti racconti fotografano i momenti in cui la sua vita ha subìto uno strappo, in cui è accaduto qualcosa che ha determinato un'inversione di rotta: la volta che è andata al funerale di una sconosciuta, la volta che si è innamorata di un ragazzo che le è andato a sbattere addosso in un vicolo di Lecce, la volta che si è rifugiata con suo figlio in un armadio per nascondersi dai fantasmi, la volta che sua sorella l'ha battuta in una gara di nuoto, la volta che i suoi genitori le sono sembrati bambini, e le mille volte che è tornata da Piero, che ha occhi neri, mani perfette, una moglie, un figlio, ed è l'unico uomo che Irene non riesce a lasciare. rnLa prima prova letteraria di Ilaria Macchia è una costellazione di congegni narrativi esatti, che – legati tra loro da fili invisibili, spazi duttili che invitano a essere colmati con l'immaginazione – costruiscono il ritratto di una donna complessa: inquieta ma spaventatissima, pungente ma bellissima, come le meduse che danno il titolo all'ultimo racconto. E che, proprio come le meduse, nuota ""in una direzione e nell'altra, senza sapere dove andare"""": un personaggio capace di parlare a ognuno di noi. La materia prima di cui è fatta la sua storia è una scrittura essenziale, sfacciata, a tratti violenta, che esplora l'imprevisto nascosto nel quotidiano, ci disarma con leggere virate verso l'assurdo, si fa largo con prepotenza nel nostro animo e, guardandoci in faccia, sembra chiederci conto di chi siamo."" -
L' albero di Halloween
«La notte uscì dagli alberi e allargò il suo manto.»rnrnNella serata che precede Ognissanti è accaduto qualcosa di stupefacente: un enorme albero è apparso e, dai suoi rami, pendono centinaia di zucche. E nelle zucche sono intagliati sorrisi inquietanti e occhi luminescenti che fissano otto ragazzini mascherati per l'occasione: Tom vestito da scheletro, Henry da strega, Georg da spettro, Ralph fasciato come una mummia, J.J. scompigliato come un cavernicolo, Fred stracciato come un accattone, Wally con una maschera da grottesca, Pipkin... Ehi, dov'è finito Pipkin? Scortati da Mr Moundshroud, i sette ragazzi partono alla ricerca dell'amico e strada facendo si imbatteranno in una serie di avventure allucinanti. -
Il crollo della Baliverna
Terza raccolta di racconti di Buzzati (apparve nel 1954, dopo «I sette messaggeri» e «Paura alla Scala»), «Il crollo della Baliverna» evidenzia due dei temi fondamentali dello scrittore: il gioco del destino e delle coincidenze che imbrigliano l'uomo senza lasciargli scampo e la dimensione religiosa - sempre presente anche quando non è esplicitata nell'opera buzzatiana - intesa non come ""fede"""", ma come unica possibilità per penetrare il mistero dell'essere. In questi trentasette racconti l'autore dà voce alle contraddizioni umane, alle infinite sfumature della libertà del singolo, senza trascurare l'influenza di altre potenze: con la sua complessa intuizione fantastica, arriva così a sondare la realtà in tutto il suo spessore."" -
Detto tra noi
Mi sono ritrovato lì, in campo, a combattere contro me stesso allontanando il pensiero che fosse finita, che non avrei più giocato in quello stadio e con quella maglia. Nessuno, me per primo, si era ancora reso conto che quel momento potesse arrivare davvero. I titoli di coda del film del quale ero il protagonista stavano per scorrere e io non avevo idea di come sarebbe stata l'ultima scena. Sapevo soltanto che la partita contro l'Atalanta doveva essere una festa, e una festa è stata. Questa contraddizione tra i due opposti - l'euforia per il trionfo e la tristezza per l'addio - è stata forse la chiave della straordinarietà di quel finale. In quella partita ho anche fatto gol, volevo farlo. È l'unica cosa che, in qualche modo, ero riuscito a mettere in conto, che avevo programmato. E mi è andata bene. Da quel momento in poi è successo qualcosa di unico, inedito e irripetibile, come solo ciò che è improvvisato, spontaneo e naturale sa essere. Ho trovato, ripensandoci, delle similitudini forti tra quanto è accaduto quel giorno e il mio modo di giocare nei tanti anni trascorsi correndo dietro a un pallone. Le cose migliori sono sempre arrivate quando la genuinità, l'istinto e la mia libertà hanno preso il sopravvento sulla dimensione razionale, pur sempre presente (a volte anche troppo). Il modo in cui si è materializzata quella spremuta di cuori, allo Stadium, mi ha davvero ricordato quando, nelle tante battaglie con la maglia della Juve, il senso del gioco che avevo dentro mi guidava oltre ciò che prima potevo soltanto immaginare ma che poi, magicamente, si concretizzava su quel prato verde. Ecco, la gente mi ha restituito questo, con la stessa naturalezza e la stessa empatia, come se la mia dimensione calcistica si fosse quasi trasformata in un sentimento condiviso. Io mi sforzavo di continuare a pensare al cerimoniale per la celebrazione dello scudetto, alla consegna del trofeo che avevo tanto sognato di sollevare ancora una volta, l'ultima volta. Ma