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Un tempo per la maternità interiore. Gli albori della relazione madre-bambino. Nuova ediz.
Il volume, frutto del lavoro di un gruppo di psicoterapeuti e psicoanalisti, esplora i processi mentali della gravidanza e del periodo perinatale che conducono la donna ad assumere l'identità di madre e la preparano alla relazione con il bambino. Il complesso di questi processi è stato denominato maternità interiore e studiato attraverso un originale metodo osservativo, appositamente creato, la Pre-Infant Observation, estensione dell'Infant Observation secondo E. Bick. I vari capitoli ripercorrono i luoghi di osservazione della maternità interiore: la Pre-Infant, i colloqui preliminari al training osservativo per psicoterapeuti e psicoanalisti, i corsi di preparazione alla nascita, le stanze delle ecografie, le psicoterapie e le psicoanalisi, la formazione degli operatori. Il libro si rivolge a tutti coloro che con competenze diverse si prendono cura delle donne in attesa allo scopo di favorire una nuova cultura di ascolto delle emozioni più intime e profonde delle madri, e di sostegno alla nascita. La nuova edizione è arricchita di un inedito della curatrice centrato sul feto e di un nuovo capitolo che illustra il concetto di paternità interiore, processo similare di trasformazione psichica che attraversa l'uomo per diventare padre. Prefazione di Jean Magagna. -
(In-)attualità di Adorno. Tra estetica e dialettica
A oltre cinquant'anni dalla scomparsa, la figura di Theodor W. Adorno si fa urgente proprio nella sua in-attualità, in quella presa di distanza da tutte le giustificazioni dell'esistente che costituisce forse la testimonianza più radicale del pensiero critico del XX secolo. A compimento di un triennio di seminari (2019-2021), l'Associazione Odradek XXI ha raccolto in volume gli interventi di studiosi affermati e giovani ricercatori per offrire uno sguardo rinnovato sulla costellazione adorniana, concentrandosi in particolare sui nessi tra dialettica (negativa) ed estetica. Il risultato è un'esplorazione agile, differenziata e profonda. Una raccolta che offre strumenti preziosi per costruire uno sguardo sull'attualità ""aperto al possibile"""", proprio attraverso la riscoperta di un pensiero che """"non si svende a nessuna consolazione"""" e persiste nell'inesorabile negazione determinata di tutte le conciliazioni e le pacificazioni apparenti. La postura critica di Adorno è allora massimamente attuale nella sua inattualità perché non si volge soltanto ai concetti e alle ideologie che veicolano di volta in volta il dominio, ma getta luce anche sui modi di esistenza immanenti, sulla dimensione micrologica dell'esperienza, domandando cosa ne sia del soggetto nella """"connessione di accecamento"""" del """"mondo totalmente amministrato"""". Una domanda che riecheggia, più urgente e più inavvertita, nel secolo stretto tra crisi """"dalle molte teste"""" ed emergenza perenne: il nostro."" -
La protoarte dei robot. Quando l'arte, la robotica e l'intelligenza artificiale si intrecciano
Viviamo in una società in cui la tecnologia è entrata in simbiosi con le nostre vite. Inevitabilmente anche l’arte è stata toccata dalle ultime frontiere del sapere. Questo saggio esplora i punti di contatto esistenti tra la robotica e l’arte, tra il rigore della scienza e la libertà dell’azione pittorica, tra la percezione e il senso estetico. Con un’analisi multidisciplinare e traendo dalla propria esperienza personale di robotico e artista, l’autore presenza un’attività espressiva dell’uomo – quella dell’arte robotica – che sta compiendo i primi passi nella nostra dimensione umana. -
La questione dei fondamenti dell'etica. Il contributo della rivelazione ebraico-cristiana
