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Un sorriso e un enigma. Il cinema di Michel Piccoli, attore
Michel Piccoli (1925-2020) è stato uno dei più importanti attori francesi e uno dei volti simbolo del cinema d'autore europeo. Interprete dalla lunghissima carriera, iniziata nella Parigi del dopoguerra, Piccoli ha creato uno stile di recitazione unico e imprevedibile, incarnando una qualité surreale e straniante. Lo ha fatto dando corpo e voce ai personaggi ambigui del cinema moderno, recitando accanto a grandi dive come Brigitte Bardot, Catherine Deneuve e Romy Schneider e spaziando dai raffi nati borghesi dei film di Claude Sautet a quelli tragicomici di Marco Ferreri, due registi con cui Piccoli ha condiviso un'affinità senza pari. Arrivando poi a incarnare la versione matura di quelle inquietudini, senza mai smettere di proseguire una propria ricerca professionale. Perché per Piccoli la vera arte dell'attore significa soprattutto non smettere mai di essere curiosi nei confronti degli esseri umani e del mondo. Un sorriso e un enigma è la prima monografia italiana sull'attore. -
Feríta. Giovanna D'Arco, anno 1971
Parigi, 1971: il '68 ""ha vinto"""", De Gaulle è morto d'infarto, un nuovo generale di sinistra, il generale Roche, ha preso il potere sostenendo le ragioni degli studenti del maggio '68. Ecco che nasce la Sesta repubblica, una nuova costituzione viene scritta dai colonnelli vicini a Roche e dai filosofi di sinistra, in particolare da Eric Feríta. Sulla Costa Azzurra, durante il festival del film di Cannes, il regista russo Martin Aleksandrovic Belogradski si rifiuta di ritornare in URSS. Scandalo! Feríta, primo suggeritore di Roche, propone di far girare al regista un film patriottico in Francia: Giovanna d'Arco, anno 1971. I sovietici accettano, si profila una prima forma di collaborazione tra la nuova Francia e l'URSS. Ciò che accadrà dopo in questo utopico rovesciamento della Storia sarà raccontato dalle immagini del film di Belogradski - la giovane Irene è Giovanna, Georges Aubry è il suo compagno sia nel film che nella vita - e dalla decostruzione del soggetto, delle immagini e della mente tentata dal filosofo Feríta."" -
Luci e ombre della solitudine
Questo libro è come un prisma, composto da differenti visioni della solitudine, tutte attraversate da un raggio di luce che illumina, da diverse angolature, l'universale condizione dell'umana presenza. Sei solo? Ti senti solo? Vuoi essere solo? Hai paura della solitudine? La rifuggi? La desideri? Opponendosi a una moderna concezione e una condizione esistenziale occidentale che tendono entrambe a sociopatizzare tout court questo stato d'animo, gli autori offrono un'analisi ben più articolata e complessa della solitudine, ricca di distinzioni, mostrandone aspetti e significati differenti. Il fatto che oggi, nell'epoca della comunicazione, dei social, della condivisone e dell'iperconnessione perenne la solitudine sia più che mai presente e pervasiva, soprattutto tra i giovani, rende questo volume particolarmente attuale. Psicoanalisi, psicologia, letteratura, filosofia, musicologia, arte, poesia si intrecciano in questo scritto, che si configura come un vero e proprio percorso di disvelamento del sentimento o della situazione di solitudine. Un termine, non dobbiamo mai scordarlo, la cui etimologia in latino significa proprio ""intero"""", """"a sé stante""""."" -
E.M. Cioran. Lo stilita senza colonna. Anatemi e tormenti di un apolide metafisico