i tifosi no, loro volevano altro. Volevano un momento tutto per noi. Solo loro e io: il resto non doveva contare più nulla. C'erano soltanto la mia storia e tutti noi che l'abbiamo vissuta insieme"". Il 13 maggio del 2012 il pianeta Calcio si è fermato per celebrare uno dei suoi più grandi campioni: Alessandro Del Piero. Quello struggente, clamoroso e poetico addio si è trasformato in un bellissimo """"arrivederci"""" a tutte le persone capaci di riconoscere nella parabola sportiva e umana dell'ex capitano juventino i tratti del fuoriclasse assoluto, in campo e fuori dal campo. Ora, dopo le fantastiche esperienze come ambassador in Australia e in India, in questo dialogo social con i suoi fan, Del Piero svela passato, presente e futuro, confermando che la sua passione per il calcio è rimasta come quella di un bambino: perché certi amori non finiscono mai."" -
La sagra del delitto
Stanco delle tradizionali cacce al tesoro che animano le feste campestri di beneficenza, tanto amate dalla buona società inglese, il ricco sir George Stubbs organizza una ben più eccitante «caccia all'assassino», con finto cadavere e finto omicida da scoprire. Qualcuno, tuttavia, prende la cosa un po' troppo sul serio, e il divertimento si trasforma in tragedia: il cadavere che viene scoperto è reale! Sfortunatamente per l'assassino, tra gli ospiti c'è anche Hercule Poirot, e sarà proprio lui a prendere in mano il gioco. -
La bisbetica domata. Testo inglese a fronte
Caso unico nel teatro di Shakespeare, ""La bisbetica domata"""" è una commedia nella commedia, rappresentata come parte dello scherzo giocato da un ricco aristocratico a un calderaio ubriaco. Singolare """"esplosione"""" del tema della beffa, strettamente legato a quello della finzione teatrale, questo testo, nell'intrecciarsi delle due trame (il matrimonio della bisbetica Caterina e le rivalità e gli equivoci tra i pretendenti di Bianca, sorella """"buona"""" della bisbetica), è reso indimenticabile proprio dalla presenza di Caterina: una figura che, mentre riprende un tema fortemente presente nelle prime prove teatrali di Shakespeare, ossia il rapporto donna/potere, annuncia nel suo improvviso e aspro risvegliarsi all'amore futuri personaggi femminili di più articolata complessità."" -
La strada del ritorno è sempre più corta
Vera ha 30 anni ed è una celebrità della tv: inventa oroscopi irriverenti con cui punisce in particolare i nati sotto il segno dello Scorpione. Primo fra tutti l'ex fidanzato Fabrizio che, lasciandola, ha smascherato le sue fragilità e riaperto un vecchio, silenzioso dolore. Quando era bambina, il padre Giordano è morto e Lia, sua madre, credendo di proteggerla, ha finto di dimenticare. Un centinaio di pagine inaspettate, scritte da Giordano, costringeranno Vera a un viaggio nell'estate dei suoi cinque anni. Quella in cui tutto è cambiato. -
Nanà
Nata nei sobborghi parigini, Anna Coupeau, con il vezzeggiativo di Nanà, diventa la ragazza di tutti, l'idolo delle folle, un'affascinante attrice di varietà sfruttata da avidi impresari, una “divoratrice di uomini” che dà piacere, ma toglie la pace e porta alla rovina, nella sua fatale e tragica ascesa sociale, tutti i suoi nobili e ricchi amanti. Cortigiana persa nel vortice della passione, Nanà è a un tempo corruttrice e vittima, una “mosca dorata” che vola nello sfacelo senza più salvezza e nel falso splendore del Secondo Impero di Napoleone III. -
L' avaro
Come ""Tartuffe"""" e """"Femmes savantes"""" - sostiene Cesare Garboli nella sua prefazione - anche """"L'Avaro"""" è uno spaccato familiare e sociale. Arpagone è un capofamiglia balordo, taccagno e tirannico come tanti altri, circondato da un amabile e canagliesco intrigo di servi e di innamorati. Poi Arpagone viene derubato e l'avarizia cessa di essere un tic, una deformità, uno spunto di situazioni farsesche. La diagnosi investe la psicologia di chi ha subíto un furto, di chi è stato defraudato di un oggetto di passione affettiva ed esclusiva, della sua unica ragione di vita. Proprio la fissazione affettiva di Arpagone su un oggetto miserabile sollecita un'equivoca, ma profonda partecipazione emotiva: l'avarizia redime l'avaro."" -
Buono, pulito e giusto. Principî di nuova gastronomia
C'è chi ancora pensa ai gastronomi come a una cricca di mangioni egoisti, incuranti di ciò che sta loro attorno. Certo, il cibo può e dovrebbe essere un piacere, ma mangiare, ci fa riflettere Carlo Petrini, è anche ""un atto agricolo"""": selezionando cibi prodotti con criteri che rispettino l'ambiente e le tradizioni, favoriamo la biodiversità e un'agricoltura equa e sostenibile. Di conseguenza, se nutrirsi è un """"atto agricolo"""", produrre dev'essere un """"atto gastronomico"""" conforme ad almeno tre criteri essenziali: buono, pulito e giusto. Attraverso frammenti autobiografici intercalati a meditate riflessioni, cifre e proposte concrete, l'autore ci fa comprendere quanto è ampia oggi la galassia delle discipline che gravitano intorno al cibo.""