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Sulle vie del bello
In questa raccolta di poesie l’autrice va alla ricerca del bello che trova, secondo la formula classica, nell’equilibrio e nell’armonia delle forme, ma non solo: anche nel quotidiano, gli affetti e il rispetto sono forieri di bellezza e, in conseguenza, di felicità. -
Labbra impure
«Lessi ad alta voce qualche brano che più mi sembrava interessante per me in quella situazione e piansi anche qualche lacrima vera ripensando alle sue labbra che sfioravano le mie, senza rendermi conto, ancora, delle conseguenze di quel gesto...» -
Uno scomodo commissario. Liberamente ispirato alla vita del commissario Guido Cammeo
Il “processo del secolo” lo chiama la propaganda del Fascio. L’eccidio di Modena del 26 settembre 1921 resta una ferita aperta, che avrebbe sanguinato a lungo. Il giudizio pende sulle teste di diciannove agenti di polizia accusati di aver sparato su una folla di manifestanti fascisti. Tra i principali imputati c’è il commissario a capo del servizio d’ordine: Guido Cammeo, figlio del rabbino di Modena, guida di una comunità già nelle mire di facinorosi antisemiti. È un processo anomalo, viziato da congreghe segrete di camicie nere intransigenti che tramano contro Cammeo addossandogli ogni colpa, per screditare il ministero dell’interno e il governo Bonomi, spianando così la strada ai fascisti per la conquista del potere. L’agente Lamberti si offre di indagare in incognito per provare l’innocenza di Cammeo. Un uomo dal passato torbido e oscuro sembra essere la chiave di volta di un nuovo affaire Dreyfus. Il commissario rischia l’ergastolo e la vita stessa in una cascata di eventi rocamboleschi. Anche intorno alla solitudine sua e della sua famiglia, vittima delle leggi razziali, si giocheranno le partite di un Paese sull’orlo della catastrofe. -
Miti e realtà
Una poesia intensa quella di Wanda Lombardi (...) Si avverte il peso dei giorni: il passato preme sul cuore con le delusioni, gli smarrimenti, le freddezze, in una nuova stagione della vita, in cui si è portati a fare un bilancio della propria esistenza e a osservare il mondo con maggiore discernimento, ma anche con maggiore disincanto, rispetto al periodo giovanile. (...) -
Esilio in Costa Azzurra. Come andò veramente
Siamo all’inizio degli anni settanta, per la precisione nell’estate del 1971. I Rolling Stones si ritrovano in una sorta di esilio dorato e volontario in Costa Azzurra. Nella villa presa in affitto dal chitarrista del gruppo si registra gran parte di quello che molti riterranno il loro capolavoro (Exile on Main St.). Un immaginario malavitoso di casa nostra, ricercato da una banda rivale, fugge nella vicina Francia e con una scusa si rifugia in mezzo a loro stabilendosi nella villa. Non tutto andrà per il verso giusto e alcune vicende si riveleranno leggermente diverse da come ce le hanno raccontate. Gli effetti del recente passato delinquenziale del soggetto e la “routine” quotidiana della casa, fatta di musica (molta), sesso (poco) e droga (quanto basta) si intersecheranno con le personalità dei componenti della band (in particolare del suo chitarrista e leader). Da questi intrecci scaturiranno un disco epocale (reale) e un’amicizia duratura (immaginaria). Un omaggio (di pura fantasia) alla più grande rock band di tutti i tempi e a un mondo che non esiste più. -
Variopinti colori su Firenze
Claudio Comini ci sorprende con una nuova raccolta poetica che ha per tema conduttore la città di Firenze: il fascino antico del giardino di Boboli, le musiche celestiali di Santa Maria Novella, la luce del Duomo, l’emozione che ancora suscita Piazza della Signoria dove fa bella mostra di sé un bianco destriero alla guida di un calesse. Non sono immagini di cartolina perché Comini infonde nelle liriche il soffio della sua sapienza poetica e della sua umana sensibilità. Lo accompagna nel percorso fiorentino una presenza gentile, fiore tra i fiori: il pensiero dell’amore della sua vita, quella Maria Letizia che il poeta nomina più volte e a cui egli dedica ricordi, entusiasmi, emozioni. (...) -
