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Hasta siempre! Mito e icona del Che
Rivoluzionario, guerrigliero, scrittore, poeta. Poi anche, e forse soprattutto, icona. Sono passati cinquant’anni dalla morte di Ernesto Guevara, el Che. L’8 ottobre 1967 Guevara fu catturato a La Higuera da un reparto antiguerriglia dell’esercito boliviano, e il giorno dopo fu ucciso nella scuola del villaggio. Esposto al pubblico per dare prova della morte di quello che già in vita era un personaggio leggendario, venne poi sepolto in un luogo segreto per non alimentarne il “culto”, tanto che il su o corpo fu ritrovato da una missione di antropologi forensi argentini e cubani solo vent’anni fa. Nonostante i tentativi messi in atto per oscurarne vita e mito, il Che è divenuto il simbolo degli ideali rivoluzionari. Dopo la sua morte, la foto che gli aveva scattato Alberto Korda è divenuta una delle immagini più famose e riprodotte del XX secolo, tanto che il Maryland Institute College of Art l’ha definita la foto più celebre di sempre. Poi , Jim FitzPatrick ha creato l'icona pop. L’immagine del Che ha conquistato, nel tempo, più generazioni, diventando espressione di un diffuso desiderio di libertà, politico, sociale, personale. Ma non solo: svincolato dalla conoscenza della biografia e della causa di Guevara, il ritratto si è fatto icona di moda, pubblicità e soprattutto arte. Sono stati molti, infatti, i designer e gli artisti che hanno tributato in tutto il mondo il loro omaggio alla figura del Che, o che semplicemente ne hanno moltiplicato il ritratto. Tra cinema, moda, design, pittura, fotografia e scultura, il primo studio accurato sul Che come “icona” delle arti, che foca lizza l’attenzione su come il mito del Che si sia sviluppato dalla vita dell’uomo Guevara. -
La febbre del sabato sera. 40 anni del film icona della disco music
Completo bianco, braccio puntato al cielo e luci accese a dare un nuovo ritmo alla notte. Sono passati quarant’anni da quando Tony Manero è sceso per la prima volta in pista diventando immediatamente un’icona di disco music e glam. E, soprattutto, un fenomeno. Era il 1977 e con l’uscita nelle sale del film di John Badham, ""La febbre del sabato sera"""", John Travolta, nei panni del giovane Manero, portava in scena il ballo come strumento di ribellione e rivoluzione. Rivalsa sociale. La pista era il regno del “fantastico” dove tutto diventava possibile, perfino inventarsi un futuro. Premiato da botteghino e critici – la maggior parte dei giornalisti di settore lo definì “film più bello dell’anno” – il lungometraggio è un cult, apprezzato anche dai giovanissimi. Nel 2004 è stato aggiunto nella lista dei “1.000 migliori film di tutti i tempi” stilata dal «New York Times», nel 2010 è entrato nella National Film Registry della Biblioteca del Congresso, perché riconosciuto “storicamente e culturalmente significativo”. A quarant’anni di distanza, un viaggio nella realtà del tempo, tra moda, musica e vita nella comunità degli italoamericani, e un confronto con oggi, tra crisi, nichilismo giovanile, razzismo, omofobia, aspirazioni frustrate, machismo, desiderio di trovare una via di fuga dalla realtà. Per scendere, di nuovo, in pista."" -
Raptus. The fake news maker
Notizie false ma verosimili, create ad arte per essere credibili e dunque credute. Di più: inventate, studiandole nei minimi dettagli, per essere perfette. È una guerra combattuta a colpi di raccomandazioni e spregiudicatezza quella che si ripete ogni giorno nei giornali per ottenere il ""premio"""" di poter scrivere un articolo. Una guerra che incide sulle notizie date – o non date – ai lettori. E sulla qualità delle informazioni, tra quelle vere, spesso troppo """"deboli"""" per ottenere spazio, e le cosiddette """"fake news"""", che invece sono capaci di scuotere l'opinione pubblica, conquistare grandi titoli e costruire carriere. Tra assassinii e rapine, un giornalista, dopo anni di precariato, decide di truffare il sistema, """"dimenticando"""" la verità per pubblicare notizie perfette. È l'inizio di una rivoluzione