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La mente mente? Chi siamo quando nessuno guarda
Quante volte vi è capitato di spostarvi da una parte all'altra della casa e di colpo chiedervi: ""Cos'è che dovevo fare?"""". O di avere quella musica in testa che non vi lascia in pace? Tutto ciò è frutto di una mente iperattiva, che schizza da un pensiero a un altro come una pallina da flipper, fuori dal nostro controllo e spesso dalla nostra consapevolezza. La cosa assurda è che la stessa mente di cui siamo schiavi è al contempo il mezzo che ci serve a gestire la nostra vita. Come la mettiamo? Questo libro esplora il funzionamento - a volte paradossale - della mente, cercando di fornire gli strumenti adatti a riportarla sotto il controllo della nostra volontà."" -
In volo su Versailles. La Conferenza di pace un'eredità di conflitti
Nel 1919, a conclusione della Prima guerra mondiale, a Versailles si tenne la Conferenza di pace che - si riteneva - avrebbe fatto svoltare i paesi europei e il mondo nella direzione di un assetto più giusto. Dopo l'«inutile strage» che aveva insanguinato l'Europa, l'aspettativa generale era di annientare i venti bellicisti e dare ai Paesi europei un futuro di pace. Accadde, invece, che molti, troppi interessi precipitarono sui tavoli dei negoziatori: temi di politica internazionale e coloniale, antiche rivendicazioni e nuovi assetti territoriali furono discussi tanto quanto principi e garanzie. Il risultato della Conferenza fu, dunque, «modesto, se non meschino», come scrisse il celebre economista John Maynard Keynes, che vi prese parte, e i colossali risarcimenti che le potenze vincitrici richiesero agli sconfitti apparvero come una inaccettabile umiliazione, causa e premessa di nuove guerre. Che cosa vi fu di sbagliato a Versailles? E soprattutto: quanto lunga è l'eredità di conflitti che, da Versailles, ancora dura, dentro il nostro presente? -
Il teatro dell'oppresso tra i luoghi del disagio. Pratiche di liberazione
Il libro racconta la storia di una rivolta culturale e politica combattuta coi mezzi del teatro, che dal Brasile, in cui è nata, si è diffusa nell'arco di 50 anni in decine di Paesi in tutto il mondo. È la storia del Teatro dell'Oppresso (TdO), nome apparentemente infelice, da intendere come ""Teatro per la liberazione dell'Oppresso"""", una metodologia nata sotto la dittatura brasiliana negli anni '60 e diffusasi nel resto d'Europa dagli anni '80 in poi, a seguito dell'esilio forzato del suo fondatore, il regista Augusto Boal. In un'epoca in cui l'arte teatrale investe sempre più spesso ambiti sociali ed educativi, vale la pena ricordare la singolare esperienza di Augusto Boal regista brasiliano esiliato in Francia negli anni '70 a causa della dittatura e recentemente scomparso - e della metodologia teatrale da lui elaborata: il Teatro dell'Oppresso (TdO). Un metodo teatrale che oggi si muove in una zona di confine: fra politica e terapia, fra teatro e animazione sociale."" -
Sette lezioni sul paesaggio
Le sette lezioni-conferenze di J.D. Hunt indagano su aspetti essenziali dell'esperienza del paesaggio e del suo progetto: come vediamo (La ricezione del visibile) o come ci vediamo riflessi (Sull'acqua), come determiniamo quali luoghi possano avere un significato per noi (Il margine che svanisce), come ci muoviamo attraverso differenti tipologie di paesaggio (L'autorità dei piedi), come capiamo le specificità del luogo (Il genio del luogo ritrovato) e come siamo coinvolti nelle modifiche subite dai progetti nel tempo (The afterlife dei giardini). Un ulteriore aspetto indagato da queste sette lezioni-conferenze, descrive come prosa e poesia possano convivere nel progetto di paesaggio (Poesia e prosa nella teoria e pratica di Bernard Lassus). -
Memorie di un sognatore abusivo
