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La rifondazione mancata. 1991-2008, una storia del Prc
Nel 2008, per la prima volta nella sua storia, la sinistra radicale e comunista ha perduto la rappresentanza parlamentare. Una disfatta che ha implicazioni per il futuro e le cui cause affondano nella vicenda politica degli ultimi quindici anni. Per la prima volta in modo sistematico e completo questa ""storia"""" di Rifondazione comunista ripercorre quella vicenda dal momento della fondazione nel 1991 fino alla sconfìtta del 2008. Le tante scissioni, i successi elettorali, gli arretramenti, la stagione dei movimenti e poi la svolta governativa. E ancora, indiscrezioni, particolari inediti, piccoli ritratti dei principali protagonisti. Un lungo racconto scritto con il ritmo del giornalismo, animato dalla passione politica e fondato sui documenti ufficiali. Un pezzo di memoria per capire cosa è stata la sinistra in Italia e provare a immaginare come sarà."" -
America, no we can't. Le speranze deluse e le prospettive della politica Usa
"Le elezioni presidenziali del 2008 hanno visto per la 'prima volta' alla Casa Bianca un presidente nero. Questo ha generato speranze e attese per il futuro della politica Usa. Ma sono state anche elezioni dominate, come sempre, dal denaro e dal candidato che ha usufruito dei maggiori finanziamenti. Un funzionamento di fondo della società americana - 'una società diretta dal mondo degli affari' - che rappresenta il filo conduttore con cui Chomsky ricostruisce la storia della politica estera Usa, la sua continuità storica, in una critica che coinvolge lo stesso Obama, soprattutto per le sue politiche in America Latina e Medio Oriente. """"La speranza autentica della campagna di Obama è che 'l'armata popolare' organizzata per ricevere istruzioni dal capo possa liberarsi e ritornare ai 'vecchi modi di fare politica', con la diretta partecipazione all'azione""""." -
D'altri tempi
Dopo aver pubblicato cinque romanzi ""a impianto storico"""", incentrati sui grandi conflitti del Novecento, Stefano Tassinari torna al """"passo breve"""" dei racconti. Dieci testi tutti legati tra loro e incentrati su personaggi e fatti reali: dall'ex chitarrista dei Rolling Stones, Brian Jones, ai due studenti uccisi dalle forze dell'ordine, Roberto Franceschi e Francesco Lorusso; dal Festival di Parco Lambro alla morte in un manicomio giudiziario dell'attrice del Living Theater, Carolyn Lobravico; dal """"Bloody Sunday"""" irlandese ai desaparecidos argentini e all'ultimo prigioniero garrotato dal regime di Francisco Franco; dalla discussa eliminazione del leader del Black Panther Party all'apertura degli ospedali psichiatrici. Storie """"D'altri tempi"""", che ci riportano dentro gli ambienti generazionali, politici, culturali e psicologici degli anni Settanta."" -
Gli ultimi mohicani. Una storia di Democrazia Proletaria
Nel 1991 finiva l'esperienza di Democrazia Proletaria, erede dei movimenti nati nel '68 e protagonisti degli anni Settanta. Dp ha rappresentato il tentativo di tenere viva quella stagione in un esperimento originale che ha messo insieme marxismo eretico, cattolicesimo del dissenso, ambientalismo, garantismo, pacifismo. Tematiche o in parte vissute nell'esperienza successiva, quella di Rifondazione comunista in cui Dp è confluita facendo perdere le proprie tracce. Questa è forse la prima storia completa raccontata attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti: dirigenti, come Mario e Giovanni Russo Spena o i semplici compagni di strada come Paolo Villaggio e Andrea Pazienza. Ma è anche un viaggio a ritroso nella Nuova sinistra ripercorrendo i drammatici, ma irripetibili, anni Settanta. -
Nuova rivista letteraria (2010). Vol. 3: Populismo, letteratura e dintorni.
