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Buddhismo. Religione senza religione. Nuova ediz.
Quasi tutti, prima o dopo, hanno incrociato una delle grandi tradizioni religiose e filosofiche dell'Oriente, anche se spesso non hanno di esse che qualche vaga nozione, neppure esente da errori o inesattezze. Uno dei mediatori più seri e accreditati di questo immenso patrimonio dello spirito umano è stato Alan Watts, l'autore di questo volume. Nella serie di conferenze qui raccolte, i cosiddetti seminari giapponesi, illustra in modo semplice, ma non semplicistico, le basi e i principi del buddhismo, la «religione senza religione» che ha tanto profondamente influenzato la sensibilità e l'identità della cultura asiatica e che in anni recenti ha molto interessato l'Occidente. Sul filo di una narrazione piacevole e vivace il lettore ne comprende gli elementi essenziali - dalla visione cosmologica alla dottrina della Via di Mezzo, dal rapporto con lo zen e le tradizioni tibetane al confronto con le religioni occidentali -, e si avvicina a un modo di vedere sé stessi e il mondo, e quindi di vivere, radicalmente diverso dal nostro. Un modo che appare straordinariamente utile e fecondo in questi anni confusi ed inquieti. -
La vittoria dell'Occidente. La negletta storia del trionfo della modernità. Nuova ediz.
L'Occidente non è più di moda, non sono più di moda i suoi valori e il ruolo che ha svolto nella creazione della nostra civiltà è sistematicamente contestato. Il politically correct lo ha definitivamente ostracizzato, tanto che i corsi sulla civiltà occidentale sono stati eliminati dalla maggior parte delle università americane. La motivazione è che si tratterebbe di corsi ""intrinsecamente di destra"""", come di recente ha sentenziato il corpo docente dell'University of Texas. Quanto a Yale, è arrivata al punto di restituire un finanziamento di 20 milioni di dollari piuttosto che reintrodurre tale materia d'insegnamento. In aperta polemica con questa posizione, Stark offre un'attenta e precisa analisi dell'Occidente e dei suoi valori iniziando dal mondo antico. Seguendo una rigorosa articolazione (epoca classica, alto Medioevo, basso Medioevo, alba della modernità, epoca moderna), Stark confuta non solo i luoghi comuni, ma anche le teorie enunciate da storici più o meno illustri a partire dal cosiddetto Illuminismo, e ormai così radicate nel sentire comune da essere considerate verità inconfutabili: dal ruolo oscurantista della Chiesa in campo scientifico (Galileo docet, anche se in realtà le cose non stanno proprio come si è voluto far credere), alle innovazioni e scoperte erroneamente attribuite alla cultura islamica (della quale si loda la """"tolleranza"""" nei confronti di ebrei e cristiani, in realtà mai esistita)."" -
Islam e cristianesimo. Una parentela impossibile
Islam e cristianesimo – pubblicato per la prima volta nel 2004, a dieci anni dalla morte dell’autore – riunisce due testi inediti. Il primo, intitolato I tre pilastri del conformismo, si compone di tre capitoli: «Siamo tutti figli di Abramo», «Il monoteismo » e «Le religioni del Libro», nei quali l’autore analizza e smonta, in maniera chiara ed efficace, i tre concetti utilizzati in maniera sempre più frequente per avvicinare da un punto di vista teologico le tre religioni rivelate. Secondo Jacques Ellul, la comune discendenza abramitica sulla quale si fonderebbe la parentela tra ebrei, cristiani e musulmani è del tutto priva di fondamento. Nel Vangelo, infatti, solo colui che «compie il bene» è proclamato da Gesù «Figlio di Abramo»: la filiazione dal patriarca risulta così appartenere più a un piano spirituale che carnale. L’Islam, inoltre, nega al cristianesimo lo statuto di religione monoteista: a Gesù Cristo, incarnazione di un Dio d’amore che si è fatto uomo per salvarci attraverso il dolore e la sofferenza, i musulmani contrappongono Allah, sovrano unico e inaccessibile nonché giudice implacabile delle azioni umane. L’autore, infine, nell’analizzare i testi sacri alla base delle due religioni, evidenzia alcune differenze inconciliabili: se il Corano è il libro della costrizione, della sottomissione e non offre all’uomo alcuna speranza di salvezza, la Bibbia, al contrario, contiene una promessa di libertà, e la rivelazione di un Dio che parla al credente e soffre con lui. Il secondo testo è una prefazione scritta da Ellul per il libro di Bat Ye’or The Dhimmi. Jews and Christians under Islam, in cui è affrontato il problema della dhimmitudine, cioè la condizione degli «infedeli» nelle società islamiche. L’Islam vi è presentato come una religione che non si evolve né dal punto di vista giuridico né da quello politico, e che ha stabilito uno status di inferiorità per i popoli sottomessi non dissimile da quello dei servi della gleba nel Medioevo. -
