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Avevamo la luna. L'Italia del miracolo sfiorato, vista cinquant'anni dopo
Il vero '68 italiano? Un'anticipazione del 2013? Sono le ipotesi che avanza il libro di Michele Mezza a proposito degli anni tra il 1962 e il 1964. Un triennio in cui le prospettive di un cambiamento di ruolo e di status del paese potevano realmente mutare. L'autore si chiede se non fu proprio nelle more di quella occasione mancata che si consumò l'ambizione della sinistra italiana di poter governare questo paese. In quel fatidico triennio si alternarono molte lune. Dalla stagione di Kennedy al Concilio di papa Giovanni XXIII, dai Beatles e i Rolling Stones alle prime forme di sapere produttivo dell'Olivetti, all'annuncio della rivoluzione giovanile. Mezza descrive quegli anni in Italia come una straordinaria opportunità che ci fu strappata di mano. Un buco nero che ancora abbiamo dinanzi in questi mesi. Ogni capitolo è sorretto dalla testimonianza di un opinion leader che riflette sulle occasioni di ieri e i problemi di oggi: Giuseppe De Rita e Franco Ferrarotti, Alfredo Reichlin e monsignor Luigi Bettazzi, Claudio Martelli e Elserino Piol. Un libro corale e multimediale. Nelle sue pagine troverete infatti anche filmati e link digitali. Grazie ai codici a barre di seconda generazione, i QR code, con uno smartphone potrete arricchire la lettura con film, fotografie o controllare testi e citazioni direttamente dai siti che li ospitano. Il libro diventa così una vera piattaforma crossmediale. -
Fiducia nel credito. Esperienze di microcredito per l'impresa ed il sociale
In una fase in cui è ancora acuta la crisi finanziaria e accedere al credito ordinario sembra sempre più difficile, questo studio dimostra il ruolo ormai centrale esercitato dal microcredito a favore dell'inclusione sociale dei soggetti ""non bancabili"""": l'ammontare di credito concesso grazie a questo strumento nel 2011 ha visto una crescita del 42% rispetto all'anno precedente. Il microcredito si è rivelato uno strumento fondamentale per restituire fiducia nel credito in un momento di massima crisi, un mezzo che ha permesso alle famiglie di fronteggiare impreviste difficoltà finanziarie, e alle imprese (tra cui le start-up) di sostenere le proprie attività produttive. Inoltre, attraverso il microcredito, molti studenti hanno avuto accesso all'università o ai corsi post laurea. Il volume, realizzato da Unioncamere con il contributo scientifico di c.borgomeo&co. e di CamCom Universitas Mercatorum, presenta le analisi più recenti su una materia che, da diversi anni, vede l'impegno concreto di una moltitudine di soggetti pubblici (dallo Stato centrale fino alle amministrazioni comunali) e privati (fondazioni bancarie, associazioni, enti religiosi e istituti di credito nazionali e locali, per nominarne solo alcuni) nella promozione e nella realizzazione di programmi differenziati per target e obiettivi. I risultati dello studio confermano che nel nostro paese il microcredito è un fenomeno in ascesa che ha ormai raggiunto risultati quantitativi non più trascurabili."" -
Gli anniversari
A lungo dimenticati dalla critica, gli ""Anniversaries"""" rappresentano il più significativo esempio della poetica ricca ed eclettica di uno dei maggiori autori del Seicento inglese. Per dare conto dei complessi intrecci tra poesia, scienza e concezioni filosofiche del mondo che costituiscono l'universo in cui John Donne compone i suoi poemetti, Audrey Taschini ci accompagna nella lettura dei versi esplorando le visioni teologiche dell'autore, concentrandosi sui suoi rapporti con la nuova epistemologia moderna e sulle sue implicazioni nell'elaborazione della concezione di viaggio dell'anima. La prospettiva sulla nascente scienza moderna è la chiave per comprendere gli Anniversaries come grido dolente del poeta per la lacerazione e la fine di un mondo inteso come dimora vivente del Logos, distrutta dal nuovo sguardo analitico, dal nuovo paradigma anatomico della conoscenza che spezza l.unità di poesia, teologia e scienza, rendendo inaccessibile la loro dimensione di speranza e redenzione."" -