L'insonnia elevata a forma di conoscenza, la noia celebrata quale rivelazione dell'insignificanza dell'essere, il fallimento pensato come riuscito progetto di vita, l'idea di suicidio innalzata a inestirpabile conquista di libertà, l'insuccesso concepito come principio di distinzione: sono queste alcune delle ossessioni destinate a segnare il tormentato e contraddittorio percorso intellettuale di Cioran. Leggere le sue opere è come votarsi deliberatamente a un progressivo avvelenamento. Lo spirito di decomposizione, i pensieri alimentati da una ferale lucidità, il fascino di abbandonarsi alla morte spirituale assumendo anche piccole dosi giornaliere di invettive e scetticismo, sono malìe così forti da non lasciare scampo a chiunque prenda in mano un suo libro. Anche se appare nelle vesti di un disilluso psicopompo pronto a traghettare verso l'isola dei morti, Cioran manifesta, nonostante le affermazioni in senso contrario, un disperato attaccamento alla vita e il desiderio di un ritorno ""all'anno zero"""" dell'umanità come riconquista di una felicità perduta. Solo, però, a condizione di prendere coscienza dell'inanità dell'esistere, saremo in grado di sopportare il nostro essere al mondo senza rabbioso disgusto, così da custodirlo con disincanto."" -
L' operaio che vinse contro i mulini a vento. La prima causa per mobbing in Italia
Il 14 dicembre 1995, il Pretore del lavoro di Milano condannò l'Ansaldo al pagamento di novanta milioni di lire come risarcimento per il danno biologico causato al lavoratore Francesco Casarolli. Per la prima volta in Italia un'azienda fu chiamata a risarcire un lavoratore non per un danno fisico, bensì per i comportamenti vessatori che avevano comportato ""un'alterazione dell'equilibrio fisico e psichico del Casarolli"""". Alla sua azienda Casarolli chiese seicento milioni, mettendo nel conto le cefalee delle quali era quotidianamente preda, le nausee, la tachicardia e perfino la riduzione dell'attività sessuale. Un insieme di sintomi che avevano fatto di lui, in precedenza estroverso ed energico, un uomo depresso. Tanto che a un certo punto anche il proprio matrimonio aveva incominciato a risentirne. L'operaio che vinse contro i mulini a vento è un dialogo tra l'autore e il lettore, con uno stile narrativo semplice e piacevole. Casarolli racconta in prima persona venti anni di battaglie sul posto di lavoro a colpi di licenziamenti, denunce e sanzioni disciplinari. Una storia ambientata tra gli anni '80 e '90 ma che racconta un tema, quello del mobbing sul posto di lavoro, di grande attualità."" -
Vita di Thomas Hobbes di Malmesbury. Le due autobiografie latine
Tra i lavori di Hobbes, le due autobiografie rappresentano sicuramente dei testi sui generis. Seppur arricchite da tratti apologetici, elementi cronachistici e aneddoti vari, le due opere testimoniano comunque la sensibilità filosofica di Hobbes che in queste pagine, scritte in età molto avanzata, pare aver condensato i tratti essenziali del suo pensiero. Un resoconto della vita dell'uomo e del filosofo che il vecchio precettore di Malmesbury traccia con animo sereno e incredibilmente lucido, una summa del suo pensiero, o - per dirla con Richard Blackburne - ""una briciola dell'acume intellettuale di Hobbes"""", un testamento per i posteri. La cifra emotiva che le caratterizza è la serenità, quel senso di pace, raggiunto dopo molti eventi turbolenti, che ormai consente a un anziano studioso di rivedere il passato da una prospettiva distaccata, alla fine di una vita lunga e singolare, e di fare il punto sugli eventi e sulle persone che hanno fatto da cornice allo sviluppo del suo pensiero."" -
Le cose e i loro nomi
