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La scuola è sfinita. Ricostituenti pedagogici
La scuola esiste in quanto servizio regolato dalle norme ispirate al dettato Costituzionale che sancisce il diritto all’istruzione per tutti e l’impegno dello Stato a garantire la rimozione di qualsiasi impedimento al pieno sviluppo del percorso formativo. C’è però il rischio che l’istituzione possa essere, nel tempo, inquinata da logiche d’apparato: un blocco di regole, abitudini, routine che tende a sclerotizzare le pratiche didattiche e organizzative al punto da renderla impermeabile alla ricerca scientifica, all’innovazione pedagogica, alle stesse “Indicazioni” programmatiche nazionali. Fenomeni gravissimi – come lo sono quelli della dispersione, dell’analfabetismo funzionale o del malessere di studenti, docenti e dirigenti – che non possono essere ignorati o trascurati pena il fallimento del sistema. L’alternativa, imprescindibile e indifferibile, necessita di un rovesciamento del paradigma fondamentale che riporti all’ispirazione originaria: è la scuola al servizio dello studente e non lo studente al servizio della scuola. Porre lo studente al centro significa liberarlo da ogni paura, motivare significativamente le attività, farne occasione di gioia condivisa da una comunità di soggetti che non sono in competizione, che non appaiano tra loro antagonisti; significa dare spazio alla sua esperienza, valore ai suoi sentimenti, sostegno alla sua ricerca. Il libro di Maurizio Parodi ha il coraggio di sviluppare una riflessione “spregiudicata” sui modi di essere della scuola, sulle sue procedure, sul senso della sua organizzazione, affaticata se non sfinita, e ha il merito di proporre “ricostituenti pedagogici” concretamente operativi. -
Rosso di sera. Quando c'era Berlinguer
Si può perdere negli anni il ricordo dei tempi in cui si è lottato con passione e forza per ideali rivoluzionari? In cui la vita era scandita da eventi entrati poi nella storia di tutti? Forse sarebbe il caso di ricordare un po’ meglio quella storia. Non solo dal punto di vista generale, quello cioè della Storia con la maiuscola, quanto piuttosto della storia piccola, minuta, delle tante piccole storie di tante persone, militanti, città e territori che tutti insieme compongono poi la Storia con la maiuscola. È quello che fa Gianni Solino in queste pagine, perché spesso è proprio in quel passaggio dalla minuscola, dalle tante minuscole, alla maiuscola, che si perde qualcosa, magari proprio il senso del tutto. -
Gesù oltre gli stereotipi patriarcali
In questo percorso esplorativo tra le pagine del racconto evangelico di Marco, l’autrice ci accompagna nella scoperta della proposta liberante di Gesù, mostrandoci uno sguardo d’insieme da cui si riconosce il dinamismo che il Dio biblico infonde continuamente alla Storia, alle relazioni, agli incontri. In questa prospettiva ampia e matura, i fondamenti del patriarcato (che opprime uomini e donne imponendo aspettative, ruoli e norme da seguire) sono messi radicalmente in discussione dal vangelo; Marco ci racconta di Gesù che incontra un maschile e femminile profondamente feriti dai condizionamenti che la società patriarcale imponeva, e si relaziona loro proponendo strade di libertà e dignità. È proprio Gesù che, attraverso la portata liberante della sua umanità, si presenta ai nostri occhi come la più grande controproposta davanti alla società patriarcale offrendosi come modello autenticamente alternativo, perché sa incontrare le altre persone riconoscendo a ciascuna di esse la dignità di chi è tremendamente amato e amata da Dio per quello che è, nel diritto alla vita piena. -
Come pesci in un acquario. Migliorare le relazioni nei gruppi educativi con il Consiglio di Cooperazione