Orlando
Qualcuno ha mai visto un avvoltoio sorvolare le aride lande del vecchio West in cerca di buoni propositi, invece che di carogne da beccare? Certo che no, a meno che... non abbia sfogliato le pagine scanzonate e ironiche di un libro di Tomi Unger.. e dove sennò? E che nome eroico ha dato al suo simpatico avvoltoio, che sorvola le sabbie e i cactus del Messico: nientemeno che Orlando! Tutt'altro che furioso, l'avvoltoio se ne vola spensierato, quand'ecco che trova un povero cercatore d'oro in fin di vita, appena derubato da qualche canaglia. Lungi dal farsi venire l'acquolina in bocca, Orlando fruga il pover'uomo e, trovata una foto della famiglia, decide di raccogliere le sue cose in un fagotto e di cercare moglie e bambino del malcapitato. La maestra del villaggio gli mostra la rotta sul mappamondo e Orlando vola fin in Vermont, dove scova il piccolo Finley e sua madre. Col bambino sarà intesa prima vista - suggellata da frullati e hamburger alla tavola calda - e, col ricavato delle pepite che Orlando ha preso dalla tasca del padre, i tre partiranno alla volta del Messico sulle tracce del pover'uomo. Come in ogni storia del vecchio West, non mancano le insidie e gli agguati, e il prode Orlando dovrà strappare il piccolo Finley alle grinfie di due brutti ceffi. Ma la famiglia finirà per riunirsi, scegliendo di vivere in un villaggio messicano, insieme a Orlando, naturalmente, che diventerà il primo avvoltoio domestico di tutto il Messico! Età di lettura: da 6 anni. -
Diritto e menzogna. La questione della giustizia in Italia
Il cittadino appare sfiduciato e percepisce come ostile il sistema nel suo complesso. Una legislazione malamente concepita e coordinata che ha finito con il ridurre il diritto a un discorso verboso, a disposizione di interpreti che cercano di forzarlo a vantaggio di interessi di parte. Un'impunità diffusa, agevolata dalle complicazioni processuali e frustrante per il cittadino onesto e osservante. Una formazione professionale difettosa, affidata a università che restituiscono alla società dei tecnici, ma non dei giuristi in grado di percepire i contesti socio-politici da cui le regole scaturiscono e a cui sono destinate. Una magistratura costituzionalmente disegnata più come centro di potere che come potere di servizio, con un tasso di entratura in organi di garanzia eccessivo e sproporzionato. Un'avvocatura a cui la Costituzione ha assegnato la funzione della difesa processuale, ma che non per questo può ritenersi autorizzata ad agire per sviare la retta applicazione della legge. Privati cittadini che usualmente dichiarano il falso per ottenere benefici economici. Così il diritto si fa strumento di alterazione di tutto un contesto storico: può giungere a negare se stesso, divenendo uno strumento di legittimazione di menzogne istituzionali. Ma solo buoni ordinamenti normativi potranno restituirci buone società. Perciò è necessario che si generi una robusta opera di riacculturamento. C'è bisogno di operatori più dotti e più eticamente corredati, meno tecnici e meno formalisti. -
L' Italia intelligente. Adriano Buzzati-Traverso e il Laboratorio internazionale di genetica e biofisica
