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Tecnoutopie
Internet alimenta utopie di mondi perfetti, ma anche le distopie di un mondo in crisi permanente con le caratteristiche dell'apocalisse sociale, culturale e ambientale. Internet è un mezzo di produzione nonché una infrastruttura globale. È diventata una risorsa pervasiva del vivere in società, ma fornisce anche la nuova materia viva di un immaginario che invoca con disinvoltura la fusione tra macchine digitali e cervelli umani: sogno o incubo di una frontiera elettronica in cui si può spacciare per futuro prossimo la possibilità di una società dell'abbondanza per immortali che hanno reso il corpo e la materia organica residui passivi di un passato scandito dalla penuria. Cambia così il mondo del lavoro, dove uomini e donne sono ingabbiati in bacini deterritorializzati, dove i konwledge workers convivono con facchini della logistica, ricercatori, «creativi» e operai industriali. Quello del web è cioè l'universo concentrazionario della precarietà. Internet è però anche l'atelier dell'opinione pubblica, fiorente settore produttivo saldamente nelle mani dei social network, potente e permanente dispositivo di controllo sociale. Internet è il paradigma di quel capitalismo che alterna promesse di libertà e costituzione di confini e muri che segmentano e rafforzano le differenze di classe su scala planetaria. Le forme di resistenza vanno dunque cercate in quella totalità concreta che ha vaporizzato le frontiere tra la realtà dello schermo e quella fuori. -
Lo schiavo americano dal tramonto all'alba
Scritto all'inizio degli anni Settanta, sulla scena dei movimenti americani per il Black Power, il libro di George Rawick ricostruisce la vita dello schiavo dal tramonto all'alba, descrivendo la sua quotidianità e i suoi percorsi biografici e analizzando la sofferenza e le pratiche che hanno formato la comunità africano-americana e contribuito alla sua liberazione. Il volume si basa su un vastissimo progetto di storia orale, con migliaia di interviste a ex schiavi prima e dopo la guerra civile americana. Rawick mostra come lo schiavo americano non sia stato una semplice vittima, ma protagonista di lotte e sovversione. Il libro ha imposto una svolta radicale nello studio della società americana e della schiavitù. La nuova edizione di un classico introvabile e tradotto in decine di lingue è arricchita da una prefazione di Bruno Cartosio, uno tra i principali storici e studiosi internazionali degli Stati Uniti. -
Contronature. Teorie e pratiche di ecologia politica
Transizione ecologica, «green new deal», neutralità climatica. Davanti alle nuove parole d'ordine in tema di «ambiente» delle agende politiche mondiali, occorre smantellare il discorso pubblico che ne legittima l'impianto ideologico, per ripoliticizzare il sapere e creare pratiche di conflitto. L'approccio che risponde a tali esigenze prende il nome di «ecologia politica». Ma cosa si intende esattamente con questa espressione? E in che modo possiamo servircene per orientare lo sguardo e aprire nuove prospettive? I contributi raccolti nel volume Contronature permettono di ricostruire l'evoluzione storica dell'ecologia politica. Analizzandola nelle sue diverse declinazioni, riflettono su come uscire dalla «transizione verde» eternamente promessa dai governi. Dai presupposti teorici e di metodo sui quali è nata l'ecologia politica, il volume passa al vaglio quei movimenti e quelle teorie che negli ultimi decenni hanno innovato il pensiero ecologico contribuendo a ridefinire i saperi delle scienze politiche e i saperi della vita. La geografia, il femminismo, l'urbanistica, l'agricoltura, gli animal studies sono gli ambiti toccati dalle nuove prospettive del pensiero ecologico. -
La svolta ecologica. Ultima chance per il pianeta e per noi
