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Individualità e gruppalità
Con Individualità e gruppalità (1987) Diego Napolitani inaugura un paradigma che si propone di oltrepassare, in una circolarità dialogica tra i saperi, le convenzionali dicotomie tra individuo e gruppo, natura e cultura, identità e creatività, risignificandone il rapporto in una tensione reciprocamente concepitiva e indefinitamente aperta. L’interesse per l’opera, che definisce i concetti di “gruppalità interna” e “universi relazionali”, va ben oltre il valore di testo fondativo per la Gruppoanalisi italiana, offrendo quest’ultima come testimonianza attuale di un metodo di conoscenza e di cura dell’umano con-esserci, inteso come “il proprio aprirsi al mondo”. La prassi analitica, in questa accezione, diviene autenticamente trasformativa nei contesti clinici e sociali in cui opera se tutti gli interlocutori si dispongono ad assumere l’incontro con l’Altro, dentro/fuori di sé, nel doppio versante etico ed estetico dell’esperienza, ovvero nella sua interezza problematica e potenzialmente creativa. -
Vulnerabilità come risorsa e valorizzazione della differenza nelle democrazie contemporanee. Profili, giuridici, sociologici ed etico-politici
Differenza e vulnerabilità sono due voci costitutive del paradigma onto-relazionale dell'esistenza umana e della vita in tutte le sue dimensioni. Ma l'essere con gli altri è un crinale sul quale camminiamo in bilico e da cui sporgiamo sull'ex-sistere fin dalla nostra venuta al mondo, e che ci induce a considerare la soggettività nella sua concreta situazione vitale e incarnata, tra relazione originaria con se stessi e relazione con l'altro. Tematizzare questa consapevolezza e cercare di tradurla in una risposta etica in ambito giuridico, politico e sociale è il focus comune alle tre linee tematiche del presente progetto. Un percorso concettuale ed ermeneutico che, attraverso il ripensamento della vulnerabilità e delle sue connessioni con le dimensioni della differenza e con la relazione di cura, intende anche saggiare una via di riumanizzazione della politica, del rapporto tra diritto e morale, e della risposta delle istituzioni alle sfide della società interculturale e globale. -
Sul rapporto tra metafisica e religione
Sulla base dell'idea di fondo per la quale la metafisica, ovvero la filosofia, è neutrale rispetto alla religione (essa è, in tal senso, atea) e affermando di conseguenza che lo spinozismo - massima espressione metafisica di coerenza e rigore - non è affatto incompatibile con la religione stessa, Rehberg costruisce un'originale e articolata sintesi, che coinvolge sia la dimensione teoretica sia quella morale, tra il sistema kantiano e quello spinoziano: una lettura spinoziana di Kant, non meno che una lettura kantiana di Spinoza. Un'elaborazione complessa, preludio, si direbbe quasi, della nuova stagione che sta per affacciarsi sulla scena filosofica: l'idealismo. -
Tumulti e indignatio. Conflitto, diritto e moltitudine in Machiavelli e Spinoza
Una branca della filosofia moderna ha fatto fronte comune contro il pensiero di Machiavelli quanto contro quello di Spinoza. Gli autori del giusnaturalismo contrattualistico e del liberalismo li percepirono come una minaccia per l'ordine morale e politico. Per Machiavelli e Spinoza questo ordine è solo una chimera e la dimensione politica è frutto di rapporti di forza che si affermano con le armi e le parole, che sono anch'esse armi. Realismo, conflitto e moltitudine sono le chiavi di lettura per approcciare questi due ""pericolosi"""" pensatori politici."" -
Morsi e rimorsi: il richiamo dell'aforista
Pensieri, aforismi, proverbi e wellerismi in una mescolanza sapienziale per un ritratto della condizione umana, con l'intento di riflettere sul panorama del passato, su fatti e vicende storiche che tanto avrebbero da insegnare, ma che non hanno più scolari, e per tendere a un programma per il futuro. -
Le vie della conoscenza. Riflessioni sull'attività di ricerca in ambito scientifico e umanistico
