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Il codice Gioconda. La vera identità di Monna Lisa
La Gioconda ha fatto versare fiumi di inchiostro, ma nessuno è stato in grado di dare un nome certo al volto della giovane donna del quadro. Quello che sappiamo - così narra la leggenda - è che Leonardo teneva molto a questo dipinto, come se rappresentasse qualcosa di speciale, tant'è che lo portava con sé ovunque andasse. E se Leonardo da Vinci avesse occultato intenzionalmente il lineamenti e i particolari dell'opera per nascondere l'identità del soggetto? Quale mistero si cela dietro questo quadro? Questo libro giunge a formulare una nuova ipotesi e la soluzione dell'enigma. Il libro rappresenta anche una sintetica ma puntuale lettura di un periodo storico inquietante: il Rinascimento. Un crogiolo di idee, un misto di estetismo, razionalismo ed esoterismo magico in cui si cominciò a cercare di estromettere Dio e far diventare l'uomo ""misura di tutte le cose"""". Di questo periodo Leonardo fu uno dei protagonisti, e ciò spiega il fascino da lui esercitato sui Dan Brown di turno. Il """"Codice"""" della Gioconda ci fornisce invece ben altre indicazioni."" -
Storia dell'apologetica
L'apologetica nella mentalità corrente gode di una pessima fama per cui, nella migliore delle ipotesi, è accusata di inaridire nel ragionamento e nella polemica la freschezza della fede. In realtà, come insegnano Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, fede e ragione possono, anzi, devono andare insieme. Del resto, il rifiuto della ragione non conduce alla fede, bensì agli opposti errori del fideismo o dello scetticismo. Questo libro non è un'apologia dell'apologetica, né l'Autore si preoccupa di emettere giudizi di valore, eppure dalle sue pagine non si può che restare ammirati dalla lunga schiera di uomini di fede e di talento, di preghiera e di genio, i quali - potremmo dire - ragionavano ""in ginocchio"""". Dalla prima predicazione del cristianesimo fino ai giorni nostri, incontrando grandi nomi quali Agostino, Tommaso, Pascal, Newman, l'Autore ripercorre """"la storia dei vari modi in cui pensatori cristiani, in epoche diverse e in diverse culture, hanno lottato per 'dare ragione della speranza che era in loro' (Cfr. 1Pt 3,15)""""."" -
Omelie per l'anno liturgico
Un insegnamento chiaro, lucido e profondo: questo è stato l'ampio e molteplice magistero del Card. Giuseppe Siri. Per la prima volta vengono pubblicate alcune delle omelie che il grande Arcivescovo di Genova tenne nell'ultima parte del suo lungo episcopato. Per chi lo ascoltò allora, questo libro ne farà risuonare nuovamente la voce, mentre lo farà scoprire a tutti come maestro di parola e di verità. Alla scuola del Card. Siri si potranno meglio comprendere, celebrare e vivere le grandi tappe dell'anno liturgico, che rende presente il mistero di Cristo totale, Capo e Corpo, per la salvezza del mondo. -
Quale accordo fra Cristo e Beliar? Osservazioni teologiche sui problemi, gli equivoci, i compromessi del dialogo interreligioso
Gli studi che qui si raccolgono, hanno per oggetto i rapporti della Chiesa cattolica con le religioni non cristiane come delineati dalla citazione della Lettera di San Paolo ai Corinzi e come oggi invece sono vissuti in vaste zone della Chiesa in seguito allo sconquasso determinato dalla messa in mora di quel testo stesso. Scomparsa la fermezza apostolica di Paolo nell'escludere ogni rapporto equivoco fra Cristo e qualunque altra divinità o qualunque altra religione pagana, s'avverte - più strisciante che stridente - la contraddizione che emerge quando si studiano documenti come Nostra aetate, la dichiarazione conciliare sul dialogo interreligioso. Al tempo del Concilio la Chiesa tutta parve