Non c'è vaccino che possa salvarci da una crisi climatica che si fa sempre più vicina. La specie più imperfetta e meno adatta alla sopravvivenza domina il pianeta e minaccia la biosfera e, dunque, mette in pericolo se stessa, come chi sega il ramo su cui è seduto. Su questo sasso vagante nell'universo è nata, improbabilmente, la vita dopo miliardi di anni di caos. Non era un evento necessario, non era detto che sarebbe andata così. Ora questa magnifica bellezza, che ci è stata donata dal caso, o forse dalla Natura, è minacciata e i tempi per arrestare questo disastro sono quasi scaduti. Occorre cogliere all'istante l'ultima occasione della riconversione ecologica, un urgente cambio di rotta per ritrovare l'armonia perduta. L'obiettivo di questo libro è contribuire a rafforzare l'impegno politico, sociale e civile, verso un'urgente conversione ecologica per evitare la catastrofe climatica. -
L' orlo del bosco. La cura delle dipendenze tra catene a libertà
La droga è tornata come grande questione sociale. Attraversa ceti e classi, integrati ed esclusi. Alla ricerca performante della cocaina, illusoria degli psicofarmaci, lenitiva dell’eroina, straniante del crack, consolatoria della bottiglia triste e solitaria. In fabbriche, scuole, famiglie, carceri, ponti, strade. A unire è l’esplosione delle solitudini nelle lande desolate della postmodernità. In un mondo dominato da Big Data e Big Pharma tra spaesamento, paura, angoscia, rabbia, rancore. E social network autistici. L’orlo del bosco è la soglia tra luce e oscurità: questo è il senso del viaggio dell’autore nella sofferenza delle dipendenze, della follia, delle solitudini. Lì dove praticare una cura non significa imporre modelli normativi né discipline. Una tonalità narrativa modulata sul graffio, l’audacia della provocazione e il tocco lieve di una carezza, come le pratiche di cura di Cecco Bellosi. -
Per fare conricerca. Teoria e metodo di una pratica sovversiva
Nella tradizione dell'operaismo, conricerca è da sempre una parola dotata di capacità suggestiva, in grado di mobilitare l'immaginario di militanti, movimenti e studiosi. Ma che cosa si intende per conricerca? Non si tratta di una versione della classica «inchiesta operaia», né di un uso radicale della sociologia, tanto meno di un «andare al popolo» da parte degli intellettuali. La conricerca, infatti, è la costruzione di un processo di cooperazione politica in cui la produzione di conoscenza è al contempo produzione di organizzazione e di soggettività autonoma. Questa pratica è indissolubilmente legata al nome di Romano Alquati, a cominciare dalle sue esperienze di conricerca alla Fiat e all'Olivetti ai tempi delle riviste «Quaderni rossi» e di «classe operaia». In questo volume introduttivo, Alquati fornisce risposte, strumenti e ipotesi a chiunque voglia ripensare e ricominciare a fare conricerca oggi. -
Abitare oltre la casa. Metamorfosi del domestico
Negli ultimi settant'anni, la casa è stata uno degli ambiti che ha subito meno trasformazioni. Cambiamenti sociali, nella struttura familiare e nei ruoli di genere, crisi economiche e ambientali hanno caratterizzato gli ultimi decenni, evidenziando come i nostri modelli di vita siano mutati radicalmente. La diffusione massiva delle tecnologie ha modificato tempi e luoghi dei processi lavorativi e relazionali, definendo nuove forme di lavoro e di comunità virtuali. In che modo è possibile ripensare la casa tenendo conto di queste trasformazioni? Le differenti riflessioni degli autori raccolti in questo volume provano a ripensare le forme dello spazio domestico, a partire dal rapporto con la città e con i nuovi processi di produzione, immaginando modelli di abitare inclusivo che tengano conto della diversità, della presenza di specie diverse e del bisogno di comunità. -
La partizione del sensibile. Estetica e politica