Si rimane sempre affascinati osservando un acquario: un microcosmo in cui diversi organismi concorrono a creare bellezza per gli occhi di un bambino, di un anziano. Un microcosmo che richiede prendersi cura delle creature che lo popolano. L’immagine dell’acquario fornisce al nostro sguardo e alla nostra riflessione la bellezza e il fascino dell’elemento, uniti alla complessità che ne regola la vita e che si regge su un equilibrio che può sfociare in conflitto, lotta per la sopravvivenza, se non riceve la necessaria attenzione e manutenzione: metafora evidente delle relazioni umane nei vari contesti di vita e di gruppo. Il Consiglio di Cooperazione è il gesto di cura proposto: per rinnovare l’attenzione sulla pedagogia cooperativa e creare consapevolezza sul tema della cooperazione e della collaborazione tra pari. Questo manuale ha il pregio di aver portato oltre le mura scolastiche uno straordinario strumento educativo: giovani educatori, oltre ai più navigati, vi potranno trovare tutto quello che serve per sperimentare questo metodo, ma anche tutti coloro che vogliano approcciarsi alla risoluzione dei problemi nel rispetto reciproco, nella consapevolezza che le competenze sociali e relazionali, la capacità di conoscere se stessi e di ascoltare l’altro, sono alla base della convivenza pacifica e democratica. Se ce l’hanno fatta i pesci a trovare un modo per convivere che sia accettabile per tutti, ce la faranno anche le persone quando sono costrette a stare con chi non hanno scelto come compagni di viaggio? Si può, con un’incrollabile fiducia verso la capacità delle persone di cambiare in meglio le relazioni tra loro. -
Educativa domiciliare. Strumenti e pratiche di progettazione individualizzata con le famiglie
Se è vero che lo sviluppo di ciascun individuo è la complessa risultante di un insieme di caratteristiche e condizioni familiari e sociali, piuttosto che il prodotto di condizioni genetiche, allora costruire ambienti familiari, educativi, scolastici e sociali ricchi di affetti, relazioni e stimoli educativi e formativi contribuisce in maniera determinante alla qualità dello sviluppo del singolo e della società nel suo insieme. L’accompagnamento di bambini e famiglie vulnerabili rappresenta un ambito fondamentale del lavoro di cura e tutela dell’infanzia e, in questo quadro, il servizio di Educativa Domiciliare Minori offre la possibilità di intervenire nei consueti ambiti di vita familiare, consentendo la permanenza del minorenne nella famiglia d’origine. Gli interventi domiciliari si fondano sulla consapevolezza che il radicamento nei contesti di vita e nei legami familiari rappresenta per ogni bambino e bambina un elemento identitario fondamentale e una potenziale fonte di relazioni, stimoli e risorse fondamentali per la sua crescita e al suo sviluppo. È in tale contesto che la figura dell’educatore domiciliare copre una posizione privilegiata: con essa si riconosce un’occasione unica nei progetti di educativa domiciliare e cioè quella di lavorare con il bambino insieme ai suoi genitori e ai contesti/sistemi di riferimento, perché l’educatore si trova a casa loro, tra loro e con loro. Questo libro mette a disposizione gli esiti di un approfondito lavoro di ricerca condotto dal Centro Ricerca e Formazione Tarakè della cooperativa sociale La Grande Casa in riferimento al servizio di educativa domiciliare e familiare, individuato quale servizio “centrale” a sostegno delle politiche e delle azioni a favore del diritto di ogni minorenne a crescere in una famiglia a partire dalla propria, così come normativamente previsto. Introduzione di Liviana Marelli. -
Le due potenze. L'atomica e la nonviolenza
I due testi di Lanza del Vasto raccolti in questo volume sono stati scritti al tempo della guerra fredda tra Stati Uniti e URSS. Il primo riguarda l’arma atomica, alla quale si possono associare le armi chimiche e batteriologiche. Il secondo riguarda la guerra. Già allora Lanza del Vasto scriveva che la Bomba non garantisce la pace: trasmette, prima ancora di esplodere, un’onda d’urto che soffoca il buon senso e disintegra la logica. Per la sua stessa potenza, acceca le nostre intelligenze. È una sorta di droga statale. Con forza e chiarezza indicava anche la sola strada possibile: rinunciare come