Là sotto. Racconti licenziosi italiani
Secondo un vieto (ed erroneo) luogo comune la palma della letteratura erotica in Europa spetterebbe alla Francia. Essa va, invece, a pieno titolo all'Italia, che aduna dal Duecento al primo Novecento scrittori e opere di conclamata licenziosità. L'essenziale antologia che offriamo ai nostri lettori ne è lampante riprova: non solo essa propone situazioni piccanti, al limite talvolta del credibile, ma suggerisce prestazioni che neppure il più spericolato manuale di stampo positivista (il celebre Mantegazza, che i nostri nonni tenevano ben nascosto nelle loro biblioteche!) sarebbe oggi in grado di suggerirci. La nostra è dunque una silloge divertente e istruttiva. -
Jack l'ammazzagiganti
All'epoca di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, la vita era veramente difficile e pericolosa, perché mostri e giganti popolavano numerosi le isole e i boschi della vecchia Inghilterra. Contadini, cavalieri e principi potevano facilmente imbattersi in questi esseri di enormi proporzioni e con due o tre teste, e finire i loro giorni prigionieri in magici castelli o in oscure caverne. Jack diverrà l'eroe di questo mondo pericoloso liberandolo dai mostri che lo infestano grazie alla sua vivace intelligenza e alla nobiltà e generosità del suo cuore, e guadagnandosi per decreto di Re Artù l'appellativo di Jack l'Ammazzagiganti. Alla fiaba della tradizione popolare inglese, cui le poetiche illustrazioni di Anna Leotta donano suggestioni di grande effetto, segue un capitolo tratto da ""Ortodossia"""" di G. K. Chesterton dedicato alle fiabe e destinato ai genitori e agli educatori. Perché leggere le fiabe fa bene e perché leggerle ai propri figli ha un grande valore educativo? Questi sono gli interrogativi ai quali cerca di rispondere l'autore delle celebri storie di Padre Brown con il suo stile ricco e vivace. «L'etica e la filosofia traggono nutrimento dalle fiabe. Se le descrivessi nei particolari, potrei cogliere i molti principi nobili e sani che ne derivano. Nella fiaba Jack l'Ammazzagiganti c'è una lezione di cavalleria: i giganti dovrebbero essere uccisi perché sono giganteschi. È una virile ribellione contro l'orgoglio in quanto tale»."" -
Barbari. L'alba del nuovo mondo. Nuova ediz.
La storiografia non è stata benevola con i ""barbari"""". Noi europei siamo soliti delineare lo sviluppo delle nostre società evocando alcuni momenti topici: la Grecia, Roma, il Rinascimento, l'età moderna, l'Illuminismo, la Rivoluzione industriale, per arrivare poi ai nostri giorni. Lungo questo percorso esiste un periodo che sembra costituire una frattura nel contesto del progressivo manifestarsi della civiltà. Sono i cosiddetti """"secoli bui"""" dell'Alto Medioevo, seguiti alla caduta dell'Impero romano a opera dei """"barbari"""", quei popoli che i tardi scrittori latini descrivono come invasori violenti, incolti, dalla incerta identità (e che noi, seguendo loro, abbiamo continuato a giudicare tali). In realtà le più recenti scoperte, soprattutto archeologiche, obbligano a un radicale ripensamento: esse infatti parlano di civiltà evolute e moderne, sia nelle condizioni di vita che nelle espressioni artistiche. A giudizio di Peter Wells l'età dei barbari segnò l'alba di un mondo nuovo, fu l'inizio dell'Europa che oggi conosciamo. Per la prima volta il baricentro del continente si spostò dal Sud mediterraneo al Nord dei celti e dei germani. Nuovi popoli e nuove tradizioni, fino a quel momento messi ai margini, si affacciarono sul proscenio della storia. E Roma fu sconfitta sul piano militare ma ancora più su quello culturale, perché le società barbariche si rivelarono più aperte, dinamiche e vitali."" -
Vita e santità
