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Il tempo fertile della solitudine
Poesia italiana contemporanea. -
La felicità
Tre mercenari sconosciuti tra loro si danno appuntamento per sostituire alla tirannica regina di un paese asiatico una ragazza locale che le assomiglia come una goccia d'acqua. Uno alla volta e ciascuno per proprio conto giungono nel mediocre hotel dove è fissato l'appuntamento. Camere separate ospiteranno Cassis, Steen, i due uomini, Evie la donna e Divine, la ragazza del posto. Prima che i quattro possano entrare in azione all'alba, le forze speciali del regime intervengono neutralizzando l'operazione. I quattro pagheranno con la vita il tentativo di restaurare la libertà nel paese ignaro di quanto avvenuto. Scritto in prosa poetica, lo sviluppo della trama concede ampie riflessioni all'immaginazione sul passato dei protagonisti e su quella disposizione d'animo che è la felicità. -
Dall'amigdala alle ossa
Poesia italiana contemporanea. -
Generazioni
Poesia italiana contemporanea. -
Il re libraio e i desaparecidos
Ciò che risulta spesso insopportabile nei racconti autobiografici è quell’autocompiacimento egotico e autoreferenziale che scaturisce dalla assenza di consapevolezza che ogni biografia è in fondo immaginaria, un gioco della memoria attraverso il quale ci si inventa una vita mai veramente “attendibile”. Nulla di tutto questo nel testo di Casetti la cui scrittura lieve - a tratti lirica, a volte persino svagata e spesso avvolta in un alone di leggera e malinconica ironia- mantiene sempre uno sguardo allo stesso tempo partecipe e distaccato rispetto alle molteplici vite del proprio sé, intrecciate alle vicende della vita artistica e culturale romana e italiana dagli anni Sessanta ai nostri giorni di cui fornisce una cronaca spesso inedita. Ma sarebbe estremamente riduttivo leggere questo testo solo come la testimonianza di un protagonista segreto e appartato di un pezzo di storia della cultura. In esso sono in realtà condensati alcuni motivi cruciali della cultura moderna/contemporanea più urgenti che mai. Ne segnaliamo solo due: innanzitutto Casetti è uno straordinario “archeologo del contemporaneo”, le sue librerie e gallerie sono degli autentici laboratori in cui è possibile imbattersi in frammenti, reperti, trouvailles, (“reliquie” come scrisse di lui un grandissimo poeta alla cui riscoperta Casetti ha contribuito in modo decisivo, Emilio Villa), sorprendenti e impensati, disseminati da artisti anche famosi in almanacchi, scritture disperse in oscure riviste di medicina, diritto, edilizia, moda, pubblicazioni aziendali, riviste umoristiche (citiamo solo gli esempi di Munari, Fellini, Savinio, Longanesi). Ma ancora, la sua ricerca maniacale e minuziosa ha permesso la riscoperta di artisti dimenticati o rimossi, pensiamo al suo lavoro sul movimento immaginista di Vinicio Paladini confluito nella pubblicazione del libro Movimento immaginista a Roma nel V anno del R.F con documenti e testimonianze di prima mano come quelle dello scrittore Dino Terra, per non parlare del recupero della fotografia di Mario Dondero o Paolo Di Paolo. Questo lavoro di scavo ai margini delle storie ufficiali dell’arte è stato sempre accompagnato da una pratica inaugurale di nuove esperienze: fu alla libreria Maldoror nel 1978 che avvenne la prima mostra della fotografa Francesca Woodman sulla cui “poetica” fu decisiva l’influenza delle immagini che Casetti raccoglieva nella libreria.[…] (Edmondo De Liguori) -
Il profumo della jacaranda