improvvisamente dimentica di sé e pervasa dalla febbre d'un inguaribile ed ingenuo ottimismo. Si parlò di provvidenziali contatti con l'induismo ed altre religioni, nel senso non tanto della missione e della conversione, bensì dell'avvicinamento e dell'assimilazione. Riconoscimenti gratuiti ed ingenui, nell'assoluta reticenza delle radicali differenze oggi drammaticamente sotto gli occhi di tutti. L'immagine prevalente che la Chiesa diede di sé nel post-concilio, grazie allo ""spirito conciliare"""" o - come lo chiamò Benedetto XVI - al """"Konzils ungeist"""", fu di una Chiesa bella, giovane, aperta, comprensiva, misericordiosa, aliena da ogni condanna, desiderosa di perdono, nemica dell'intransigenza e della discriminazione."" -
Satana come liberarsene
Diavolo, satana, lucifero, malefico: in qualsiasi modo lo si voglia chiamare è un essere personale malvagio ben presente nella vita di tutti gli uomini, in particolare degli autentici cristiani. Negare la sua esistenza e le sue opere, perdere gli strumenti per combatterlo sono gli inganni più tradizionali che egli suscita perché l'uomo si allontani dal suo Creatore scordandosi il pericolo che corre. Questo libro mette in luce quali aspetti della natura umana sono i principali bersagli del diavolo e, contemporaneamente, indica gli strumenti necessari al combattimento spirituale di cui ogni cristiano è protagonista per conseguire la vittoria. I riferimenti biblici, patristici e magisteriali forniscono un adeguato supporto a tutti i temi affrontati. -
Luna traversa
Giulio ed Elisabetta, 22 anni insieme, un figlio di 13 con il quale entrambi hanno un difficile rapporto, tanti problemi le cui radici affondano nell'abitudine e nei traumi dell'infanzia. Ma, ad un certo punto, l'irrefrenabile desiderio di rompere gli schemi logori e ricercare una nuova dimensione, anche spirituale, li travolge portandoli ad affrontare coraggiosamente gli insidiosi percorsi di una spietata analisi reciproca, a riconoscere e confrontare fantasie, pulsioni e bisogni da sempre taciuti, riuscendo persino a toccare l'attualissimo tema della convivenza tra il mondo islamico e quello cattolico. Solo allora, divisi fra l'impostazione dogmatica della vita, il buon senso e la tolleranza scopriranno che... -
Kids & revolution. Ediz. illustrata
"Mille volte sospirai, mille volte mi disperai. Mille volte pregai il cielo, mentre in alto il sole compiva il suo cerchio. Infine, sarei riuscito a liberarmi dall'atroce tormento, dalla trappola del mostro che mi imprigionava? Mille volte sentii il tocco gelido dell'abbandono, eppure non ero solo. Con me c'erano eroici compagni. Con me c'erano il Ragazzo Nostalgico, la Ragazza col Nome di un Fiore, il Bambino Senz'organi, il Bambino con Due Anime, il Bambino che Voleva Crescere, la Ragazza che Voleva Essere Vista e altri malinconici, favolosi protagonisti in cerca di riscatto"""". Il libro è scritto e illustrato da Louis Böde. Una fiaba nera e struggente. Un libro su nostalgia, rivolta, bambini che salvano o distruggono il mondo. Louis Böde è un progetto fondato dallo scrittore Marco Mancassola, una """"band creativa"""" formata dallo stesso Mancassola, dai musicisti Sergio Bertin e Giacomo Garavelloni e dagli artisti visivi Marco Rufo Perroni e Nicola Villa." -
1967
Una voce maleducata grida per tutto il 1967, da un manicomio, la sua storia (o leggenda?) oscena e malsana. Gesù il Cristo come unico referente delle sue azioni e una poliziotta cicciona e sempre ubriaca come propria nemesi... ""1967"""" è la continua deviazione senza sosta della cattiva coscienza collettiva che esploderà muta nell'anno seguente... il devastato 1968..."" -
1976