umanità tutta a questa arma atroce. Il tema della guerra è affrontato da un punto di vista preciso: quello della posizione dei cristiani e della Chiesa rispetto alle armi e al loro uso. La Chiesa, pur nata da un messaggio di nonviolenza radicale, ha talvolta mantenuto un rapporto ambiguo con la violenza e la guerra. Nel nome di una “guerra giusta” si è continuato a benedire i cannoni, e i discepoli di Cristo hanno continuato a massacrarsi. È mancata la pratica della nonviolenza attiva, proposta e vissuta da Gandhi come forma di azione politica, attuata in modo non solo personale, ma collettivo. La parola “nonviolenza”, che era ancora implicita nei testi del Concilio, è ormai presente nella parola ufficiale della Chiesa. I tempi sono cambiati. L’idea stessa di nonviolenza è diventata, tra i cattolici e per l’insieme dei cristiani, una sorta di evidenza. Questi due testi di Lanza del Vasto affrontano questioni molto difficili con una “disarmante” saggezza che risveglia in noi l’energia del bene. A questo mondo e a noi consegniamo la lettura di queste pagine che indicano come irreversibile la strada della pace, della conciliazione e riconciliazione. Con i contributi di Antonino Drago, Giovanni Mazzillo, Maria Albanese, Enzo Sanfilippo, Frédéric Vermorel. Prefazione di Daniel Vigne. -
Don Tonino Bello. Una storia che parla di futuro
«È sembrata un’avventura quella vissuta con don Tonino, un viaggio, una scoperta, un giorno sempre nuovo, un sogno come solo i fumetti possono consegnarti, quasi un attimo, un attimo fuggente che però si è scolpito nell’animo di chi lo ha incontrato e che non ha avuto difficoltà, da subito, a mettersi sui suoi passi, a seguirlo, a dire con il cuore: O capitano, mio capitano!» (dalla prefazione di Giancarlo Piccinni) Per tanti che l’hanno conosciuto e hanno percorso un pezzo di strada insieme a lui, don Tonino Bello è stato esempio da seguire, eroe da prendere a modello. Nei tempi bui che ci troviamo ad affrontare, la sua vita e le sue scelte possono ancora essere ispirazione per molti. Leggere di don Tonino oggi significa poter scoprire in lui gli strumenti giusti per farsi “costruttori di pace”. Con questa graphic novel di Adriano Pisanello, con testi di don Salvatore Leopizzi, la vita di don Tonino Bello assume la forma del fumetto: vignette, disegni e dialoghi che possono raccontare con immediatezza a ragazzi e ragazze ciò che don Tonino è stato, l’avventura della sua vita. Perché non resti relegata al passato, ma sia una storia viva che può, ancora, aiutarci a costruire il futuro di tutti noi. -
Storia di Franco
Maria Marcone è nella spina dorsale della narrativa pugliese. “Storia di Franco”, pubblicato originariamente nel 1998, è il testo dedicato a suo fratello, Francesco Marcone, ucciso la sera del 31 marzo 1995 a Foggia dalla criminalità organizzata. Non si tratta di un racconto dell’omicidio ma di un romanzo di formazione tra infanzia e adolescenza, in cui ritrovare le radici della tenacia e del coraggio che hanno poi condotto Franco ad affrontare le scelte complesse della cui portata siamo stati consapevoli solo dopo la sua morte. Gli anni in cui la vicenda del romanzo si snoda sono quelli della Seconda Guerra Mondiale, anni che Maria Marcone ha vissuto da protagonista di quei giorni in cui il bombardamento di Foggia distrusse la città e costrinse la sua famiglia a vivere l'esperienza di essere profughi in fuga dalla guerra. Una testimonianza unica e preziosa per ricostruire un pezzo di storia della Puglia e della Capitanata, di una città che, da allora, ancora fatica a ritrovare il senso dell’essere e del farsi comunità. E una storia familiare, intima, in grado di mostrare al lettore, e in particolare ai giovani lettori a cui il romanzo originariamente si rivolge, l’umanità di una persona molto amata costretta a diventare eroe in una terra, la Puglia, che, tra sole e mare, a volte rivela un’anima oscura. Prefazione a cura di Mario Desiati. -
La stanza di Agnese