Questo numero include interventi di: Stefano Tassinari, Bruno Arpaia, Alberto Sebastiani, Stefano Colangelo, Silvia Albertazzi, Marco Baliani, Wu Ming 1, Maria Rosa Cutrufelli, Giuseppe Ciarallo, Marcello Fois, Michael Becker, Dunja Badnjevic, Pino Cacucci, Giampiero Rigosi, Agostino Giordano, Paolo Vachino, Alberto Bertoni, Guido Caldiron, Carmen Licari. -
Come abbiamo vinto il referendum. Dalla battaglia per l'acqua pubblica alla democrazia dei beni comuni
I referendum del 12 e 13 giugno 2011, su acqua, nucleare e legittimo impedimento, hanno modificato la politica italiana più di quanto si veda. Dopo quindici anni una consultazione referendaria ha avuto la maggioranza dei votanti e ha dato espressione a una voglia di cambiamento che anima, a volte sottotraccia, la società italiana. Tra i protagonisti di questa esperienza, Marco Bersani, fondatore di Attac Italia e tra i principali animatori del Forum italiano dei movimenti per l'acqua, racconta la storia del movimento, da Cochabamba alla iniziativa dei primi comitati locali fino alla raccolta delle firme, fatta tra il silenzio dei partiti e delle istituzioni. Per poi arrivare alla vittoria finale, ottenuta nonostante l'assenza di informazione. Una vittoria insperata che però deve ancora conquistare la ripubblicizzazione dell'acqua. Bersani racconta così le tappe di una ""lunga marcia"""" e ci offre un'analisi originale di quanto si muove nel profondo della società civile. Un affresco di quel laboratorio di democrazia che ha imposto """"la ragionevole follia dei beni comuni"""" e che traccia un manifesto per un'altra politica."" -
Tunisian girl. La rivoluzione vista da un blog
Quella tunisina è stata la prima rivoluzione della storia con un ruolo rilevante della controinformazione diffusa attraverso la rete, i blog, i social network. La giovane Leena Ben Mhenni, con il suo blog Tunisian Girl, è stata una delle fonti principali di notizie e informazioni per i giornalisti all'estero, diventando una delle più coraggiose protagoniste della battaglia contro Ben Ali, il dittatore tunisino. Battaglia virtuale, con cyberattivisti, cyberpirati, cybersbirri, ma anche battaglia vera, con morti, arresti, sacrifici. Fino a quel 14 gennaio, quando finalmente il tiranno, che ha beneficiato della compiacenza criminale del mondo occidentale, degagé, se ne va. Mentre ex ministri arabi e occidentali blaterano senza vergogna della ""primavera araba"""", questo libricino dà conto del ruolo innegabile della generazione di Facebook nel percorso per la conquista di un mondo senza censura, senza violenza, senza tortura."" -
Una lenta impazienza
"Questo libro non è un romanzo. È tuttavia un testo di apprendistato -apprendistato della pazienza e della lentezza - ovviamente incompiuto. Non ha altra ambizione se non quella di ripercorrere un itinerario militante e intellettuale, dopo il disastro dello stalinismo, nell'epoca dell'apoteosi del mercato, quando i geroglifici della modernità espongono in piena luce i loro segreti. Non si tratta né di un'autobiografia, né di memorie. Come quelle, tenere e puntigliose, di Cadichon, le uniche memorie che valgano sarebbero, all'occorrenza, quelle di un asino. Si tratta piuttosto di una semplice testimonianza, per aiutare a capire quello che abbiamo fatto e che cosa vogliamo"""". Con queste parole il filosofo marxista Daniel Bensaïd, tra i leader del Maggio '68 francese, descrive la propria opera. L'affresco appassionato e brillante di un itinerario ricco di aneddoti, di ricordi personali, di riflessioni cruciali in una storia che ripercorre gli anni Settanta, le rivolte giovanili, i movimenti latinoamericani, le organizzazioni della sinistra antistalinista. Contro la malafede che assicura che il mondo va bene e non va cambiato, contro la rassegnazione che sussurra che la disuguaglianza è naturale ed eterna, rivendica di """"aver avuto ragione ad avere torto"""", e di pensare, contropelo, che questo mondo possa ancora cambiare." -
Un' altra storia. Una conversazione sul Novecento