I primi di dicembre, sotto un sole estivo, Andrea arriva a Città del Messico. Dopo varie tappe nel Paese, con le sorelle Montero, giungono a San Luis de la Cruz, la residenza di una parte della famiglia. Le prime settimane scorrono senza intoppi. Durante una visita a Zacatecas, sotto un'insolita nevicata, una telefonata annuncia che il suocero di Marisol Montero, Ramón Martínez, da ventiquattro ore non è rientrato a casa. Devono passare due giorni di un'insostenibile attesa prima che si manifestino i narcos: Ramón è stato sequestrato. Gravata da un alto livello di corruzione, la polizia è meglio non chiamarla, si potrebbe rivelare più pericolosa che utile... I guai non arrivando mai soli, al rapimento di Ramon si aggiunge la scomparsa di Ynez, cugina di Marisol e Victoria Montero. Ragazza dal comportamento strano e imprevedibile, costei è sempre stata la preoccupazione della famiglia. Andrea vive dall'interno lo svolgersi dei drammi. È spettatore e attore insieme e, parallelamente, via digressioni e flash-back, rivanga storie sue e storie messicane (Teotihuacán, Oaxaca, Monte Alban, Tulum), ""incontri"""", via riferimenti-reminiscenze, con personaggi che hanno tracciato e fatto una parte della storia e della storia culturale e artistica del paese, a sapere: Villa, Zapata, Cortés, Bernal del Castillo, Diego Rivera, Frida Kahlo, Trotskij, Tina Modotti, Octavio Paz… Quest'ultimo, ergendosi a coscienza benevola dei suoi contemporanei, lo """"ammonirà"""" a più riprese insistendo sul fatto che il Messico, che Andrea conosce e vede, non è quello reale, ma un altro, un popolo che vive, al contrario dei suoi vicini del Nord, in un altrove più fantasioso e introverso, imprigionato in una sorta di vissuto e di aporia, che non ha ancora saputo scegliere tra l'antichità precolombiana e quella della modernità."" -
Piccoli mammiferi in tempo di pace 1998-2019
Tu e / la casa siete / gli esseri perfetti. Ma / cosa sarebbe il mio amore senza / la casa dove dismette l’essere e l’ombra cosa / cosa sarebbe la casa senza il / tuo amore dove dismaga l’amore / le ombre e cosa / sarebbe il mio dismagar e / senza l’essere di ombra e peso / desiderio e cosa / cosa saresti tu senza la / mia notte alta emaciata / luce e / senza. -
Diverse facce della luna
«Tra cielo e terra, tra presenza e assenza, Lilia Massaro Liguori con la sua abituale arte di scrivere, esprime bene l'inclinazione all'autoanalisi e all'autocritica, al limite della sopportabilità del vivere, che segna la profondità della sua poesia. Autocoscienza carica di una visione alta della vita, nel disegno di una vocazione difficile da vivere. Nello svolgersi della narrazione poetica di sé e dell'universo, si intravvede il miracolo di conferire una ragione alla vita, di mutare il corso di un destino». (Dalla Presentazione di Giovanni Di Michele). -
Aghios. Quaderni si studi sveviani. Nuova serie. Vol. 3
"Aghios"""" non vuol essere l'ennesima rivista di carattere antologico o di varia umanità, ma intende solo coprire uno spazio specifico. Fino ad ora, Svevo era rimasto uno dei pochi """"classici moderni"""" ai quali non era stato dedicato un periodico di saggistica e di informazione per dar conto dei lavori in corso intorno alla sua opera. Ed è proprio questo il compito che """"Aghios"""" intende svolgere. Si sta lavorando intensamente - da varie parti - per approntare edizioni filologicamente attendibili o per analizzare documenti e materiali che potrebbero produrre risultati utili a questo scopo. Studi sull'opera di Svevo vengono pubblicati in gran numero, in questi anni, in Italia e all'estero. Numerose continuano a essere le traduzioni in tutti i Paesi del mondo. Di qui la necessità, soprattutto, di uno schedario sistematico di queste pubblicazioni, e di rassegne periodiche dell'attività di studio intorno all'opera sveviana. """"Aghios"""", dunque, accanto a una sezione di apertura, nella quale verranno