Nella trilogia di Cristiano Ferrarese - giunta al suo secondo tempo, dopo 1967 e prima di 1985 - la follia è ancora un ""altrove"""" di questo mondo. E sempre, in Ferrarese, la metamorfosi, la mania, la paranoia si trasformano in discorso civile e politico. Il suo """"delirio"""", però, non è utilizzabile dai turisti dell'antipsichiatria. È un denudamento osceno. E non è una calligrafia dell'inferno, questo 1976. Non vi è il romanzo, il maledetto romanzo """"cartesiano"""". La narrazione è sbriciolata, come dopo una granata. C'è solo odio, rabbia, nostalgia - e amore impossibile. Come nel paranoico per eccellenza (sua altezza Louis-Ferdinand Céline), anche qui la totalità è frantumata e sgretolata, e le parole mai sono belle, ma dette con sublime violenza: singhiozzando, piangendo, odiando, in una dolorosa condizione che è, insieme, sorgiva e terminale."" -
In fuga dalla scuola e verso il mondo
Questo romanzo parla di Valerio, un ragazzo innamorato. L'amore è la sua stella polare. Il resto non gli importa. A scuola va male e i professori non lo lasciano in pace. Valerio appartiene a un generazione in fuga, che si lancia, senza difese e senza armi, verso il grande mare dell'esperienza. Ogni generazione scopre la vita in modo diverso. Ogni gioventù sente l'impulso di fare scelte radicali, di mettersi in gioco totalmente, per trovare il proprio mondo. Come Valerio, che, una volta lasciata la scuola, oltre all'amore scopre la rabbia, come indomabile guida nella sua strada. -
Viaggio nel sud
"Viaggio nel sud di Antonio Seccareccia fu pubblicato per la prima volta nel 1958 per i tipi di Amicucci. Questa ristampa, a mezzo secolo di distanza dalla prima, si presenta accresciuta di 17 poesie, che all'epoca furono escluse per ragioni eminentemente tipografiche (...). La sfida più grande per ogni scrittore, com'è noto, è quella di durare, e mi sembra che Antonio Seccareccia, grazie anche alle numerose attività letterarie del Premio Frascati da lui fondato, e soprattutto grazie alla figlia, e all'amicizia fedele di tanti scrittori e critici (ricordo almeno Alberto Bevilacqua e Arnaldo Colasanti), stia affrontando brillantemente la dura polvere del tempo, come ben testimonia, tra l'altro, questa orgogliosa ristampa di Viaggio nel Sud (...). Lo stile di Seccareccia è tipico di quell'ermetismo che definirei aperto e retroflesso (Quasimodo), anche se più asciutto e """"piano"""" (Cardarelli, Sinisgalli); un ermetismo, voglio dire, né orfico né """"assoluto"""", e neanche barocco, ma già armoniosamente amalgamato con il neorealismo (lo Scotellaro """"privato"""", il primo Accrocca). È un poeta, Seccareccia, di quella grande famiglia di scrittori italiani - appunto, tra ermetismo e neorealismo che hanno praticato il culto della """"letteratura come vita"""", della vita che sempre trionfa finanche sulla letteratura (...)."""" (Dalla postfazione di Andrea Di Consoli)." -
Il caratterista basilisco del cinema Scaturchio
Jonio Castellucci è davvero un personaggio che dice qualcosa di profondo sul nostro tempo. E un caratterista, un attore ""minore"""", uno che fa cammei. E, insomma, un precario dell'arte. Quelli di Jonio Castellucci sono i pensieri nascosti e segreti di un saltimbanco del nostro tempo, di un artista epicureo che oscilla continuamente tra la massima """"vivi nascosto"""" e l'impulso a trionfare sulle scene. Il romanzo di Antonio Petrocelli è la voce limpida e consapevole di un uomo del sottosuolo, è la spietata e divertente radiografia delle miserie, delle cattiverie, dei rancori, delle frustrazioni di un attore che, per troppe ingenuità e per troppi ideali, rimane ai margini dello star-system. Non mancano però scene esilaranti, fantastiche, surreali, a riprova del fatto che, probabilmente, la maschera di Jonio Castellucci è anche questo: quasi un cliché della istrionica tristezza del dietro le quinte di un attore """"minore"""", poco ricordato dalle folle e spesso sottopagato da produttori rapaci. Il caratterista basilisco del Cinema Scaturchio è un inno al cinema e al teatro, ma anche un anatema contro la crisi del lavoro in Italia e contro le troppe meschinità della vita. È un romanzo sul disincanto dei primi venti autunnali. E sul disamore crescente. È, insomma, la storia di Jonio Castellucci, un personaggio indimenticabile dei bassifondi di Cinecittà."" -