Ciascun uomo, in ogni sua azione, tende a un bene/fine che individua come tale (fine di fatto). Ma esistono solo i fini che gli uomini si propongono oppure esistono anche dei fini di diritto che appartengono all'essere umano in quanto tale? Solo se si riconosce un'Intelligenza creatrice, un Dio finalizzatore, è possibile affermare che vi sono dei fini ""inscritti"""" nella natura umana. Ecco dunque l'importanza della metafisica per l'etica. Tuttavia, quali sono tali beni/fini? Per conoscerli, una """"lettura delle essenze"""" non è possibile. Allora, l'etica non si autofonda, ma ha bisogno di un altro tipo di sapere, per esempio il contributo della Rivelazione ebraico-cristiana. Infatti, secondo la Costituzione Gaudium et spes, Dio, rivelandosi, """"svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione"""". I sette precetti di Noè, presenti nel libro della Genesi, sono donati da Dio all'intera umanità in modo che essa possa comprendere i doveri fondamentali e il vero bene. Nell'ebraismo, inoltre, riscontriamo già l'importanza del perdono sviluppato poi nel cristianesimo. Gesù, però, non è solo il paradigma a cui l'etica si ispira: Egli introduce l'uomo nella vita con Lui e ci predestina a essere figli nel Figlio diventando suoi discepoli."" -
Pedagogia dell'identità: l'enigma dell'essere
Osservare, senza la necessità di dover comprendere, lo sviluppo naturale della propria identità in divenire, lasciarsi vivere in una continua ridefinizione di sé in cui poter dire ""sono e non sono, ero e non sono più"""", lasciarsi sconquassare dal vento forte, dalla luce del sole o dalla delicata e tenue luce lunare, farsi acqua e terra, aria e fuoco, oscillare fra gli opposti, essere tutto e niente, provare la vertigine dell'assenza di contorni e rimirare il bello e lo straordinario che ne deriva. Lasciare che il vento scombini l'ordine nei nostri monasteri interiori, che faccia cadere le nostre sedie ordinate e traballare le nostre fatue certezze, entrare nel forno alchemico che tutto trasforma, mettere insieme il bianco e il nero, la luce e le tenebre, l'illimitato e il finito, l'illuminato e il posto in ombra e concepire l'inganno che si cela dietro ogni definizione. Questa è l'identità sublime."" -
L' agire politico tra poesia e potere: Solone
Il contrasto tra luce e ombra, la mescolanza di opposti, le lotte intestine per la nascita di una nuova epoca, la storia dell'uomo politico e dell'aggregazione politica sembrano oscillare tra un conflitto verticale e uno orizzontale, senza poterne uscire. Nel mezzo, vi è l'equilibrio del presente, che appare sfuggente, ma è imprescindibile all'individuo che non voglia esser tirato da tutte le parti: così Solone si presenta come un pilastro in mezzo ai suoi concittadini, che, con la loro tracotante ignoranza, hanno turbato le fondamenta della polis. La presente ricerca ha l'obiettivo di indagare, grazie agli strumenti teorici messi a disposizione dalla filosofia e dalla simbolica politica, un momento fondativo dell'aggregazione politico-giuridica: il Nomos attraverso il vigile occhio della Dike soloniana. -
Filosofia e politica nel secolo dei lumi. Studi su Montesquieu e Rousseau
Il volume raccoglie una selezione di saggi di Alberto Postigliola intorno alla riflessione politica e ai nessi che intercorrono tra filosofia e politica durante il periodo illuminista, ambito privilegiato degli interessi dell'autore per almeno quarant'anni. Montesquieu e Rousseau sono al centro di queste pagine, dove Lo spirito delle leggi (1748) e Il contratto sociale (1762) rappresentano emblematicamente i due poli di un'indagine che si confronta con i più rilevanti problemi del secolo dei Lumi. Tematiche quali la libertà politica, la sovranità, le leggi civili, la forma dello Stato, il nesso tra religione e politica, la tolleranza, la relazione tra educazione e governo civile vengono esaminate in una prospettiva sia sincronica sia diacronica, che consente una lettura più attenta della filosofia del Settecento francese e delle sue matrici ideologiche e culturali. Il libro offre inoltre una visione d'insieme sulle questioni storiografiche che l'autore ha affrontato nella sua lunga attività intellettuale, contribuendo a uno sguardo sullo stato degli studi su Montesquieu, su Rousseau e sull'Illuminismo degli ultimi quarant'anni. -
Ritornare ai corpi. La politica tra paura e affidamento
Il rapporto tra corpo e politica è molto antico. Declinato come rappresentazione del corpo del vinto nella cultura greca, in un contesto di grande diffidenza verso il soma, esso è stato assunto in termini positivi dall'organicismo latino e cristiano. Per parte sua, la tradizione politica moderna è nata ed è cresciuta attorno a un'idea simbiotica, meccanica e a-relazionale del corpo, che si è velocemente ribaltata nel suo oblio, di fronte a una spinta astrattiva sempre più potente. Un orizzonte delineato da Thomas Hobbes e assunto in maniera coerente (e solo apparentemente contraddittoria) dalla modernità matura, fino a Hans Kelsen e Carl Schmitt. La globalizzazione contemporanea ne è stata esito ed epifania. Di fronte all'appello drammatico del presente, che viene dai corpi dei migranti, dai corpi delle vittime della pandemia e della guerra, l'Occidente è chiamato a una scelta decisiva tra paura e affidamento. La memoria degli eventi relativi alla Costituzione italiana può rappresentare in questo contesto una stella polare. -