Nella primavera del 1962, a Napoli, il Laboratorio internazionale di genetica e biofisica (Ligb) iniziava le proprie attività. La costituzione del laboratorio rappresentava il coronamento di una battaglia decennale condotta dal suo fondatore, Adriano Buzzati-Traverso - fratello dello scrittore Dino per rinnovare e modernizzare l'organizzazione della ricerca scientifica in Italia. In pochi anni, il Ligb raggiunse fama di livello internazionale, candidandosi a possibile sede del futuro laboratorio europeo di biologia molecolare. Ma qualcosa andò storto. Nel 1969, infatti, quando era ormai alle porte un accordo internazionale con l'Università di Berkeley per la costituzione a Napoli della prima scuola di dottorato in biologia molecolare in Italia, il Laboratorio venne travolto da una profonda crisi, che vide significativamente affiancati, contro il comune avversario, da un lato alcuni settori dell'università e del Cnr, ostili all'esperimento di Buzzati fin dagli esordi, e dall'altro una compagine di tecnici, ricercatori e borsisti, pronti a occupare il laboratorio e a scagliarsi contro la direzione, etichettando la biologia molecolare come ""scienza borghese"""", """"americana"""" e """"reazionaria"""". Attraverso una ricerca basata su un'ampia e inedita base documentaria, Francesco Cassata racconta un caso esemplare che ha molto da dire all'Italia di oggi."" -
Architettura e storia. Paradigmi della discontinuità
L'architettura rappresenta una delle più importanti testimonianze della presenza dell'uomo sulla terra. In questo senso non solo è legata alla storia: è essa stessa storia per eccellenza. Basterebbe ricordare il tormentone che ogni anno si scatena quando si tratta di individuare qualche architettura o qualche luogo da aggiungere al ""patrimonio dell'umanità"""". Eppure la sua interpretazione viene spesso lasciata alle forme come alle ideologie che essa veicola. La stessa lingua con cui questa storia così fondamentale si racconta appare presa in prestito: dalla storia dell'arte come dalla sociologia, dal romanzo come dalla giurisprudenza. Quella che si dichiara essere la testimonianza per eccellenza non fa spesso i conti neanche con il significato della stessa parola """"testimonianza"""". Questo libro cerca di restituire al rapporto tra architettura e storia la complessità che esso conserva, nonostante tutti i tentativi di incasellarlo in tipi o categorie formali e sociali. Lo fa indagando le relazioni che l'architettura costruisce e muta nel tempo con la religione, la tecnica, il diritto, la rappresentazione dell'autorità, i sentimenti quotidiani attraversati da mutamenti, a volte drammatici a volte celebrativi. Lo fa scegliendo, per ogni capitolo, una parola chiave o piuttosto un'architettura che aiutino a capire come quelle parole, di cui noi spesso abusiamo, costruiscano relazioni tutt'altro che rassicuranti tra le parole e le cose."" -
Quasi italiani. Storie di immigrati imprenditori
Arrivano da tutto il mondo, dal Senegal o dalla Turchia, dal Marocco o dal Bangladesh; e nei modi più diversi, spesso da clandestini, rischiando la vita. Hanno alle spalle storie intense: chi è stato disertore, chi invece ingegnere, chi ha fatto la fame, chi ha compiuto buoni studi e chi invece si è formato da autodidatta. Vengono in un paese, l'Italia, in cui da anni il lavoro diminuisce e le imprese chiudono. Eppure loro, con impegno, forza e disciplina, con creatività e passione, riescono in ciò che gli italiani fanno con sempre più fatica: creare un'impresa. Il valore aggiunto dell'economia italiana, sostiene l'autore del volume, è oggi nella spinta, nel voler fare, nella capacità di migliaia di immigrati che hanno raggiunto il nostro paese e deciso di mettersi in proprio in uno dei territori in cui risulta più difficile avviare un'attività economica. Questo libro raccoglie le loro storie: vicende esemplari di un mondo, quello dell'imprenditoria immigrata, poco conosciuto e a torto non ancora considerato importante per il futuro della nostra economia. Eppure in questi anni di crisi, mentre il numero delle imprese promosse da italiani diminuisce, l'aumento delle imprese costituite da immigrati è costante. Dall'edilizia al commercio, dai servizi alla tecnologia, alla ristorazione: il successo di questi imprenditori è un esempio di come il coraggio, la passione e la voglia di fare possano cambiare la vita e cambiare l'Italia. Prefazione di Sergio Silvestrini. Postfazione di Fosco Corradini. -