Jacques Rancière è il filosofo a noi contemporaneo che più di tutti ha saputo articolare una riflessione insieme estetica e politica. Ormai considerato a livello internazionale tra i più acuti «critici» dello sguardo sull'arte e sul cinema, il suo approccio si allontana da ciò che normalmente si intende per relazione arte/politica. Non il contenuto politico dell'arte, né tantomeno la sua forma. Piuttosto, una riflessione che parte da ciò che questi due ambiti condividono nelle loro premesse: lo statuto della visibilità. Sia per la politica che per l'estetica la questione è infatti la capacità di ridisegnare lo spazio della percezione, facendo «vedere» ciò che prima non lo era. È ciò che accade con Gezi Park o le primavere arabe quando improvvisamente «si vedono» generazioni di giovani sull'altra sponda del Mediterraneo; è ciò che accade con un film di Bela Tarr o un'opera di Alfredo Jarr. La politica si configura allora come una disciplina e una pratica in tutto e per tutto estetica, ovvero capace di mutare il modo in cui guardiamo, sentiamo e percepiamo. Questo è il materialismo della sensazione di un filosofo mondialmente acclamato. -
La polizia della storia, La fabbrica delle fake news nell'affaire Moro
La storia delle Brigate rosse e del rapimento Moro, avvenuta nella primavera del 1978, è disseminata di ipotesi che cercano di spiegare quanto accaduto con gli argomenti più improbabili, dal coinvolgimento dei servizi segreti e la complicità di Stati stranieri alla mistificazione dei fatti. Paolo Persichetti, ricercatore di storia, da anni porta avanti un'accurata indagine volta a fornire una ricostruzione affidabile e coerente degli eventi. Avvalendosi degli strumenti della ricerca storica - il vaglio degli archivi, la raccolta delle testimonianze e un lavoro ostinato - Persichetti ha via via smontato le narrazioni complottiste e messo in luce le numerose lacune delle commissioni parlamentari che si sono occupate del tema. -
Abbiamo fatto un sindacato. Enrico Lanza: una vita dalla parte dei lavoratori
"Abbiamo fatto un sindacato"""" è una storia collettiva, una storia di lotte di fabbrica, prima sull'onda della grande offensiva operaia degli anni Sessanta e Settanta, poi per difendere i lavoratori sempre più precari. Ma è anche la biografia sindacale di Enrico Lanza, ripercorsa in questa lunga intervista. Entrato in Fiat nel 1962, l'anno della rivolta di piazza Statuto a Torino, Lanza vive l'Autunno caldo al Lingotto, partecipa all'esperienza unitaria dell'Flm e al sindacato dei consigli. Licenziato nel 1976 da una piccola fabbrica della cintura torinese, che risponde al suo licenziamento con un mese di occupazione, diventa operatore sindacale per la Fim, i metalmeccanici della Cisl, negli anni del protagonismo operaio. Si oppone all'involuzione del sindacato cattolico, che era stato capace di intercettare istanze radicali, dall'egualitarismo alla riduzione dell'orario di lavoro al sindacato unitario dei consigli. Nel 1995 decide di uscire dalla Cisl ed è tra i fondatori dell'Associazione lavoratori del pinerolese, un sindacato di base, autorganizzato, a base territoriale, di cui è stato a più riprese presidente. Segue le fabbriche in crisi, i movimenti contro la guerra, la lotta No tav della val di Susa e sostiene gli immigrati che attraversano i confini. Nei ricordi di Lanza emergono le lotte dell'Indesit, della Beloit-Pmt, della Riv-Skf, della Fiat di Villar, della Manifattura di Perosa e della Cascami seta: volti, storie e vite di lavoratrici e lavoratori che hanno animato il conflitto sociale di un territorio non pacificato." -
S'avanza uno strano soldato. Il movimento per la democratizzazione delle Forze armate (1970-1977)
