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Georg Zuter. Catalogo della mostra (Bologna, 18 maggio-13 giugno 2019). Ediz. a colori
La storia di Georg Zuter comincia nella natia Germania perché studia prima alla Werkunstschule di Dortmund e poi alla Hochschule fur der Bildende Kunst di Berlino. A 23 anni, nel 1965, è già un artista astratto, la sua strada è intrapresa perché non cede alle seduzioni della materia che l'Informale, negli stessi anni, rivaluta con le alte paste, gli spessori, il colore a olio che si materializza in grumi e sedimenti. Né tantomeno viene affascinato dalla tradizione espressionista della sua storia dell'arte, per l'esasperazione delle figure deformate dal male di vivere. Punta direttamente ad un'essenzialità degli elementi che è ricerca dell'assoluto, principio percettivo non solo di razionalità visiva, ma anche direzione di ricerca per una strada diretta alla comunicazione con il fruitore. Artista non figurativo o aniconico, Zuter mette insieme un'esperienza formativa grafica e tipografica che al sud Italia scopre tonalità calde. Diventa non a caso un autore che si dedica al colore, ma dalla Sicilia non riceve l'impetuosità della forma, l'accelerata circolazione del sangue e le animazioni barocche. Porta il suo universo mentale e culturale a incontrarsi con il sole. ""Zuter è infatti uno dei pochi pittori capaci di fare una pittura astratta geometrica utilizzando le ocre; è fra i pochi a saper accordare i marroni e i beige con il bianco e con il colore, con un effetto di rasserenante equilibrio. È proprio un gioco di sbalzi, di contaminazioni: come in tutti i giochi percettivi, le campiture si condizionano a vicenda, e il colore provoca una vibrazione che sollecita la vista'"""". Il color piatto si mette in relazione con una forma senza volume. Tutto è piatto ma significante, la mancanza di iconicità è la premessa per una liberazione della comunicazione con il fruitore che non viene distratto da altro che non dalla forma-colore in purezza. La casualità sta nell'invenzione, nel motivo che porta un artista a ritirarsi a dipingere, ma l'esecuzione segue andamenti mentali geometrico-lineari davanti a cui il caso si arresta."" -
Zino. Bad dream. Catalogo della mostra (Rimini, 14 giugno-13 luglio 2019). Ediz. a colori
Il titolo della mostra Bad Dream, letteralmente incubo, mi è stato suggerito dall'artista stesso qualche mese fa quando mi presentò il suo progetto mandandomi una cartella via email così nominata, composta da un testo che raccontava in sintesi il nuovo ciclo e da una serie di lavori già conclusi. Prima di leggere la spiegazione poetica, guardo le immagini. Conoscevo già Zino, l'artista, seguivo lo sviluppo del suo lavoro ed ero ansiosa di vedere i risultati della sua ricerca. Immediatamente mi sono chiesta: «Perché Bad Dream? Dove sta il brutto sogno in opere che di primo impatto visivo, con il colore sgargiante di cui son fatte, appaiono piuttosto il corrispettivo del tripudio di una fantasia lisergica? E perché incubo se i soggetti rappresentati sono tutti provenienti dalle migliori pagine di storia dell'arte?». -
Revolutions 1989-2019. L'arte del mondo nuovo 30 anni dopo. Ediz. a colori
Crolla il Muro di Berlino e nasce Internet. Un ragazzo cinese si ferma davanti a un carroarmato in piazza Tienanmen e finisce l'Unione Sovietica. Il Milan di Sacchi conquista l'Europa e in Italia si giocano i campionati mondiali di calcio. Il Partito Comunista Italiano diventa Partito Democratico della Sinistra e i Nirvana, con Nevermind, portano al successo il grunge, gli italiani scoprono i telefonini e scoppia la prima Guerra del Golfo. Di quelle esperienze, la mostra Revolutions testimonia, attraverso oltre sessanta opere, l'ottima salute dei giovani italiani, nati generalmente tra gli anni '50 e i '60. Una fitta rete che si estende da nord a sud, dalle metropoli alla provincia, confermando ancora una volta l'Italia come un Paese multicentrico. -
Open space. Francesco Zavatta. Catalogo della mostra (Busto Arsizio, 16 novembre-8 dicembre 2019)
Catalogo della mostra a cura di Giuseppe Frangi - Palazzo Marliani Cicogna - 16/11/2019 - 08/12/2019. -
Jorano Stoppazzoni. 1929-2017. Ediz. integrale