Good luck & goodbye. Le pagine che raccontano la mia vita
"Non ho mai pubblicato in forma di libro niente che fosse strettamente personale, quella è una materia di cui finora mi sono servito per i romanzi e i racconti, ma ho scritto questi articoli intensamente personali solo quando ho avvertito l'impeto giungere dal profondo; ecco perché mi sento con la coscienza più pulita nel caso della scrittura non romanzesca"""". È all'insegna di questa autenticità che Fitzgerald propose al suo editore il progetto di una raccolta di scritti personali. L'intento era riprendere il controllo della sua immagine pubblica, che nei primi anni trenta si andava offuscando tra i fumi dell'alcol. Fitzgerald voleva un'occasione per mostrarsi sotto una luce nuova, quale artista consapevole e maturo, e superare l'immagine del cantore elegiaco dell'Età del jazz e del fallimento. Ma il progetto non andò mai in porto e solo oggi viene finalmente alla luce. Queste pagine intime di Fitzgerald ci accompagnano in un viaggio dalla sua giovinezza alla maturità, secondo un itinerario che egli stesso aveva scelto per svelare ai lettori la sua """"vera natura"""". Ecco perché, letti nel loro insieme sono quanto di più vicino a una sua autobiografia si possa leggere oggi, compresa qualche tappa ironica come quella intitolata Una breve autobiografia, che altro non è se non un calendario delle più leggendarie bevute. Una lettura imperdibile per gli abituali """"bevitori"""" delle sue pagine." -
La Sicilia e gli alleati. Tra occupazione e Liberazione (1943-1945)
Il 10 luglio 1943 le armate americane e britanniche sbarcarono in Sicilia. ""Chi vide approdare la grande armata - osserva Salvatore Lupo - ebbe l'impressione visiva, spaventosa e affascinante, di una forza irresistibile. Lo sbarco segnò la svolta nella guerra e quindi nella storia mondiale. Da qui le infinite rievocazioni dell'evento nei media, e le annesse mitologie: la Sicilia del '43 rappresenta tutt'oggi un luogo di straordinaria portata simbolica"""". Ed è proprio in virtù di questo mito che la memoria è intervenuta semplificando, appiattendo, cancellando le contraddizioni insite nello straordinario evento. I primi a essere cancellati sono i britannici: la memoria colloca quasi soli al centro della scena gli americani, sapendoli destinati a governare il mondo nuovo, nel bene e nel male. Le contraddizioni sono molteplici, ed è su di esse che il lavoro di Manoela Patti, sulla base di una ricca e dettagliata documentazione, intende far luce. La Sicilia fu il primo lembo d'Europa occupato dagli alleati, e come tale rappresentò un """"laboratorio"""" in cui sperimentare un modello amministrativo da utilizzare poi su tutto il territorio italiano, ma condizionato ab origine da una sottile ambiguità: i soldati che sbarcavano in Italia erano nemici o liberatori? Prefazione di Salvatore Lupo."" -
Campagne urbane. Una nuova proposta di paesaggio della città
L'umanità tende a diventare sempre più urbana, la città cresce allontanando la campagna che si trasforma in nuove periferie e spazi incolti. Il mondo agricolo, è in forte declino, incerto sulle immagini che il futuro gli riserva, essendo i suoi spazi sempre più luoghi in cui si espande la città e dove si diffondono forme e pratiche generiche, indistinte, se non residuali. Un simile processo è destinato a continuare e ad accrescere le contraddizioni tra una città sempre più periferia e una ruralità divenuta urbanizzata. Sembra così delinearsi una società in cui i valori di urbano e rurale finiranno per essere confusi e gli spazi arbitrariamente mescolati, dando vita a un luogo dominato dall'incertezza, abitato da una società