La saggistica che in questi anni ha trattato il decennio 1968-78, occupandosi dei movimenti di protesta protagonisti, nel nostro Paese, di quella stagione politica, si è interessata principalmente alle mobilitazioni studentesche e operaie, ignorando le dinamiche che interessarono le Forze armate e in particolar modo l'esercito. Questo libro si propone di colmare tale lacuna. L'intento è offrire un quadro delle lotte che attraversarono le caserme italiane a partire dal 1970 e che diedero vita a un movimento capace di relazionarsi con altri settori della società. Il testo ripercorre le principali tappe che trasformarono un clima di malcontento nei confronti della naja in un vero e proprio movimento di massa, capace di far proprie le istanze democratiche presenti nella società italiana del tempo e alimentate dall'agire di quella parte della sinistra extraparlamentare interessata ad allargare la pratica politica a soggetti tradizionalmente estranei al dibattito pubblico, in continuità con lo spirito del '68. Le immagini che accompagnano il volume restituiscono un'idea visita della crescente partecipazione dei militari di leva al desiderio di trasformazione che nel decennio Settanta si diffuse nella società italiana, caserme incluse. -
Danilo Montaldi. Vita di un militante politico di base (1929-1975)
Danilo Montaldi (1929-1975) è stato un militante comunista «senza partito» e, negli anni Cinquanta, punto di contatto fra la realtà italiana e le esperienze francesi, americane, inglesi più avanzate. Con la sua ricerca ha contribuito alla riscoperta, contro un marxismo ossificato ridotto a dogma, della centralità non solo della fabbrica ma anche della vita quotidiana di una classe operaia spogliata di ogni alone mitico. Per questa concretezza la ricerca di Montaldi si è rivelata irriducibile a ogni tentativo di recupero, mantenendo intatto il suo potenziale sovversivo. Precursore del '68, il pensare e l'agire «dal basso» di Montaldi, il suo tentativo di dar voce e volto agli invisibili - dalle bellissime ""Autobiografie della leggera"""" a """"Militanti politici di base"""" - resta motivo di ispirazione per chi oggi, nonostante la crisi della sinistra novecentesca, continua a pensare che «bisogna sognare» un mondo centrato sull'uomo e non sullo spettacolo della merce. Il libro ripercorre la vita dell'intellettuale cremonese, dagli anni tormentati dell'adolescenza all'elaborazione di un suo personalissimo metodo di lavoro, fino alla sua prematura scomparsa."" -
Salute globale e diritti. Conversazioni sulla cura e la salute mentale
Riflettere su salute mentale e psichiatria costringe ad allargare lo sguardo alla salute in generale e ai sistemi sanitari. Ma è anche necessario riflettere sulla politica, sui suoi linguaggi e sulle nuove forme del conflitto. Occorre ripensare il sistema di valori del pensiero progressista e il significato dell’agire etico nell’azione pubblica e civile. Questa complessità, tanto necessaria quanto urgente, richiede un enorme sforzo intellettuale, una solida coerenza, saperi multipli e, dunque, esige un’opera collettiva. Le conversazioni di questo libro offrono spunti affinché possa costituirsi una rete virtuosa di pensiero, di analisi, di saperi, capace di costruire quel nucleo di avanguardia intellettuale e tecnica necessaria per il superamento dell’esistente. Un’alternativa all’angoscia per la deriva violenta che caratterizza oggi la temperie culturale e politica dell’Italia e dell’Europa. Che in tutti produce quella sofferenza psichica di cui parla questo libro. -
Il fuoco e il cuoco. Storia di un legame magico