"Io sogno troppo e, in una Comunità dove i sogni sono tassati, questo significa essere nei guai. Lavoro per quattro soldi e neanche mezza sicurezza, eppure sono un grande contribuente. Nessun modo di fregare il fisco. Ti devi sistemare le ventose prima di addormentarti, e se non lo fai il microchip sottocutaneo segnala alla polizia onirica lo stato di sonno non connesso. Il resto lo fa la macchina collegata, giunta alla sua diciannovesima versione, e quindi ribattezzata x-19. Rivela numero e qualità dei sogni, li trasmette alla Centrale onirica, e ce li restituisce sotto forma di imponibile. Questa notte, per esempio, ho fatto due sogni di categoria A e tre di categoria B. Sono le aliquote più alte"""". L'anno è il 2035: il governo impone una tassa sui sogni dei cittadini. L'ivo (Imposta sul Valore Onirico) colpisce i sogni dei poveri per esentare l'insonnia dei ricchi. Ma c'è chi si ribella. E se cambiare il mondo finisce per essere la vera illusione, l'anelito alla libertà riesce a sopravvivere solo grazie al sogno che alimenta la speranza." -
I due casi della Dalia Nera
Prendendo spunto dal caso della Dalia Nera, un celebre delitto degli anni quaranta che ha ispirato cinema e letteratura, un Claudio Nizzi in grande spolvero inserisce il suo Nick Raider in una torbida vicenda fatta di morte e misteri insoluti. Una storia frenetica e appassionante, dove il poliziotto, qui indiscusso protagonista, ci accompagna verso uno sconvolgente finale. Alle matite un grande Mastantuono, capace di rendere alla perfezione le atmosfere noir e torbide della storia. Completano il volume un'introduzione di Moreno Buratini su Nick Raider e un postfazione di Enrico Cassini sul mito della Dalia Nera tra la realtà criminologica ed le influenze che ha avuto su cinema e letteratura. -
L' ultima estate
Pubblicata nel 1934 e preceduta da frammenti usciti su riviste quest'opera di Pasternak rivela l'intenso lavorìo mentale dell'autore che mira a fondere una scrittura poetica con una prova di romanzo. Nella storia di Serezha in visita alla sorella nell'anno 1916 le immagini di sogno che si avvicendano e che riportano la mente del protagonista agli avvenimenti del passato creano un'atmosfera di poesia e di allusività tipiche dello scrittore russo. Un sogno è il dialogo degli innamorati, immerso a sua volta in un sogno più vasto che intreccia le diverse narrazioni e i diversi tempi in quell'ultima estate (sono gli anni della prima guerra mondiale), in cui la vita pareva ancora dare ascolto agli individui ed era più facile e più naturale amare che odiare. -
La trappola. L'odissea dell'emigrazione, il respingimento, la rinascita
Una giovane donna, africana, calciatrice. Un sogno che chiama Mbeng, Europa. Il racconto di un viaggio che è una vita – settemila chilometri in otto anni. Un percorso lungo e tortuoso nel tempo e nello spazio, aggrappata al football per avvicinare l’Europa. La storia di un inganno, di un sogno – la fortezza Mbeng – che è illusione. E la narrazione di una rinascita, ritornando all’Africa. “Cara sorella e compagna di viaggio, chiunque leggerà questo tuo libro ricordi che dietro ciascuna persona che viene pestata, ammazzata, annegata in mare o umiliata, stuprata, c’è almeno una madre che la pensa, che l’aspetta. Attraverso il tuo racconto ho intravisto le donne e le ragazze che hanno viaggiato con me. Donne con nomi e cognomi, che hanno lasciato dietro madri, padri, fratelli, figli, prima che questo viaggio le spogliasse di tutto”. (Dagmawi Yimer) -
Le avanguardie. Tra Baudelaire e Cioran
"Quando si parla di avanguardie, il primo pensiero va alle avanguardie storiche del primo Novecento - dadaismo, futurismo, surrealismo, cubismo, astrattismo - e quindi soprattutto ad arte, musica e letteratura del XX secolo. In questo volume a più voci - ognuna con il suo angolo visuale e la sua precisa sfera di competenze - si tratta in realtà, anche e soprattutto, dell'avanguardia intesa come concetto e non solo e unicamente come realtà storica. Meglio: dell'avanguardia come idea che si fa storia. Che fa la storia, a dimostrazione di quanto anche la cultura (nelle sue forme più varie e articolate, sovente interagenti) incida sulla realtà sociale circostante, ponendosi appunto (e spesso) all'avanguardia""""." -
