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Piccolo dizionario di Babele
Oggi la parola è tutto, ma non si tratta del ""Verbo"""", la Parola grande che si fece carne e che si era candidata a rifare il mondo. Oggi la parola, ovvero le parole, si fanno carne, ma da macello, strumento perverso assunto per guadagnarsi il governo della terra, in una confusione tale da far pensare che preluda ad una novella Babele. Questo dizionarietto si limita a cogliere alcuni segnali, presi come a caso, per una sobria campionatura di come vanno oggi le cose e le parole nel mondo. Parole venute da """"oltre monte"""", da """"oltre mari"""" e da """"oltre oceani"""", in una corsa ininterrotta al sovraccarico, non solo del vocabolario, ma dell'agire, dell'operare, del relazionarsi e comunicare. Emerge un'analisi del disorientamento dei costumi, della confusione delle lingue, dell'incapacità dell'Io e del Tu di tendere verso il Noi e un invito all'essenzialità e alla verità sapienziale della parola e delle parole."" -
Les barisiens. Letteratura di una capitale di periferia (1850-2010)
Nella Parigi di inizio Novecento Ricciotto Canudo, uno fra i primi teorici mondiali del cinema, partito da Gioia del Colle per divenire protagonista della vita culturale della Ville Lumière, veniva vezzosamente appellato barisien; negli anni Settanta il termine fu riscoperto per indicare quell'école di giovani sociologi, filosofi, storici e critici dell'Università di Bari che seppe parlare con coraggiosa originalità e nuova problematicità allo sclerotizzato panorama del marxismo italiano. La storia di quell'aggettivo diviene in questo libro il simbolo della trasformazione della figura dell'intellettuale e delle sue condizioni di lavoro in Puglia, dalla secolare diaspora verso Napoli, Firenze, Parigi e gli Stati Uniti fino alla creazione di un ceto di scrittori e critici finalmente residenti dopo lo spartiacque rappresentato dal Sessantotto e dalla nascita dell'ente Regione (1970). È così che la Puglia ha potuto scrollarsi di dosso il complesso di essere solo una ""provincia dell'impero"""" e ha scoperto il risvolto positivo di """"essere periferia"""": la sua natura di confine può renderla più aperta all'ascolto e alla sperimentazione."" -
La diversità a teatro. I drammi giovanili di Pasolini
Ben note sono le sei ""tragedie borghesi"""" che Pier Paolo Pasolini concepì a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta. Meno scontata è la scoperta che il vero esordio del giovane bolognese, a soli sedici anni, fu proprio un dramma, La sua gloria. Di qui prende le mosse questa ricerca, la prima dedicata con cura esclusiva al primo teatro pasoliniano: dalle ambizioni letterarie e dalle sperimentazioni linguistiche di quella pièce liceale si passa alle originali rielaborazioni del mito nell'Edipo all'alba, velata ma audace prima manifestazione drammaturgica del desiderio omosessuale in Pasolini. Ci si concentra poi dettagliatamente sulla stesura e sulle rappresentazioni del suo unico dramma in friulano, I Turcs tal Friul (con il vano martirio del giovane 'scandaloso' protagonista), e sulla prima opera teatrale pasoliniana che ammetta un personaggio con connotati autenticamente paterni, La poesia o la gioia, ricca di echi del maledettismo francese."" -
Agesilao Milani. Echi danteschi in un poema risorgimentale
Si pubblica qui, in una nuova edizione, corredata di una breve introduzione e di opportune note, un poemetto di Giovanni Francesco Jatta, l'""Agesilao Milani"""", che costituisce non solo un'occasione di verifica della funzione """"mitica"""" di Dante come modello letterario, ma anche un significativo episodio della """"fortuna"""" di Dante nell'Ottocento e del suo """"riuso"""", in chiave politica, secondo i modi di una rilettura attualizzante che lo piega alle esigenze e alle attese della società civile e, in questo caso, agli umori della fase risorgimentale. All'interno di un preciso e consapevole processo di imitazione, evidente nell'adozione della terza rima e nel ricorso allo strumento narrativo della profezia post eventum, l'autore, celebrando il tentato regicidio ai danni di Ferdinando II di Borbone, veicola una prospettiva antiborbonica, antimazziniana e filosabauda, con la conseguente esaltazione delle glorie piemontesi."" -