pubblicati saggi e articoli su vari aspetti dell'attività dello scrittore, conterrà - in ogni numero, un numero all'anno - una sezione di documenti e rari, una rubrica di testimonianze di scrittori intorno al loro rapporto con l'opera di Svevo, una serie di rassegne della critica e uno schedario sistematico della produzione editoriale ed esegetica. Un notiziario darà, inoltre, conto di iniziative di ricerca in corso, di convegni, di seminari, di spettacoli e di tutte le attività e manifestazioni che interessano direttamente o indirettamente la figura e l'opera dello scrittore triestino." -
Paolo
È così che ho incominciato a inseguirti, Paolo. Quando navigavi nella mia pancia. Provavo a indovinare il tuo viso dagli abbozzi intravisti nell'ecografia. Come doveva essere quella creatura che già sembrava non voler stare ferma, ma che la sera si adagiava nella curva dei miei organi interni, ad adattarsi arrendevole, delicatissima, a quella nostra ritmica uguale - di uccellino in uno stormo. Questa è la storia di un ragazzo e di quello che ci ha insegnato anche nel pianto: l'amore, il coraggio, la dignità, la finezza vibrata nei suoi occhi. -
La rivolta del pane
Andrea Zuccolo è nato Buttrio nel 1955. Vive a Udine. Si è laureato a Bologna, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, corso DAMS. Il primo impegno teatrale risale al 1978, nella commedia in musica Il mongomo a Lapislazzuli, con il gruppo strumentale Hinz und Kunst di Berlino, al III Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano. Dopo un Edipo tiranno di Sofocle, traduzione di Edoardo Sanguineti, diretto da Benno Besson, Festival dei due Mondi di Spoleto, 1980, produzione ATER Emilia Romagna Teatri. Si trasferisce a Parigi (1981-1983), dove si diploma presso l'Ecole Internationale de Théatre diretta da Jacques Lecoq. Nuovamente in Italia a Roma, ha lavorato con Compagnie Private e Teatri Stabili, accanto ad attori come Tino Carraro, Isa Danieli, Carmelo Bene, Roberto Herlitzka ed i registi Luca Ronconi, Maurizio Scaparro, Giancarlo Nanni, Giuseppe Rocca, Giorgio Pressburger. Ha diretto e interpretato la versione originale del dramma in musica Ofelia va in convento, Narni, Teatro Comunale, 1990. Ha tenuto concerti come voce recitante assieme al pianista Andrea Rucli, su musiche di Francis Poulenc e Gioacchino Rossini. Ha collaborato a molte edizioni MITTELFEST di Cividale del Friuli. È stato interprete delle poesie di Kosovel, Menichini, Bandini, Attila Joszef, Michelstaeder, Morandini, Szymborska, Janus, Kisˇ, Skacel. A MITTELFEST 1997 ha interpretato le poesie in latino di Paolo Diacono, accompagnato dal Coro di Ruda. Nell'edizione 2001 ha interpretato il poema di Chaim Nachman Bialik Nella città del Massacro, scene e costumi di Loretta Cappanera, musiche di Mahler-Uri Caine. Ha presentato in forma scenica il poema Corale per Oche e voce sola. Testo pubblicato da CappaZeta Edizioni, Udine, 2000. Per la RAI-FVG ha dato voce al personaggio di Armando, nella versione friulana dei cartoni animati della Pimpa di Altan. Nel 2006 a MITTELFEST ha presentato come autore e interprete il poema sinfonico Per non morire in versi, musiche di Dmitri sˇostakovicˇ, percussioni U.T. Gandhi. Il testo è stato pubblicato da KappaVu Edizioni, Udine, 2006. Nel 2007 al Festival arte in corpo, La Maddalena, ha presentato, autore e interprete il poema Ditemi un giorno ne farò un anniversario, musiche di Dmitri sˇostakovicˇ. Nel 2008 ha interpretato le poesie di Giuseppe Ungaretti da Il Porto Sepolto, edizione STF, Udinei. A MITTELFEST 2012 ha presentato come autore e interprete il dramma L'epigramma a Stalin - in memoriam Osip Mandel´sˇtam. Pubblicato per le Edizioni MITTELFEST. Nel 2014 come autore