armata di penne e non solo. Un romanzo dissacrante, violento e ironico, che racconta il sistema dei giornali oggi, ma anche, più in generale, il mondo del precariato, entrando in contatto con diversi ambiti lavorativi e molte nuove schiavitù. Non manca l'amore, tra matrimoni mancati e relazioni veloci, """"di scambio"""". Per la prima volta il vero volto dei giornali viene mostrato senza filtri ai lettori da chi in questo ambito si muove da decenni e ha raccolto storie di false notizie, ricatti, favoritismi e censura tra i precari di più testate nazionali. Perché i precari, malpagati, vilipesi e ingannati dal sistema e dalla società, non sono mai stati tanto vicini alla rivolta. Ed è ora di dare la notizia."" -
Niente panico! Come sopravvivere alla paternità
Ok, lei è incinta. E ora? Niente panico! Ecco qui una guida rapida e piena di consigli, sotto forma di diario pre e post-parto, scritta da un neopadre che non sa esattamente come funziona, ma naviga a vista, cercando di non affogare. ""Diventare padre è un percorso molto più lungo della gestazione femminile, e molte volte non si arriva a capire di esserlo prima dei diciotto anni del proprio figlio. La gravidanza di un padre si può dividere in tre fasi. Il primo trimestre c'è lo studio matto e disperatissimo: lettura di tutti i libri sulla puericultura disponibili sul mercato, con focus su ogni tipo di argomento, dalla depressione post partum alle famigerate cure omeopatiche per il futuro pargolo. Il secondo trimestre è dedicato alla cura verso la mamma, che si sta trasformando in una pianta, tutt'uno col divano. Ogni riferimento alla donna che vi ha accompagnato fino a quel momento sparisce in un buco spaziotemporale, senza apparente possibilità di ritorno. Il terzo e ultimo trimestre è impegnato nell'organizzazione dell'evento: la casa viene stravolta, le cose del papà non strettamente necessarie, cioè tutte, devono far posto a quelle del nuovo ospite. Si comprano mobili, si buttano mobili, si spostano mobili. Poi lui, o nel mio caso lei, arriva, e tutto cambia. Apre gli occhi e te li pianta addosso. Fine dei giochi! Grazie per aver partecipato, papà. Da quel momento sei fregato. Ma niente panico, ce la possiamo fare. Spero."""""" -
La Juventus spiegata a mia figlia. Nuova ediz.
Per fare capire alla sua bambina da dove nasce quella felicità che, ogni volta che la Juventus vince lo scudetto, permette a lui e a qualche altro milione di italiani di guardare in modo diverso alle difficoltà e alle tristezze della vita, un padre le scrive una lunga lettera. E così, ripercorrendo per lei le gesta e il mito della squadra più amata e detestata d'Italia, rivela anche a se stesso che cosa significa ""essere della Juve"""". Per trasmettere la fede – il che, in campo calcistico, avviene quasi sempre in senso patrilineare – è infatti necessario riconoscerla prima dentro di sé: e quindi nulla deve essere celato. Ne nasce un libro a cuore aperto, un gioco sentimentale fra l'autore e la sua generazione, e fra questa e le tante che l'hanno preceduta e seguita nel culto bianconero. Perché parlando della Juventus si entra in un romanzo popolare del passato, del presente e del futuro, un volume che ogni innamorato della Signora sa di poter aprire a qualsiasi pagina, in qualsiasi momento, trovandovi ogni volta la stessa storia: la propria."" -
#nerosurosso. Così Berlusconi ha venduto il Milan ai cinesi
#nerosurosso è la storia della cessione del Milan di Silvio Berlusconi ai cinesi. Tutto ha inizio, quasi per gioco, in una notte di primavera, davanti a una play station, a Roma. Tutto si compie esattamente un anno dopo, quando il broker cinese Yonghong Li riesce nell’impresa di prendersi il Diavolo. Pasquale Campopiano è il giornalista che sbuca dal nulla e incastra tutti i pezzi di un complicatissimo puzzle chiamato closing. #nerosurosso è una storia social: l’autore sfrutta la potenza di Twitter e Facebook per parlare direttamente ai tifosi rossoneri e raccontare loro una complicatissima operazione finanziaria da 1 miliardo di euro. #nerosurosso è un pezzo della storia del nostro calcio, perché Silvio Berlusconi dice addio dopo 31 anni al suo Milan. -