Per Thomas Merton la santità non va ricercata nell'isolamento o in complicate pratiche ascetiche. Al contrario, è nelle azioni di ogni giorno, compiendo il proprio dovere quotidiano, che il cristiano può e deve sviluppare la sua unione con Dio. Vita e santità non sono incompatibili, sebbene un buon numero di cristiani - anche di religiosi - sembri crederlo. Il lavoro, ad esempio, in un contesto sano ed equilibrato è di per sé capace di contribuire alla vita spirituale. La nostra attività non deve però essere soltanto onesta e produttiva, ma va intesa come un contributo responsabile alla comunità, per un mondo giusto e in pace. Offrire noi stessi a Dio in uno sforzo di volontà soggettivo non è sufficiente. Occorre integrare il nostro impegno con quello degli altri uomini di buona volontà. «Questo libro vuol essere molto semplice, un'esposizione elementare di alcuni concetti basilari della spiritualità cristiana. [...] Il nostro tempo ha bisogno di ben altro che di gente cosiddetta devota, che evita mali gravi ma che raramente fa qualcosa di costruttivo o di positivamente buono. Non è sufficiente essere rispettabili esteriormente. La santità non consiste nell'essere meno umani, ma più umani degli altri uomini. Ciò implica una maggiore capacità di interesse, di sofferenza, di intendimento, di comprensione, e anche di spirito, letizia, apprezzamento delle cose belle e buone della vita.» -
Ti dico la verità. Un uomo racconta a suo figlio come è diventato padre
Questa è la storia di Luca e di sua moglie Viviana, entrata in stato vegetativo quando Mattia, il loro figlio, aveva poco più di sei mesi, e morta dopo quattro anni. È la lettera di un padre a suo figlio, la memoria di un percorso di elaborazione, le parole di dolore e speranza che un uomo ferito ha trovato dentro di sé. «Era questo la vita prima, una consequenzialità. Immaginavo cose da fare, facevo delle scelte, il corpo era uno strumento scontato, e amare Viviana era come bere l'acqua. Forse si può vivere solo così, spavaldamente, pensarsi eterni, non pensarsi. Non posso dire che sono migliore ora, sarebbe come una stupida consolazione. Non posso nemmeno dire che sono peggiore, anche se sono più egoista, più severo. Sono soltanto un altro, una trasformazione». La verità aiuta. Più che mai in questa storia, perché dire la verità è stato, per Luca, lo strumento necessario per essere e sentirsi famiglia, con il proprio figlio e una moglie in stato di «veglia non responsiva», come preferisce dire Paola Turroni, per sottolineare la realtà di quegli esseri umani che, pur in condizioni di estrema fragilità, possono aprire e muovere gli occhi, mantenere l'alternanza del ciclo sonno-veglia e mostrare, a chi gli è accanto e non smette di amarli, comportamenti ascrivibili a un parziale stato di coscienza. -
Thich Nhat Hahn. La biografia
Nato in Vietnam nel 1926, Thich Nhat Hanh ha vissuto la devastazione del suo Paese a causa dei conflitti che l'hanno martoriato. Monaco dall'età di sedici anni, questo grande maestro zen ha sempre considerato l'azione politica e sociale come inseparabile dalla pratica spirituale. Costretto all'esilio per il suo impegno nonviolento contro la repressione e la guerra, ha diffuso in tutto il mondo il suo insegnamento di pace fondato sulla compassione e sulla «piena consapevolezza». Questa prima dettagliata biografìa del maestro, corredata da un'appendice con documenti originali, rivela tutta la ricchezza e la complessità del suo cammino, dal periodo drammatico della guerra in Vietnam all'amicizia con Martin Luther King, dall'impegno a diffondere il buddhismo zen in Europa e negli Stati Uniti all'attivismo instancabile che lo ha portato a prendere posizione sui grandi problemi del nostro tempo. Un attivismo che non è venuto meno neanche negli ultimi anni, in cui, pur debilitato dalla malattia, Thich Nhat Hanh continua a essere una fonte di ispirazione per migliaia di persone in tutto il mondo. -
Il padrone dell'agricola
Dirigere un'azienda non è un'impresa da poco, tanto più se si tratta di un'azienda agricola e di agricoltura non si sa nulla, e a maggior ragione se questo accade negli anni in cui le campagne si spopolano inesorabilmente. Ma proprio questa sfida tocca a Marcello Venturi dopo il matrimonio con Camilla Salvago Raggi, quando prende le redini della tenuta della moglie. Uomo di impegno politico e cultura, giornalista e scrittore, noto soprattutto per gli scritti sulla Resistenza e la guerra, il suo orizzonte deve ora aprirsi ai vasti spazi e alla storia secolare di una grande proprietà, a riti e usi di una comunità di mezzadri (i manenti) che se li sono tramandati da una generazione all'altra e che perdono terreno di fronte al dilagare dell'industria e della meccanizzazione. All'inizio, dopo i molti anni trascorsi nel centro di Milano, lo infastidiscono persino il silenzio e la luce della campagna monferrina. Poi, però, spirito di osservazione, umanità e una salutare provvista di sense of humour offrono una via di uscita, sia pure provvisoria, e nutrono queste pagine, che diventano un acuto, divertito e a tratti malinconico referto di un mondo che rapidamente scompare. -