Sergio Solmi critico militante. Un itinerario nella letteratura italiana del Novecento
La scrittura di Sergio Solmi è esemplare della più seria 'critica militante', senza mai venir meno ai doveri di precisione e rigore che si richiedono allo studioso. Quest'indagine ricostruisce in quattro capitoli un profilo del Solmi italianista - cominciando dall'ampio contesto teorico che caratterizzò gli anni della sua formazione e illustrando le relazioni intellettuali da lui intrattenute - da cui emerge il suo accostamento al mondo dei giornali e delle riviste, culminato nella fondazione e nella direzione di numerose testate. Il terzo capitolo dimostra come, nonostante l'attività di Solmi si sia espressa attraverso una quantità di scritti, mai ordinati in forma monografica, dalle sue pagine emerga una ben precisa linea della lirica contemporanea, poggiante su alcune personalità poetiche che per il critico hanno agito come figure di riferimento: Saba, Ungaretti, Quasimodo e Montale. Il quarto e ultimo capitolo passa poi a esaminare la posizione di Solmi riguardo alle due forme basilari della contemporaneità: la prosa d'arte e il romanzo. Delle opere del critico e degli studi a lui già dedicati dà conto, infine, un'ampia e precisa bibliografia. -
Travestimenti del desiderio. Motivi faustiani nel Novecento letterario russo
Per la prima volta nel panorama della slavistica italiana, il ""faustismo russo"""", fenomeno peculiare che fornisce manifestazioni continue dall'inizio dell'Ottocento ai nostri giorni, è al centro di un tentativo di classificazione e valutazione critica. Risultato di una ricerca pluriennale volta a individuare ed esaminare opere della letteratura russa che sviluppano uno o più motivi del Faust - uomo del desiderio per eccellenza -, nei vari travestimenti tipologicamente russi (dal lianij elovek all'homo sovieticus al poalyj gradanin tardo sovietico), l'opera traccia la parabola del Faust russo dall'Ottocento in poi, con una particolare focalizzazione sulle opere novecentesche."" -
Disappartnenze. Figure del distacco e altre solitudini nelle letterature dell'Europa centro-orientale
Il volume propone gli interventi al convegno 'Disappartenenze. Figure del distacco e altre solitudini nelle letterature dell'Europa centro-orientale', tenuto il 5 e 6 marzo 2015 all'Università di Torino e promosso da Ljliana Banjanin, Krystyna Jaworska, Massimo Maurizio e Roberto Merlo. Il titolo fa riferimento alla problematicità delle questioni identitarie nelle aree serba e croata, romena, polacca e russa che, con modalità talvolta assai diverse, sono caratterizzate da un senso di appartenenza critica alla cultura di riferimento, ma anche dal distacco dai modelli prevalenti. Scopo di queste pagine è analizzare - nell'età contemporanea - i filoni letterari, i movimenti artistici, ma anche le manifestazioni storiche e le figure concrete, che si pongono come alternative ai modelli egemonici delle culture di appartenenza, con particolare attenzione a letterature, arte, teatro e cinema. -
Voci nel vento