Siamo nel 2010. Agnese Piraino Leto in Borsellino, segnata da una terribile malattia, riceve una telefonata da parte dell’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga: “Via D’Amelio è stata da colpo di stato”. Poche parole che fanno riemergere i ricordi di una vita, a partire dall’incontro con Paolo, giovane pretore a Mazara del Vallo, fino a narrare i momenti più bui, il tradimento da parte di chi avrebbe dovuto combattere al loro fianco. “La stanza di Agnese” è un dialogo incessante tra lei e Paolo, che continua tra le pieghe dei ricordi, tra tenerezza e indignazione, tra vita familiare e storia di un Paese. I proventi della vendita del libro saranno devoluti a “La casa di Paolo”, organizzazione no profit sorta nel 2015 negli stessi luoghi del quartiere di Palermo in cui è nato Paolo Borsellino. -
Apprendere attraverso la nonviolenza. Vivere, educare, insegnare nella società di oggi
La nonviolenza qui proposta è un’attitudine a vivere – nel proprio contesto di vita, di lavoro, di impegno sociale – una costante tensione verso il cambiamento, nella convinzione che se è inevitabile che ci siano i conflitti, è anche possibile imparare a gestirli in maniera nuova e consentire (a chi maggiormente colpito dagli effetti di tali conflitti) di acquisire consapevolezza e capacità tali da saper riequilibrare la situazione, verso la giustizia e il rispetto di ciascuno. In questa direzione gioca un ruolo centrale l’educazione. I metodi della nonviolenza possono essere utilmente applicati nella vita di tutti i giorni per apportarvi dei cambiamenti? Può la nonviolenza essere un utile strumento in ambito educativo? Da questi interrogativi nasce il desiderio di coniugare la teoria con la pratica della nonviolenza; infatti, i percorsi formativi proposti (con giochi e attività) diventano prima di tutto un’esperienza, grazie alla quale il singolo partecipante o il gruppo può incamminarsi sulla strada della nonviolenza nei propri contesti di vita e di impegno. Si tratta di un manuale che può aiutare le persone, i gruppi, le associazioni, ma soprattutto insegnanti, educatori e formatori, a riscoprire motivazioni, avere stimoli concreti e ritrovare entusiasmo nel sentirsi agenti sociali del cambiamento. Un libro da “usare”, con urgenza. Perché imparare giocando a fare la pace è il modo con il quale si impara la pace. -
Ridisegnare la bussola educativa. Gli effetti del trauma pandemico nei bambini e nei ragazzi
“Le pagine che leggerete raccontano un processo inedito nato dalla consapevolezza che la pandemia aveva e stava modificando tutti, con un impatto sui bambini e le bambine però sconosciuto che disarmava noi adulti. ‘L’intento della nostra Ricerca-Intervento – scrive bene Paola Scalari – è saperne di più su cosa stia accadendo ai bambini che crescono in relazione ad adulti spaventati essi stessi dalla morte causata da un virus sconosciuto’. Il metodo in una ricerca non è un fattore irrilevante. E il tema del metodo da darsi ci ha portato a sentire l’urgenza di pensare e metterne in campo uno mai sperimentato. Uscire dalle gabbie delle ricerche, anche tante, fatte a partire dalla domanda ‘come stanno i bambini’ facendo un’operazione non fatta mai da altri: ‘Stare sul noi piuttosto che sul loro’. Stare cioè su quello che il disagio dei bambini e delle bambine provoca in noi generando un senso di inadeguatezza mai provato. Il libro e tutta la ricchezza polifonica del suo contenuto è un altro passo del processo avviato per arrivare a un atto generativo che ci faccia cambiare paradigma. Che è quello che questi anni ci stanno chiedendo. Sentiamo di aver tracciato una strada ponendola come cartello stradale su un percorso che ha attinto allo sguardo di un maestro, Francesco Berto, che amava perdersi nelle parole dei bambini. Una sola accortezza ai lettori: non approcciatevi a queste pagine per sapere come si può fare. Approcciatevi lasciandovi catturare dal flusso del processo e provate a sostare nelle domande, nelle condivisioni di ognuna delle voci che leggerete, lasciandovi rapire dal bisogno di fare rete e lavorare in gruppo.” (dalla prefazione di Elvira Zaccagnino) Con i contributi di Raffaella Bonetti, David Cerantola, Daniela Cerrati, Erika Gallo, Gloria Lanciotti, Maria Teresa Lerda, Elena Malaspina, Elena Nobile, Chiara Panni, Rosangela Paparella, Giuliana Tonoli, Gabriella Zubelli. -