Cronache indiane. Storie, incontri, interviste
L'Occidente si è sempre trovato in grande difficoltà nel tentativo di interpretare la realtà indiana. Per secoli, l'approccio orientalista ha posto esclusivamente l'accento sulla sua spiritualità e sulla sua cultura millenaria. Oggi si analizza l'India prendendo in considerazione il solo tasso di crescita del suo prodotto interno lordo. Entrambe le letture sono parziali e distorte. Per cercare di capire questo grande e complesso paese Carlo Buldrini vi ha trascorso più di metà della vita e ha scritto le ""cronache indiane"""" raccolte nel presente volume. Dall'incontro con Indira Gandhi a quello con Krishnamurti, dall'assassinio di Rajiv Gandhi agli scontri tra hindu e musulmani, costellati di stragi e veri e propri pogrom, dalla vita nei villaggi rurali e nelle infernali metropoli alle architetture avveniristiche di Electronic City, la Silicon Valley indiana vicino a Bangalore, l'affresco che, pagina dopo pagina, l'autore viene delineando, è duro, violento, fitto di contrasti, e confuta lo stereotipo oggi imperante secondo il quale l'India sarebbe avviata a un radioso futuro nel segno delle tecnologie avanzate. Le contraddizioni irrisolte della società indiana proiettano infatti su ciò che verrà un'ombra lunga e minacciosa."" -
Il club dei mestieri stravaganti
"Il club dei mestieri stravaganti"""" è la prima raccolta di racconti di Chesterton, scritta nel 1905, quando lo scrittore, allora trentaduenne, era ancora incerto sul suo futuro artistico, diviso tra la carriera di illustratore e quella di scrittore, e molto lontano dai travagli interiori che lo avrebbero portato, nel 1922, alla conversione al cattolicesimo. Nelle sei storie che lo compongono, Chesterton tentò per la prima volta la strada del «giallo filosofico», il genere letterario per cui ancora oggi è amato, come dimostra il successo senza tempo di Padre Brown. Qui il protagonista è Basil Grant, un detective improbabile, un ex giudice sornione e vagamente mistico, allontanato dalla carica per manifesta follia e segregatosi felicemente in una soffitta che non abbandona quasi mai. Insieme a lui opera il fratello Rupert, il suo contraltare, una sorta di parodia di Sherlock Holmes e del suo famigerato metodo deduttivo. Sullo sfondo di ogni vicenda c'è il club «fuori dagli schemi» in cui ciascun membro è tenuto, bizzarramente, a guadagnarsi da vivere attraverso attività inedite, mai praticate da nessuno in precedenza. E, più oltre, c'è Londra, descritta, a giudizio di molti critici, come poche altre volte nella storia della letteratura, un reticolo sordido di strette vie e angoli bui che lo scrittore amava profondamente. Chesterton costruisce in queste pagine alcune delle storie meglio congegnate della sua intera produzione, nelle quali la riflessione filosofica si intreccia alla trama senza appesantirla e la freschezza dell'immaginazione si combina a una scrittura come sempre densa e stimolante." -
Morte in Costa Azzurra
La costa scintillante e pittoresca tra Monte Carlo e Mentone diventa il teatro di un fiorente traffico di banconote false. A indagare sul caso viene mandato, direttamente da Scotland Yard, l'ispettore Meredith, il quale sospetta che ci sia lo zampino del famigerato falsano «Mozzarella» Cobbett. Con l'aiuto del fedele sergente Strang e del gioviale collega francese Blampignon, l'ispettore cerca di dipanare un'intricata matassa criminale, tra i loschi affari del porto e gli ambienti mondani dei locali alla moda e delle sfarzose ville sul litorale. Una di queste, Villa Paloma, di proprietà di un'eccentrica signora inglese, è frequentata da alcuni ambigui personaggi, che sembrano in qualche modo collusi con la vicenda. Ma proprio quando la chiusura del caso sembra a un passo, uno di loro sparisce nel nulla e un altro viene trovato morto in circostanze misteriose. Da quel momento niente sarà più come prima: in un crescendo di colpi di scena e false piste, Meredith e i suoi avranno a che fare con uno sviluppo ancora più torbido e del tutto inatteso, che finirà per squarciare il velo delle apparenze sotto il sole abbagliante della Costa Azzurra. -
L'uomo che era morto. Nuova ediz.