I fantasmi della guerra non riposano mai. E ti cercano ovunque, anche oltreoceano. È ciò che accade a Danilo Aracki, uno degli ultimi eredi di una famiglia serba che, generazione dopo generazione, ha attraversato tutti i conflitti del Novecento. Gli spettri del passato non lo lasciano mai solo: quelli del nonno Luka, del padre Stevan, della sorella Veta, tutti protagonisti di drammatiche storie in tempo di guerra. Poi ci sono i vivi: i bambini dell'orfanotrofio di Jasenak, i ricoverati degli ospedali psichiatrici dove Danilo ha lavorato, in Serbia, in Germania e negli Stati Uniti. In fuga dalla sua madrepatria, perseguitato dai ricordi, Danilo cerca rifugio in una comunità di nativi americani nel Midwest; ma la diaspora della sua famiglia non lo abbandonerà neppure lì. 'Voci nel vento' di Grozdana Olujic è un romanzo corale, in cui le radici e i destini di un'intera famiglia si intrecciano a quelli di una terra tormentata, senza pace. -
Filosofia concretezza insegnamento in Pantaleo Carabellese
I dodici saggi che compongono il volume intendono far emergere la poliedricità degli interessi che caratterizzarono il pensiero di Pantaleo Carabellese: il rapporto tra filosofia e storia della filosofia nell’attività dell’insegnamento; la critica alle espressioni più significative della filosofia italiana del suo tempo; il rapporto tra filosofia e religione nel comune riferimento all’Oggetto puro; il tema della trascendentalità del pensiero e la reazione alle ricorrenti dichiarazioni di morte della filosofia; la definizione della filosofia, nel solco di una radicalizzazione del criticismo kantiano, come attività antidogmatica di dissoluzione delle certezze della coscienza volgare e, ancora, le relazioni che questi temi assumono con la definizione di coscienza concreta. Questi saggi sono nati come interventi per il convegno «Filosofia Concretezza Insegnamento in Pantaleo Carabellese», svoltosi a Molfetta nell’ottobre del 2021, in occasione della riedizione dell’opera carabellesiana Che cosa è la filosofia? (1942) e della seconda edizione del «Certame Filosofico Nazionale Carabellesiano». -
Il caso Sandormoch. La Russia e la persecuzione della memoria
Il protagonista del libro di Irina Flige è Sandormoch (Carelia), la radura boschiva in cui, negli anni Novanta, Veniamin Iofe, Irina Flige e Jurij Dmitriev scoprirono la fossa comune dove era stata sepolta un'intera tradotta di detenuti del primo lager sovietico, sulle isole Solovki. Sandormoch è un luogo chiave per comprendere il ruolo della memoria storica nella Russia contemporanea e la battaglia ingaggiata dagli attivisti e storici indipendenti contro l'ideologia ufficiale. La scoperta di questa fossa comune e la creazione del cimitero commemorativo sono soltanto due ""atti"""" della tragedia che ruota intorno a Sandormoch e che ha portato all'arresto e alla condanna di Jurij Dmitriev, attualmente detenuto in una colonia penale."" -
Un dialogo futurista. Una nuvola in brache di V. Majakovskij e Il canto della fame di B. Jasieński. Ediz. multilingue
Questo volume presenta, per la prima volta tradotti e analizzati insieme, due capolavori dei movimenti futuristi di area slava, due poemi in diretto rapporto tra di loro. 'Il canto della fame' (1922) del polacco Bruno Jasieński è, infatti, un omaggio e una risposta a 'Una nuvola in brache' (1914-1915) di Majakovskij. Le due opere (qui proposte con testo originale a fronte) dialogano sia riguardo ai compiti poetici del movimento d’avanguardia, sia rispetto al connubio tra arte e Rivoluzione. Il saggio introduttivo sottolinea gli aspetti comuni e le differenze tra due poeti che hanno pagato a caro prezzo la propria vocazione rivoluzionaria: Majakovskij morì nel 1930 in circostanze suicidarie mai del tutto chiarite, mentre Jasieński fu vittima delle grandi purghe staliniane e fucilato nel 1938 nei pressi di Mosca. Del poema di Majakovskij viene fornita una traduzione inedita, mentre del testo di Jasieński si presenta una prima versione italiana in volume. -
Sogno di pace a Kiev. Diario di una missione umanitaria nell'Ucraina in guerra