"La guerra del Vietnam ha giocato un ruolo importante nella formazione della posizione radicale di Stone rispetto al proprio paese. Una delle scene che colpiscono di più, lunga quasi dieci minuti, nel film JFK rappresenta un duetto in stile televisivo: Jim Garrison (Kevin Costner) e un funzionario dei servizi segreti non identificato (Donald Sutherland) parlano sulla riva del fiume Potomac a Washington DC, e discutono su chi abbia ucciso Kennedy. Il personaggio interpretato da Sutherland collega l'uccisione del presidente alla sua decisione di ritirare le truppe americane dal Vietnam, alcuni mesi prima [...]. Il rifiuto di Stone di accettare le """"verità"""" dell'establishment è l'aspetto più importante della sua filmografia. Può darsi che a volte si sbagli, ma ha sempre sfidato le versioni imperiali"""". Con queste parole lo scrittore britannico di origini pakistane Tariq Ali descrive il regista americano che lo ha intervistato lavorando al documentario di 12 ore in uscita nel 2012: """"The untold history of the United States"""". I due ingaggiano una suggestiva conversazione sulla storia, alternando domande e risposte sull'ascesa e il declino degli Stati Uniti nel XX secolo, sulla parabola del """"secolo breve"""", sul significato del Novecento, delle sue guerre, delle sue rivoluzioni, delle sue degenerazioni. Il risultato è un libro provocatorio, sicuramente destinato a suscitare dibattito e polemiche." -
Il resistente. Raffaello Renzacci 1956-2003
Entrato come operaio di linea alla Carrozzeria della Fiat Mirafiori nel '76 e iscrittosi subito alla Fiom, Raffaello Renzacci fu tra i maggiori protagonisti di quella stagione di lotte. Dopo quella che è passata alla storia come ""lotta dei 35 giorni"""" alla Fiat, si trovò nell'elenco dei cassintegrati insieme ad altre migliaia di tute blu. Animatore del coordinamento cassintegrati di Torino, l'azienda mise il veto al suo rientro in fabbrica. La sua vita, finita a soli 47 anni, è rappresentativa ed esemplare di una generazione che ha iniziato la partecipazione politica e sindacale negli anni Settanta, e che poi ha dovuto resistere al riflusso e ai licenziamenti di massa degli anni Ottanta e Novanta, attraversando le vicende politiche di Democrazia proletaria e Rifondazione comunista. Chi ha fatto parte di quella generazione non potrà non trovare nel racconto della vita di Raffaello molti spunti """"autobiografici"""". Raffaello Renzacci (1956-2003), metalmeccanico Fiom e poi dirigente della Cgil, ha collaborato con vari giornali e riviste e ha contribuito con due corposi saggi ai seguenti libri collettanei: """"L'altra faccia della Fiat. I protagonisti raccontano"""", Erre Emme, Bolsena 1990, e """"Cento... e uno anni di Fiat"""", Massari editore, Bolsena 2000."" -
Nel baratro. I Palestinesi, l'occupazione israeliana, il Muro, il sequestro Arrigoni
La cronaca dei drammi quotidiani in Palestina è il rumore sordo, di fondo, della nostra contemporaneità. Michele Giorgio, con i suoi articoli, rompe quotidianamente il silenzio crescente intorno ad un popolo costretto a vivere da decenni sotto occupazione. Un'accurata selezione delle cronache, interviste, analisi e reportage restituisce in questo libro un'unica storia che va dal 2000 al 2012. Pur seguendo un criterio principalmente cronologico, il testo riesce a cogliere prospettive analitiche, spesso taciute, in merito allo scontro israelo-palestinese, non esclusivamente ideologico, ma ancor più politico, economico e sociale. E nel loro procedere, gli articoli conferiscono ad una realtà percepita spesso come molto lontana una connotazione di quotidianità e concretezza. Dalla ""passeggiata"""" di Ariel Sharon sulla spianata delle moschee di Gerusalemme, che sprigionò la scintilla della seconda Intifada nel 2000, alla - rioccupazione israeliana delle città autonome palestinesi; dalla condanna all'ergastolo del """"comandante dell'Intifada"""" Marwan Barghouti alla malattia """"misteriosa"""" che nel 2004 uccise Yasser Arafat; dall'ascesa di Hamas all'offensiva """"Piombo fuso"""". Fino al terribile e assurdo assassinio di Vittorio Arrigoni."" -