Il diritto in movimento. Hans Kelsen e l'evoluzione degli ordinamenti giuridici
Il presente volume è dedicato al vasto e articolato tema dell’evoluzione giuridica. L’autore elabora dapprima una tesi metateorica, proponendo di distinguere tra teorie dell’evoluzione nel diritto e teorie evolutive del diritto come linee di ricerca che, perseguendo finalità irriducibili, pongono attenzione a differenti livelli di evoluzione giuridica. Ricostruendo la storia delle teorie evolutive del diritto, ovvero quelle teorie che mirano a individuare percorsi di evoluzione macrostorica del fenomeno giuridico nel contesto della storia sociale del genere umano, si intende dare voce a una lunga tradizione che, risalente all’antichità classica, viene portata avanti ancora oggi da alcuni studiosi. Viene infine esaminata la teoria evolutiva del diritto elaborata da Hans Kelsen in alcune opere degli anni Quaranta del XX secolo, un versante pressoché inesplorato della riflessione giusfilosofica kelseniana, rilevante anche per una rivalutazione di radicati assunti di fondo sulla sua ontologia ed epistemologia giuridica. -
Trincee della filosofia. Heidegger e la Grande Guerra
Il volume indaga un aspetto ampiamente trascurato della filosofia di Heidegger; vale a dire, come la catastrofe della Grande guerra incida nel sovvertimento heideggeriano dell'ontologia occidentale mediante la messa a punto di un inedito vocabolario concettuale. In particolare, secondo l'ipotesi che guida le pagine di questo lavoro, sarebbe l'esperienza dei soldati nelle trincee del fronte occidentale a favorire l'idea che l'esistenza consegnata a sé stessa sarebbe in grado di incoraggiare la propria auto-comprensione essenziale. Come si legge nell'Introduzione: ""Non esisterebbe la filosofia del giovane Heidegger, almeno per come la conosciamo, il suo vertiginoso lavoro intorno all'esperienza effettivamente storica della vita, al senso dell'essere, la sua Destruktion degli apparati concettuali consolidati della filosofia, senza la cesura che la Grande guerra impone alla storia, alla cultura, alla politica moderna. Non avremmo i suoi grandi allievi di Friburgo; non avremmo le variegate ondulazioni della vita quotidiana consegnate alla trama dell'essere; non avremmo né una turbinosa fenomenologia dell'animalità né una considerazione ontologica dell'angoscia. Più in generale, ovviamente, non avremmo le vicissitudini dell'analitica esistenziale di Essere e tempo""""."" -
Walter Benjamin non finito. Confronti, letture, critiche, ricognizioni
Nel vasto ambito della saggistica dedicata a Walter Benjamin, questo libro emerge per due motivi. Da un lato, per il ventaglio internazionale degli studiosi di prim'ordine coinvolti, da Martin Jay a Michael Löwy, da Philipp Lenhard a Dario Gentili, da Manfred Gangl a Alfons Söllner, da Gabriele Guerra, e Olivier Voirol a Nicola Emery e altri ancora. Dall'altro, per la rilevanza degli altri pensatori con i quali il percorso di Benjamin è raffrontato, ossia: Scholem, Bloch, Kandinsky, Sorel, Horkheimer, Adorno e Hannah Arendt. Queste due caratteristiche contribuiscono a dare luminescenza alle esplorazioni qui proposte, tutte condotte con acribia, se non anche, per richiamare una bella immagine di pensiero, con ostinata mendicità, per un lavoro interpretativo che si intrattiene, pazientemente, ancora sempre con il non finito. -
Storia, utopia, emancipazione
La storia sembra aver ripreso il suo cammino. La filosofia, dal canto suo, è tornata da diverso tempo a interrogarsi su nuovi criteri di analisi della realtà contemporanea, attingendo dalla tradizione utopica e rielaborando nuovi modelli di critica ed emancipazione. Sulla base dell'esperienza dell'omonimo seminario permanente, attivo dal 2017 nella Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele, questo volume intraprende – con i contributi di affermati studiosi e giovani ricercatori – un itinerario storico e interpretativo che restituisce la rilevanza e l'attualità di alcune figure utopiche della storia del pensiero e della teoria critica. Da More a Camus, da Sartre alla nuova Scuola di Francoforte, con incursioni critiche sulle utopie (e distopie) del contemporaneo. Saggi di Gianpaolo Cherchi, Alfredo Gatto, Luca Girardi, Adriano Lotito, Roberto Mordacci, Stefano Petrucciani, Stefano Righetti, Maria Russo, Fabrizio Scanzio, Francesco Totaro. -