Nell'autunno del 2022, nel pieno della guerra tra Russia e Ucraina, una carovana della pace è partita dall'Italia per arrivare a Kiev. Donne e uomini della società civile che hanno attraversato l'Europa lanciando l'appello «Stop the War Now!». Questo libro racconta il viaggio, le speranze, la forza di volontà e l'impegno di chi, anche sotto le bombe, invoca l'apertura immediata dei negoziati, la fine dei combattimenti e l'avvio di un serio percorso di pacificazione. Ad accogliere la delegazione italiana, guidata dalla Ong Un Ponte Per e dal Movimento Nonviolento, c'erano anche giovani pacifisti ucraini. L'obiettivo principale della carovana era quello di fornire beni di prima necessità alla popolazione e portare in Ucraina uno spirito di fratellanza tra due popoli soffocati dall'odio. L'autore, docente e costruttore di pace, ha fatto parte di quella carovana. -
La pulce di Hooke. Intersezioni tra medicina, letteratura e arte
I saggi raccolti in questo libro, partendo dalla rappresentazione artistica e letteraria della corporeità e delle sue patologie, mettono in evidenza come la malattia sia stata, spesso, stimolo per la creatività. Il volume è inoltre arricchito da un ricco apparato di immagini con rappresentazioni artistiche del corpo e delle sue malattie, dei microorganismi con cui la nostra specie convive, nonché degli scienziati che li hanno studiati. Testo e immagini ci introducono nella complessità della persona umana, attraverso i suoi rapporti con il mondo inanimato e con le nuove tecnologie biomediche. -
Sulle orme di Marx e Bakunin. L’anarchico Emilio Covelli
L'anarchico Emilio Covelli (1846-1915) è stato tra i primi italiani a studiare Karl Marx negli anni delle grandi rivoluzioni politiche e sociali. Dopo aver completato gli studi giuridici all’Università di Napoli, il giovane Covelli si trasferì in Germania. Lì, tra Heidelberg e Berlino, si avvicinò al socialismo. Grazie a quel soggiorno di studio, riuscì ad approfondire le teorie di economia politica di Marx direttamente dalla lingua tedesca. Nell’opuscolo L’economia politica ed il Socialismo (1874), Covelli accetta parzialmente le teorie del filosofo tedesco. Dopo aver collaborato a lungo con il gruppo riunito attorno a Carlo Cafiero, suo conterraneo, più avanti, Covelli diventerà uno dei principali esponenti del movimento anarchico. Una delle sue frasi celebri è: «Non mi vendo né ai governi né ai partiti. Ho bramato miserie, persecuzioni, calunnie. Ho rifiutato tutto. Resto ciò che sono». -
Il Borro Toscana. Ediz. italiana e inglese
Nella campagna del Valdarno di Sopra, a breve distanza da Firenze, Il Borro è uno dei segreti meglio custoditi della Toscana. Qui il silenzio è cullato dal fruscìo delle chiome di alberi e dalla brezza che spira lieve sulle gobbe incurvate delle colline, l’eleganza è discreta, senza orpelli, un vero eden per chi è in cerca della felicità. Quella stessa felicità che nel 1993 spinse Ferruccio Ferragamo a ridare vita a un borgo millenario, a una villa padronale semi distrutta durante la Seconda guerra mondiale e ad ettari ed ettari di boschi e terreni agricoli valorizzandone storia, tradizioni ed eccellenze con un continuo recupero di edifici, strade e coltivazioni. “Ero un bambino di appena sei anni - racconta Ferruccio Ferragamo - quando mio padre Salvatore e mia madre Wanda decisero di comprare un’azienda agricola nel Valdarno.” Il profondo legame che ha portato Ferruccio Ferragamo al Borro è un misto di vocazione e istinto nel quale si annodano ricordi d’infanzia, passioni di famiglia, ma anche la sua indole incline al fare. -
G. B. Giorgini and the origins of Made in Italy. Ediz. italiana e inglese