Fotologìa dell'ombra. Eliot, Joyce, Proust e l'anno pasoliniano
Eliot, Joyce, Proust e l’anno pasoliniano: annus mirabilis della letteratura. -
Frammenti di verità
Citazioni che sono lì a suffragare il pensiero del Nostro autore, il quale indaga sulla natura della vita, o meglio sul dono della vita, con parole sempre emotivamente pregnanti, che si rivolgono al cuore perché partono dal cuore. Parole che ricordano l’importanza della creatività umana e dunque dell’arte e della poesia, che sono poi ciò che ci rende unici nell’Universo e riscatta la nostra infinita piccolezza: «…in quegli attimi, percepivo il prodigio che mi parlava: noi umanità siamo un infinitesimo atomo che si nutre di imprevedibile creatività"" (fr. 94). (...)» (Cristiana Vettori)"" -
Favole, miti e leggende
«Il patrimonio mondiale delle favole, dei miti e delle leggende, è un mare vastissimo in cui si può pescare di tutto. Sono migliaia le storie che s’incontrano e s’intrecciano, e ci vorrebbero centinaia di volumi per raccoglierle tutte. Io ne ho scelte, qua e là, alcune che mi sembravano degne di essere regalate ai miei alunni, perché avvertivo il rischio che questi racconti (a volte dei veri e propri gioielli narrativi) finissero dimenticati per sempre dalle nuove generazioni. E sarebbe una perdita davvero imperdonabile. I miti, le favole e le leggende, quasi sempre nascono dai poeti, perché, come dice nel suo scritto “Il fanciullino” Giovanni Pascoli, il poeta “è quello che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle; che popola l’ombra di fantasmi e il cielo di dei.” In appendice, la leggenda arzaghese “Pane e ceci”». Età di lettura: da 6 anni. -
Insieme
«Affermo e ripeto, dovunque mi capiti, che la Poesia per vivere, anzi per sopravvivere, ha bisogno che si parli di lei, la Poesia. E io voglio farlo anche nelle occasioni in cui sono chiamato a parlare della mia Poesia, anche in questi momenti prevale in me la volontà e il bisogno di parlare di lei, la Poesia, di tutta la Poesia. Con questa Raccolta devo rendere merito alla rete e ai vari siti social di offrire a me e a tutti gli autori, una visibilità vasta e motivata. Internet è un mezzo amato e vituperato, a volte, ma nella logica di “parlare di Poesia sempre ed ovunque, basta che se ne parli”, in questa logica ha dei meriti che la Grande Editoria non ha. Meriti maggiori sono solo quelli della piccola e media Editoria che generosamente e a volte eroicamente, si occupa di Poesia, pubblica Poesia, incoraggia la produzione poetica e fa davvero vivere e sopravvivere la Poesia.» Nota critica di Donatella Rampado. -
Contemplazione della morte
Nella primavera del 1912, alla notizia della morte dell’amico Giovanni Pascoli, Gabriele d’Annunzio mette mano repentinamente a un epicedio in prosa molto solenne. Soffocato dai debiti, il Vate si trova in fuga in un esilio volontario, in Francia, presso Arcachon. E l’agonia e la scomparsa in quei giorni anche di Adolphe Bermond, l’anziano locatore dello châlet preso in affitto su quelle dune oceaniche, dispiegano e acuiscono il funebre eppur vitalistico pensiero dannunziano fino a un’incantatoria contemplazione del traguardo di ogni destino. -
Mario Rigoni Stern, Luigi Meneghello e Andrea Zanzotto sul paesaggio e il dialetto veneto di metà Novecento
Parlare di ecologia oggi significa inserirsi in un dibattito pubblico che coinvolge il nostro immaginario quotidianamente. Non solo, parlare di ecologia oggi significa riconoscere in essa non una categoria legata esclusivamente all’ambiente ma un paradigma applicabile a diversi aspetti della contemporaneità come l’economia, la società, la politica, la lingua ecc. La letteratura, che di questo olismo è ben consapevole, risulta così essere sede privilegiata per lo sviluppo del pensiero ecologico, un immenso archivio di voci da cui attingere per penetrare la realtà e comprenderla: è questo il principio cardine dell’ecocriticism, corrente accademica di origine statunitense alla base di questo lavoro. Analizzando le opere di tre scrittori veneti del Novecento, Mario Rigoni Stern, Luigi Meneghello e Andrea Zanzotto, ho tentato di restituire il quadro culturale di una regione che, come il resto d’Italia, si è vista stravolgere le fondamenta nel giro di pochi decenni, passando traumaticamente da una società rurale e più vicina alle tempistiche naturali, ad una società moderna venutasi a sviluppare dal boom economico degli anni Sessanta. -