ed interprete della silloge poetica El octavo día ha partecipato al VII Festival del Libro d'Artista di Barcellona, traduzione in spagnolo di Rosalba Campra. CappaZeta Edizioni, Udine, 2014. Nel triennio 2013-2015 per l'Università Popolare di Udine, a cura del Prof. Giampaolo Borghello, ha letto un ciclo di canti della Divina Commedia di Dante. In seguito nell'Abbazia di Corno di Rosazzo ha tenuto il recital Lectura Dantis. Nel 2017 il recital concerto A piena voce su poesie di Majakovskij accompagnato dal M° Adolfo Cont (fisarmonica Bajan). Nel 2018 per Nota Editore ha interpretato Il Piçul Princip di Antoine de Saint Exupéry, versione friulana. Per le Edizioni Culturaglobale è stata pubblicata la plaquette Così... -
Smarrimenti e rinvenimenti
Nicola Cetrano è nato a Pianella (Pescara) nel 1954: laureato in filosofia a Chieti nel 1978 presso la Facoltà di Lettere dell'allora Libera Università degli Studi ""G. D'Annunzio"""", dal 1979 vive a Trento dove ha lavorato per quasi un quarantennio nella scuola come insegnante di lettere, prevalentemente nella scuola secondaria di secondo grado, e dirigente scolastico. Ha scritto negli anni articoli, recensioni e interventi, pubblicati su riviste, sul web e sul quotidiano """"l'Adige"""" di Trento: prevalentemente su educazione e scuola, letteratura, filosofia, attualità. È autore delle raccolte Forse poesia (Manfrini Editori, 1993), Ancora per. Nell'umile certezza del dolore (Campanotto Editore, 2003) e Dalle estreme fioriture. Piccolo canzoniere sulla parola (Campanotto Editore, 2009). Suoi componimenti sono stati letti su Radio1 (programma radiofonico Zapping) e Radio Dolomiti (programma Viaggio nella scrittura a cura di Amelia Tommasini). La sua espressione poetica nasce dallo stupore e dallo smarrimento di fronte alla magnificenza dolorosa della vita e da un bisogno di conoscenza, comprensione di sé, degli altri e del nostro tempo; si caratterizza per un forte radicamento personale, s'incarna in una tensione religiosa e in un costante lavoro sulla parola e sulla lingua."" -
Le mani la cenere
"Questo lavoro di Francesco è il modo di tenere raggruppate le parole che abitano tra le mani dei poeti. Venezia.... Se mi giro di nuovo in Campo dell'Anatomia dietro quel portone la scala antica della lingua tiene forte aggrappata la mano della poesia. Strappa adagio, adesso, la parola che mai dopo cenere diventa. Uno smarrito circolare ricordo di quello spazio nuovo dove si saldano le nostre radici... Non tanti passi dal Caffè del Teatro... (...) In linea al pensiero che sempre non manca dentro queste pagine straordinarie, mentre ancora in bagno si scopre il giorno con la sua clavicola slogata. Tanto per rimanere in allenamento. Non basterà questo piccolo omaggio."""" (Carlo Marcello Conti)" -
Bluoceano. Appunti di viaggio
"È nel movimento il senso della vita non nella stasi. Quelli che vogliono creare stati ordinati impongono regole che costringono alla sedentarietà e allora i problemi si snaturano, assumono altre proporzioni, si rendono assurdi e astratti"""" scrive Olga Tokarczuk in Vagabondi. """"Se fai una pausa diventerai di pietra, chi si arresta sarà infilato come un insetto"""". """"Tu invece muoviti, vai, beato è colui che parte"""". Dagli anni 90 il viaggiare è diventato una prassi comune, in quella democratizzazione e banalizzazione che, anche in questo settore, ne evidenzia le aberrazioni. Il mondo globalizzato ha dato per scontato la mobilità e, nel bene e nel male, ne ha fatto la sua bandiera. Migliaia di aerei ogni giorno sorvolano i cieli e inquinano alla grande, le automobili rendono spesso invivibili i centri urbani e solo pochi stati hanno iniziato seriamente un percorso virtuoso verso una mobilità sostenibile. Fino al 2020 spostarsi nel mondo era facile, anche se lo spirito non era certo quello auspicato dalla Tokarczuk. I cinque racconti che costituiscono questa raccolta, dal primo """"Ai confini sud del mondo: la Patagonia, e non solo"""" all'ultimo """"Giro del mondo ai tempi della pandemia"""" sono al contempo appunti di viaggi transoceanici e anche riflessioni sulle trasformazioni profonde che molti stati extraeuropei hanno avuto negli ultimi anni e sui problemi di fondo dell'Europa." -