Il Volume vuole essere la prima biografia completa dell'imprenditore toscano (Forte dei Marmi 1898-Firenze 1971) che dedicò tutta la sua vita alla promozione del nostro artigianato artistico nel mondo. Fino ad arrivare, nell'immediato dopo guerra, al lancio della moda come sistema; fenomeno che sancì la definitiva affermazione dello stile italiano sui mercati internazionali. Nello svolgersi del racconto alla dimensione privata si sovrappone quella imprenditoriale che permette di ricostruire il percorso attraverso il quale i prodotti italiani cominciarono ad essere distribuiti all'estero fino a far diventare il Made in Italy un marchio tra i più apprezzati al mondo. Il libro, che riempie una lacuna, dato lo scarso materiale disponibile sul'argomento, si avvale delle fonti inedite e dell'ampia raccolta iconografica presenti nel Fondo G.B. Giorgini depositato dagli eredi all'Archivio di Stato di Firenze. Il suo intento è di affiancare a una rigorosa ricostruzione storica dei rapporti commerciali intercorsi, principalmente ma non solo tra Italia e USA, nel periodo 1920-1970, una dimensione divulgativa, favorita dalla ricchezza dell'apparato iconografico. -
Eccellenza di Toscana Guida 2023. Le migliori aziende vitivinicole
La nuova guida di AIS Toscana dedicata ai migliori produttori vitivinicoli della Regione. Un unicum nel suo genere, dove potrete trovare più di 2.000 etichette recensite e classificate con punteggio numerico e 350 cantine complete di informazioni su ristorazione, accoglienza, wine experience e degustazioni. Un racconto inedito della Toscana e la sua vocazione al vino firmato dai migliori sommelier AIS. -
Pitagora e il pitagorismo. Fenomenologia dell'iniziazione religiosa
Seguendo le più autorevoli tradizioni antico-elleniche, il saggio studia la figura di Pitagora filosofo e matematico e il movimento da lui creato mettendo in evidenza la dimensione spirituale e le complesse dottrine aritmosofiche. Si tratta di analisi assolutamente innovative che illuminano alcuni aspetti solitamente trascurati. Pitagora emerge come un antico sapiente che ha insegnato una filosofia sui numeri assieme alla formulazione di una ricca scienza geometrica capace di attraversare i secoli fino al Medioevo. Oltre all'analisi della numerologia e della geometria, il libro si sofferma sulla sua sofisticata scienza musicale mostrandone i legami con il mondo dell'arte e della medicina. -
Cristianesimo giovanneo. Luci di ierosofia
Una raccolta di scritti pubblicati tra il 1950 e il 1959 nella rivista fiorentina L’Ultima, nel 1962 nella rivista Kairòs e, dal 1976 al 1989, nella rivista Metapolitica, fondata e diretta da Panunzio. Stampato inizialmente dall’editore cattolico Cantagalli, il testo ottenne l’Imprimatur dell’allora Cardinale Arcivescovo di Siena Monsignor Castellano. Gli articoli vertono sulla Conoscenza sacra universale, la “Ierosofia”, professata da Giovanni, detto Ieroteo, una Conoscenza che si sviluppa non solo in ampiezza (Oriente-Occidente), ma anche in altezza (Cielo e Terra) e in profondità (Interno ed Esterno). Il libro era dedicato a quelli che Panunzio considerava suoi maestri: il rabbi Israel Zolli, lo ieromonaco benedettino Agostino Zanoni e René Guénon. -
Le caste nel mondo e nella storia
Tutte le comunità umane, secondo Hocart, costituirono originariamente corpi organizzati – caste appunto – per scopi rituali. Erano di diverso tipo, ma la finalità principale consisteva nell’assicurarsi la “vita”, non solo la vita eterna, ma una vita lunga, priva di malattie, beneficiando di tutto ciò che è necessario o desiderabile, prole compresa. Non erano soltanto i re, i sacerdoti e i nobili a partecipare a tali riti, ma tutti i membri della comunità, che a questo scopo erano organizzati in gruppi ereditari. Tali gruppi esistono ancora, o hanno lasciato tracce in molte parti del mondo. Il sistema delle caste, quindi, è un sistema ideato per distribuire i doveri e i servizi nei confronti del re e per assicurare che tali doveri siano assolti solo da chi sia adeguatamente qualificato per eseguirli. Introduzione di Giovanni Monastra.