I paesaggi dell'abbandono in Lombardia. Forme, strumenti e risorse
Nell’universo del “non uso” rientra un vasto caleidoscopio di architetture e di geografie che, in ragione di molteplici forme, storie e pratiche del passato, compongono un complesso e straordinario mosaico. Si tratta di un palinsesto insediativo che deve conservare un ruolo rilevante nelle riflessioni tecniche, politiche e scientifiche pena la scomparsa definitiva di una parte considerevole della nostra identità. I testi contenuti in questo volume, oltre a misurarsi con l’eterogeneità dei luoghi dell’abbandono presenti nel territorio lombardo, si confrontano con la necessità di proporre alcune riflessioni di carattere operativo e progettuale. Grazie al contributo di differenti autori appartenenti ai “mondi” dell’Accademia, delle professioni e delle istituzioni pubbliche, sono suggeriti temi, strumenti e approcci consapevoli del valore di un patrimonio architettonico e paesaggistico da custodire per le generazioni future. -
Philippe Vilain, l'amour en ses discours
Écrivain et essayiste, Philippe Vilain occupe une place singulière dans le champ littéraire contemporain en poursuivant, depuis une vingtaine d’années, un dialogue permanent entre fiction et théorie, en définissant les principes exigeants d’un idéal politique et esthétique que ses textes travaillent à incarner, en modernisant le roman d’analyse traditionnel pour repenser la thématique de l’amour à travers de nouveaux discours critiques – les “ fictions pensives ” –, mais aussi en théorisant les mouvements récents de la littérature (L’autofiction en théorie, La littérature sans idéal, La passion d’Orphée). Objet d’un véritable intérêt universitaire depuis la parution de Pas son genre (2014) – son roman majeur adapté au cinéma par le réalisateur Lucas Belvaux –, cette oeuvre, porteuse d’une puissante pensée critique, impose, dans la polyphonie des discours de conformation, une résistance politique de la littérature au marché ultralibéral du livre. -
La meta-politica e il terrorismo. Gli islamisti britannici tra politiche multiculturali e pratiche di razzismo
Gli attacchi terroristici “islamisti” in Gran Bretagna hanno avuto il ruolo di ridurre o censurare il dibattito sull’islamismo. Basandosi su una lunga ricerca etnografica, il volume lascia emergere la valenza politica di pratiche e discorsi dei musulmani britannici che vedono nell’Islam il loro futuro politico. Gli islamisti britannici operano varie forme di opposizione, collaborazione e adulazione del potere anche quando il dialogo e lo scontro politico sono veicolati da stereotipi orientalisti. Il saggio affronta inoltre un altro aspetto centrale: la riflessione intorno alla violenza in ambito sociale e l’uso politico del termine terrorismo. Escludendo dall’analisi altre forme di violenza e di terrorismi sociali, quali le pratiche razziste, gli opinion makers contribuiscono a una narrativa di insicurezza perpetua, in cui lo spettro della violenza si rigenera infinitamente nelle pratiche dei discriminati e dei discriminanti. -
Le industrie del cinema. Un confronto internazionale
Roma, Parasite e Drive My Car sono tre opere realizzate fuori dall'orbita occidentale che hanno fatto breccia nel sistema distributivo conquistando attenzione, premi e pubblico su scala internazionale. Al momento rappresentano ancora dei casi eccezionali, ma il loro successo è indice di importanti cambiamenti in atto. Questo volume propone un confronto tra le industrie cinematografiche e i mercati di otto diverse regioni del mondo che oggi si segnalano per produttività e dinamismo: Unione europea, Cina, Corea del Sud, Giappone, India, Nigeria, Messico e Stati Uniti. I vari capitoli mostrano come queste realtà si differenzino per modelli organizzativi, infrastrutture, ambizioni, successo, permeabilità a titoli stranieri e politiche pubbliche di riferimento, portando alla luce anche le forme di collaborazione e competizione che sussistono tra loro, in un panorama cinematografico ormai sempre più policentrico e pronto a mettere in discussione equilibri che apparivano consolidati. Prefazione di Giacomo Manzoli. -