Che cos'è un oggetto? La risposta consueta, quella del senso comune (anche quella di molta filosofia che pretende d'essere realista), è che un oggetto è qualcosa che ""sta là fuori"""", indipendentemente dal modo in cui lo conosciamo e - eventualmente - lo nominiamo. In questo libro, un classico della filosofia della scienza (uscito in prima edizione nel 1986), Giuliano Toraldo di Francia, a partire da una magistrale analisi dell'ontologia delle sfuggenti entità subatomiche, propone un modo meno semplicistico di rispondere a questa domanda fondamentale: è il caso di parlare, più che di oggetti, della procedura tecnico-scientifica della """"oggettuazione"""", attraverso la quale si arriva a individuare in qualcosa un determinato oggetto. In questo processo occupa un ruolo fondamentale il linguaggio. Ci interessano i fatti, non le parole, tutti ripetono; ma come si individua un """"fatto"""" se non ne determiniamo la natura attraverso una serie di azioni, pratiche e linguistiche, che lo individuano, appunto, come un fatto? In questo modo il caso delle entità subatomiche non è più un caso eccezionale; al contrario, diventa il modello per intendere tutti gli oggetti, anche quelli dell'esperienza comune. Il libro è impreziosito da una prefazione di Maria Luisa Dalla Chiara, logica, filosofa della scienza, studiosa della logica quantistica, che ha a lungo collaborato con Giuliano Toraldo Di Francia."" -
Il volontariato dopo lo stato sociale. Discordi e pratiche
Questo volume restituisce alcune analisi sul volontariato del ""secondo welfare"""" e, più in generale, sulle trasformazioni che il Terzo Settore ha attraversato nel corso degli ultimi decenni in Italia. Sullo sfondo delle riflessioni proposte in queste pagine è posta la metamorfosi urbana e politica dell'Italia post-industriale, che moltiplica gli spazi marginali, quelli del disagio socio-economico, dei capannoni abbandonati e delle retoriche della riqualificazione, che vive la profonda crisi dei partiti politici e dei sindacati, producendo spaesamento e crisi identitaria. È su questo sfondo, infatti, che si sono determinate profonde trasformazioni sui diritti sociali e sulle vite di coloro i quali dedicano il quotidiano alla solidarietà, alla cooperazione e alla socialità, agendo tra le stringenti maglie del neoliberismo. Guidati, in particolare, dagli insegnamenti di Michel Foucault, Pierre Bourdieu, Robert Castel e Antonio Gramsci e restituendo i risultati di una ricerca empirica, si prova a rendere evidenti quei meccanismi attraverso i quali il lavoro volontario è tradotto in un obbligo morale al quale non ci si può sottrarre, pena la vergogna e lo sdegno sociale. Attraverso lo sguardo e le parole dei """"volontari"""", incontrati in una delle molteplici aree periferiche del mondo a capitalismo avanzato, si ricostruiscono i passaggi dal welfare al workfare, dimostrando come ciò abbia contribuito all'istituzionalizzazione del volontariato, fino a trasformarlo in una tendenza giovanile di massa e favorendo, così, l'estensione di una figura ibrida, a metà strada tra il volontario puro e l'occupato retribuito. Prefazione di Diego Giannone."" -
L'uomo: un accidente culturale
La tecnica, quale espressione distintiva dell'uomo ed elemento essenziale per la sua costituzione, è la linea guida di una ricerca, che considera il carattere occasionale quanto instabile di questa singolare espressione dell'esistenza. Che si formò in un tempo estremamente breve in relazione al sorgere dell'universo, e che in un tempo ancora più breve potrà giungere a una conclusione, non drammatica, in quanto difficilmente percepibile dal suo stesso protagonista. Se il passaggio da una forma non ancora umana all'homo sapiens poté essere determinato in maniera alquanto approssimativa, sarà ancor più problematico il riconoscimento di uno stadio in cui, con la perdita di alcuni elementi, ci si troverà oltre la forma del sapiens, che già nella sua attuale epiclesi potrebbe qualificarsi come homo democraticus. Il quale, ancor più padrone della tecnica, onde porre rimedio alle carenze naturali, potrebbe esprimersi in una nuova forma, in grado recuperare, al di là dell'umano, una naturalità perduta. -