Con una serie di contributi di carattere scientifico e umanistico, il presente volume intende celebrare il professor Franco Fabbro: neuroscienziato, medico e professore universitario. Le testimonianze di amici e colleghi raccolte nel presente volume rappresentano un corollario multiforme e composito che testimonia l'eterogeneità interdisciplinare delle produzioni e collaborazioni realizzate da Franco Fabbro in oltre quarant'anni di attività lavorativa. In questo viaggio si intrecciano studi, ricerche, insegnamenti, ricordi, esperienze e aneddoti. -
Stregoni cuori di burro. Ovvero miraggio Argentina
Il romanzo colloca le vicende del protagonista, il suo iter evolutivo, nella più ampia tematica dell'esodo dalle campagne nel periodo immediatamente successivo alla Prima guerra mondiale. Il destino del personaggio principale, in modo del tutto imprevisto e imprevedibile, si inserisce in un fenomeno storico ampio quale quello dell'emigrazione italiana nel primo dopoguerra verso l'Argentina. Tale percorso esistenziale presenta un incredibile sviluppo lungo il corso del XX secolo e giunge a esiti che porteranno il nostro eroe donchisciottesco, per eventi e situazioni, molto lontano dalla stagione iniziale della sua vita. La storia, paradigmatica della volontà di riscatto, da iniziali condizioni di miseria, inettitudine e inferiorità, da effettive condizioni oggettivamente svantaggiate per svariati motivi, approda attraverso vicende tortuose e difficoltà non facilmente superabili a risultati sorprendenti. Si verifica così inaspettatamente la possibilità di determinare una svolta, del tutto inattesa, entro un destino segnato fin dall'epoca prenatale; un intreccio di circostanze porterà a evitare quella sorte segnata che, quasi impronta ineludibile, pareva essere rimasta negli anni quale marchio indelebile. L'esigenza di affermazione sociale può essere interpretata come la ricerca di una identità ben definita per chi è incerto del proprio io e delle proprie origini. Il finale a sorpresa chiude un cerchio, ma lascia qualche dubbio sull'effettiva riuscita di un progetto maturato per caso e realizzatosi poi in modo assolutamente fortuito. -
Gli ultimi dieci mesi della mia carcere
Non semplice diario di detenzione, ma racconto di formazione alla moderazione dei costumi e alla conquista della serenità interiore secondo un ideale di compostezza classica che è modello insieme di vita e di scrittura. Il regime carcerario è paragonato a quello monastico: educa alla sobrietà, al controllo degli impulsi, al lavoro costante come antidoto alla noia e all'abbrutimento. Molto lo accomuna al romanzo Le mie prigioni di Silvio Pellico. Il fatto che innocui letterati abbiano dovuto languire per anni in carceri malsane è un potente atto di accusa contro la pretesa giustizia sovrana; non c'è giustizia dove c'è violazione dei diritti e della dignità di altri uomini. Questa la lezione, purtroppo ancora attuale, che Gazzadi impartisce ai suoi lettori. -
L'oppio dei populisti. Risentimento di status e politica anti-immigrazione in Italia (2008-2022)
La politica del risentimento populista assume ormai, in prevalenza, il volto dell’anti-immigrazione. Dai margini delle nostre democrazie essa prende forma nell’opposizione a coloro che appaiono come i nuovi, potenziali membri del demos, con cui dividere risorse, anche valoriali, e diritti. Questa è, in fondo, l’agenda dei partiti variamente definiti come populisti, sovranisti o far-right: proteggere “prima” chi è dentro la democrazia e consolare il popolo colpito dalla globalizzazione con una terapia di policy palliativa. Terapia fondata su nuove divisioni sociali, di genere, ma soprattutto etniche. La politica anti-immigrazione è diventata, insomma, l’oppio dei populisti: dei partiti, ma soprattutto degli elettori. In Italia è ormai maggioritario il consenso verso quelle piattaforme incentrate sul protezionismo economico e industriale, repressive sui flussi migratori e restrittive sull’estensione della cittadinanza, “nativiste” e neo-patriarcali sull’educazione e la famiglia, sui diritti alla procreazione o all’aborto, sulle unioni civili o sulla genitorialità non tradizionale. La tesi alla base delle ricerche contenute in questo volume è che la rapida ascesa dei partiti far-right in Italia, in particolare tra le elezioni del 2013 e del 2022, si spieghi prevalentemente sul lato della domanda politica, attraverso quelli che appaiono esserne i due “driver”: la paura di un arretramento nello status e nella ricchezza di una consistente piccola e media borghesia, e il risentimento anti-immigrazione che questa esprime. -
