Sfoglia il Catalogo ibs028
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 7701-7720 di 10000 Articoli:
-
L' idea di giustizia. Da John Rawls a oggi
Con la pubblicazione di ""A Theory of Justice"""" di John Rawls, nel 1971, ha ricevuto nuovo impulso la discussione sulla giustizia sociale, imponendosi ben presto come uno dei temi centrali nella discussione pubblica dei paesi occidentali. Ciò si deve, in larga misura, alla straordinaria influenza che il metodo e le idee che Rawls aveva presentato, dopo un lungo periodo di gestazione, nel libro del 1971, hanno avuto su generazioni di studiosi. Lo scopo di questa antologia è aiutare il lettore ad acquisire familiarità con il dibattito sulla giustizia sociale che ruota intorno alle tesi di Rawls, attraverso la lettura di alcuni articoli che sono ormai considerati classici. Al termine del volume c'è un'ampia sezione di letture ulteriori, che funge da guida elementare alla sterminata discussione sulla giustizia, prima e dopo Rawls."" -
Reti di indignazione e speranza. Movimenti sociali nell'era di internet
L'insuccesso della rivoluzione siriana e della primavera araba non significano di certo la fine dei nuovi movimenti. Dall'uscita della prima edizione di questo libro (2012), ne sono sorti altri: in Brasile (con il Movimiento Passe Livre che occupa l'Avenida Paulista, una protesta che andrà avanti per mesi); e poi Gezi Park a Istanbul, l'occupazione di Maidan Square a Kiev, la rivoluzione degli ombrelli a Honk Kong, le proteste in Messico, Podemos in Spagna, il Movimento 5 Stelle in Italia. C'è una cosa che, pur nella diversità, hanno in comune: sono tutti inestricabilmente legati alla creazione di reti di comunicazione autonome, supportate da Internet e da trasmissioni wireless. Castells è in grado di rispondere onestamente e criticamente alla domanda che molti osservatori ponevano a questi movimenti: ""E allora, quali sono gli specifici esiti, quali i risultati tangibili sul piano sociale? Quale è stato, ammesso che ci sia stato, il loro impatto sui sistemi politici e sulla politica concreta?"""". Ed è in grado di denunciare anche gli aspetti più ambigui di movimenti che utilizzano la Rete, quali ad esempio il Movimento 5 Stelle, una delle novità di questa edizione."" -
Perché viviamo?
Perché viviamo? Ha senso porsi questa domanda oggi, in una società che ha celebrato la fine di tutte le ideologie, tranne quella del consumo, e che vive del presente, dell'immediato, ponendosi solo fini a breve termine (come la redditività o la competitività)? Nell'epoca della globalizzazione siamo incapaci di rispondere a domande come: a cosa serve la conoscenza? E lo sviluppo economico? A cosa il Potere? Troppo spesso questo silenzio lascia spazio a risposte selvagge. Eppure, proprio il sentimento del vuoto e l'aspirazione a dare un senso alla vita sembrano oggi particolarmente diffuse nelle società occidentali. I processi di globalizzazione, offrendoci un'idea del tutto fuorviante dell'universale, sembrano aver eliminato ì fini fingendo di realizzarli. Ma Auge pensa che non siamo mai stati così vicini al poterli percepire per quello che sono: incitazioni alla fraternità, al pensiero, al sapere. ""La necessaria relazione con gli altri, l'impossibile coscienza di sé, la legittima aspirazione a conoscere il mondo: all'interno di questo triangolo si è giocata la storia degli uomini e si giocherà ancora domani a un ritmo accelerato e senza tregua """". Sono dunque, per Auge, proprio la società, l'individuo e la conoscenza le finalità delta condizione umana."" -
La linea di polvere. La cultura bororo tra mutamento e auto-rappresentazione
Il libro - basato su una ricerca etnografica svolta durante il Funerale Bororo con Kleber Meritororeu in Mato Grosso (Brasile) - focalizza tensioni, conflitti e scambi tra tradizione e mutamento nelle aldeias (villaggi) di Meruri e Gargas. Parola chiave in senso metodologico, politico e narrativo è auto-rappresentazione. I Bororo sono performers e interpreti del loro funerale attraverso istanze sacrali e tecnologie digitali, coinvolgimenti alterati e svolgimenti filosofici. L'autore sperimenta composizioni narrative diversificate prima, durante e dopo il rituale, mescola concetti sensoriali, foto emozionali, logiche innovative. La linea di polvere è frontiera immateriale e porosa tra il mestre dos cantos José Carlos Kuguri e lo stesso antropologo, durante la trasfigurazione della moglie morta in cranio vivo: in arara, pappagallo ancestrale. Per i Bororo, vita e morte sono un transito tra corpo-vivo (body) e corpo-morto (corpse), tra umani e animali, piante e divinità. Il rituale non ripete solo le tradizionali cosmologie, quanto tenta di elaborare soluzioni ai mutamenti crescenti dentro e fuori i villaggi. -