Il volume raccoglie molta della pittura di Jorano Stoppazzoni realizzata nel corso di più di sessant'anni, durante numerosi viaggi nel Mediterraneo e in studio. E' una mole di lavoro che comprende soggetti diversi, dal paesaggio alla figura alla natura morta. Sono affrontati tutti con una intensa partecipazione che consente all'artista di coglierne ed evidenziare anche aspetti particolari attraverso tecniche e modi non sempre parte di una ortodossia pittorica. Il volume ha una premessa a cura della Prof. Carmen Lorenzetti, docente di arte contemporanea presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Il percorso artistico e la biografia di Jorano sono del Prof. Floriano Ferri, già professore associato presso l'Ateneo bolognese. -
Taccuini d'arte. Rivista di arte e storia del territorio di Modena e Reggio Emilia. Ediz. illustrata. Vol. 12
Taccuini d'Arte, la rivista annuale del territorio e dei musei civici di Modena e Reggio Emilia. -
EX3. Andrea Galvani, Andrea Nacciarriti
EX3 ha in quest'edizione un carattere singolare proprio per il contesto espositivo: dedicato al rapporto con la scienza, la tecnologia e la relazione di queste con le arti. La Fondazione approfondisce i legami tra le varie discipline soprattutto con educational e workshop dedicati agli studenti delle medie, superiori e università in modo da aprire prospettive e coltivare esperienze che poi i giovani possono mettere in pratica, contribuendo a creare nuovi ponti con un futuro in rapido mutamento. -
Stefano Fioresi. My interior. Ediz. italiana, inglese e tedesca
Il tema del ""quadro nell'immagine"""" è stato rappresentato dall'artista surrealista Magritte nell'opera La condizione umana e successivamente ripreso nei suoi dipinti. Siamo dentro una stanza di fronte a una finestra che mostra un paesaggio. La parte centrale è coperta da una tela dipinta in piedi su un cavalletto. Il lavoro analizza il confine tra realtà e rappresentazione e rivela l'illusione ottica di sovrapposizione del paesaggio sulla tela con quello esterno alla finestra. Ma nelle sue opere rimane il mistero della demarcazione tra realtà e materiale, sogno e realtà, tipici del surrealismo, e il motivo dell '""""immagine nell'immagine"""" ritorna. Il ciclo di Stefano Fioresi """"My interior"""", è composto da venti grandi tele che riproducono esattamente l'interno di un loft, camere con vista su Brooklyn Bridge o Manhattan con lo skyline di New York (tra cui si trova l'edificio Chrysler). Tuttavia, l'effetto di alienazione di queste immagini non è costituito dall'""""immagine nell'immagine"""", perché le opere d'arte appaiono naturali in questo ambiente, ma perché una zebra appare in tutte le stanze al piano terra, adattandosi immediatamente perfettamente alla scena in bianco e nero..."" -
Solstizio d'estate. Estate 2020 mai così attesa. Ediz. illustrata
La collettiva alla Galleria Zamagni - una mostra che raccoglie 36 artisti. -
La mia storia nell'arte. Ritratti di cani memorabili
Da tempi immemorabili l'umanità ha percorso la sua strada sulla Terra assieme al cane, un'alleanza indissolubile tra due specie profondamente differenti che ha designato il cane quale miglior amico dell'uomo. Non stupisce il fatto che la storia dell'arte di qualsiasi tradizione ed epoca ne sia costantemente popolata. Ma se il cane nei dipinti come nella vita, ci ha quasi sempre lasciato il posto d'onore, in questo libro abbiamo provato a ribaltare le parti e a dare voce ai nostri amici, rendendoli protagonisti. Così saranno proprio i cani ritratti nelle opere di Courbet, Tiziano, Guercino o Warhol a raccontare la loro storia e anche quella del pittore, con un occhio a volte innamorato, a volte sfacciatamente severo. -
Backup. Svetislav Martinovic. Francesco Zavatta. Catalogo della mostra (Rimini, 3 ottobre-8 novembre 2020)
Catalogo della mostra presso Galleria Zamagni - Rimini dal 03/10/2020 - 08/11/2020. -
Il Tezon di Veronella. Dal salnitro al sociale: la storia, il restauro, il futuro
Il tezon di Veronella è un edificio cinquecentesco, una delle ultime fabbriche da salnitro rimaste intatte in Veneto. Il volume, pubblicato in occasione del restauro e della riconfigurazione funzionale dell'edificio, contiene studi sulla sua storia e più in generale sulla diffusione e sulla funzione dei ""tezoni"""" da Salnitro nell'epoca della Serenissima Repubblica, la relazione sul restauro e la descrizione delle nuove finalità sociali che ne caratterizzeranno le funzioni. Sono così tratteggiati passato, presente e futuro di una delle ultime fabbriche di polvere da sparo del Cinquecento."" -
Limen. Una terra chiamata orizzonte. Ediz. italiana e inglese