Terra perduta, terra ritrovata. Una Costituzione mondiale per l'uomo planetario: il punto di svolta per il futuro dell'umanità e di tutti i viventi
Le ragioni della Costituzione della Terra stanno nella necessità di affrontare risolvere le sfide globali in atto che espongono l'umanità ai gravi rischi dovuti al poteri selvaggi del mercato globale, causa di catastrofi e pandemie planetarie (""crimini di sistema"""": riscaldamento climatico e ambiente degradato, guerre, produzione di armi e riarmo atomico, fame, malattie e diritto alla salute, migrazioni di massa, crimine organizzato e terrorismo internazionale): problemi irrisolti, rispetto alle quali le istituzioni internazionali vigenti (a cominciare dall'ONU, esposta al declino) risultano assolutamente limitate e insufficienti essendo espressione della crisi della democrazia sul piano mondiale. La risposta possibile, come alternativa realistica e adeguata, sta nella capacità di andare oltre ed espandere universalmente i poteri degli Stati nazionali a favore di poteri sovrastatali e globali, sia pubblici che privati, creando una Costituzione mondiale, come legge fondamentale della Federazione della Terra e unità di misura di un mondo globalizzato."" -
Pluralismi. Riflessioni su corpi, politiche e rappresentazioni di genere
I corpi sono sempre stati al centro di numerose discussioni all’interno della società. Da un lato si vorrebbe il corpo esibito, guardato, scoperto, dall’altro lato, spesso, lo si critica, lo si umilia e lo si oggettivizza. Esistono quindi diversi modi di parlarne. Come ci aspettiamo che i corpi siano osservati dagli occhi della società? Questo sguardo ci condiziona e ci plasma? Quanto il linguaggio, il senso comune, gli stereotipi influenzano la costruzione socio-culturale dei corpi? Queste sono solo alcune delle domande urgenti che nascono dalla riflessione sul processo di costruzione delle identità, a cui prendiamo parte più o meno consapevolmente tutti noi. Il volume si propone di dare voce, restituendo peso e valore, alla pluralità e alla complessità della realtà dei generi e delle identità plurali. I contributi si caratterizzano per la cifra marcatamente interdisciplinare, favorendo le integrazioni di approcci differenti, provenienti da diverse discipline scientifiche, a partire da quelle relative alle scienze cognitive e ai cultural studies. -
Il tempo tra oriente e occidente
Dopo Heidegger il pensiero occidentale sembra essersi ritirato impaurito di fronte all'enormità del compito della comprensione dell'Essere. Il post-modernismo ha dichiarato bancarotta in tal senso. Nessuno potrebbe dichiararsi soddisfatto dei risultati dell'ermeneutica contemporanea in campo ontologico. Derrida pare aver messo definitivamente da parte la possibilità di attingere l'essere. Le ontologie più recenti, peraltro, come quelle di Severino, Nancy e Badiou, risultano erronee nelle loro linee fondamentali; tutte, pur nella loro varietà, considerano la spazialità come costitutiva dell'Essere, cadendo così nell'atavico errore che Heidegger invitava a non ripetere: parlare dell'Essere e tuttavia rivolgersi all'ente. Lo Spazio è in effetti l'essenza non durevole e non temporale dei soli fenomeni. L'Essere è invece a-spaziale e realmente temporale. Solo il riconoscimento dell'essenza istantanea del fenomeno può consentire una comprensione illuminata della reale natura dell'Essere. Una comprensione analoga a quella buddhista. -
Forme della singolarità. Da Michaux a Quignard
Il libro è dedicato ad alcuni fra i maggiori scrittori di lingua francese del secolo scorso. Il loro stile e pensiero sono legati talvolta alla loro attrazione nei riguardi delle immagini - sia che le producano essi stessi in quanto scrittori-pittori (Michaux, Klossowski, Char), sia che le descrivano in testi critici o narrativi (Leiris, Simon, Quignard); o, in altri casi, al linguaggio verbale, che permette di rappresentare luoghi immaginari, vagamente infernali (Beckett, Blanchot), o persino rileggere i testi della tradizione religiosa (Jabès, Caillois). -
Berlusconi o il '68 realizzato. Nuova ediz.