periurbana, indifferente tanto alla città quanto alla campagna. Pierre Donadieu pone in queste pagine la necessità di ribaltare la tradizionale idea di una contrapposizione tra la città e la campagna che ci impedisce di cogliere il ruolo che può invece assumere la campagna urbana. Quello che un tempo pareva solo un ossimoro costituito da due termini tradizionalmente antitetici, diventa invece un paesaggio in cui emergono indizi di nuove ecologie tra territorio e società, in parte dipendenti dalla cultura urbana e da quella rurale, ma per molti aspetti portatrici di una proposta inedita di sostenibilità e di nuove forme di spazialità urbana su cui è giunta l'ora di interrogarsi. -
Quota zero. Messina dopo il terremoto: la ricostruzione infinita
"Quota zero"""" è uno studio sulla lunga durata di un disastro e sull'ordine sociale derivato da un evento apocalittico come il terremoto di Messina del 1908. La città dello Stretto viene qui vista come uno dei primi spazi di applicazione di quella shock economy che, secondo orientamenti prevalenti, sarebbe tipica della contemporaneità e del neoliberismo. Secondo l'autore, però, molte delle forze attive nel contemporaneo capitalismo dei disastri sarebbero state all'opera nella città siciliana già all'inizio del secolo scorso. Al punto che Messina ha finito con l'anticipare di decenni tutte le contraddizioni del capitalismo contemporaneo. Pietro Saitta ripercorre la storia di Messina, dei suoi abitanti marginali e del Mezzogiorno, alla luce di categorie analitiche mutuate dagli studi postcoloniali e subalterni, oltre che dalle teorie sul sistema-mondo. Testimoni privilegiati e diretti sono differenti generazioni di reietti dei cantieri edili, di abitanti delle baracche e simili figure ugualmente impegnate a sopravvivere e """"resistere"""", sfruttando gli interstizi lasciati liberi da un sistema pervasivo e spietato che si rinnova da decenni. Quel che discende da questo sforzo è una visione intorno a un evento centrale della storia nazionale, delle utili osservazioni comparative sulla gestione dei disastri nel nostro paese e l'avanzamento di una proposta metodologica nei termini di un approccio alla ricerca sociale teso a coniugare storiografia, sociologia... Prefazione di Biagio Oriti." -
Di qualità. Per un nuovo indirizzo europeo delle politiche agroalimentari
Nell'attuale dibattito sulla riforma della Politica agricola comune (Pac) si fa grande uso della parola qualità, considerata come fattore cruciale per la competitività del settore agricolo e alimentare europeo rispetto alla forte concorrenza dei paesi sviluppati ed emergenti come Usa, Brasile e Cina. Se sulla carta tale posizione è condivisa dalla maggior parte degli addetti ai lavori europei, occorre allora un riscontro concreto in termini di sostegno alla qualità, allo scopo anche di aiutare il consumatore a riconoscere i prodotti locali, quelli elaborati con metodi tradizionali e quelli biologici, sfuggendo a trappole, inganni e contraffazioni. Questo agile volume offre un'introduzione aggiornata sugli strumenti giuridici a disposizione del settore agricolo e alimentare di qualità in Europa, per contribuire alla diffusione di una cultura della materia che aiuti il pubblico (e non solo gli addetti ai lavori) a rendersi conto di quanto sia indispensabile la protezione dei prodotti agroalimentari di qualità (Dop/Igp/Stg) per la crescita economica e sociale delle aree rurali. Per meglio comprendere l'importanza dell'Indicazione geografica del prodotto e il peso che essa assume per l'economia europea, è fondamentale lo studio sul valore del sistema di tutela delle denominazioni di prodotti agricoli e alimentari (""Indicazioni geografiche"""" o Ig) pubblicato dalla Commissione europea il 4 marzo 2013. Prefazione di Antonio Sciaudone. Introduzione di Paolo De Castro."" -
Quanti guai, piccolo Nicolas!