Il cerchio delle storie
"Un """"messaggio nella bottiglia"""" a chi deciderà di leggere questo libro: lettrice, lettore, voglio rivolgerti un invito non solo a leggere storie, ma anche a scrivere, raccontare, ascoltare, inventare, tessere narrazioni, in modo da trovare il tuo posto nel cerchio delle storie. Respirarne la vitalità e l'empatia, nutrirti dei racconti altrui per arricchire il tuo cammino spirituale.""""" -
Venere illusa
Già il titolo dell'opera è un programma esplicito del tema predominante che indirizza la sua poetica: la donna inchiodata dal pregiudizio di secoli, rea dell'immarcescibile atavico peccato, che sa vestirsi ora del piglio del guerriero ora della sensualità della seduzione, ma che sa anche svendersi e abbrutirsi sui marciapiedi e soggiacere alla calamita delle illusioni. -
I misteri delle cento caverne
La storia, liberamente ispirata a fatti realmente accaduti fra il 1961 e il 1962, narra l'avventura di quattro ragazzi che scoprono le chiese rupestri della Murgia materana e i dipinti murali che le adornano. La sete di scoprire, di sapere, di conoscere li conduce a una appassionante ricerca in un territorio ricco di storia e di umanità. Ben presto la vicenda si complica, il mistero iniziale si tinge di giallo e i ragazzi dovranno affrontare grossi pericoli per salvare tesori preziosi. -
La giarrettiera. Una graphic novel a Siena
Siena, seconda metà degli anni '70: i rioni e i contradaioli si preparano alla consueta sfida sul Campo. A sconvolgere il rituale crescendo paliesco, ecco che in via dei Rossi si consuma l'assassinio della signora Irene Bologni, nota in città e non solo per il suo aspetto di splendida quarantenne, figlia di uno dei più famosi notai cittadini. -
Giornale notturno (1985-1991). Vol. 2
Anche in questo secondo ""Giornale notturno"""" Jan Fabre insiste nel combattere una battaglia, ora meditativa ora furente, senza compromessi, per la bellezza. L'arte qui è davvero la misura di tutte le cose. Una misura che è nello stesso tempo ebbrezza dell'immaginazione, trionfo della pulsione e necessità della disciplina. Questo impasto di scatenamento e disciplina sembra manifestarsi specialmente nei modi della danza cui Fabre chiama implacabile i suoi """"guerrieri della bellezza"""" e se stesso come disegnatore che ha innanzitutto da far """"danzare"""" i polsi. Artista insonne, che vive la notte in tutta la sua elettrizzante e sessuale intensità, spirito sempre vigile, Fabre non smette di interrogarsi sul rapporto tra arte ed eccitazione. In lui, come scrive, vivono diversi """"capitribù"""", diverse sembianze e gesti artistici, che lo tengono sveglio con il ritmo di un """"caprone"""" che crea e di un dio che distrugge. Ma questa creazione-distruzione ha bisogno di precisione e rigore. """"Disciplina: dà ai danzatori un senso di libertà. Disciplina: studia, decompone e decostruisce. Disciplina: meccanica del potere autoimposto. Disciplina: celebra la forza del corpo e sublima l'anatomia""""."" -
Il bosco oltre il mondo
Il giovane Walter, per sfuggire a un amore infelice, intraprende un viaggio che lo porterà in terre sconosciute e lontane, dove strane visioni lo inducono a entrare in un bosco oltre il quale esiste un mondo misterioso. Qui incontrerà una bellissima donna, il perfido nano che la serve e una ragazza tenuta prigioniera: sarà con l'aiuto di quest'ultima che il protagonista, facendo ricorso all'intelligenza piuttosto che alla forza fisica, riuscirà a rompere gli incantesimi. Romanzo cavalleresco ambientato in un altrove immaginario di stampo medievale, ""Il bosco oltre il mondo"""" è il primo esempio di un genere che l'autore William Morris ha contribuito a creare facendolo giungere fino a noi: il fantasy."" -
Teoria e pratica dei contratti di lavoro
Edizione aggiornata alla legge di stabilità per il 2018. -