In ""L'uomo che era morto"""" Lawrence si misura con la vicenda paradigmatica della storia dell'Occidente: la morte di Cristo. E lo fa alla sua maniera, fedele all'idea che l'unica trascendenza possibile risieda nella quotidiana rinascita all'universo delle cose, e che il peccato più grande sia la rimozione del corpo come orizzonte profondo di significato spirituale. È infatti nel contatto con la natura e il sole della vita che l'uomo crocifisso inizia a riaversi dal sonno della morte e a osservare il mondo attorno a sé con sguardo nuovo e partecipe. Egli diviene consapevole che la vera risurrezione è l'essere rinato alla vita del corpo, abiura la vita passata e la sua astratta predicazione, che ora gli appare come l'espressione di una sconfinata e innaturale volontà di potenza. Non è difficile comprendere lo sconcerto suscitato da questo racconto nei lettori inglesi degli anni '30, ma Lawrence è lontano, in realtà, dal desiderio di dissacrare o scandalizzare. Il protagonista della sua storia non è neppure per un attimo il Figlio di Dio, ma soltanto un uomo, protagonista di una storia semplice."" -
Lo sguardo del pubblico
Questo libro nasce da un'idea di Maria Mercede Ligozzi, che ha creato e diretto, dal 2006 al 2014, l'Osservatorio permanente sui visitatori della Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM) di Roma. Per indagare la complessità di quel fenomeno sociale in continua trasformazione che è la fruizione museale, è stato proposto a due fotografi, Mario Ceppi e Pasquale Comegna, di osservare i visitatori della GNAM attraverso i loro scatti. Lo sguardo sul pubblico e del pubblico, che questo libro propone, è dunque quello mediato dall'obiettivo fotografico. Le immagini proposte costituiscono un'interessante e originale documentazione del comportamento di un visitatore inconsapevole di essere ritratto durante il percorso che lo conduce, da solo, con amici o in gruppo ad osservare, ammirare e interagire con le opere esposte. Il libro raccoglie anche le analisi di alcuni studiosi che, da prospettive diverse, forniscono una lettura delle immagini fotografiche focalizzando l'attenzione su vari temi (estetico, educativo, psicologico ecc.) inerenti la relazione con l'opera d'arte. -
Formarsi tra le note. Per una filosofia dell'educazione musicale
La musica costituisce un'esperienza estetica fondamentale in ogni età della vita, in modo particolare nel corso dell'età evolutiva, nella quale sviluppa e interpreta dimensioni percettive, emotive, fantastiche e anche formali di alto significato. Sempre e per tutti. Allora deve essere inserita in modo organico nei curricula scolastici e deve essere coltivata nei suoi diversi lessici, codici, canoni, etc. Dalla musica di consumo a quella ""colta"""" e su su fino all'opera lirica. Così da dare ai giovani una conoscenza viva di quel complesso universo estetico ricco di voci, tradizioni, modelli e renderlo formativamente più decisivo. I saggi qui raccolti vogliono chiamare a riflettere, pedagogicamente, sulla formatività della musica, soffermandosi anche sulla frontiera complessa (e sofisticata) dell'opera lirica."" -
Edda Ducci. La parola che educa
In occasione del decennale della scomparsa di Edda Ducci si riportano, in questo volumetto, alcune pagine dell'amico e collega, Francesco Mattei, e di uno dei suoi ultimi allievi, Cosimo Costa. Sono pagine da cui trarre l'azione viva dell'autrice, capace di lasciare sane impronte nell'animo di chi personalmente la conobbe e di chi tuttora la legge. Amante appassionata della conquista umana del vero, lontana dall'enfasi che la recente ricerca pedagogica ha evidenziato, Ducci è qui ricordata attraverso le annotazioni e le sottolineature delle dispense usate a Bari nel corso delle sue prime letture ebneriane e alcune delle sue principali ""categorie paidetiche"""". Intenta a riflettere sulla parola per farla divenire Logos, Edda Ducci giunge a una concezione pedagogica dove l'uomo diviene umano grazie ad una paideia di natura dialogica che scava nell'in sé e si dà all'altro come necessarietà. Un ricordo affettuoso, dunque, e un invito alla lettura di pagine non ancora stinte dal tempo."" -