Nel mondo antico il concetto di confine (in latino limen) occupa una posizione rilevante. La definizione dei limiti ha permesso nel tempo di stabilire nomi e identità riconoscibili, consentendo all'uomo di ordinare il mondo ed aiutandolo a superare quella paura dell'infinito (in greco tò apeiron, ""il senza confine"""") in cui, come una voragine profonda ed oscura, tutto può essere risucchiato e non tornare mai più. Ci sono confini spaziali (la soglia di casa e le frontiere di uno stato ad esempio), temporali (la fine di un'epoca, di una giornata o addirittura della vita dell'essere umano), metaforici (dell'anima) e altri legati alla sfera religiosa e filosofica (la divisione tra materia e spirito presente nella teologia cristiana e concetto capitale nella storia del pensiero filosofico). La definizione del rapporto con l'alterità, stabilita dal limite, ha condotto nella storia ad un ordine che sconfigge il caos e il timore nell'affrontare vicinanze che devono essere allontanate, che protegge decretando leggi, scritte o silenti, che tentano di annullare la minaccia del baratro dell'infinito. Sicuramente paura, ma anche brama di scoperta, di varcare la soglia dell'orizzonte..."" -
EX4. Pierpaolo Campanini, Andrea Facco, Marco Neri, Alessandro Pessoli, Leonardo Pivi
«Sono tanti gli artisti celebri che si sono formati all'Accademia di Belle Arti di Bologna e che ne sono diventati docenti. Spesso questa continuità tra dimensione didattica e professionalità artistica si perde, mentre è di fondamentale importanza, nell'evoluzione e trasformazione della pratica didattica, svelare questo percorso e aprire un costante confronto con chi ha vissuto questa esperienza. E' quello che ci permette di fare il progetto EX 4, arrivato alla sua quarta edizione, che vede in mostra cinque artisti che sono stati allievi dell'Accademia, ora diventati protagonisti di fama internazionale. L'esposizione di quest'anno inoltre, essendo allestita nel Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna, mette ancora più in evidenza quel legame che dalle origini ha visto opere della Scuola di pittura diventare parte della prima quadreria, un sodalizio tra Accademia e Museo che si intende mantenere e promuovere in modo costante e significativo. Un altro aspetto, che fa acquistare a questa proposta oltre al valore artistico anche quello formativo, è che i protagonisti di questa esposizione non presentano unicamente le loro opere ma hanno dialogato con le studentesse e gli studenti, attraverso workshop e conferenze, svelando il processo creativo che le caratterizza. Grazie a questo format ideato dalla curatrice, la professoressa Carmen Lorenzetti, la mostra diventa l'atto finale di un'esperienza di confronto. Gli artisti invitati a questa edizione sono Pierpaolo Campanini, Andrea Facco, Marco Neri, Alessandro Pessoli, Leonardo Pivi: li unisce la pittura, la passione e la ricerca che si percepisce in ogni segno del loro cammino artistico, che lascia una traccia indelebile del significato di essere artista.» (Dall'Introduzione di Cristina Fanucci) -
Eoliè 21. Arte, letteratura e società. Un sospiro di ripartenza. Ediz. illustrata
Ma oggi cosa significa ripartenza? Su cosa poggia una ripartenza? Qual è il nesso tra questo chiostro e l'oggi? E così artisti, poeti, politici, attrici e imprenditori, con una mostra collettiva e con improvvisazioni musicali, si interrogano e ci interrogano sulla ripartenza. Scultura, pittura, fotografia, poesia e musica possono suggerire una strada? Poesia a cura di Davide Rondoni e Kostantinos Kavafis. Artisti esposti: Agostino De Romanis, Alessandro La Motta, Raffaele Perna, Vittorio Storaro, Marco Tamburro e contributi di Teresa Saponangelo, Carmelo Travia e Jago. -
Falso movimento. Kiril Cholakov Denis Riva. Ediz. illustrata
"L'artista esprime se stesso, si cerca e si trova, ma non è mai soddisfatto. La sua ricerca non ha una conclusione, la propria soggettività viene sempre messa anche alla riprova del giudizio degli altri, del pubblico prima ancora probabilmente della critica. E questo movimento non è mai veramente un andare avanti, spesso è un andare indietro nella propria storia, nella nostalgia di qualcosa di lontano nel tempo, nella felicità di ritrovare qualcosa che si riteneva perduto. Un falso movimento."""" (Valerio Dehò)" -
Altars. Luigi Presicce. Raffaele Quida