Il racconto della ricerca del Graal
La storia della ricerca del Graal ha suscitato e suscita tutt'oggi una grande suggestione mantenendo vivo l'interesse per il suo carattere metaforico di esperienza esistenziale e per la simbologia che gravita attorno ad essa. Il manoscritto n. 177, La Grant Queste del Saint Graal, conservato nella Biblioteca Arcivescovile di Udine, risale alla fine del XIII secolo e fa parte del gruppo di manoscritti francesi prodotti in Italia su questo argomento. Per i lettori dell'epoca era una lettura di intrattenimento ma, allo stesso tempo, con tutto il portato di valori che si ispirano alla religiosità, un testo educativo che proponeva un'immagine della cavalleria forse più desiderata che reale. Per un lettore moderno la narrazione, nella sua essenzialità, si presta ad essere amplificata e interpretata secondo diverse chiavi di lettura e, proprio la frammentarietà del testo, la struttura aperta, il suo essere imperfetta e, a volte poco chiara, costituisce il maggiore interesse per la possibilità che ci offre di intraprendere un fantastico viaggio nell'immaginario. -
L' arte nel quotidiano. Articoli nel «Messaggero Veneto» 1970-1989
Questo volume è un'antologia degli ottocento articoli di argomento storico artistico pubblicati (tra il 1970 e il 1989) da Gabriella Brussich nelle pagine del ""Messaggero Veneto"""" di Udine, negli spazi culturali e nelle pagine locali. Si tratta sia di brevi schede relative a mostre ed eventi sia di articoli di impegno e articolazione più vasti relativi a esposizioni, libri, avvenimenti locali nazionali e internazionali. Il libro testimonia l'ampiezza degli interessi sia dal punto di vista cronologico sia da quello dei linguaggi e delle diverse forme di espressione e di comunicazione considerate. Queste pagine rivelano anche un costante impegno di aggiornamento metodologico e un'acuta attenzione alle interazioni tra vita artistica e culturale del suo tempo e nuove espressioni di comunicazione nella dinamica del loro sviluppo (radio, televisione, cinema, fotografia, cibernetica, moda, fumetto ecc.)."" -
Fare lo spazio
Qui e ora, Cingolani fa lo spazio ma definisce anche il suo essere nel proprio tempo, così privato, nervoso, da tigre in corridoio, eppure, miracoli del linguaggio, così politico e interessante. Un interrogatorio poetico raccolto con la solita pallida e meccanica veste tipografica, dove si tessono senza sosta i fili tenui dello sdoppiamento, dei piccoli e sordi vuoti di esistenza, della negazione dei bordi. Una clinica del reale spoglia di qualsiasi triste acchito e brillante invece di una vitalità di altri decenni. Do you remember Laing, Cooper, Nelo Risi... Il corpo in veste attoriale è esposto a sacrifici gnoseologici così come l'azione poetica è costretta più volte in situazioni metaespressive, fino al capriccio: ""...Se solo potessi stare buona dentro il foglio..,"""". La poesia della Cingolani è fatta di materiali linguistici molto orali, quasi sceneggiati, immediatamente fusi in spazi anche malmessi di cronaca e di conversazione, con l'effetto importante che ciò che poeticamente tocca, vive. Laura Cingolani nasce ad Ancona e vive a Roma. Conduce laboratori di poesia e arteterapia. I suoi testi compaiono in diverse antologie e riviste. Del 2019 è Mangio alberi e altre poesie, il verri edizioni, Milano. Questo è il suo secondo libro."" -