A mani nude
Fernando Orsi è stato ed è (perché da quel ruolo non ci si stacca mai) un portiere d’altri tempi. Tempi di uomini e non di supereroi, in cui l’applicazione, la serietà e la grande preparazione tecnica e atletica non precludevano lo spazio alla leggerezza nell’interpretare un mestiere che era anche, e forse soprattutto, un magnifico gioco. In questa autobiografia romantica, Orsi ci racconta con sincerità e ironia la sua bella storia: la mamma romanista e il papà laziale, le giovanili nella Roma e la maturità nella Lazio, dove rimane per vent’anni. E poi i compagni “storici” come Giordano, Manfredonia, D’Amico, gli allenatori improbabili come Lorenzo, gli autogollisti implacabili come Miele. E anche la celebre tripletta subita da Maradona, perché fare il portiere significa anche questo. Storie di sport e di vita che s’incastrano con i momenti più intensi della nostra cronaca: quella degli anni Settanta e Ottanta, due decenni agli antipodi, e poi via via fino al mondo e al calcio di oggi. A fare da sfondo, i ricordi emozionati ed emozionanti di un figlio, Gabriele, che racconta un padre calciatore. Anzi, un padre portiere, che è decisamente un’altra cosa. -
Audrey. Mito e icona
Icona di stile, nuovo modello di bellezza, attrice amatissima, ambasciatrice Unicef. E musa di artisti, stilisti, designer. Indimenticabile. Audrey Hepburn è una delle dive e delle personalità del grande schermo che hanno segnato la seconda metà del secolo scorso. E non solo. Applaudita e osannata già nel corso della sua carriera, nei decenni, anche dopo aver lasciato le scene, è diventata un vero e proprio mito e, appunto, un'icona. Esempio per aspiranti attrici, ma, più in generale, senza limiti di “set”, testimone di una precisa – e affascinante – idea di donna: ribelle come Anna di Vacanze romane, elegante come Sabrina, romanticamente confusa come Holly di Colazione da Tiffany. Di più, sentimentale, forte, indipendente, libera, appassionata come Audrey. Ben oltre la scena. A venticinque anni dalla morte, avvenuta il 20 gennaio 1993, un vero e proprio viaggio alla scoperta dell'“icona” Audrey, dai sogni che ha incarnato al cinema alle fantasie alle quali ha dato corpo nella realtà, fino alle luci che ha saputo regalare all'immaginario e alle arti, prestando volto, stile, modello a design, moda, dipinti, street art. Dal sogno di bambina di diventare una ballerina all'incoronazione come star, tra Oscar, Golden Globe e Grammy Awards, fino alla consacrazione del suo fascino senza tempo e dell'immortalità della sua immagine. Sulle tracce di Audrey, dalla donna al mito. -
Sopravvivere a Tinder. Le 10 regole fondamentali del modern dating
In un'epoca in cui è il social a dominare, siamo tutti iperconnessi e ipertormentati da milioni di sollecitazioni digitali. Circondati da un mare magnum di stimoli, ci risulta sempre più complicato districarsi in questa giungla di pungoli esterni. Procediamo per tentativi, aggiustamenti e fallimenti, e ogni tanto ci prendiamo qualche piccola soddisfazione. Tinder, la nuova frontiera del dating 3.0, è un social molto frequentato e allo stesso tempo molto temuto. E allora una giovane donna dallo spirito curioso e avventuroso ha pensato di produrre il primo manuale di sopravvivenza al magico mondo di Tinder, dopo aver constatato, per esperienza diretta e indiretta, come entrare nei suoi meccanismi sia semplice quanto incorrere in errori madornali. E così, dopo vari approcci, alcuni andati a buon fine, altri naufragati miseramente, ha compilato questo rigoroso (e spassoso) decalogo di regole di comportamento tinderiano, a uso della variegata, multiforme e sotterraneamente spaesata umanità social che affolla il luogo più appassionante del web. -
Revancha. La lunga storia della rivalità fra Inghilterra e Argentina