A che punto è la notte? La vita e i tempi di terzo millennio
Da tempo il mondo ci ha afferrato alla gola. Ci libriamo nel Terzo Millennio avvinti in un nodo mortale: l’umanità e il mondo venuti alle mani, l’uno stretto al collo dell’altro. S’avvera la diagnosi di Carlo Marx: tutto ciò che è solido si scioglie nell’aria. L’agire sociale ne è terremotato. Un tempo attivava solidarietà. Ora stringe nel vincolo della paura, di chi vede scossa la propria sfera vitale. Muta la visione della politica, mai come oggi subita come intrusione, sopraffazione, inganno. Corriamo senza meta, né requie o respiro. Entrati nel XXI secolo dalla “porta di fuoco” dell’11 settembre ora siamo all’aggressione in Ucraina e alla minaccia di Putin di sfoderare l’atomica. Non contenti del giorno e della sua luce dilatiamo spazi e tempi della mercificazione globale. Quella che un tempo era esplorazione della notte, fantastico ed esotico assaggio di frutti proibiti e lontani, ora è divenuta frequentazione quotidiana di universi manipolati il più delle volte da una “società incivile”. Fermiamoci un istante per ascoltare le scosse che cogliamo nel sottosuolo. Ci suggeriscono, segnalano che lì premono forze profonde. Vogliono venir fuori, provare a indirizzare il mondo altrove dalla corsa rovinosa intrapresa da tempo. È il caso di interrogarle. Di porsi in ascolto, attenti e partecipi. -
Con ago e filo. Trauma psicologico, lacerazioni e cure possibili
A volte accade che l’adulto mostri una violenza che il bambino non può comprendere e dalla quale viene turbato, lacerato. Se poi questo adulto è uno dei riferimenti affettivi del piccolo, la ferita è ancora più profonda e porta l’anima dei piccoli ad inabissarsi nel profondo del proprio fragile sé. L’incontro con un adulto vivificante, però, diviene occasione per risalire dal fondo, per ritornare alla luce, per ritornare a respirare e, nel calore del fuoco relazionale, provare ad esserci, provare a scegliere di starci in questa vita. È nella stanza d’analisi che si cerca, insieme, di ricucire con ago e filo gli strappi del tessuto dell’anima, ormai ridotta a brandelli che, con pazienza e lentezza, si cerca di riparare, come nelle storie di Melissa, Valentina, Lucia e Virginia, Simona e Melania, Celeste, Elia e Salvatore narrate in questo testo. Il percorso con il terapeuta, in questi casi, diviene occasione di cura, nel senso di prendersi cura, di prendere con sé la fatica dell’altro, la scelta del paziente e, maneggiandola con delicatezza, dare spazio e tempo. Nell’intimità di una stanza accade qualcosa di magico quando “due personalità s’incontrano” autenticamente: la condivisione può avvenire, la storia può iniziare e si può cominciare… a filare. -
Il Burattino e la poesia nascosta. Il Metodo Caviardage® tra i banchi
Il Concorso di idee “Cercatori di poesia nascosta”, da cui nasce questo libro, è stato promosso cercando di coinvolgere scuole italiane di diverso ordine e grado, con il fine ultimo di promuovere la lettura attraversando una “strada” altamente inclusiva, creativa, ludica, versatile, perseguibile da tutti: l’utilizzo della tecnica del caviardage. Nella pagina scritta, fatta di parole che ci travolgono, ci svegliano, ci consolano e quasi sempre ci salvano, il docente, grazie al metodo ideato dall’insegnante Tina Festa, si trasforma in una sapiente e paziente guida. Mostra agli studenti con entusiasmo come navigare tra le parole, circumnavigandole con la lettura “a volo d’uccello” e mettendo in pratica le varie tecniche del caviardage. Così quella pagina magicamente si trasforma in poesia, in versi dell’anima, e si manifesta nella felicità dell’espressione. Il concorso di idee ha offerto a tutte le scuole di sperimentare la tecnica e il