Berlusconi ha realizzato gli ideali del Sessantotto. Questo libro non parte da una provocazione, ma da un’attenta analisi senza paura di scandalizzare. Come solo un grande filosofo può fare, Mario Perniola mostra in Berlusconi tutti gli obiettivi da cui il Sessantotto fu pervaso: fine del lavoro e della famiglia, distruzione dell’università, deregolamentazione della sessualità, discredito delle competenze mediche, ostilità nei confronti delle istituzioni giudiziarie, vitalismo giovanilistico, trionfo della comunicazione massmediatica e oblio della storia. Ed ecco che tutto ciò con Berlusconi è diventato realtà. -
Tecnomagia. Estasi, totem e incantesimi nella cultura digitale
La tecnomagia ordita da streamer, tiktoker, memer e influencer - tra le pieghe e le piaghe del capitalismo neo-liberale - ci strega, costringe e vampirizza, al contempo assembrando corpi, calamitando emozioni, risvegliando passioni arcaiche e innescando visioni futuriste. All'apice della sua storia, ogni tecnica assume sempre una risonanza magica dai tratti stupefacenti e spaventevoli, accompagnati dall'obsolescenza di ciò che essa si lascia dietro. Nell'epoca attuale tale processo investe l'essere umano, divenuto l'oggetto, e non il soggetto, di una metamorfosi che trascende e supera le sue qualità razionali, biologiche e sociali. La panoplia di emoji, troll, fake world, story, creepypasta, challenge, nude e avatar nei flussi del Web, così come la proliferazione di vecchi e nuovi feticci nella vita quotidiana, rivelano una verità insorgente nel nostro tempo: la tecnologia cessa di essere l'arte del logos e non si manifesta più come una mera serie di strumenti grazie ai quali risolvere problemi, svolgere compiti e agire sul mondo. Essa si trasforma - su Instagram, Tik Tok, Twitch o OnlyFans - in una tecnomagia atta a favorire la comunione di comunità, macchine, forme organiche e inorganiche intorno a passioni, icone e totem, nell'ambito di catene senza fili di cui l'individuo non è più l'attore principale. La tecnomagia è una danza sulle rovine, l'estasi nel cuore della distopia. -
Autobiografie (2022). Vol. 3: Ricerche, pratiche, esperienze
"Autobiografie. Ricerche, pratiche, esperienze"""" è una rivista nata nel 2020, a 22 anni dalla fondazione della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (LUA), e permette a studiosi ed esperti in pratiche autobiografiche di confrontarsi per approfondire i retroterra umanistici, filosofici, etici (oltre alle buone pratiche auto-biografiche) di cui la rivista si fa portavoce." -
Scrittura e condivisione. Tutto è personale e tutto vale: resoconto ragionato di un'esperienza di scrittura di sé in gruppo
Anche attraverso lo schermo di un computer scrivere di sé e offrire il proprio contributo autobiografico ad altri, in una circolarità di dono e ascolto, produce molti e preziosi effetti benefici. Questo è quanto ha sperimentato il gruppo di scrittura e condivisione, di cui viene narrata tutta l'attività svolta in un anno di incontri settimanali, animati da suggestioni letterarie e da dispositivi mirati a esplorare stati d'animo del presente, storie di vita e tratti caratteriali dei partecipanti. Il libro raccoglie il resoconto dettagliato, quasi un vademecum, dell'esperienza, corredato dalle basi teoriche e metodologiche da cui le conduttrici sono partite per affrontare questa entusiasmante e impegnativa avventura. -
La maschera dell'antieroe. Mitologia e filosofia del supereroe dalla dark age a oggi