Due mondi contrapposti, due modi differenti di esprimere se stessi: da una parte il football, lo strumento di una colonizzazione di fatto, dall'altra il fútbol, la risposta di chi rivendica la propria libertà, la propria essenziale anarchia. Una rivalità forte, quella tra Argentina e Inghilterra, che nasce agli albori sugli improvvisati campi ricavati dai potreros, i pascoli della pampa, si sposta sul nobile prato di Wembley nei Mondiali del 1966 e approda infine, con una drammatica evoluzione dal piano simbolico dello scontro sportivo a quello concretissimo della guerra reale, a un vero campo di battaglia. Nel 1982 l'Inghilterra di Margaret Thatcher difende le isole Falkland, il diritto acquisito e l'onore dell'Impero, mentre l'Argentina dei generali in cerca di consenso vuole riprendersi ciò che la storia le aveva tolto, le Malvinas. La sconfitta e l'umiliazione argentina trovano poi la loro vendetta popolare, la revancha, in uno stadio messicano nel 1986, grazie a un semidio del calcio, il simbolo sportivo e identitario dell'Argentina moderna: Diego Armando Maradona. Ma nonostante la vittoria in quella storica partita dei Mondiali la domanda resta aperta: la rivalità tra Argentina e Inghilterra si è davvero conclusa? Quella guerra finirà mai? -
Porchetta regina della strada
La porchetta è un cibo tipico dell'Italia centrale che secondo le testate più autorevoli ha scalato tutte le classifiche del gusto. Per il New York Times è uno dei 5 cibi tipici che andrebbe assaggiato almeno una volta nella vita. In un momento in cui dilagano esotismi e sperimentazioni sempre più audaci questo volume - con un ampio corredo fotografico - ci restituisce una dimensione di autenticità e valori veri. E lo fa attraverso la storia di una famiglia abruzzese - i Venditti - che, assieme ad altri 200mila ambulanti, rappresenta il lavoro sulla strada, la vita vera, nella sua quotidianità, con i mille imprevisti che si incontrano nel lavoro nelle piazze. Che si incontrano con l'umanità che queste piazze popola. Ironizzando spesso sugli avvenimenti e strappando un sorriso vero. Cosi la porchetta che è venduta sui caratteristici food-truck è elemento caratterizzante dei mercati e delle piazze con i suoi banchi itineranti, diventa espressione di creatività e arte. La collaborazione con Chicco e Bobo Cerea, Chef del Ristorante Da Vittorio 3 stelle Michelin, ci regala ricette che rinnovano le tradizione con una ventata di innovazione. ""Street food"""" è un termine che si è imposto nel marketing e nella un termine troppo generico che tuttavia non rende giustizia agli uomini e alle donne che ogni giorno e con ogni clima si alzano all'alba per affrontare la propria giornata di lavoro e di passione."" -
Se menti ti scopro! Manuale di sopravvivenza nella giungla quotidiana della comunicazione
Comunicare bene è un’esigenza che riguarda tutti, nessuno escluso, a prescindere dalla posizione sociale o dal ruolo ricoperto. Come comunichiamo influenza in modo significativo la considerazione che gli altri hanno di noi. Entrare in quest’ordine di idee renderà molti aspetti della quotidianità più semplici da affrontare, gestire e pianificare. Attraverso gli episodi, i consigli, le tecniche e gli esercizi proposti dall’autrice imparerete a “vitaminizzare la vostra comunicazione” rafforzandola nella forma scritta, verbale e sul fronte del linguaggio del corpo. Le pagine di questo libro si trasformeranno nella vostra personale sala attrezzi per allenarvi a fiutare la menzogna, avere la meglio nei duelli verbali, conquistare e mantenere un’immagine affidabile e propositiva in ambito professionale e privato, parlare in pubblico in modo chiaro e convincente. La buona comunicazione interpersonale sarà il vostro strumento sul palcoscenico del successo quotidiano. -
Il miglio inglese. L'impresa di Roger Bannister, il primo «sub four» della storia