Pianeta indignato
L'indignazione che si è espressa negli scorsi anni in Egitto e Tunisia, in Grecia e in Spagna, a New York o a Oakland, con piazze occupate da migliaia, se non milioni, di giovani e di lavoratori, ha già ottenuto importanti successi. In Tunisia ed Egitto sono caduti regimi antichi mentre le proteste spagnole o quella di Occupy Wall Street hanno agito in profondità nell'immaginario collettivo e mediatico. Josep Maria Antentas e Esther Vivas, giovani ricercatori protagonisti del movimento spagnolo, vanno oltre il racconto delle dinamiche di piazza analizzando le caratteristiche sociali e politiche dei nuovi movimenti e delineandone i meccanismi di fondo che li hanno generati e li stanno facendo espandere in tutto il mondo. Una nuova generazione ha aperto un ciclo di lotte che non sarà passeggero. I movimenti attuali si presentano in forme molto diverse da quelle degli anni Sessanta e Settanta, sono più radicati socialmente rispetto ai ""no global"""" e sembrano privi di riferimenti organizzativi, culturali e ideologici. Ma tutto questo non ne riduce la radicalità nel delineare un'alternativa all'attuale sistema politico e ai modelli di democrazia rappresentativa che si trovano in crisi in tutto il mondo."" -
Mitocrazia. Storytelling e immaginario della sinistra
"Mitocrati di tutti i paesi, raccontiamoci delle storie!"""". È questo l'invito con cui si chiude l'originale testo di Citton che, analizzando il modo in cui una storia può orientare i comportamenti del pubblico, non si accontenta di denunciare come la società capitalista utilizzi i mass media per veicolare storie e miti che addormentano le coscienze. Al contrario individua la crisi della """"sinistra"""" proprio nell'incapacità di raccontare delle storie convincenti. Negli ultimi vent'anni infatti la """"destra"""" (autoritaria, neoliberale e xenofoba) è riuscita a diffondere un insieme relativamente coerente di storie, immagini, fatti di cronaca, paure che si alimentario reciprocamente all'interno di uno stesso """"immaginario di destra"""", tanto da aver colonizzato i discorsi di numerosi dirigenti di partito che si rivendicano di """"sinistra"""", oscurando nel senso comune oltre cento anni di epos dell'emancipazione legata al movimento operaio. Attingendo al pensiero filosofico di Spinoza, Tarde, Foucault e Deleuze, e discutendo di teoria letteraria con riferimenti a Eschilo, Diderot, Sun Ra e al collettivo Wu Ming, l'autore invita a cogliere la potenza emancipatrice del racconto. Non tanto per ricostruire un sistema di idee, coerente e totalizzante, bensì piuttosto un bricolage di immagini frammentarie, intuizioni vaghe, folli speranze e miti interrotti che prendano insieme la consistenza di un nuovo immaginario." -
Nuova rivista letteraria (2013). Vol. 7
Interventi di: Albertazzi, Arpaia, Badnjevic, Baliani, Becker, Bertoni, Cacucci, Caldiron, Ciarallo, Colangelo, Cutrufelli, Donati, Famiglietti, Fois, Giordano, Licari, Mercurio, Rigosi, Sebastiani, Tassinari, Vachino, Wu Ming. -
La Prima Internazionale. L'emancipazionei dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi
Nel momento in cui assistiamo alla profonda crisi della sinistra proveniente dal vecchio movimento operaio, questa ricerca storica indaga il luogo dove tutto ebbe inizio. Otto anni. La Prima Internazionale ebbe vita breve (1864-1872), ma attraversò un intenso periodo storico con al centro la Comune di Parigi. In questa rete internazionale che parlava esplicitamente di rivoluzione, si confrontarono soggettività eterogenee (dai sindacalisti inglesi agli artigiani francesi, passando per i comunisti tedeschi), pratiche politiche differenti (cooperativiste, sindacaliste, di mutuo soccorso) e le più grandi figure del movimento operaio, a partire da Marx e Bakunin. Ed è all'interno di questa dimensione plurale che si formarono le correnti di sinistra che hanno segnato il Novecento: marxiste, anarchiche e socialdemocratiche. L'Associazione internazionale dei lavoratori fu in primo luogo un tentativo inedito di organizzare in modo solidale i militanti operai decisi a inventare da soli il proprio futuro: ""L'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi"""". E di guidare una rivoluzione al contempo economica, sociale e politica senza che uno di questi aspetti prevalesse sugli altri. Fino a quando i dibattiti teorici si orienteranno su strade divergenti."" -