Arte in poesia
Nel corso dell’onda lunga in continuo progress della storia culturale, i rapporti tra le immagini artistiche e i versi sono sempre stati assai considerevoli, di carattere informativo incalzante al pari della loro carica emotiva. La “antologia poetica con quadri” di Luca Casella ne rappresenta un ottimo esempio (...) -
Dissonanze
(...) Un viaggio lirico che procede, sempre e comunque, nel segno dell’amore: filo conduttore, pietra angolare, realtà-simbolo, sublime strumento oppositivo alla precarietà esistenziale, paradigma e prius dell’intera opera. (...) Marina Pratici -
... e mi abbraccia anche un filo d'erba
"La natura è al centro della riflessione della silloge: la conchiglia, il rincospermum, le magnolie, l’ibiscus... suggeriscono emozioni, intuizioni, ricordi, alludono ai mutamenti ciclici del corpo femminile. Nella natura la poetessa si specchia, si riconosce come parte di un disegno universale: anche a lei, come all’ibiscus, bastano aria e acqua come nutrimento, non ha bisogno di altro. “Oltre l’umano” dicono i versi: la natura ci proietta in una prospettiva che supera i nostri limiti e ci fa sperimentare una dimensione più ampia e avvolgente, quell’abbraccio che è già nel titolo e che percorre come un filo conduttore tutta la raccolta."""" (Cristiana Vettori)" -
Le braccia dei capperi
Le braccia dei capperi riflette il genere del romanzo filosofico, e utilizza l’espediente del giallo per presentare temi e riflessioni che spaziano dalla mitologia greca alla fenomenologia husserliana, dalla letteratura latina alla russa. In un Paese fuori dal tempo e dallo spazio, un curatore di salme dovrà occuparsi di morti apparentemente identiche e inspiegabili, che gettano gli abitanti nella confusionaria ricerca di un colpevole. Privi di nome e quindi di identità, i personaggi del racconto sono soggettività mancate, caratteri, abiti sgualciti, e così anche soggettività esasperate perché in grado di vestire ogni soggetto e nessuno in particolare. La narrazione procede per immagini, che si snodano in atmosfere al limite (e talvolta fuori) del reale. -
Attesa
Le poesie si susseguono con un ritmo incalzante: e sono ricordi, emozioni, riflessioni. Tutto ciò che è umano entra a far parte del grande disegno del poeta. Anche la Fede, in un Giorno Santo, lo sostiene e lo incoraggia a non disperare, a credere in una nuova vita e in un amore universale (...) -
Alfabeto bianco
"L’efficace sinestesia del titolo suggerisce subito il senso profondo di questa nuova raccolta di Giancarlo Stoccoro, autore ormai di lungo corso la cui poesia fa da controcanto alla sua attività professionale di psichiatra e psicoterapeuta, con particolare attenzione all’opera e al pensiero di Groddeck e al lavoro sul sogno portato avanti attraverso il coordinamento di incontri di Social dreaming. (...)"""" (Giovanna Rosadini)" -
Eros Casini, il generoso
“Eros: mai nome fu più appropriato! Si chiamava così nientemeno nella mitologia greca che il Dio dell’amore.” In tale modo, nella presentazione al lettore del protagonista del nuovo godibilissimo romanzo, l’autore ne propone il nome “parlante”, che non a caso è straordinariamente appropriato nell’indicarne un tratto caratteriale davvero saliente: dotato di bell’aspetto, di modi garbati e riservatezza, affascina le donne senza averne intenzione, ne è sedotto senza essere un seduttore e senza essere coinvolto sentimentalmente.(...) -
La distanza del cuore
Cristina è sposata con Claudio da quattro mesi. Mattia, l’amico del cuore di Cristina, è stato il loro testimone di nozze. La festa di compleanno della nuova ragazza di Mattia, l’addio al celibato di un collega di lavoro di Claudio e un viaggio in India: niente sarà più come prima. La distanza sarà sempre e solo quella del cuore.