Pagine milanesi
"Pagine milanesi"""" propone ai lettori gli scritti che Leonardo Sinisgalli pubblicò sulla rivista «L'Italia Letteraria» dal 1933 al 1936: cronache di una topografia culturale e, contemporaneamente, frammenti di un viaggio interiore. Sinisgalli, che fu poeta, ingegnere e pubblicitario italiano, capace di fondere cultura umanistica e formazione scientifica, dedica pagine agli appuntamenti mondani, ai vernissages, ad epifanie quotidiane della solidarietà e dell'amicizia, all'urbanistica e agli angoli del capoluogo lombardo solo in apparenza grigi e dimessi. Una versatilità di temi e motivi che apre la scrittura alla sperimentazione, dove al registro critico e conversativo si mescolano frammenti di poesia per restituirci il volto di una città, Milano, che già all'epoca si presentava in tutta la sua sorprendente modernità." -
Verrai a trovarmi d'inverno
"Verrai a trovarmi d'inverno"""" secondo romanzo di Cristiana Alicata: è la storia di Elena, giovane chirurgo ortopedico, che in seguito ad un incidente motociclistico decide di trascorrere la convalescenza a Pantelleria, in pieno inverno. Qui conosce Liz, fisioterapista transessuale in attesa di cambiare sesso, e Gina, meccanico, che ha paura d'amare. Nel limbo spazio-temporale proprio delle Isole, le due donne l'aiuteranno a ricostruire le dinamiche dell'urto, sentimentale prima che fisico. Di pari passo al riaffiorare dei ricordi, remoti e recenti, anche la realtà muterà i suoi connotati, fino a svelare vite segrete e intrecci imprevedibili: Aldo, padre di Elena, non risparmierà sorprendenti rivelazioni su un passato, che brucia ancora, portando con sé le ciniche conseguenze di sogni infranti. """"Verrai a trovarmi d'inverno"""" è un doppio viaggio: alla scoperta di un'isola e della capacità di parlare di se stessi, aprendosi agli altri." -
I denti guasti
L'incontro tra due solitudini: quella di Giulia, diciotto anni, la passione per il canto a salvarla da squallide giornate perse dietro una madre alcolizzata, e quella di Roman, diciotto anni anche lui, l'infanzia trascorsa in una terra straniera e un presente clandestino, piccoli furti in giornate senza regole. I loro mondi finiscono per incontrarsi tra le corsie di un supermercato: mentre fuori la Tv continua a creare ""star"""" e nei bar sotto casa italiani vecchi e nuovi non vogliono capirsi. Matteo De Simone racconta il nostro presente impastato di mass media e scontri di civiltà, narrandoci un'atipica storia d'amore nata in fretta e troppo in fretta svanita: sullo sfondo personaggi nudi e crudi tratteggiati con intelligenza e passione. """"Denti guasti"""", costruito su affetti complicati e conflitti irrisolti, stupirà per uno sguardo lucido, abile nel descrivere le nostre fragilità senza superficiali divisioni tra bene e male."" -
L' Italia dei poveri