Nuove geografie del suono. Spazi e territori nell'epoca postdigitale
I processi di profonda trasformazione in atto nei territori e nei paesaggi all'inizio del XXI secolo sono diventati negli ultimi tempi oggetto di studio da parte di geografi, sociologi, architetti, antropologi ed artisti. Ne emerge una visione critica dei sistemi economici e politici, di antropizzazione e di colonizzazione culturale, innescati dalle dinamiche del capitalismo globale. Questo libro si propone di indagare alcune di queste trasformazioni, inquadrandole in riferimento alle prospettive di ricerca offerte dagli studi culturali e postcoloniali, a partire dall'analisi di una serie di pratiche estetiche legate al suono (sound art, paesaggio sonoro) che nascono dall'esperienza delle geografie in emersione dal contesto post-globale. Aree rurali, luoghi abbandonati, zone ai margini si rivelano attraverso modalità di ascolto che le riconfigurano come spazi estetici e critici inusitati e aumentati, attraversati dal suono non solo come strumento, ma come metodo e dispositivo di indagine. -
La letteratura e la mente. Svevo cognitivista
"Tutto il nostro mondo meno quello del pensiero è molto difettoso"""": così scriveva Ettore Schmitz in arte Italo Svevo nei suoi """"Diari"""", ricordandoci come il modernismo in letteratura segni una prevaricazione della mente sulla realtà e del punto di vista sull'oggetto focalizzato. Per comprendere come le narrazioni costituiscano i più elevati artefatti neuro-cognitivi che l'uomo possa produrre, nessuno come Svevo ci è d'aiuto. Egli sostiene infatti che scrivere - anche meno, 'scribacchiare' - sia una misura di 'igiene' necessaria alla vita stessa, persuaso del fatto che se non mettessimo nero su bianco ciò che pensiamo ogni giorno, ciò che ci accade ogni giorno, le relazioni e lo stile di vita che adottiamo ogni giorno, non saremmo letteralmente in grado di dire cosa abbiamo pensato, vissuto, esperito. Sottrarsi alla vita per costruirla artificialmente nella mente: Svevo inizia dunque a sostenere ciò che per l'homo sapiens del terzo millennio diventerà una necessità. Questo libro ricostruisce sia in termini teorici generali sia con un'analisi del testo rigorosa questo salto nel vuoto della creatività a futura memoria." -
Oltre Adriatico e ritorno. Percorsi antropologici tra Italia e Sudest Europa
L'ultimo ventennio ha visto la rinascita, all'interno dell'antropologia italiana, di un interesse per il sudest Europa, in linea con una diffusa attenzione dell'opinione pubblica, stimolata dai drammatici accadimenti successivi alla fine della Guerra fredda. Il volume è un inedito tentativo di riflettere sulle ragioni di questo rinnovato interesse, attraverso percorsi di ricerca che esplorano lo scenario mobile in cui si ridefiniscono le relazioni e gli equilibri tra le due sponde dell'Adriatico. I contributi spaziano dalla cooperazione internazionale agli interventi militari, dalle strategie produttive alle migrazioni e al turismo, fino alla più recente crisi economica. A fare da filo conduttore è il comune approccio etnografico-riflessivo, attento ai rapporti di potere, ai processi e agli ordini discorsivi che configurano l'interesse per uno spazio geopolitico e culturale spesso percepito attraverso il doppio registro della prossimità e della distanza. -
Baudrillard ovunque
Un volume che ha principalmente lo scopo di tentare un bilancio dell’eredità culturale e scientifica che ci ha lasciato questo importante sociologo.rnrnrnNel 2017, a dieci anni dalla scomparsa di Baudrillard, si è tenuto presso l'Università Iulm di Milano il convegno ""Jean Baudrillard e la teoria dei media"""". In seguito, alcuni degli studiosi che hanno partecipato al convegno hanno elaborato delle riflessioni che sono raccolte in questo volume. Un volume che ha principalmente lo scopo di tentare un bilancio dell'eredità culturale e scientifica che ci ha lasciato questo importante sociologo. Tutti i testi sono costruiti attorno a delle parole chiave, che rappresentano concetti o autori particolarmente rilevanti per il lavoro di ricerca di Baudrillard, in modo da formare un ideale lessico """"baudrillardiano"""" utile anche per chi si avvicina per la prima volta al pensiero di questo autore."" -
Figure del male