La politica dei dati. Il governo delle nuove tecnologie tra diritto, economia e società
Il libro nasce da una duplice presa d'atto: la prima riguarda la dipendenza delle odierne società umane dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), alla luce della progressiva convergenza tra big data, intelligenza artificiale e piattaforme digitali. La seconda concerne il progressivo riallineamento del diritto come questione di accesso, controllo e tutela su flussi di dati e informazioni nelle società ICT-dipendenti. L'intento è di chiarire l'odierno stato dell'arte su quanto spesso è riassunto come ""rivoluzione digitale"""", prestando attenzione ai problemi connessi al governo delle nuove tecnologie e la politica dei dati. Da un lato l'attenzione si dirige verso i rapporti del diritto con altri sistemi regolativi come l'etica, l'economia, la tecnologia o le norme sociali; dall'altro, occorre fare i conti con i problemi aperti in settori cruciali del diritto, quali le garanzie nel processo penale e la protezione dei dati personali, la proprietà intellettuale, i contratti o il diritto alla salute."" -
Frammenti biologici per una teoria dell'uomo
Biologische Fragmente zu einer Lehre vom Menschen di Adolf Portmann è apparso per la prima volta nel 1944 per la Benno Schwabe & Co. di Basilea. Pubblicato in seconda edizione nel 1951, fu riedito nel 1956, per la Rowohlt Verlag, con il titolo Zoologie und das neue Bild des Menschen. Insieme a Louis Bolk, Jakob von Uexküll, Wolfgang Köhler, Frederick Jacobus Buytendijk, Portmann fu tra coloro i cui studi scientifici contribuirono a porre le basi di una nuova disciplina: l'antropologia filosofica. Da più parti questo volume è ormai considerato uno dei quattro capisaldi - con Die Stellung des Menschen in Kosmos di Max Scheler, Die Stufen des Organischen und der Mensch di Helmuth Plessner e Der Mensch di Arnold Gehlen - di questa nuova disciplina. Nonostante ciò, il volume è rimasto a lungo ignoto. In questo testo viene sostenuta, documentata e rielaborata la famosa teoria della ""primavera extrauterina"""", una delle ipotesi più rivoluzionarie nell'interpretazione dell'uomo, inteso come animale prematuro e sociale, che all'utero materno sostituisce, nel primo anno di vita, un """"utero sociale""""."" -
Convalescenza. Testo tedesco a fronte
Pubblicato postumo nel 1991, Convalescenza è il giornale che Peter Weiss scrive, presumibilmente, dall'agosto 1970 al gennaio 1971. Le annotazioni di cui si compone, qui proposte per la prima volta in edizione commentata e in traduzione italiana con testo a fronte, testimoniano un periodo di profonda crisi dello scrittore, acuita dalla sfiducia verso la propria attività intellettuale e letteraria e da un contesto partitico lontano da ogni ideale di apertura e di internazionalismo. Ferito dall'ostilità con cui è stata recepita la sua pièce Trotskij in esilio, e impegnato a scrivere il nuovo dramma dedicato al poeta Hölderlin, Weiss intende dedicarsi ora al sogno, alla visione e al proprio mondo interiore, che sente di aver trascurato a favore dell'impegno e della fedeltà alla realtà esterna. Ma non riesce a rispettare fino in fondo questo suo intento, e tramite la scrittura continua a confrontarsi col mondo circostante. Il giornale, iniziato dopo l'esperienza di un infarto, è pervaso da un orizzonte di morte e dalla violenza della storia; eppure, l'io scrivente non soccombe alla paura, piuttosto la rende produttiva nel tentativo di una guarigione spirituale e intellettuale e di un riposizionamento sia letterario che politico. Le annotazioni si trasformano così in un atto poetico di resistenza alla morte e alla cultura del dogma che soffoca ogni forma di scambio e di dialogo. -