Costruire il piano triennale dell'offerta formativa. Per migliorare la qualità della scuola
Lo scopo principale del volume è quello di provare a identificare la funzione ovvero il ruolo che possono/devono assumere i docenti e i dirigenti scolastici nella scuola riformata dalla legge 107/2015. In particolare, degli insegnanti si proverà, oltre che a mettere in evidenza il contributo che sono chiamati a offrire nella promozione del piano triennale dell'offerta formativa, anche a tracciare le linee fondamentali del nuovo profilo professionale che vanno assumendo. Dei dirigenti scolastici, corrispondentemente e sempre attraverso la lente di ingrandimento offerta dalla legge di riforma (con specifico riguardo all'elaborazione e all'attuazione del PTOF), si tenterà di approfondire il percorso riflessivo e argomentativo intorno alla messa in atto delle oramai canoniche funzioni dirigenziali. Un'azione, del resto, quella dei dirigenti e dei docenti, che mentre è rivolta alla diretta e sempre più efficace erogazione del servizio pubblico di istruzione (proprio mediante la progettazione e l'attuazione del PTOF) da parte della specifica istituzione scolastica, deve, nel contempo, servire a riformare, nell'insieme, il sistema scolastico nazionale. D'altronde, questa è la medesima strategia di fondo sulla quale il MIUR ha puntato, sin dall'emanazione della legge n. 59/1997 e del conseguente d.p.r. n. 275/1999 (che ha introdotto, attraverso il relativo regolamento, l'autonomia scolastica), per promuovere il miglioramento del sistema scolastico nazionale: liberare le singole scuole da tutta una serie di vincoli centralistici per concedere loro prerogative giuridiche e capacità amministrative atte a determinare autonomamente e responsabilmente l'erogazione efficace del servizio di istruzione pubblica. In conclusione, si è voluto concedere l'""autonomia"""" alle scuole per incentivarle al miglioramento del servizio di istruzione da erogare ed elevare, in tal modo, la qualità complessiva del sistema scolastico nazionale."" -
La scuola tra politica e pedagogia
Il discorso sulla scuola è ricco e variegato. Vi partecipano pedagogisti e politici, studiosi ed esperti, ma anche persone comuni che possono vantare il solo titolo della loro frequenza scolastica. Muovendosi in un panorama così vasto e complesso questo libro presenta una organizzazione della materia per antinomie e polarizzazioni. Vengono così esaminate le contrapposizioni tra pubblico e privato tra centralismo e autonomia, tra indottrinamento ideologico e liberazione, tra la prospettiva infausta della morte della scuola e la sua insopprimibile vitalità, nonché le problematiche squisitamente didattiche dell'insegnare e dell'apprendere. Sempre rispettando la cifra caratteristica del linguaggio pedagogico, ovvero l'aspirazione al bello e al buono e al miglioramento del sistema. -
Libertà di coscienza
L'aspetto più interessante da approfondire del pensiero filosofico e politico dell'autrice è la sua capacità di rendere contemporanee le questioni dell'erica antica, della letteratura e del diritto, analizzando significativi luoghi teoretici della tradizione occidentale. Riflessione che l'ha portata, negli anni, a coltivare alcuni significativi filoni di ricerca: quello sugli autori della filosofia antica, utilizzati per comprendere e costruire la vita democratica; quello sulla questione complessa dei diritti umani e della loro connessione con il problema della democrazia; quello infine sull'umanizzazione dell'economia, con particolare riferimento al tema del capatibility approach.