A più di quindici anni di distanza Franco Rella ripropone all'attenzione del pubblico e degli studiosi Figure del male.rn«Di fronte all'indiscernibilità del male, al suo carattere misterioso e imperscrutabile, è necessario interrogarsi sulle figure attraverso cui esso si palesa. Ed è questo il complesso itinerario che affronta Rella, interrogando le immagini del male dall'antichità al contemporaneo.» - Corriere del TrentinornrnrnDostoevskij ha detto che mai la ragione è stata in grado di distinguere il bene dal male. Di fronte all'indiscernibilità del male, al suo carattere misterioso e imperscrutabile, ci si deve interrogare sulle figure in cui esso si mostra: in cui esso diventa visibile, se non comprensibile. È necessario interrogare queste figure, chiederci se le immagini del male e della sofferenza, che incontriamo già nel mito e nella tragedia antica, siano le stesse immagini che si presentano a noi oggi, davanti ai nostri occhi. Chiederci se la morte rappresentata da Giovanni Bellini sia la stessa delle terribili immagini di morte che scivolano lungo i canali di internet. Se c'è rapporto tra Satana che siede tra i figli di Dio nel Libro di Giobbe e Satana che patina del disgusto della tristezza la nostra lingua quando affondiamo in quella malinconia che è più aspra della disperazione. E infine se c'è un rapporto tra tutto il male che si è sedimentato nei secoli nel mondo e il Male di Auschwitz. -
Politicamente corretto. Il conformismo morale come regime
Un'analisi originale del politicamente corretto come forma di comunicazione e come riflesso delle profonde trasformazioni all'opera negli ultimi decenni nel contesto delle società occidentali. A partire da una prospettiva originale come quella svedese, e da una serie di situazioni vissute in prima persona, l'antropologo Jonathan Friedman analizza il politicamente corretto come una particolare realtà sociale, e come uno strumento politico nelle mani delle nuove élite. Una realtà sintomatica di un insieme di fenomeni (l'immigrazione, il multiculturalismo, la segregazione sociale, il ""declino"""" dello Stato-nazione, etc.) cruciali da comprendere per preservare uno spazio critico razionale e una sfera pubblica in cui sia ancora possibile discutere differenti interpretazioni della realtà. Una critica arguta del contesto moraleggiante in cui viviamo e della sua pretesa di neutralizzare il dibattito stabilendo ciò di cui si può, e ciò di cui non si deve, parlare."" -
Apologia del padre. Per una riabilitazione del personaggio reale
Alle donne e al femminismo nella contemporaneità spetta il compito sia di ridimensionare la figura materna, sia di ripensare la figura paterna restituendole umanità e realtà. rnrnrnIntorno a figure familiari come padre e madre ruotano luoghi comuni carichi d'implicazioni psicologiche e politiche. Il libro s'interroga sull'esclusione che l'immaginario cristiano riserva al padre terreno, una esclusione sempre più marcata dal medioevo fino a oggi. L'ipotesi è che il simbolico cambia considerevolmente nel corso del tempo mentre rimane stabile la natura ""materna"""" del potere come dominio. Da Sofocle a Freud lo scenario manda il messaggio di un crescente disagio per l'assenza del padre e lo strapotere della madre. Alle donne e al femminismo nella contemporaneità spetta il compito sia di ridimensionare la figura materna, sia di ripensare la figura paterna restituendole umanità e realtà."" -
Ai confini della democrazia. Sovranità democratica e diritti umani
Il presidio dei confini è un aspetto essenziale della sovranità degli Stati moderni. Ogni società che assuma la forma dello Stato-nazione crea il proprio ""altro"""" da sé e istituisce le proprie regole di inclusione e di esclusione. Anche lo Stato democratico ha bisogno di confini, perché è il sistema della rappresentanza ad averne bisogno: occorre pur sempre sapere quale entità democratica è responsabile e nei confronti di chi. Eppure, il principio democratico di autodeterminazione può servire a giustificare una politica di restrizione della mobilità umana solo a condizione di aderire ai principi universalistici dei diritti umani. Questo libro cerca di comprendere a quali condizioni i confini potrebbero essere considerati legittimi e giustificabili."" -
La casa come ritratto. Una casa di parole-The house as a portrait. A house of words. Ediz. bilingue