Un desiderio di eguaglianza. Vivere e lavorare nelle comunità utopiche concrete
Si prende troppo poco sul serio la capacità di immaginare una società migliore di quella attuale, e ancor meno il potere di agire qui e ora per dare forma e vita al sogno di un mondo post-capitalistico. Gli avventurieri delle utopie concrete a cui questo libro è dedicato, tuttavia, esistono e non stanno certo con le mani in mano. Sono costruttori di alternative possibili che si collocano deliberatamente ai margini del mondo normale, vivono e lavorano insieme, dividono in tutto o in parte i loro beni e risorse. Un radicale desiderio di eguaglianza li anima più di ogni altro ideale. Per comprendere la logica e la portata dei loro progetti, dobbiamo domandarci non soltanto chi siano questi comunardi, ma anche esaminare la maniera in cui le loro aspirazioni sono messe in opera. Frutto di molti anni di grande ricerca sociologica, il libro di Michel Lallement si interessa in particolare alle comunità che, negli Stati Uniti, hanno adottato principi di vita e lavoro egualitari. Il suo bilancio di mezzo secolo di originali sperimentazioni sociali dimostra che queste utopie concrete sono oggi tra i più interessanti cantieri di un futuro diverso. -
Un umile regalità. Percorsi dell'esicasmo in Occidente
L'esicasmo è un sistema spirituale cristiano di orientamento essenzialmente contemplativo che ricerca la perfezione dell'uomo nell'unione con Dio tramite la preghiera incessante. L'impatto dell'esicasmo ortodosso con l'Occidente deriva soprattutto dalla diaspora di molti intellettuali in fuga dall'Est europeo. Oggi, esso convive per varie vie con la religiosità occidentale e si misura con essa, in modo simile a come accade, ad esempio, per la diaspora tibetana; ma con, in più, la consonanza di un'impronta cristica tanto antica quanto persistente. Questo volume ricostruisce aspetti storici, tematici e rituali fondamentali della corrente esicastica. -
Letture religiose. Dalle sacre scritture delle grandi religioni viventi. Ebraismo, cristianesimo. islamismo, buddismo
Il volume è una raccolta antologica dei testi appartenenti alle quattro religioni: quella ebraica, cristiana, musulmana e buddista. Antiche di secoli e di millenni, esse sono tuttavia le grandi religioni del nostro tempo. Ciascuna ha un corpo di scritture sacre a cui si richiama e si è sempre richiamata nel corso della storia: l’Antico Testamento, il Nuovo Testamento, il Corano, il Tipítaka. Come chiosa l’autore stesso nella prefazione: “A queste antiche parole tutti dobbiamo accostarci con reverenza. In esse milioni e milioni di uomini da secoli e secoli hanno creduto e credono e trovano conforto e speranza. Esse sono, per il credente, le parole della sua fede, e per esse egli è portato a ignorare, a trascurare, a svalutare, le altre”. -
La poesia come esperienza
Paul Celan ha incarnato, forse più di qualunque altro poeta del nostro tempo, la domanda di Adorno sulla possibilità della poesia dopo Auschwitz. Nel 1967, il poeta accettò di incontrare Martin Heidegger con la ferma intenzione di chiedergli spiegazioni sul suo atteggiamento verso i primi anni della politica nazista e, più ancora, sul suo silenzio rispetto agli orrori commessi dalla dittatura. Heidegger, come noto, non dirà una parola. Sullo sfondo di questo mancato ""incontro"""" scandito dal silenzio del filosofo, Philippe Lacoue-Labarthe si interroga sul senso e sul destino della poesia oggi e ci consegna una delle riflessioni più intense su Paul Celan."" -
Kazakistan: fine di un'epoca. Trent'anni di neoliberismo e geopolitica nel cuore della terra