"Buongiorno. Mi chiamo Nicolas. Vivo in una piccola città della Francia con la mia mamma e il mio papà, e ho una banda di amici terribili. A scuola impariamo un sacco di cose: la matematica, i fiumi, le capitali, i tempi antichi, quando la Francia era piena di Galli. Noi vogliamo bene alla nostra maestra; è sempre così carina, quando non si arrabbia. Dopo la scuola, giochiamo ai cowboy e a pallone su un prato pieno di buche, vicino a casa mia. E magnifico! C'è l'erba, ci sono i sassi, c'è una rete, e c'è anche una macchina che non cammina ma che è pazzesca. Con queste parole si apre l'home page del sito che l'editore Phaidon ha dedicato al piccolo Nicolas, dopo aver tradotto i volumi che ora Donzelli presenta in edizione italiana, e che hanno dato vita, anche in America e in Inghilterra, a un vero e proprio fenomeno di culto. Nate nel 1959 dall'incontro fortunato di due mostri sacri dell'umorismo, le storie di questo ragazzino terribile e dei suoi amici, che riescono sempre a mandare in tilt i genitori e la maestra, sono diventate un classico, non solo per i lettori più piccoli. Questo volume raccoglie in versione integrale i cinque libri del """"Petit Nicolas"""" pubblicati in Francia tra il 1960 e il 1964. Età di lettura: da 10 anni." -
I canti di Natale. Da «Jingle Bells» a Lady Gaga
Il canto è da sempre per gli italiani uno degli appuntamenti irrinunciabili di ogni buon Natale che si rispetti: in chiesa per la novena, ovviamente, ma soprattutto in casa, davanti all'albero o al presepe, dove la famiglia rinnova un rituale antico che risale alla notte dei tempi. All'epoca di san Francesco, cioè, e dei misteri medievali che già allora traducevano nel linguaggio più popolare - le canzoni - le vicende della Natività. Sono canti di gioia, raccoglimento, devozione e nostalgia che nei secoli si sono arricchiti di nuovi temi in sintonia con il proprio tempo, fino a celebrare un'idea laica del Natale corrispondente al suo inesorabile trasformarsi in business planetario. Quello dei canti natalizi è un corpus consolidato e radicato a livello internazionale, che ogni anno viene rispolverato con regolarità e arricchito di nuove interpretazioni. Si tratta di un repertorio immenso che abbraccia secoli di storia passando per tutti i generi musicali: dal folklore alla musica classica, dallo swing alla canzone d'autore, dal rock al pop contemporaneo. Paolo Prato attraversa questo universo con un'ampiezza di sguardo che sino a oggi mai nessuno aveva tentato, costruendo un libro ricco di racconti, curiosità, immagini, note musicali, pensato per tutta la famiglia e per tutti coloro che amano la musica e sono stregati ogni anno dalla magia dello spirito natalizio. Il prodotto contiene un QR code che consente di ascoltare con lo smartphone il brano. -
Ma cos'è questa crisi. L'Italia, l'Europa e la seconda globalizzazione (2007-2013)
La diagnosi è ben chiara. Il principio che continua a ispirare le ricette dominanti per uscire dalla crisi è: ""prima l'austerità e poi la crescita"""".Ora, osserva De Cecco, """"la prima l'abbiamo da tempo, ma la seconda non si vede, e se la ricetta non ci ha ancora soffocato lo dobbiamo a Obama, che questa ricetta non la applica"""".Ma quando è nata l'idea che per investire bisogna aver prima risparmiato? """"Essa è presente già in Adam Smith, e percorre per più di un secolo l'intera storia della teoria economica. Fino a quando arriva Keynes che, con la forza della disperazione dovuta alla crisi post-bellica, afferma che, al contrario, sono gli investimenti a determinare i risparmi"""". Il cuore della crisi europea sta nel continuare a rimanere abbarbicati all'idea dell'austerità a tutti i costi. La battaglia che si conduce in Europa attorno a questi temi è una battaglia aperta, che coinvolge le autorità monetarie, i gruppi politici, le lobby, gli interessi della speculazione e della rendita. Tutti soggetti che si muovono in uno scenario storico complesso, difficile da penetrare."" -