"Questo libro parla di architettura - cioè, parla dell'uomo. Il modo in cui se ne parla, però, richiede di esplicitare alcune """"regole del gioco"""". Lo scopo è mostrare il 'dietro le quinte' dell'architettura, svelando il cuore dell'architetto. Il punto di partenza è un progetto vero, realizzato. E lo scambio di messaggi, di mail, di ipotesi tra il Committente e l'architetto. Ne viene fuori, ci pare, una specie di sceneggiatura teatrale -perché la vita, sempre, è recita e teatro. Una congiura di linguaggi diversi: dialoghi - tersi e forti - fra architetto e Committente, i concetti solitari - veri e propri viaggi nei recessi della mente - dell'architetto, il 'burocratese', la lingua franca con cui adescare l'amministrazione pubblica. Per questo, una selezione di questi documenti è stata strutturata come un vero e proprio 'libretto d'opera'. L'architettura è sintonizzata in modo così potente con lo spirito? Abbiamo deciso di mostrare tutto ciò che non si vede e non si dice: cosa sta alla foce di un ponteggio, quale cuore batte sotto gli schizzi di un progetto. Come inabissarsi in una casa e svelarne la stanza segreta, dove è custodito il respiro."""" (D.B.)" -
Lo spettacolo di sé. Filosofia della doppia personalità
Nella seconda metà dell'Ottocento vengono registrati straordinari casi di ""sdoppiamento della personalità"""": dopo un breve sonno, le pazienti di Azam, Galicier, Janet si risvegliano con un carattere, un modo di fare, dei ricordi e persino un nome completamente diversi. Più vivaci e felici di quanto non fossero nella loro prima esistenza, queste """"altre"""" animano delle biografie romanzesche e avventurose, insieme reali e immaginarie, vivono fra noi e in epoche e mondi lontani, sono attrici e spettatrici delle proprie messe in scena. Agli psicologi, ai filosofi e agli scrittori che decretano i successi di una patologia singolare, la personalità appare intanto sotto un aspetto inedito ma anche molto antico, cioè come una maschera o un personaggio. Ricostruendo un momento saliente della storia del soggetto moderno, Barbara Chitussi restituisce al paradigma della personalità-maschera la sua urgente attualità e vi scopre la chiave di un'etica, una modalità della conoscenza di sé."" -
Le ragioni del Buddha. In Asia centrale sulle tracce del buddhismo «d'Occidente»
Può l'Occidente costruire un'alternativa al proprio paradigma, meccanicistico e riduzionistico, senza per questo disconoscerne i presupposti? ""Le ragioni del Buddha"""" prova a dare una risposta affermativa, ipotizzando una riconciliazione con le """"cose prossime"""" - ancorché riviste e corrette - che passa dapprima per quelle """"remote"""": l'accelerazione appare in tal senso la conditio sine qua non del ripristino di uno stato di quiete. Del resto, quale espressione artistica se non quella del Gandhara può farsi portavoce delle convergenze tra piani semantici così diversi? """"Le ragioni del Buddha"""" si muove pertanto in territori """"di confine"""", in senso stretto e in senso lato, quale """"ibrido"""" che esula dalla saggistica tradizionale e in quanto descrizione di un percorso articolato che dalla molteplicità dispersa e frammentaria del mondo sensibile giunge infine al vuoto che di quelle stesse manifestazioni è origine e fondamento. L'orientamento multidisciplinare, che abbraccia la filosofia e l'arte, d'Oriente e d'Occidente, unendo divulgazione a spunti narrativi, sancisce un punto di contatto tra mondi e (non) forme molto diversi, quasi volesse rivelarsi, in ossequio al """"giusto mezzo"""" buddhista, un'unità soggiacente al dualismo tra orizzonti di segno opposto. """"Le ragioni del Buddha"""" è questo e molto altro ancora."" -
La solitudine delle donne molisane ai tempi della prima grande migrazione
Attraverso l'analisi delle strutture parentali, Adele Rodogna svela i cambiamenti che si sono manifestati nella famiglia molisana tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, nel quadro del balzo migratorio dell'epoca. Sulla base dell'analisi e dell'interpretazione dei fascicoli penali, Le solitudini delle donne molisane ricostruisce il fenomeno delle ""vedove bianche"""", con la conseguente evoluzione dei rapporti tra i generi, all'interno di diverse fisionomie di sviluppo: la struttura della famiglia, la distribuzione della ricchezza tra produzione-riproduzione della forza lavoro, partenze migratorie, conflittualità e gerarchie sessuali."" -
Immagini del conflitto. Corpi e spazi tra fantascienza e politica