Nono Stato al mondo per estensione, stretto tra Russia e Cina, il Kazakistan si trova al centro degli equilibri della “nuova guerra fredda” provocata dal conflitto in Ucraina agli inizi del 2022. In questa dettagliata ricostruzione, Fabrizio Vielmini segue la parabola politica di Nursultan Nazarbaev, autocrate visionario la cui eclissi ha innescato una lotta feroce fra i dignitari della sua corte, fatta di apparati deviati e tattiche di manipolazione di massa. Vittima ne è stata la società kazakistana, un variegato tessuto di etnie, religioni e tribù, espropriate dalle ricchezze del proprio Paese. L’adesione del regime al neo-liberismo, unita all’etnicizzazione della vita pubblica assortita da influenze islamiche, ha scosso le basi della convivenza civile. Al centro degli equilibri strategici della “nuova guerra fredda” in Ucraina, il nuovo Presidente Tokaev cerca di mantenere il Kazakistan in equilibrio fra le tempeste interne e i sommovimenti geopolitici circostanti, che rischiano di travolgere le fragili basi dell’esistenza di questo sorprendente Paese a cavallo tra Oriente e Occidente. -
Gli otto volti del lago Biwa. Storie d'amore giapponesi
Nella raccolta di racconti Gli otto volti del Lago Biwa - l'opera narrativa più nota di Max Dauthendey - lo scrittore bavarese riprende quasi alla lettera i titoli delle otto vedute del lago date dal noto artista Utagawa Hiroshige, uno dei più popolari maestri della xilografia nella tarda era Edo. Le immagini sono tutte relativa al Lago Biwa, cantato per la sua peculiare bellezza paesaggistica nelle diverse stagioni e ore del giorno. Come le immagini, anche i racconti prendono le mosse da illustrazioni di luoghi esistenti, per poi elevarsi a una dimensione fantasmagorica, affascinante e inquietante, che trasforma i luoghi in mero spunto per l'evocazione di persone sempre in bilico fra verità e suggestione onirica, protagonisti di decadenti storie d'amore e di morte. -
Pasolini inattuale. Corpo, potere, tempo
Rivisitata oggi, a tanti anni di distanza dalla scena tragica del suo corpo massacrato, fuori dai pregiudizi e guardando oltre la barriera di cristallo dei conformismi, l'opera di Pier Paolo Pasolini comincia ad apparirci per quel che è veramente: l'opera-testimonianza di un pessimista radicale che - come ogni serio pessimista radicale, da Pascal a Leopardi - intende esprimere, nella sua spietata denuncia, il proprio inno alla vita. In questo denso volumetto, Giacomo Marramao indaga l'inattualità anticipatrice di quell'opera e di quella testimonianza che ci appare oggi, a fronte di tante avarizie intellettuali, come un donare dal corno dell'abbondanza. -
L' immagine e il suo doppio. Dall'era dell'idolo all'alba dell'arte
Nell'arco della sua carriera, pochi temi hanno occupato Jean-Pierre Vernant quanto quello dell'immagine e del suo statuto teorico. Concentrandosi sul suo terreno d'indagine elettivo, quello della grecità, Vernant tratteggia una storia dell'immagine che prende le mosse dalle svariate e spesso aniconiche forme di idoli e simboli religiosi per giungere alle soglie del V secolo, quando la rappresentazione degli dei in forma umana segna l'avvento dell'immagine in senso proprio, cioè della resa figurativa del reale. È l'alba dell'arte: il simbolo si libera dalla sua dimensione religiosa e ritualistica e si fa rappresentazione, vale a dire apparenza, imitazione, somiglianza. L'immagine si rende autonoma, ma il prezzo di tale conquista è il confinamento alla sfera della parvenza e la contrapposizione al reale, all'essere, al vero. Indagando la paradossale compresenza di visibile e invisibile, di dato materiale e stratificazione simbolica, di elemento percettivo e piega immaginativa, Vernant delinea una vera e propria fenomenologia dell'immagine, capace di interessare non solo l'antropologia e la storia delle religioni, ma anche e soprattutto l'estetica.