Metodo del Caviardage® nelle pagine di un classico sempreverde della letteratura per ragazzi: Pinocchio, emblema della metamorfosi inconsapevole che accompagna tutti noi, un pezzo di legno che prende forma e diventa altro e poi altro ancora... Un eroe nel senso assoluto della parola, che alla fine delle sue avventure vince disubbidendo, infrangendo le regole. Nelle pagine di questo libro troverete la versione completa di Pinocchio grazie alla Fondazione Collodi che ne ha autorizzato la pubblicazione, i lavori vincitori del concorso, quelli selezionati e le unità didattiche per poter continuare l’avventura tra i banchi. -
Visioni di pace
“In queste pagine abbiamo provato a rimettere in gioco le tessere che più facilmente possiamo fare fatica a trovare quando, all’esplosione di un conflitto, la composizione della convivialità si arena, e all’unisono sale il frastuono delle armi. Abbiamo ritagliato – prendendoci la licenza di farlo – frasi da discorsi e scritti più ampi e articolati, con il solo obiettivo di rendere chiara a noi – uomini e donne di questo tempo segnato dalla guerra in casa nostra ma anche dalla chiarezza ormai che l’esplodere di ogni conflitto è collegato a crisi umanitarie, ambientali, economiche – che la pace non è solo assenza di conflitti. È invece una visione. Ecco: in questo anno segnato da una guerra scoppiata nel cuore dell’Europa, all’indomani di una pandemia che avrebbe dovuto renderci migliori, abbiamo sentito anche noi questa ‘afflizione’ e abbiamo cercato in don Tonino le parole per non smarrire la visione e capire il metodo per esercitarci nell’arte della pace.” (dalla prefazione di Giancarlo Piccinni e Elvira Zaccagnino). -
Una storia nonviolenta. Aldo Capitini e il Seminario internazionale del 1963
Aldo Capitini è stato molte cose: filosofo sui generis, poeta, pedagogista, attivista per la pace, leader politico e libero religioso. Soprattutto, è stato uno dei più raffinati teorici della nonviolenza, creando un movimento nonviolento diffuso in tutta Italia. In questo volume Emanuele Follenti parte da una data centrale, il Seminario del 1963, in cui Capitini invita a riflettere sul metodo nonviolento e sulle sue tecniche anticipando alcuni temi del ’68 ancora oggi di grande attualità: educazione nonviolenta nelle scuole, disobbedienza civile, partecipazione democratica alla vita politica, rispetto per il mondo animale, persuasione alla pace. A seguito del successo del Seminario si costituì il Movimento Nonviolento a cui Capitini decise di dedicarsi totalmente, sostenuto dall’amico di una vita Pietro Pinna, il primo obiettore di coscienza al servizio militare in Italia, che erediterà la guida del Movimento dopo la morte del filosofo. L’autore approfondisce un aspetto spesso marginalizzato della vita di Aldo Capitini, ovvero la sua figura di leader pacifista ed antimilitarista, rivalutando l’impegno politico di un uomo che all’idea di partito contrapponeva quella di “centro” aperto all’iniziativa di tutti, un intellettuale che univa intorno a sé pacifisti integrali che non hanno mai perso la speranza di costruire una società più giusta, attenta alle differenze culturali, alle minoranze e al dialogo. -
Camilla e il pirata Caravaggio. Una fiaba di educazione alimentare
Camilla e Filippo sono protagonisti di una strana avventura. Presi dal gioco, entrano per caso nella tana segreta del terribile pirata Caravaggio. Appassionato di arte e buona cucina, egli cattura e imprigiona tutti quelli che non siedono alla tavola, che mangiano in fretta e che non apprezzano i sapori del cibo. I nostri due protagonisti stanno al suo gioco e alle avventure che lui propone. Componendo e ricomponendo capolavori della pittura, scoprono un mondo di gusti semplici e di sapori antichi. Finita la loro avventura, nella seconda parte del libro, propongono ai bambini-lettori giochi, attività, schede di ricerca e approfondimento per imparare sane abitudini alimentari, in modo che nessun bimbo possa mai essere catturato dal terribile pirata Caravaggio. Una favola per realizzare nella scuola primaria percorsi di educazione alimentare, alla salute e all'immagine. Età di lettura: da 5 anni. -