"Operai, contadini, emigranti, sacerdoti, prostitute, turisti sono i personaggi di questa Italia dei poveri. Giovanni Russo ci parla di un'Italia umile, costretta a muoversi in un orizzonte precario, ma non privo di speranza, e lo fa per dare luce ai volti anonimi di una nazione sommersa. Leggendo queste pagine, è come se una nazione che fino agli anni Cinquanta era stata prigioniera di un antico e pesante letargo, adesso si fosse destata per entrare in un destino di modernità. Ne viene fuori un quadro che non soltanto contempla la condizione del """"mondo chiuso"""" di Carlo Levi, ma annovera anche luoghi e abitudini del sottoproletariato tanto cari all'immaginario di Pier Paolo Pasolini e da un Mezzogiorno, dove il tempo continua a scorrere con la sacralità dei patriarchi biblici, ci si proietta a grandi falcate negli scenari industriali che, volendo riferirci a personaggi letterari, riempiono di tristezza i ricordi di un Albino Saluggia, caricano di speranza le notti di Antonio Donnarumma o di fantasie i gesti di Marcovaldo. Mantenendo fede a un'idea di scrittura testimoniale, Giovanni Russo continua a fornirci un ritratto di un Paese ingenuo e stralunato, candido e smaliziato, incantato e perverso, com'era in quegli anni e come ha continuato a esserlo fino a oggi."""" (Giuseppe Lupo)" -
Non capisco un'acca
E se esistesse un alfabeto fatto solo di acca, di parole formate con la parola acca? Prima ipotesi: non si capirebbe un'acca. Ipotesi alternativa: ne siete sicuri? È esattamente il manifesto surrealista (anzi, rodariano) da cui parte l'esplorazione graficotestuale firmata dal designer Maurizio Ceccato. La H/acca muta viene sbaragliata per tramutarsi in forma-racconto: pagine narrate da sinistra a destra (e viceversa) per occhi indiscreti dagli zero ai... Ogni capitoletto di questo ""romanzo immaginifico"""" si sviluppa su un duplice piano: brevi filastrocche zeppe di ACCA giustapposte a illustrazioni """"rapinose"""", bizzarre, stralunate, inquadrabili come favole deragliate e haiku fuori orbita, racconti e immagini. La lettera H non emette suoni, in lingua italiana: si usa dire che sia muta. Tuttavia, se non esistesse, molte parole non avrebbero lo stesso suono e il medesimo significato. Ne sapeva qualcosa Ludovico Ariosto, in una sua avvertenza all'accorto lettore: «Chi leva la H all'huomo non si conosce huomo, e chi la leva all'honore, non è degno di honore»."" -
Esc. Quando tutto finisce
"Una rassegna di avvenimenti raccontati da punti di vista diversissimi tra loro, ma stranamente coerenti, perché unificati da una sorta di malinconico senso di caducità. Una raccolta intelligente, intelligente nella selezione degli autori, tutti pronti ad esiti straordinari. Intanto perché ci dice che la cosa migliore della Fine del mondo è che se puoi raccontarla evidentemente non è ancora avvenuta."""" (Marcello Fois) """"Se facendo un passo indietro dovessimo spiegare il perché del tema, risponderemmo che la fine del mondo è un argomento vastissimo, dalle potenzialità drammaturgiche enormi. Che la chiusura definitiva del sipario costringe, in maniera ineluttabile, a confrontarsi non solo con il senso della fine, ma anche con ciò che la nostra vita ha significato davvero fino a quel punto. Che l'esito narrativo di una resa dei conti con se stessi rappresenta per noi motivo di profondo interesse. E risponderemmo anche che, sul versante metaforico, la fine del mondo è una raffigurazione ideale della condizione umana - rischiando però di incappare in parole e concetti oggi abusati come """"precarietà"""", """"perdita dei valori"""" e """"sradicamento"""". Il paesaggio della nostra antologia è multiforme e imprevedibile. La visione generale non reca tracce di allarmismo, non sfiora i Maya e, addirittura, non è davvero disperata. Quasi tutti i personaggi affrontano la fine con una certa freddezza, chi con dignità chi con il gusto per la provocazione."""" (Rossano Astremo, Mauro Maraschi)" -
Le avventure del barone di Münchausen. Ediz. a caratteri grandi
Età di lettura: da 9 anni. -
Mr. Münchausen. Un resoconto delle sue più recenti avventure. Ediz. a caratteri grandi
Età di lettura: da 9 anni.