Sciogliete le rime
"Sciogliete le rime"""", con questo militaresco incipt, Taccone apre la sua ultima raccolta di poesie, mettendo in atto una parodia che opera nella modalità del burlesco, facendo dell'ironia una paradossale comicità. Poesia aforistica, che affonda in un'alterazione, spesso tragicomica, in cui si continuano a """"baciare rospi che non diventeranno mai principi"""". È la disillusione di una fiaba rivisitata a cui manca il lieto fine. È un viaggio della parola nelle analogie, nelle somiglianze che diventano differenze, caricature dove il senso evolve in una divina follia, in cui un angelo di purezza diventa angelo delle malinconie. La soletudine evoca associazioni, in cui come accade per la """"pioggia di mezzo secolo"""" conducono a ricordi di Dannunziana memoria. Eventi della parola che diventa iconico - grottesca, dando forma a soliloqui verbali, in cui la realtà si innesta nel sogno in un intreccio di fantomatiche probabilità morfologiche. Qui abita il dio del sonno, la possibilità di enunciare col comico una """"egologia"""" del senso in cui """"il bravo decente"""" ascolta il """"detergente"""" nei """"colleghi sedicenti"""". La parola di Taccone vive innesti, mutazioni, associazioni semantiche, rime improvvise, come desinenze ritmiche, politiche, sociali ed esistenziali. Tutto in soliloqui mutanti e surreali, messaggeri dell'indicibile e della trasversalità polimorfa, dove razzolano le attitudini del quotidiano, gli affioramenti del ricordo e le vocazioni del soleloquio, che bisbiglia nei muschi della memoria, nei musei della dimenticanza nelle affinità di un taciuto, che ritorna parlante, sciogliendo le rime. Introduzione di Giovanni Scardovi." -
Esposizione dell'amore
Laddove entrambe sussistano, come l'esperienza dell'individuo agisce nell'evoluzione della specie? Il romanzo dura un battito di palpebre tra l'Esposizione universale di Parigi del 1889 ed i giorni in cui, nell'agosto del 1936, la città di Barcellona si liberò dal giogo della dominazione clerico-fascista, svelando alcuni vizi e alcune virtù in cui s'infranse l'onda originaria dell'Amore, durante quel periodo storico che Eric Hobsbawm ebbe appena il tempo di designare età degli imperi e, ancora oggi, non sembra esser passato. -
This is the best artwork. Ediz. italiana e inglese
"This is the Best Artwork"""" affronta la tematica universale della nascita di un figlio e del miracolo della vita. Un figlio arrivato come un dono in età avanzata e dopo quasi trent'anni di carriera come artista. Il libro raccoglie le immagini nate dalla performance realizzata da LIUBA all'opening della Biennale di Venezia nel 2019, alternate a passaggi del diario dell'artista. I testi ripercorrono in tono intimo, confidenziale e delicato l'intero arco della gravidanza fino alla nascita del figlio Sole, inclusi i retroscena della performance stessa. Completano il libro i video inediti ed esclusivi del progetto. """"L'artista non si sottrae al racconto di sé, anzi, fa di questo un'opera. Mai come in """"This is the Best Artwork"""" LIUBA si espone in prima persona, mostrando al pubblico l'amore più grande. Lo fa con il linguaggio che l'ha sempre contraddistinta, il suo corpo, esposto al pubblico e performante nei luoghi dell'arte. (...) Un'esperienza comune a tante donne, che attraverso il linguaggio visivo diventa universale, si carica di nuovi significati, si trasforma in immagine, esercitando pienamente il potere dell'arte. Sole è nato! Prima ancora che vedesse la luce è stato un'opera. La più bella."""" (Luca Panaro)"