In principio è il fuoco. Ma quando e come l'uomo ha cominciato a prenderne confidenza? E come è cambiata la sua vita grazie a questo rapporto? Stare «intorno al fuoco» rappresenta un'idea primigenia di società. Con il fuoco comincia la comunità solidale che insieme caccia o raccoglie. Con il fuoco si produce quel «luogo» in cui essere accolti, i cui immateriali confini sono disegnati dai corpi assisi vicino al falò. All'inizio è la scoperta che arrostendo carni e radici sulla fiamma, questi diventano più commestibili. È infatti dal cibo cotto che tutte le altre forme di rapporto umano col fuoco sembrano essere derivate, ed è grazie a esso che può farsi strada lo stesso Homo Sapiens. L'essenziale connessione tra la cottura dei cibi e la salute, gli spazi abitativi e la socialità, viene qui tratteggiata in alcuni dei suoi più significativi momenti storici, esemplificata in un singolare ricettario creato e sperimentato con la collaborazione di più cuochi, tutti esperti nel maneggiare il fuoco e la sua magia. Prefazione di Marco Carbone. -
Dialoghi sull'Europa. Vol. 1
"Dialoghi sull'Europa"""" nasce dall'esigenza di raccontare lo spazio politico europeo in cui viviamo. Una narrazione corale che da saperi diversi e molteplici orizzonti disciplinari prova a tracciare una rotta per orientarsi. Che cos'è l'Europa dopo la pandemia globale e il ritorno della guerra nella nostra quotidianità? Quali sono le sfide che deve affrontare per immaginare una nuova cittadinanza consapevole dei limiti e della potenzialità di nuove istituzioni? Inevitabilmente, è al futuro che l'Europa deve guardare, a quella potenziale universalità che ne guida il divenire. È il sogno europeo, come ha scritto Aleida Assmann, il mito possibile di una storia in movimento capace di condensare un'identità fatta della memoria del suo passato e intorno a cui provare a costruire, dialogando, la comunità europea immaginata e vivente. Un equilibrio complesso che storia e memoria possono favorire per comporre un dialogo con il proprio passato, da custodire come monito per le proprie responsabilità senza per questo trasformarsi in una sorta di ricatto delle antiche colpe." -
Cento fuochi. La lotta armata nel '77
"Quando si parla di lotta armata in Italia si affronta per lo più solo la storia di alcune «organizzazioni comuniste combattenti», omettendo di riconoscere che quel fenomeno è stato di dimensioni ben più grandi, coinvolgendo migliaia di militanti dell’intero movimento rivoluzionario italiano.rnIl grande movimento di massa del 1977, oltre alle radicali differenze con il ’68 e la rottura con le organizzazioni riformiste, si è caratterizzato anche per il suo rapporto con la teorizzazione e la pratica della violenza politica.rnIl libro documenta l’enorme diffusione del fenomeno armato nel 1977, anno in cui ha vissuto un vero salto di qualità. Dalle Brigate rosse ai Nuclei armati proletari, da Azione rivoluzionaria a Prima linea, alle Unità comuniste combattenti, alle Brigate comuniste, ai Collettivi politici veneti, ai Comitati comunisti rivoluzionari e alle decine e decine di altre sigle (i «cento fuochi»), a dimostrazione della vastità di una guerriglia diffusa in tutti i territori, i luoghi di lavoro, di studio, di socialità.""""" -
Cose di fantasmi. Haunting e immaginazione sociologica
Pubblicato in inglese nel 1997, Cose di fantasmi ha vissuto una doppia vita: quella accademica, riconosciuta e di successo, che lo ha reso una delle opere più influenti della sociologia statunitense contemporanea; e quella sotterranea che lo ha fatto circolare di mano in mano tra chi era alla ricerca di un altro modo di guardare e raccontare la realtà, che sapesse saldare il materiale e l’immaginario. rnCose di fantasmi è stato per molti una via di fuga dalle gabbie cartesiane del pensiero, uno strumento per misurarsi con l’invisibile e il represso e per dire pubblicamente – nell’arena delle scienze sociali come nelle avventure dell’attivismo – cose poco dicibili. Intrecciando sociologia, pensiero critico e letteratura, Avery Gordon ci fa intravedere la materia fantasmatica che abita la realtà quotidiana: inquietudini, un’improvvisa angoscia nell’attraversare una piazza, lo spavento di fronte al volto di un passante, il sussurrare dei fiumi inquinati. Il fantasma indica le tracce della violenza della Storia, racconta l’organizzazione ingiusta del mondo; ma porta anche il presagio di qualcosa di bellissimo e ancora possibile: la certezza che dietro l’angolo di una strada ci sia una felicità in attesa. Il fantasma è la crepa che, nella violenza della storia e nella più trita ordinarietà, fa balenare l’utopico. -