«Sugli altari di San Francesco della Scarpa le opere di Luigi Presicce e Raffaele Quida decretano la definitiva sparizione dell'arte e la sua riduzione a simulacro. Nell'epoca della massima estetizzazione della realtà l'arte è tutto e niente. L'orgia del significato coincide con la perdita di senso di tutto, anche del valore stesso dell'arte. Ci troviamo di fronte a quello che Jean Baudrillard avrebbe definito: ""un olocausto dei segni della pittura, delle forme e dei colori, un olocausto del mondo attraverso l'immagine"""". L'eclisse del senso non è senza conseguenze né per l'arte né per il mondo. Luigi Presicce lo aveva già messo in scena nel Castello di Acaya nel 2014 con la sua performance I Re del mondo sotto il cielo di terra, ispirata all'opera di Francisco Goya El Gigante. Ma è in questo piccolo eppure emblematico allestimento, curato da Carmelo Cipriani e Antonio Grulli, che la deriva dell'arte verso i territori del sacro diventa più evidente. L'artista si è definitivamente trasformato nell'officiante di una religione che ci chiede di credere prima di capire. Il suo gesto non è la rappresentazione del sacro ma il sacro stesso. L'atto creativo rifonda ogni volta il significato del mondo e dunque il mondo stesso. Un mondo che va abbracciato fideisticamente perché non può essere compreso. È superata persino l'alternativa Agostiniana tra il """"credo ut intelligam"""" e a intelligo ut credam"""". Non c'è più nulla da capire. L'arte ci invita a credere prima di capire anzi per poter capire. Ma per nostra fortuna non tutto si esaurisce dentro questa prospettiva millenaristica. C'è anche un'arte scevra da qualsiasi retorica meta artistica che ci chiede di capire prima di credere.» (Da 'Sugli altari dell'Arte di Luigi De Luca')"" -
Discorsi sulla guerra
Alla Società dei Giacobini di Parigi, sul finire del 1791, Brissot propose una guerra all'Europa intera in nome della libertà dei popoli, ma venne prontamente contrastato da Robespierre, che temeva da quella scelta un drammatico contraccolpo sui precari equilibri della Francia rivoluzionaria. Brissot avrebbe vinto il duello oratorio, la Francia sarebbe andata in guerra e avrebbe scoperto la Repubblica: ma il tribunale dei posteri sarebbe stato sempre con Robespierre, riconoscendogli il merito di avere resistito alla violenta deriva del patriottismo. Su questa lettura fan tuttavia premio gli avvenimenti successivi, quando il rovescio delle operazioni militari portò al precipizio Brissot e la Gironda e aprì la via al governo rivoluzionario dominato dal suo avversario. Nella congiuntura politica di fine 1791 il senso delle posizioni dei due era infatti diverso: entrambi favorevoli a una guerra di libertà, si differenziavano giusto per le priorità che intendevano assegnare all'azione politica rivoluzionaria. Il volume restituisce quel duello oratorio alla propria originale dinamica, proponendo, in uno stretto ordine cronologico, il serrato contraddittorio tra i due, costruito su tre discorsi per parte, dove le argomentazioni dell'uno son puntualmente riprese e criticate dall'altro. In tal modo, le parole di Brissot, mai tradotte in italiano, molto attutiscono l'avventurismo politico sempre addebitatogli e consentono al tempo stesso di rileggere quelle di Robespierre... -
L' Italia esplode. Diario dell'anno 1952
Il racconto ci restituisce i grandi personaggi dell'epoca con i quali Irene e il marito Gaspero del Corso, fondatori della galleria L'Obelisco, intrattennero rapporti di amicizia e collaborazione: l'editore Longanesi, che per lei inventò lo pseudonimo di Irene Brin, i grandi autori come Carson McCullers e Aldous Huxley, i fotografi Henry Cartier-Bresson e David Duncan, con i quali girarono il mondo scattando foto indimenticabili. La Brin ci introduce anche nell'ambiente del cinema attraverso gli incontri con Luchino Visconti, Silvana Mangano, Dino de Laurentiis, Ingrid Bergman, Jennifer Jones. E ancora, mese dopo mese, racconta la sua passione per l'arte, il rapporto con Salvador Dalì, la promozione all'estero di artisti italiani come Vespignani, Burri, Afro, Clerici, e quella contemporanea di artisti stranieri in Italia, quali Rauschenberg, Calder, Magritte e Tanguy. Con saggi di Vittoria C. Caratozzolo e Ilaria Schiaffini. -
Storica (2013) vol. 56-57
"Storica"""" è una rivista fondata in Italia nel 1995, che accoglie contributi, oltre che in italiano, in inglese, francese e spagnolo. La rivista vuole essere un luogo di discussione sulla natura, le regole e le finalità della storiografia, aperto a tutte le discipline interessate alla riflessione sul passato. """"Storica"""" pubblica tre tipi di testi: saggi veri e propri (nelle sezioni Primo piano e Filo rosso), discussioni a proposito di uno o più libri (Questioni) e ampie recensioni critiche (Contrappunti). I saggi sono sottoposti a peer review."