Come si esce dalla crisi. Per una nuova finanza pubblica e sociale
Dal 2007 la crisi non fa che peggiorare i suoi effetti economici e sociali, e i grandi economisti continuano a proporre come rimedio politiche di austerità, per poi scoprire che sono le stesse che l'hanno causata. In questo libro, 11 originali contributi di economisti e attivisti sociali, frutto di oltre due anni di confronti pubblici, analizzano e smontano le teorie del debito pubblico fuori controllo, identificano i passaggi essenziali per determinare una reale equità fiscale, scoprono i nessi finanza/lavoro, tematizzano le opzioni di riconversione ecologica della produzione e illuminano le pratiche di autogestione eco-produttiva, giungendo a proporre un'innovativa forma di finanza pubblica, in primis attraverso la riappropriazione sociale di Cassa Depositi e Prestiti. -
The Frontman. Bono (nel nome del potere)
Un pamphlet ironico e graffiante che lancia un vero e proprio atto di accusa al celebre cantante degli U2. Senza metterne in discussione i meriti musicali, ne attacca le modalità nell'uso politico del suo successo. Una biografia non convenzionale di Bono. -
I tempi che corrono
In questo libro Angelo Ferracuti raccoglie i reportage scritti sul campo negli ultimi anni, spostandosi sui treni, in corriera o addirittura a piedi, in un non comune impegno per il racconto dal vero. Ne ""I tempi che corrono"""" l'autore racconta il mondo del lavoro con la voce dei protagonisti, quasi sempre lavoratori vittime della sopraffazione e del profitto, di cui aveva già dato prova nei suoi precedenti libri. E descrive i ritratti di alcuni intellettuali di oggi e di ieri come Fenoglio, Pasolini, Brecht, Luigi Di Ruscio, il musicista Charlie Haden o il fotografo Mario Dondero di cui è testimonianza la foto di copertina. Come ha scritto Massimo Raffaeli, """"la nettezza del segno e il ritmo incalzante, una partecipazione emotiva che mai si sottrae alla resa obiettiva dei fatti, iscrivono la pagina dello scrittore fermano nella costellazione degli scrittori più amati, da Sherwood Anderson e George Orwell a Ryszard Kapuscinski""""."" -
Nuova rivista letteraria (2013). Vol. 8
Questo numero include interventi di: Silvia Albertazzi, Bruno Arpaia, Pino Cacucci, Maria Calabrese, Salvatore Cannavò, Giuseppe Ciarallo, Alex Corlazzoli, Girolamo De Michele, Angelo Ferracuti, Franco Foschi, Agostino Giordano, Sara Honegger, Cristina Muccioli, Alberto Prunetti, Mirco Pieralisi, Giampiero Rigosi, Sergio Rotino, Alberto Sebastiani, Fabio Treves, Paolo Vachino, Massimo Vaggi, Emilio Varrà, Giancarlo Visitilli. -
Il paese del vento
"Nonostante tutte le precauzioni e i provvedimenti del caso, il nostro viaggio di nozze fu disastroso. Ci si sposò di maggio, e si partì subito dopo la cerimonia: un bel mezzogiorno ventilato, fragrante di fiori. Rose, rose, ci accompagnavano: le fanciulle le gettavano dalle loro finestre, con manciate di grano e sguardi d'invidia amorosa: la stazione ne era tutta inghirlandata; e rosseggianti anche le siepi della valle. Rose e grano: amore e fortuna: tutto ci sorrideva. La mèta del nostro viaggio era sicura, adatta alla circostanza: una casetta fra la campagna e il mare, dove il mio sposo aveva già qualche volta villeggiato: una donna anziana, discreta, brava per le faccende domestiche, da lui già conosciuta, doveva incaricarsi di tutti i nostri bisogni materiali. E noi si sarebbe andati a spasso, lungo la riva del mare, o fra i prati stellati di ligustri, o più in là fra i meandri vellutati di musco della pineta canora""""."