La maschera dell'antieroe ripercorre l'evoluzione delle figure dell'universo supereroico - l'eroe, il villain, l'antieroe e l'eroina - indagando gli elementi chiave del genere e definendo gli aspetti filosofici che gli sono propri. Chiedersi chi sia il supereroe oggi non è una domanda circoscritta agli studi di cultura popolare, ma è un modo per comprendere meglio la società in cui viviamo; come nel mito antico ritroviamo archetipi familiari, similmente la moderna mitologia supereroica è uno specchio, più o meno deformato, del nostro mondo. Il riflesso che rimanda è quello di un Occidente in crisi, afflitto da catastrofi ecologiche, conflitti, scontri culturali, pandemie, nel quale verità e certezze vacillano. L'universo dei supereroi rispecchia tale crisi: i topoi dell'eroe puro e del mostro malvagio svaniscono e lasciano il posto a personaggi più ambigui e complessi. È l'era degli antieroi. -
Cura del senso e critica sociale. Ricognizione della semiotica italiana
Quando una disciplina inizia a guardarsi indietro per redigere la propria storia, certamente è in crisi. Non è il caso della semiotica oggi in Italia, dove anzi ci si trova in un momento di forte crescita, sia dal punto di vista degli andamenti della ricerca sia da quello accademico e culturale. Fatte salve le resistenze (corporative? ideologiche? politiche?) allo sviluppo del paradigma di studi sui testi e i modelli socio-culturali, la semiotica italiana vive un'euforica crescita intellettuale: ha ribadito i propri programmi d'azione e di passione, s'è dotata degli adeguati strumenti di indagine, ha superato prove e controprove, ha raggiunto parecchi risultati: e sta ricevendo i dovuti riconoscimenti. Questo volume ne offre una ricognizione, con un viaggio nei suoi principali campi di studio: immagine, cibo, religione, cultura, media, audiovisivi, cognizione, musica, pubblicità, moda, memoria, politica, diritto... Ecco apparire il minimo comune denominatore di uno studio scientifico che ha a cuore i fenomeni storici ed etnici: la società è un corpo con arti e membra i cui sintomi vanno osservati da vicino. I semiologi lo analizzano e interpretano con l'impegno politico di traduttori di ciò che accade. -
La legittima difesa delle donne. Una lettura del diritto penale oltre pregiudizi e stereotipi
Sono poche le donne condannate per omicidio ma tra queste ci sono donne che hanno ucciso il partner per difendersi dalla sua violenza reiterata. Nel ripercorrere la vicenda giudiziaria di alcune di esse si comprende quanto distanti siano i giudici dalla realtà vissuta dalla donna vittima di violenza: quella realtà che è stata ben descritta dalla psicologa americana Leonore Walker in sede di elaborazione della c.d. Sindrome della donna maltrattata. La mancata conoscenza del fenomeno della violenza di genere e degli effetti che essa produce sul comportamento di chi la subisce spiega la lettura riduttiva e stereotipata che viene data dell'uccisione del tiranno domestico e quindi le difficoltà che le donne incontrano - e sempre hanno incontrato - a veder riconosciuta a loro favore una situazione di legittima difesa. Non è un caso che a una pronuncia di assoluzione si pervenga solo allorquando si sia rivolta l'attenzione anche al contesto nel quale è intervenuta l'azione difensiva della donna. Non è dunque di nuove norme che abbiamo bisogno, ma di superare stereotipi e pregiudizi per leggere quelle vigenti in maniera adeguata.