Fin quasi alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, medici, fisiologi, allenatori e atleti erano sicuri che per un uomo non fosse possibile correre il miglio in meno di quattro minuti. Nonostante fosse reduce dal deludente quarto posto sui 1.500 alle Olimpiadi di Helsinki, Roger Bannister era altrettanto fermamente convinto che il limite dei quattro minuti fosse solo una barriera psicologica. E con metodo e determinazione si pose l'obiettivo di essere il primo uomo a correre sub four. Erano gli anni del dopoguerra, anni di ricostruzione e di sacrifìci. Anni diffìcili, ma anche pieni di attesa di un futuro da costruire. Nel 1953, mentre a Westminster veniva incoronata la regina Elisabetta, una spedizione inglese aveva conquistato l'Everest. Il record sul miglio era considerato un altro Everest da scalare, e anche altri nel mondo stavano tentando la stessa impresa: l'australiano John Landy e l'americano Wes Santee erano i concorrenti più pericolosi del mezzofondista inglese. Dopo due anni di allenamenti e tentativi falliti, il 6 maggio 1954, a Oxford, la città dove si era laureato in medicina, Bannister corse il miglio in 3'59""4. Il muro era caduto. E a testimoniare che si trattava davvero solo di un muro psicologico, 46 giorni dopo Landy abbassò ulteriormente il suo record. Ma Roger era stato il primo. """"Il miglio inglese"""" è un racconto di tenacia e speranza che ripercorre un momento epico della storia dell'atletica moderna."" -
Merendine. Ricette golose per pause di gusto
Girella, Tegolino, Buondì, Fiesta sono nomi che non hanno bisogno di spiegazioni, capaci di evocare, appena pronunciati, le memorie di pomeriggi d'infanzia passati a guardare cartoni animati, giocare e fare i compiti. Un'emozione che diventa vero e proprio salto indietro nel tempo al primo morso. Dedicato a nostalgici, golosi, appassionati di cucina, ma pure a quanti cercano idee per far sorridere ""bambini"""" di tutte le età, un viaggio alla scoperta della storia di questi dolci e, soprattutto, una serie di ricette ispirate alle merendine che hanno segnato l'infanzia - e non solo - di più generazioni. A partire dalle """"Brioche del Buongiorno"""", omaggio ai Buondì, una panoramica di tributi alle merendine più famose e amate, come Girella, Tegolino, Yo-Yo, Camilla, Nastrine, Flauti, Fetta al Latte, Ciocorì, Bounty, Ringo. Per stupire occhi e palato, sollecitare la memoria, magari cucinare insieme ad amici o bambini, godersi a pieno l'esperienza di tornare piccolo in un istante. E scoprire come il gusto dei più giovani abbia influenzato e cambiato in modo importante anche quello dei grandi."" -
Lo yoga, le parole e le immagini. Un manuale emozionale
Di che cosa parliamo quando parliamo del corpo? Questo libro vuole rispondere alla domanda considerando il corpo nella sua interezza, come l'insieme complesso di tutti gli elementi e i fattori che lo compongono, quelli che formano l'apparato muscolo-scheletrico e quelli che scorrono attraverso di esso: le idee, i pensieri, le emozioni, i ricordi, le nostre percezioni e il nostro sentire. Il corpo è il luogo in cui noi entriamo in rapporto con ciò che ci circonda, e questa relazione si modifica continuamente lungo il nostro cammino esistenziale. Fabio Furlan, uno dei maestri più attivi nel nostro paese, si propone di illustrare uno Yoga universale, slegato dal ""dogma"""" dello Yogasutra e dalle sue tante interpretazioni e scuole successive. 170 foto illustrano le 60 Asana che, raggruppate nelle categorie delle loro posture, vengono descritte nel dettaglio e restituiscono una visione completa ed essenziale dello Yoga, che potrà essere fatta propria sia da chi lo pratica da sempre, sia da chi gli si è accostato solo da poco."" -
H. Manuale emotivo di rugby
Il rugby è forse lo sport che più di ogni altro ripete l’essenza brutale e meravigliosa del gioco umano. Suscita e promuove valori collettivi, ma è anche contenitore e detonatore di un insieme formidabile di emozioni e sentimenti. H riproduce questa linfa vitale in forme narrative, attraverso cambi continui di passo, chiarezza schematica, incursioni nell’anima, stupore e incanto di fronte alla bellezza delle interazioni emotive che il gioco scatena. E, in un contributo appassionato di gratitudine, restituisce al rugby una delle verità del suo insegnamento: solo insieme, tribolando e prendendoci gusto, si arriva in fondo. H è un libro scritto al ritmo di una partita: tutto il possibile, fino alla fine. Per chi c’è dentro e per tutti quelli che ci finiranno, è un viatico di scrittura che accompagnerà anche il lettore più ritroso verso il piacere che il mondo della palla ovale regala. -