Estetica senza (s)oggetti. Per una nuova ecologia del percepire
Per smettere di essere antropocentrici occorre una nuova umanità davvero ecologica. Per non essere più antropocentrici, però, non basta depotenziare il soggetto: occorre liberare l’umano dalla tirannia degli oggetti. Infatti, soggetto e oggetto procedono e cadono insieme. Questa liberazione dagli oggetti va compiuta sul piano percettivo. Questo libro propone un cambio di prospettiva per ripensare l’esperienza estetica su base radicalmente processuale e relazionale: estetica senza (s)oggetti, ovvero concepire la realtà come un sistema in cui tutto è relazione – nel senso di un continuo intrecciarsi tra eventi. La scienza contemporanea, la fiosofia relazionale e processuale, il buddhismo convergono oggi nell’affermare che conoscenza ed esperienza non sono su piani distinti: la relatività fisica corrisponde alla relatività delle qualità estetiche. Percepire ha, allora, profonde conseguenze non solo sul significato specifico delle esperienze estetiche, dei giudizi e delle valutazioni, ma sul nostro modo di vivere. -
Guerra o rivoluzione. Perché la pace non è un'alternativa
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha colto tutti di sorpresa. Mentre gli analisti geopolitici si affannano in improbabili previsioni, i media si appiattiscono sulla retorica dell’aggressore e dell’aggredito. Anche i teorici del pensiero critico e i movimenti sono spiazzati, divisi tra slogan rituali e impotenti. A cosa è dovuta questa clamorosa impasse? Per Lazzarato la risposta è chiara: la guerra è stata rimossa dal dibattito politico, relegata tra i ferri vecchi del passato, con nata a zone remote del pianeta. Al contrario, spiega l’autore, la guerra non è mai scomparsa: è un elemento costitutivo del rapporto tra Stato e capitalismo. L’autore analizza le cause storiche della guerra, gli errori delle teorie critiche degli ultimi decenni, il rapporto tra industria militare, divisioni di classe, razza e genere, crisi ecologica e, rileggendo le teorie critiche del Novecento, sviluppa una questione decisiva: come costruire un punto di vista rivoluzionario sulla guerra? Con lo stile del pamphlet e il rigore del saggio, questo volume è un punto di riferimento per il dibattito attuale sulla guerra che sembra non conoscere alcun dissenso. -
Foucault oltre Foucault. Una politica della filosofia. Seminari
Studiare Michel Foucault nei suoi testi non significa riassegnarlo alla filosofia. Significa piuttosto ripensare la stessa filosofia, la consistenza e la pretesa autonomia dei suoi archivi, i limiti entro i quali essa si è perimetrata in quanto sapere universitario, per provare a metterli in crisi. Fare questo non significa però, certo, abbandonare la filosofia. Ciò che si rende così disponibile, al contrario, è un movimento di andata e ritorno tra il suo interno e il suo esterno; un esterno fatto di processi, pratiche, conflitti, sui quali si misurano, qualora la filosofia sappia raccoglierne la sfida, il suo passo e la sua capacità di tenuta. Foucault, in questa prospettiva, può essere studiato come filosofo e contemporaneamente come destabilizzatore radicale dello statuto della filosofia come sapere. Egli ci offre un esempio, uno dei più radicali, di un’autentica politica della filosofia. Una politica della filosofia in grado di spezzare l’inerzia di una tradizione, quella della filosofia politica in particolare, e la separazione tra prassi e teoria.