La fantascienza ha sempre offerto potenti immagini capaci di condensare processi di ampia portata e, in particolare, di evocare conflitti politici decisivi. Intorno al passaggio di millennio, alcune rappresentazioni hanno permesso di trascrivere quei conflitti che spingono al compimento delle spaziature moderne. Da una parte, la figura del cyborg, nel riprendere lineamenti del mostro di Frankenstein e del conte Dracula; i personaggi ibridi del film Avatar, i corpi divorati e la nuova carne raccontati da David Cronenberg - permettono di cogliere quei mutamenti di confini che ridisegnano i nostri corpi in un nuovo orizzonte post-umano. Dall'altra parte, le simulazioni e il deserto del reale della trilogia cinematografica Matrix; il ciberspazio dei romanzi di William Gibson, il Metaverso descritto da Neal Stephenson - squadernano nuove e più complesse dimensioni spaziali che richiedono di essere abitate politicamente. Attraverso questa serie di episodi narrativi emergono, dunque, questioni che contrassegnano il nostro presente e di cui la riflessione deve farsi carico. Prefazione di Alberto Abruzzese. -
Il fotoromanzo. Metamorfosi delle storie lacrimevoli
Che cosa ha significato il fotoromanzo per la cultura italiana? Cosa ne ha determinato l'impressionante successo nel corso degli anni Cinquanta? Superando l'idea di un prodotto subculturale in cui si narrano solo banali storie d'amore a lieto fine, Silvana Turzio ripercorre l'evoluzione di questo genere, di fama ambivalente, indagandone i rapporti con il cinema e la letteratura ""popolare"""" (dal rosa al giallo), ma non solo. Scopriamo infine che il fotoromanzo è stato un genere anche politico e di controinformazione. Arricchito da un apparato fotografico, questo viaggio nelle """"storie lacrimevoli"""" è la più completa ricostruzione di un genere, fondamentale per portare uno sguardo più contemporaneo sulla cultura visiva popolare."" -
Pulp Times. Immagini del tempo nel cinema d'oggi. Nuova ediz.
Telmo Pievani e Fulvio Carmagnola esaminano come il tema culturale del tempo viene declinato nella narrazione cinematografica più recenternrnIl cinema oggi è insieme esperienza estetica di massa e luogo di raccolta e di diffusione dei grandi temi dell'immaginario nelle società globali. A partire da questa constatazione, Telmo Pievani e Fulvio Carmagnola esaminano come il tema culturale del tempo viene declinato nella narrazione cinematografica più recente, e in particolare in quel cinema spettacolare che, dalla fantascienza alla fiction di avventura, è sempre più protagonista del nostro presente. Il libro, rivisto e aggiornato dagli autori, è corredato da un'ampia filmografia che raccoglie film sul tempo finora apparsi anche fuori dal circuito distributivo italiano. Filmografia di Dario D'Incerti. -
La verità vincerà. Il popolo sa perché sono stato condannato
Primo presidente brasiliano di sinistra a cinquant'anni dalla destituzione forzata di João Goulart, capo dello Stato per due mandati consecutivi, primo ex presidente a finire in carcere per reati comunirnrn«C'è tutto Lula, con il suo carisma, la sia determinazione, i suoi sogni, ma anche con i limiti della sua visione politica, nel libro-intervista La verità vincerà.» – Claudia Fanti, il manifestornrnrn Luiz Inàcio Lula da Silva - per tutti Lula - il presidente operaio arrivato a San Paolo dalla miseria dello Stato Pernambuco per fare il lustrascarpe prima, e l'operaio poi, è stato, fra molte luci e qualche ombra, uno dei simboli della rinascita conosciuta dal Brasile all'inizio del nuovo millennio. Il suo coinvolgimento nell'inchiesta Lava Jato e la recente condanna a dodici anni di carcere con l'accusa di corruzione hanno destato grandissimo clamore nell'opinione pubblica nazionale e internazionale. In questo lungo libro-intervista - il primo a essere pubblicato in Italia - Lula si racconta ai giornalisti Juca Kfouri e Maria Inês Nassif, al docente di Relazioni internazionali Gilberto Maringoni e alla fondatrice della casa editrice Boitempo Editorial, Ivana Jinkings. Una conversazione libera, priva di argomenti tabù, in cui l'ex presidente commenta i retroscena politici degli ultimi anni, riflette sui motivi che hanno sancito la sconfitta del Partito dei lavoratori dopo la rielezione di Dilma Rousseff e racconta le sue speranze e aspettative per il Paese. A completare il volume, una cronistoria della sua vita, la trascrizione del discorso pronunciato di fronte al sindacato di Sào Bernardo do Campo prima di consegnarsi spontaneamente alla polizia e una galleria fotografica che ripercorre l'attività sindacalista, i giorni della presidenza, fino ad arrivare alla recente Carovana Lula.