Qarabag. La squadra senza città alla conquista dell'Europa
Il 23 luglio 1993, sotto i colpi dell'esercito dell'autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh, la città di Agdam viene rasa completamente al suolo. La popolazione fugge verso altri villaggi o verso la capitale Baku: sessantamila abitanti di quello che storicamente era stato un importante e vivace centro dell'Azerbaigian sono costretti a lasciare le proprie case ridotte in macerie e a diventare profughi nel proprio Paese. L'unico portabandiera di quella che era una città rimane la sua squadra di calcio. Il Qarabag trova nella sua condizione di squadra in esilio la forza e il sostegno di un popolo che ha perso tutto, al quale rimangono solamente le gesta di undici giocatori su un campo di calcio per ricordare la propria casa e mantenere viva la speranza di poter un giorno tornare nella propria terra. La squadra, guidata dal tecnico Curban Curbanov, uomo di poche ma dense parole, stupisce l'Europa intera, raggiungendo prima i gironi di Europa League e poi il traguardo storico dei raggruppamenti di Champions League. Questo libro narra questa incredibile impresa sportiva e soprattutto racconta come quello stemma dei due cavalli rampanti sia diventato l'emblema di un popolo intero, di una nazione che lotta, soffre e gioisce sognando il ritorno a casa: molto più di una squadra di calcio, insomma. -
Sono italiana, ma voglio smettere
Ecco a voi le migliori performance di Francesca Reggiani, i monologhi raffinati e allo stesso tempo dissacranti che l’hanno resa autrice e attrice unica nel nostro panorama teatrale. Una comicità che non cede a nessun compromesso e sa far riflettere sulle debolezze umane. Reggiani ci racconta i suoi personaggi più famosi: Ferilli, Pravo, Loren, Parietti, Santanché, Sciarelli, Versace, Flavi. Parodie esilaranti, ma costruite senza mai perdere di vista la delicatezza. Un libro che diverte e coinvolge, come tutti i lavori di una delle più popolari comiche italiane degli ultimi decenni. -
Io Matranga, tu Minafò! Come inguaiammo la comicità... e altre storie
In Sicilia non si smette mai di imparare. È quello che ci insegnano Matranga & Minafò con i loro sketch esilaranti e i loro testi al limite dell'assurdo, vere e proprie sequenze di un grande varietà surreale. La Sicilia è un mondo a parte, e in questo libro i due comici vogliono dimostrarlo. Un mondo in cui il dialogo diventa poesia, comicità e sintesi al di fuori del normale, un viaggio virtuale nella Trinacria, perla del Mediterraneo e ombelico linguistico di un mondo fatto di ardite metafore, iperboliche similitudini, bizzarri modi di dire e bislacche allegorie. Insieme all'origine di alcune delle espressioni più colorite del lessico della terra che ha dato i natali a Sciascia, Pirandello e Camilleri, scopriremo una realtà fatta di umorismo involontario e comicità genuina. La risata è il sentimento più grande dopo l'amore. Malgrado ciò, puoi passare una vita senza fare l'amore, ma non puoi passare una vita senza ridere. -
Indimenticabili. I migliori mondiali della nostra vita
"'Speravo de' morì prima!'. Nel pensiero espresso da un caro amico a ridosso della clamorosa mancata qualificazione dell'Italia ai Mondiali di calcio è racchiusa tutta la delusione di un popolo che per generazioni ha associato alle imprese della Nazionale italiana ricordi di vita indelebili. Nessuno aveva mai preso in considerazione l'ipotesi di un Mondiale senza gli azzurri. E allora non resta che ricordare, appunto. Questa raccolta a firma di scrittori, sceneggiatori, cantanti, attori e semplici innamorati del calcio è un viaggio a ritroso nei sentimenti di ognuno di noi. Ogni racconto, ogni campione (Pelé, Maradona, Platini, Riva, Cruijff, Kempes, Mùller, Matthaeus, Zidane, Ronaldo, Zico e tantissimi altri) sarà un tuffo al cuore. Emozioni uniche, indimenticabili."""" (Stefano Discreti)"