Di chi è la colpa. Sette possibili cause del dissesto italiano
Che l'Italia sia uno dei paesi più in difficoltà è ormai un luogo comune,ma l'analisi delle cause di questa situazione appare difettosa o incompleta. In queste pagine si indagano i decenni della prima Repubblica, dalla ricostruzione postbellica alla fine degli anni settanta, e si pongono al centro gli assetti istituzionali e normativi, poiché è pur sempre il diritto a (dover) governare l'economia e non viceversa. Tuttavia, così come avvenne all'indomani del secondo conflitto mondiale, il paese può ancora farcela. Il miracolo economico si deve principalmente a una generazione straordinaria di italiani che ci ha regalato il benessere di cui abbiamo fin qui goduto. Lo spirito di sacrificio e l'intraprendenza di quegli uomini e quelle donne hanno annullato per oltre un ventennio le contraddizioni già esistenti del nostro sistema istituzionale,ma esse sono puntualmente riemerse non appena quella generazione ha cominciato, per ragioni anagrafiche, a passare la mano nel corso degli anni settanta, quando i segnali dell'inefficienza iniziarono a manifestarsi. Una pubblicistica di cui si è persa quasi memoria, ma che oggi è necessario ripercorrere per capire che le cause del dissesto non sono poi così recenti, e che la ripresa economica e una stretta aderenza ai principi della Costituzione del 1948 non bastano per uscirne senza prima porsi una domanda essenziale: la legalità e l'etica oggi vigenti possono consentire il retto funzionamento delle istituzioni repubblicane? -
Nuove strategie delle imprese italiane
Molti osservatori sostengono che l'industria italiana è insufficientemente aperta all'innovazione e poco orientata ai mercati internazionali, oltre che ripiegata su dimensioni di impresa medio-piccole a bassa intensità tecnologica. Il confronto con la realtà sembra restituire un quadro ben diverso. Una vasta indagine sul campo condotta dal Centro Studi Confindustria fornisce molti elementi di riflessione che vanno in tutt'altra direzione. Gli esiti di tale indagine ci dicono che per interpretare la logica del cambiamento in atto nel sistema industriale italiano occorre abbandonare l'idea che esso costituisca un'entità omogenea, e che, piuttosto, si debba inquadrarne le tendenze alla luce di una emergente forma di dualismo che scaturisce dall'affermarsi di un doppio percorso evolutivo: quello intrapreso da un gruppo molto dinamico di imprese che hanno adottato strategie di marcata differenziazione rispetto al passato, da un lato; e, dall'altro, quello dentro cui sembrano tuttora prigioniere le imprese che faticano a tenere il passo. L'analisi svolta in queste pagine si occupa delle prime, e ne ricava che esse non rappresentano casi straordinari di eccellenza, ma un segmento significativo di imprese che hanno evitato soluzioni competitive incentrate su fattori di costo e sulle economie di scala, e hanno attribuito al controllo della tecnologia e alla qualità del capitale umano il ruolo di cardini su cui fondare le loro decisioni strategiche. -
Milly, Molly e il cappello di paglia
Di chi sarà il cappello che Milly e Molly trovano sulla spiaggia? Le storie di Milly e Molly raccontano in modo vivace e accattivante i grandi temi che aiutano a crescere in modo responsabile e nel rispetto degli altri. Età di lettura: da 3 anni. -
Milly, Molly e Milos
Perché Milly e Molly trovano Milos così speciale? Le storie di Milly e Molly raccontano in modo vivace e accattivante i grandi temi che aiutano a crescere in modo responsabile e nel rispetto degli altri. Età di lettura: da 3 anni.