Narrazioni etniche. Il romanzo di marginalità negli Stati Uniti
Narrazioni etniche è uno studio comparativo di autori appartenenti a tre gruppi etnici americani (afroamericani, italo-americani ed ebrei americani), che hanno adottato soluzioni narrative simili per dare forma all’esperienza dei rispettivi nuclei di provenienza, analizzando come, nell’arco degli anni Trenta, si sia verificata una convergenza verso modalità di rappresentazione capaci di descrivere, in forma collettiva e plurale, la comunità marginale d’origine. L’esempio della sperimentazione modernista ha ispirato questa nuova pratica letteraria e il saggio dimostra come la comune condizione di marginalità, al di là delle specificità culturali dei tre gruppi presi in considerazione, abbia promosso l’adozione di stili affini, gettando così le basi di una letteratura “dai margini” che contestava quella mainstream. -
Formare per trasformare. Per una pedagogia dell'immaginazione
Italo Calvino, nelle Lezioni americane del 1985, sviluppò sei proposte per sopravvivere nel prossimo millennio. In una di esse si trova l’idea di una possibile pedagogia dell’immaginazione. Perché riflettere su una pedagogia dell’immaginazione? Perché promuoverla ancora oggi? A partire da questa domanda studiose e studiosi hanno voluto interrogare le proprie discipline e la propria esperienza per costruire un percorso di riflessione teoretica e politica. Questo libro si compone così non solo di saggi che delineano il panorama di rimandi etici e filosofici, individuali e collettivi, di una riflessione su una pedagogia che mantenga al suo centro l’immaginazione, ma anche di vere e proprie proposte pratico-politiche per il millennio che stiamo attraversando. Nonostante negli ultimi venticinque anni si siano moltiplicate le riforme del sistema educativo, infatti, ciò è spesso avvenuto senza che si sia svolta una riflessione sui fondamenti. Riflettere sul come e sul perché educare, nonché sui mezzi da utilizzare e sullo scopo sia individuale sia, soprattutto, collettivo, è quanto mai fondamentale e necessario. -
Coltivare la felicità, abitare il desiderio
Il libro approfondisce i temi del benessere e della felicità attraverso il contributo delle scienze sociali inserite in una più ampia cornice antropologico-filosofica. Tramite la riflessione sulla “vita buona” come fine ultimo dell’esistenza umana, il saggio prova a rispondere all’urgenza pratica di ripensare orizzonti di senso possibili e percorribili di fronte alla complessità del tempo presente. Attingendo all’eredità dei classici, in particolare Aristotele e Tommaso, alla sociologia relazionale e al magistero sociale della Chiesa, il volume intesse un dialogo con l’etica antica per riscoprirne i fondamenti e offrire una “terza via”, alternativa all’emotivismo relativista e alla deriva dogmatica, esplorando il legame esistente tra virtù e desiderio e riabilitando, infine, la narrazione e la parola poetica nella costruzione dell’agency soggettiva. -
By disaster or by design? Dalla crisi multipla alla grande trasformazione sostenibile
Quando l'antropologo sociale Karl Polanyi nel 1944 scrisse ""La grande trasformazione"""" voleva mettere in guardia le generazioni future dal ripetere gli errori che avevano portato alla catastrofe della Seconda guerra mondiale, primo fra tutti la liberalizzazione dei mercati. Proprio questi errori sono stati invece ripetuti a partire dagli anni Ottanta. Così il """"Nuovo ordine mondiale"""" (New World Order), che il presidente americano George H. W. Bush proclamò nel 1990, si sta tramutando sempre più in un """"nuovo disordine mondiale"""". Dopo la crisi finanziaria del 2008 si è aperto in Germania un ampio dibattito su come è possibile trasformare la società in maniera alternativa, verso la sostenibilità. I problemi non possono essere risolti con le stesse ricette che li hanno provocati. In questo libro viene presentato un modo diverso di intendere la sostenibilità che mette in rilievo la dimensione sociale e culturale. Sulla base dell'esperienza pratica dell'autore in Germania, vengono mostrate strategie per una trasformazione sostenibile e partecipata che parta da una dimensione locale per """"democratizzare la democrazia"""" e riportare il mercato nella società.""