La cucina dei Monsù nel Regno delle Due Sicilie
Il denso saggio di Mario Liberto regala al lettore parole non banali sulla storia - e le singole storie - del Monsù, la figura che ha molto influito sull'evoluzione del gusto delle famiglie alte del Meridione e a cascata di tutta la società. La presenza del Monsù divenne infatti abituale in ogni famiglia aristocratica del XIX secolo in tutto il Regno delle Due Sicilie. Era come ""uno di famiglia"""", cioè quella persona in grado di dare un'immagine al casato e come tale doveva essere rispettato e riverito. La cucina dei Monsù fece proprie, """"reinventandole"""", le ricette d'Oltralpe, ma non solo. Forti di una cultura gastronomica millenaria, non si limitarono infatti a importare integralmente le pietanze, ma fecero uno sforzo in più integrando i nuovi saperi con la cucina meridionale e insulare. Così le quaranta ricette che accompagnano il volume diventano letteralmente un assaggio dei piatti tipici di questa tradizione, partendo dal consommé, passando per il timballo Flammand, per concludere con il babà. Prefazione di Carlo Ottaviano."" -
Solstizio d'inverno. Dialoghi alla luce del Sole di mezzanotte
Il libro è suddiviso in due parti. La prima si compone della trascrizione del simposio tenutosi la notte del solstizio d'inverno 2020, un dialogo filosofico che ha ruotato attorno il concetto del Sole di Mezzanotte con sguardo prospettico sulle dinamiche innescate dal ciclo della post-modernità, per affrontare le quali il filosofo russo Aleksandr Dugin ha indicato e descritto la via per conseguire un radicale affrancamento da tale ciclo mortifero, definendo altresì la figura che questo compito può assolvere: il soggetto radicale. La risoluzione del duello luce/tenebre trova piena manifestazione nella simbolica ritualità che fin dal primordio l'uomo ha celebrato vegliando, attorno al fuoco, la notte del solstizio d'inverno. L'Appendice illustra il senso e la ritualità celebrativa del solstizio, in un quadro sincretico che, riconciliando ""paganesimo"""" e cristianità, ricollega il solstizio invernale al Natale cristiano, lumeggiandone l'essenza trascendente piuttosto che la formula storica in cui il simbolo e il mito solstiziali si sono incarnati."" -
I templari del proletariato. Metafisica del nazional-bolscevismo
"I templari del proletariato, titolo paradossale compone un'antologia di scritti che spaziano dall'alchimia alla storia della Russia, dai Vecchi Credenti al terrorismo rivoluzionario, dalla magia all'astrologia, passando per la Terza Roma, l'Antartide, Orione, la foresta di Rambouillet... Uomini sparsi nello spazio e nel tempo, stelle di un Impero Invisibile unite in una costellazione che nel libro di Aleksandr Dugin ha un nome ben preciso: nazional-bolscevismo. Ma questo movimento è affrontato da una prospettiva unica nel suo genere, metastorica e metapolitica: a rincorrersi tra i capitoli de I Templari è l'idea che questo movimento non sia una novità degli ultimi trent'anni ma la resurrezione di princìpi metafisici ben più antichi. Documento per capire una stagione che quasi nessuno ha raccontato, qui risiedono le origini di molti concetti chiave sviluppati dall'Autore nelle sue opere successive. Un cammino destinato a quanti vogliano ancora guadagnare un accesso al cielo.""""" -
Animale
Giuseppe, il protagonista di questo romanzo, parte da Bologna una mattina di novembre per raggiungere Giardini Naxos. Va da suo padre Sergio, ricoverato in seguito a un ictus, nonostante non si vedano da anni. Dal letto della clinica, Sergio racconta, mentre Giuseppe ascolta e ricorda: episodio dopo episodio, ricostruiscono l'origine del loro allontanamento e di quella solitudine, nata dall'abbandono, che li unisce come dei sopravvissuti. Attraverso una prosa che ricerca l'esattezza della poesia, Nibali rappresenta due generazioni, confrontando le passioni dell'una e l'apatia dell'altra, due facce di uno stesso animale eternamente votato alla disfatta.