Ricerca-Azione. Riorganizzazione del Servizio Sociale Professionale ed Educativo all’interno di un Municipio
Con lucido pragmatismo, metodo scientifico e altrettanto rigore metodologico, questo libro affronta il tema dell’organizzazione del lavoro in una pubblica amministrazione, occupandosi della ricerca di un metodo di lavoro e dell’attivazione di strumenti per migliorare tutto il ciclo organizzativo. È la descrizione di un percorso continuo verso l’evoluzione dei servizi forniti agli utenti, del miglioramento e la riorganizzazione del lavoro degli operatori del Servizio Sociale Territoriale del Municipio 2 del Comune di Bari, con una preziosa collaborazione con l’Università di Bari – Dipartimento di Scienze Politiche/Scienze del Servizio Sociale –, che ha permesso di trattare l’argomento del cambiamento organizzativo conducendo l’intero percorso in maniera scientifica: un processo lungo oltre due anni che ha portato un continuo movimento dell’organizzazzione per migliorare il servizio e il lavoro degli operatori. Il libro mette inoltre a disposizione del lettore strumenti operativi, griglie, questionari di rilevazione, formule di pesatura dei carichi di lavoro, indici di misurazione di casi trattati dal servizio e linee guida, utili a chi vorrà seguire le orme di questa esperienza pionieristica. Ri-organizzare è innanzitutto destrutturare un metodo, un protocollo operativo, una consuetudine, una parte d’identità cristallizzata per ricercare il senso più autentico di un’identità di comunità professionale che, liberata dal peso degli automatismi, dialoga con la pubblica amministrazione per trasformarla. Prefazioni di Filomena Matera e Giuseppe Moro. -
Il sorriso di melograno. Ediz. italiana e persiana
“Un melograno mi lega oggi ai ricordi del passato: il sorriso di mia madre, il cui nome era Melograno. Lei sapeva purificare il cuore con le poche parole che possedeva nel petto. E adesso tocca a me trovare i versi a cui non sapeva dare forma.” Ne ""Il sorriso di Melograno"""" Gholam Najafi riprende con coraggio la tradizione antica e orale della cultura afghana e la lega alle scoperte letterarie che riannodano il suo passato al suo presente, incastonando in una memoria intima immagini che solo la poesia può creare. Attraverso la potenza dell'immagine-melagrana, Gholam ci racconta e ci fa vivere una storia, la sua, legata alla memoria, alla terra natale, l'Afghanistan, alla famiglia da cui ha dovuto separarsi e a quella che in Italia ha trovato, all'incontro tra due culture di cui è testimone vivente. I ghazal, i componimenti poetici raccolti in questo volume, alcuni tradotti e altri riscritti in italiano, sua seconda lingua, non sono però solo la ripresa coraggiosa di una tradizione ma briciole da seguire per ricostruire la sua storia e il suo viaggio, la sua fuga dall'Afghanistan, il suo ritorno nella terra natale e le sue speranze future. I testi sono in italiano e in persiano-dari."" -
Accompagnare le perdite. 5 libretti sul tema. Ediz. illustrata
Con questo primo cofanetto della collana perMano (curata da Paola Bastianoni), nato da un’idea di Rita Bastianoni e realizzato nelle aule dell’Università di Ferrara, in seno al Laboratorio universitario “Uno sguardo al cielo”, vogliamo offrire uno strumento a genitori, educatori ed educatrici per accompagnare i più piccoli nella comprensione e nella elaborazione del lutto. Cinque sono le storie, realizzate da studenti e studentesse del corso di laurea in Scienze filosofiche e dell’educazione, raccolte in una cornice narrativa redatta e illustrata da Marco d’Alessandro che accompagnerà chi legge (e chi ascolta) lungo un sentiero di emozioni, scoperte e riflessioni. Per bambini da 3 a 6 anni. Libro 1 “Brillantina e il Bruco” Libro 2 “Dove sei Pina?” Libro 3 “Un’impronta nel cuore” Libro 4 “Come una crisalide” Libro 5 “Oltre le stelle”. Età di lettura: da 3 anni.